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Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 22 dicembre 2020, 2:08
da antico
BENVENUTI ALLA DAVIDE DEL POPOLO RIOLO EDITION, LA QUARTA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 148° ALL TIME!Questo è il gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO della DAVIDE DEL POPOLO RIOLO EDITION con DAVIDE DEL POPOLO RIOLO nelle vesti di Guest Star. Gli autori del gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo DE BELLO ALIENO.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo UBERMENSCH. Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da DAVIDE DEL POPOLO RIOLO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso. Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del
RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO:Nuovi Padroni, di Agostino Langellotti, ore 00.57, 3800 caratteri
L’uomo che credeva di aver più ragione di me, di Luca Nesler, ore 23.04, 2157 caratteri
Ultimo giorno, di Stefano Moretto, ore 00.15, 4227 caratteri
Macerie, di Filippo Santaniello, ore 23.48, 2642 caratteri
Luce e buio, di Alessio Magno, ore 00.46, 4236 caratteri
La ciotola laccata, di Alexandra Fischer, ore 22.46, 3969 caratteri
La Commissione, di Jacopo Berti, ore 00.13, 4234 caratteri
Quelli dopo il primo, di Alessio Vallese, ore 00.50, 3835 caratteri
Considerato il periodo, avrete più tempo del solito, quindi fino alle 23.59 di sabato 2 GENNAIO per commentare i racconti del gruppo DE BELLO ALIENO Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 3 GENNAIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DODICI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo DE BELLO ALIENO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DODICI giorni sono anche troppo pochi. E ancora:
date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro. Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo. Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la
classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo DE BELLO ALIENO.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti. BUONA DAVIDE DEL POPOLO RIOLO EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 27 dicembre 2020, 1:16
da Red Robin
Ecco la mia lista e i relativi commenti!
1)"Macerie" di Filippo Santaniello;
2)"Quelli dopo il primo" di Alessio Vallese;
3) "La Commissione" di Jacopo Berti;
4)"Luce e buio" di Alessio Magno;
5)"Nuovi padroni" di Agostino Langelotti;
6)"L'uomo che credeva di aver più ragione di me" di Luca Nesler;
7)"La ciotola laccata" di Alexandra Fisher;
8)"Ultimo giorno" di Stefano Moretto.
1)Innanzitutto, Filippo, ti pongo i miei più sinceri complimenti. Hai scelto di parlare di una situazione molto particolare nella sua tragicità e di dare un taglio realistico che non sfocia mai nel patetico, e questo ti fa assolutamente onore. Se non ti dispiace e te la senti di rispondere, vorrei sapere (so che è una domanda molto personale, quindi non me la prenderò se la ignorerai, tranquillo) se l'idea della storia ti è venuta dal tuo vissuto personale o da un senso di vicinanza a questo dramma accompagnato da una successiva documentazione (a proposito, visto che non sono molto informato al riguardo, mi puoi anche dire se la protagonista esiste realmente?). Per il resto, ritornando al racconto in maniera più oggettiva: tema ben centrato, stile che si adegua perfettamente alla narrazione e rende il testo scorrevole, lettura in sé molto coinvolgente. Eliminerei soltanto qualche piccolo dettaglio all'inizio, per evitare che ci si focalizzi troppo sulla scena iniziale, ma forse ciò era nelle tue intenzioni e magari stride semplicemente con il modo in cui io mi sono approcciato al brano.
2)Ciao Alessio,
Ti dico subito che mi piace molto il taglio che hai dato al racconto. Personalmente, apprezzo sempre quando un autore riesce ad inserire elementi sovrannaturali nei propri testi. Per quanto riguarda le descrizioni e il lessico usato, è sempre molto attinente, soprattutto nell'ultima parte, al contesto. L'aderenza al testo è chiara, è originale l'idea e non mi è dispiaciuto il fatto che il lettore debba compiere uno sforzo minimo di approfondimento per comprendere a pieno il senso.
Non ho gradito molto invece alcune battute dell'inizio, più che altro perché le ho trovate ripetitive o mere spiegazioni. Ad esempio, avrei eliminato quella dell'estratto della radice caprina e riassunto un po' le esportazioni del Don. Comunque, complimenti!
3)Il testo è senza dubbio scorrevole, non trovo elementi sovrabbondanti né battute superflue. Lo stile è elegante ma moderno, dà fluidità al testo è da volersi dei termini tecnici di cui ha bisogno la situazione descritta. Le azioni sono ben scandite, la trama è di facile comprensione. Rintraccio la tematica del cambiamento, ma non mi è del tutto chiaro come sia espresso che è l'unica verità duratura. Se potessi darmi delle delucidazioni al riguardo, mi faresti un immenso favore.
4)Complimenti, veramente. Ho gradito molto l'interpretazione del tema, con la personificazione di alcuni degli elementi più importanti della vita umana. Personalmente, avrei soltanto reso più conciso, il primo capoverso, riducendo il numero di considerazioni riguardo pensieri e carattere della luce, perché il senso è già chiaro così. A tratti invece, le riflessioni del buio mi sono sembrate un po' troppo sentenziose o esageratamente teatrali, ma credo sia soltanto un'impressione personale, perché sono ben in linea con quanto emerge del personaggio.
5)Ciao Agostino, complimenti per il tuo simpatico racconto. Ora, attenzione ai due refusi già sottolineati tra i quali il "tutto vino" è decisamente evidente. Il tema poi è centrato ed è una rivisitazione originale. Non rintraccio poi una piena scorrevolezza all'interno del testo, ma questa forse è una mia impressione. La trama non mi ha coinvolto particolarmente, ma sono rimasto colpito dal finale, con la focalizzazione sullo stemma araldico, che offre uno spunto di riflessione più ampio sul tema.
6)Ciao Luca, senza dubbio mi hai spiazzato. Il racconto ovviamente risalta subito per l'esuberanza e l'originalità. Il tema è ben centrato: il cambiamento alla fine è l'unico elemento che trova realizzazione. Lo stile è fluido, l'impostazione del racconto è ben studiata ed ingegnosa, non presenta pecche dal punto di vista della narrazione e il testo riesce a mostrare un colpo di scena nel suo approccio comico. Interessante è anche, come già è stato sottolineato, il riferimento alla quarta parete. Ti dico però da subito che non inserirei ai primi posti questo brano per un semplice gusto personale e la mia idea di scrittura. Perciò perdonami, e complimenti!
7)Allora, devo ammettere che l'aderenza al tema, per quanto presente, non spicchi per originalità. Io stesso ho escluso ieri sera quest'impostazione del racconto pensando alle idee che sarebbero potute venire in mente nella maniera più semplice agli altri partecipanti. Detto ciò, la descrizione iniziale è piuttosto accurata, mentre le sequenze successive del racconto, in cui si snoda la vicenda della vendita, presentano secondo me una partenza un po' lenta, ma si ravvivano bene nella parte centrale e nel finale, dove è sviluppato bene anche il messaggio.
8)Ciao Stefano,
Il tema è evidentemente centrato e l'impostazione del racconto è buona. Inoltre, anche grazie all'incalzare delle sequenze dialogiche, risulta assolutamente scorrevole. Tuttavia, per quanto sia interessante il colpo di scena finale, nonostante esso non sia ovviamente il nucleo attorno a cui ruota il racconto, avrei preferito che lo analizzassi maggiormente, magari a discapito di qualcuna delle battute. Non è del tutto chiaro cosa sia il Moprox (in caso si tratti di qualcosa realmente esistente e a me ignoto, perdona tanto la mia ignoranza). Attenzione alla punteggiatura (in "Quando arriverà il nuovo ragazzo insegnagli come ho fatto io con te.", ad esempio, penso sarebbe stato meglio inserire una virgola tra le due proposizioni) e alla ripetizione della parola "capsula" nella prima riga (capisco però che non sia facile trovare il sinonimo per un termine tecnico così specifico). Nel complesso, buon lavoro.
Re: Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 27 dicembre 2020, 18:56
da filippo.mammoli
Eccomi con commenti e classifica, difficile e sofferta come sempre. Questa volta, complice la difficoltà del tema, devo ammettere che sono pochi i racconti che mi hanno convinto.
1. Ultimo giorno, di Stefano Moretto
2. La commissione, di Jacopo Berti
3. Macerie, di Filippo Santaniello
4. Nuovi padroni, di Agostino Langellotti.
5. La ciotola laccata, di Alexandra Fischer
6. Luce e Buio, di Alessio Magno
7. Quelli dopo il primo, di Alessio Vallese
8. L'uomo che credeva di aver più ragione di me, di Luca Nesler
Nuovi padroni, di Agostino Langellotti.
Ciao Agostino, piacere di leggerti.
Sul fatto che il racconto sia ben scritto, ci sono pochi dubbi.
Le descrizioni inframezzate dai dialoghi ci portano nel mondo del barone decaduto e la sua figura colorita strappa qualche sorriso di simpatia, anche se, dopo le prime battute, niente viene aggiunto nel seguito del racconto, dove viene solo ribadito che la disgrazia ormai è totale e non gli è rimasto che lo stemma di famiglia.
Quello che non sono riuscito a capire fino in fondo è però il senso di tutto questo e soprattutto come la storia possa legare con il tema.
Il cambiamento c'è stato nel senso del rovescio della fortuna, ma la sua verità duratura non mi sembra così evidente.
Alla prossima.
L'uomo che credeva di aver più ragione di me, di Luca Nesler
Ciao Luca, ben trovato.
Devo dire che il tuo racconto spiazza, nel bene e nel male. Mi piace il tentativo di cambiare e ribaltare la prospettiva da dentro la storia, a fuori, riducendo la storia a storia narrata e vista dall'esterno, ma secondo me il problema è proprio qui e l'esperimento non è riuscito.
Prima di tutto mi dispiace dire che la storia in sé, prima del twist finale, gira intorno al nulla, risulta noiosa e statica, con ripetizioni sul tema del "perché non posso fare la postina" e non va da nessuna parte. Forse l'avevi pensata così, per lasciare tutto il senso nella svolta che porta il punto di vista fuori della narrazione.
A parte il fatto che non mi riesce leggerci il tema in tutto questo, il problema più grosso sta nel fatto che dopo averci stupito con l'uscita dalle pagine, facendoci salire sopra come lo spirito che abbandona il corpo e lo osserva sul tavolo operatorio, hai voluto risbatterci dentro dicendoci che alla fine la bambina diventerà postina alla faccia del padre.
Ecco, questo proprio non ci stava.
Alla prossima.
Ultimo giorno, di Stefano Moretto
Ciao Stefano e ben trovato.
Non credo di aver mai letto un tuo racconto prima d'ora e devo dire che questo mi è piaciuto.
L'ambientazione cyber futuristica è ben resa e i dialoghi sono realistico e molto ritmati.
Certo non è sempre facile seguire il filo in un dialogo a tre così serrato e a volte ho vacillato, ma nel complesso te la sei cavata bene anche da questo punto di vista.
Relativamente al tema, credo che tu ci sia entrato, anche se di striscio.
Forse non sono rimasto del tutto soddisfatto dal finale perché mi aspettavo qualcosa di diverso, ma nel complesso è una buona prova.
Macerie, di Filippo Santaniello
Ciao Filippo,
Ben trovato nell'arena, c'è sempre bisogno di qualche Filippo in più! ;)
Il tuo testo è molto intenso e la scrittura è ottima e del registro adatto al tema che hai scelto.
I periodi brevi e molto puliti, fanno da ponte (tanto per restare in tema) diretto con lo stato d'animo della protagonista.
Ti è stato detto che più che un racconto sembra un flusso di coscienza o un fotogramma centrato su un momento e una situazione. Ecco, questo per me non è un punto a sfavore, perché non credo che ci debba essere sempre un certo tipo di svolgimento, un'azione che va da A a B seguendo un determinato percorso e un dipanarsi tra dialoghi ed eventi che si susseguono secondo precise relazioni di causa ed effetto.
Se l'effetto non è statico, noioso e comunica emozioni allora ci può stare.
Quindi per me è un racconto valido e capisco benissimo anche come hai inserito il tema del cambiamento.
L'unica cosa che trovo un po' forzata, ma è un punto di vista, è il fatto che la madre possa sentirsi sollevata nel suo dolore incancellabile al solo vedere che la vita va avanti.
Complimenti.
Luce e Buio, di Alessio Magno
Ciao Alessio, ben trovato.
Sono arrivato alla fine del tuo racconto, prima della rivelazione, senza aver capito in quale ambito ci si stesse muovendo. Avevo pensato a qualche scenario Fantasy, con lo stile un po' epico e il modo in cui la figlia si rivolge al padre.
Io finale mi ha spiazzato, ma non ha fugato tutti i miei dubbi. Se è il Sole il padre, chi è la figlia, la nostra amata terra?
In questo caso, non per rompere le palle, ma la conclusione è priva di senso astronomico.
Se non è Fantasy, allora un minimo di attinenza fisica creo debba essere mantenuta. Nel momento in cui il Sole muore, lo fa da gigante rossa e la terra sarà già stata inglobata o spazzata via dalla vicinanza della superficie solare.
Per il resto la metafora è molto suggestiva come pure lo è l'interpretazione del tema.
Una nota, a costo di risultare pedante, quando leggo "sebbene" o comunque qualsiasi congiunzione che introduce una subordinata concessiva, poi mi aspetto il verbo al congiuntivo, e la sua mancanza mi crea proprio una stonatura che stride all'orecchio.
Alla prossima.
La ciotola laccata, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra,
Piacere di rileggerti.
Il tuo racconto è un quadretto molto preciso e delineato di una situazione spiacevole e degli stati d'animo che suscita. La gestione delle faccende pratiche che la morte di una persona cara lascia sempre come strascico. In questo il racconto è riuscito.
Però vedo altri difetti che non me lo hanno fatto apprezzare appieno.
L'inizio è infarcito di descrizioni che indugiano su particolari con andamento ripetitivo.
A un certo punto ripeti addirittura una frase quasi completa, "era scrostato/a in più punti".
Se la caratterizzazione dell'ambiente con periodi brevi può essere piacevole, la ripetizione lo è un po' meno.
Poi ho avuto qualche difficoltà a capire chi fosse la protagonista, e all'inizio ho pensato a una potenziale acquirente della casa.
Mi sono anche perso tra le reminiscenze e non ho afferrato il significato della ciotola
Il tema del cambiamento c'è anche se messo in bocca a uno dei protagonisti mi sa sempre di forzato.
Alla prossima.
La commissione, di Jacopo Berti
Ciao Jacopo, piacere di leggerti.
Inizio subito col dire che il tuo racconto mi è piaciuto, al di là della gestione del pdv che non mi ha infastidito affatto e non mi ha impedito di coglierne l'efficacia.
Dal punto di vista stilistico il tuo è un racconto che cattura e ci trasporta nella stanza in cui si sta svolgendo il presente della narrazione, con la richiesta di asilo politico e i diversi pensieri dei tre protagonisti.
Quindi su questo sei stai bravo e tutto funziona a meraviglia.
I problemi, a mio modo di vedere sono altri.
Il primo è senz'altro il fatto che il nodo cruciale della vicenda, introdotta molto bene sotto forma di pensieri della protagonista, è costretta in uno spazio troppo ridotto.
Poi il più grande, sempre secondo me.
La tua interpretazione del tema, sebbene molto originale, mi è arrivata solo in seguito alla spiegazione che hai fornito in risposta a un commento.
Può essere anche colpa mia, ma il fatto che tu abbia dovuto spiegarlo anche ad altri dimostra che non lo è.
Bella, ma troppo indiretta. Il tema dovrebbe essere più intelligibile anche alla prima lettura.
Comunque complimenti anche per aver avuto il coraggio di affrontare un tema così delicato e attuale, su cui è facilissimo cadere nel banale e nello scontato, cosa che a te non è successa.
Quelli dopo il primo, di Alessio Vallese
Ciao Alessio, piacere di leggerti.
Purtroppo non amo il Fantasy e soprattutto i mostri di qualsiasi tipo, ma cercherò di non farmi influenzare da quello che è solo un gusto personale.
Dal punto di vista stilistico la narrazione funziona.
Il punto di vista è chiaro e non ci sono sviste, in quanto la narrazione si svolge in prima persona al presente.
È una scelta che a me piace e spesso adotto, ma presenta alcune insidie che sei stato bravo a schivare.
Il problema è che, a parte l'azione e l'ambientazione ben descritta, non ho avvertito alcuna vibrazione neppure a quello che forse vorrebbe essere un twist, ma di fatto non aggiunge né ribalta nulla.
Riguardo al tema, credo che il tuo cambiamento stia nella trasformazione da uomini a varg, ma la verità duratura mi sfugge.
Alla prossima.
Re: Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 27 dicembre 2020, 19:09
da Emiliano Maramonte
Ecco i miei commenti e la classifica.
Mi duole dirlo, ma in questa tornata non ho trovato racconti che mi abbiamo davvero entusiasmato, tranne uno. Questo, mi preme dirlo, non per colpa degli autori (che ce l'hanno messa tutta) ma per il tema, stavolta davvero ostico e per questo affascinante. Devo ammettere che ha spiazzato anche me.
Buona Edition a tutti!
1. Quelli dopo il primo di Alessio Vallese
2. Macerie di Filippo Santaniello
3. La Commissione di Jacopo Berti
4. L'uomo che credeva di avere più ragione di me di Luca Nesler
5. La ciotola laccata di Alexandra Fischer
6. Ultimo giorno di Stefano Moretto
7. Nuovi padroni di Agostino Langellotti
8. Luce e buio di Alessio Magno
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COMMENTI
Nuovi padroni di Agostino Langellotti
Mi esprimo con pochi giri di parole: il racconto è bellino, simpatico, scritto discretamente bene e prova ad abbracciare il tema del contest, ma mi ha annoiato, mi ha annoiato davvero. Tutta la trama è una riproposizione del concetto: "E i miei beni?", "Sono stati venduti". Si salva la caratterizzazione del Barone in piena decadenza e il blando twist (ma lo è davvero?) dello stemma, come unica impennata d'orgoglio del nobile contro l'avversa fortuna.
Nient'altro da aggiungere ai rilievi tecnici di chi mi ha preceduto, se non che chiami il servitore prima "Panfilo" e poi "Panfilio". Qual è il suo nome esatto?
Senza infamia e senza lode.
L’uomo che credeva di avere più ragione di me di Luca Nesler
Sono sempre contento quando posso leggerti e commentarti. E se mi avanza tempo ti leggo anche al di fuori dei gironi.
Dunque: ho difficoltà a valutare il tuo racconto serenamente. Mi hai messo in seria difficoltà. E' un testo semplice, apparentemente banale, che però nasconde una costruzione di fondo di un certo acume. Tuttavia, perdonami, non riesco a promuoverlo. E' un metaracconto che, per quella che è la mia interpretazione, s'inceppa. Il padre a un certo punto sbatte in faccia alla figlia la realtà, ossia loro due sono personaggi di un racconto, ma lui, alla fin fine, da cosa ricava questa consapevolezza? Una sia pur minima semina andava fatta. E poi alla fine, vuoi instillarci il dubbio che il padre abbia detto una baggianata e la bambina è cresciuta davvero perché la realtà del racconto è la realtà vera? E perché, allora, avrebbe detto una baggianata? Solo per togliersi la figlia petulante dai piedi? Non so, tutto questo non mi convince. Potevi usare un'altra manciata di caratteri per affinare l'architettura della trama che, potenzialmente, è clamorosa.
Poi per buona parte del racconto si accumula una certa tensione narrativa che avrebbe dovuto sfociare in un botto sorprendente, ma quella chiusa di due righe è un'arma a doppio taglio: può far gridare al miracolo come anche può determinare un dannosissimo afflosciamento della trama.
Lo dico: hai scritto di meglio.
Ultimo giorno di Stefano Moretto
Forse ti leggo per la prima volta. In ogni caso ne sono lieto!
Sono appassionato di fantascienza praticamente da bambino e ne sono un forte lettore quindi, per forza di cose, ho esaminato il tuo racconto con occhio molto severo.
Le immagini che evochi sono abbastanza già viste: la stanza criogenica, le capsule, lo sbuffo di vapore all'apertura, gli scienziati in camice, fanno parte di cliché ormai connaturati alla fantascienza da decenni. Non che questo sia un vero inconveniente, poiché allo stato attuale, nel 2020, è impossibile inventare qualcosa di nuovo e, di conseguenza, essere "originali" (qualunque cosa significhi...). Però ci si aspetterebbe che qualche tema già sfruttato o logoro possa essere trattato da un punto di vista diverso, a suo modo inedito. Non sta a me qui suggerire modalità con cui avresti potuto (ri)scrivere la storia, in fondo il testo che devo valutare e classificare è qui sotto i miei occhi, e va bene così.
La trama è tutto sommato interessante, ma manca di mordente. Quando si prepara una narrazione con gradualità, accumulando tensione piano piano, la contropartita dev'essere una conclusione clamorosa, che fa dire al lettore: "Cavoli, però!", quasi un premio per la pazienza. Per tre quarti il racconto langue; okay, hai provato a gettare negli occhi del lettore un po' di sense of wonder con accenni al passato e in parte hai colto nel segno: mi sono piaciuti gli accenni a una terza guerra mondiale, all'estinzione dei maiali e a un generico imperatore del passato. Sono tutti elementi che stuzzicano la fantasia e ti fanno dire: "Be', mi piacerebbe saperne di più". Questo flusso, almeno fino a qualche battuta prima del climax, poteva anche essere reso più incisivo con una caratterizzazione più marcata della vicenda: chessò i due scienziati parlano della possibilità di rivendere parti del corpo degli "scongelati", oppure se la ridono per un non meglio precisato mercato di materiale criogenico cinese su Amazon (ma esisterà ancora tra 200 anni??)... insomma, cose così.
Il finale, dicevo. Da solo doveva essere il baricentro dell'intera trama, ma così com'è rappresenta una forma di zoppia per l'impatto complessivo del racconto. Peccato per la mancanza di riferimenti ulteriori per capire il contesto. Qualche indizio qua e là non avrebbe guastato. I due scienziati potevano lasciarsi sfuggire qualche indizio relativo a fazioni di cyborg ribelli, o a un qualche tipo di "minaccia criogenica"... Invece il twist rimane appiccicato lì con poche possibilità per il lettore di annodare i fili e comprendere. E aggiungo che l'azione da te rappresentata è convulsa e poco chiara.
Sul fronte tecnico qualche suggerimento. La narrazione è un po' legnosa, ma questo non è un problema perché con la pratica si migliora e Minuti Contati è una palestra incredibile. Ad esempio:
"Il timer scende a zero, la capsula sblocca la tenuta stagna con un rumore secco e inonda il pavimento con una piccola nube di gas criogeno gelato che ci avvolge le gambe."
[Alternativa] Il timer segna zero. La capsula si sblocca con uno scatto metallico. Uno sbuffo di gas inonda il pavimento.
"Il gas criogeno sta venendo ventilato via dai condotti di ventilazione della capsula." Costruzione faticosissima da leggere. Assolutamente da evitare.
[Alternativa] Il sistema di ventilazione dissipa il gas criogeno nei condotti.
Ecco, mi sono permesso di darti qualche suggerimento perché lo stile va sbozzato, pur comprendendo che il meccanismo diabolico di Minuti Contati può determinare sviste e imperfezioni anche in chi scrive da anni.
A parte qualche buona intuizione, tuttavia il racconto non mi ha convinto. Tema tutto sommato preso.
Macerie di Filippo Santaniello
Nella scorsa Edizione, si è polemizzato, alla maniera di Minuti Contati, su un racconto che era sostanzialmente un flusso di coscienza di un soccorritore durante la pandemia del Covid-19. Era un bel pezzo di vita vissuta, molto intenso e sentito (probabilmente per esperienza diretta) ma dissi anche io, come altri commentatori, che non era un racconto e che era giocato prevalentemente sull'impatto emotivo di una vicenda che ci ha scosso (e ci sta scuotendo) tutti.
Questo preambolo per dire che mi trovo in una situazione simile col tuo racconto. In realtà, nel tuo caso, una sia pur minima struttura narrativa c'è, ma provo il medesimo imbarazzo.
Intendiamoci: sinora il tuo testo è il migliore tra quelli letti sinora, anche perché si fregia di un prosa elegante e ben condotta, al servizio delle emozioni che vuoi suscitare, e ci riesci bene. Riesci anche a focalizzare il giusto sguardo su un evento che ha segnato la nostra nazione e continuerà a farlo, nel bene o nel male.
Il punto è che un racconto costruito come un "fotogramma" di un avvenimento che conosciamo sin troppo bene, che è attualità, che ha segnato la nostra emotività oltre ogni possibilità di renderlo letteratura, mi lascia sempre un po' insensibile. E' un po' come toccare una ferita fresca: dopo averla toccata decine di volte, poi il dolore lo senti sempre meno, ci si abitua e si diventa (quasi) insensibili. Succede, ad esempio, con film, reportage e scritti sul Vietnam o sull'11 Settembre, o sulla caduta del Muro di Berlino, o ancora sulla tragedia di Hiroshima, e potrei continuare. Si è detto e scritto così tanto che assorbirne altre informazioni è un po' come sfogliare un libro di storia in maniera distaccata e con un coinvolgimento emotivo affievolito. Spero che non te la prenderai per questa mia interpretazione, ma, devo essere sincero, pur apprezzando la tua bravura, l'emotività strettamente legata alla tragedia del Ponte Morandi, qui non l'ho provata; le parole mi hanno veicolato poco, proprio per le motivazioni che ho sopra espresso.
Ribadisco: la mia critica fa salvi i meriti tecnici e narrativi, sui cui poco mi sento di aggiungere. La storia si fa leggere, è gradevole e ha un suo perché.
Sul fronte del tema, mi accodo a chi ha detto che ha difficoltà a rinvenirlo per intero. Il cambiamento potrebbe essere la ricostruzione del ponte, che conduce a una nuova e più duratura consapevolezza, però, non so... bisognerebbe rifletterci su un po' meglio...
Luce e buio di Alessio Magno
Sono spiacente di dover dire che non ci siamo. Noia, noia, noia. Un incipit fangoso assolutamente da "asciugare" e rielaborare. Va bene la teatralità da te cercata e voluta per dare un certo registro al testo, ma alla lunga innervosisce e stanca. Ho apprezzato l'intuizione di personificare il sole e il sistema solare, ma lo sviluppo è carente e sminuisce in maniera deprimente quello che poteva essere un colpo di scena clamoroso (da quando sono a MC, nessuno ci aveva mai pensato, a quanto io ricordi...).
Troppi giri di parole, conditi da un fiume di inutile prosopopea che poteva invece essere snellita a favore di una architettura più dinamica e incisiva. Nella fattispecie, avresti potuto mostrarci qualche avvenimento da cui la figlia/Terra capiva l'utilità e la necessità del cambiamento. Nel testo invece è tutto raccontato e gli avvenimenti bisogna ricavarseli con un bello sforzo di fantasia.
Il tema è centrato solo perché lo hai continuamente sbattuto senza ritegno sotto al naso del lettore.
Prova insufficiente.
La ciotola laccata di Alexandra Fischer
Sono rimasto molto interdetto dal tuo racconto: da un lato mi ha colpito molto la "liricità" della vicenda, il viaggio nei ricordi dolorosi, il doversi confrontare col passato, la necessità di un cambiamento e dell'"andare avanti". Non ti nascondo che a fine lettura sono rimasto alcuni secondi a riflettere sulle implicazioni nascoste della trama, quindi un plauso a questo aspetto.
Un po' meno riuscito sulla modalità di evoluzione della storia. Buona la scelta di dare al lettore delle immagini, quasi delle inquadrature cinematografiche molto suggestive che dicono tutto, ma se il racconto ne è infarcito, questo va a discapito dell'efficacia complessiva della narrazione. Ecco, dunque, il motivo di perplessità. Un po' di confusione nella parte centrale, tanti input ma poca chiarezza.
Il finale è interessante e ha un suo senso emotivo. Io la "strizzatina d'occhio" dell'agente immobiliare l'avevo capita e l'ho trovata una piccola chicca che ho apprezzato. Significativo il tenero attaccamento della protagonista alla ciotola laccata del titolo.
Non credo che il tema sia preso in pieno, ma ci sta.
Altri, prima di me, ti hanno fatto notare ripetizioni o inconvenienti del testo.
Aggiungo qualche piccola annotazione.
"[...] mentre lei si dirigeva verso le mensole e prese a frugare nelle scatole collocatevi sopra" Precisazione inutile e brutta.
"[...] in un blazer e pantaloni blu"
"E delle scatole a motivi di gru in volo nella camera da letto rimasta vuota accanto a quella di lui, con l’armadio bianco a quattro stagioni chiuso e il letto fatto." Frase pesantissima da riformulare!
"Tua madre è. Farà." In che senso?!
"«Se vuole, può prendere le scatole che guardava prima.»" Rileggi la frase senza l'aggiunta e vedrai che è molto più efficace e realistica.
Prova riuscita a metà!
La Commissione di Jacopo Berti
Prima volta che leggo un tuo scritto qui a Minuti Contati.
Col tuo racconto ho fatto una cosa che in tre anni di partecipazione a MC non avevo mai fatto: l'ho letto e l'ho messo da parte. Poi l'ho più molte "meditato" e riletto per assimilarlo fino in fondo.
Sinceramente mi ha spiazzato, nel bene e nel male.
Nulla da dire sui temi da te affrontati: i migranti, gli indicibili orrori subiti da chi fugge da realtà orrende, le credenze tribali, l'accoglienza. Non posso che farti un plauso sulla profondità di tali questioni.
Anche la narrazione non è male, anche se ha diversi inconvenienti.
In primis alcune questioni tecniche. Ad esempio le descrizioni fisiche effettuate come fermi immagine ed elenchi che appesantiscono la lettura. Andrebbero evitati. Meglio sarebbe disseminare le descrizioni qua e là.
Secondo punto: la questione cruciale del punto di vista. Sono d'accordo con te quando dici che le regole narratologiche non devono essere considerate un dogma. Stephen King, per fare un esempio eclatante, le viola in continuazione, eppure nessuno si permette di obiettare nulla, neanche in oziosi dibattiti da gruppo facebook. Tuttavia, le suddette regole, sono meccanismi di buonsenso che andrebbero assecondati se non altro per il buon funzionamento di un testo. Mi spiego. Nel tuo racconto l'immedesimazione parte con Ariella, e siamo tutti d'accordo, va bene così. Poi subentra Fortitude, che è un personaggio esterno al PDV principale. Anche questo va bene. Poi in un passaggio della trama parte il flashback della traversata sul barcone in cui vediamo il dramma della migrante. Okay, come fase narrativa non dà particolari problemi se non che io come lettore sono stato scaraventato in un'altra prospettiva, senza preavviso.
"«È anche lei è stata coinvolta in un naufragio, nelle stesse acque e…». Ariella tace: la ragazza sta per scoppiare nuovamente in lacrime. La lascia riprendersi per qualche secondo.
Fortitude inspira profondamente, guardandosi intorno. Il soffitto a cassettoni del palazzo neoclassico della prefettura mostra immagini mitologiche di dei, di metamorfosi, di satiri che insidiano ninfe..."
Ecco il passo "incriminato". Noi lettori siamo prima Ariella poi all'improvviso ci ritroviamo Fortitude.
Ribadisco: tutto sommato non è un inconveniente grave, le regole sono fatte anche per essere usate e violate, ma c'è sempre un ma, ed è una mia opinione. In testi così brevi, l'unitarietà del punto di vista è importantissima. Racconti così brevi devono essere schiaffi in faccia, pasticcini da divorare in un boccone solo, senza il rischio di ritrovarsi con grumi di crema in bocca da sputare o da esaminare tra le dita. In concreto: avrei apprezzato al massimo il tuo racconto se tu avessi alternato con un minimo di equilibrio DUE punti di vista, ad esempio il flashback della traversata in mare e la narrazione principale con l'audizione davanti alla commissione. Sarebbe stato bello seguire le due linee narrative per poi farle confluire nel finale con una chiusura incisiva. Invece, così come è architettata la trama, ho seguito lo sviluppo nella testa di Ariella, e poi...?
Non voglio sembrarti antipatico, ognuno scrive come ritiene opportuno, anche violando "dogmi" (per carità!), ma io la vedo così. In tre anni di Minuti Contati mi sono fortemente orientato ad apprezzare di più racconti che hanno presentato una forte carica di immedesimazione con un minimo di unitarietà di tempo, spazio e punto di vista. Poi, quando mi sono trovato di fronte a esperimenti narrativi, ho avuto modo di promuoverli laddove avevano una giustificazione forte e coerente alla base.
Per il resto, tutto sommato il racconto è scritto abbastanza bene e centra in modo intelligente il tema del contest.
Quelli dopo il primo di Alessio Vallese
Dico subito che finalmente ho trovato il racconto del girone da podio. Dopo varie letture che non mi hanno convinto, qui invece mi sono trovato di fronte a una prova vincente. E gli inconvenienti, di cui il testo non è esente, sono però controbilanciati da una narrazione dinamica, scorrevole, intelligente e ben condotta.
La storia non è originalissima, ma ha una sua logica all'interno del registro che hai deciso di imporre alla narrazione. C'è una minaccia, ci sono due personaggi ben tratteggiati, non c'è troppo infodump gratuito (sei stato bravo a dosare gli input per far capire il contesto), e c'è un conflitto narrativo molto ben condotto e risolto in maniera coerente con la promessa dell'incipit.
Mi è piaciuta la minaccia dei mostri umani e ancor di più la missione del Don guerriero con la balestra: c'è tutto un rimando a una lunga iconografia di personaggi eroi al servizio del bene contro il male (non so perché, ma mi è venuto subito in mente il romanzo "Vampires" di John Steakley che lessi tanti anni fa...) e un'altrettanto lunga sequela di citazioni indirette a storie di apocalissi zombie.
Aggiungo che ho apprezzato molto la tua capacità di controllo della tecnica e dello stile (entrambi al servizio della storia), ma ho avuto difficoltà a rinvenire il tema per intero. Potrei dire che lo hai centrato per il rotto della cuffia.
Complimenti!
Re: Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 28 dicembre 2020, 12:12
da antico
Tre classifiche postate, ne dovete ricevere ancora cinque.
Re: Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 29 dicembre 2020, 11:51
da Debora D
Dura la prova e dura la classifica, podio molto sofferto!
Nuovi Padroni, di Agostino Langellotti 1
Ultimo giorno, di Stefano Moretto 2
Quelli dopo il primo, di Alessio Vallese 3
Macerie, di Filippo Santaniello 4
L’uomo che credeva di aver più ragione di me, Luca Nesler 5
La ciotola laccata, di Alexandra Fischer 6
Luce e buio, di Alessio Magno 7
La Commissione, di Jacopo Berti 8
Quelli dopo il primo, Alessio Vallese
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Ciao Alessio, piacere di leggerti.
Il tuo racconto post-apocalittico è scorrevole. Il tema è centrato anche se ho trovato più il legame con il cambiamento che con la verità.
Il contenuto è buono, non brilla per originalità non perché l’apocalisse zombie sia un classico, ma perché varia poco. virus, creature che erano uomini e non lo sono, coppia di personaggi di cui uno pivello e l'altro esperto... Simpatica però la scelta di un prete come mentore.
Il tuo stile mi piace e penso che con qualche minimo accorgimento potresti migliorare ancora di più. L’immersione nel punto di vista resta quasi sempre, la cosa è favorita dalla scelta della prima persona al presente.
Ti faccio notare due elementi stonati al riguardo. La tua intenzione è quella di calare il lettore in Gio, perciò non serve usare elementi del narratore a posteriori/esterno.
D'un tratto, dal suo occhio sinistro compare la punta di un dardo.è un osservazione esterna. La frase sarebbe ancora più efficace senza questa indicazione temporale. Il lettore avrà lo stesso l’impressione di una cosa inaspettata e improvvisa.
Stessa cosa vale per
Il varg guarda verso di me, poi verso Don.Questo passaggio non mi ha convinto dal punto di vista del flusso e dell'atmosfera/tensione:
Il varg è steso a terra supino, la testa in una pozza di melma verde, con un dardo che gli ha maciullato mezzo naso e un altro piantato tra le costole. Tra gli artigli, un brandello di stoffa grigia imbrattata di rosso.
Don gli sta sopra e con un piede gli tira dei calcetti alla spalla. Con una mano si tiene un braccio sanguinante.
«Grazie Gio. Sei stato bravo. Questo maledetto mi ha trascinato in quell'angolo buio e non riuscivo a vedere cosa faceva.»
«Don! Stai bene? Sei ferito!»
«Fa un male cane, ma ho visto di peggio. Direi che è meglio andare. Raccogli la torcia, io non ce la faccio.»
«Grazie Gio. Sei stato bravo. Questo maledetto mi ha trascinato in quell'angolo buio e non riuscivo a vedere cosa faceva.»
«Don! Stai bene? Sei ferito!» C'è stato uno scontro per la vita. In una situazione simile il pdv una volta sicuro di essere vivo e vegeto si dovrebbe preoccupare dell'incolumità del partner. Ma abbiamo la scena introdotta da due righe descrittive e dalle azioni del prete. Solo dopo Gio gli chiede se sta bene. Avendo immaginato una situazione più concitata avrei inframezzato la descrizione con azioni e battute.
Prima di tutto dovrebbe venire il pensiero di Gio sull’incolumità del Don. Poi l’azione del prete che mostra al lettore e al pdv che sta bene e in che condizioni.
In una scena tesa inframezzare azione/descrizione/battuta è un buon consiglio che ho ricevuto io in un’edizione precedente e spero ti sia utile.
Ho trovato poche imprecisioni dal punto di vista della chiarezza e della forma. Questa che segue è per me la più rilevante.
Ora però sembra diverso da prima, il cuore non mi batte più così forte, non mi manca il fiato. Chi è il soggetto della frase? è un uso impersonale di sembrare? Dalla frase successiva si capisce che la cosa riguarda la situazione in sé. Ma l’ultimo soggetto nella frase precedente era il Varg. Il verbo sembrare in terza persona mi ha tratto in inganno, infatti ho penasato subito che si riferisse al varg. Addirittura ho immaginato che il comportamento della creatura fosse cambiato. Anzi, questo mi ha rovinato il finale alla prima lettura, mi aspettavo un guizzo e non capivo perché Gio lo avesse ucciso dopo che l’autore ci aveva fatto notare un cambiamento nella creatura. Allora ho riletto e ho compreso.
Infine:
Con un calcio, Tra gli artigli, → perché mettere la virgola dopo i complementi che non formano né subordinata né elenco? La virgola aggiunge una pausa non sempre utile.
inccocco, chiudo gli occhi e sparo. «Gio, sparagli!» → pignoleria lessicale. (Sono stata arciere per anni e sono un po’ pedante sulle armi a distanza) I termini che andrebbero meglio con le balestre sono scoccare, scaricare. Posso accettarlo nella battuta del Don che in un momento di paura usa la parola più rapida, ma il personaggio che ha in mano la balestra
deve sapere che i dardi si scoccano!
Un esempio di fonte per approfondire.
http://picarilot.altervista.org/combatt ... :~:text=L'esecuzione%20di%20un%20tiro,quali%20il%20tiro%20difficilmente%20riesce.
Conclusione: stile che regge in modo scorrevole e coerente, storia piacevole all’interno di un genere preciso senza variazioni o spunti particolari. Una buona prova, si riconosce la struttura del racconto, c'è conflitto e il tema è rispettato. Aspetto di leggere altro di tuo.
La commissione, Jacopo Berti
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Ciao Jacopo, piacere di leggerti. Cambiamento di luogo e cambiamento di prospettiva: il tema c’è anche se richiede un po’ di riflessione; mi ha aiutato la tua risposta a RedRobin.
Trama: il fatto più interessante accade alla fine ed è costretto in poche righe.
L’orrore di scoprire che suo fratello è morto è solo di Fortitude, di tutti è quello di vedere che i morti possono mantenere le promesse. La gente rifugge da quella visione infernale, la barca si inclina…
Avrei voluto più parole spese per mostrare la scena.
La parte centrale è un riassunto in discorso indiretto e raccontato. La ragazza comincia a raccontare.
È una di quelle storie... In pratica si dice cosa è successo senza mostrarlo, coinvolge poco e lascia un senso di mancanza.
La gestione dei punti di vista. L'idea di variarli non è un problema, anzi aiuta il tema, ma il cambio di pdv avviene in modo confuso.
Iniziamo con la presentazione del personaggio che parla: Ariella, funzionaria prefettizia,
Questa costruzione con soggetto e apposizione è tipica del narratore esterno, se fossimo immersi in lei, capiremmo il suo ruolo da ciò che la scena ci mostra.
Un inizio del genere rende difficile immergersi. Da che punto dobbiamo guardare la scena? Sembra che ci sia una telecamera esterna.
Poi la cosa si chiarisce; elegante l’idea di usare lo scarno linguaggio burocratico per la parte dedicata ad Ariella visto che fa parte della sua forma mentis. Solo che poi nella stessa sequenza il pdv cambia.
Fortitude inspira profondamente, guardandosi intorno. Il soffitto a cassettoni del palazzo neoclassico della prefettura mostra immagini mitologiche di dei, di metamorfosi, di satiri che insidiano ninfe...
è Fortitude che guarda in alto e noi vediamo ciò che vede, ma il pdv di questa sequenza era Ariella.
Alla fine il pdv dovrebbe sembrare condiviso? Lo capiscono guardandosi solo negli occhi.
Una cosa del genere potrebbe dirla solo un narratore compiaciuto che le guarda agire e legge nella loro mente. Nessuna delle due può farlo, a meno che non abbiano poteri che però non sono presentati. quindi il lettore nelle ultime due righe non è immerso nei personaggi.
Dal punto di vista formale, alcuni dettagli pignoli:
Ci sono un po’ di avverbi in -mente che trovo poco efficaci, meglio sostituirli con dettagli chiari e sensoriali. Improvvisamente è di nuovo nella barca non è utile. La scena stessa ci porta nella mente di Fortitude e ci fa capire che la cosa è improvvisa.
chiede Ariella. Scandisce bene le parole, → il dialogue tag chiede in realtà non serve perché c’è l’azione a definire chi parla.
Conclusione: tema rispettato con un’idea profonda e attuale, bello il cambio di tono ma non efficace la gestione del punto di vista. Un testo con buoni spunti che mi ha incuriosito senza però darmi soddisfazione. (la virata fantastica del finale meritava più spazio)
Spero di esserti stata utile, buona scrittura
La ciotola laccata, Alexandra Fischer
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Ciao Alexandra, piacere di leggerti e commentarti,
anche questo racconto è pieno di immagini, anzi è proprio fatto di immagini e sequenze descrittive che si intrecciano e, a volte, si confondono fra presente e passato.
L’azione è minima, lo stile meno pulito dell’ultimo tuo racconto che ho letto.
Il tema si svela sul finale e per me avrebbe avuto bisogno di uno sviluppo maggiore in precedenza. C'è un tocco di surreale, un'atmosfera di spiriti ecc. gustosa che però è appena accennata. Così sfocata che non sicura di aver capito bene.
L’agente immobiliare non vede la ciotola, quindi si tratta di qualcosa di sovrannaturale? Il patrigno che nei ricordi della donna afferma il permanere della moglie defunta me lo fa credere.
Io rafforzerei l’atmosfera nella prima sequenza, dove hai scelto di non inserire un punto di vista.
Chi guarda? C’è qualcuno che esprime un giudizio e ce lo comunica, descrive uno spazio. Il tutto produce un’immagine suggestiva, ma che lascia qualcosa in sospeso perché manca proprio l’occhio che vede. Potresti riformulare la scena usando come filtro una presenza che introduca subito un senso di stranezza nel testo.
Così com'è l’ho percepita solo come una bella foto.
Anche in seguito il punto di vista resta esterno, la donna e l’uomo sono termini generici che possono essere usati da qualcuno che osserva non visto. Lo conferma anche l’uso del verbo di percezione vedere. Vide anche una foto dove il patrigno…
In una foto il patrigno… poteva essere più efficace.
(Sarebbe fantastico se il punto di vista fosse una presenza extrasensoriale, ma andrebbero inseriti degli indizi al riguardo)
Ho riscontrato anche un momento in cui c’è un problema sintattico, riguardante il soggetto e la concordanza verbale.
L’agente immobiliare restò fermo nel riquadro della porta, mentre lei si dirigeva verso le mensole e prese a frugare nelle scatole collocatevi sopra
Chi è il soggetto della coordinata Prese a frugare? Visto che è usato il passato remoto non può essere coordinata a mentre che ha il verbo all'imperfetto, quindi sembra che il soggetto sia l’agente. Però non è coerente con quanto segue.
Situazione risolvibile eliminando del tutto il mentre che non aggiunge nulla, il flusso di lettura mette le azioni in sequenza anche senza usarlo.
es. Lei si diresse verso le mensole e prese a frugare.
Ci sono parecchie ripetizioni come già notato da altri.
Sullo sfondo / sullo sfondo di rocce e pini
a motivi di mandorli / a motivi di gru
aveva fretta: «Senta, signorina Burzi. L’avverto che ho fretta.
Da fuori, la porta di ferro / Sullo sfondo, si potevano indovinare l'uso della virgola a separare i complementi non è necessario a meno che tu non voglia introdurre una pausa tra un concetto e l'altro. Si tratta solo di un cavillo comunque.
Conclusione: secondo la mia esperienza di lettura questo racconto si colloca nel momento tra l'ideazione e la creazione: l'artista sta con le dita sospese sopra la creta, la sfiora, preme qua e là e comincia a dare forma. Vedo il potenziale, non la forma finale però. Le immagini oniriche e colorate piene di dettagli sono il punto di forza.
Ti passo un consiglio che è stato dato a me nella precedente edizione: prova ad alternare a righe di descrizione qualche azione/movimento o battuta del punto di vista. Il testo risulterà più scorrevole. È un consiglio che ho trovato prezioso
Buona edizione e buona scrittura
ps. stiamo facendo i pignoli, ma diciamocelo: edizione difficilissima, è magico vedere quello che ci siamo inventati!
Luce e buio, Alessio Magno
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Ciao Alessio, piacere di leggerti.
Cerco di raccontarti la mia esperienza di lettura che è passata per tre fasi: confusione, interpretazione, "aaaaah allora è così".
Le tre fasi sono dovute alla scelta narrativa che hai fatto: un'allegoria che si vela alla fine tutta giocata sul tenere nascosta l'identità del padre e della figlia.
La prima lettura è stata faticosa a causa delle sequenze riflessive lente piene di pensieri che rendono statica la scena e sequenze dialogate abbondanti prive di azioni o riferimenti.
Infatti alla fine il Sole deve per forza fare una mezza lezione filosofica per fornire al lettore tutte le informazioni che gli mancano.
I dialoghi lasciano intendere sprazzi ma non saziano la curiosità, mi è sembrato di essere cieca o nascosta in un’altra stanza ad origliare voci di sconosciuti.
«Mi avevi detto di non temere, di essere accomodante, ma erano tutte bugie! Guardami come mi ha ridotto il tuo amato cambiamento!»
Come l’ha ridotta?
E sarebbe accaduto, se non avesse deciso di mettersi in gioco, affrontare sé stessi e vincere.
Ci lascia domande. c’è sempre qualcosa dietro l’angolo che non abbiamo visto. Perché chi è lei?
Alla seconda lettura almeno avevo capito che il padre era il sole ma ancora mi sfuggiva l'identità di lei. Credevo alla fine che fosse una stella, solo dopo aver letto la tua risposta a RedRobin ho capito che si tratta della Terra con conseguente terza interpretazione e pensiero "aaaah ecco!".
suo padre si era avvicinato a tutti i suoi figli, prima del saluto finale.
Momento potente che ho compreso appieno solo alla seconda lettura, conoscendo l’identità dei personaggi. Alla prima lettura non avevo capito nulla e nemmeno mi avevano toccato tragicità/ineluttabilità o sfumature simili che giungono rileggendolo con consapevolezza.
Conclusione: idea forte, simbolica e pure ambiziosa. Ripercorrere la storia dell'universo solo tramite dialoghi e con pochi caratteri è davvero coraggioso. Con più spazio potresti valutare l'idea di seminare più spunti tramite immagini e azioni dei personaggi. Come? Ci vorrebbe di ragionarci molto.
Non saprei come collocarti, mi piace l'audacia ma l'efficacia manca.
Spero di essere riuscita a darti l'idea di come un'altra mente si approccia al testo.
Buon divertimento in questa edizione
Macerie, Filippo Santaniello
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Ciao Filippo, piacere di leggerti.
Il tuo racconto tocca un argomento di attualità ancora dolorosa e forte, ci vuole coraggio ad affrontarlo.
Riesco a cogliere il tema della sfida con difficoltà. Il cambiamento sta nella ricostruzione del ponte e la verità nel fatto che una volta ricostruito non si cancella comunque il passato? Di di difficile interpretazione.
Il testo è abbastanza pulito, ma voglio soffermarmi su una scelta stilistica. Il contenuto scelto è molto toccante, ancora carne viva per molti. La scelta del narratore onnisciente ti distacca dal dolore e dalle persone, non se è una scelta. Sprofondare con una focalizzazione interna però lo avrebbe reso più d’impatto per me.
Ti metto di seguito i punti che rafforzano la focalizzazione esterna e su cui io vedrei bene una revisione con un punto di vista più netto.
Affinché nessun imprevisto possa impedirle di assistere all’evento delle 9:57 → Questa finale con affinché suona tanto da testo argomentativo, è fredda.
Francesca, preoccupata, scrisse → l’aggettivo è descrizione di un’emozione, potrebbe essere sostituito o accompagnato da un gesto. Tipo controllare ossessivamente l’ora.
non si sarebbe verificato se chi di dovere avesse eseguito i giusti controlli. → un pensiero del genere mentre crolla il ponte è per forza filtrato dal ricordo, è un giudizio a posteriori. Di fatto un evento del genere non dovrebbe accadere, dovrebbe essere impossibile, quindi mentre accade la mente cercherebbe di rifiutarlo. Faccio un esempio dalla mia esperienza personale, quando sono cadute le torri gemelle, guardavo le immagini e il mio cervello aveva difficoltà a realizzarle. Dovevo in un certo senso spiegarle a me stessa. Stesso effetto ho avuto quando è crollata la basilica di Norcia (posto dove lavoravo nel 2016).
avanza lentamente. Si tratta di riverenza. Rispetto per le vittime. O forse una passerella per le troupe televisive?
Francesca non sa che pensare. Sa solo che osservare la macchina → sapere e pensare visto che sono verbi percettivi sono caratteristici della focalizzazione esterna
Due anni fa non avrebbe visto a cento metri di distanza, tanta la pioggia che avvolgeva Genova come una membrana.
Se ti va un consiglio, prova a spostare questa frase alla fine della scena precedente e a ricostruire la scena centrale come qui e ora. Così per vedere se diventa più coinvolgente.
Errore di sintassi e concordanza verbale
Il rumore che seguì ossessionerà Francesca finché vive. → il rumore… avrebbe ossessionato
Dettaglio grafico. Le frasi una sopra all’altra così danno l’idea di un elenco puntato. È molto freddo. Però potrebbe essere un effetto voluto.
È una bella giornata.
La visuale limpida, l’orizzonte pulito.
Francesca guarda l’ora.
Le 9:55.
Mancano due minuti.
Conclusione: racconto lineare e scorrevole, il collegamento con il tema è difficoltoso ma con un po’ di ragionamento si può trovare. Punto di forza il rapporto stretto fra presente e passato che io rafforzerei con un punto di vista interno e eliminando il distacco del narratore esterno.
Buona edizione e buon divertimento, alla prossima
Stefano Moretto, Ultimo giorno
► Mostra testo
Ciao Stefano, piacere di leggerti.
La prima lettura del racconto è stata piacevole, me lo sono semplicemente goduto: mi piace la fantascienza e una parte di me è sempre propensa ad avvantaggiarla.
Alla seconda lettura ho apprezzato lo stile, in particolare la gestione dei beat e delle battute nella prima parte. Però ho cominciato a ragionare sul tema. Il cambiamento sta nell’evolversi dell’umanità, immagino, e ho trovato simpatica la battuta finale in cui si fa riferimento al superamento dei cliché. Eppure resto con una sensazione di mancanza, ci vorrebbe qualcosa di più. Lo svolgimento è rapido causa spazio, un'idea come questa meriterebbe davvero molti più caratteri, dato che come diceva qualcun altro, richiederebbe un approccio originale e nuovi punti di vista per non cadere nel già visto.
Alcune indicazioni di stile.
Frasi lunghe e nodose:
Il timer scende a zero, la capsula sblocca la tenuta stagna con un rumore secco e inonda il pavimento con una piccola nube di gas criogeno gelato che ci avvolge le gambe
Schemi che si ripetono:
la porta automatica si solleva - Il vetro della capsula si solleva.
Formulare, si potrebbe sostituire con un'immagine più concret:
un fisico scolpito
Qui la battuta potrebbe andare con il beat
Scorre con l’indice sul tablet.
«Un paio di secoli fa.»
Questo lo segnalo visto che mi sembra che tu abbia scelto il mostrato:
per assicurarmi di avere una siringa di Moprox in caso di emergenza. → che lui lo faccia per sicurezza il lettore lo capisce dalla successione dei gesti e dal pensiero. Potresti sostituirlo con una frase così: La siringa di Moprox c’è, pronta in caso di emergenza.
Conclusione: tema centrato ma poco sviluppato, stile buono, racconto piacevole. Rispetto ad altri del girone non ci sono errori tecnici eccessivi, più una mancanza di spazio per dare giustizia all’idea.
Buona edizione, mi lasci con un bel dubbio su dove piazzarti! :)
L’uomo che diceva di avere più ragione di me, Luca Nesler
► Mostra testo
Alle 23:04, mentre io ancora mi arrabatto e cambio la trama per la seconda volta (poi lo farò ancora quaranta minuti dopo),
Luca Nesler affronta una sfida difficile aggirandola e ridendoci su. Applausi.
Racconto divertente, una trovata brillante per non mollare di fronte al vuoto. Ma il ghigno di fronte alla mancanza di idee, non cancella la padronanza stilistica che resta. La scenetta della bambina con il padre burbero fila bene, nasce la curiosità insieme a quella di Carmela, ma che ha contro i postini? Gustoso, non c'è che dire.
Tema: nulla può cambiare, affermazione del papà che poi viene smentito dalla chiosa del narratore onnisciente ed esterno che in questo caso è rottura della quarta parete e ci sta! Centrato di lato ma con brio. Come barare praticamente però con tanta classe.
Micro pignolerie:
«Che vuoi? Ahi!» un cigolio e una ruota si mosse. / «Papi, ho una domanda» arricciò l’orlo del vestito con l’indice. → Un cigolio, Arricciò. Se sono beat e non tag dovrebbero andare con la maiuscola, almeno per come l’ho capito io.
«Beh…» → visto che si tratta dell'apocope di bene, andrebbe scritto Be’. Lo so che a parte i professori di italiano che leggono le grammatiche pochi lo fanno, ma c'è differenza fra be' e beh. In questo caso è proprio be’, perché beh sarebbe un'esclamazione per dire “dunque? Spiegami il significato di ciò che hai detto / fatto”, invece qui è un "fammi pensare, come te lo spiego...". Meraviglie della lingua italiana che riempie di significati pure le interiezioni.
Conclusione: dove collocarti? Stile ottimo, una penna che si muove con padronanza e magari io! (ma ci arriverò) Tema preso a calci come fa papà con il coso. Eppure si finisce la lettura con un ghigno divertito e una punta di stupore.
A rileggerti, buona edizione
Nuovi Padroni, Agostino Langellotti
► Mostra testo
Ciao Agostino, sono contenta di poterti commentare.
Il tema è centrato per quanto riguarda il cambiamento. Sulla verità duratura che è il cambiamento ci ho riflettuto un po’ di più. Ho pensato a un rapporto fra la stagnante antica nobiltà e il progresso, la società va sempre avanti. Visto che non sono pronti ad accogliere il cambiamento, i vecchi nobili sono costretti alla decadenza: la battuta finale in cui il barone gioisce per la salvezza è significativa.
Molto buona la parte iniziale, il barone che guarda le terre e beve il vino. La scena si mescola di tristezza e comicità con il vecchio che insegue il domestico.
All’arrivo del figlio il racconto rallenta, diventa prevedibile e schematico. L’empatia perde un battito.
Gestione dei dialoghi ok, c’è qualche tag che si potrebbe evitare però nulla salta all’occhio con prepotenza. Alcuni refusi qua e la come il già segnalato "bastone tra le mani".
Giusto un cavillo:
Lo stemma araldico di famiglia, papà. Quello in pietra sulla cancellata – alza le spalle. – …
Alza le spalle. È un beat quindi ci vuole la maiuscola.
Conclusione: alla prima lettura ho trovato il racconto elegante ma con poca anima, alla seconda mi è piaciuto di più anche se resta un senso di mancanza. Lo stile è buono, senza eccessive sbavature. Riesci a far trapelare la tristezza dal tutto, ma più per la condizione generale della famiglia che per i singoli personaggi. Resta un buon lavoro, fra i migliori del girone.
A rileggerci
Debora
Re: Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 31 dicembre 2020, 17:28
da antico
Avete ricevuto quattro classifiche, ve ne mancano quattro.
Re: Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 1 gennaio 2021, 11:23
da Fagiolo17
Buon 2021 a tutti gli amici di Minuti Contanti.
Ecco la mia classifica:
1. Quelli dopo il primo, di Alessio Vallese
2. Ultimo giorno, di Stefano Moretto
3. Nuovi Padroni, di Agostino Langellotti
4. L’uomo che credeva di aver più ragione di me, di Luca Nesler
5. Macerie, di Filippo Santaniello
6. La ciotola laccata, di Alexandra Fischer
7. La Commissione, di Jacopo Berti
8. Luce e buio, di Alessio MagnoQuelli dopo il primo, di Alessio Vallese.Complessivamente il racconto che ho preferito del girone, nonostante le piccole imperfezioni che ti avevo già comunicato rimane un racconto solido e ben condotto. Primo posto meritato.
Ciao Alessio.
La declinazione del tema è ottima, così come la battuta del don: “il mio dovere non è cambiato, continuo a proteggere gli uomini da loro stessi.”. Ho trovato qualche spiegone di troppo e qualche battuta un po’ legnosa, ma niente che abbia guastato la gradevolezza del testo. Che sia stato un gas o un virus a trasformare gli umani in Varg non è essenziale per la storia e buttato così nella battuta sa di infodump a favore del pubblico. In definitiva una buona prova, mi ha convinto.
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.
Ultimo giorno, di Stefano Moretto Stile e ambientazione ottimi. L'unica pecca rimane la trama, che non si schiude a sufficienza per agguantare il primo posto.
Ciao Stefano
Mi è piaciuto lo stile e l’ambientazione del racconto, anche se non sono riuscito a capire dove volessi andare a parare.
Non si capisce cosa sia esattamente accaduto. Un Cyborg è stato ibernato, ed era dalla parte dell’Imperatore? Quindi avendo scoperto che hanno perso la guerra ora vuole sparare agli scienziati? Non ne capisco il motivo.
Soprattutto non si capisce perché si è fatto ibernare, quale fosse il suo scopo. Sembra un'anomalia.
La battuta sul fanale invece mi piace. Una bella chiusura.
Complessivamente una buona prova anche se penalizzata dalla trama.
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.
Nuovi Padroni, di Agostino LangellottiScritto molto bene, ma purtroppo con poco dinamismo. Nel racconto succede "poco" e per questo finisce al terzo posto dopo lunghe riflessioni. Comunque complimenti Agostino, non ne sbagli uno!
Ciao Agostino, descrivi un bello spaccato di vita del barone e della sua demenza senile.
Il tema è centrato (non era un tema facile) percepisco il cambiamento e la verità in mutamento.
Nel tuo girone è sicuramente tra i miei preferiti.
Ho notato un paio di refusi che ti segnalo nel caso volessi correggere il testo.
“Filippo gli prende il bastone e glielo sfila tra le mani. Lo sorregge.” Sfida DALLE mani
“- Panfilio non ha rubato niente, papà. Abbiamo venduto tutto vino delle cantine alla banca il mese scorso.” Manca IL tra tutto e vino.
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.
L’uomo che credeva di aver più ragione di me, di Luca NeslerNonostante in sè non racconti niente e si ritorca su sé stesso è scritto da Dio con un'ottima immersione. Penalizzato dal suo non-sense merita ugualmente il quarto posto.
Ciao Luca, che dire di questo racconto… è geniale! Duemila battute di non-sense e poi la battuta di chiusura degna del migliore cabaret. Credo di aver sentito anche il Ta-dum Cha. Sfondamento della quarta parete irriverente. Per me è sì. Tema sicuramente centrato.
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.
Macerie, di Filippo SantanielloProprio come ti avevo scritto nel commento, il racconto pecca di poca immersione. Rimane superiore a quelli sottostanti, ma a causa dello stile si discosta di molto dai primi quattro.
Ciao Filippo.
Il tema che hai scelto è molto profondo e rievoca un’immagine forte. Purtroppo rivivendolo come un ricordo, come un racconto da parte della protagonista risulta smorzato e non ci getta dentro alla narrazione.
È un tema pesante e delicato, ma se lo avessi descritto con il punto di vista della persona alla guida dell’auto sul ponte nel momento del disastro sarebbe stato ancora più incisivo e toccante.
Ti segnalo solo un piccolo refuso che mi è balzato agli occhi:
“Affinché nessun imprevisto possa impedirle di assistere all’evento delle 9:57, ha preso anche un giorno di ferie.
Niente e nessuno le impediranno di essere lì con gli occhi e con l’anima.”
Occhio alla ripetizione di IMPEDIRE in pochissime righe.
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.
La ciotola laccata, di Alexandra FischerNon il tuo miglior pezzo Alexandra, ma crei immagini sempre calzanti e davvero particolari un buon sesto posto!
Ciao Alexandra.
Questa volta il tuo racconto per quanto immaginifico e con tanto potenziale non mi è arrivato. In alcuni punti lo ritengo confuso e mi dispiace. Ero molto curioso di leggere cosa ti saresti inventata con un tema così particolare. Entrambe le similitudini ragnesche invece mi sono piaciute e molto.
Occhio che all’inizio hai seminato un pochino di ripetizioni...
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.
La Commissione, di Jacopo BertiBella bella bella l'idea, ma il twist arriva tardi e gli dedichi pochissime battute. Così la parte più preponderante rimane la prima che purtroppo è anche la più noiosa. In 4.000 caratteri è sempre difficile decidere cosa mostrare.
Ciao Jacopo.
Il racconto svela la sua vera natura solo nelle battute finali. Lo spunto è interessante anche se sarebbe potuto essere più avvincente raccontandolo da un altro punto di vista. Si perde parte della curiosità, perché la prima parte in cui l’audizione si svolge non è coinvolgente quanto scoprire che cosa è accaduto alla nave e a Fortitude. Avrei speso meno caratteri sull’interprete per focalizzarmi maggiormente nel racconto della traversata, anche con un punto di vista più vicino alla protagonista e più interiorizzato.
Tema centrato in pieno e ben sviluppato.
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.
Luce e buio, di Alessio MagnoCome ti avevo già scritto, non nelle mie corde e per questo scivola all'ultimo posto.
Ciao Alessio.
Purtroppo stavolta non ho apprezzato il tuo racconto. È molto allegorico, a mio avviso fin troppo. La protagonista sarebbe la Terra impersonificata? O una stella? In un mondo dove il sole finisce la sua vita e va scomparendo? Il tema è sicuramente azzeccato e mi piace come lo hai integrato nel racconto, ma non sono riuscito a entrare in sintonia con la tua narrazione. È un mio limite, ho sempre preferito racconti più concreti. Comunque nella accezione che hai voluto dargli è un buon lavoro.
In bocca al lupo per la tua Davide Del Popolo Riolo Edition.
Re: Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 1 gennaio 2021, 19:07
da Mauro Lenzi
Otto racconti da commentare. Nessuno che abbia polverizzato gli altri, piuttosto “tier” di racconti simili e il mio dubbio è stato chi privilegiare tra due, tre racconti al massimo dello stesso gruppo.
Alla fine non ho sviluppato una regola unica; ma come ho dichiarato da tempo cerco di premiare l’uso dello stile mostrato. In questa edizione avrei voluto cercare di porre attenzione particolare anche l’adesione al tema, ma ho visto che è qualcosa di meno definibile di quanto mi sarei aspettato.
Nell’elaborazione della mia personale classifica si evidenzia un primo tier di racconti che ho trovato convincenti; e un secondo tier di racconti che hanno mostrato falle tra loro piuttosto eterogenee. Negli spoil alcuni pezzi salienti dei commenti che ho già fatto nei rispettivi topic. A separarli un “quasi fuori concorso” che per sua stessa natura non poteva ambire ai primi posti ma comunque con spunti di buon livello.
A tutti, grazie per i momenti di immersione, emozione e riflessione che mi avete donato grazie al vostro tempo, impegno e abilità. Vi esorto di cuore a continuare ad affinare quest’ultima: per questo spero di avervi fornito qualche aiuto utile.
Il PODIO
Primo posto a un racconto che all’inizio non mi ha colpito particolarmente: ma a una successiva rilettura ne ho apprezzato la cura stilistica e una storia che sta in piedi senza particolari scivoloni, e una certa cura dell’ambientazione. Un lavoro equilibrato e ben fatto.
Quelli dopo il primo, di Alessio Vallese
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In generale, te lo dirò senza tanti giri di parole: ho trovato una storia ben condotta, sia come stile che come trama, cosa che ho trovato superiore alla media.
Se ho capito bene, il tema è che Gio deve cambiare la propria prospettiva con cui vede i Varg come “ancora umani”, per vedere la verità, cioè che non lo sono più. Incontra la mia approvazione logica per dire “ok hai aderito al tema”, non il mio entusiasmo: avrei preferito qualcosa di più filosofico, ma sono gusti personali.
Complimenti per il mix di vari aspetti che c’era dietro, anche se il risultato finale non brilla per originalità, aveva comunque una sua solidità che in queste opere brevi non sempre è facile trasmettere.
Al secondo posto un racconto con un’ambientazione un po’ meno originale e un finale un po’ più debole. Ma condotto bene, con un bello stile.
Ultimo giorno, di Stefano Moretto
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Ho trovato un quadro fantascientifico curato e gestito dalla tua buona penna, ma non particolarmente originale e e anche io ho trovato un finale non all’altezza delle aspettative che mi avevi creato, a fronte di una buona conduzione della storia. Ho pensato che forse hai sopravvalutato la potenza del cliché del tizio che muore all’ultimo giorno di lavoro, che forse avrebbe dovuto strappare un senso o almeno un sorriso
Giudizio complessivo, positivo, avevo già notato la tua scrittura e continua a piacermi.
Al terzo posto un buon lavoro, caratterizzato da uno stile sopra la media, anche se ancora in crescita rispetto ai precedenti. Una trama che purtroppo latita, indugia sulla buona idea iniziale e lì resta: un bell’affresco di un periodo storico particolare, che ne affronta il cambio di mentalità.
Nuovi padroni, di Agostino Langellotti
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Non so se ho capito bene la tua interpretazione del tema. La resistenza del Barone al cambiamento gli impedisce di vedere la verità; solo il figlio sembra possedere la chiave per strappare via il velo di illusione, un pezzo alla volta.
La staticità del punto di vista del Barone si ripercuote nella trama, che rimane avviluppata in se stessa, nel loop mentale della decadenza economica e mentale del protagonista. Vero è che non ha incontrato i miei gusti, rimane un quadro a mio avviso ben fatto ma statico, la storia non conduce da nessuna parte e questo è, a mio gusto, il principale difetto che ho trovato. Il quadro però è ben dipinto, da una mano in costante miglioramento: mi unisco infatti a chi ha notato miglioramenti nel tuo stile e credo che questa sia una cosa molto bella, complimenti.
MENZIONE D’ONORE
Al quarto posto un racconto quasi da fuori concorso, riporto il mio commento per integrale perché forse è il modo migliore con cui potrei trasmettere un parere. Però, diciamolo. Tecnicamente ben fatto, ha saputo stupirmi e divertirmi.
L’uomo che credeva di aver più ragione di me, di Luca Nesler
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«Carmela! Beh, che ci fai qui?»
«Buongiorno anche a te, eh papà. Ne è passato di tempo.»
«Anzi, che ci facciamo noi, su questa porta?»
«Io ti ho portato un telegramma. Ecco a te!»
«Ah, be'. Uhm... ti sta bene la divisa. Ma non dirò che avevi ragione tu.»
«Come ti pare, papà. Ma intanto siamo qui.»
«Ma qui dove? Butto a terra la busta, ecco... tanto cade nel vuoto. Lo stesso vuoto di dove stiamo parlando noi. Non è che domani dovrò preoccuparmi della cartaccia, capisci?»
«Ancora con questa storia del racconto, papà?»
«Mah, questo è un po' diverso. Guarda qui, leggi cosa mi hanno scritto e dimmi se non ho ragione io.»
«Fa' vedere. "Io non so che dire, a parte Nesler pazzo. Inventatevi qualcosa voi, e speriamo che all'Ambiguo vada bene." Che buffo!»
«Vedi? Che senso ha?»
«Magari è uno scherzo.»
«Carmela, allora anche noi siamo uno scherzo, capisci? È questa l'unica verità. Anche se ora io sono un vecchio e tu una postina.»
«Se siamo cambiati, allora siamo vivi. La vita è cambiamento.»
«È proprio questo il punto, Carmela. Non appena ci saluteremo, tutto questo svanirà, e noi con esso. E nessuno se ne ricorderà più. Eppure...»
«Senti, resterei a parlare con te, ma ho altri giri da fare. Qualcuno mi aspetta. Ma prima volevo dirti una cosa.»
«Eppure se stiamo parlando, vuol dire che qualcuno si è ricordato di noi..."
«Papà. Prima di salutarci...»
«Sì, forse hai ragione tu, Carmela. Da qualche parte, qualcuno ci aspetta."
«Grazie di essere stato il mio papà. Mi sono divertita molto.»
«Oh. Anch'io, piccola mia... anch'io. È stato uno scherzo divertente, alla fin—»
Fine
ONORE AGLI ALTRI PARTECIPANTI
Assegnare la coda della classifica è stata la parte più difficoltosa. Non sono riuscito a stabilire un criterio unico, per ciascun racconto ho soppesato vari aspetti, ma alla fine è stata una scelta più di sensazione complessiva che mi hanno lasciato, non di punteggi. Questo per dire che non emerge un racconto nettamente peggiore tra tutti. I punti di forza e di debolezza variano molto.
Quinto posto a un racconto che unisce dettagli particolari e nitidi a una gestione complessiva poco definita, e a un’adesione al tema sul finale, ma che non ho trovato costruita nella storia: storia che però trasmette emozioni. Passa davanti ad altri per originalità e immersività.
La ciotola laccata, di Alexandra Fischer
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Tante immagini, dettagliate e suggestive. Per i miei gusti però il racconto indugia troppo su queste, e il tema viene tirato dentro per i capelli, alla fine; così come è poco prima del finale che avviene un vero coinvolgimento emotivo col dolore della protagonista, senza però potervi partecipare direttamente, perché si assiste a fotogrammi dei suoi ricordi senza però che venga trasmessa una storia, un’esperienza formata.
C’è comunque un accenno al cambiamento, ma non ho trovato attinenze con la verità. Si partecipa comunque alle emozioni perché vengono trasmesse con una certa sensibilità.
Sesto posto a un’opera il cui principale pregio è il controllo da parte dell’autore, che ha saputo affrontare un tema forte in uno spazio molto breve; l’aspetto umano della vicenda, perno centrale, viene però penalizzato dal punto di vista e sul finale non mi ha trasmesso una piena adesione alla traccia né un senso conclusivo.
Macerie, di Filippo Santaniello
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Uno spaccato ricondotto a un livello umano di una tragedia reale; di cui apprezzo come sai toccare con sensibilità il dolore e la dignità delle persone, senza scivolare nella commiserazione o nel patetico.
Ho riflettuto sull’adesione al tema: l’accettazione della verità, che richiede il suo tempo, porta al cambiamento e alla guarigione dal dolore. Forse però non ho capito bene io, perché in questo caso più che di verità dovrei pensare alla realtà: non ci sono state illusioni o menzogne, prima.
Però, altro non mi è venuto in mente.
Inoltre non ho compreso il nesso tra la scena finale e la guarigione dal dolore.
Mi unisco a chi, prima di me, ti ha consigliato uno stile immersivo; l’impatto emotivo ne guadagnerebbe.
Al settimo posto un’opera con un’idea più originale e interessante di altre, ma che si propone solo alla fine e così non viene ben sfruttata. Inoltre la gestione dei punti di vista e del raccontato con riassunti non mi ha permesso di immergermi nella vicenda. La percezione della traccia assegnata mi è giunta solo a metà.
La commissione, di Jacopo Berti
► Mostra testo
Se ho ben capito è un parere per te di poco valore, ma te lo dico lo stesso, magari potrà comunque servirti raccogliere opinioni. Anch’io preferisco il mostrato immersivo, filtrato dal pdv della voce narrante. Confermo inoltre che anch’io ho trovato che il fulcro dell’idea, piuttosto interessante, risulta troppo schiacciato nel finale. Per quanto riguarda l’adesione al tema, vi ho visto il tema del cambiamento: meno quella della verità cui esso andrebbe associato - salvo quello del pregiudizio della strega, che però nei fatti si rivela fondato, pur rimuovendone le connotazioni legate alla malvagità. Però in questo caso non l’ho trovato sufficientemente adeguato. Spero che troverai, almeno nei commenti altrui, i dettagli pignoli che consideri utili per il tuo miglioramento; e spero cmq di averti fornito un riscontro di qualche utilità.
Conclude la classifica un’opera che, come accennavo sopra, non ho trovato terribilmente deficitaria nei confronti delle altre: anzi si discosta positivamente per ambizione di adesione al tema. Però è stata condotta in un modo che mi ha tenuto sempre fuori dalla storia, che sembra voler gettare apposta fumo negli occhi al lettore in un tentativo di sorpresa. Non so se era questa l’intenzione, però non ha funzionato. Peccato perché se l’idea fosse stata gestita in modo più concreto, senza la ricerca dello svelamento finale, avrebbe funzionato meglio.
Luce e buio, di Alessio Magno
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Per come la vedo io, un racconto che vuole creare un gioco di illusione al lettore, e svelargli la realtà alla fine, funziona bene se riesce a dargli un’idea coerente dettagliata ma errata, e alla fine svela l’errore. Invece non funziona bene se non fornisce elementi a sufficienza. Prima dell’accenno al solstizio non c’era nessun elemento che potesse far immaginare di cosa si parlasse, ed è un pezzo piuttosto lungo in cui io mi sono chiesto “ma di cosa sta parlando? Boh, andiamo avanti e vediamo…” ma a quel punto ero già poco convinto.
I dialoghi successivi, mi riferisco in particolar modo ai primi due, continuano a rimanere molto sul vago.
Elementi come solstizio, fratelli e “la mia preferita” e infine gli umani, mi hanno portato a ipotizzare che si trattasse della Terra e del Sole.
A quel punto ho riletto, ma le cose dette non avevano acquistato un senso particolare rispetto a prima: anche se mi sembra di notare un certo impegno nella ricerca di adesione al tema. Tuttavia si esplicita nei dialoghi e non negli eventi, e questo lo indebolisce.
La conclusione è evocativa, mi azzardo a dire quasi fiabesca; ha generato in me un certo sense of wonder. Però anch’io mi dicevo: “Sì ma se il Sole conclude la sua esistenza, è la fine per tutto il Sistema, non solo per lui”.
Ho apprezzato l’originalità dell’idea, molto ambiziosa, e il tentativo di aderire alla traccia data.
LA CLASSIFICA
1. Quelli dopo il primo, di Alessio Vallese
2. Ultimo giorno, di Stefano Moretto
3. Nuovi padroni, di Agostino Langellotti
4. L'uomo che credeva di aver più ragione di me, di Luca Nesler
5. La ciotola laccata, di Alexandra Fischer
6. Macerie, di Filippo Santaniello
7. La Commissione, di Jacopo Berti
8. Luce e buio, di Alessio Magno
Re: Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: sabato 2 gennaio 2021, 10:55
da antico
Ultimo giorno disponibile e dovete ancora ricevere due classifiche.
Re: Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: sabato 2 gennaio 2021, 19:33
da Andrea J. Leonardi
Ecco la mia bella classifica in ritardo. Entrambe le parti della classifica sono state dura da definire.
1. Quelli dopo il primo – Alessio Vallese► Mostra testo
Tema. Percepisco il cambiamento, anche se manca quel tratto di unicità e permanenza dell’univa verità duratura. Non direi che il tema non sia stato preso, ma piuttosto una larga sufficienza.
Trama. Interessante questa sorta di allenamento che il Don propina al protagonista. Ha un suo perché. Non ci importa di come siano nati i mostri o del perché serve addestrarlo (magari solo sopravvivenza), questa è la storia “del primo” e ci basta. L’unica nota, il cambiamento sembra troppo repentino, ma i torna al solito discorso: come fare ad essere più graduale in così pochi caratteri? Questa è la sfida.
Stile. Lo stile mi è piaciuto molto. È diretto e tende al mostrato, ma forse qualche piccola correzione da fare c’è. Indico i principali che ho notato perché mi restituivano un leggero senso di rallentamento durante la lettura.
• Quel “d’un tratto” al terzo rigo si può evitare, l’ordine delle scene è già dato dalla sequenza in cui vengono scritte, e il dardo che appare dall’occhio è già di suo qualcosa di improvviso.
• I varg sono (o erano) esseri umani, forse andrebbero descritti prima dando modo di immaginarli fin da subito. Ho dovuto ripensare le prime scene.
• I dialoghi hanno qualche accenno di infodump, troppe informazioni che non sono sicuro i due si direbbero. È necessario specificare che il veleno è un estratto di radice caprina? O che “Il maledetto l’ha trascinato…”? Lo sa, era lì, l’ha appena visto succedere. O anche: “E non è certo stato Dio a creare il gas che li ha fatti diventare così” potrebbe diventare “e non è certo stato Dio a trasformarli così.”
• “In qualche modo recupero un altro dardo, …” meglio specificare come fa. La mano gli scivola nella custodia? Non riesce a chiudere le dita in un dardo ma ne prende sempre due? Ne trova uno per terra?
Totale. In generale mi è piaciuta. Il tema è un po’ forzato, ma essendo più a libera interpretazione va bene così, mentre il resto della storia l’ho trovato molto piacevole, dalla trama allo stile.
2. L’uomo che credeva di aver più ragione di me – Luca Nesler► Mostra testo
Un altro racconto che non si presta al mio riduzionismo letterario, il che mi porta ad un giudizio puramente soggettivo che a sua volta mi porterà difficoltà nello stilare la classifica.
Mi è piaciuta tanto per il semplice motivo che amo qualsiasi cosa sia meta e nonsense: metanarrativa, metameme, MetalGreymon…
Ci sono solo due cose che mi hanno lasciato un attimo perplesso:
• capire chi fosse il PdV nelle prime righe del racconto: la prima frase mi ha dato la sensazione dell’uso di una prima persona (anche se non è oggettivo, solo una mia sensazione) e quindi la seconda frase, che portava in scena Carmela, mi ha fatto pensare che fosse un altro personaggio.
• Le due ultime righe sul finale, di cui già avete discusso.
Per quanto riguarda lo stile sappiamo tutti che scrivi benissimo, non c’è motivo di sottolinearlo.
Ottimo lavoro, il problema è ora mio sul quanto premiarti per aver soddisfatto la mia voglia di nonsense razionale.
3. Ultimo giorno – Stefano Moretto► Mostra testo
Tema. Anche se non è chiaro, sento il tema emergere dalla storia: malgrado il cambiamento silenzioso della società, i cliché sopravvivono? Un cambiamento, quindi, che la nostra idea di mondo non percepisce in maniere esplicita? Non saprei definirlo, ma nel frattempo non riesco a dire che sia davvero assente.
Trama. A prima vista mi sembra una trama piatta, ma non lo percepisco come problematico; ho sempre reputato difficile realizzare un vero arco narrativo in un racconto breve e sono davvero felice quando lo trovo, ma non intendo penalizzare quando invece vi è un arco meno pronunciato. Potrebbe essere una prima scena di qualcosa di più grosso.
Stile. Giusto poche cosa da segnalare, in un racconto davvero ben scritto che procede liscio e fluido:
• L’uso dei nomi inventati per oggetti non immediatamente mostrati, purtroppo in questi casi si va avanti dimenticandosi anche di averli letti;
• Non sono sicuro nel modo in cui usi l’andare a capo, soprattutto quando un personaggio compie un’azione seguita da una battuta, potrebbero andare entrambi nello stesso capoverso;
• Prima dello sparo, sarebbe meglio mostrare come lo sguardo del PdV non sia sul cyborg: se ho ben capito, lui non vede il colpo partire. Inoltre, forse si potrebbe inserire un dettaglio sonoro, sia esso un boato o un “frizzare” da laser. Ignori anche il “come muore” il cyborg, ma forse ci può stare dato il limite di caratteri.
Totale. Ottimo lavoro! Se ci fosse una trama più decisa sarebbe meglio, ma qua stiamo comunque nella zona alta della classifica.
4. Nuovi Padroni -Agostino Langellotti► Mostra testo
Tema. Si percepisce un cambiamento come una lotta fra periodi storici e quindi l’incessante mutamento della società nell’evoluzione. Data la libera interpretazione del tema, direi che ci siamo.
Trama. La trama non è tanto il fatto che abbiano perso tutto, ma come il vecchio uomo non riesca a rendersene conto. In tal senso, non mi dispiace. Non è approfondita, ma deve pur sempre stare nei limiti di MC. Mi è piaciuta l’ultima frase riguardo lo stemma di famiglia, ovvero l’idea che per l’uomo lo stemma nobiliare, il nome di famiglia, sia la ricchezza più importante.
Stile. Non indago in maniera approfondita, ma il racconto scorre fluido ed è questo ciò che serve: la lettura non è stata rallentata in maniera percettibile. Forse avrei reso più chiara l’ultima frase che, per quanto l’abbia capita, l’ho trovata confusa.
Totale. Nella sua semplicità, l’ho trovato uno dei migliori e dei più facili da leggere.
5. La commissione – Jacopo Berti► Mostra testo
Tema. Non credo di averlo percepito. Forse il concetto di cambiamento si ha nel fatto che Fortitude non sarà più una strada in Italia? Forse sto forzando io l’idea. I temi dell’immigrazione, inclusione e integrazione sono molto più presenti e percepibili.
Trama. Trama interessante, dove una vera strega affronta un viaggio duro anche per lei dove, mi sembra di capire, scopre i suoi poteri. Potrebbe nascere una bella storia che affronta il tema dell’immigrazione, inclusione e integrazione, condita da una sfumatura fantasy.
Stile. Arrivato a metà lettura ho sentito qualcosa che non andava, non trovavo il punto di vista del racconto. Mi sembra di capire che lo stesso argomento è stato discusso, ho visto inoltre che vi è stato un ulteriore scambio di idee riguardo le regole narrative. Sarò sincero, non ho sentito l’empatia nel racconto, è questo non me lo fa apprezzare come dovrebbe.
Totale. Vorrei precisare che la mia posizione, e credo anche quella degli altri, non si basa su considerazioni a priori ma su ciò che percepiamo provenire dal testo. Siamo chiamati qua per dare una valutazione sincera, e non nascondo che ho apprezzato in altre occasioni un “mostrato” ben fatto. Per quanto riguarda questo brano, mi ha lasciato poco nel bene e nel male.
6. Macerie - Filippo Santiello► Mostra testo
Anche qui non mi sembra il caso di procedere con un’analisi scomposta.
La scelta dell’argomento è un punto di forza, ma non mi convince la realizzazione dell’opera in base ai criteri che penso di usare in questo forum. Infatti, non intendo la mia “critica” in termini assoluti, ma relativi in base al genere narrativo: in questo brano sento come fondamenta un taglio quasi giornalistico da narratore esterno.
Se dovessi applicare questi criteri allora premierei molto la narrazione, poiché è davvero ben fatta (seppur nella mia ignoranza del genere). Dal punto di vista di racconto breve, però, sento che manca l’empatia e l’immersività. È un vero difetto? No, non direi. È forse più una caratteristica diversa, ma ammetto che nel momento in cui dovrò confrontarlo con altri racconti questo partirà svantaggiato.
7. La ciotola laccata – Alexandra Fischer► Mostra testo
Tema. Spulciando tra i commenti ho visto che forse era incluso nelle ultime frasi di dialogo, ma ammetto che non sono riuscito a percepirlo.
Trama. Una frazione, una scena, che ci racconta il legame del PdV con il patrigno. Purtroppo, molti degli elementi in scena, a cui la protagonista sembra essere legata, non contribuiscono alla trama poiché per noi lettori non hanno alcun significato. Ciò purtroppo ha ridotto lo spazio dedicabile alla vera trama o ai veri personaggi e oggetti centrali alla storia.
Stile. Forse ricerchi troppo l’eleganza, e ciò non è un difetto in automatico, ma ti tenta nel comporre frasi lunghe e con metafore non immediate forse non adatte alla narrazione. Non entro nei dettagli (già avranno fatto i miei predecessori), ma ti rinnovo un consiglio: prova ad andare sul semplice, anche nella resa pratica della scrittura.
Totale. Riesco a scrivere alcune frasi con estrema eleganza e fantasia, ma sembra che poi tu faccia un passetto di troppo e il risultato è un’immagine talmente ricca da divenire confusionaria. Purtroppo, io non sono quel tipo di lettore a cui piace rileggere le frasi per comprendere la storia.
8. Luce e Buio - Alessio Magno ► Mostra testo
Non vado nella solita suddivisione perché ho avuto un problema in questa storia: non c’ho capito niente. Non intendo la scrittura: per quanto non capisca i contenuti, le frasi sono abbastanza chiare. Intendo proprio che non ho capito chi parla, cosa succede, chi sta come metafora per cosa. Sono sicuro che sia possibile capirlo, ma d’altra parte anche le mie difficoltà da lettore medio dovrebbero significare qualcosa riguardo il giudizio sulla storia.
Alcune cose che mi hanno lasciato col dubbio o mi hanno rallentato nella lettura:
• Il primo paragrafo mi è sembrato vago, tante parole che alla fine non dicono nulla con un feeling da raccontato. A cosa mi è servito leggerlo? Ha dettagli e informazioni utili per dopo? Non dico che non li abbia, ma non è stato un buon inizio per me.
• Sempre il primo paragrafo, il PdV femminile decide che vuole parlare col padre, e poi mi ritrovo un «Figlia…», ovvero il padre che interpella il PdV. Ho trovato sia dissonanza nel diritto di parola che mi sarei aspettato, sia nel concetto “ma non era lei a voler parlare con lui?”
• Nei dialoghi manca un contesto dove i personaggi devono agire, si ha l’effetto delle voci nel vuoto. Non so se sia un difetto, ma mi ha impedito di apprezzarlo.
Con ciò non voglio dire che sia un buon racconto, ma solo segnalare quei (forse miei) problemi che ho scorto nelle più letture che ho dato. Sono sicuro che chi è arrivato prima di me sia sceso più nel dettaglio nell’apprezzare o criticare il racconto, ma ho evitato di leggere altri commenti perché penso che non avrebbe avuto senso trovare una spiegazione nel lavoro di un altro.
Re: Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: sabato 2 gennaio 2021, 21:44
da Giorgia D'Aversa
Classifica1. Quelli dopo il primo, di Alessio Vallese
2. Ultimo giorno, di Stefano Moretto
3. Nuovi padroni, di Agostino Langellotti
4. L'uomo che credeva di aver più ragione di me, Luca Nesler
5. Macerie, di Filippo Santaniello
6. La ciotola laccata, di Alexandra Fischer
7. La commissione, di Jacopo Berti
8. Luce e buio, di Alessio Magno
CommentiNuovi padroni
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Ciao Agostino, piacere di rileggerti!
Avendo letto un po’ di tuoi racconti uno in fila all’altro continuo a notare una tendenza di miglioramento per quanto riguarda lo stile: mi fa piacere segnalartelo perché la differenza è evidente di mese in mese, quindi bravo. Per quanto riguarda il racconto, devo dire che l’ho trovato carino ma manca un po’ di mordente.
Mi spiego meglio: si tratta di una situazione abbastanza “classica” che mi ha lasciato poco dal punto di vista emotivo, per quanto il racconto scorra bene. Penso che qualche dettaglio più focalizzato (delle sue percezioni o pensieri) dal punto di vista del vecchio Barone avrebbe permesso di empatizzare meglio con lui. Certo, mi è spiaciuto per lui perché ha perso tutto quello che gli apparteneva, ma oltre a quel barlume di vicinanza mi sono sentita piuttosto distaccata nel corso della narrazione. Tema comunque centrato.
In bocca al lupo per la sfida!
L'uomo che credeva di aver più ragione di me
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Ciao Luca! Devo dire che ti leggo sempre con molto piacere, ma questa volta sono rimasta… spiazzata, sia in senso positivo che negativo.
Che dire sul “racconto”. Anche da tuoi precedenti commenti emerge con chiarezza l’intento goliardico che ne è alla base e devo ammettere che, nonostante sia evidente chi si tratti di una prova arrangiata (passami il termine), ho trovato la lettura piacevole.
Stile come sempre fluido da leggere e scorrevole, padroneggi bene la tecnica del mostrato e dunque sotto questo punto di vista ho poco da dirti. Ho notato che ti piacciono i twist finali (anche a me) e non posso dire di non aver apprezzato questo racconto/barzelletta: temo però che, per quanto divertente nel suo intento, trovi il suo limite più grande proprio in questo. Devo ammettere che faccio fatica a valutarti perché non mi fanno impazzire le scelte metanarrative (nel tuo caso è un po’ una scorciatoia rispetto al tema proposto), ma è indubbio che tu mi abbia strappato un sorriso e che il testo scorra bene, complice anche la brevità.
Buona sfida!
Ultimo giorno
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Ciao Stefano, eccomi con il mio commento!
Dunque, cercherò di dire la mia senza evitare di ripetere troppo quello che è già stato detto nei commenti precedenti.
Lo stile è molto buono, oltre a ciò che ti è stato già segnalato dai precedenti lettori non penso ci sia nulla da aggiungere: sicuramente la prosa rende il testo davvero scorrevole, immersivo e gradevole da leggere. In generale, il tuo stile mi piace e funziona, ho apprezzato i dialoghi perché offrono spunti interessanti e non sono forzati o banali.
Il problema principale del racconto è, come ti è già stato detto, il finale, tant'è che l'ho compreso al 100% leggendomi le tue risposte ai commenti. La battuta di chiusura è brillante e si inserisce in una serie di dialoghi nel complesso ben gestiti, ma non è sufficiente per colmare il buco creato dalle parole in più che ti sarebbero servite per rendere del tutto chiaro ciò che volevi far comprendere ai lettori.
Per quanto non sia una grande lettrice di fantascienza mi trovo anch'io d'accordo sul fatto che le immagini che hai inserito siano un po' trite e ritrite dalle classiche storie. Di contro ho apprezzato molto i riferimenti che hai fatto alla terza guerra mondiale, all'estinzione dei maiali (bella la battuta di dialogo sugli hot dog)... li ho trovati inserimenti accattivanti e avrei voluto più di questo, per costruire uno scenario diverso da quello solito. Sono consapevole che è difficile farlo in queste condizioni, ma vedendo del potenziale tra le righe del racconto mi pare giusto sottolinearlo :D
Detto ciò, tema centrato e giudizio positivo per quel che mi riguarda, buona sfida!
Macerie
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Ciao Filippo, piacere di (ri)leggerti!
Dunque, devo ammettere che questo tuo racconto non mi ha colpito come altre tue prove. Per quel che riguarda la mia opinioni, ci sono due problemi principali, direttamente collegati tra loro:
1. L'argomento scelto
2. Il distacco emotivo
Per quel che mi riguarda, non ho fastidio a leggere un racconto che riguarda una ferita (ancora) aperta del nostro Stato. Quello che non riesco ad apprezzare della tua prova è il distaccamento totale che si prova rispetto alla vicenda narrata, che invece si presta a un alto coinvolgimento emotivo: il narratore onnisciente, qui, sembra una voce fuori campo che ci racconta la tragedia di Francesca, come al telegiornale.
Frasi come "Il rumore che seguì ossessionerà Francesca finché vive." mi hanno dato una spinta verso l'esterno del racconto, non l'ho vissuto in maniera coinvolgente. Mi sono sentita distaccata e questa mancanza di empatia mi ha lasciato una buona dose di indifferenza piuttosto surreale verso degli eventi che invece hanno il potenziale di generare emozioni forti, belle o brutte che siano. Una narrazione più immersiva avrebbe sicuramente aiutato.
In bocca al lupo per la sfida!
Luce e buio
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Ciao Alessio, piacere di leggerti!
Dunque, devo dire che alla prima lettura sono rimasta confusa. Un bel po'. Come gli altri mi sono poi dovuta orientare nei commenti per comprendere davvero il senso (anche bello e impegnato) del tuo racconto: dalla chiusura ero convinta che la protagonista fosse una stella, solo dopo ci sono arrivata. E, anche se trovo carine le conclusioni a cui sono arrivata e a cui hai voluto portare il lettore, è abbastanza problematico che sia difficoltoso arrivarci in autonomia. Prima di tutto un racconto deve essere comprensibile, per poter essere apprezzato al 100%.
Sarebbe servito qualche indizio in più lungo il testo e magari una spiegazione più chiara nello spiegone finale.
Infine, per quanto l'alternanza dei dialoghi senza alcun beat li renda più rapidi e stimoli la curiosità sull'identità dei due, devo ammettere che ho trovato le linee di dialogo del padre un po' troppo verbose e pesanti: ok l'aura di "saggezza", diciamo, però spezzano il ritmo e finiscono per annoiare un po'.
Buona sfida!
La ciotola laccata
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Ciao Alexandra!
Temo che anch'io dovrò ripetere quanto già hai letto. Il ritmo del racconto è piatto, hai indugiato troppo in delle descrizioni anche molto caratteristiche, che forse collocate in quantità minore avrebbero permesso di eliminare la staticità della narrazione e di dare maggior risalto ad alcuni elementi salienti.
Ad esempio, la ciotola. Certo, è il titolo del racconto nonché il suo fulcro, eppure svetta solo alla fine nel ricco numero di oggetti che ti sei soffermata a descrivere. Anche io nutro qualche perplessità circa la chiusura che scivola verso una sorta di realismo magico: qualche elemento di semina all'interno del testo avrebbe giocato a tuo favore per accompagnare il lettore verso il finale, anche perché sicuramente sai creare testi d'atmosfera, come questo.
L'aderenza al tema non è ottima, hai condensato tutto nella battuta finale che sa di spiegone al lettore, infilata un po' a forza. Un peccato perché giocandotela sul realismo magico secondo me sarebbe uscito fuori un racconto molto più affascinante.
La commissione
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Ciao Jacopo, piacere di leggerti!
Dunque, non mi dilungherò troppo sulla questione della gestione dei punti di vista e sull'immersione, dato che chi mi ha preceduta ha già speso molte parole (che condivido) sulla questione. Aggiungo solo una cosa su questo tuo commento:
Il punto di vista del narratore esterno (onnisciente o meno), esiste da sempre e continuerà ad esistere e ad essere praticato, checché ne dicano i manuali di scrittura che, come qualunque cosa scritta, sono un genere testuale, soggetto a cliché, stilemi, esigenze dettate anche dal mercato e dalle mode.
Il narratore onnisciente ha proliferato nel passato, epoca in cui la stessa società e il contesto mediale erano di gran lunga differenti. Mi risulta difficile credere che ciò che funzionava secoli fa possa avere la stessa efficacia nel ventunesimo secolo, soprattutto visto l'ingresso di altri mezzi di comunicazione che hanno inevitabilmente modificato l'approccio alla lettura: il discorso è molto più complesso di così, ma sta di fatto che l'immersione nelle serie tv, videogiochi e in letteratura rappresenta una delle colonne portanti della contemporaneità (con tanto di studi di neuroscienze al seguito) e lo "show don't tell" diventa un consiglio per agevolare il processo. Poi ai posteri l'ardua sentenza :D
Per quanto riguarda il tuo racconto, tema interessante e argomento scelto molto toccante, presenta di base una profondità non indifferente. Tu hai gestito bene la scelta, anche se sono dell'idea che, togliendo qualche descrizione non necessaria a favore di maggiori dettagli concreti al posto giusto, avresti saputo veicolare maggior trasporto emotivo.
Io mi sono sentita piuttosto esterna alla narrazione, complice forse il punto di vista oscillante. Il lessico burocratico di Ariella distacca parecchio, fa analizzare il "caso" di Fortitude con occhio professionale... e il passaggio finale dal punto di vista di Fortitude non mi ha aiutata: snellendo la prima parte, togliendo pezzi riassunti come
La ragazza comincia a raccontare. Fa molte pause, riformula, non trattiene l’emozione, piange. L’interprete traduce, poi ripete le stesse cose. I colleghi di Ariella fanno domande, alla ricerca di contraddizioni.
avresti potuto rendere più efficace la seconda parte del flashback, andando anche ad approfondire la questione relativa al cambiamento e al suo essere strega, che ho compreso meglio dopo aver letto i commenti.
Ciao e buona sfida!
Quelli dopo il primo
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Ciao Alessio, piacere di leggerti!
Dunque, parto dicendoti che il tuo racconto mi ha convinta. Dal punto di vista stilistico te la cavi bene, con qualche accorgimento (non sto a segnalare nuovamente quello che chi mi ha preceduto ha sottolineato) il testo risulterebbe ancora più pulito e scorrevole; l'immersività c'è e te la cavi bene con le scene d'azione, che sono anche difficili da scrivere.
A parte quelle battute che sanno di "As you know, Bob" devo dire che la tua storia fluisce bene e senza intoppi anche alla seconda lettura, tutto è chiaro e gli elementi che servono alla comprensione del testo si trovano senza difficoltà. Potrà essere una storia "semplice", ma a suo modo è efficace e con me ha funzionato: molto molto carino il prete che si trova a dover combattere i varg!
Il tema è molto evidente anche senza la battuta di spiegazione finale di Don, che però riesce a dare un'altra chiave di lettura allo stesso tema.
Per me una buona prova, in bocca al lupo!
Re: Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: sabato 2 gennaio 2021, 23:55
da antico
Avete ricevuto tutte le classifiche.
Re: Gruppo NON CI SONO DEI OLTRE IL TEMPO: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 4 gennaio 2021, 15:07
da antico
Ecco a voi i miei commenti e classifica.
1) Quelli dopo il primo, di Alessio Vallese
Direi un esordio davvero ottimo su MC. Dimostri padronanza e controllo. Vero, non è originale, ma la differenza, spesso, la fa la l'esecuzione e qui è ottima. Gli spiegoni mi sono sembrati giusti e in grado di rendere il racconto un prodotto a se stante e quindi godibile a tutti, molto furbo anche in questo aspetto. Il tema l'ho visto nel cambiamento di Gio, anche se è forse l'aspetto meno convincente perché non lavori intorno al senso della frase, ma quasi solo sul concetto di cambiamento. Per me un pollice quasi su che non raggiunge il su completo solo ed esclusivamente per la questione legata al tema.
2) L’uomo che credeva di aver più ragione di me, di Luca Nesler
Lo ammetto, sono stato a un passo dal pollice su perché in prima lettura il racconto mi ha divertito e l'ho trovato geniale. Intendiamoci, lo trovo ancora decisamente buono, ma il gioco non regge nel momento in cui non sei riuscito, in qualche modo, a giustificare, la momentanea presa di coscienza dei personaggi, questo loro divergere dalle intenzioni dell'autore che poi si vendica rinnegando le affermazioni dei suoi stessi protagonisti. Serve un qualcosina in più anche se non so cosa. Detto questo, tema perfettamente integrato. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo brillante.
3) La Commissione, di Jacopo Berti
Non mi ha infastidito il cambio di pdv anche perché è limitato al ricordo e trovo che sia un'interessante deviazione sul tema, più che altro funzionale al racconto stesso. Detto questo, il racconto funziona meglio quando ti lasci andare a briglia sciolte. Ho letto le tue riflessioni a riguardo e, se ho capito bene, hai scritto il ricordo solo a serata inoltrata dovendo poi intervenire sul resto per starci nei caratteri... Ecco, tutto quanto precede quel pezzo è lento e forse troppo elaborato, in più sei dovuto intervenire per aggiustare la lunghezza e temo che questo abbia fatto saltare degli equilibri. Intendiamoci, per me rimane un pollice tendente verso l'alto in modo solido e lo posiziono davanti agli altri racconti con pari valutazione perché ha una notevole rilevanza sociale oltre a una costruzione estremamente curata, però va riscritto con particolare attenzione, se vuoi mantenere l'attuale impostazione, al personaggio di Ariella che, davvero, è ben poco rappresentativo e totalmente offuscato da Fortitude. Questo è uno di quei racconti che, forse più di altri, sarei interessato a pubblicare in Vetrina dopo un'adeguata fase di revisione.
4) Nuovi Padroni, di Agostino Langellotti
Un racconto solido anche se un po' statico nella seconda parte, subito dopo l'entrata in scena del figlio, dove rallenta visibilmente per reiterare il concetto del tempo che passa e con esso i rapporti di potere della società. Bene, ma non benissimo perché il lettore questo cambiamento, alla fine, non lo percepisce troppo. L'unico modo per farglielo arrivare anche a livello emozionale era il personaggio del Barone, ma è come se venisse eclissato dall'entrata in scena del figlio quindi il problema principale, a mio avviso, sta lì. Qualche suggerimento per eventuali prove: mantenere il "personaggio" dei lavoratori e farlo interagire con il Barone in fase avanzata del racconto (dito medio? insulti?), eliminare Panfilio e sostituirlo, eventualmente, con il figlio (che quindi sarebbe già in scena a inizio racconto e assumerebbe un ruolo di semplice spalla, supporto). Un'alternativa che, in effetti, riterrei migliore, sarebbe quella di lasciare il Barone come unico attore in scena (insieme ai lavoratori distanti) e lavorare solo e unicamente sulla sua manipolazione mentale della realtà con punto di svolta rappresentato dagli insulti dei lavoratori. Il senso di questi suggerimenti è quello di fare percepire in modo più vivo al lettore il dolore del tempo che scorre. Arrivando al dunque e quindi alla valutazione, direi un pollice tendente verso l'alto in modo solido perché l'immagine rimane bene in testa anche se, ovviamente, può migliorare ancora tanto.
5) Macerie, di Filippo Santaniello
Ho percepito anch'io un certo distacco emotivo dal racconto ed è un peccato perché il quadro che evochi è efficace e pieno di potenzialità. Il tema è percepibile, ma, anche qui, è come se lo sfiorassi limitandodi a evocarlo senza lavorarci a fondo. Del resto, non si può parlare di problemi di spazio perché ti rimanevano 1600 caratteri. Di contro, hai consegnato relativamente presto e questo fa propendere per una scelta consapevole, una decisione dell'autore. E qui arriviamo al punto perché non sono abituato a leggerti su un tono simile e credo tu abbia approfittato per sperimentare. Cosa ne è uscito? Un testo solido perché la tua penna è plus ultra (sì, sto guardando MY HERO ACADEMIA), ma con meno cuore di quello che avrebbe dovuto avere. Pollice tendente verso l'alto in modo solido e stessa votazione del racconto di Langellotti cui finisci, però, dietro perché, pur avendo problematiche importanti entrambi e sotto certi aspetti anche simili, paradossalmente l'immagine evocatami dal racconto di Agostino mi è rimasta maggiormente impressa in testa.
6) Ultimo giorno, di Stefano Moretto
Credo che il problema principale del tuo racconto risieda interamente nel finale perché è lì che dilapidi la costruzione precedente. Nello specifico: perdi tempo con la battuta sul clichè, totalmente inutile a mio avviso, quando invece avresti dovuto chiudere con un qualcosa di specifico sulla situazione appena vissuta (banalmente, spiegando in quel punto che alcuni cyborg hanno utilizzato quella tattica, mentre invece in un'altra battuta precedente hai totalmente sviato il lettore). In più: non è Olaf che va in pensione? E allora perché la battuta della pensione come se fosse rivolta al protagonista? Infine, non ci vedo molto il tema perché sì, c'è il cambiamento, ma non lo tratti affatto se non con la battuta sul cliché che, però, risulta, come specificato più sopra, assai problematica. Concludendo, per me questo è un pollice tendente verso l'alto, ma al pelo perché ho avuto la percezione che non sapessi bene dove andare a parare.
7) La ciotola laccata, di Alexandra Fischer
Di solito pecchi nelle connessione logiche degli eventi e qui accade poco e la problematica non è evidente anche se tendi sempre a dare troppo per scontati alcuni passaggi, tipo l'agente immobilare che chiude un occhio sulla ciotola, lo si percepisce al netto di una messa in scena che porta a pensare che non se ne sia accorto, e questo anche considerando che solo un attimo prima le aveva detto di prendersi tutte le scatole, cosa vuoi che sia una singola ciotola? Ecco, appunto, connessioni logiche che troppo spesso tendi a non mostrare correttamente o a ipervalutare in rapporto a quanto da te stessa già scritto. Detto questo, qui, appunto, ti concentri sulle descrizioni e sul cercare di fare passare l'immobilità e al tempo stesso lo scorrere del tempo e questo è evidente anche se troppo spesso cadi in eccessive lungaggini o ripetizioni dannose. A proposito della sovrabbondanza, direi che un esempio perfetto sta in questo "L’uomo accanto a lei aveva fretta: «Senta, signorina Burzi. L’avverto che ho fretta." Ecco, perché fare dire dalla voce narrante che aveva fretta quando poi è lui stesso che lo dice? Ho apprezzato che ti sia presa più tempo, ma come ulteriore sfida per le prossime edizioni ti invito anche a ragionare sull'asciugare il testo. Buttalo giù prendendoti tutto il tempo e poi mettiti a rileggerlo con un occhio specificatamente rivolto al tagliare l'eccedenza inutile, sfrondalo, rendilo più efficace. Arrivando alla valutazione, questo per me è un pollice ni tendente verso l'alto.
8) Luce e buio, di Alessio Magno
Ha assolutamente ragione Lenzi sulla questione disvelamento che andava fatto subito, anche per aiutare il lettore a entrare immediatamente nel racconto e fornigli già una prima chiave di lettura. Come lui, l'ho capito arrivato alla parola SOLSTIZIO e rileggendo il tutto dall'inizio, ma temo che un lettore casuale si sarebbe già disinteressato prima e questo è l'obbiettivo principale che dobbiamo porci con racconti brevi: non allontanare il lettore. Sullo sviluppo, poi, caschi male perché non ho mai apprezzato l'eccessivo uso di allegorie e mi è anche sembrato che in questo testo tu abbia dato molte verità per scontate. Il tema c'è perché lo presenti direttamente al lettore, ma non esce da un'esperienza di racconto vissuto dallo stesso. Concludendo, per me questo è un pollice ni piuttosto stiracchiato, lo vedo come un esperimento non riuscito e ci sta di sperimentare, sia chiaro.