Tra Montorsoli e Bivigliano

Tra Montorsoli e Bivigliano

L’Italia non è un Paese per gli eroi “dentro”. Colpa dei singoli o di un Sistema che avvilisce? Un racconto di Filippo Santaniello.

«Devo fare pipì! Possibile che sei di Firenze e non sai da che parte andare?»
Avrei voglia di lasciarla in mezzo alla campagna non prima d’averglielo strusciato tra le tette.
Mi chiamo Sergio, ho 22 anni. Faccio il runner. Prendo gli attori, li porto sul set, in albergo, alla stazione. Se hanno bisogno di qualcosa non hanno che da chiedere. Sull’altro film giravo in BMW. Stavolta m’hanno dato una Skoda che fa cagare. Però non mi lamento: sto sempre in giro e vedo un sacco di fica giovane come Fabiana Marras, la tettona del Grande Fratello. Ho sempre desiderato scoparmela e ora lei è accanto a me. Le sue tette, le sue gambe, il suo culo perfetto. Sono andato a prenderla alla stazione di Santa Maria Novella. Dovevo portarla in hotel. Poi però mi ha chiamato l’organizzatore del film che con quella vocetta da frocio m’ha detto che non dovevo più portarla in albergo perché il produttore ha organizzato una cena con la crew all’agriturismo San Candido a Querciola.
«Sai dov’è?» m’ha chiesto l’organizzatore.
«No.»
«Usa il navigatore. È nel cruscotto della Skoda.»
Il figlio di puttana era senza cavo d’alimentazione e c’ha abbandonati tra Montorsoli e Bivigliano. Io ho un Nokia che non fa manco le foto e pure la tettona del Grande Fratello ha un cellulare di merda. Con tutti i pompini che ha elargito m’aspettavo tirasse fuori un tablet e invece sta peggio di me.
Struscia il culo sul sedile della Skoda. Sembra in calore. «Non ce la faccio più, vado a farla nel campo!»
Apre lo sportello, scende dalla macchina e fa qualche metro verso il ciglio della strada, poi si volta e mi dice di non guardare.
Mi giro dall’altra parte.
Nel buio della campagna, le uniche luci che vedo sono di qualche cascina a una ventina di chilometri di distanza.
Dopo un po’ mi squilla il telefono. Rispondo.
«Dove sei?»
«Stiamo arrivando.»
«Ti sei perso?»
«No, mi sono fermato. Fabiana doveva andare in bagno.»
«Tra quanto arrivate?»
«Dieci minuti. Massimo un quarto d’ora.»
«Datti una mossa. Aspettiamo lei per iniziare a mangiare.»
Sbatto il telefono nel portaoggetti e mi giro verso il campo.
Buio.
«Fabiana?»
 Non risponde.
È passato troppo tempo.
Faccio manovra e punto i fari della macchina verso il campo. Sdraiato tra le zolle di terra scura, vedo un uomo con un cappello di paglia in testa e il culo di fuori. Gli occhi sbarrati come quelli di un animale selvatico. Se li ripara dalla luce con la mano e reggendosi con l’altro braccio continua a muovere il culo su e giù sopra il corpo di Fabiana Marras tramortita al suolo.
Scendo. Urlo. Sbatto lo sportello.
Il contadino si alza, perde il cappello e tenendosi i pantaloni corre spaventato in direzione opposta alla strada finché la notte lo inghiotte.
Entro nel campo e mi avvicino alla tettona del Grande Fratello.
Ha gli occhi chiusi e un livido sulla fronte. Respira appena.
Il contadino le ha strappato il reggiseno.
I capezzoli puntano verso il cielo stellato.
Guardo la strada. Non passa nessuno.
Mi abbasso i pantaloni e realizzo un sogno.

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Filippo Santaniello

L. Filippo Santaniello, nato a Lugano nel 1983, è un autore e sceneggiatore di Roma. Nel 2002 si diploma in sceneggiatura alla NUCT di Cinecittà e si laurea alla Sapienza in Letteratura, Musica e Spettacolo con una tesi sul cinema di David Cronenberg. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su antologie e riviste di vario genere. Da sue sceneggiature sono stati prodotti diversi cortometraggi e i film “Bloody Sin” e "Romance in Black”. Apprezzato autore di Minuti Contati attivo a partire dalla Terza Era, può contare nel suo palmares anche due terzi posti.


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