Il boato era stato terrificante, a Salvo balzò il cuore in gola. Gli altri erano sembrati quasi dei tuoni in lontananza, forti ma non pericolosi. Invece questo… l’intera città aveva tremato sotto un colpo spaventoso, il meteorite era caduto proprio sopra di loro; Salvo lo comprese molto in fretta. Dalla finestra vide la colonna di fumo innalzarsi non distante dal suo palazzo, forse era stata colpita addirittura la chiesa. Decise di muoversi, di destarsi dal torpore che l’aveva costretto tra le quattro mura domestiche nelle ultime settimane. Si vestì con i primi indumenti buoni che trovò, ravvivò con un gesto istintivo i capelli castani e si precipitò alla porta. Indugiò solo una volta aperto l’uscio.
«Che cazzo è questo ronzio?»
Le strade pullulavano di persone, Salvo andò alla ricerca di facce conosciute ma non riconobbe nessuno. Tutti si guardavano attorno spaesati, mentre si interrogavano su quel maledetto ronzio: diventava più forte man mano che si avvicinavano alla colonna di fumo. Un uomo anziano, occhi sbarrati e pochi denti ancora intatti, afferrò improvvisamente il braccio del ragazzo.
«Questa è la fine! Dobbiamo tutti fuggire! Tutti!»
Salvo lo allontanò con una spinta, era spaventato ma voleva capire. Quando ancora le radio e le televisioni erano funzionanti, era stato spettatore di un’escalation di disgrazie a livello globale, guerre e tragedie naturali avevano messo in ginocchio l’intero mondo. Da alcuni giorni tutte le comunicazioni erano saltate, buio completo. La cittadina era stata isolata: le linee telefoniche erano andate e i trasporti si erano fermati. Non aveva più avuto notizie della sua famiglia.
E adesso l’esplosione, ogni speranza di passare indenne quelle giornate andava a essere persa.
Una grande folla era radunata attorno alla piazza. Il ronzio era ormai assordante, tutti si premevano le mani sulle orecchie, eppure erano immobili nell’osservare l’assurda tragedia. Un grosso meteorite aveva colpito la chiesa, affossandola in una profonda voragine fumante, seminando distruzione tutt’intorno. Salvo si fece largo.
«Ci saranno feriti là sotto, dobbiamo aiutarli!»
Nessuno si mosse, ma una voce s’innalzò tra il fumo e il ronzio.
«Il fruscio delle loro ali era come il rombo di carri da guerra!»
Una lunga veste nera impolverata apparve, tutti riconobbero il prete che usciva da quell’inferno. Zoppicava, vistosamente ferito, sulla fronte portava tatuato un nero chrismon. Si fermò proprio di fronte al ragazzo, lo guardò intensamente mentre annunciò la Parola.
«Il quinto angelo suonò la tromba, e vidi una stella che era caduta dal cielo sulla terra. Dall’apertura, come da una grande fornace, salì un fumo che oscurò il sole e l’aria. Dal fumo uscirono nuvole di locuste che si riversarono sulla terra!»
Il ronzio parve esplodere in un forte squillo di tromba. Un esercito di cavallette, letali come scorpioni, si riversò su Salvo e su tutta l’umanità. L’ultima cosa che vide fu il volto estasiato del prete: la volontà divina andava a compiersi.
