Intervista a Dario Tonani


Un grazie a Dario Tonani, scrittore poliedrico e guest star della 66ª Edizione del nostro contest, per averci concesso questa intervista.
 
Lo chiamo “poliedrico” innanzitutto perché Dario – giustamente – ci tiene a precisare di non essere solo un autore di “fantascienza”, genere in cui peraltro eccelle. Ma soprattutto perché è la fantascienza stessa a essere un “genere poliedrico”, che prende la realtà e la proietta in un tempo (o in un mondo) “lontano”, per parlare di noi. Come una parabola.
 
Se l’argomento vi incuriosisce, leggete le storie di “fantascienza” scritte per le passate edizioni del contest (basta che clicchiate sul pulsante qui sotto) e lasciate il vostro commento sotto l’intervista, chissà che Dario non vi risponda!
 
Buona lettura!
 

L’Antico

 

#fantascienza

 
 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

Ciao Dario e grazie per esserti prestato a questa intervista, la prima del nuovo corso di Minuti Contati. Arriviamo direttamente al punto: due volte Guest Star del contest, cosa ti ha spinto ad accettare per la seconda volta la nostra proposta?

 

Dario Tonani

Dario Tonani

Si dice che tutti devono avere una seconda opportunità, no? Grazie di avermi concesso la mia. Scherzi a parte, sai Maurizio quanto sia sensibile a quello che io – ma non solo – definisco “scrittura estemporanea”. Direi che è un mio vecchio pallino, e Minuti Contati è l’esercizio, oltre al concorso letterario, che più ci si avvicina.

 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

Tra l’altro, durante la tua prima partecipazione hai decretato come vincitore un racconto non di genere fantascientifico, Il male del millennio di Chiara Paci, e questo ci ha fatto capire che sei un lettore onnivoro, di sicuro non limitato al solo genere in cui ti esprimi al meglio. Ci dai qualche titolo? Il tuo romanzo preferito? Quello che più ti ha “segnato”? E allargando… Il tuo film? La tua serie tv? Il tuo videogioco?

 

Dario Tonani

Dario Tonani

Speravo che anche al di là del mio pronunciamento della volta scorsa fosse chiaro che io non mi sento accasato in un nessun genere specifico. Né come lettore né tantomeno come autore. Il mio romanzo preferito? Hai una domanda di riserva? Beh, lasciami esprimere una terzetto: Il profumo di Patrick Süskind, La strada di Cormac McCarthy e Fahrenheit 451 di Ray Bradbury. Quello che mi ha segnato di più? Mi permetti una battuta? Uno che ho scritto io, la prima uscita davvero importante, Infect@. Il film? Adoro tutto Kubrick e tutto Nolan, ma mi è rimasto dentro Qualcuno volò sul nido del cuculo. Serie tv: ammetto di avere molte lacune su quelle più recenti, ma ricordo con piacere Heroes e The Walking Dead. Videogioco: mi piacciono molto i simulatori di battaglie aeree e poi in genere tutti gli sportivi, Fifa in testa…

 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

Volendo esagerare… Il tuo personaggio del cuore? Quello più capace di segnare il tuo immaginario?

 

Dario Tonani

Dario Tonani

Sono stati diversi, ma citazione d’obbligo per Jean-Baptiste Grenouille, il miserabile (e adorabile) protagonista de Il profumo. E poi Guy Montag, di Fahrenheit 451 e per arrivare a tempi un po’ più recenti, Takeshi Kovacs, lo splendido personaggio messo in campo da Richard K. Morgan in quelli che a mio giudizio sono – con Business – i suoi tre libri più belli: Bay City, Angeli spezzati e Il ritorno delle furie. E Hugo Cornélius Toorop, il protagonista di Sirena Rossa e Babylon Babies dello scrittore francese Maurice G. Dantec.

 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

Quanto detto più sopra riguardo all’apprezzare anche i generi non di riferimento (personale) ci porta a una considerazione interessante: spesso si parte a scrivere su un determinato genere, diciamo preferito, e non si ottengono risultati o almeno non quelli sperati. Poi capita di spostarsi su altri e – bam! – ecco che riusciamo a esprimerci con maggiore originalità. Cosa ne pensi? Qual è la tua esperienza a riguardo?

 

Dario Tonani

Dario Tonani

Capita certo. Ma io sono molto più sensibile al problema diametralmente opposto: ti sei fatto un nome in un genere, e – bam! – ti dicono che per il tuo bene faresti meglio a dedicarti ad altro. E tu cosa fai? Persisti, perseveri e tutto quello che riesci a fare è ibridare e contaminare… Per carità, la fantascienza mi ha dato tanto, ma penso che dovrei dare ascolto a quella voce che mi dice “passa ad altro, va’!”.

 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

Quando hai percepito di aver fatto “il salto”? In quale momento ti sei accorto di avere assunto un tuo stile e quindi di potere aggiungere una voce originale, quale sei, al mondo della fantascienza?

 

Dario Tonani

Dario Tonani

Sono due domande molto diverse e almeno nel mio caso presuppongono risposte in cui i tempi non sono necessariamente gli stessi. Il salto è stato senz’altro Urania: il primo libro certo, Infect@, ma per certi versi ancora di più il secondo (L’algoritmo bianco). Pochi sanno che dopo Infect@ mi ritrovai con due contratti firmati per Mondadori: per L’algoritmo bianco, appunto, ma anche per il seguito del primo Urania, Toxic@. Quanto allo stile, ho sempre pensato di averne uno, come uno sculture sa di avere per le mani il materiale che gli serve per le sue creazioni. Dovevo solo farlo arrivare agli altri, e per questo percorrere un canale come quello di Urania è stato di grande aiuto. Molti autori, come tanti produttori in proprio di frutta e verdura, hanno ottime primizie nei loro campi. Ma non sanno come portarle al mercato e quindi come farle arrivare sulla tavola di chi potrebbe apprezzarle…

 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

E come hai vissuto i passaggi tra scrittore sconosciuto, emergente e affermato? C’è stato un momento di particolare difficoltà nella tua carriera e uno in cui tutto è sembrato procedere senza intoppi?

 

Dario Tonani

Dario Tonani

Gli intoppi ci sono sempre, in qualunque stadio della tua carriera ti trovi. Non credere che io ne sia fuori. Certo, cambiano le proporzioni tra i no e i sì, ma le difficoltà ci sono anche per un autore conosciuto. Non ultimo il fatto che talvolta sei tu a non poter dire no; e questo non è un bene. E comunque ho avuto un periodo molto buio in attesa di sapere che cosa ne sarebbe stato di Infect@. Ma era una questione di attesa, la pecora nera di tutti gli scrittori. Quindi quello che dico sempre agli autori alle prime armi è “non smettete mai di seminare, perché i periodi di raccolta sono brevissimi. E tutto il resto è attesa”.

 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

Un discorso che ci preme particolarmente è quello legato all’umiltà… Che valore ha per te? È solo una questione di carattere e ogni scrittore è diverso da questo punto di vista o è un valore che può incidere anche sulla qualità della scrittura?

 

Dario Tonani

Dario Tonani

L’umiltà è un valore che incide su ogni tipo di relazione sociale e che quindi si ripercuote anche sulla tua vita in senso lato. Quindi non soltanto sulla scrittura. Se sei umile sei nella migliore disposizione di spirito per imparare, crescere, migliorarti; sai ascoltare e facendo silenzio attorno a te ti arricchisci. Molti autori alle prime armi pensano che gridare più forte aiuti a farsi ascoltare meglio, così come avere un ego chiassoso poco avvezzo ai compromessi. Confondono l’autorevolezza con la spregiudicatezza. Conosco colleghi che non tacciono nulla di se stessi e che nelle loro schede biobibliografiche sparse per la Rete mettono dentro tutto ma proprio tutto. Io invece credo che la ricchezza e il prestigio di un curriculum stiano anche in quello che non si esibisce e che gli altri magari scoprono di te leggendoti e conoscendoti poco alla volta. E, poi, lasciamelo dire: la scrittura non è un’arena, non ha nulla di gladiatorio…

 
[All’Antico scappa un sorriso, mentre affila la sua ascia…]
 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

Spesso uno scrittore subisce la sindrome del big fish, dell’essere un pesce grosso nel suo piccolo stagno di amici e parenti sempre disposti a elogiarlo. Poi si affaccia sul mare magnum e – plof! – affonda come una pietra al primo accenno di critica. Hai qualche consiglio specifico per chiunque voglia affacciarsi nel grande mare del mondo con i propri lavori?

 

Dario Tonani

Dario Tonani

La scrittura è un cammino, nessuno può dirsi “arrivato”. Mai. Partire da questa consapevolezza aiuta a godersi il panorama lungo il percorso e quindi ad arricchirsi dentro. I lettori sono la tua nuova famiglia, e come in tutte le famiglie allargate possono esserci incomprensioni, diffidenze, equivoci; fai ogni sforzo per appianarli, non risparmiarti con chi ti sceglie per passare un po’ del suo tempo. È quanto di più prezioso ha da darti…

 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

Un tema che sta dividendo molto gli autori dei vari contest online è quello riguardante il modo di scrivere in quanto italiani. Tanti utilizzano setting e nomi stranieri e puntualmente vengono ripresi da chi ritiene che si debba tenere alta l’italianità. Cos’hai da dire a riguardo?

 

Dario Tonani

Dario Tonani

La conquista della “piena italianità”, specie per gli autori di fantascienza, non è affare da poco. E onestamente richiederebbe anche una collaborazione fattiva da parte dei lettori. Ma siamo sulla buona strada, e da tempo. All’estero è quello che vogliono da noi italiani; siamo noi in Italia a storcere il naso per le declinazioni troppo nazionali. Non parlo ovviamente solo di nomi dei personaggi e di setting, mi riferisco più in generale al nostro mood.

 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

Tu stesso stai entrando in mercati esteri, l’avventura di Mondo9 in Giappone sta andando molto bene. Cosa ti ha portato verso quella realtà? Come si decidono queste strategie?

 

Dario Tonani

Dario Tonani

Ahimè, le strategie sono quasi sempre gli altri a deciderle, i mercati di sbocco. Spesso sento dire che basterebbe scrivere in inglese e il gioco è fatto. Non è affatto così semplice. So per certo che un testo “linguisticamente” claudicante rischia di produrre effetti molto negativi: americani e inglesi sono intransigenti su questo punto, ma come dare loro torto! Anche noi diciamo peste e corna di una traduzione che non ci piace. Cosa mi ha portato in Giappone? Un’email innanzitutto, da parte dell’editore di Tokyo che mi chiedeva di poter pubblicare Mondo9; poi un lungo tira e molla tra lui e il mio agente.

 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

Oggi il Giappone, domani?

 

Dario Tonani

Dario Tonani

… Chissà!

 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

E altri autori italiani che stanno aggredendo il mercato mondiale? Ce ne sono? Puoi indicarci qualche nome, sia nel genere della fantascienza che in altri, da tenere d’occhio?

 

Dario Tonani

Dario Tonani

Beh, nella fantascienza, è facile, siamo davvero in pochissimi: Leonardo Patrignani, il più tradotto senz’altro, Luca Masali, “giapponese” acquisito come me; Francesco Verso, che ha pubblicato il suo “Livid” per un editore australiano; Claudio Chillemi che è approdato sull’edizione americana di Fantasy & Science Fiction con un racconto scritto a quattro mani con Paul Di Filippo; Donato Altomare. E nel fantastico in senso lato, a quanto ne so, Francesco Dimitri, Alessandro Manzetti, Luca Tarenzi e Samuel Marolla. Tutti autori da tenere d’occhio, tra i quali me ne è senz’altro sfuggito qualcuno. Chiedo venia.

 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

Come ultima domanda… Scegli tu. Fattene una e risponditi, noi la pubblicheremo a prescindere.

 

Dario Tonani

Dario Tonani

Tonani, e se fossi nato a New York o a San Francisco? Anziché laurearmi in Economia alla Bocconi avrei seguito un corso di studi per fare lo scrittore di professione. E mal che fosse andata, adesso scriverei comunque per professione, come peraltro faccio anche qui come giornalista. Ma se fosse andata bene… Grazie della domanda e dell’ospitalità. A presto, e stay tuned!

 

Maurizio Bertino

Maurizio Bertino

Bene, ti ringraziamo per l’intervista e per la tua consueta disponibilità. Speriamo di averti di nuovo con noi fra un anno, la Tonani Edition potrebbe diventare un appuntamento costante di Minuti Contati. Che ne pensi?

 

Dario Tonani

Dario Tonani

Io ci sono. Voi pure! Mi farebbe molto piacere.

 

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