Il Buio

«Davide, ho paura. Accendi la luce?»
«Finiscila, non devi avere paura del buio.»
«C’è qualcosa, ti dico. Lì, nell’angolo.»
«Non c’è nulla. E poi è tardi. Se la mamma ci sente si arrabbia.»
«Dai, per favore!»
«Uh, che palle. Fallo tu, fa freddo, non ho voglia di uscire dal letto.»
«Non è vero, hai paura anche tu. E io sono più lontano dall’interruttore.»
«Non ho paura. Ho solo freddo. E poi non c’è nien…»
«Hai sentito? Vicino ai piedi del letto.»
«Suggestione, scemo. È solo suggestione.»
«Accendi la luce, magari se ne va.»
«Ancora che insisti?»
«È qui… vicino alla mia faccia. Sento l’odore.»
«Marco, hai sette anni ormai, piantala.»
«Puzza di carne.»
«Che?»
«Il suo alito.»
«Uffa, che rompiballe. Va bene, mi alzo e accendo questa cacchio di luce. Se poi la mamma si incazza sono cavoli tuoi però.»
«Sì, sì, ok. Basta che ti sbrighi.»
«Un attimo, fammi trovare le ciabatte. Brrr… che freddo.»
«Ecco, si allontana, bravo! Accendi dai.»
«Che scemo che sei. Però adesso sento anch’io odore di carne. Saranno i peruviani, qui sotto.»
«Ti muovi?»
«Sto cerc… hey, ma che fai?»
«Che succede, cos’era quel rumore? Sei caduto?»
«…»
«Davide… tutto bene?»
«…»
«Accendi la luce, dai… perché respiri così?»
«…»
«Finiscila. Ahia, mi fai male, lasciami i piedi… ti ho detto, mi fai… mi fai maaaaale.»
«…»
«…»