L’edizione dei record sta volgendo al termine. Ecco un messaggio di Barbara Baraldi rivolto a tutti i partecipanti e in special modo ai finalisti che da lei sono stati giudicati:
“Esiste una regola per il racconto perfetto? Probabilmente no, perché un racconto deve prima di tutto farsi beffa di ogni regola. Scardinare certezze, rovesciare prospettive. Un racconto perfetto deve soprattutto giungere inaspettato. E quale fucina migliore di un concorso letterario per lasciarsi stupire da un racconto? Un concorso come «Minuti Contati», per esempio.
Sappiamo che i concorsi letterari permettono agli aspiranti scrittori (ma non solo a loro) di essere letti dagli “addetti ai lavori”, sono una sfida con se stessi e sono in grado di imprimere lo slancio per migliorarsi, alla ricerca di uno spunto originale, di un incipit folgorante.
E così eccomi qua. Oggi ci sono io nel ruolo di “addetta ai lavori”… un ruolo che ho accettato con entusiasmo ma che nascondeva un’insidia. Mentre leggevo gli elaborati, mi sono resa conto che la responsabilità di stilare una classifica dei racconti finalisti era molto più grande di quello che inizialmente mi aspettavo. Non solo perché la qualità era sorprendentemente alta, a maggior ragione dato il poco tempo a disposizione, dell’esiguo numero di battute ammesse, del tema affidato all’ultimo minuto. Ma anche perché mi sono identificata in voi, di fronte alla tastiera, nel momento in cui stai scrivendo qualcosa in cui credi… e finisci per chiederti se è abbastanza buono per fare la differenza nell’affollato panorama dell’editoria.
E io i primi passi nell’editoria li ho fatti proprio tramite un concorso letterario. Anche per questo ho accettato di fare da “madrina” a questa edizione del contest «Minuti Contati». E anche per questo ho riletto i racconti più volte. Alla lettura iniziale, “di pancia”, in cui ho selezionato i racconti che mi avevano dato di più dal punto di vista emotivo, è seguita una lettura più ragionata, perché – davvero – le emozioni mi hanno sopraffatto. Mi avete sopraffatto, mi avete stupito. Non è questo il senso di una storia? Meravigliare, sospendere l’incredulità di fronte a un intreccio ardito. E ci sono infiniti modi per farlo.
In un racconto, ancora di più che in un romanzo, sono alla ricerca di un’emozione, dell’indefinibile sensazione che solo una buona lettura ti lascia al termine dell’ultima riga. È questo che ho trovato nei racconti scaturiti da questo straordinario contest. «Minuti Contati» è un’esperienza unica nel suo genere, che solo chi ha accettato la sfida può dire di aver provato.
Le emozioni si sono scatenate fin dall’inizio delle letture. È stato impossibile trovare un incipit che non fosse forte, tra questi racconti. Che non fosse memorabile. Si sa, può capitare che un editore legga soltanto le prime righe di un romanzo prima di decidere se valutarlo nella sua interezza. L’inizio può essere musicale oppure graffiante, ma soprattutto deve creare delle domande. Molti di voi ci sono riusciti, e alla grande. Altrettanto importante è la chiusura: quell’ultima frase che se funziona rimane impressa anche dopo aver terminato la lettura. Deve essere come il ritornello di una canzone, ti deve entrare in testa e non uscire più.
Ho cercato di valutare i racconti tenendo presente l’originalità dell’idea, la chiarezza della narrazione, l’aderenza al tema, la forza dei personaggi. E naturalmente la voce dell’autore. La voce è qualcosa che appartiene soltanto a voi, che non deve mai seguire la moda del momento e non può piegarsi alle logiche di marketing. La voce rende un autore unico e riconoscibile nonostante cambi genere o registro narrativo. La voce è come il riflesso della vostra anima più nascosta.
Nell’elaborazione della classifica ho cercato, per ognuno dei racconti, punti di forza e di debolezza. Ho fatto del mio meglio per ridurre al minimo l’influenza del mio gusto personale.
La regola del racconto perfetto forse non esiste. Eppure, esistono infiniti modi per dimostrare il contrario.”
Ed ecco i link ai racconti finalisti pubblicati sul sito. In fondo a ognuno, nella sezione apposita, troverete il commento di Barbara Baraldi:
Era d’estate, di Tina Caramanico
Il faro, di Serena Aronica
Il centotredicesimo piano, di Andrea Viscusi
L’ultima spiaggia, di Alexia Bianchini
La vecchietta alla fermata del bus, di Ambra Stancampiano
La nuda verità, di Beppe Roncari
The promise, di Never
La barca, di Diego Ducoli
Alla deriva, di Alberto Della Rossa
Se solo avessi, di Adriano Muzzi
Routine cromatica, di Manuel Piredda
La finestra al primo piano, di Enrico Nottoli
La lucina, di Flavia Imperi
Grano nero, di Daniele Picciuti
Il bambino con il ghiacciolo, di Marco Roncaccia
Gli inquilini al buio, di Angelo Frascella
Nei prossimi giorni verrà resa pubblica la classifica finale, nel frattempo gli autori possono divertirsi a farsi un’idea della propria posizione confrontando il commento al proprio racconto con quelli degli altri finalisti.
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