Magico Gel Sidney

Magico Gel Sidney

Un gel magico o solo una droga particolarmente elaborata? Uno dei racconti con cui Angelo Frascella ha dato la scalata al titolo di Campione della Terza Era.

 
«Perché non me lo compri, mamma?»
Il commesso del Sidney Store, con le orecchie di Rattolino in testa, si precipitò in soccorso della bambina: «Signora, non mi dica che non si fida del Magico Gel?»
«Non si possono alterare le percezioni di un cervello in formazione e illudersi di non provocare danni.»
«Si figuri. Pensi a quanto avremmo da perdere se un solo bambino stesse male.»
Lia fece, con la mano, il gesto di scacciare la mosca.
«I vecchi film Sidney» continuò lui «abituavano i bambini a subire l’immaginazione altrui. Il Gel restituisce loro la fantasia.»
Lia sbuffò e prese in braccio la figlia, che iniziò a piangere.
Il commesso si avvicinò a Lia: «Gliene metto una dose in tasca. Lo provi lei, per prima. Ne sarà contenta.»
Lia uscì dal negozio. Appena avesse avuto le mani libere, avrebbe buttato via quello schifo.
 
Lia prese lo spolverino dal mucchio della roba sporca: non le piaceva più, ma, per comprarne uno nuovo avrebbe dovuto chiedere i soldi al marito e sorbirne i rimproveri. Sbuffò e infilò le mani nelle tasche del soprabito. Si trovò in mano un involucro di plastica: che diavolo era? Ci mise qualche secondo a ricordare.
Lo provi. Ne sarò contenta.
Quante polemiche, interrogazioni parlamentari e servizi televisivi aveva suscitato quel coso. Forse avrebbe dovuto provarlo, per sapere a quali pericoli andava incontro la figlia.
Si spalmò il gel sulle palpebre chiuse, aspettò che venisse assorbito e le riaprì. Il mondo non era cambiato.
Un po’ delusa, si accorse che qualcosa batteva contro la finestra. L’aprì. Una musica soave le accarezzò le orecchie e uno stormo di uccelli entrò in casa: erano rosa, gialli, blu e iniziarono a prendere le robe sporche dal cesto e a infilarle nella lavatrice.
Lia urlò, si rifugiò in cucina e si lasciò cadere sulla sedia.
«Caffè?» cantò una caffettiera, con voce tenorile, mentre una tazzina ridacchiava.
In camera da letto, una donna volteggiava, lasciando cadere piccole stelle luminose da una bacchetta magica.
«Sono la fata madrina» disse.
Con un colpo di bacchetta, trasformò la tuta di Lia in un vestito luccicante.
«Fata madrina, potresti trasformare tutto il mio armadio?» chiese speranzosa.
«Certo che posso.»
Lia aprì le ante. Era colmo di capi d’alta moda. Iniziò a ridere, così forte da avere le lacrime agli occhi.
 
Lia entrò nel Sidney Store, sollevando di peso un bambino che le sbarrava il passo.
«Mi dia dieci pacchetti di Magico Gel» disse, combattendo con l’affanno.
«Le avevo detto che ne sarebbe stata contenta» sorrise il commesso, sparendo nel retro.
Doveva sbrigarsi! Il magnifico vestito che indossava, si stava per trasformare nella vecchia pezza comprata da H&F.
Il commesso tornò col Magico Gel.
«Sono sicuro che la bambina sarà contentissima» disse, facendole l’occhiolino.
 
Si preparò a usare il gel. Stavolta avrebbe chiesto, alla fata, di far apparire soldi in quantità. Iniziò a ridere da sola, pensando alle facce delle proprietarie delle boutique, quando quei soldi sarebbero letteralmente spariti dalle loro mani.

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Angelo Frascella

Campione della Terza Era, tre volte vincitore in singole edizioni e svariate altre volte a podio, Angelo Frascella è uno dei più grandi interpreti della storia di Minuti Contati, dai primordi della Prima Era a oggi. Nasce nel 1972 a Taranto, città bellissima assediata da mostri giganteschi che sputano fiamme ed emettono fumi tossici. Fa in tempo a vivere la parte finale della guerra fredda e cresce convinto che, da un giorno all’altro, una pioggia di missili nucleari cancellerà il mondo. Così diviso fra l’attrazione per la scienza e per la conoscenza e la paura delle aberrazioni della tecnologia, di giorno sogna a occhi aperti e si esalta di fronte alle immagini dell’universo, di notte è visitato da sogni surreali (la firma di Dio che campeggia in cielo sulla città) e angoscianti (scenari di guerra e devastazione). La passione per la lettura se la porta dietro sin da bambino. Quella per la scrittura esplode solo più tardi, quando, trasferitosi a Bologna, comincia a mettere su carta i sogni e gli incubi. Ha scritto quattro episodi della seconda serie radiofonica del fumetto L’Insonne. Ha pubblicato racconti in diverse antologie e, nel 2013 ha vinto il Concorso di Letteratura Fantascientifica "Giulio Verne" col racconto "Il paradosso di Alice". Ha una moglie e una figlia che adora e a cui dedicherà il suo primo libro, semmai riuscirà a terminarlo.


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