Twilight 80

Twilight 80

Mai svelare i segreti del proprio passato… Uno “Stand by me” in salsa anni 80 secondo Erika Adale.

 
«Stasera disco!» gridò Noemi saltando sulla sabbia.
«Non so se i miei mi daranno il permesso» mormorai a occhi bassi.
«Certo che te lo daranno! Vieni con noi che siamo grandi» Alessia mi diede una pacca sulle spalle. Ahi! Avevo la schiena ustionata, avevo passato tutta la mattina a leggere “Le notti di Salem” sul materassino.
«Mica puoi passare la vita con il naso in un libro»
Sospirai. La più piccola, la più pallida, la più timida. L’unica che leggeva.
Nell’estate dell’87 non ero fiera dei miei primati.
 
George Michael ansimava a tempo di musica “I want your sex”. Sedevo a bordo piscina e cercavo di far durare la coca più a lungo possibile.
Al centro della pista Alessia e Noemi ancheggiavano fra le luci colorate e mi facevano segno di raggiungerle. Distolsi lo sguardo, imbarazzata. Non sarei mai stata capace di muovermi a quel modo.
«Ciao piccola»
Mi voltai e rimasi abbagliata.
Era un ragazzo di almeno vent’anni. Le spalle fasciate da una giacca bianca, i capelli dorati fluenti.
«Ciao» balbettai.
Mi fissava, gli occhi ardenti.
«Ci siamo visti in spiaggia?» chiesi per troncare il silenzio.
«Odio il sole. E anche tu dovresti evitarlo» sussurrò sfiorandomi con un dito la spalla. Aveva le mani gelate, ma non le avrei mai allontanate.
«Vuoi venire con me?»
«Dove?»
«Via. In un luogo dove tutti capiranno quanto sei speciale.»
Deglutii e diedi un’occhiata all’ora.
«Fra poco devo andare. Domani mattina sarò alla spiaggia cinquantasei…»
Mi accarezzò una guancia.
«Io non vado in spiaggia. Tu non sai chi sono io, vero?»
Scossi la testa.
«Meglio così»
Arrivarono Alessia e Noemi. Dovevamo correre all’uscita, i nostri genitori già aspettavano da un quarto d’ora. Se avessimo ritardato, la punizione avrebbe rovinato il resto dell’estate.
«Chi era?» chiesi a Noemi.
«Mai visto» rispose. «Fico, però» e mi strizzò l’occhio.
 
Quella notte non dormii.
Attendevo che il misterioso ragazzo comparisse alla finestra. Avrebbe dovuto chiedermi il permesso di entrare e glielo avrei accordato. Me ne intendevo di vampiri.
 
Quell’estate litigai con mio padre e mi fu revocato ogni permesso di uscire la sera.
Il vampiro in giacca bianca comparve solo a turbare i miei sogni, ma non lo rividi più.
Dall’anno successivo i miei genitori decisero di trascorrere le vacanze in montagna.
 
Due anni fa sono tornata nelle Marche, a distanza di più di vent’anni.
Le vecchie amiche mi hanno accolto con baci, abbracci e pettegolezzi.
La discoteca si è trasformata in un pub: davanti a una birra abbiamo ricordato i tempi andati.
«Sai chi è quello?» Noemi indica il barista.
Oddìo. Il vampiro della mia adolescenza. In sovrappeso, pelato, pallido come allora.
«Ha ereditato il locale da suo padre. Esce solo di notte, è albino e il sole gli fa male.»
Bevo un sorso di birra e rido, alla salute dei vampiri della mia adolescenza. Persino di quelli che si tingevano i capelli come George Michael.

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LeggEri

Erika Adale, AKA LeggEri, è un’apprezzata autrice di Minuti Contati. Molti suoi racconti sono stati selezionati per le antologie delle varie Ere. Giurata per il Contest Best.


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