Cuore d'acciaio

Cuore d’acciao

Comunicare è arte complessa e non tutto deve essere dato per scontato, soprattutto quando il nostro interlocutore sta cercando d’imparare la vita. Un racconto di Angelo Frascella.

 
«Inizia, Simone!»
Simone lasciò i compiti e, all’urlo di: «Jeeg, robot d’acciaio!» atterrò accanto alla sorella.
«Heidi, oggi, è stata bellissima» lo informò Rosa.
«Zitta. Inizia.»
Corri ragazzo laggiù…
 
«Papà, è stato incredibile! Il ragazzo congelato non era cattivo. Jeeg non voleva combatterlo. Ma la Regina Himica gli aveva fatto qualcosa alla testa e lui vedeva Jeeg come se era un mostro preistorico.»
«Mangia Simone. Si fredda.»
«Papà, anche Heidi è stata bellissima» puntualizzò Rosa.
«Papà, ma davvero una persona può dormire nel ghiaccio, tanto da svegliarsi nel futuro?»
Il padre si schiarì la voce e con la testa inclinata annuì, serio: «Però non so quanto sarebbe bello. Pensa a un uomo primitivo che si svegliasse adesso. Vedendo le automobili e i TV color, impazzirebbe in quattro e quattr’otto.»
«Ti ci metti pure tu a dargli corda? Mangiate, che il brodo si fredda.»
 
La casa era silenziosa. Gli altri dormivano, ma lui, non poteva. Doveva vedere il futuro.
Prese le chiavi della cantina e una coperta. Forse avrebbe fatto meglio a tornare indietro. Invece si fece coraggio, scese in cantina, richiuse la porta, svuotò il congelatore, vi adagiò la coperta, vi entrò e chiuse il coperchio.
 
La luce irruppe improvvisa. Un essere, per metà di carne e per metà d’acciaio, lo guardava. L’essere gli porse una mano metallica e lo aiutò a uscire.
Il dolore e il freddo erano stati lancinanti, prima di riuscire ad addormentarsi, ma ne era valsa la pena: una città scintillante si estendeva a perdita d’occhio. Veicoli volteggiavano come uccelli lucenti.
«Benvenuto nel futuro» disse l’essere. «Mi chiamo Shiakaru. Questa è la mia base volante. Tu devi essere stato mandato dagli dei, per salvarci da Galuà.»
Lo stupore e la gioia riscaldarono ogni angolo del corpo di Simone.
«Mi chiamo Simone.»
«Da oggi, Sim, guiderai il Grande Ambu» disse Shiakaru.
Simone si voltò. Alle sue spalle troneggiava la testa di un immenso robot, dallo sguardo severo.
«Tocca a te, Sim. Galuà sta attaccando.»
Sim salì a bordo di Ambu e partì in volo.
Era incredibile. Si sentiva tutt’uno con il robot. Eppure qualcosa non gli tornava.
Galuà era lì che lo aspettava, accanto a un palazzo in fiamme. Atterrò accanto a lui, mentre le sirene dei mezzi di soccorso gli perforavano le orecchie. Lo attaccò con tutte le armi disponibili: missili rotanti, calci spaziali, raggi diabolici.
Galuà si limitava a schivare, mentre l’uomo alla sua guida continuava a fargli dei segni.
Sim capì.
Galuà era il buono. Shikaru lo aveva ingannato.
Si voltò per attaccare la base volante, quando sentì una scossa. Shikaru doveva averlo colpito con il Grande Fulmine.
 
«Uno, due, tre. Libera.»
Il dottor Galuardi prese il polso del bambino. I battiti parevano ricominciati.
«Dottore» pianse la madre «la prego, lo salvi.»
«Signora, il battito è tornato. Questo bambino ha davvero un cuore d’acciaio.»
Dobbiamo solo sperare il cervello non abbia subito danni, pensò il medico, mentre la sirena dell’ambulanza continuava a urlare la sua rabbia.

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Angelo Frascella

Campione della Terza Era, tre volte vincitore in singole edizioni e svariate altre volte a podio, Angelo Frascella è uno dei più grandi interpreti della storia di Minuti Contati, dai primordi della Prima Era a oggi. Nasce nel 1972 a Taranto, città bellissima assediata da mostri giganteschi che sputano fiamme ed emettono fumi tossici. Fa in tempo a vivere la parte finale della guerra fredda e cresce convinto che, da un giorno all’altro, una pioggia di missili nucleari cancellerà il mondo. Così diviso fra l’attrazione per la scienza e per la conoscenza e la paura delle aberrazioni della tecnologia, di giorno sogna a occhi aperti e si esalta di fronte alle immagini dell’universo, di notte è visitato da sogni surreali (la firma di Dio che campeggia in cielo sulla città) e angoscianti (scenari di guerra e devastazione). La passione per la lettura se la porta dietro sin da bambino. Quella per la scrittura esplode solo più tardi, quando, trasferitosi a Bologna, comincia a mettere su carta i sogni e gli incubi. Ha scritto quattro episodi della seconda serie radiofonica del fumetto L’Insonne. Ha pubblicato racconti in diverse antologie e, nel 2013 ha vinto il Concorso di Letteratura Fantascientifica "Giulio Verne" col racconto "Il paradosso di Alice". Ha una moglie e una figlia che adora e a cui dedicherà il suo primo libro, semmai riuscirà a terminarlo.


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