Quella vigilia di Natale

Quella vigilia di Natale

Come ogni anno il mercatino di Natale. Un albero di luci sospese ad illuminare bancarelle piene di piccoli oggetti di dubbia utilità.
«Bello! Amò non mi starebbe bene?»
Andrea fece finta di non sentire. «Andrè! Credo che Francesca stia parlando con te!»
Quel Michele non si faceva mai i fatti suoi.
Andrea prese un braccialetto dalla bancarella che aveva di fronte e se lo passò tra le dita osservandolo.
«Gli posso anche scrivere il nome se vuole.» Gli occhi della ragazza di fronte a lui erano pieni di speranza.
«No grazie. Stavo solo guardando.»
«Come no grazie?» Ancora Michele.
Andrea riprese a camminare a passo svelto. Con la coda dell’occhio poté notare le mani di Francesca sfiorare quelle del sempre più insopportabile Michele. «Basta! Ogni anno la stessa storia!»
Andrea uscì rapido dal mercatino e si fiondò in macchina. Ovviamente anche gli altri due salirono scambiandosi sguardi d’intesa.
«Amò dove andiamo?»
«Lo sai Fra.»
«Francè ormai dovresti saperlo com’è il tuo ragazzo! Ogni anno fa progetti e ogni anno rinuncia! Solo una volta c’ quasi riuscito.»
Andrea ignorò l’ennesimo commento odioso e accese l’auto.
 
La punto blu metallizzato sfrecciò rapida per una decina di chilometri fermandosi vicino a un area attrezzata.
Andrea scese, era buio, e lui era stanco. Troppo stanco. Aprì il cofano e tirò fuori una corda. Legò un capo di questa a un pezzo di legno preso da terra e la lanciò oltre il ramo d’un albero. Riuscì nel suo intento al primo tentativo, si assicurò che la corda fosse ben salda, perfetta. Questo lo convinse che era la volta buona.
Francesca lo guardava tristemente, Michele se ne accorse «Non lo fa tranquilla! Fa questa scenetta da due anni ormai!»
Due anni. Andrea restò impietrito per un istante. Poi , tornato in sé, eseguì un nodo scorsoio e fissò l’altro capo della corda a un albero vicino.
Il cappio era sospeso a circa due metri da terra.
«E ora come fai?» Michele rideva fragorosamente, anche il viso di Francesca sembrava più disteso.
Andrea li guardò di traverso e si mise a cercare un possibile appoggio. Eccolo! Un grosso ceppo stava a pochi metri da lui. Era riuscito a individuarlo malgrado il buio, questa doveva proprio essere la volta buona. Lo fece rotolare sotto il ramo e ci salì sopra mettendosi il cappio al collo. Perfetto.
Guardò Michele e Francesca con aria soddisfatta. I loro volti stavano lentamente mutando. Un occhio di Michele cadde a terra, il suo naso fu sostituito da una chiazza di sangue scuro. La testa di Francesca cominciò a penzolare e dal suo collo zampillava sangue come in quella vigilia di Natale di due anni prima.
«Se l’unico modo per cancellare il passato è rinunciare al futuro sono disposto a farlo.» Le risa isteriche di Andrea riecheggiarono nella notte, poi calciò via il ceppo che lo sosteneva. Pace.
 

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Giulio Marchese

Apprezzato autore attivo in Minuti Contati dalla fase finale della Terza Era.


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