L’albero

Per caso hai un’accetta?
 
Oh ma tutto a posto?
 
Dai sono serio
È urgente
 
Ma no
A che ti serve?
 
Ho preso una pianta su internet ed è cresciuta troppo
 
È mezzanotte fra
Domani dobbiamo dare Algoritmi 2
Cazzo fai
 
Vabbè non fa niente
A domani
 
Lancio telefono e forbici sul divano. A chi posso chiedere aiuto?
Intanto l’albero ha inglobato pure il mobile della tv. Che cazzo di guaio. Qua ci vogliono i pompieri.
Uno dei rami abbraccia la lampada e dalla punta sboccia la foto di una vecchia accigliata, cornice e tutto. «Giovanotto, è stato davvero scortese da parte tua provare a tagliuzzare le fronde.»
Cos’è questo delirio?!
Un distinto signore spunta da un altro ramo. «Teh, i giovani di oggi non hanno più rispetto per noi anziani.»
La vecchia sbuffa. «Bah! Ma se sei morto a ventidue anni.»
«Sì, ma settant’anni fa!» Giacca che scende sulle spalle, baffone potente e capelli da Padrino di Coppola. Ne dimostra almeno il doppio.
«Si può sapere che sta succedendo? Se la padrona di casa lo scopre…»
Il giovane anziano arriccia il baffo. «Non hai una casa di proprietà? Non sarai un poco di buono, teh?»
«Fatti gli affari tuoi!» Sto parlando con delle foto che crescono su un albero. «Chi siete?»
«Il tuo albero genealogico, tesoro.» La cornice della vecchia ondeggia giuliva. «Sono la tua bis bis bis nonna materna.»
Aspetta. Cosa?!
«Sì, non fare quella faccia o ti rimarrà l’espressione da pesce lesso.» Indica l’altra foto. «Lui è il tuo bis bis nonno paterno.»
Quello? «E sei riuscito a fare un figlio?»
«Quattro, teh, nonostante tutto!» Finalmente ho capito cosa significa ridere sotto i baffi.
Ma pensa. «Una volta era più facile.»
Baffo si aggrappa alla cornice. «La mia nave è saltata su una mina!»
«Vabbè, sfiga.»
«Quando è affondata sono rimasto dentro.»
«Molta sfiga.» Mi gratto la testa. È difficile competere con una mina. «Su, sentite, è tardi e domani ho esame. Tutto questo non ha senso. Per favore, andate via.»
«Ah, un professore, bravo!»
«Eh, no no, studio all’Università. Per favore…»
Baffone grugnisce. «Ma se hai minimo trent’anni.»
Sento le orecchie che mi vanno a fuoco. «Non è che se non salti su una mina poi non puoi avere intoppi, sai?»
La nonnina fa ondeggiare il suo ramo. «Suvvia, sono sicuro che il ragazzo s’impegna a modo suo. Non criticarlo troppo aspramente.»
«Teh, guardalo in faccia, si vede non ha voglia di fare niente.»
«Ma sei venuto a rompere il cazzo? Guarda che ti taglio.»
«Giovanotto! Modera il linguaggio, sono una signora.»
«Scusa.» Ma come mi trovo in questa situazione? Ho solo preso una stupida pianta su internet!
La nonnina fa cenno di avvicinarmi. «Se c’è un intoppo prima o poi lo supererai.»
«Magari, la vedo nera. A essere onesti non penso che mi piaccia più questa Facoltà…» L’ho detto davvero con tale nonchalance?
«Teh, non gli piace la Facoltà… non c’ha voglia, io dico!»
Ora lo faccio diventare un mucchietto di coriandoli.
«Ascolta me, giovanotto.» La nonnina mi sorride. «Nella vita può capitare un momento in cui bisogna scegliere. Andare dove vuole il nostro cuore o dove vuole tutto il resto. Ma se rinunci a scegliere non andrai proprio da nessuna parte.»
E io sono immobile, eh? «Lo so.»
«Guarda me, ero la quinta figlia femmina, mio padre ch’era un brav’uomo voleva che rimanevo a casa oppure che sposavo un cugino. Io sono scappata con mio marito e abbiamo preso un mulino.» Annuisce a occhi chiusi.
«Teh» Il bis bis Baffo si schiarisce la voce. «Il mio vero padre, buonanima, era prete e voleva farmi studiare come lui. Ma io volevo una famiglia senza farlo di nascosto.»
Alla fine anche il Padrino discount qua è una brava persona. Sorrido.
«Bene, giovanotto, hai capito. Allora noi possiamo andare.» I rami della pianta iniziano a ritirarsi. «Saremo qui per te.»
Potrebbe quasi scendermi una lacrima. Non so cosa sia successo, ma mi sento meglio. «Nonna, un’ultima cosa. Perché del mio albero genealogico siete solo voi due?»
«Beh» la vecchia tossisce. «Gli altri non hanno voglia di fare un cazzo.»