Primavera

Primavera

 

La massa, una potenza inimmaginabile… Chi la controlla ha il potere. Un racconto di Raffaele Marra, una primavera artificiale.

 
Il sistema terminò di funzionare alle 8:13 del 21 marzo.
Non fu semplice accorgersi dell’accaduto, non per un evento così imprevisto. Ma, agli occhi di chi fosse stato ben attento, i segnali sarebbero parsi chiari fin da quel primo mattino di primavera. Erano sottili, appena percettibili, volatili nell’aria ovattata di un mondo che faticava a svegliarsi. Erano il passo buffo e disarmonico di Andrea, la voce graffiata di Erika che improvvisava una poesia infantile sul tram, i calzini bianchi sotto il gessato severo di Paul, il vino rosso sull’antipasto di mare di Rebecca, il valzer malinconico suonato da Elton con la sua rock-band, lo sguardo fisso sul mare dell’agente Velasco dalla divisa sgualcita.
Quel giorno le vendite di Sprint-Cola subirono un calo scioccante, gli ascolti televisivi di ogni emittente precipitarono violentemente, i grandi centri commerciali rimasero quasi del tutto deserti e i social-network smisero drasticamente di brulicare come alveari.
E, ovviamente, la gente cominciò a diffidare del proprio Governo.
Al terzo giorno, quando ormai il mondo sembrava sfuggire dalla rigida cappa dell’Omologazione, gli Immuni si riunirono in gran segreto.
«Il sistema è guasto. I nostri tecnici stanno lavorando per il ripristino», disse il dottor Ramsey, pronipote del geniale ideatore dell’Omologazione. Gli Immuni, qualunque fosse la loro lingua o nazione, annuirono tutti con la stessa espressione preoccupata. A volte, nonostante l’impianto di schermatura cerebrale, sembravano Omologati come il resto degli abitanti del pianeta.
«Il controllo sarà ripristinato a breve», continuò abbozzando un sorriso che nessuno riuscì ad emulare, «le televisioni, internet, le linee telefoniche riprenderanno a diffondere il segnale e, certamente, nessuno si sarà accorto di nulla.»
 
«Credo che ci siamo, ho apportato le modifiche», commentò Bob con aria quasi indifferente. Franz lo guardò emozionato mentre Monica continuava a tormentarsi le labbra con i denti. Erano i migliori al mondo, gli unici in grado di riattivare il sistema in poche ore. Gli unici tecnici al mondo a sapere dell’esistenza stessa del sistema.
«Che ne sarà di noi?», chiese la ragazza.
«Saremo come le rondini», rispose Bob spingendo lo sguardo al di là dei vetri, verso un cielo chiaro che imparava un’ennesima primavera, «compiremo il nostro destino seguendo una coscienza universale.»
I tre, che si conoscevano appena, si abbracciarono in silenzio. Poi, quasi senza respirare, Bob riattivò il sistema.
Il “nuovo” sistema.
 
«Brindiamo alla normalità», annunciò Ramsey sollevando trionfante il calice. Gli Immuni risposero con un sospiro di sollievo.
«E nessuno si sarà accorto di nulla», aggiunse qualcuno masticando caviale.
Fu allora che giunsero le prime urla. Gli Immuni, curiosi, guardarono dalle finestre.
E li videro.
Erano centinaia di migliaia, forse milioni. Avanzavano rabbiosi, urlando come bestie verso di loro. Erano esseri umani, gli Omologati, e sembravano muoversi seguendo una coscienza universale.
 

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Raffaele Marra

Ingegnere, insegnante di matematica, musicista per hobby, scrive spaziando tra vari generi, con una preferenza per le storie caratterizzate da finali a sorpresa. Suoi racconti sono pubblicati da Delos Books e Florestano Edizioni. Del 2014 è il suo primo romanzo, “Dove non arrivano gli occhi”, edito da Edigrafema. Una vittoria per lui a Minuti Contati.


  3 commenti su “Primavera

  1. Dario Tonani
    Dario Tonani
    1 maggio 2015 at 14:00

    Immuni e omologati: un racconto di fantascienza sociale, una riflessione spietata sulla congiura occulta di una setta segreta. Sull’illusione e la manipolazione della realtà. Pochi sapienti tocchi per rendere il precipitare del sistema; una scena finale da “Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo.

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