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Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 19 gennaio 2021, 2:11
da antico
BENVENUTI ALLA SPECULARIA EDITION, LA QUINTA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 149° ALL TIME!Questo è il gruppo APACHE IN MIRROR della SPECULARIA EDITION con ANDREA VISCUSI, LINDA DE SANTI e ANGELA BERNARDONI nelle vesti di Guest Stars. Gli autori del gruppo APACHE IN MIRROR dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo DOG IN MIRROR.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo T-REX IN MIRROR. Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da ANDREA VISCUSI, LINDA DE SANTI e ANGELA BERNARDONI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso. Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del
RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo APACHE IN MIRROR:Thief at home, di Luca Fagiolo, ore 23.45, 4238 caratteri
Liquame nero, di Luca Nesler, ore 23.47, 4242 caratteri
L’attesa, di Davide Di Tullio, ore 01.00, 3852 caratteri
Caramella, di Dario Cinti, ore 00.54, 4227 caratteri
Dipende da come la vedi, di Davide Mannucci, ore 00.34, 4231 caratteri
Il popcorn nello specchio, di Alessandro Canella, ore 00.56, 4241 caratteri
Nives Safran, di Jacopo Berti, ore 00.47, 4057 caratteri
La contrazione relativistica dello spazio negli specchi, di Giuseppe De Micheli, ore 23.16, 4174 car.
L’Appeso, di Silvia Casabianca, ore 00.25, 4076 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 28 GENNAIO per commentare i racconti del gruppo DOG IN MIRROR Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 29 GENNAIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo DOG IN MIRROR e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora:
date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro. Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo. Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la
classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo DOG IN MIRROR.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti. BUONA SPECULARIA EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 22 gennaio 2021, 20:16
da MatteoMantoani
Salve a tutti, rompo il ghiaccio e posto per primo la classifica, con un riassuntino di quello che ci siamo detti nei relativi post. Mentre sono stato abbastanza sicuro su chi mettere tra i primi tre posti, ho sofferto un po' per le posizioni successive. Comunque complimenti a tutti, ho letto con piacere ciascuno dei racconti.
1) Dipende da come la vedi
2) Thief at home
3) L’attesa
4) Il popcorn nello specchio
5) Nives Safran
6) Liquame nero
7) L’appeso
8) La caramella
9) La contrazione relativistica dello spazio negli specchiEcco i miei commenti.
Dipende da come la vedi► Mostra testo
Ciao Davide, è la prima volta che ti commento. Ecco i miei suggerimenti al tuo pezzo.
Prime Impressioni. Sono colpito. Davvero niente male. Bella storia, complimenti.
Aderenza al tema. Lo specchio c’è, ma mi manca il discorso della vicinanza. Forse è da vedere come Pooh che è riflesso nello specchio, ma è vicino perché la morte è imminente. Aiutami tu.
Punti di miglioramento. Non saprei cosa consigliarti, ma se proprio devo, magari inserisci qualche elemento sensoriale in più: siamo nel mezzo di un incendio, allora potresti mettere gas che grattano la gola, cenere che fa lacrimare gli occhi, lo scricchiolio e il sibilo continuo delle fiamme, le ombre serpentine sulle pareti…
Altra cosa che volendo si può migliorare, la sbarra che attraversa la mano all’inizio è difficile da legare con quella che attraversa l’intero corpo. Cioè: il poveretto è trapassato da una sbarra che gli infilza contemporaneamente la mano e il corpo? Ci può stare, ma mi sembra un po’ improbabile.
Punti di forza. Il monologo del personaggio è ben reso, divertente, coi riferimenti alle situazioni passate, alla festa coi colleghi, le situazioni personali. Ti sei calato nel personaggio alla perfezione, ho provato una forte empatia per la voce narrante e questo porta solo punti a tuo favore. Insomma, tanto di cappello.
Conclusioni. Aggiungerei un pizzico di descrizioni sensoriali in più per descrivere l’incendio, ma per il resto davvero un ottimo pezzo. Potrebbe essere la partitura di uno spettacolo teatrale, già vedo un attore sul palco a interpretare il nostro sfortunato pompiere. Bravo.
Thief at home► Mostra testo
Ciao Luca, ormai ho fatto l’abbonamento ai tuoi racconti :D è la seconda volta di fila che ti commento.
Prime Impressioni. Ottima idea. Originale e con quella punta di sarcasmo che apprezzo sempre nei tuoi pezzi.
Aderenza al tema. Ci sta. Non obbietto sullo schermo a specchio, introdotto un po’ a forza per aderire al tema… d’altro canto anche io ho fatto qualcosa di simile :D
Punti di miglioramento. Diciamo che già dopo poche righe ho capito dove saresti andato a parare. Mi aspettavo qualche altro twist, ma diciamo che, avendo capito tutto subito, la trama mi è parsa un po’ scontata.
Piccole note: forse il pdv avrebbe potuto direttamente chiamare la polizia, senza andare diretto a casa sua a fermare il ladro? Forse il tema del reality dove si fanno cose illegali è un po’ troppo inverosimile? Magari la tua idea andrebbe declinata un po’ più verso la “tv pirata” con programmi non autorizzati, se capisci quello che intendo.
Punti di forza. Paradossalmente, il punto debole del tuo pezzo è anche il tuo punto forte, se leggiamo il racconto in chiave satirica. Ho veramente apprezzato la tua satira contro i programmi alla “Real Time TV”: il tuo grottesco show è una proiezione distopica della realtà. Ci sono già esempi simili nel cinema (un esempio per tutti il film “Live”), però l’idea di un romanzo con questa ambientazione non sarebbe male. Pensaci.
Sullo stile come al solito niente da dire. Pensandoci bene non so se il pdv può percepire correttamente l’ultima frase, visto che è in stato confusionale a terra. Magari l’avrei spostata prima dello shock elettrico, però capisco bene che non avrebbe avuto lo stesso impatto narrativo.
Conclusioni. Idea originale, trama un po’ scontata ma divertente. Che posso dirti? Uno dei tuoi migliori pezzi su MC. A rileggerci!
L'attesa ► Mostra testo
Ciao Davide. Piacere di rileggerti, dopo un po' di tempo. Ecco il mio commento.
Prime Impressioni. Ho riletto il pezzo più volte. Alla prima lettura non tutti i dettagli che descrivi permettono di capire pienamente il contesto e la tua ambientazione.
Aderenza al tema. Uno specchio c’è, ma mi manca totalmente il riferimento agli oggetti che sembrano più vicini. Aiutami a capire.
Punti di miglioramento. C’è qualche elemento di disturbo qua e là che spezza l’immersione. Le note di Mahler mi hanno fatto pensare a un campo di concentramento, baracche e neve l’hanno confermato, corpi macilenti e smagriti l’hanno confermato ancora, poi invece hai mostrato la svastica sull'uniforme e palesemente inserito la data del calendario… forse qualche elemento in più avrebbe aiutato a comprendere il contesto fin da subito, senza doversi ritrovare alla fine con questa sgradevole sensazione di non aver capito niente e di vedersi spiegare tutto dall'autore alla fine. Perché non mettere qualche elemento di più nelle divise dei soldati a metà racconto? Le svastiche direttamente sulle loro uniformi? E mostrare qualche ufficiale delle SS con tanto di teschio sul berretto? Sarebbe magari stato più chiaro così dove ci trovavamo.
Il riferimento allo spettro mi ha proprio fatto pensare… a uno spettro! Un fantasma, solo dopo ho capito cosa volevi dire. Anche qui, fai attenzione a non confondere il lettore.
Attenzione! Mahler era ebreo, quindi non so se la sua musica sarebbe stata la prima scelta, in una caserma nazista. Qui chiedo a te, perché in realtà il mio è solo un dubbio. Per evitare questioni, magari la prossima volta buttati su Wagner.
C’è qualche piccola imprecisione nel linguaggio che usi, e qualche refuso. Effetto MC, quindi a posto.
Punti di forza. L’attesa nel campo militare mi è piaciuta, anche questa lotta per la sopravvivenza in un clima ostile. Ho sentito la fame, il freddo, e l’urgenza di arrivare in tempo a prendere il rancio, le malattie... La tua narrazione immersiva è, in alcuni tratti, riuscita molto bene.
Conclusioni. Mi manca un po’ di attinenza al tema, e un po’ di contesto in più fin dall’inizio del racconto per figurarmi meglio le scene. Comunque un lavoro che ho apprezzato.
Il popcorn nello specchio► Mostra testo
Ciao Alessandro, piacere di rileggerti. Ecco il mio commento al tuo pezzo.
Prime Impressioni. La fantascienza è sempre stato il mio genere preferito. Questa storia mi è piaciuta, anche se per comprendere tutto ho dovuto leggerla due volte.
Aderenza al tema. Lo specchio c’è. Il tema della lontananza/vicinanza dei riflessi… mmm.. aiutami tu.
Punti di miglioramento. Di sicuro c’è un significato che non ho colto nei nomi dei personaggi. Ho provato ad anagrammarli, ma non è venuto fuori niente. Se non c’è nessun gioco coi loro nomi, ti consiglio di mettere dei nomi più normali la prossima volta. La prima battuta di dialogo confonde un poco, perché all’inizio l’avevo messa in bocca al professore. È il problema di quando si vuole rendere un dialogo che inizia alle spalle del pdv, anche io ho difficoltà a renderlo bene, quindi non saprei darti una soluzione. Ho sia sorriso che storto un pochino il naso ai modi schietti dell’assistente del prof. Magari avrei alleggerito un po’, per renderlo più verosimile. Anche i dettagli tecnici sono un po’ tanti, di solito li apprezzo nei racconti di fantascienza, però in un pezzo così corto rischiano di rendere tutto un po’ confusionario.
Punti di forza. Il tuo pezzo ha stimolato i ricordi dei miei film preferiti, in special modo ho visto un po’ di Stargate in questo specchio nell’hangar e l’organizzazione paramilitare dell’esperimento. Il pop corn è un elemento originale, che dà quel tocco in più che rende la lettura piacevole: la contrapposizione oggetti ordinari/oggetti straordinari è sempre una buona carta da giocare. L’idea poi di questo pop corn da gustare in eterno mi ha fatto di nuovo sorridere.
Conclusioni. Il tuo pezzo mi è piaciuto, ma ho trovato la lettura soddisfacente solo a un secondo tentativo, per le cose che ti ho segnalato.
Nives Safran► Mostra testo
Ciao Jacopo. Piacere di leggerti. Ecco il mio commento al tuo racconto.
Prime Impressioni. Sono combattuto. Il tuo pezzo è per me di difficile interpretazione e valorizzazione all’interno di un gruppo che ha fatto scelte molto diverse dalle tue.
Aderenza al tema. Ci sono gli specchi, la vicinanza/lontananza no. Aiutami anche tu, se vuoi.
Punti di miglioramento. Il tuo pezzo è sui generis. Una voce narrante descrive una professoressa che si veste solo di specchi con tono quasi leggendario. Di certo questo è l’incubo di tutti gli studenti, ovvero quello di vedere la propria immagine riflessa nei momenti di disagio, un archetipo che richiama un po’ a Dorian Gray. Però, il tuo pezzo manca di una trama ben definita, è un po’ come il Nyarlathotep di Lovecraft, in cui viene descritta minuziosamente una specie di figura archetipa portatrice di disagio/distruzione/calamità, però in sostanza non c’è altro. Non so, alla fine della lettura sento che manca qualcosa. È come se fosse un bel quadro, di cui però si apprezza più la cornice che il quadro stesso. Non so se rendo l’idea.
Punti di forza. Tutto il tuo pezzo trasuda descrizioni e immagini poetiche, che mi sono piaciute molto. La frase iniziale, in cui descrivi la professoressa attraverso tutti i riflessi dei suoi abiti, è bellissima, anche se un pochino spiazzante, ad una prima lettura. L’idea stessa è molto bella, originale e senza dubbio difficile da rendere in un racconto. Per questo lodo il tuo coraggio e la tua inventiva.
Conclusioni. Insomma, una bella istantanea di un archetipo o un concetto profondo, però a livello narrativo cosa resta? Deve essere colpa mia, che sono poco avvezzo a questo genere. Il tuo posizionamento in classifica sarà dovuto a questo mio gusto personale, ma oggettivamente trovo il tuo pezzo molto evocativo, capace di trasmettere emozioni e sense of wonder. Mi piacerebbe molto capire se questa tua idea sia inseribile in una narrazione: magari uno studente che si ritrova a fare un esame con questa prof, con tutti gli equivoci del caso. Però non so se era nelle tue intenzioni. In ogni caso complimenti e buona fortuna per la gara!
Liquame Nero► Mostra testo
Ciao Luca. Eccomi a commentare un tuo racconto per la prima volta, anche se conosco e leggo i tuoi pezzi da tempo, anche se non lo sai (..risata malefica..)
Prime Impressioni. Inzomma… rispetto ad altri tuoi lavori questo mi è piaciuto molto meno. Ci manca quella punta di ironia o quel twistone finale che riuscivi a rendere molto bene. Questo mi pare più una partita a resident evil finita male. Mi spiace.
Aderenza al tema. Lo specchio c’è, ma sul discorso della lontananza degli oggetti ti chiedo un aiuto. La tipa vede se stessa trasformarsi in uno spillone, è un presagio del futuro? Della malattia che cova dentro? Cioè: il pericolo è più vicino di quanto immagini?
Punti di miglioramento. Renderei più chiaro il finale. Non ho capito se il liquame nero è il sangue rappreso di una ferita molto grave, oppure l’inizio di una malattia che conduce alla metamorfosi in spillone. Propendo per la seconda ipotesi (che mi sembra più plausibile). Magari avresti potuto soffermarti di più sul fatto che gli spilloni hanno il sangue nero…
Le scene d’azione sono divertenti, però ho dovuto tornare indietro un paio di volte per capire tutto. Complice qualche refuso, qualche verbo usato impropriamente… comunque tutte cose migliorabili.
Punti di forza. La tua ambientazione mi piace, anche se fa troppo già visto. Gli spilloni sono la cosa più originale, con questa proboscide che esce dalla bocca (andando proprio a cercare qualcosa di simile, mi viene in mente l'infested terran di Starcraft). Sarebbe una metamorfosi della lingua? Infatti la tipa alla fine sente la lingua pizzicare… ho capito bene?
Conclusioni. Per quanto abbia letto il pezzo con piacere, per me sai fare molto di meglio. Forse il tema non ha attecchito granché ma, ad esempio, il tuo racconto dell’edizione precedente mi è piaciuto di più (paradossalmente, visto che lì hai palesemente dichiarato che non avevi idee), proprio perché lì ho ritrovato quel tuo stile personale che mi piace. Ti direi di sfruttare di più i tuoi punti di forza: l’ironia che ti contraddistingue, la narrazione semplice e incisiva, le trame originali che hai dimostrato di saper inventare. Alla prossima!
L'appeso► Mostra testo
Ciao Silvia, piacere di leggerti e benvenuta su Minuti Contati. Ecco il mio commento al tuo pezzo.
Prime Impressioni. La prima cosa che ho notato, è il tuo stile, cui cambierei qualcosina. Per il resto la trama mi è piaciuta, col ribaltamento della prospettiva creata da Matilde che si appende alla scala, che rivela il suo stato d’animo rispetto alla sua situazione famigliare (la bocca che diventa triste, dimmi se ho colto il succo)
Aderenza al tema. Il ribaltamento rimanda alla riflessione dello specchio, ma per quanto mi sforzi fatico a trovare riferimenti agli oggetti lontani/vicini. Forse sono i problemi famigliari, che paiono cose lontane, o che Matilde tende ad allontanare, ma in realtà sono cose che la riguardano, come scandito dal cambio della sua espressione data dalla prospettiva. Dimmi che ne pensi.
Punti di miglioramento. Al di là della trama, che mi è piaciuta, ti consiglierei di iniziare a prendere in mano le tecniche narrative dello show don’t tell (in questo forum le tecniche in questione stanno spopolando, e spesso e volentieri chi arriva a buone posizioni le usa ad ampie mani nei suoi racconti).
Ti porto un esempio di qualche frase che secondo me, al di là dell’uso del mostrato/raccontato, cambierei ad ogni modo: Quando hai dieci anni però, hai ancora il dono di scordarti presto della disperazione. Questa frase non è un pensiero di Matilde, ma proprio un’intromissione dell’autore. Frasi del genere sono spesso causa di una rottura dell’immersione, cioè sottolineano al lettore che sta leggendo una storia, scritta da qualcuno, e l’illusione di vivere una vicenda in prima persona nei panni dei personaggi si rompe.
Punti forti. Il rimando a una realtà famigliare turbolenta, le ansie di una ragazzina che vive in prima persona i litigi dei suoi genitori, e il risveglio della madre dopo la follia di appendersi per i piedi di Matilde, sono ottime idee che se ben sviluppate possono condurti a scrivere una storia veramente coinvolgente. Il lettore prova empatia per Matilde, percepisce le sue sofferenze e vuole anche lui trovare una soluzione ai suoi bisogni.
Conclusioni. Bella la storia, bella l’idea. Non trovo tutti i riferimenti al tema della gara, ma magari qui aiutami tu. In generale, se avessi usato una narrazione un pochino più indirizzata all’immersione del lettore, avrei apprezzato il pezzo molto di più. Insomma: a mio parere le basi ci sono, adesso puoi solo giovare dallo studio delle tecniche narrative che porteranno vero lustro alle tue storie. Se invece sai già di cosa parlo, allora chiedo venia.
Naturalmente, l’uso del raccontato vs mostrato è uno dei temi caldi che affrontiamo nelle nostre discussioni, e i miei sono solo pareri personali, tu puoi tranquillamente sentirti soddisfatta del tuo lavoro, e continuare così. Buona fortuna!
La Caramella► Mostra testo
Ciao Dario, piacere di leggerti. Ecco il mio commento al tuo pezzo.
Prime Impressioni. Solo a una seconda rilettura ho capito che il Sovrintendente/Imperatore aveva un fratello e così ho potuto capire il succo della trama. Tuttavia, ho sento di avere ancora un po’ di confusione in testa, specie sul finale.
Aderenza al tema. Vedo una situazione speculare: due fratelli a capo di una fazione e una bambina. Mi manca la vicinanza, ma forse anche qui si può leggere la trama come: la situazione dei capi oltreoceano non è per niente diversa da quella che c’è qui vicino in Eurasia. Un pochino stiracchiata secondo me, perché un po’ difficile da cogliere, sempre che sia l’interpretazione giusta.
Punti di miglioramento. Ci sono un po’ troppi refusi che hanno ostacolato non poco la fluidità della lettura (ad esempio il sovrintendente che diventa imperatore). Effetto MC, mi spiace. Anche le battute di dialogo sono un pochino didascaliche, e non rendono facile comprendere che c’è un fratello perduto. Mi manca del tutto capire il simbolismo del finale, con la caramella spaccata in più parti. Forse qui volevi contrapporre la generosità della bambina 2 alla spocchia della bambina 1? Non so come altro interpretarlo…
Punti di forza. Molto interessante la guerra totale tra continenti, e anche alcuni particolari, come la piaga sul naso dovuta all’eccessivo utilizzo della mascherina. In genere il tuo stile immersivo mi piace, hai introdotto parecchi elementi sensoriali che aiutano non poco a immergersi nel personaggio.
Conclusioni. Peccato per i numerosi errori che hanno impedito il giusto fluire del racconto, e per qualche riferimento non molto chiaro al fratello. Anche il finale e il significato simbolico della caramella mi sfuggono. Penso che con più tempo e più spazio potresti portare veramente allo splendore questa pietra un po' grezza.
La contrazione relativistica dello spazio negli specchi► Mostra testo
Ciao Giuseppe. Piacere di leggerti. Ecco il mio commento al tuo pezzo.
Prime Impressioni. Mi metti in seria difficoltà. Il tuo pezzo non è un racconto. È una tua lunghissima disquisizione (peraltro molto divertente) intorno al tema della gara.
Aderenza al tema. Più di così, si muore :D
Punti di miglioramento. Il problema principale, è che ti rivolgi direttamente al lettore e, addirittura, agli utenti di Minuti Contati. Il tuo non è un racconto, non è narrativa: è un tuo post in questo forum.
A parte questo, mi sono un momentino perso sul motivo per cui nello specchio il sopra è sotto, perché lo dimostri a partire dal postulato che lo specchio inverte le cose. Insomma, la tua dimostrazione è tautologica, ma la vedo come una battuta comica, quindi va bene.
Punti di forza. Ho seguito con interesse tutta la tua disquisizione, proprio perché sei molto simpatico, le battute che fai sono divertenti, specie il whisky e il gatto che combatte contro se stesso ma non può vincere perché il gatto riflesso vive andando verso il passato. I vecchietti in autostrada e il gioco del berretto sono la ciliegina sulla torta. Tutto molto divertente. Complimenti.
Conclusioni. Se vediamo il tuo pezzo come il canovaccio per un intervento in un cabaret, allora niente da dire. Ci sta, è molto divertente, coinvolge chi come me ha una formazione scientifica ed è avvezzo a seghe mentali del genere. Però, attenzione, potresti non incontrare tutti i palati. Se chiedi espressamente a qualcuno di seguire una dimostrazione logica di qualcosa (anche se ironica, come questa), puoi seriamente rischiare di annoiare, o di scoraggiare in partenza il lettore. Il titolo stesso del tuo pezzo può spaventare.
Insomma, mi dispiace perché nello stilare la classifica devo dare la priorità a chi ha voluto tentare di costruire un racconto, però se fosse una gara tra copioni teatrali, penso che ti metterei in cima. Insomma, se alla fine sarai giù nella mia classifica, non leggerla come una stroncatura, ma come un invito a coniugare le tue idee all’interno di un vero impianto narrativo.
Detto questo, comunicaci la marca del whisky ;) Buona fortuna, spero di rileggere un tuo pezzo!
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: sabato 23 gennaio 2021, 16:44
da EricaMartelli
Buon pomeriggio!
Ecco la mia classifica. Esercizio difficilissimo e chiedo venia per l'inesperienza. Spero di migliorare nei prossimi tornei:). Sono comunque in assoluta ammirazione per tutti i concorrenti.
1) L’appeso
2) Dipende da come la vedi
3) L’attesa
4) Thief at home
5) Liquame nero
6) Il popcorn nello specchio
7) La caramella
8) Nives Safran
9) La contrazione relativistica dello spazio negli specchi
Thief at home, di Luca Fagiolo
Ciao Luca. E’ la mia prima partecipazione e probabilmente il mio commento sembrera’ poco raffinato, ma ci provo! Innanzitutto, ho letto con piacere il tuo racconto. L’ho trovato fluente e con i ritmi giusti. La narrativa era ben articolata e anche il dialogo. Complimenti per aver messo insieme una storia dal tema attuale e pseudo-distopica. Forse avrei lavorato a un finale un po’ piu’ d’impatto, con un elemento un po’ piu’ a sorpresa rispetto al semplice rientro a casa del protagonista arrabbiato. Ma sto sperimentando sulla mia pelle che con poco tempo e testo a disposizione non si puo’ fare tutto.
Liquame nero, di Luca Nesler
Ciao Luca. Mi sento un po’ imbarazzata a commentare il tuo racconto perche’ sono alla mia prima partecipazione e mi sembrate tutti fantastici! Quindi perdona se non sara’ un commento particolarmente tecnico. Allora, impressione a caldo e’ che, nonostante si legga bene, la descrizione dell’avventura della protagonista sia un po’ troppo lunga, e mi ha annoiata. Forse perche’ mi sono ritrovata un po’ nei cliché dei film di questo genere: tempo limitato, ostacoli che si schivano, altri no, corsa, corsa corsa, conquista. Il finale mi ha lasciata leggermente confusa: Ambra si vede mutare nello specchio, ma e’ solo un’impressione, tutto bene..ah no, perde liquame nero quindi sta mutando davvero. Il tema secondo me e’ centrato e ammiro l’immaginazione nel ricreare comunque lo scenario.
L’attesa, di Davide Di Tullio
Ciao Davide, piacere di leggerti! Sono alla mia prima volta qui, e mi sento in imbarazzo a commentare racconti di scrittori ben piu’ esperti. Mi butto! Il tema mi e’ piaciuto molto, soprattutto la parte finale in cui si evince il ‘colpo di scena’. Confesso che qualche imprecisione qua’ e la’ mi hanno distratta, ma so di doverci fare l’abitudine. Io stessa nel mio racconto ho inserito veri e propri errori grammaticali che non ho riletto. Mi piace che il racconto non si fermi alla superficie delle cose ma che tu abbia incastonato qua e la’ riferimenti piu’ sottili. Secondo me da elogiare considerando il formato della gara.
C’e’ un passaggio specifico che non ho colto: «Resta all'asciutto, pivello.» A cosa si riferisce questo commento? Cosa significa?
Caramella, di Dario Cinti
Ciao Dario, piacere di leggerti. Questa e’ la mia prima prova e mi imbarazza commentare autori con esperienza. Perdona se non sara’ un commento particolarmente raffinato il mio! La storia mi e’ parsa molto articolata, con diverse pieghe, con un contesto che anche se non spiegato sembra importante. Pero’ confesso di aver fatto davvero fatica a seguire e ho dovuto rileggere due volte per cogliere bene tutto. Tanti refusi che mi hanno distratta e non hanno aiutato (ma ora so bene come funziona, ne ho fatti anch’io). Non essendo un genere che leggo forse e’ colpa mia non essere riuscita a cogliere alcuni significati: cos’e’ il Big Boy? Perche’ la bambina vuole dividere la caramella?
Infine, un commento specifico sull’inserimento della parola ‘fratello’ nei dialoghi. Immagino che lo scopo fosse appunto per far capire la relazione tra i personaggi, anche se poi l’ho visto usato anche fuori dialogo e l’ho decisamente preferito. “Verrai con me all’incontro, fratello”mi sa tanto di traduzione di film americano piuttosto che di una colloquialita’ italiana.
Dipende da come la vedi, di Davide Mannucci
Ciao Davide, piacere di leggerti. E’ la mia prima volta su MC, quindi perdona se non mi sono ancora fatta le ossa nemmeno con i commenti. Il tuo racconto mi e’ piaciuto molto, davvero piacevole da leggere, coerente e mi ha fatto immedesimare molto velocemente con il protagonista. Carina l’idea di Pooh che si anima, cosi come la dualita’ tra le cose belle e quelle terrificanti. Come fedele seguace di Grey’s Anatomy capisco il riferimento, non casuale tra l’altro visto che molte puntate girano attorno a temi simili. Complimenti!
Il popcorn nello specchio, di Alessandro Canella
Ciao Alessandro, piacere di leggerti! Sono al mio primo intervento su MC, quind perdona se anche I miei commenti non sono molto sofisticati! Bel racconto, l’ho letto volentieri e sicuramente il tema l’hai centrato. Ho perso qualche minuto a cercare di capire se i nomi propri fossero un riferimento particolare, un’anagramma o altro ma poi ho lasciato perdere. Mi piacerebbe saperlo se tornerai a commentare! Una sensazione generale e’ che il racconto fosse molto piu’ lungo e tu l’abbia dovuto tagliare (cosa che e’ successa anche a me, appunto alla mia prima prova) ma hai fatto un buon lavoro lasciandolo comprensibile. Mi e’ piaciuto il riprendere il tema del pop corn nel finale, visto che mi chiedevo come mai tanto del prezioso spazio a disposizione fosse stato loro dedicato. Tutto logico alla fine!
Nives Safran, di Jacopo Berti
Ciao Jacopo, piacere di leggerti! Sono al mio primo intervento su MC, quindi perdona se anche i miei commenti saranno acerbi. Ho trovato il tuo racconto radicalmente diverso dagli altri che ho letto. Mi sono piaciute la poesia e la leggerezza delle descrizioni, anche se alcune arrivate al limite della (mia poca) immaginazione. Stuzzicanti i riferimenti a Pirandello e molto azzeccati nel contesto del personaggio. In generale, l’ho trovato difficile da leggere e un po’ criptico. Il tema e’ centrato, ma ho fatto fatica sia a capire la trama che a leggere il testo, complici frasi molto lunghe. Probabilmente cercherei di accorciarle perche’ anche se non lette ad alta voce, mi lasciano l’effetto ‘fiato trattenuto’ prima di arrivare al punto.
La contrazione relativistica dello spazio negli specchi, di Giuseppe De Micheli
Ciao Giuseppe, piacere di leggerti! Sono nuova e chiedo perdono in anticipo di commenti che probabilmente non sono ancora abbastanza maturi.Ma ci provo! Innanzitutto, ho trovato il tuo pezzo decisamente…diverso. Lettura piacevole, che mi ha fatto sorridere. Non sono sicura sia un racconto, ma altri concorrenti piu’ esperti spero commenteranno in merito. Mi e’ piaciuto come hai inserito il tema dello specchio adottando la visione dallo specchietto retrovisore. Da un punto di vista della trama non credo purtroppo ci sia molto da commentare, pero’ un buon esercizio stilistico che mi ha fatto passare qualche minuto piacevole.
L’Appeso, di Silvia Casabianca
Ciao Silvia, piacere di leggerti! Sono nuova, alla prima prova, quindi perdona un commento che non sara’ esaustivo come chi ha piu’ esperienza. Il tuo racconto l’ho letto volentieri, l’ho trovato semplice da seguire e con una trama chiara. Ho colto bene il tema dello specchio come ribaltamento/dualismo. Forse avrei sviluppato un po’ di piu’ la seconda parte del racconto, in particolare il finale, rispetto all’introduzione del tema del luna park iniziale (che capisco fosse necessaria a contestualizzare l’incontro con la zingara e l’apparizione della carta). In generale pero’ mi e’ piaciuto il ritmo narrativo, la logica dell’appeso spiegata dalla zingara in quel contesto e come sia riapparsa nel finale. Un piccolo appunto sull’introduzione: il fatto che la descrizione si incentri sull’esperienza del luna park della bambina crea un po’ l’illusione che il racconto vada da un’altra parte (e’ sola? Accompagnata? Scappata? Che fa al luna park?), ma poi non e’ cosi e sembra un po’ persa. Complimenti in ogni caso per un racconto davvero carino.
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 24 gennaio 2021, 20:47
da antico
Avete ricevuto due classifiche di cui una con problemi ci caratteri nei commenti (ma ho già provveduto ad avvertire l'autore e sistemerà). Dovete dunque ancora ricevere sei classifiche.
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 25 gennaio 2021, 15:45
da maurizio.ferrero
Thief at home
Bel racconto! Ironico, ben scritto e con la giusta punta di critica sociale. L'ambientazione futuristica ma non troppo si sposa bene a una realtà in cui i reality show sono diventati sempre più estremi, fino a ottenere permessi per compiere reati a telecamere accese.
Ti direi che funziona tutto, e il tema è ben inserito, ma se proprio devo trovare il pelo nell'uovo ti dico che il finale non mi ha convinto del tutto. Non mi aspettavo un plot twist, ma forse qualcosa di più feroce, in grado di scavare più a fondo nella critica sociale che proponi.
Se il protagonista avesse ammazzato il ladro in un accesso d'ira, ma il suo crimine non avesse avuto conseguenze perché parte di un reality, sarebbe stato fantastico.
Ma forse sono fantasie mie che mi diverto sempre a portare alle estreme conseguenze tutto ciò che scrivo.
Racconto molto buono, complimenti.
Liquame nero
Se mi proponi un'ambientazione post-apocalittica mi catturi immediatamente, quindi partiamo già bene.
Il racconto mi è in linea di massima piaciuto, anche se ho notato qualche criticità e punto di miglioramento.
La terza persona che hai utilizzato non mi sembra l'ideale per questo tipo di narrazione, tutta in mostrato e incentrata su un solo personaggio. Se avessi utilizzato la prima, il racconto sarebbe risultato migliore.
Per quanto riguarda l'ambientazione, risulta tutto molto "classico del genere" (e non è necessariamente un male), ma avrei voluto sapere qualcosa di più su questi Spilloni. Proboscide a parte non sono riuscito a immaginarmeli, né ho capito da cosa derivi il loro nomignolo. Per la protagonista sono la consuetudine, quindi una descrizione buttata lì avrebbe stonato, quindi avresti dovuto cercare un espediente per inserire comunque la descrizione. Uno spillone morto in circostanze bizzarre? Poi però ti si sarebbe presentato il problema dei caratteri.
Il tema c'è ed è chiaro, ti faccio solo notare che arriva e si conclude veramente troppo tardi nell'economia del racconto. Sembra messo lì per dire "ok, e il tema ce lo siamo levato".
L'attesa
Ho intuito verso metà del racconto che il protagonista fosse un nazista, più precisamente nel momento in cui descrivi lo "spettro", ma già prima avevo capito che c'era qualcosa che non andava. L'ambientazione descritta mi avevano sì fatto pensare a un campo di concentramento, ma la libertà nei movimenti che il protagonista godeva mi sembrava sospetta, tanto che per qualche momento ho pensato che si potesse trattare di qualche distopia o ambientazione apocalittica.
In ogni caso il racconto è buono e ben condotto, anche se ho avuto l'impressione che si perdesse un po' nel finale. O meglio, personalmente il colpo di scena non mi è arrivato, quindi la chiusura l'ho vista un po' troppo scontata.
La scrittura è buona, ottime padronanza del mostrato.
Per quanto riguarda il tema ho capito dove sei voluto andare a parare (confermato anche dai tuoi precedenti commenti). Per quanto mi venga da dire che il tema è presente, forse manca qualcosina per averlo al 100%. Magari un po' di vicinanza anche dai punto di vista empatico del protagonista ai prigionieri.
Ad ogni modo è un buon racconto.
Caramella
Ci proponi un pezzo di genere distopico e post apocalittico che gioca bene su una possibile evoluzione dei governi. Nelle idee ci ho visto un po' del Valerio Evangelisti di Metallo Urlante. Amo questo genere di cose.
Il racconto soffre però di qualche criticità. Refusi a parte, come già ti è stato segnalato ("Titania vola scende le scale" è una mazzata, ma dato l'orario di consegna capisco che tu non abbia avuto molto tempo per lavorarci) ho avuto qualche difficoltà a seguire la vicenda a una prima lettura. Troppe informazioni (alcune non dette completamente e lasciate all'immaginazione del lettore) compresse in troppo poco spazio. Si capisce grossomodo la vicenda e cosa stia accadendo, ma la sensazione che se ne ha alla fine è che ci sia stata rivelata solo una piccola, insignificante parte del tutto.
Ho avuto un po' di difficoltà a individuare il tema, ma poi ce l'ho fatta. Due mondi speculari che necessitano ognuno delle cose dell'altro (che siano vaccini o caramelle) e che danno valore a ciò che non possiedono.
Insomma, un buon lavoro, ma non brillante. Se avessi avuto più spazio e tempo e disposizione sarebbe riuscito molto, molto meglio.
Dipende da come la vedi
Il tuo racconto mi è piaciuto molto. PdV ben mantenuto, flusso di pensieri coerente con il personaggio e sufficientemente disperato a causa della situazione. Le reiterazioni di frasi che acquistano nuovo significato nel corso della storia mio sono sempre piaciute, e "il pompiere paura non ne ha" è un vero tocco di classe.
Insomma, sono contento di aver letto un bel racconto.
Per quanto mi riguarda, il tema è centrato.
Ti segnalo qualche punto di miglioramento: il personaggio si trova in un edificio in fiamme, avrei giocato molto più sulle sensazioni di soffocamento, olfattive e di (mancanza di) visione.
La lunga frase detta da Pooh ("Ho parlato io...", ecc.) poteva essere spezzata da qualche beat per renderla più dinamica.
Per il resto, poco altro da dire. Ottimo lavoro!
Il popcorn nello specchio
La storia di fantascienza che ci proponi si lascia leggere con piacere, anche se credo che non brilli a sufficienza per rimanere impressa. Manca un qualcosa, un guizzo, che la renda davvero interessante e soprattutto renda interessanti i personaggi, presentati come due scienziati abbastanza anonimi (esclusa la predilezione per i pop corn di uno dei due).
Molto carina l'idea della realtà fissata nello specchio e le caratteristiche con cui la proponi (mi è piaciuta molto l'immagine del vetro infranto che rimane al suo posto).
La scrittura è buona, anche se ho l'impressione che verso il finale tu abbia dovuto tagliare: il collasso della realtà fissata e la conclusione della vicenda avvengono a un ritmo troppo rapido rispetto al resto del racconto.
Il tema c'è, ed è anche piuttosto chiaro: si parla di veri oggetti al di là dello specchio.
Insomma, il mio giudizio è che il tuo sia un racconto carino e ben scritto, a cui però manca quel "qualcosa in più" per essere davvero interessante.
Nives Safran
Pezzo molto poetico, le descrizioni si lasciano leggere con piacere e sono molto evocative.
Il personaggio che descrivi (perché in fin dei conti il racconto è una lunga dissertazione su un singolo personaggio) è molto interessante e non sfigurerebbe in un'opera più lunga. Piazzata qui, in un testo così breve, non trova il giusto spazio e impedisce ai lettore di comprendere le reali motivazioni alla base della sua trasformazione.
Immagino che ognuno possa vederci un po' "quello che vuole", e ciò si sposa bene con gli abiti di specchi della professoressa, ma il tutto, e soprattutto la domanda finale, lascia una sensazione di insoluto troppo grande.
Manca insomma un succo della vicenda. "Persone che fanno cose", per dirla facile.
Non ho ben capito come il tuo testo si sposi con il tema: ci sono gli specchi, ma non la questione legata alla prospettiva. Almeno, io non l'ho percepita. Ti direi quindi che il tema è solo sfiorato.
La contrazione relativistica dello spazio degli specchi
Punto numero uno: voglio sapere la marca di whisky che bevi perché deve essere buonissima.
Punto numero due: ho difficoltà a valutare questo racconto. Come breve testo comico è fantastico e si sposa perfettamente con il tema. Insomma, complimentoni.
Però (ed è un grosso però) non è un racconto. Non c'è una storia, ma un lungo e divertente monologo che non sfigurerebbe in qualche post virale sui social network.
Sei tu autore a parlarci di una tua, passami il termine, esilarante sega mentale, ma la cosa si ferma lì. Insomma, molto divertente, ma se devo giudicarlo come storia... Eh, mi risulta complesso.
La storia del whisky nella tazza da cappuccino mi ha fatto molto ridere.
L'appeso
Il tuo racconto è ricco di sentimento e la storia presentata presenta un buon filo conduttore, se visto dagli occhi della bambina protagonista. Mi sfuggono alcuni dettagli (tipo la bambina che all'inizio fugge nel luna-park, dove non si è capito come sia arrivata; probabilmente si trovava lì con i suoi, ma poi non c'è nessun dettaglio che faccia intuire che l'abbiano cercata).
Gli elementi descrittivi che sottoponi sono ricchi di fascino, e giochi bene sugli odori e sulle sensazioni visive.
Purtroppo, da un punto di vista più tecnico, lo stile utilizzato non è chiaro e questo problema rende tutto il racconto piuttosto pesante. Nella stessa scena passi a utilizzare un narratore onnisciente (es. "Si voltò: sulla faccia le grinze di un vissuto intenso, sugli occhi lo scintillio di chi cerca la verità, a suo modo." qui sei chiaramente tu che parli, non può essere un pensiero della bambina) a uno più focalizzato sul personaggio ("Matilde ripulì la carta dal fango. Non le dispiaceva affatto portarsi a casa un regalo."). Se avessi tenuto il PDV focalizzato su quello di Matilde la narrazione ne avrebbe senza dubbio giovato, anche se rappresentare bambini piccoli coerentemente risulta sempre molto difficoltoso.
Il tema è rispettato, anche se devo confessare che ci ho messo più di una lettura a vederlo. Lo specchio simbolico rappresentato dall'Appeso, la soluzione ai problemi di Matilde, è più vicina di quanto sembri a una prima vista.
CLASSIFICA
1. Dipende da come la vedi di Davide Mannucci
2. Thief at home di Luca Fagiolo
3. L'attesa di Davide Di Tullio
4. Liquame nero di Luca Nesler
5. Il popcorn nello specchio di Alessandro Canella
6. L'Appeso di Silvia Casabianca
7. Caramella di Dario Cinti
8. Nives Safran di Jacopo Berti
9. La contrazione relativistica dello spazio negli specchi di Giuseppe De Micheli
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 26 gennaio 2021, 19:17
da antico
Avete ricevuto tre classifiche, ve ne mancano ancora cinque.
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 26 gennaio 2021, 22:35
da Debora D
Ecco la mia classifica:
Thief at home, di Luca Fagiolo 1
Dipende da come la vedi, di Davide Mannucci 2
Liquame nero, di Luca Nesler 3
L’attesa, di Davide Di Tullio 4
Il popcorn nello specchio, di Alessandro Canella 5
L’Appeso, di Silvia Casabianca 6
Caramella, di Dario Cinti 7
Nives Safran, di Jacopo Berti 8
La contrazione relativistica dello spazio negli specchi, di Giuseppe De Micheli 9
L’Appeso di Silvia Casabianca
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Ciao Silvia, piacere di leggerti.
L’idea mi è piaciuta e ho colto abbastanza bene il tema richiesto dalla sfida. La carta diventa lo specchio.
I punti di forza stanno in alcune immagini colorate, soprattutto nel momento in cui avviene l’incontro scontro con la cartomante.
Noto anche io l’intromissione del narratore esterno che non apprezzo in generale nei racconti. In questo caso soprattutto perché finisce per pasticciare dei tocchi davvero delicati e vividi che avevi raggiunto restando dentro Matilde.
Pure io sono una fautrice della narrativa immersiva, che ritengo davvero efficace, spero di farti piacere nell’indicarti alcune caratteristiche dello stile su cui lavorerei.
(Tutte le osservazioni che seguono si basano sull'assunto che io ritengo show don't tell e mostrato la via da seguire. Ovvio che qualcuno di opinione contraria direbbe diversamente.)
Vedo che hai una penna ricca, un’aggettivazione copiosa e una predilezione per la subordinazione. Il tutto porta a un risultato un poco barocco. Lo capisco perché sono partita da un gusto molto simile. Chi ha una proprietà lessicale e delle immagini potenti come le tue è come un grande fiume in piena e travolge il lettore.
Accompagnare il grande fiume con alcuni accorgimenti stilistici potrebbe aiutarti.
Immagina non solo l’effetto estetico della frase, ma anche ciò che accadrà nella mente del lettore durante l’esperienza di lettura.
Ti riporto alcune frasi e i ragionamenti che ho fatto.
Una grande nausea accentuata dai nuvolotti bianchi, troppo simili a quello zucchero filato all'odore di carne appena scottata.
quello che poche ore dopo si sarebbe manifestato come un bernoccolo
Questa è una frase sospesa priva di predicato seguita da un'altra frase introdotta da un pronome con addirittura un'anticipazione del futuro! Si comunica al lettore che arriverà un bernoccolo ore dopo. La cosa è utile per la fruizione? Concentrarsi sul dolore terrebbe il lettore presente e legato alla scena che avviene qui e ora. L'atto di Matilde di massaggiarsi è trasparente, lo possiamo immaginare. Il resto è autore che parla. Ma tutto potrebbe diventare fraseggio interiore del personaggio e rimanere ancorato al presente.
Dopo cena, come in qualsiasi copione che si rispetti, il torpore dei termosifoni e il chiacchiericcio alla televisione non lasciavano presagire l'improvviso tuono che avrebbe mandato in vacca la serata.
Non ho colto bene il significato, la frase è così articolata che per comprenderne bene la consecutio l'ho riletta tre volte. Potresti anche dire: "ma che razza di competenza di comprensione del testo hai?", ma noi siamo al servizio del lettore e il nostro obiettivo è farci capire anche da quelli che non hanno una competenza narrativa sopra la media.
Inoltre trovo, in modo del tutto soggettivo, che mandare in vacca sia una stonatura rispetto al resto del tono che hai tenuto.
Si voltò: sulla faccia le grinze di un vissuto intenso, sugli occhi lo scintillio di chi cerca la verità, a suo modo
Frasi come questa sono difficili da usufruire appieno. Creano una nebbia. Il lettore si ferma e dice: “che bella frase”, ma deve rileggerla per capirla e l’immagine nella sua mente è scomparsa. Insomma, così il narratore onnisciente dichiara che la donna è una che cerca la verità, non lo mostra lasciando che sia il lettore ad arrivarci. La sua dichiarazione non ci mostra il volto della donna.
Mi restano le grinze e uno scintillio. Ma cosa deve immaginare il lettore? Gli occhi sono scavati, lucidi di lacrime? Cosa significa per una bambina capire che questa donna cerca la verità a suo modo?
Dal punto di vista puramente formale noto due aspetti.
Il primo è la gestione del dialogo.
In questo caso:
Matilde si chinò e raccolse la carta.
“Signora, ha perso questa figurina” disse alla donna.
Usi il dialogue tag disse che è ridondante. Non ne abbiamo bisogno perché Matilde è l’ultimo personaggio in azione, perciò a lei sta il diritto di parola. Inoltre è lì con la donna e a chi altro dovrebbe parlare?
Basterebbe fare questo.
Matilde si chinò e raccolse la carta. “Signora, ha perso questa figurina”.
Trasformando quindi l’azione di Matilde in un beat per la battuta.
“ Bah. Tienila pure ragazza. Quando le carte saltano via come grilli, è perché hanno urgenza di dirti qualcosa”. spiegò.
Anche qui c’è ridondanza. Non abbiamo bisogno di sapere che la donna sta spiegando a Matilde dopo che lei ha effettivamente spiegato.
Il secondo elemento riguarda le subordinate temporali. Mi soffermo solo su quelle introdotte da Quando. Le usi sette volte in un racconto così breve. Questo, per me, rende monotono lo schema stilistico.
Conclusione: idea buona, tema centrato in modo figurato. La scrittura mostra una gran ricchezza lessicale. L’uso del punto di vista misto onnisciente/immersione rende un poco disarmonico il tutto.
Un inizio promettente, comunque.
Spero di averti incuriosito e di esserti stata utile. Il confronto fra noi vorrei fosse sempre il più sincero possibile.
E aggiungo che sto studiando narratologia e stile da un anno soltanto quindi prendi quello che dico come le parole di una appassionata che è ancora sull'irta strada del miglioramento.
La contrazione relativistica nello spazio degli specchi, Giuseppe De Micheli
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Ciao Giuseppe, piacere di leggerti.
Questa dissertazione mi ha lasciato un ghigno, una serie di immagini slegate e mescolate e la consapevolezza che il cappello non c'entra con la contrazione dello spazio negli specchi.
Il tema c'è. C'è solo il tema, il racconto invece non l'ho trovato.
C’è il narratore, voce che a metà parla di whisky e ci convince di essere in uno stato alterato. Quindi si tratta del monologo di un ubriaco?
E, analogamente, Inverte anche alto e basso.
Voi dite di no?
E
Ma lo specchio inverte anche la quarta dimensione, il tempo?
Sì, quello che di qua è futuro, di là diventa passato.
Queste due frasi all'inizio mi avevano fatto presagire l’inizio di una storia. Ero anche curiosa al riguardo; mi avevano fatto venire in mente Flatlandia di Abbott.
Tutta la prima lettura l'ho passata a cercare un verso.
Nella seconda lettura ho notato le tante immagini. Il gatto. Perciò accadrà qualcosa con un gatto? No.
Il cappuccino e il whisky. Rottura completa della quarta parete. Di là dallo specchio, invece, la mia immagine si sbronza col cappuccino. Ho fatto la prova proprio prima di accingermi a scrivere questo pezzo per il contest.
L'automobilista, la strada, il cappello.
Il ghigno c'è stato, ma mi è mancato che la vena ironica non sia sfociata in un vero racconto umoristico.
Alla prossima
buona sfida nell’arena
Nives Safran, J. Berti
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Ciao Jacopo, piacere di leggerti.
In questo ritratto di personaggio che fai noto l’influenza di Pirandello e del suo sentimento del contrario. Ho apprezzato questo aspetto.
(Lo citi pure
un’esperienza da far impallidire i migliori personaggi pirandelliani )
Trovo umorismo, satira e comicità i generi attualmente più adatti al narratore onnisciente quindi non mi ha disturbato in questo caso.
Il lettore di questi generi si aspetta di avere la voce dell’autore che lo accompagna e lo aiuta a notare la deformazione del reale.
Ad esempio in questa frase l’effetto funziona benissimo. Io sono un’insegnante e mi ci sono ritrovata.
Comunque, anche quando non le rivolgi la parola, la professoressa - come ogni insegnante che si rispetti - ti interroga.
Anche la prolissità, la ricchezza lessicale e la subordinazione rientrano in questo discorso. Alcune frasi le ho trovate un po’ più difficili da comprendere:
balenata tra l’asfalto o i marmi delle scarpe, e i cerchioni delle biciclette accerchiati dai musi dei cani scomposti dalle borse della spesa delle gambe.
Per cogliere l’insieme dell’immagine l’ho letta tre volte. L’accumulazione è stata faticosa.
Mi interrogo sulla scelta del ritratto a discapito della scena e narrazione. Vedere la professoressa in azione e la reazione della gente intorno a lei mi sarebbe piaciuto. L’hai descritta ma non mostrata, nemmeno raccontata in realtà.
Accenni un raccontare in alcuni momenti. Come qui:
ricercatore dalle velleità giornalistiche aveva ripescato una vecchia registrazione di una sua lezione e le chiedeva conto di alcune frasi, assolutamente fuori contesto. «Avete mai visto un predatore davanti a uno specchio? La maggior parte dei mammiferi e dei rettili entra in una situazione di stallo. L’istinto non porta ad aggredire né a rifuggire chi ti sarebbe del tutto pari».
Però l’episodio del giornalista è lasciato in sospeso e mi è mancato una conclusione.
Per quanto riguarda la conclusione le domande poste sono troppe per me.
Io avrei concluso solo con questa
O meglio, tu interroghi te stesso, con la certezza di cogliere in fallo la tua immagine dalla faccia impreparata.
che era annunciata dalla battuta che ho citato più sopra.
Le sei domande successive sono troppe. Qui siamo nel campo del soggettivo poiché per me sono poco utili ai fini della comprensione generale del testo. Mi piace più rimanere con il mio intelletto e la mia immaginazione che si incontrano in una intuizione piuttosto che avere la riflessione servita.
Conclusione: personaggio pirandelliano intrigante che però è solo ritratto e non agisce. Mancano una situazione iniziale e uno svolgimento veri e propri. Un personaggio in cerca di storia per parafrasare il grande autore già citato.
Tema: lo specchio c'è ed è usato in modo suggestivo, ma non ho colto la contrazione delle distanze.
alla prossima
buona Specularia Edition
Il popcorn nello specchio, di Alessandro Canella
► Mostra testo
Ciao Alessandro, piacere di leggerti.
Il tuo racconto si basa sullo specchio e pure su concetti di fisica che non sono alla portata di tutti. Leggo molta fantascienza, per fortuna, e mi piace! L'ho trovato gradevole ma l'ho apprezzato di più alla seconda lettura, dopo la prima pensavo: non ci ho capito niente.
Non colgo del tutto la seconda parte del tema, cioè quella delle distanze, ma è stata poco considerata anche da altri nel tuo girone.
La narrazione è abbastanza scorrevole, diventa a volte difficile da seguire. La prima sequenza è per me la migliore come costruzione. Si capisce dove siamo e chi agisce.
Un professore e l’assistente devono seguire un esperimento, ma Ordo Hes è preso in un suo rituale che riguarda i popcorn. I popcorn tornano nella battuta finale e la cosa è divertente.
Qualche osservazione pignola sullo stile che è abbastanza buono. Io sono per lo show don't tell puro o minimale, quindi tutto quello che ti dirò si basa su ciò che sto studiando al riguardo. Fanne l'uso che preferisci.
Indicazioni di tempo.
Usi molto la struttura della temporale con mentre. Potresti variare un po’. (oppure proprio eliminarla perché tutti i poi, quando, mentre ecc. hanno un sapore a posteriori e non riproducono la reale successione dei fatti nella mente che legge.)
Per il minuto successivo rimase a osservare la pentola.
Questa espressione rompe il flusso narrativo, infatti il tempo di lettura della frase e l’azione nella mente del lettore non durano un minuto, informazione irrilevante a mio parere.
Avverbi in mente.
posto letteralmente alle spalle del collega.
L’avverbio letteralmente appesantisce. Se la ciotola è posta alle spalle del collega, lo è letteralmente perché tu ce lo scrivi. È ripetitivo affermarlo. L'uso simile degli avverbi è tipico del parlato, pensa a quelli che usano sempre necessariamente.
In alcuni punti la scrittura non è del tutto trasparente, ci sono elementi generici e non riesco a capire tutto o a vederlo davvero.
Ad es.
L’immagine era però statica, fissata nel tempo.
Ho compreso fermandomi e riflettendoci su che vuol dire che lo specchio non sta più riflettendo altri movimenti, ha fotografato un riflesso. La cosa si è confermata più avanti, ma non ne ho la completa certezza. Qualche parola in più avrebbe evitato il problema.
Nota curiosa:
i nomi che hai scelto sembrano composizioni di termini latini, ma non ne ho colto del tutto il senso. Sono io che sbaglio a tradurre?
Ordo Hes = Ordine Lui è
Sicud Om = Per esempio Se
oppure si tratta di un caso e io sono una dietrologista latinista?
Conclusione: racconto piacevole al quale manca un piccolo quid (per restare sul latino immaginato), centra il tema in buona parte. La scrittura è buona ma non sempre chiara. Lavorerei ancora un po’ sullo stile puntando a valorizzare ogni elemento nitido e specifico.
Buona Specularia edition, spero di essere stata utile
Dipende da come la vedi di Davide Mannucci
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Ciao Davide, piacere di leggerti.
Racconto di grande impatto e con un argomento molto forte. Ottima scelta il punto di vista di un pompiere in una situazione di pericolo. Mi è piaciuto di più alla seconda lettura, ma l'ho comunque apprezzato.
Sul tema ho dovuto ragionare: alla fine si parla di prospettiva e c’è uno specchio nel quale si riflette l’orsetto parlante. Tema rispettato attraverso pensiero molto divergente. (Che è ammirevole in situazioni di input molto difficili come gli ultimi due che abbiamo avuto nel contest.)
Scrittura buona senza dubbio, hai mantenuto bene il filtro del personaggio. Hai fatto anche una difficile scelta: impostare tutto in una sequenza statica e raccontare l'antefatto attraverso i pensieri deliranti del protagonista. Poteva essere un disastro e invece ne risulta un pezzo coinvolgente.
Ecco alcune osservazioni per andare proprio in profondità.
1. Lo stato alterato del personaggio punto di vista. Il dolore, la morte vicina, lo rendono di certo confuso e in una condizione quasi allucinatoria, questo giustifica la visione dell’orsetto che non sappiamo se sia reale o meno.
MA
questo ti ha costretto anche a fare scelte che non rendono la narrazione sempre trasparente.
Ho riscontrato il problema soprattutto nell’immaginarmi la posizione del personaggio e dell’orsetto. L’unico oggetto sicuro è lo specchio che dichiari attaccato al muro.
La situazione è abbastanza chiara fin da subito: in pericolo, sta morendo, i suoi pensieri ci informano sul passato.
Ma riguardo alla condizione del protagonista, cioè riguardo la sua posizione abbiamo queste frasi:
1. Sospeso nel vuoto, con questo cazzo di ferro che mi perfora la mano come un pezzo di lombata allo spiedo, sono uno che del pompiere ha bisogno.
2. Non so cosa mi impedisca di muovere il collo e anche la schiena sembra bloccata.
3. Ma non c’era un corrimano da questa parte?
Sospeso vuol dire tante cose, dove sta? è aggrappato al pavimento caduto? Penzola nella tromba delle scale? Dalla finestra? Non è chiaro.
Sospeso in qualche modo ha una mano trapassata da un pezzo di ferro. Il corrimano può suggerire delle scale.
Spenderei qualche parola in più sulla collocazione spaziale altrimenti risulta confuso.
Anche quando compare l’orsetto:
Ma, quello? Oddio, Winnie the Pooh mi sta guardando.
Dove sta? Appoggiato su un resto del pavimento, magari? Penzolante da una sporgenza di travi o cemento? Mi è apparso galleggiante nel vuoto così.
Secondo aspetto è il dialogo. Questa battuta di Pooh mi suona lunga. Va a capo perché volevi mettere un beat e poi l’hai tolto? Ci starebbe bene proprio lì dove c’è lo spazio.
«Ho parlato io, sono Pooh. Non puoi girarti, hai un ferro di due metri che ti passa da parte a parte. Come quella volta in cui Tigro è saltato giù dall’albero. Che ridere. O forse non fa molto ridere.
Continua a guardarmi dallo specchio e poi lasciati andare. Se ti spingi con i piedi al muro, anche il ferro si staccherà. Solo così puoi salvarti».
Inoltre lo stesso espediente dell’orsetto mi è sembrato un po’ disarmonico, cosa che riguarda puramente il mio gusto però. Riconosco che con il pensiero riguardo alla lepre sul divano hai cercato anche di giustificarlo.
Conclusione: pignoleria, che è sempre dovuta, a parte, il racconto lascia un’impronta sul lettore. Resta il senso di rimpianto, la consapevolezza di aver salvato una famiglia ma distrutto la propria. Il punto di vista sulla vita c’è ed è ciò che riconduce al tema con molti passaggi di ragionamento. Un racconto molto difficile che scricchiola in trasparenza ma vince sul piano dell'emotività.
Bella prova,
alla prossima
Caramella, Dario Cinti
► Mostra testo
Ciao Dario, piacere di leggerti.
Il tuo racconto post-apocalittico ha il pregio di appartenere a un genere che amo; l’ho trovato gradevole ma acerbo in alcuni aspetti. La lettura è stata messa alla prova dai refusi di cui ti hanno già parlato e non ci resterò sopra.
Il tema è preso alla lontana. Da quello che ho capito hai voluto mettere a confronto due continenti distrutti da una guerra del futuro e la differente prospettiva con cui vivono il presente.
L’ambientazione è interessante e il punto di forza sono le scene mostrate. I morti, la passeggiata, la bambina capricciosa e la figlia con la testolina rasata.
Il conflitto è finito, due mondi diversi si incontrano su un piano di disparità. L'ambientazione è anche il punto debole, però, perché lo sforzo di spiegare al lettore antefatti e situazione ha soffocato la narrazione. Tutto si basa sui dialoghi, anche la comprensione dei precedenti, e ci sono tante spiegazioni fornite al lettore a discapito della naturalezza.
Di seguito alcuni aspetti formali che nel caso di editing potrebbero essere utili.
che se avessi con me il mio fucile da cecchino a ioni, potrei vedere l’Adriatico → qui ci voleva una virgola anche dopo che
«Presidente» uno dei miei uomini china la testa appena incrocio lo sguardo con lui. Sposta il Respiratore dalla bocca «La navetta è pronta al punto Ovest. Partiremo appena pronti.» → Sarebbe più ordinato mettere il punto fra la battuta Presidente e l’azione del personaggio che la pronuncia. Meglio lasciare senza punto o virgola i verbi che aprono il dialogo (dire ecc.)
Mi piace che tu prediliga i beat, comunque. Anche per questo ti consiglio di rivedere questa battuta:
«E voi siete un popolo che non avrà figli per i prossimi ottanta anni se non vi diamo la formula del vaccino. L’unico motivo per qui non vogliamo lasciarvi estinguere nella vostra ricchezza d’oltreoceano è perché confidiamo nel suo buon senso di certo maggiore rispetto a quello di suo fratello.»
è lunghissima e il personaggio che parla non è introdotto da un’azione.
Ripetizioni:
E siate pronto ad accogliere parecchie altre richieste. Londra, Parigi, Tokyo e Hong Kong hanno parecchio da ricostruire
Titania vola scende le scale del Palazzo Presidenziale a due a due.
«Papà!»
Vola tra le mie braccia,
Conclusione: il racconto è scorrevole, ma l’ho trovato ruvido, come se fosse uscito così dalla penna. (effetto MC? Lo capisco!) Si vede lo sforzo di raggiungere una scrittura trasparente, che però è sporcato dalla presenza di troppe informazioni fornite al lettore. L’ambientazione, insomma, surclassa la storia.
Racconto da smussare e che potrebbe essere parte di un’interessante storia più lunga con un lavoro di revisione.
Alla prossima, spero di essere stata utile,
buona Specularia edition
L’Attesa di Davide Di Tullio
► Mostra testo
Ciao Davide, piacere di leggerti.
Il tuo racconto è scritto bene dal punto di vista dello stile; mi è piaciuta soprattutto la prima parte che è in ottimo mostrato. Tutta la scena filava alla perfezione nel mio film mentale fino a questa frase:
Passo di fianco allo spettro riverso, che si volta e boccheggia.
Infatti all’inizio cominci a costruire il quadro con parole ben piazzate che ci danno il contesto e lo spazio in cui il protagonista si muove: è freddo, è in un luogo inospitale e lui è miserevole, il suo obiettivo è il pasto.
Ma quando esce dalla baracca tutto diventa nebbia. La parola spettro anche se fa parte del pensiero del pdv è un termine tanto generico che può portare in diverse direzioni. La mia confusione nella lettura è partita da qui.
Ombre e spettri che si trascinano fino alla comparsa della svastica mi avevano portato in una ambientazione post-apocalittica e mi aspettavo un qualche colpo di scena di tipo esplosivo.
Mi sono concentrata molto anche sull’episodio del pasto.
Ciò che mi è arrivato è la condizione del soldato in guerra. La sua situazione di sofferenza per i disagi e il rovesciamento di prospettiva per un obiettivo più grande del singolo pasto. Con tanto di fastidiosa consapevolezza da parte di chi legge di trovarsi a conoscere un nazista. Ma in tutto questo proprio le ultime due righe con tanto di data sul calendario l’ho trovate brusche, piazzate per dare una spiegazione. Una costruzione più dettagliata sul momento in cui guarda la svastica poteva bastare perché io il momento di eureka l'ho avuto lì.
Due dettagli formali:
Alzo il passo.→ perché questa scelta? Suona come un errore.
Concordanza verbo complemento oggetto con il pronome. →
Una noce di burro! La schiaccio tra le dita e me lo infilo sotto la lingua.
Una mollica di pane zuppa. L'afferro con due dita e lo porto alla bocca.
Entrambi i pronomi lo andrebbero messi al femminile visto che sostituiscono nomi femminili.
Conclusione: il racconto gode di un buono stile che rende molto immersiva la prima parte, ma il lettore finisce per staccarsi dal pdv, poiché non condivide le sue stesse informazioni e questo inficia comprensione ed empatia.
Una prova che mostra una penna sempre più abile che giustamente sperimenta nuove vie.
(Vola solo chi osa farlo scriveva Sepulveda quindi approvo la sperimentazione al di là del risultato finale in classifica che va a fare un confronto con altri pezzi più o meno riusciti.)
Buona Specularia edition,
alla prossima lettura!
Luca Nesler, Liquame nero
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Ciao Luca, piacere di leggerti e commentarti ancora.
Parto dal tema: Ambra si guarda allo specchio e vede la sua peggiore paura, pensa di averla scampata e invece è più vicina di quanto immaginasse. Ci sono?
Trama: il racconto post-apocalittico ha sempre gioco facile con me, ma di contro detesto qualsiasi creatura mutata che sia anche solo lontanamente cugina di zombie o mostri parassiti senza cervello. È solo una questione di gusto però, in entrambi i casi. Quindi gli spilloni non mi sono piaciuti, ma senza rancore. ;)
Mi è piaciuta invece la caratterizzazione del personaggio di Ambra, è un buon personaggio che ha un obiettivo chiaro al lettore e un carattere delineato. L'ho trovata un po’ super donna con quel
sollevò il ginocchio e gli frustò la tibia contro la tempia.
una donna più vera e meno rara che affronta una situazione del genere mi avrebbe fatto immedesimare di più; insomma, picchia come Natasha Romanoff! Tra l’altro perché il riferimento al ring? C’è un qualche suo passato da lottatrice? Se sì, bella idea ma davvero sacrificata in così poco spazio.
L’avventura c’è, seguiamo Ambra, la vediamo lottare e tornare da Silvia e poi proviamo anche un pizzico di dispiacere / orrore per la rivelazione finale.
Ma ora cosa accadrà? Questo è un racconto che lascia un “e poi?” domanda che uno scrittore dovrebbe sempre desiderare di sentirsi porgere… quando scrive una cosa più lunga.
In un racconto così breve mi lascia un pizzico di soddisfazione, come quando ti fai una cena di quattro portate ma non c'è il dessert.
Stile.
Hai scelto il mostrato in terza persona che è più difficile della prima e sei riuscito a mantenere l’immersione e il filtro del personaggio con coerenza. La scrittura è scorrevole, appena più meccanica e ruvida del tuo solito.
Posso sgridarti perché hai consegnato alle 23:47? Avresti avuto il tempo per un’ultima rilettura che avrebbe potuto farti eliminare qualche refuso bruttino.
Come
alberò → voce del verbo alberare, tempo passato remoto…
Consiglio non richiesto da un'insegnante che per lavoro legge (spesso pessimi) testi da correggere fino alla nausea: se non ne puoi più, leggi dal fondo alla cima, cioè al contrario, complemento per complemento.
Altre pignolerie:
Spilloni / spilloni → nella prima riga nome proprio e per il resto del racconto nome comune cosa che è la scelta più pratica e anche corretta per la lingua italiana.
Per i lettori come me che fanno tanto caso ai suoni anche con la lettura silenziosa questa frase è un filo cacofonica:
Oltre l’auto rovesciata c’erano altri Spilloni, barcollavano, la proboscide puntuta oscillava dalla bocca
Ripetizione:
riempì la bocca col sapore di cemento. Tossì, cercò di tirarsi su.
Il mostro si avvicinava fischiando. Dove cazzo era finita?
C’era una finestra lunga e bassa alla sua sinistra. Doveva essere una bocca di lupo distrutta.
Lesse dietro una bottiglietta. Antibiotico → ci starebbero bene i due punti al posto del punto.
posò la faccia a terra. → avrei preferito Appoggiò.
Qualcosa sbatté. La porta che aveva liberato. Qualcosa le afferrò un braccio. → questa frase l’ho trovata disarmonica, soprattutto all’inizio. Viene automatico leggere sbatté la porta perché il verbo sbattere ama il complemento oggetto… Forse è un refuso anche questo.
Conclusione: Ho davvero sfoderato un livello di pignoleria esagerato con la speranza di ricevere simile trattamento alla prossima. Puntigliosità a parte lo stile è buono, nonostante la difficoltà della terza. La storia è ben strutturata: conflitto, tensione, un personaggio abbastanza caratterizzato, finale circolare grazie alla frase Me la cavo sempre. Anche se mi lascia un qualcosa di incompleto, il racconto mi è piaciuto (e io odio le brutte creature stupide tanto per ribadire).
Alla prossima!
ps. non ho letto i commenti degli altri perché preferisco essere un beta che riceve il testo senza mediazioni. Ma ora me li vado a leggere con curiosità.
Thief at home
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Ciao Luca,
il racconto mi è piaciuto moltissimo sia la prima che la seconda volta. Spesso, quando rileggo alcuni racconti, lo faccio con fatica e senso del dovere, questo invece si beve come il caipiroska.
TEMA Lo specchio – televisore è una trovata che centra il tema, forse obbligata, ma l'ho trovata molto interessante. Il racconto tutto mi ha ricordato una puntata di Black mirror di quelle meno cattive ma sempre verissime, perché è stratificato, colpisce la nostra tendenza a guardare e sopportare di tutto, finché sta dall’altro capo di uno schermo, siamo incapaci di vedere noi stessi nei vizi che guardiamo morbosamente. Il protagonista invece ha la possibilità di infrangere l’incanto.
Stile ottimo. Sono entrata nella stanza con i personaggi. Riesci a scegliere dettagli reali, sequenza preferita questa:
Prendo la ciotola dei salatini e con l’indice cerco i bretzel.
«Simo.»
«Che c’è?» Possibile che siano tutti sul fondo? Perché Bea si ostina a comprare i salatini misti, metà li buttiamo.
«Simo!» Bea mi strattona per il braccio e la ciotola si rovescia sul pavimento.
I piccoli bretzel sul fondo della scatola li ho cercati pure io con la mente, si capisce che la focalizzazione è nella ciotola.
Altra cosa che mi è piaciuta molto è la presenza di tanti elementi del futuro, ma un futuro non troppo distante, introdotti senza spiegazioni e attraverso le azioni del personaggio.
Ed ora la pignoleria.
sono già sul ripiano a emersione → cos’è? Se è una trovata futuristica, rispetto alle altre è meno efficace non si capisce.
«Famoso? Ma chi se ne frega, stanno svaligiando il mio appartamento!»
Mi alzo di scatto. «Dove sono le mie scarpe?»
Perché sei andato a capo? Porta mi alzo di scatto e la seconda battuta accanto alla prima.
Questo è il punto meno riuscito:
«A fermare quel ladro.»
«Ma è uno show televisivo!»
«E allora? Solo perché sono in tv possono fare quello che vogliono?»
«Ma non te ne è mai fregato niente dei furti di Thief at Home.»
«Perché sono un pecorone, come tutti quelli che seguono queste cazzate. Ma adesso basta! Non ci sto più. È un furto, Bea. Un cazzo di furto.»
1. sono molte battute senza movimenti o pensieri diretti;
2. tra l’altro proprio nel momento in cui il protagonista ha la sua rivelazione! In così poco spazio riuscire a trattare una presa di coscienza con tutti le fasi necessarie, sarebbe difficile, ma in caso di editing pensa ad ampliare questo momento.
3. Sono un pecorone è un po’ scodellato al lettore. È un furto, Bea. Un cazzo di furto. È la frase chiave per me. la presa di coscienza parte dal realizzare la verità. Questo perché il fatto sta accadendo a lui, lo tocca nel vivo e quindi non riesce più a sopportarla.
Immaginando uno sviluppo della storia o dell'ambientazione, io punterei non sul concetto di gregge ma di più sulla società di guardoni egotici, tanto narcisi da non riconoscere un riflesso, appunto. Tra l'altro lo specchio televisore e il narcisismo dei nostri giorni vanno a braccetto. In sintesi andando fino in fondo con il ragionamento vedo più incisivo “sta succedendo a me” per poi passare alla generalizzazione.
Se vuoi un autografo puoi fare richiesta sul nostro sito, → qui manca una virgola
Conclusione: Racconto che si legge con gusto e che nasconde più strati di significato mascherandoli con la fruibilità del genere. Lo stile mostrato sempre più consapevole, dove l’autore sparisce e sta al lettore vivere e poi interpretare, è l'artefice dell'efficacia e della scorrevolezza. Bravo.
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 26 gennaio 2021, 23:40
da Pretorian
Ecco i miei commenti e la mia graduatoria:
1)L’attesa, di Davide Di Tullio
Ciao Davide e piacere di leggerti. IL racconto è decisamente ben scritto e sviluppa il tema di punti di vista facendoci scoprire che il tizio per cui abbuiamo provato un comprensibile dispiacere, è la guardia di un campo concentramento e pure una di quelle felici del loro lavoro. Niente da dire, il trucco ti è riuscito decisamente bene e il disvelamento finale è una bella mazzata. Se proprio si vuole dire qualcosa per migliorare questo racconto, direi che la parte degli avanzi nel sacco mi sembra eccessiva. Insomma, davvero le guardie erano messe così male? Lo so che è il 1945 (a proposito, non è un pochino tardi? Non ho controllato, ma mi sembra che tutti i principali a quel punto fossero stati già liberati) ma una cosa è una zuppa rancida e schifosa, altra sono gli scarti del pasto altrui.
A parte questo, solo complimenti.
Alla prossima!
2)Thief at home, di Luca Fagiolo
Ciao Luca e piacere di leggerti. Stilisticamente il racconto è ben scritto: le descrizioni sono accurate senza essere pesanti e i dettagli che fornisci sono sufficienti per delineare due personaggi che, pur non essendo tridimensionali (con questi pochi caratteri sarebbe stato impossibile) sono comunque comprensibili e delineati nella loro normalità. Ho apprezzato il modo con cui, in un colpo solo, hai parodizzato tanto la tendenza ai reality show quanto una certa cultura lassista che permea il nostro rapporto con i media. Forse, e questo è il problema principale del racconto, avrei evitato di "urlare" la morale della storia in faccia al lettore. Quando il narratore urla "sono n pecorone..." stai uscendo dalla finzione narrativa per cui fai filtrare una morale attraverso la vicenda e la stai letteralmente tirando addosso a chi legge. è un po' come se nel bel mezzo di "Full Metal Jacket" uno dei personaggi si mettesse a urlare "La guerra è brutta, hai capito?!!! Rende le persone peggiori!!?" magari a favore di camera.
Basterebbero poche modifiche e avresti una frase eccellente senza essere troppo diretta.
3)Dipende da come la vedi, di Davide Mannucci
Ciao Davide e piacere di leggerti.
Devo dire, davvero un ottimo racconto, nel suo complesso. Il personaggio è interessante, la situazione è avvincente e il suo immaginario dialogo con Winnie the Pooh è un tocco divertente in una tragedia. Penso che ci sarebbero giusto un paio di accorgimenti che avrebbero potuto renderlo migliore. Il primo è sui pensieri del protagonista. Insomma, per essere un disperato sul punto di morire, circondato dal fuoco e impalato a uno spuntone di ferro (ehm... forse "questo cazzo di ferro che mi perfora la mano" non è stata la migliore scelta di parole...) sembra percepire davvero poco dolore e pensa veramente tanto. In una situazione simile, avrei inserito pensieri più brevi e ripetuti, magari con una più evidente indicazione del dolore e qualcosa di meno su tutte le considerazioni e i ricordi vari, che non penso che siano la prima cosa che ti passi in mente in una situazione simile. Oltre a questo, l'immagine di lui appeso nel vuoto con uno spuntone nella mano mi sembra un po' improbabile: insomma, quanto possono reggere le sue cartilagini prima di spappolarsi e lasciarlo cadere? Forse sarebbe stato meglio inserire la spalla o il fianco: a livello di trama non sarebbe cambiato nulla, ma sarebbe stato più plausibile.
Nel complesso, comunque, davvero ottimo lavoro.
Alla prossima!
4)Liquame nero, di Luca Nesler
Ciao Luca e piacere di leggerti. Ti dirò, pensò che questo il tuo racconto meno riuscito da parecchio tempo a questa parte, forse il meno riuscito in assoluto. A livello di stile, hai optato per la terza persona, ma hai inserito una quantità spropositata di elementi che non sono compatibili con questo tipo di POW, nemmeno ipotizzando un filtro molto profondo. Quando dici "mostri di merda" o specifichi che "Quella scema voleva che cercasse un auto", mi è chiaro che stai esprimendo il pensiero della protagonista, ma farlo in questo modo è fuori dai limiti della terza persona. A questo punto, penso che sarebbe stato meglio scrivere in prima, anche perché hai rinunciato a tutti i benefici offerti dalla terza (come una narrazione esterna che permetta di "ingannare" il lettore). A livello di trama, mi sembra di capire che ci muoviamo in un ambiente postapocalittico, con mutanti chiamati "spilloni" che si muovono in cerca di umani. Non sono sicuro che sia stata una scelta efficace: con così poco spazio a disposizione, puoi fornire troppo poche informazioni sugli spilloni e, se non sappiamo di preciso cosa dobbiamo temere, è abbastanza difficile empatizzare con la protagonista. Questo è vero soprattutto nel finale: il fatto che lei abbia il sangue nero non è chiaramente spiegato: andando per assonanza con zombie e vampiri si può pensare che sia stata contaminata, ma non è ben chiaro cosa questo comporti.
Peccato, Luca. Sarà per la prossima volta.
5)L’Appeso, di Silvia Casabianca
Ciao Silvia e piacere di leggerti.
Un racconto malinconico, che mi ha colpito molto positivamente. A livello di stile, direi che ci stiamo avviando verso una terza persona immersiva, in cui esprimi le emozioni e i pensieri della protagonista sia tramite le sue azioni che tramite l'espicitazione diretta degli stessi. Si può scuramente fare di meglio: se posso darti un consiglio, cerca di "asciugare" quanto più possibile la narrativa, puntando quanto più possibile al pensiero mostrato, limitandoti a esplicare i pensieri quando ti permettono di dare una pennellata di colore in più. Limita fino a eliminare espressioni come "catturata dalla scoperta": non è qualcosa che si "vede", perciò meglio descrivere l'espressione allibita della bambina. Inoltre, ricorda che, una volta che segui un punto di vista, non puoi cambiarlo senza creare un nuovo paragrafo: per dire, nel finale, se ti sembra necessario passare al POV della madre, apri un paragrafo apposito, in modo che sia evidente questo passaggio.
A livello di storia, non c'è niente da aggiungere: è un racconto a mio giudizio valido, non eccezionale, ma che mi ha strappato un sorriso amaro.
Alla prossima!!
6)Caramella, di Dario Cinti
Ciao, Dario e piacere di leggerti.
Dunque, sono un amante del genere postapocalittico, quindi ho letto questo racconto con attenzione. A parte i refusi, penso che ci sia un problema di ambientazione nella storia che è, allo stesso tempo, troppo indefinita e troppo dettagliata. Mi spiego: nella gran parte dei racconti/film/videogiochi postapocalittici il perché e il come il mondo sia stato devastato spesso sono liquidati con due parole o magari lasciati ancora più indeterminati (i personaggi parlano de "Il DIsastro" o "la Fine" e sta al lettore immaginarsi quello che vuole). è una scelta valida, perché in quei casi non è importante come ci sia arrivati a quella situazione, ma solo le vicende che ne derivano. Il tuo racconto, dopo una parte iniziale e finale in cui dei personaggi si muovono in un generico paesaggio devastato, prevede una parte finale in cui sostanzialmente i personaggi si lanciano addosso spiegoni per far capire al lettore cosa sia successo: le informazioni fornite sono troppe (spesso scivolano nell'infodump più puro) ma, allo stesso tempo, lasciano troppa indeterminatezza e ho davvero faticato a mettere assieme i pezzi per capire chi abbia fatto cosa. E parliamo di circa il 50% del racconto: riesci a immaginarlo un film di Mad Max per metà composto da gente seduta attorno a un tavolo che parla?
A livello di stile noto alcuni miglioramenti: stai sicuramente asciugando i periodi e li stai lentamente "pulendo" dagli eccessi enfatici, però è un lavoro che deve ancora raggiungere il livello necessario.
Quindi, diciamo che sei sulla buona strada, ma ci sarà ancora a da lavorare.
Alla prossima!
7)Il popcorn nello specchio, di Alessandro Canella
Ciao, Alessandro che non ama il suo nome (e che dovrebbero dire quelli che si chiamano Kevin, o Eugene?),
il racconto fila abbastanza bene. In molti ti hanno già fatto notare alcuni passaggi un po' problematici, delle sottigliezze da aggiustare per rendere la prosa scorrevole, per questo non starò qui a ripetere tutto da capo. L'hai capito.
La storia, in effetti, non carbura, perché alla fine il vero grande assente è il conflitto. Insomma, non c'è inerzia perché non c'è niente che si oppone agli avvenimenti in corso. Anche il finale, ironico, non è abbastanza ironico. Potevi mettere fin dall'inizio che il suo fine era quello di andare a pescare una manciata di popcorn, e per farlo a tutti i costi, il prof rischiava di rimanere nella realtà fissata. Questa scelta (una come altre migliaia che ti stanno venendo in mente) avrebbe potuto dare mordente alla storia, dargli il ritmo serrato per arrivare al finale con battuta.
Comunque, è un piacere leggerti, alla prossima!
8)La contrazione relativistica dello spazio negli specchi, di Giuseppe De Micheli
Ciao Giuseppe e piacere di leggerti.
Dal punto di vista dello stile, abbiamo una prosa rapida e scorrevole, che approfitta al massimo dei vantaggi offerti dalla prima persona immersiva per mostrare un umorismo surreale. Sembra quasi di assistere al monologo di uno pseudo-scienziato da baraccone o a un estratto di qualche commedia. Purtroppo, non ho usato i termini "monologo" ed "estratto" a caso: il racconto non è un vero racconto, ma un semplice dialogo del protagonista con degli interlocutori immaginari. Non succede niente e il tutto sembra quasi essere parte di un racconto più ampio, privato di qualsiasi azione per poter restare nei limiti dei caratteri di questo MC. Ma un buon dialogo, per quanto brillante, non basta per fare narrativa.
Un consiglio? Prendi questo monologo e costruiscici attorno una vicenda. Sono sicuro che diventerà un lavoro eccellente.
9)Nives Safran, di Jacopo Berti
Ciao Jacopo e piacere di leggerti.
Il racconto è certamente evocativo e le immagini che suscita sono un punto a suo favore. A livello di stile, questa evocatività è pagata da una certa ricercatezza eccessiva nella narrazione, che diventa pesante e macchinosa. Il semplice fatto che esordisci con un "Eppure" rende fin da subito la lettura complessa senza una reale necessità.
Il problema maggiore, però, è che questa storia... non è una storia! Mi spiego: con un racconto di narrativa si intende un testo in cui succede effettivamente qualcosa. Si parte da un punto A e si arriva a un punto X tramite diversi passaggi intermedi. In questo racconto, di preciso, cosa succede? Ti limiti a descrivere il comportamento strano della professoressa Nives (anche quì, il nome sembra bizzarro per il puro gusto di essere bizzarro) e basta. Potrebbe aver senso se si trattasse dell'estratto di una vicenda più grande ma, preso da solo, non ha alcun valore narrativo. Non basta l'evocatività a fare di un testo un racconto, oppure potrebbe essere considerata narrativa anche il resoconto della spesa.
Se il testo ti è piaciuto, ti conviene ripulirlo dai suoi elementi più barocchi e inserirlo in una vicenda effettiva. Perché la professoressa fa quello che fa? Cosa comporta? Quali sono le sue emozioni? Comincia a farti delle domande e a mettere per iscritto le risposte e vedrai che sarai sulla buona strada.
Alla prossima!
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 27 gennaio 2021, 19:01
da antico
Dovete ancora ricevere tre classifiche.
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 27 gennaio 2021, 20:37
da Eugene Fitzherbert
I commenti in ordine sparso, più o meno.
Thief At Home
Ciao, Luca, la tua scrittura è sempre molto pulita e ben curata, anche in un contest come questo, dove le opzioni di revisioni e aggiustamenti vari sono risicatissime.
Questo tuo lavoro però non è cristallino come dovrebbe essere. La storia si basa su un cliché piuttosto noto: lo show televisivo illegale (videodrome?). Usare un cliché non è male, solo se questo cliché porta poi a una rilettura nuova e non nota. Purtroppo in questo racconto questo colpo di scena non avviene, tutto resta abbastanza prevedibile e, malgrado tutto, insipido.
Alla prossima!
Liquame Nero
Ciao Amico Nesler (anche se qua dire che uno è amico è un rischio non da poco!).
Stavolta hai scelto una strada in ambito narrativo che non mi aspettavo: terza persona al passato remoto... La focalizzazione della narrazione qualche volta va a farsi benedire, ma è lo svantaggio di un approccio del genere, che è incredibilmente difficile da gestire con dovizia soprattutto senza il tempo necessario per limare gli spigoli.
La trama è stata in più punti paragonata a qualche resident evil qualsiasi, ma non è così: è THE LAST OF US PART II. Ci sono due ragazze, chiuse in un teatro, nel bel mezzo di un'apocalisse di mostri chiamati spilloni e una delle due ragazze deve andare in cerca di viveri. Se fossero anche state lesbiche avevamo concluso il quadro. Questo non vuol dire che tu abbia preso ispirazione ma che una costruzione del genere non è il massimo dell'originalità (e vale per te come vale per Druckman che ha scritto il videogame).
ALtra cosa che mi ha lasciato perplesso del racconto è stata la gestione del colpo di scena e la trovata del liquame nero. Non è male, ma poteva (doveva) essere costruito meglio, Il liquame fa la sua presenza troppo tardi e senza che prima nessuno avesse mai nominato questo fluido che prelude la trasformazione o fa parte del sistmea circolatorio degli Spilloni. Mettere una metonimia narrativa all'inizio del racconto avrebbe aiutato in qualche modo.
QUesto è quanto!
A presto!
L'attesa
Ciao, Davide!
Bentrovato.
Qui hai interpretato il tema come un rovescio di prospettiva, e ci troviamo davanti un nazista che assaggia la stessa 'minestra' degli ebrei nei campi di concentramento.
La scrittura è ben caratterizzata e immersiva, con un buon ritmo che mi ha trascinato nella sofferenza della giuardia dell'SS.
Purtroppo quello che mi è mancato veramente, o che semplicemente non ho colto perché sono rincoglionito, è un finale col botto o con una rivelazione. C'è un accenno a una specie di missione ma non ho colto il riferimento. Forse con qualche carattere in più riusciresti a sistemare anche questo neo.
Bel lavoro, comunque!
Caramella
Ciao, Dario,
Bentrovato.
Il racconto che hai scritto racconta della contrapposizione di due continenti alla fine di una lunga e sanguinosa guerra. Da una parte gli Eurasiatici con il loro carico di aria irrespirabile e città ridotte a macerie. Dall'altra gli Americani, ancora ricchi di risorse, ma condannati a non potersi riprodurre (a parte il Presidente, che ha una figlia). Se ci troviamo in un contesto postapocalittico, distopico, supertecnologico, allora la prima domanda che mi pongo è: perché gli americani non iniziano a clonare? Non mettono in campo l'inseminazione artificiale prelevando il seme e gli ovuli da uomini e donne fertili dell'altra parte del mondo? Insomma, credere che nel futuro basti un virus sterilizzante qualsiasi a mettere in ginocchio una nazione, mi pare fin troppo ottimistico.
Ma a parte questo, il problema del racconto è la gestione delle informazioni, che sono tante e non sempre sono fornite in modo preciso, a causa di una certa urgenza di comunicare al lettore tutto quello che deve sapere sul perché si sia arrivato alla vicenda narrata. Credo che con un limite di caratteri meno costrittivo, sarebbe potuto essere un buon lavoro. In questo caso, l'impietosa gabbia da quattromila caratteri è troppo costrittiva.
Non mi dilungo sui refusi e sulle imprecisioni, frutto del poco tempo a disposizione e della fretta con cui per forza di cosa si affronta questa sfida: alla fine non concorrono al giudizio del lavoro.
Dipende da come la vedi
Ciao, Davide (e stavolta ho scritto bene il tuo nome!),
hai concentrato in poche migliaia di caratteri il delirio da fine vita di un uomo che di mestiere rischia la vita. E di questo non posso che essertene grato. Leggere il racconto è stata una bella esperienza, davvero. L'unica cosa, dato che la narrazione in medias res, non essendoci subito un descrizione del contesto, ci ho messo qualche riga per riuscire a entrare nella storia del tutto. Ma bada, questo non è 'colpa' tua. Non avevi scelta, vista l'esiguità di spazio a disposizione.
La cosa certa è che una volta entrato nella testa del personaggio, non si smette di soffrire.
Consigli? Non saprei, ma per rendere le cose più cinematografiche, potresti evitare di tenere la mano infilzata, e lasciarla libera. Può essere veicolo di emozioni, soprattutto se il protagonista cerca il contatto con Winnie the PooPooh. E se vuoi fare il finale con i fuochi d'artificio: perché non fare esplodere lo specchio, riducendo l'immagine dell'orsetto guida in mille pezzi, proprio nel momento della caduta? Disperazione sopra disperazione...
Ma tutto questo è solo pour parler, per scrivere qualcosa in calce a una prova davvero molto buona!
Il popcorn allo specchio
Ciao, Alessandro che non ama il suo nome (e che dovrebbero dire quelli che si chiamano Kevin, o Eugene?),
il racconto fila abbastanza bene. In molti ti hanno già fatto notare alcuni passaggi un po' problematici, delle sottigliezze da aggiustare per rendere la prosa scorrevole, per questo non starò qui a ripetere tutto da capo. L'hai capito.
La storia, in effetti, non carbura, perché alla fine il vero grande assente è il conflitto. Insomma, non c'è inerzia perché non c'è niente che si oppone agli avvenimenti in corso. Anche il finale, ironico, non è abbastanza ironico. Potevi mettere fin dall'inizio che il suo fine era quello di andare a pescare una manciata di popcorn, e per farlo a tutti i costi, il prof rischiava di rimanere nella realtà fissata. Questa scelta (una come altre migliaia che ti stanno venendo in mente) avrebbe potuto dare mordente alla storia, dargli il ritmo serrato per arrivare al finale con battuta.
Comunque, è un piacere leggerti, alla prossima!
Nives Safran
Ciao, Jacopo.
Hai calcato l'acceleratore sulla prosa lirica e hai tirato fuori un pezzo poetico ed evocativo.
Ma è abbastanza per chiamarlo racconto? Purtroppo, no. Quello che manca alle tue bellissime parole è la storia, l'intelaiatura su cui le tue immagini devono scorrere per mostrare qualcosa. Tra i mille volteggi e arzigogoli dei tuoi periodi, emerge la figura sicuramente affascinante della Professore Nives Safran, ma a parte il suo riflesso, non vediamo mai chi sia davvero e perché susciti così tanto scalpore. Cosa ha fatto mai? Perché il mio desiderio voyeuristico di lettore deve essere frustrato da questa mancanza di particolari? Dammi qualcosa che io possa poi raccontare a qualcun altro, non allettarmi con la presenza di un essere umano che si veste di specchi, senza farmi vedere le conseguenze! Ci resto male!
Prova a integrare la professoressa in una trama che abbia del conflitto, che mostri un po' di "azione" e vedrai da solo le potenzialità che ha un personaggio del genere.
La contrazione dello spazio negli specchi
CIao, Giuseppe
sono corso a leggere il tuo lavoro attirato dal titolo.
QUello che mi sono trovato purtroppo non è stato un racconto, ma un divertente approccio fakescientifico del tema. Le tue deduzioni illogiche si susseguono e sicuramente spingono al sorriso, ma non è un prodotto adatto alla lettura. Lo vedo più destinato alla recitazione e comunque sempre dedicato a un pubblico di nicchia.
Tra l'altro, non ha neanche quella finta credibilità che si può trovare in lavori parascientifici tipo le proprietà endocroniche della tiotimolina risublimata.
In calce a quanto detto, buono lo stile e buon ritmo.
L'Appeso
Ciao, SIlvia,
probabilmente è il primo racconto tuo che leggo. Benvenuta qui su minuticomtati.
Hai scelto di scrivere un racconto estremamente onirico, filtrato dal punto di vista di una bambina che cerca di venire a capo di una situazione più grande di lei e che non riesce a comprendere del tutto. La realtà drammatica colorata dagli occhi della bambina colpisce per l'attualità.
Ma al di là della tematica, dura come quella delle famiglie che si disgregano per motivi economici, c'è da tenere d'occhio anche la tua prosa. Purtroppo, alcuni passaggi sono oscuri: all'inizio c'è questo luna park comparso dal nulla, tanto che avevo pensato che fosse la figlia di qualche circense. D'altronde in questa parte c'è un buon uso delle percezioni multisensoriali.
La parte sottosopra è onirica e malinconica, ed è l'ultimo rifugio della bambina in cerca di serenità. Bella.
Mettendo insieme tutti i pro e i contro, posso dirti che a fronte di un bella idea, hai bisogno di un po' più di spazio per riuscire a far navigare il lettore in mezzo al mare di immagini che hai creato. Una riscrittura con un buon focus sulla protagonista potrebbe giovare: per focus sulla protagonista si intende che dovresti scrivere come se stessi vedendo tutto dagli occhi della ragazza, senza commentare né indulgere in aggiunte che verrebbero da un punto di vista esterno alla vicenda. In pratica, dovresti fare il doppio lavoro di pensare in prima persona e scrivere in terza. Perché non provi a compilare tutto in prima persona, per vedere come ne viene fuori? (Semplice suggerimento, niente di personale!)
Alla prossima.
Ed ora la sofferta classifica, anticipata da complimenti a tutti i concorrenti, che mi hanno fatto divertire e come sempre accade in questo contest mi hanno insegnato qualcosa. Grazie.
1. Dipende da come la vedi
2. L'attesa
3. Thief at home
4. Il popcorn allo specchio
5. Liquame nero
6. Caramella
7. Nives Safran
8. L'appeso
9. La contrazione dello spazio negli specchi
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 27 gennaio 2021, 22:53
da antico
Dovete ricevere ancora due classifiche.
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 28 gennaio 2021, 21:58
da Giulio_Marchese
Ecco la mia classifica al fotofinish!
1. L’attesa, di Davide Di Tullio
2. Dipende da come la vedi, di Davide Mannucci
3. Liquame nero, di Luca Nesler
4. Thief at home, di Luca Fagiolo
5. Caramella, di Dario Cinti
6. Il popcorn nello specchio, di Alessandro Canella
7. L’Appeso, di Silvia Casabianca
8. Nives Safran, di Jacopo Berti
9. La contrazione relativistica dello spazio negli specchi, di Giuseppe De Micheli
Commenti sparsi:
Thief at home, di Luca Fagiolo
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Ciao Luca, arrivo molto tardi ma spero ci sia tempo per un eventuale confronto.
Sarà il nome ma il tuo racconto ha lo stesso problema di quello di Nesler: ottimo nella forma ma che sa un po' di già visto nel contenuto.
Punti di forza: Lo stile, che stai via via consolidando come tuo e diventa sempre più riconoscibile, e il perfetto flusso di informazioni.
Punti deboli: La tram sa di già visto, in più il fatto che il protagonista parta per cercare di fermare i ladri è un po' forzato: Se si tratta di uno show televisivo, con autorizzazioni ecc., probabilmente sarà rimborsato di quello che gli viene sottratto ovvero a fine show gli verrà restituito tutto più un eventuale risarcimento. Se invece si tratta di un programma illegale la scelta più razionale sarebbe chiamare la polizia. Il fatto che il protagonista non consideri nemmeno queste ipotesi mi ha fatto pensare "ok, ora ci va e gli finisce male". Ammazzando un po' la curiosità.
Lo specchio mi sembra una forzatura inutile, diciamolo: è una tv. Dell'attinenza al tema non sono così convinto.
Come lo migliorerei: Mettendo una parte intermedia in cui: o la ragazza gli fa notare che lo rimborseranno di tutto (subito dopo avergli detto che è uno show televisivo) e magari lui dice che è una questione di principio e simili, oppure (se lo show fosse illegale) un passaggio in cui tenta, infruttuosamente, di avvertire le autorità.
In conclusione è un buon racconto, peccato che sia la trama sia il messaggio che sottende mi sembrano troppo clichè. Però il pezzo fa il suo ed è un ottima prova. Complimenti, a rileggerci!
Liquame nero, di Luca Nesler
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Ciao Luca.
Un racconto molto "Clichèttoso", ci sta perché in questo modo non sei costretto ad avventurarti in descrizioni e flussi informativi inadatti ai 4K, il problema, forse, è che ci si chiede quale sia il punto.
Punti di forza: Uno stile asciutto e una perfetta leggibilità della scena. Il tema è interpretato in senso "temporale", ma è invertito: il futuro della protagonista, diventare uno spillone, è più lontano di quanto appaia nello specchio ma comunque molto vicino. L'ho apprezzato, anche perché penso che il tema debba servire da impulso alla creatività e non frenarla.
Punti deboli: Il pezzo è magnificamente confezionato, ma in soldoni la storia è la solita. Anche il finale è prevedibile per chi conosce il genere e sembra più un compito svolto con perizia che un'idea vincente.
Come lo migliorerei: Forse caratterizzando meglio gli spilloni, creando una sorta di legame tra il sentimento che lega le due ragazze e la mutazione.
In conclusione un buon racconto ma non particolarmente originale, pesa il fatto che ci hai abituati a un livello molto più alto. Prova sottotono. A rileggerci!
L’attesa, di Davide Di Tullio
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Ciao Davide!
Secondo me il racconto è riuscito perfettamente nel suo intento, per come lo interpreto io la condizione dei carnefici in questo preciso momento storico è più vicina a quella delle vittime di quanto non appaia (sui libri di storia?)
Punti di forza: Una buona costruzione porta ad un disvelamento finale che funziona, e parecchio. Alla seconda lettura tutti gli elementi sembrano al loro posto ed era intuibile dove volevi arrivare. Si capisce subito che ci troviamo in un campo di concentramento ma la natura del protagonista rimane ignota fino alla fine.
Punti deboli: A tratti non capire chi sia il protagonista infastidisce, è funzionale al finale ma, a una prima lettura, pesa un po'.
Come lo migliorerei: Non ne ho idea, il difetto che rilevo infatti è semplicemente la lama a doppio taglio della struttura prescelta. Forse creare una maggiore tensione verso il disvelamento finale, aggiungendo qualche dettaglio che incuriosisca il lettore riguardo all'identità del protagonista. Ma non saprei davvero come. Spero in qualche modo di averti dato uno spunto.
In conclusione il racconto mi è piaciuto, trovo interessante l'interpretazione del tema e il racconto scorrevole. Dal punto di vista emotivo non mi ha toccato particolarmente perché se da un lato provo empatia per il protagonista dall'altro la rivelazione finale su chi sia non mi fa cambiare idea e "la bomba" non mi sembra deflagrare davvero. Ho empatia per la sua condizione non per i suoi ideali, condizione che di fatto permane. Non so se sono stato in grado di esprimere in modo chiaro il concetto.
Comunque bella prova, complimenti! A rileggerci.
Caramella, di Dario Cinti
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Ciao Dario.
Ho molto apprezzato come hai interpretato il tema, due immagini speculari ma molto diverse. I vincitori sembrano "i buoni", nel senso che è facile empatizzare con loro vista la situazione in cui versano. Gli sconfitti, invece, hanno agi e lusso ma la loro situazione non è migliore: rischiano praticamente di estinguersi senza la cura. Sono due drammi a confronto. Più vicini di quanto sembra seppur speculari.
Punti di forza: Sicuramente un racconto originale rispetto al tema, malgrado alcune descrizioni conducano a scenari già visti il dettaglio della caramella e i "potenti" che partono sconfitti portano una ventata di novità.
Punti Deboli: La sovrabbondanza di informazioni ti porta a dover dare fin troppe spiegazioni e, malgrado siano diluite nel testo con naturalezza, appesantiscono la lettura. Nella parte intermedia, in particolare, il dialogo tra i due "capi di stato" scade nell'infodump dal momento che si dicono cose che già sanno entrambi soltanto per farle sapere al lettore.
Come lo migliorerei: Semplicemente dando meno informazioni. Ora, io ho la tendenza a non spiegare niente quindi prendi il consiglio con le pinze, ma forse una volta definito il contesto non è necessario spiegare come si è arrivati a quel punto e perché. Ma concentrarsi sui personaggi e come vivono emotivamente l'incontro. Così da dar più spessore al bel finale che hai architettato.
In conclusione il racconto mi è piaciuto, ma alcuni passaggi mi sono sembrati un po' legnosi. Complimenti, a rileggerci!
Dipende da come la vedi, di Davide Mannucci
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Ciao Davide!
Dopo un inizio un po' incerto e abbastanza raccontato ci regali un racconto ben strutturato e piacevole da leggere.
Punti di forza: Sicuramente la struttura. Sia le ripetizioni che i pensieri del personaggio sono funzionali sia a darci dettagli riguardo a cosa sta accadendo sia a creare empatia nei confronti del protagonista. Il tema dei punti di vista è rispettato in pieno.
Punti deboli: La prima parte in cui ricostruisce la giornata, è evidente che sia a vantaggio del lettore. Non dico che in punto di morte non sia plausibile un simile racconto interiore ma dal punto di vista narrativo si poteva fare di meglio. In fin dei conti sei tu che decidi quando deve partire la storia, in che momento esatto della vita del personaggio. Quindi è fin troppo evidente che stai dando contesto al lettore. Magari avresti potuto diluire queste informazioni nel corso del racconto (per altro alcune informazioni arrivano di nuovo dopo e in modo più naturale.) Però niente di grave, certo il "cazzo di ferro" mi ha fatto ridere, forse questa frase andrebbe riformulata ;)
Come lo migliorerei: Il racconto è già ottimo così, l'unica cosa che mi sento di consigliare è snellire un po' la parte iniziale, quella dei cornetti diciamo.
In conclusione un buon racconto che non lascia indifferenti, la frase finale mi ha dato un brivido lungo la schiena. Complimenti, a rileggerci!
Il popcorn nello specchio, di Alessandro Canella
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Ciao Alessandro.
Il racconto scorre abbastanza bene, anche se alcuni dettagli sfuggono e ho dovuto leggerlo tre volte prima di avere il quadro completo. Ci sono alcuni passaggi che mi hanno fatto storcere il naso. In particolare l'atteggiamento, non proprio da scienziati, dei due protagonisti che, al di là del linguaggio e dei modi militareschi quando entrano in sala comando, sembrano non avere un piano ben preciso. Anche la chiosa non mi è piaciuta perché ho pensato: "Perché allora non lo facevi anziché rompere le cose? Che professionalità è?"
Punti di forza: I primi due paragrafi incuriosiscono molto, sono ben scritti e, per così dire, tutto è al suo posto. L'ultimo paragrafo invece non mi è piaciuto particolarmente ma mi piace l'idea di legare il tutto con la storia dei popcorn (seppur con la riserva di cui sopra).
Punti deboli: L'assenza di un vero conflitto. Il conflitto è il motore di ogni storia, quello che ti fa dire "come finirà?" Qui, secondo me, manca. Nel primo paragrafo c'è una prospettiva di conflitto: il rapporto tra il capo dell'esperimento e lo staff, acuito dalla questione dei popcorn. Poi però cade, va tutto liscio e dello staff non si parla più.
Come lo migliorerei: Qui c'è un paradosso. Ho apprezzato di più i primi due paragrafi eppure sono quelli che cambierei. Per mantenere il finale, infatti, presenterei l'ipotesi del collasso già al primo paragrafo (magari prospettando conseguenze nefaste). Insomma cercherei di rendere la situazione più carica di conflitto in modo da rendere più soddisfacente la risoluzione.
In conclusione, la fantascienza è sempre bella da leggere. L'idea è interessante ma, purtroppo, sembra non portare da nessuna parte. Lo stile però è buono: con qualche accorgimento e senza i limiti del contest potrebbe diventare qualcosa di davvero interessante. Mi piacerebbe rileggerlo in futuro.
A presto rileggerci!
L’Appeso, di Silvia Casabianca
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Ciao Silvia, benvenuta.
Il tuo racconto non mi dispiace. In sostanza racconti un giorno tipico del ciclo infinito e che caratterizza la vita della piccola Matilde. Il racconto scorre fluido ma, secondo me, non colpisce nel segno a causa di una narrazione distaccata.
Punti di forza: La trama, nella sua semplicità, ci permette di capire in modo chiaro quello che accade. Alcune frasi sono evocative e fai un buon uso di immagini che arricchiscono il testo.
Punti deboli: La scelta del narratore onniscente ci tiene a distanza dagli eventi narrati, non si riesce ad empatizzare con la piccola protagonista perché non viviamo nei suoi panni. Ho letto commentatori che mi hanno preceduto e non sono assolutamente d'accordo con il discorso del pdv traballante. Il pdv è solido: solidamente fuori dalla storia che quindi ci viene raccontata anziché fatta vivere.
Come lo migliorerei: Mettendo il punto di vista fisso su Matilde. Certo, saltano alcune considerazioni del narratore esterno come ad esempio: "L’amore uscì dalla porta, scacciato via da schiaffi, corde vocali spezzate in due da urla indemoniate e maledizioni." Ma, secondo me, è un sacrificio di poco conto rispetto al vantaggio che, nello specifico, darebbe uno stile più focalizzato.
In conclusione un buon racconto inficiato solo dalla scelta di un narratore esterno un po' troppo invadente, tutto chiaro ma a livello emotivo arriva poco. Complimenti comunque, a rileggerci!
Nives Safran, di Jacopo Berti
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Ciao Jacopo.
Il tuo racconto non mi ha convinto. Sicuramente l'idea è interessante, ma potrebbe essere un incipit per qualcosa di più lungo. Così com'è mi dice poco, non succede niente e tutte le domande poste sul finale non mi hanno dato spunti di riflessione veri e propri.
Punti di forza: Una prosa evocativa ed una bella idea di base.
Punti deboli: A tratti il pezzo sembra pretenzioso a causa di eccessivi barocchismi, l'incipit non l'ho per niente trovato invitante e, se non avessi dovuto per il contest, probabilmente non avrei continuato a leggere: non mi ha incuriosito.
Come lo migliorerei: Inserendo questo personaggio in un testo più lungo in cui possa interagire (azione) con altri personaggi caratterizzati a loro volta. In questo modo si potrebbero sorgere spunti dalle singole storie "riflesse" più che dalla professoressa in sé.
In conclusione, racconto che non rientra nei miei gusti e che dal punto di vista tecnico richiama un modo di scrivere d'altri tempi: quella sorta di prosa poetica che però finisce per non essere ne prosa ne poesia. Mi spiace, a rileggerci!
La contrazione relativistica dello spazio negli specchi, di Giuseppe De Micheli
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Ciao Giuseppe!
Come ha già rimarcato chi mi ha preceduto il tuo pezzo è molto difficile da giudicare, non possiamo dire che sia narrativa però è molto divertente. La posizione in classifica sarà inficiata dalla mancata attinenza al contest XD però mi hai fatto passare cinque minuti piacevoli perciò ti ringrazio :)
Punti di forza: Pezzo divertente e folle.
Punti deboli: Non è narrativa...
Come lo migliorerei: Portandolo su un palco di stand up commedy!
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 28 gennaio 2021, 23:28
da Andrea J. Leonardi
Una classifica difficile da fare. Purtroppo bisogna dare punti e un ordine, ma a questo turno mi sono piaciuti tutti.
1. L’attesa – Davide Di Tullio► Mostra testo
Tema. Trovando lo specchio nel racconto, mi sfugge l’oggetto riflesso e la sua vicinanza, anche in termini metaforici.
Trama. Molto, molto, interessante. La visione di un soldato nazista, il suo odio per i prigionieri e, quindi, l’ideologia in cui davvero crede; ma anche la rigidità del sistema militare, del meteo, della vita che il soldato è disposto a sopportare per la sua missione. Complimenti, ben fatto.
Stile. Mi piace molto il tuo stile, un mostrato ben fatto che alterna prosa fluida e morbida con prosa asciutta e ruvida. La visione della mollica di pane zuppa mi ha fatto venire la nausea, e questo vale tanti punti.
2. Thief at home - Luca Fagiolo► Mostra testo
Tema. Presente, anche se l’uso dello specchio come televisore, più che forzato, sembra superfluo: non c’è una vera ragione per cui lo si usa in quel modo.
Trama. Accattivante, anche se un po’ prevedibile. La metafora della “celebrità” che vuole fare ciò che vuole solo perché si trova in uno show, nel suo show, non è sottile ma è efficace. L’illuminazione improvvisa sulla natura dello show sembra un po’ forzata, così come la lucidità con cui dichiara di essere un pecorone. Il finale lascia l’amaro in bocca: avrei proprio voluto vedere il PdV vincitore. In generale, però, non lo considero un difetto del racconto in quanto, come finale, risulta realistico.
Stile. Niente da dire. Pieni voti.
3. Dipende da come la vedi - Davide Mannucci ► Mostra testo
Tema. Lo specchio è presente, così come la visione alternativa/relativa, la questione di punti di vista. Tuttavia, non percepisco il termine di vicinanza. Non direi che il tema è mancato, anche in termini di interpretazione con cui siamo stati invitati ad approcciarci al tema, direi quindi che è preso al 70-80%. (Utilizzo un sistema a punti, per questo insisto)
Trama. Toccante e profonda. Durante la prima lettura sono rimasto come in attesa che accadesse qualcosa, per apprezzare sempre di più quello che già stava accadendo. La scena, la storia, avviene quasi per intero nella mente del PdV, è li che si trova il dinamismo necessario espresso anche dalla ripetizione di alcune frasi, con significati crescenti. Ottimo lavoro.
Stile. Anche qui, l’ho apprezzato sempre di più leggendo. All’inizio sembrava un raccontato, ma è bastata un po’ di pazienza per capire come invece hai reso incredibilmente bene il flusso di pensieri del PdV. Da segnalare solo ciò che è già stato detto, soprattutto quella lunga frase detta da Winnie, che è stata l’unica cosa che ha rallentato la mia lettura e mi ha costretto a tornare in dietro per cercare di capire bene.
4. L’Appeso - Silvia Casabianca ► Mostra testo
Tema. Da solo non sono riuscito a percepire il tema dello specchio. Ho letto nei commenti un’interpretazione secondo cui la carta è lo specchio, è forse può aver senso pensare che, malgrado l’immagine sia fissa, basta l’idea che l’osservatore vede sé stesso nel significato della carta per renderlo uno specchio. Da qui, la vicinanza segue subito. Il fatto che io non l’abbia capito da solo, non implica che non sia presente e coerente; considerando anche l’invito di ampliare il tema ed interpretarlo in maniera libera, lo valuto positivamente.
Trama. La “sottotrama” è ben chiara: due genitori che litigano parecchio, e di ciò ne risente la figlia. Per quanto riguarda la trama effettiva, ci sono un paio di salti di scena che lasciano il dubbio su quando e dove stia accadendo tutto, il tutto trasmette un’idea di fatti isolati che avvengono un po’ sospesi nel vuoto. In generale, avresti potuto renderla più chiara ma l’idea mi sembra valida.
Stile. Uno stile che mantiene le distanze dalla vicenda e permette di sfiorare ciò che accade, lasciando più spazio al pensiero. Ti propongo due consigli specifici che, durante le letture, mi sono venuti in mente:
- Un punto di vista più forte, ad esempio: “Matilde si bloccò un attimo, come intontita dallo scontro con la cartomante donna” – Il lettore lo capisce (o lo capirà a breve) che la donna è una cartomante, ma Matilde sembra non conoscere questo nome. Un’alternativa economica (in chiave Minuti Contati) potrebbe anche essere di fermarsi dopo “scontro”, senza specificare con chi è avvenuto perché tanto sappiamo lo sappiamo già. Aiuta a eliminare la sensazione di narratore onnisciente (a meno che non fosse tua idea volerlo usare).
- Dire, spiegare, annuire, spesso accompagnati da azioni al gerundio, rallentano la lettura. Prova a trasformare il gerundio in un’azione che meglio accompagna il dialogo:
o “L’appeso” disse annuendo Annuì.
o Spiegò potresti eliminarlo senza perdere nulla.
o “E cosa vuole dirmi?” domandò catturata dalla scoperta che Davvero figure di carta potessero potevano prendere simili iniziative?
o disse ticchettando ticchettò l’unghia finta su quell'omino
Generale. Lo trovato la lettura un po’ pesante dal punto di vista tecnico. Dal punto di vista contenutistico, la definirei invece ricca.[/float]
5. Il popcorn nello specchio - Alessandro Canella ► Mostra testo
Tema. Lo specchio c’è, ed è anche caratterizzato in maniera originale. La vicinanza però mi sfugge, sembra più che gli oggetti nello specchio siano “lasciati indietro”, e quindi allontanati, nel tempo. Comunque, molto sopra il sufficiente.
Trama. La storia di un viaggio nello Specchio. Per quanto mi sia piaciuta l’introduzione, forse sarebbe stato meglio tagliarla, per dare più spazio all’esplorazione e al finale. Indicativamente, considerando la distribuzione 20 – 60 - 20 tra status quo, sviluppo e conclusione, direi che ti sei sbilanciato indebolendo di parecchio le ultime due. L’idea è comunque interessante.
Stile. La prima lettura mi è venuta difficile, la seconda un po’ meno. Ti spiego perché.
• I nomi appesantiscono la lettura, mi sono trovato costretto ad andare su e giù per ricordare chi fosse chi. Soluzioni? Nomi più semplice, o uso della prima persona (toglie un nome e non lascia dubbio su quello rimasto)
• “con la stessa espressione di sua madre quando…” non sappiamo quale sia questa espressione
• Espressioni di tempo, come mentre e quando. La maggior parte delle volte basta tagliarle e aggiungere una congiunzione “e” nel posto giusto. Nella frase finale, rovina molto la tensione crescente: “senza attendere oltre, corse verso lo Specchio e vi si lanciò attraverso, un attimo prima che si spegnesse.”
• “La lastra si frantumò, ma fu comunque costretto a spingere in avanti i pezzi di cristallo per avanzare.” È una scena bellissima, avresti dovuto mostrare direttamente i frammenti del vetro rotto immobili in aria!
6. Liquame nero – Luca Nesler► Mostra testo
Tema. Credo di averlo afferrato: la cosa nello specchio è la trasformazione/mutazione che è vicina perché sta per arrivare? Controllerò negli altri commenti, ma direi che il tema è più che sfiorato, con una sfumatura di originalità. (Per la valutazione finale e la classifica, considererò anche ciò che viene detto nei commenti e che io non ho capito)
Trama. Lo scenario apocalittico non va spiegato e, anzi, è mostrato abbasta bene. Forse era necessaria qualche descrizione in più degli spilloni. Il dubbio arriva alla fine:
Silvia scoppiò a piangere. «Oddio! No! Amby, non tu, non qui!»
Ambra avvertì un formicolio alla gola, al palato. «Tranquilla.» Amaro sulla lingua. «Io me la cavo.»
Questa frase mi ha fatto venire dubbi che prima non avevo: perché se la cava? Cosa significa? Come si trasformano? Che ruolo ha il liquame nero? Come funziona il contagio? Ma, soprattutto, si trasformerà? E il dubbio non nasce tanto da motivi narrativi, ma proprio da una non spiegazione del sistema che genere le trasformazioni.
Stile. Non è la prima volta che ti leggo, ma questo volta il racconto mi è sembrato più “ruvido”. Faccio un breve elenco delle cose che più mi hanno rallentato, senza pretesa di dichiararli veri errori:
• “Posò la faccia a terra” – non sono riuscito a visualizzare l’immagine, posa la guancia? La fronte? L’orecchio per sentire rumori? O la faccia di qualcun altro?
• Ambra indietreggiò e cadde, fu come risucchiata da una voragine. Batté la schiena. – non avrei spezzato il battere la schiena dal cadere, per poterli immaginare come connessi e consequenziali.
• Entrò, aprì i cassetti, l’armadietto. Un flacone, un altro. – questo è un esempio di ritmo dell’intero racconto che “non mi è piaciuto”: tutto troppo staccato, composto da microfrasette, che mi hanno dato l’impressione di ruvidità.
• Qualcosa sbatté. La porta che aveva liberato. Qualcosa le afferrò un braccio. – troppi qualcosa e troppo vicini generici? Non so, ma non suona.
• «No!» portò le mani al viso.
Nulla.
«Stai bene, amore?»
Avrei reso meglio quel nulla, di getto mi è venuto da leggerlo come se fosse la risposta nel dialogo.
Se cercassi di dare un giudizio più oggettivo, direi che l’uso di tante frasi spezzettate è stato superfluo e ha appesantito la descrizione e l’azione. Ti faccio invece i complimenti per l’uso della terza persona
7. Nives Safran – Jacopo Berti► Mostra testo
Tema. Abbastanza centrato, in maniera non del tutto originale. (Specchio e oggetto vicino non sono originali, il resto del racconto lo è.)
Trama. Accattivante l’idea di una persona che si ricopre di specchi. È ancora lei la protagonista? O lo sono tutti coloro che si specchiano? Non c’è una vera storia, un piccolo arco narrativo, tuttavia ci viene raccontato un “qualcosa” di magico e quasi irreale che ti fa dire: “ehi, la conosci la storia della professoressa Nives Safran?”
Stile. Sono pronto a scommettere che si sia Di solito, non sono un fan di questo stile. La tua prosa, invece, non mi ha infastidito molto, ed è anzi piacevole. Ho solo una cosa da commentare. All’inizio del secondo paragrafo scopriamo che Nives si è ricoperta di specchi, e questo spiega tutte le frasi del primo paragrafo; invertirei le due informazioni, perché? Perché tutto il primo paragrafo non acquista nessuna valenza e importanza nella mente del lettore: le frasi, per quanto bello da leggere, hanno bisogno di un sostegno e aggancio alla vicenda. Ho provato a leggerli al contrario, e credo funzioni.
8. Caramella - Dario Cinti► Mostra testo
Tema. Mi sembra di capire (anche dai commenti), che lo “specchio” è la situazione simmetrica di rovina post-bellica, e la vicinanza diventa quindi il fatto che entrambe le fazioni sono messe male. In questi termini, direi che ha senso.
Trama. L’idea di base è accattivante: uno scenario post-apocalittico dove l’America si trova contro l’Eurasia. Assassinii, spionaggio, armi chimiche, c’è tanto di interessante nel racconto. Tuttavia, nella resa finale, ho avuto difficoltà a capire cosa stesse accadendo; solitamente, in questi casi la storia principale non è legata ai motivi che hanno causato il “cataclisma”, e ciò permette di non inserire spiegoni o di non subire la presenza di buchi di trama causate da spiegazioni incomplete o non realistiche. In questo caso, invece, sorgono delle domande necessarie a capire cosa sta accadendo: cos’è successo prima, com’è finita la guerra, come hanno fatto ad uccidere l’imperatore americano, cosa chiedono nei negoziati e perché? Infine, non è chiaro il ruolo della caramella.
Stile. Ignorando i refusi, lo stile non è male. Dico senza pregi o difetti, ma questa stessa caratteristica è un pregio per me.
9. La contrazione relativistica dello spazio negli specchi - Giuseppe De Micheli► Mostra testo
Ciao Giuseppe, piacere di leggerti!
Ti hanno già ripetuto più volte la questione del racconto - non racconto, quindi vado dritto al punto: il tuo lavoro mi è piaciuto e mi ha lasciato un sorriso (anche se non ho trovato la relatività che speravo di trovare, da fisico che sono), e lo posizionerò più in alto in classifica di racconti "che sono racconti", ma sono scritti male.
Ammetto comunque con piacere che ho apprezzato l'ironia delle dimostrazioni scientifiche, la falsa rigorosità con cui ci hai portato ai risultati innegabili, nonostante i collegamenti logici spesso deboli o assenti che, però, mostravano appieno la follia della voce narrante.
Purtroppo, è innegabile come si rimanga un po' con l'amaro in bocca e in attesa di quel qualcosa che ci si aspetta che accada, proprio perché ci si aspetta di leggere un racconto.
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 29 gennaio 2021, 0:39
da antico
Avete ricevutu tutte le classifiche, nei prossimi giorni arriverà anche la mia.
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 29 gennaio 2021, 1:03
da antico
Nel vostro gruppo viene squalificato per mancati commenti Jacopo Berti con il suo racconto NIVES SAFRAN. Da regolamento, la classifica finale del gruppo verrà calcolata al netto del suo racconto. L'autore squalificato lo sarà anche per la prossima edizione.
Re: Gruppo APACHE IN MIRROR: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 3 febbraio 2021, 16:57
da antico
Scusandomi per il ritardo, ecco a voi i miei commenti e classifica per il vostro gruppo.
1) Thief at home, di Luca Fagiolo
Credo tu sia riuscito a realizzare esattamente il racconto che desideravi realizzare e questo, come ormai sai, è per me, in mancanza di problematiche rilevanti nella realizzazione, già motivo di buona valutazione. Non arrivo però al pollice su completo perché credo che avresti dovuto complicare di più il tutto perché si capisce fin troppo presto quello che sta per succedere. Poi la corsa verso casa, il confronto con il ladro e il show must go on, tutta roba che va bene, ma senza mai stupire il lettore, meravigliarlo, colpirlo duro. Buona declinazione del tema. Pollice quasi su a ulteriore conferma delle tue qualità, ma un invito a osare ancora di più.
2) Dipende da come la vedi, di Davide Mannucci
Un racconto convincente e senza evidenti punti deboli se non quella lunga frase di Winnie The Poh che pare davvero eccessiva. Per il resto, rimane una gran bella prova che non mi convince appieno sul fronte tema in quanto non mi sembra ben declinato se non addirittura inserito quasi a forza. Pertanto vado con un pollice quasi su e lo piazzo dietro al parivalutato racconto di Fagiolo nel quale il tema è assolutamente più integrato.
3) Caramella, di Dario Cinti
Ho notato che ti hanno sottolineato in molti che il limite di caratteri ti ha penalizzato ed è vero in rapporto al taglio che hai voluto dare al racconto con una prima parte dedicata a mostrare la Pianura Padana, molto lunga) e una conclusione in cui hai dovuto rushare per chiudere entro i limiti. Appunto: in rapporto al taglio che hai voluto dare al racconto. Quindi strategia errata perché dovendo confrontarsi con 4000 caratteri gli spazi vanno gestiti diversamente e questo non è mai un limite di MC, ma un errore di chi scrive e d'ora in poi lo farò notare fino alla nausea perché mi sembra sia una scusa sempre più usata dai commentatori. Tu hai un bel talento per racconti con questo taglio, ma ho sempre notato una certa difficoltà a chiudere a prescindere da qualunque limite di caratteri: molto bravo davvero nel tratteggiare un determinato contesto, poco incisivo nella chiusa dove forse fatichi a fare rendere al massimo il materiale che hai presentato. Credo ci sia da lavorare su questo aspetto. Tema ben declinato anche se presentato e sviluppato solo nella parte problematica del racconto, quella dove hai dovuto accelerare. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo non brillante che va a piazzarsi davanti al parivalutato racconto di Di Tullio perché più chiaro in prima lettura, almeno per come è arrivato a me.
4) Il popcorn nello specchio, di Alessandro Canella
Anche qui ecco un racconto che non è nato per 4000 caratteri o che, come sostengo io, non è stato pensato per quel limite. Non è una questione di avere un'idea più piccola, ma di sfruttare lo spazio nel modo più efficiente possibile e se impieghi un terzo dello spazio per mostrare che il tuo protagonista ha una predilezione per i popcorn è ovvio che ne consegua che il resto subirà dei rimaneggiamenti. Il problema è che una volta che hai strutturato il racconto con quella lunga intro, poi dovevi proseguire di conseguenza e no, in 4000 caratteri non poteva starci. Quindi, semplicemente, imparare a scrivere nei limiti significa scrivere tenendo ben in testa quei limiti e non scrivere a prescindere per poi tagliare fino a rientrarci perché in quel caso non ne uscirà mai un lavoro che rispecchi la nostra volonta e pertanto raramente potrà convincere in pieno il lettore. Ed è un peccato perché qui l'idea di fondo era molto buona e anche molto in tema, solo che hai dovuto rushare il finale e allo stesso tempo non hai potuto dare la giusta tridimensionalità ai protagonisti e questo si sente. Per me un pollice tendente verso il positivo anche se non i modo brillante e piazzamento nella mia classifica alle spalle del racconto di Cinti che condivide con te gli stessi problemi, ma che mi sembra un pelo più equilibrato.
5) L’attesa, di Davide di Tullio
Ammetto di avere faticato parecchio in prima lettura e di averlo apprezzato solo dopo avere letto commenti e risposte. Rileggendolo avendo in testa le chiavi per comprenderlo, devo ammettere che è un bel lavoro, ma il fatto che non mi sia subito arrivato è un problema. Dopo lo spaesamento iniziale. ho pensato a un ebreo in campo di concentramento, poi a dei prigionieri in Russia, infine il disvelamento della svastica ha cozzato con il protagonista costretto a cercare tra gli avanzi, cosa che mi è parsa eccessiva. Il problema è che il racconto si appoggia completamente su conoscenze del lettore evitando di seminare al suo interno delle chiavi di lettura e questo, per me, è sempre un errore. Il tema lo vedo declinato. Come valutazione mi fermo su un pollice tendente verso l'alto, ma in modo non brillante.
6) Liquame nero, di Luca Nesler
Apprezzo la tua volontà di metterti in gioco su un terreno diverso, ma mi sembra che tu lo abbia subìto parecchio, tanto da non riuscire a domarlo, cosa che ti ha costretto a mantenerti nel compitino. Un esempio su tutti, banale: per prepararti la chiusa con la frase di Ambra gliel'hai dovuta fare dire poche righe prima, quasi tu fossi già arrivato con il fiato corto e abbia dovuto improvvisare sul momento per dare un tocco in più. Per il resto, la scena sembra tratta da un qualunque zombie movie or comics, ma rimaneggiata di qualunque significato degli stessi, non hanno un quid questi mostri: sono solo mostri. Così come non riescono, alla fine, ad avere spessore le due protagoniste, caratterizzate solo dal loro attaccamento e dalle qualità da combattente di Ambra. Il tema è inserito in modo un po' blando. Non benissimo, questa volta. Per me un pollice tendente verso il positivo, ma al pelo.
7) L’appeso, di Silvia Casabianca
Vedo uno stile ancora acerbo, ma tanta voglia di imparare e questo è assolutamente positivo. Penso che uno studio della narrativa immersiva potrebbe aiutarti nel controllare la tua narrazione e qui puoi trovare molti spunti, ti consiglio di leggere soprattutto i commenti degli altri partecipanti perché dalle loro analisi ai vari testi puoi cominciare a disegnarti una mappa mentale e posizionare delle coordinate. Per passare al tuo racconto, un'idea che denota grande sensibilità, ma troppo spesso passi, appunto, dalla protagonista a note a margine e non dico che sia un errore, ma va fatto consapevolmente e non senza saperlo. C'è troppo stacco tra la prima parte e la seconda, soprattutto in termini di informazioni che arrivano al lettore perché, davvero, come ci sia finita la bambina in quel Luna Park rimane un mistero. Il tema è ben declinato, dopotutto. Direi un pollice tendente verso il positivo anche se al pelo e in classifica finisci dietro al parivalutato racconto di Nesler proprio per le incertezze che hai dimostrato. Ecco, Nesler può essere proprio uno degli autori da cui partire nell'analisi dei suoi commenti e t'invito a cercare sia quelli di questa edizione che di quelle recenti. Gli altri autori li scoprirari da te :)
8) La contrazione relativistica, di Giuseppe De Micheli
Tra i metaracconti che ho letto in questi anni, questo è tra i più validi perché ha una spina dorsale ben definita e si integra bene con il tema. Però occhio che ho percepito stanchezza sul finale, quasi stesse girando troppo intorno a se stesso e questo è di sicuro un problema per un pezzo che nasce con queste specifiche intenzioni. Come valutazione per il contest, direi un pollice ni tendente verso il positivo, mi ha fatto piacere leggerlo e hai fatto benissimo a postarlo.