Qua la mano!

Direttamente dal Laboratorio di Minuti Contati, un racconto di Roberto Masini.

 
Alcuni parenti le avevano detto che aveva il malocchio ma lei non ci credeva. Certo le cose nella vita non andavano bene: aveva perso lavoro e fidanzato, la madre era morta. Era stanca e triste: persino le sue amiche le consigliavano di rivolgersi a Circe, la guaritrice.
Ora lei, Antonia, non è che abitasse in un paesino del profondo sud; viveva ad Alessandria, una città del basso Piemonte, piena di gente schiva, diffidente ma sensata. Non credeva a santoni o maghi: era logica, razionale. Eppure stava sempre peggio. Doveva badare al suo vecchio padre, malato terminale, dopo la morte recente di sua madre e non ce la faceva proprio più: aveva perso già dieci chili.
 
La vecchia Circe la accolse al terzo piano di una vecchia casa nel centro della città:
«Non mi dire niente, cara. Tu hai frequenti capogiri, sei depressa; scordi le cose, non ti concentri e ti senti spossata. Hai dolori che il tuo medico non riesce a spiegare. E’ vero?»
Antonia non riusciva a capire come avesse fatto quella vecchia dal volto butterato e dall’occhio vitreo a indovinare i suoi sintomi; dovette rispondere:
«Sì, è vero!»
«Io penso che tu abbia il malocchio.»
Circe prese un piatto di porcellana, lo riempì d’acqua e lo pose sulla testa di Antonia che era seduta davanti a lei. Poi le disse:
«Ora verserò nel piatto tre gocce d’olio. Se l’olio formerà un cerchio, il malocchio è stato causato da un uomo, se la forma è allungata, si tratta di una donna, se invece si spande su tutta la superficie del piatto, non hai il malocchio!»
La vecchia versò l’olio e dopo un attimo di silenzio mostrò il piatto ad Antonia; l’olio aveva una forma allungata.
«Chi è dunque che mi vuole male?» gridò Antonia.
«Non lo so: può essere una collega di lavoro…»
«Ma io l’ho perso il lavoro!»
«Un’amica del tuo fidanzato…»
«Non ho… non ho più il fidanzato!» rispose singhiozzando.
La vecchia le asciugò le lacrime e proseguì:
«Non importa chi è stato a gettarti il malocchio: ora ti darò un potente amuleto che ti libererà dall’incantesimo: ti metterò questo al polso.»
Come per magia comparve un nastro rosso che la vecchia allacciò ben bene al polso con un solo nodo, poi lo annodò altre sei volte. Le disse anche che se il nastro rosso si fosse spezzato, non doveva preoccuparsi: significava che aveva già attratto energia negativa a sufficienza e non era riuscito a resistere di più, quindi si trattava di un segnale positivo.
Circe le tese la mano:
«Sono mille Euro!»
Quella cifra assurda risvegliò la razionalità di Antonia; capì di essere stata presa in giro. Si alzò dalla sedia e spinse a terra la vecchia che la stava minacciando con un amuleto a forma di rana. Corse giù per le scale, mentre Circe gridava:
«La tua mano non si scorderà più di me; tu mi ricorderai per sempre!»
 
A casa Antonia si sentiva meglio e cercò di togliere il nastro per distruggere ogni oggetto che le ricordasse la vecchia. Ma quando cercò di sfilarlo, non ci riuscì. Anzi il nastro cominciò a stringerle il polso, sempre di più, sempre di più. Gridò; chiamò suo padre che accorse, ma troppo tardi: la figlia era svenuta sul divano e la sua mano sinistra giaceva sul pavimento poco lontano.