Pace

Ultima rampa di scale, la fatica si somma al caldo insopportabile, il sudore ormai inzuppa le sopracciglia.
Passo la manica sulla fronte per evitare che mi bruci gli occhi.
Gli Stramaglia sono in casa, la piccola martoria il violino come ogni pomeriggio da due mesi in qua.
Busso “Amministratore. Mi scusi, c’è da firmare.”
Il passo della signora ticchetta fuori sincrono col metronomo.
La porta si apre, porgo alla famiglia le rimostranze. Quelle degli altri condomini sono su carta intestata e firmata.
Le mie no.
Il martello porta la forza dei miei argomenti in quel cranio testardo ma, tutto sommato, non così duro.
Lo spiego a tutta la famiglia.
Poi, finalmente, silenzio.
I condomini me ne sarebbero grati, ma ho chiesto silenzio anche a loro.
Me lo godo.