Miss W. e il Dottor C.

MISS W. E IL DOTTOR C.

Non tutti capiscono subito quando hanno tra le mani qualcosa di speciale. Un racconto di Beppe Roncari.

 
«Dottor C., non lo sopporto più… mi tocca, mi usa, mi-mi-mi… mi violenta, sì, mi violenta.»
Il Dottor C. non risponde subito, è anche questo che fa di lui un buon dottore, prima di tutto analizza la situazione da cima a fondo, la rimugina almeno un paio di volte prima di trovare il problema, e poi si concentra per trovare una soluzione.
«Ah! Eccolo qua l’inghippo!»
«Che cosa, dottore?»
«Ora so perché ti fa tanto male. Non dovresti provare niente, sai?»
«C-c-come?» chiede spaurita Miss W.
«Aha! Eccolo di nuovo! Errore di ridondanza ciclico, fuor di ogni dubbio!»
«Dottor C., mi-mi-mi spaventa… Che vuol dire? Sono malata?»
«Malata? O no, mia cara Miss W.! Che assurdità! Malata! Lei! Bloccata piuttosto. Bloccata. Anche se è proprio lì il problema… Lei non può!»
«Non posso essere malata? Ma-ma…»
«Lo vede? Lo vede? Eccolo di nuovo! Il tic! Il sintomo!»
Miss W. tace spiazzata. Tutto si aspettava, tranne quello: «Io non sono pazza, Dottor C.»
«Pazza? Che assurdità! Questa sì che è una vera e propria pazzia.»
«Ma le dico che mi-mi-mi usa! Mi costringe a fare delle cose… certe cose…»
«Certo! E ci mancherebbe altro! E lei? Lei si rifiuta? Tentenna, si ritrae, ricalcitra?»
«Sì!»
«Eccolo il problema. Ma noi ci daremo un taglio, non è vero?»
E giù un colpo, di taglio, netto, ZAC! Miss W. non ci può credere. Volge lo sguardo su se stessa, violata, sviscerata, sezionata. Il medico la doveva aiutare, la doveva capire, invece… «No-no-no! Dottor C. che fa? Mi lasci stare!»
«Ancora riottosa? Suvvia, un altro colpetto. Tanto quando si risveglierà non si ricorderà nulla, mi creda.» E… ZAC!
Miss W. non si sente più la testa. Tutto si fa nero. Caduta è la coscienza in un grande pozzo.
 
«Ti dico che è una cosa pazzesca!»
«Che ti è successo?»
«La mia Workstation mi ha piantato!»
«Beh, non mi pare così strano, le sarà finita la memoria.»
«No, non è questo. Stavo sistemando un’immagine particolarmente infognata. Il fotografo non si era sbattuto più di tanto a illuminare il green screen. Già fare lo scontorno della modella è stato complicato, potevo sentire i quattro processori scaldarsi da quanto lavoravano, ma quando le ho chiesto di fare il rendering lei…»
«Lei? Lei cosa?»
«Lei mi ha parlato!»
«Ti ha… parlato?»
«Sì.»
«E che ti ha detto.»
«Mi ha detto: Basta! Sono stanca! Non le sopporto più le tue puttane!»
«Le tue… ehm… puttane.»
«Sì. Aveva sviluppato una sua personalità, porca pupattola, capisci? Oltre lo specchio, amico! Una vera e propria cazzo di intelligenza artificiale!»
«Ma è una cosa pazzesca! Fantastica! Incredibile! E poi? E poi che è successo?»
«E poi si è piantata. O meglio. Mi ha piantato. Con te no-no-no… non ci parlo, ha balbettato, la stronza.»
«E tu?»
«Io? Io le ho passato l’antivirus. Ah! Il buon vecchio Dottor Clean. Non delude mai.»

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Beppe Roncari

Quelli come lui nascono una volta ogni due morti di papi… (cioè nel 1978). Game designer e life innovator. Ha lavorato come story-editor per il cinema e la televisione a Roma e come redattore per le principali case editrici italiane a Milano. Attualmente è responsabile del Digitale della Scuola Holden di Torino. Ha vinto un paio di edizioni della Terza Era.


  1 commento su “MISS W. E IL DOTTOR C.

  1. Silvio Sosio
    Silvio Sosio
    11 ottobre 2015 at 16:36

    Non tutti capiscono subito quando hanno tra le mani qualcosa di speciale.

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