Pagina 1 di 1
Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 20 aprile 2021, 2:07
da antico
BENVENUTI ALLA ORIANA RAMUNNO EDITION, L'OTTAVA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 152° ALL TIME!Questo è il gruppo BERLINO della ORIANA RAMUNNO EDITION con ORIANA RAMUNNO come guest star. Gli autori del gruppo BERLINO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo VOLLEY.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo MURAGLIA. Questo è un gruppo da OTTO racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da ORIANA RAMUNNO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso. Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del
RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo BERLINO:Il mondo è cattivo, di Wladimiro Borchi, ore 23.19, 3894 caratteri
Anomalie, di Debora Dolci, ore 00.39, 4224 caratteri
Opportunità, di Alessandro Canella, ore 00.52, 4221 caratteri
Il racconto del racconto, di Filippo Mammoli, ore 00.41, 4198 caratteri
Una scommessa, di Giovanni Attanasio, ore 00.43, 3826 caratteri
Nulla come prima, di Antonio Pilato, ore00.35, 3434 caratteri
Suoni, di Salvatore Stefanelli, ore 23.30, 4237 caratteri
Non si torna indietro, di Roberto Bartoletti, ore 00.38, 4168 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 29 APRILE per commentare i racconti del gruppo VOLLEY Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 30 APRILE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo VOLLEY e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora:
date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro. Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo. Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la
classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo VOLLEY.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti. BUONA ORIANA RAMUNNO EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 21 aprile 2021, 15:42
da Signor_Darcy
Berlino, forse la città che preferisco al mondo, pur nel mio non sopportare le città- C'è un che di poetico nel commentare questo gruppo. Che mi ha messo molto, molto in crisi. Ancora ora che sto scrivendo questa introduzione sto ripensando alla classifica. Che vabbe', ormai è questa.
Lo si dice spesso, ma davvero non ci sono racconti che spiccano in alto o in basso rispetto agli altri, il livello è credo molto buono in tutti e otto i brani.
1. Una scommessa
2. Il mondo è cattivo
3. Anomalie
4. Opportunità
5. Suoni
6. Non si torna indietro
7. Il racconto del racconto
8. Nulla come prima
***
Una scommessa, Giovanni Attanasio► Mostra testo
Bel racconto; forse un po’ troppo articolato per lo spazio a disposizione, che comunque hai usato molto bene.
Mi piace la struttura ciclica, con prima e ultima parte caratterizzate dalla stessa forma: lo stadio, l’analogia tra Mimì e la rete, le emozioni prima della partita, la fasciatura.
(La struttura, peraltro, è molto simile a quella classica della sinfonia – allegro in forma sonata con campo-interazione-campo, lento, minuetto, di nuovo la forma sonata campo-interazione-campo. Cosa curiosa, forse un po’ forzata da parte mia; ma l’ho notata senza troppa fatica. Forse sono io. Probabile.)
Buoni i dialoghi, anche se a volte ho fatto fatica a capire chi parlava, almeno a una prima lettura, anche perché i due padri – quello di Mimì prima e quello di Pietro dopo – inizialmente mi hanno generato un po’ di confusione. Mi è piaciuto come hai descritto azioni e stati d’animo tra le parole.
MI piace anche come hai toccato temi più profondi: il muro della pallavolo, certo; ma soprattutto il muro della paura per una condizione umana normale, naturale, ma che fa ancora tanta paura a tante, troppe persone.
Non ho particolari critiche, onestamente: trovo sia un ottimo racconto.
Il nome Mimì era inevitabile, vero? Lo so. (Io però avrei forse scelto Nami.)
Il mondo è cattivo, Wladimiro Borchi► Mostra testo
Racconto affascinante e malinconico, in cui una terza persona piuttosto sapiente riesce comunque a rendere bene lo stato d’animo della protagonista.
Inaspettato il finale, che forse meriterebbe qualche dettaglio in più: l’ultima frase sembra quasi cercare solo la sorpresa del lettore, o quantomeno voler lasciare con una curiosità eccessiva, perché quello schermo bianco non è un piccolo dettaglio non risolto, ma un bel macigno che lascia molte domande.
Stilisticamente ci sono alcune cose che non mi convincono molto: l’uso di alcune preposizioni che secondo me stonano un po’ (“tavolo di cucina”, “in viali fioriti”); un po’ di frammentarietà nella prima parte, forse anche perché per mio gusto preferisco periodi un po’ più strutturati; qualche frase forse un po’ didascalica (quella di pranzi e cene, per esempio); la maiuscola a “dottoressa”. Nulla di clamoroso, sia chiaro.
Ho trovato solida la parte relativa all’ascesa del muro, che si prende il tempo e lo spazio che le serve.
Buon racconto, in definitiva.
(Il ricordo che Laura porta con sé quale sarebbe, il ricordo dei quadri?)
Anomalie, Debora Dolci► Mostra testo
Ho dovuto rileggere il racconto un paio di volte, cosa che non ho mai capito fino a che punto è da considerarsi un valore aggiunto. Raccogliendo le informazioni sparse si riesce a ipotizzare il contesto della vicenda, e ammetto che il tutto genera parecchia curiosità: cos’è la cupola? Chi – o che cosa – è l’intelligenza? Perché i suoi “schiavi” si muovono sempre in coppia? Domande lecite a cui, credo giustamente, il racconto non dà risposta.
Mi ha un po’ spiazzato il cambio di punto di vista, forse l’avrei evitato: essendo la seconda parte parecchio descrittiva per tutte le azioni compiute credo avrebbe retto anche filtrata dall’addetto alla quiete, anche perché non perde mai conoscenza.
(Certo, non avresti potuto inserire dettagli comunque succosi come i pensieri delle anomalie nei confronti dei ragazzetti iper-tecnologici che danno loro la caccia; ma di contro sarebbe stato interessante esplorare ulteriormente la scoperta della loro natura “umana” da parte dell’addetto ferito. Dico questo anche perché il finale, non particolarmente originale, avrebbe retto anche a parti inverse.)
Stilisticamente ho davvero poco da dire, non ho praticamente notato stonature, o forzature di sorta. Forse giusto qualche dettaglio di troppo sulla componente tecnologica, ma niente che infici la lettura.
Un ottimo racconto, in definitiva, che riesce in poche righe a introdurre un mondo intrigante – la sensazione piacevole di post-apocalittico distopico, quasi sempre interessante, del resto aiuta. Brava.
(Certo che Orin e Bizon Sembrano personaggi di Street Fighter.)
Opportunità, Alessandro Canella► Mostra testo
Non… non sono sicuro di aver compreso del tutto il racconto. Quello che so è dopo una prima parte forse un po’ legnosa in alcuni punti (forse per qualche virgola per me di troppo: “Giunta nella sala centrale, si accorse però di non essere sola”; “le braccia tese lungo i fianchi, avvolti da un abito bianco”) il testo decolla con il dialogo, che pur essendo molto cinematografico, è ben reso: si sa sempre chi parla, si capisce come si comporta mentre parla, si intravedono le riflessioni (pur nell’assenza di un filtro più interno al punto di vista).
Poi appunto qualcosa mi sfugge, limite mio sicuramente: forse manca qualche elemento seminato qua e là, forse non è chiarissimo quali siano le opportunità paventate dalla donna, né si intuisce dove nasca la sua visione del deserto. Poco male, eh. Il finale, con Mya che corre, è ugualmente misterioso – scappa? Insegue la donna? –, ma decisamente in linea con lo scritto.
Forse qualche carattere in più sarebbe servito; ma credo sia comunque un buon lavoro.
Suoni, Salvatore Stefanelli► Mostra testo
Il racconto, ben scritto, è nettamente diviso in due parti. Anzi, in tre, se consideriamo l’ultimo paragrafo come un’entità un po’ a sé stante, forse troppo concitata se paragonata a quel che lo precede. Non che quei frammenti di azione e luci e rumori percepiti dal protagonista siano scritti male, tutt’altro; però il salto mi è parso molto netto. Peraltro, non so bene perché, proprio l’ultima parola, “smartphone”, mi è sembrata molto stonata dopo quattromila caratteri comunque poetici, molto descrittivi, che per inciso avrebbero potuto essere ambientati in qualsiasi epoca, almeno fino all’entrata in scena degli pneumatici.
Come colpo di scena in sé funziona, anche se l’intervento dei soccorsi risulta essere stato forse fin troppo tempestivo – magari fosse sempre così.
Il dialogo è credibile, anche se forse un po’ cinematografico.
Credo che le cose migliori siano comunque nella prima parte, quella più emozionale ed emozionante (“L'estate era la stagione che preferivo, quella in cui mi sembrava di tornare a vivere, seppure la vita fosse quella di altri”, o “potevo immaginare abbracci, baci, carezze e struggermi nella sofferenza della loro mancanza”). Un buon lavoro, in definitiva.
Non si torna indietro, Roberto Bartoletti► Mostra testo
Bel racconto, si potrebbe quasi parlare di un condensato del viaggio dell’eroe, con tanto di vecchio spronatore e di nemico che pare tanto forte da costringere alla rinuncia al combattimento.
Ben scritto, sicuramente; anche se qualche pilastro di narratologia – almeno per quel poco che ne capisco – ogni tanto mi sembra venire un po’ meno (per esempio con i verbi di contorno ai dialoghi tipo “domandò” o “incalzò”).
Struttura e gestione dello spazio mi sembrano molto buoni, non avverto accelerazioni, né passaggi un po’ forzati; anche il finale mi sembra ben dosato e in grado di lasciare il giusto livello di dubbio nel lettore.
Il racconto del racconto, Filippo Mammoli► Mostra testo
Leggo su facebook che Filippo aspetta con grande curiosità il primo commento a "quello che è senza dubbio il racconto più folle che abbia mai scritto nell'arena".
Boh, che faccio? L'ordine che mi sono imposto per la lettura è un altro, ma a questo punto sono curioso.
Leggo, tra il divertito e il perplesso; e intanto comincio a pensare a cosa potrei dire di quello che c'è scritto, di questo racconto sul racconto che per arrivare a sfiorare i quattromiladuecentoquarantadue caratteri non esita a dire che deve raggiungere i quattromiladuecentoquarantadue caratteri.
Faccio ordine nei miei pensieri. Paraculo? Forse, un po'; ma valeva la pena. Interessante? Sì e no: sì perché il processo creativo assume la stessa valenza dello scritto; no, perché verso la fine forse si prende un po' troppo sul serio pur continuando a far finta di essere casuale (la parte del "regresso ad infinitum"). Intrigante? Beh, sì, cavolo: guarda come si lancia in una... filippica verso i "talebani della scrittura immersiva", con l'obiettivo in realtà non troppo celato di compiacerli.
Non lo so. Non mi convince come commento. Che gli posso dire? Che è scritto bene lo sa. Che il tema l'abbia rispettato forse lo pensa, non sono sicuro ci sia davvero riuscito, dato che parla di "poca voglia" e quindi il "muro della mancanza di ispirazione" tiene, sì; ma non troppo. Che poi, ammesso che sia anche vero, non è che questo basta per scrivere un commento esaustivo. Boh, magari ci penso dopo.
Anzi, no. Dico che l'idea è buona, che l'esecuzione gli rende giustizia e che forse non era facile riuscire a fare di più.
Nulla come prima, Antonio Pilato► Mostra testo
Faccio davvero fatica a inquadrare il racconto, nella sua interezza quantomeno. Più volte a una prima lettura la mia attenzione è stata rivolta a soggetti sbagliati, forse volutamente ingannevoli. L’atto di accusa prima e di rassegnata accettazione poi nei confronti della tecnologia è comunque ben scritto; e traspare la sofferenza del protagonista. Avrei forse evitato qualche informazione di troppo (per esempio “[…] giacendo ormai da un tempo che reputo infinito sul banale letto di un ospedale in periferia perché affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica, quella malattia neurodegenerativa che tutti abbreviano con la sigla 'SLA', devo ammettere che […]” l’avrei reso senza perdere dettagli importanti con “[…] giacendo ormai da un tempo che reputo infinito sul banale letto di un ospedale perché affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica, devo ammettere che […]”) e, per mio gusto quantomeno, usi un po’ troppo spesso i tre puntini.
Per il resto si tratta di un racconto che si pone davvero molti interrogativi partendo da uno spunto comunque buono, anche in ottica del rispetto del tema della prova.
Re: Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 22 aprile 2021, 22:29
da Andrea Partiti
Il mondo è cattivo, di Wladimiro Borchi
► Mostra testo
La descrizione della casa automatizzata che si occupa della sua abitante mi ha fatto subito pensare alle case di Bradbury, sia quelle abitate che quelle disabitate su Marte che continuano a preparare i toast, a far suonare le sveglie e a rassettare su un pianeta disabitato. Che non avrebbe trovato un mondo normale fuori dal muro era quasi scontato, mi aspettavo deserto e morte, un esperimento, uno schermo no, ma suppongo che per chi ha vissuto senza vedere mai il cielo, quello proiettato su uno schermo sia più che credibile, anzi, questi punti di riferimento diversi possono essere una chiave di reinterpretazione ancora più grande andando a toccare tutto quel che ci descrivi della casa e della "normalità" al suo interno.
Non ho grossi appunti, il racconto funziona, il finale va bene com'è, spiegare di più guasterebbe la scena e non sarebbe adatto a un racconto perché richiederebbe molta più esplorazione.
(Ovviamente nel seguito la casa è psicopatica e attaccherà la protagonista, lo sappiamo perché imburra il pane da entrambi i lati)
Anomalie, di Debora Dolci
► Mostra testo
Non credo mi sia arrivato tutto quel che volevi trasmettere, una parte significativa del racconto è passata a "fare atmosfera" e impostare i toni giusti per la parte più concreta.
Quello che mi è arrivata è una storia molto classica di conflitto, in cui ognuna delle due parti pensa di combattere per un senso di giustizia e bene superiore ma ha comunque dei dubbi. Dubbi che si concretizzano nel non uccidere quando si presenta l'occasione da una parte, nel salvare il nemico e rinunciare a un bottino prezioso dall'altra. E' un tema ricorrente nella fantascienza e nel fantastico in genere, sia sulla taglia racconto che nei romanzi, e anche se credo potresti migliorare i tempi di questo racconto alleggerendolo sulla tecnocose per fare futuro e portando un po' più in evidenza il lato umano, penso che tu l'abbia usato bene.
Opportunità, di Alessandro Canella
► Mostra testo
Non credo di aver afferrato completamente il racconto.
La galleria era vuota perché la protagonista vede uscire gli ultimi clienti, e da come la descrivi non è un ambiente enorme e non controllabile, quindi abbiamo una presenza "misteriosa". La approccia come se fosse una cliente, ma si comporta in maniera molto più intima e invadente. Si rimbalzano a vicenda frasi sempre più pompose che si avvicinano tantissimo alla parodia della critica d'arte, sentiamo calici di vino gigante che ruotano di pretenziosità, eppure ce la fanno a restare serie.
La visione al di là del muro non capisco da dove nasca, se effettivamente le mostri qualcosa o se sia tutta frutto dell'immaginazione, ma penso che l'ambiguità sia voluta.
E' una scena piacevole da leggere, che fa sorridere per un irrealismo e una forzatura delle interazioni che (spero!) siano intenzionali per creare un effetto surreale, però non avere uno scioglimento di questa tensione che costruisci mi lascia insoddisfatto.
Il racconto del racconto, di Filippo Mammoli
► Mostra testo
I racconti meta esistono solo nel contesto in cui nascono.
Lo tiri fuori da questo specifico forum, in questo specifico momento, per questo incredibilmente specifico target di lettori e diventa privo di significato.
Importa poco quanto provi a recuperare aggiungendo fumo al racconto. E' solo triste.
Mi dispiace, alla prossima.
Una scommessa, di Giovanni Attanasio
► Mostra testo
Mi piacciono molto: l'interpretazione del tema, perché mi piace qualsiasi interpretazione a cui non ho pensato durante il brainstorming e che quindi mi sorprende; i dialoghi, che funzionano tutti molto bene, sono naturali, non stuccano, si seguono con facilità a parte pochissime inceppature che sono fisiologiche durante una prima stesura in cui si fa fatica a revisionare come si deve.
Mi piace meno la densità del racconto, perché abbiamo la storia di Lia malata che deve guarire, la loro storia d'amore nascosta e del matrimonio triste, la carriera di entrambe nella pallavolo. Sono davvero troppe cose per questa dimensione di racconto ed è poco meno che miracoloso che ci stiano davvero tutte. Penso che sia una buona combinazione di elementi, ma non sia questo il formato su cui raccontarli.
Non mi piace: Mimì, ma te l'hanno già detto. Se scegli una combinazione iconica tra nome e professione, vai a pescare in un immaginario già troppo stabilito ed è difficile creare un racconto staccato. Cambia il nome!
Nulla come prima, di Antonio Pilato
► Mostra testo
Mi spiace, mi hai perso con quell'incipit incredibilmente poco leggibile e non ti sei ripreso dopo.
Lo stile è troppo contorto e involuto. Sei tu autore che ci forzi idee e giudizi su società, mondo e comunicazione, non racconti una storia, la usi per raccontare la tua idea senza neanche provare a nasconderla dietro a uno strato di narrazione.
Ricondurre il flusso di coscienza a una situazione reale nel finale purtroppo non ci dà una chiave di lettura diversa e non cambia assolutamente l'impressione iniziale.
Penso che tu debba tirarti un po' indietro dai tuoi racconti, scegli i personaggi e lascia che parlino e pensino senza che si senta la tua presenza in maniera così pesante. Puoi trasmettere le stesse cose ma in maniera più delicata.
Suoni, di Salvatore Stefanelli
► Mostra testo
Vado contro corrente, la prima parte è lenta, senza una direzione e crea un'atmosfera che poi c'entra ben poco con quel che sta per arrivare. Sono tanti preparativi che poi non si concretizzano davvero, penso che ridimensionarli farebbe solo bene al racconto.
Salva la ragazza, un po' per caso e fortuna, e poi tutto il loro rapporto attraverso al muro brucia e finisce nel giro di poche righe. Quella parte avrebbe senso approfondirla.
In generale le scene dinamiche, con dialoghi e interazione, mi sembrano molto più nitide, mi parlano di più.
Non si torna indietro, di Roberto Bartoletti
► Mostra testo
Il tema è centratissimo e il racconto funziona bene.
Ammetto che mi ha deluso un po' il twist finale, perché "i personaggi non erano persone! Erano oggetti, alieni, animali, alberi, globuli bianchi!" è un po' abusato come sotterfugio narrativo. Molto abusato. Almeno, rileggendolo, l'hai fatto onestamente e non ti è sfuggito nulla che non contrastasse questa interpretazione e sei riuscito a mascherare tutti gli indizi.
Quasi avrei preferito un mondo ignoto e non ben definito fatto di prigioni senza via d'uscita e senza spiegazione per chi ci vive dentro
1. Una scommessa, di Giovanni Attanasio
2. Il mondo è cattivo, di Wladimiro Borchi
3. Opportunità, di Alessandro Canella
4. Anomalie, di Debora Dolci
5. Suoni, di Salvatore Stefanelli
6. Non si torna indietro, di Roberto Bartoletti
7. Nulla come prima, di Antonio Pilato
8. Il racconto del racconto, di Filippo Mammoli
Re: Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 23 aprile 2021, 14:23
da alexandra.fischer
Buon pomeriggio, ecco i miei commenti e relativa classifica:
IL MONDO È CATTIVO di Wladimiro Borchi Punti di forza: l’ambientazione della casa con giardino che accoglie la piccola Laura. Rendi con grande maestria il tempo dell’arrivo della piccola nella casa mostrando lo stadio di maturazione delle albicocche e il grado di fioritura del melo attraverso lo sguardo di lei. La Dottoressa Marelli, la scienziata che ha deciso di occuparsi della bambina, l’ha fatto con ogni riguardo (l’ha circondata di opere d’arte, le ha fatto avere il pane imburrato dai due lati, la tazza di cioccolata e menù diversi a ogni pasto). Questo, dopo averle fatto promettere di non oltrepassare il muro perché il mondo è cattivo. Laura, invece, è costretta a farlo, perché un brutto giorno la scienziata scompare e pare che ci sia in ogni caso un mondo da vedere (ci sono indizi che ne rivelano la presenza: cinguettii di uccelli, rumori di calessi e zoccoli di cavalli, chiacchiericci di signore). Il finale aggiunge un brivido a quello dell’inspiegata sparizione della dottoressa. Oltre il muro, uno schermo bianco.
Punti deboli:
ti riporto i refusi corretti:
Sentiero nel giardino.
Meno male.
ANOMALIE di Debora Dolci Tema centrato. Punti di forza: l’atmosfera di SF. Mi ha fatta pensare a un misto fra Lazer Tag (una celebre serie Anni Novanta di quaderni e diari ispirata alla fantascienza più spartana) e Tron (il primo film Disney sulla SF, del 1980; non ebbe successo perché troppo avveniristico). I personaggi del protagonista e di Orin si muovono infatti in un mondo molto virtuale (il gioco di allenamento prima dell’esplorazione del tunnel, la luce azzurra dell’app fra le mani del protagonista e il successivo chiarimento che si tratta di un cilindro portentoso, che salverà la vita allo stesso). Molto ben congegnata la scena della breccia e dell’attacco. L’anomalia, in realtà, è un altro essere umano con una balestra e la mente libera dai condizionamenti dell’Intelligenza Artificiale che governa i due piccoli esploratori (uno dei quali troppo curioso). Bello il confronto fra il protagonista e l’anomalia (il primo diciottenne, l’altro, un po’ più grande: ma entrambi esseri umani. E il secondo ha un suo codice morale: l’altro non voleva ucciderlo, così fa in modo che viva e scappa via, lungo il tunnel, che si rivela una metropolitana caduta in disuso).
Punto debole:
ti riporto la frase corretta: È un’anomalia? Devo quietarla subito. Mai lasciarle tempo.
OPPORTUNITA’ di Alessandro Canella Tema centrato. Punti di forza. L’installazione del muro di mattoni, che nasconde un mondo virtuale visibile a chiunque lo sfiori. L’ambientazione di questa realtà virtuale ha qualcosa di orientaleggiante (il deserto bianco, la città con le cupole, il balcone, la tenda, il pavimento a mosaico con i cuscini). Ben resa anche l’atmosfera della galleria d’arte sul punto di chiudere e il freddo che vi regna. Certo, la visitatrice rimasta diventa l’acquirente dell’opera e questa è una bella opportunità per Mya. Però, tu lasci intravedere qualcos’altro nel finale: Mya vuole sapere qualcosa di più sulla donna misteriosa che conosce così bene l’installazione e la insegue, smarrendo nella foga il biglietto da visita di lei.
Punti deboli:
ti riporto le frasi corrette
Improbabile che qualcun altro comparisse nell’ingresso.
La galleria era silenziosa, fatta eccezione per le note della musica da pianoforte di Debussy che uscivano dalle casse.
Mya appoggiò il viso alla parete.
Giunta nella sala centrale, che ospitava un’installazione di Nicholas Wright, si accorse di non essere sola. C’era una donna con le braccia tese lungo i fianchi avvolti in un abito bianco che le lasciava la schiena nuda fino in fondo e i capelli rossi annodati in uno chignon. Contemplava l’opera e il suo profilo sembrava emergere dall’imponente muro di mattoni neri…
IL RACCONTO DEL RACCONTO di Filippo Mammoli Tema centrato. Punti di forza: tu che ti trovi alle prese con più muri. Quello dell’ispirazione per il contest e i timori per i talebani della scrittura. Le tue strategie (ricorrere al materiale “dormiente” ispirato alla canzone di Springsteen?). E poi i vari muri che esamini e scarti: quello della paura, quello del pregiudizio, e quello dell’indifferenza. Sono sentieri narrativi che non ti va di percorrere. Però rendi molto bene il quotidiano con tua moglie, l’aiuti nei lavori di casa (molto ben resi i dialoghi). Geniale l’idea del metaracconto ma anche la resa del quotidiano di un partecipante durante la Serata Fatidica.
Punti deboli:
ti riporto le frasi corrette
Sì, sì.
Dopo, però. Adesso porto fuori la spazzatura…
Nebraska (dato che è un titolo)
Arrivo, amore.
UNA SCOMMESSA di Giovanni Attanasio Tema centrato. Punti di forza: l’astuzia nell’aver scelto come nome della protagonista quello del celebre personaggio di un cartone animato del 1969 (nell’originale, Quella magnifica dozzina) per rappresentare l’ascesa della campionessa Mimì alle prese con le sofferenze del primo amore (Lia, malata e sul punto di partire per l’America) e le difficoltà sportive (la partita persa) e familiari (è troppo legata al padre per partire con lei). Bello lo stacco temporale nel quale Mimì si evolve (fa parte della Nazionale, ha battuto la Polonia, e sposato il figlio dell’allenatore) e va in America. Avversaria pericolosa? Lia. E la scommessa che le unisce: in caso di vittoria di Mimì, Lia la bacerà davanti a tutti. Ottime le descrizioni di Mimì (le fasciature alle dita, di cui, una al mignolo, ha un cuore ispirato a Lia, indizio che tornerà poi nell’avventura americana; il senso di freddo davanti alle coppe e al suo stesso marito).
NULLA COME PRIMA di Antonio Pilato Tema centrato. Punti di forza: il protagonista, che si indovina fra le righe, un ex-professore di astronomia appassionato di misteri del cosmo e desideroso di condividerli con gli allievi, ma condannato a una fine terribile dalla Sclerosi Multipla. Punti deboli: il riferimento al virus che ha isolato l’umanità e un tipo di scrittura pericolosissimo, ossia il Flusso di Coscienza. Se pensi a Joyce, vedi che lo usa mettendoci comunque delle associazioni mentali con eventi, persone e oggetti. Ecco, se fosse il mio racconto, io userei la malattia del docente per indicare il muro che si è alzato fra lui, la passione per la corsa, gli allievi e le loro ricerche sulle stelle, e lo contrapporrei all’asettico e freddo muro della struttura ospedaliera. Il tutto sotto forma di brevi immagini, simili a istantanee che gli fanno male: una corsa nel parco alla mattina, un pomeriggio all’Osservatorio Astronomico con una matricola curiosa. Una notte al telescopio in compagnia di un assistente.
SUONI di Salvatore Stefanelli Tema centrato. Punti di forza. L’intelligenza vivida e la sensibilità del protagonista, che vorrebbe vivere come tutti gli altri, ma è confinato nel muro della sua invalidità dalla nascita (è paralizzato). Più che vivere la vita si limita a udirla e vederla. Come avviene con la vicenda della giovane donna, prima innamorata, poi tornata piangente sul luogo che l’ha vista felice e ritrovatasi in balia di due stupratori. Il protagonista è pronto a salvarla e nel suo muro si apre una breccia: la giovane donna gli diventa amica e lui, nemico dei cellulari perché privo di amici, ha uno smartphone in dono per lei.
Molto indovinato l’uso dei dettagli (anche per rappresentare i rari momenti di gioia del protagonista: l’estate, quando può stare fuori in giardino e i rumori che giungono più vividi, la notte, ricca di ombre e rumori che rendono la realtà più ricca ai suoi occhi). Bella anche la costruzione del dialogo del tentato stupro fra la giovane e i due uomini. E anche il grido del protagonista.
Punti deboli:
Capisco il tempo e i caratteri tiranni: ma devo farti notare che ne manca un pezzo. L’arrivo della volante è scollegato dal resto. Arriva. È un deus ex-machina e non va benissimo, proprio come lo smartphone che compare all’improvviso a casa del protagonista. Per risolverlo io toglierei le parti dei due riferite a lui: sappiamo già che è invalido. E metterei una voce in più che chiede cosa succede e lui glielo dice: “C’è uno stupro. Chiami la polizia. Il cellulare? Non ce l’ho”.
ti riporto le frasi corrette:
la voce di donna che avevo sentito ansimare la mattina fra lascive parole.
Carlo, hai visto che bella figliola?
Carlo, fregatene…
da valere la pena di chiamarlo al cellulare
NON SI TORNA INDIETRO di Roberto Bartoletti Tema centrato. Punti di forza: il fatto di aver creato uno stravolgimento di trama molto divertente. Prima parti con questo arcigno Bob che dà l’idea del veterano di un mondo distopico dove ci sono giovani prigionieri di guerra. Infatti, il giovane protagonista gli da del “lei” e questo mi ha fatta pensare ai resti di un gruppo di ribelli. C’è tutta la nostalgia, da parte di Bob, del mondo rimasto al di là del muro (che rappresenti nella bellezza della natura). Invece, si tratta di una colonia di insetti in un terrario.
Punti deboli:
Capisco che non volessi rovinare la sorpresa al lettore, ma non avrebbe fatto male far alludere a Bob, oltre ai molti tentativi di evasione, il motivo per il quale si trovava lì prima degli altri, qualcosa tipo: “Non vogliono farci ritrovare la libertà”. Quel: “Non vogliono che vediamo” mi sembra poco chiaro.
Ti riporto la frase corretta.
Buongiorno, Bob.
La mia classifica, soffertissima, perché siete tutti ottimi autori, è:
UNA SCOMMESSA di Giovanni Attanasio
IL MONDO È CATTIVO di Wladimiro Borchi
ANOMALIE di Debora Dolci
OPPORTUNITA’ di Alessandro Canella
SUONI di Salvatore Stefanelli
NON SI TORNA INDIETRO di Roberto Bartoletti
NULLA COME PRIMA di Antonio Pilato
IL RACCONTO DEL RACCONTO di Filippo Mammoli
Re: Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: sabato 24 aprile 2021, 20:03
da viviana.tenga
CLASSIFICA
1)IL MONDO E' CATTIVO - Wladimiro Borchi
2)OPPORTUNITA' - Alessandro Canella
3)NON SI TORNA INDIETRO - Roberto Bartoletti
4)ANOMALIE - Debora Dolci
5)UNA SCOMMESSA - Giovanni Attanasio
6)SUONI - Salvatore Stefanelli
7)IL RACCONTO DEL RACCONTO - Filippo Mammoli
8)NULLA COME PRIMA - Antonio Pilato
COMMENTI
IL MONDO E' CATTIVO - Wladimiro Borchi
Racconto che parte un po' sottotono, ma che poi fa il botto.
Il finale sembra quello di una serie tv che nell'ultimo episodio della stagione ti fa credere di star per avere tutte le risposte, poi invece tira fuori un cliff-hanger che sconvolge tutte le idee che ti eri fatto fino a quel momento e ti lascia con ancora più domande (da risolvere, forse, nella stagione successiva). Probabilmente si può discutere su quanto questo abbia senso in un racconto autoconclusivo, ma l'effetto mi è piaciuto. Molto ben resa anche la parte della scalata del muro. Tutta la parte prima l'ho trovata un po' lenta, ma niente di grave.
OPPORTUNITA' - Alessandro Canella
Del tuo racconto ho apprezzato soprattutto l'atmosfera, quasi magica. Sono rimasta con il dubbio se la donna fosse una persona reale o una personificazione di qualcosa che porta la protagonista a cambiare vita e inseguire i suoi sogni, ma credo che un certo grado di ambiguità fosse voluto.
Dovendo trovare un difetto, ho trovato poco naturali alcune battute di Mya (e.g. la prima, per l'uso di un abbastanza pomposo "coloro che" invece che un più colloquiale "quelli che"; allo stesso modo il "vedere oltre esso" di una delle ultime. L'uso del pronome "esso" nel parlato mi suona molto strano, ma può darsi sia solo un problema mio)
Nel complesso, una buona prova
NON SI TORNA INDIETRO - Roberto Bartoletti
Ti dirò, avrei quasi preferito che la natura dei personaggi fosse esplicitata fin dall'inizio, invece che usata come colpo di scena nelle ultime righe. Non penso che il racconto che ne avrebbe perso, perché alla fine il punto di forza non è il colpo di scena, ma veder sbocciare il desiderio di libertà del protagonista.
Come ha già evidenziato qualcuno, anch'io ho avuto l'impressione che tu ti sia contraddetto sul fatto Bob e il mondo esterno, non ho capito se è una cosa di cui parlava spesso o che ha raccontato per la prima volta.
In ogni caso, bella l'idea e la declinazione del tema
ANOMALIE - Debora Dolci
Ammetto che trovo le ambientazioni complesse in racconti così brevi sempre un po' problematiche: è impossibile renderle al 100%, fanno sì che spesso il racconto debba essere letto più volte perché troppo "denso" di informazioni. Nel tuo caso, il racconto riesce a non essere troppo criptico e ci si fa un'idea dell'ambiente e, forse dei personaggi (Orin e Bizon sono esseri umani creati in laboratorio da un'entità che ha assoggettato buona parte del pianeta, ma rimangono in giro "anomalie"?). Il racconto rimane però un po' pesante, nonostante la buona scrittura, proprio per la mole di informazioni che il lettore deve sforzarsi di processare.
Mi rendo conto che questi sono appunti più sulla scelta del genere (e, quindi, dettati da miei gusti personali) che nel merito del racconto in sé, perché di particolari difetti oggettivi non ne ho riscontrati.
UNA SCOMMESSA - Giovanni Attanasio
Il tema di base è un grande classico: coppia di innamorati (in questo caso, innamorate), pressioni sociali che fanno sì che uno dei due si tiri indietro dalla relazione, strade diverse che si rincrociano dopo molti anni. Sullo sfondo, il mondo della pallavolo.
Molto bello il dettaglio del cuoricino sulla fasciatura, che compare all'inizio e, ormai sbiadito, alla fine.
Sono in parte d'accordo con altri commenti sul fatto che c'è una densità di elementi un po' eccessiva per la dimensione del racconto: per esempio, la malattia di Lia, su cui rimane la curiosità di sapere qualcosa di più (ma capisco che servisse un pretesto per mandarla in America), la signora Lucia, personaggio che viene solo citato (ma il fatto che le sia dato un nome rischia di far pensare al lettore che debba avere un ruolo). In ogni caso, nulla di grave che infici davvero l'efficacia del racconto.
SUONI - Salvatore Stefanelli
Ho trovato la prima parte poetica ma un po' lenta, penso che avresti potuto ridurla un po' a favore di quella successiva. Lì secondo me avresti potuto far salire ancora più la tensione, magari far sì che i due malintenzionati perdessero un po' di tempo a prendersi gioco del protagonista e rendendo un po' meno tempestivo l'arrivo della polizia.
A parte questo squilibrio tra le due parti, il racconto mi è piaciuto e trovo sia ottimo il modo in cui hai sviluppato il tema
IL RACCONTO DEL RACCONTO - Filippo Mammoli
Credo sia la seconda o terza volta in cui vedo qualcuno buttarsi su un meta racconto simile sulla mancanza di ispirazione con annessi frammenti di vita familiare... Per carità, ci sta che ogni tanto qualcuno tiri fuori l'idea, ma l'effetto è iniziare a leggere e pensare "ah, ok, è quella roba lì".
Entrando nel merito, il racconto scorre molto bene, la prima persona è (ovviamente) ben gestita, il tema è a suo modo centrato. Personalmente, penso si potesse evitare l'ultima parte sul regresso ad infinitum, che perde un po' della freschezza della prima parte e scivola un po' nell'esercizio tecnico fine a se stesso.
NULLA COME PRIMA - Antonio Pilato
Mi dispiace, ma temo di non aver capito il racconto. All'inizio pensavo che fosse una storia di fantascienza, che volessi parlare di una società che si è completamente rifugiata nel digitale in seguito a una pandemia causata da un virus artificiale (una versione più potente dell'attuale covid?). Ho cercato di dare un significato alla frase del "siamo invecchiati, siamo morti e poi siamo rinati", ma non ho davvero capito cosa volesse significare.
Poi, all'ultimo, tiri fuori la sclerosi multipla, e non ho capito il nesso tra la sofferenza del protagonista e i discorsi generali che ha fatto fino alla riga prima.
Per carità, probabilmente è un limite mio, ma anche dopo aver letto il racconto più volte non sono riuscita a venirne a capo.
Re: Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 25 aprile 2021, 11:34
da Proelium
Arriva anche la mia classifica, con commenti sparsi a seguire. Nessun dubbio sulle prime due posizioni, i racconti di Borchi e Mammoli sono ben realizzati, profondi e consapevoli.
Dal terzo al sesto è dura. Il pezzo di Attanasio, al netto di qualche spigolo tecnico, sta un po' sopra gli altri: il suo setting era semplice ma vivido, la narrazione sviluppata ad ampio respiro.
Poi, fosse per me, un utopico quanto impossibile ex-aequo tra Dolci, Canella e Stefanelli. So che la percezione tra quarto, quinto e sesto è molto diversa, ma mi tocca, quindi non odiatemi troppo.
Chiudono Bartoletti e Pilato.
1) Il mondo è cattivo
2) Il racconto del racconto
3) Una scommessa
4) Anomalie
5) Opportunità
6) Suoni
7) Non si torna indietro
8) Nulla come prima
IL MONDO E' CATTIVO
Ciao Wlad,
finalmente la sorte mi concede il lusso di commentarti, oltre al piacere di leggerti.
Ho apprezzato la declinazione del tema e la profondità di interpretazione che riesce a suscitare. Resti un osso duro anche con la metà del tempo!
Nella storia, nel setting pittoresco (i dipinti sono gli unici riferimenti di Laura per leggere la non-realtà, grande!) ritrovo un'eco a "The Veldt" di Bradbury, con i bimbi in balìa della casa-nursery-visore... Racconto profetico il suo, pericolosamente attuale il tuo. A differenza del pezzo di Bradbury, ho apprezzato l'ambigua complicità dell'adulto-Autorità nei confronti di Laura, che invece mi immagino più come una bambina. Ma potrebbe anche non esserlo. Ecco, forse la sua età si poteva rendere più tangibile, per farcela vedere meglio e decodificare la sua maturità (o immaturità) di pensiero. Ho avvertito questa criticità nel passaggio: "Prende un bel respiro e ricomincia la sua scalata disperata: contro i comandamenti dei saggi, degli adulti, contro il suo corpo che la sta abbandonando, contro tutto quel paradiso che le hanno apparecchiato da quella parte del muro", in cui, più che la voce di Laura, si sente quella dell'autore, più matura e orgogliosa. Ma è anche la frase più intensa e significativa del racconto, bella da leggere e custodire.
Sullo sfondo bianco nel finale penso tu abbia reso la carenza di tempo tua alleata. L'immagine netta di una tela bianca che ciascuno può sporcare con i suoi mostri? Il presagio di una realtà disintegrata dietro il feticcio della sua rappresentazione?
Mi taccio con una frase già sentita: forse è stato tutto un mio pippone mentale, ma in ogni caso è merito tuo.
Alla prossima, buona Edition!
Francesco
ANOMALIE
Ciao Debora,
piacere di rileggerti! Eccolo, il tuo crossover sperimentale tra Fortnite e la fantascienza: vista l'età di almeno uno dei personaggi, ho avuto un po' questa sensazione. :)
Tema preso e trama intrigante, ma mi accodo anch'io all'asticella dell'impegno-rilettura settata troppo in alto; l'ho riletto tre volte e non sono ancora sicuro di aver afferrato tutto. All'inizio ho temuto fosse colpa mia (distrazioni, diversità di stile...?), ma a quanto pare non sono stato l'unico; ricordo però una mole di informazioni molto densa anche nello scorso racconto, quindi mi sa che ti tocca lavorarci su.
Le tecniche sono ben applicate ma forse, essendo così abbondanti sia le micro-azioni che hai cura di mostrare, sia le info sul setting che in un modo o nell'altro devono trapelare, la scorrevolezza del flusso mi sembra un po' in pericolo.
Nel mio piccolo, provo a governare la frammentazione dando aria alle pause e musicando con la punteggiatura: anche senza subordinate si possono creare belle architetture frasali (ma che te lo dico a fare, prof!).
Ciò che ho capito l'ho apprezzato, comunque.
Buona Edition, alla prossima!
Francesco
OPPORTUNITA'
Ciao Alessandro,
piacere di leggerti. Se non sbaglio ci siamo già incrociati, ma forse è la prima volta in cui sono io a commentarti. Allora, vediamo un po'!
Il tema c'è, la trovata del dipinto oltre il muro fa un po' siepe leopardiana... solo un po' più chic. Un po' per questo, un po' perché secondo me quella vertigine della possibilità infinita doveva restare tale, trovo subottimale la scelta di concretizzare quel brivido nel riferimento ai luoghi fatti e finiti: un silenzio da sfinge sarebbe stato più poetico, oltre che più calzante.
Ok invece la sensazione di freddo asettico e la ricercatezza che riesci a suscitare nella galleria d'arte: non incontra il mio gusto personale ma funziona, e questo è ciò che conta.
Troppo fragile il finale, con questa fuga che dovrebbe emozionarci tanto (immagino l'obiettivo fosse questo) e invece resta lontana, misteriosa e criptica. Sapere qualcosa in più su Mya, forse, avrebbe aiutato.
A livello di prosa, può senza dubbio farsi più fluida: ti faccio giusto un paio di esempi all'inizio del testo che mi sono saltati all'occhio, poi la smetto di romperti le scatole :)
"Con un sorriso cortese e il capo piegato in avanti, Mya salutò l’ultima coppia di clienti a uscire dalla galleria quella sera. Nel richiudersi, la porta in cristallo fece entrare una folata d’aria gelida.", che potrebbe, volendo, diventare: "Con un sorriso cortese e il capo piegato in avanti, Mya accompagnò gli ultimi visitatori fuori dalla galleria. Dalla porta a vetri semichiusa, (soffiò) uno spiffero / una folata d'aria gelida."
O ancora, banalissimamente: "Mancavano meno di dieci minuti all’orario di chiusura.", nella versione "less is more": "Mancavano meno di dieci minuti alla chiusura."
Nel complesso, una bella atmosfera e tante belle sensazioni, ma una storia ferma in fase di rodaggio.
Spero di esserti stato utile, alla prossima!
Buona Edition,
Francesco
IL RACCONTO DEL RACCONTO
Ciao Filippo,
leggerti è sempre un grande piacere, anche quando al posto di un racconto da leggere semini candelotti di dinamite. O forse proprio per questo, eh eh...!
Quando poi mi tocca anche metterti in classifica, il piacere raddoppia. Ora, dato che hai voluto giocare, ho voglia di divertirmi un po' anch'io.
Aspetti di forma:
narrazione in prima presente: fatto, quindi bravo.
immersività: fatta, quindi bravo.
conflitto: fatto, quindi bravo
combo dialogato + tag: fatta, quindi bravo.
show don't tell: fatto, quindi bravo.
muro dei caratteri: aggirato e puntato oltre, tema preso, quindi bravo.
Quindi Filippo Mammoli vince l'Edition, scriverà best-seller, vincerà la lotteria, ecc. ecc. ecc.
E ora, passiamo al commento, quello vero:
Al tuo solito, Filippo, una sberla onesta che ribalta il tavolo con gentilezza. Hai fatto una cosa folle (ma che, chissà perché, un po' mi aspettavo...): già l'artificio del metaracconto di per sé era un rischio, e poi ci sono le pistolettate ai talebani... eh eh... caro Filippo, qui finisce che ti giochi la carriera!
Eppure... eppure... di questo testo secondo me c'era bisogno, e tu ci hai messo la faccia e firmato a tuo nome. Non so come e se sarà digerito dai colleghi di penna, se passerà oltre il muro; ma spero proprio di vederlo nella Vetrina di MC, a dare un messaggio importante. Perché scrivere, in fondo, è proprio questo: comunicare un messaggio, un'emozione, un'urgenza. La narratologia è un dono per migliorare le nostre storie, ma non è il fine della letteratura. Toh, mica male come messaggio.
Buona Edition, Filippo... e buona fortuna, stavolta te la sei cercata!
Francesco
UNA SCOMMESSA
Ciao Giovanni,
piacere di leggerti. I cassettini della memoria fanno strani scherzi, come l'omaggio a Mimì e la nazionale di pallavolo... anche l'inconscio e le sue coincidenze sono risorse preziose, quando si scrive! :)
Ho apprezzato come hai gestito il tema, dal setting sportivo con un primo muro di superficie fino a uno più profondo, di tipo affettivo. Bene anche la struttura campo-ospedale-aereo-campo che dà ciclità e respiro alla storia e l'uso felice di alcuni dettagli, cerottino in primis.
Un po' di fatica a condensare e armonizzare il tutto, ma caratteri e tempo, si sa, sono quello che sono...
Qualche appunto e consiglio personale, se lo accetti, sulla gestione dei pg e dialoghi: quando parlano Mimì e Lia non è facile distinguerle, colgo il senso ma la scena non è nitida. Introdurre e associare ai nomi qualche dettaglio strategico in genere migliora la messa a fuoco.
Anche i personaggi maschili sono poco definiti e sono ben tre: tanti, per uno spazio così ristretto. Quindi te la butto lì: perché non accorparli in un'unica figura, un edipico padre-coach a cui sfuggire, o con cui fare pace, prima o poi...? Le informazioni su di loro sono frammentarie e non è stato semplice seguirle; ma con un più solido punto di convergenza la musica potrebbe cambiare.
Banalissimo esempio: «Sì, signore.» potrebbe diventare: "Sì, signore. Sì, papà." Con maggiore intensità e buona pace di tutti.
Al netto di qualche turbolenza, arrivo a fine lettura soddisfatto. E con tanta nostalgia di Mila e Shiro, Holly e Benji e i cari vecchi anni '90...
Alla prossima, buona Edition!
Francesco
NULLA COME PRIMA
Ciao Antonio,
piacere di rileggerti. Noi ci siamo già incrociati, quindi dovresti aver capito che non sono un fanatico, né un estremista o un talebano ecc... Ma se un racconto non funziona o non piace bisogna dirlo, anche se con il giusto tatto.
Il tema è preso e la questione sollevata dal tuo testo è senza dubbio profonda, importante.
Fatica però a tirarci dentro, e il fatto che un'informazione fondamentale (la malattia) sia giocata solo all'ultimo, vanifica tutte le risposte che il lettore ha tentato di darsi: ciò che è causa non può essere effetto, e qui siamo al di là di ogni possibile immaginazione.
Ho apprezzato la riflessione di Fagiolo sullo stile, che comunque secondo me può (e dovrebbe, sempre!) evolversi ancora parecchio, imparando ad adattarsi alle storie che vuoi narrare: già solo focalizzare con sicurezza la voce narrante, ripulire da certe formule da antico memoriale (Un tempo ero professore di chimica...) e dare più movimento alla scena, o quantomeno inquadrarla, avrebbe reso tutto più efficace.
Lo so, lo so che la condizione che descrivi è priva di qualsiasi movimento e straripante di flussi di coscienza, ma a quel punto si vive attraverso gli occhi e si è super ricettivi a ogni minimo movimento (ho una nonna a letto da anni, il suo sguardo è quello di una veggente): se l'altra volta ci volevano i russi, stavolta ci voleva il mostrato.
Buona Edition, ma soprattutto buona scrittura!
Francesco
SUONI
Ciao Salvatore,
piacere di leggerti, conoscerti e commentarti.
Partiamo dal tema, che hai sicuramente preso e declinato bene. Non sei stato il solo a cimentarti con il muro dell'invalidità, ma ho trovato la tua versione più efficace di quella di Pilato.
Bene il primo blocco, coeso e lirico. Sono entrambe qualità che apprezzo, l'ho trovato evocativo.
Poi uno stacco brusco, forse troppo, che ci trascina in una sequenza più incalzante, gestita correttamente ma poco armoniosa prendendo il testo nell'insieme.
Personalmente avrei riservato al crescendo della voce di donna, oltre che una funzione di climax, anche quella di uno snodo intermedio. Il fatto che sia una voce già nota proietta le sensazioni all'indietro, mentre l'obiettivo è quello di andare avanti. Meglio, allora, presentarla come una forza inedita, sconosciuta, che scuote la scena e avvia con dinamismo il secondo blocco.
Quanto alla conclusione, concordo anch'io sul deus-ex-machina: troppo palese in questo caso specifico. E avrei chiuso un paio di righe prima, magari enfatizzando quel "grazie" così sensuale, così vivo, di cui il protagonista si ritrova a immaginare le labbra.
Stile e contenuto piacevoli, peccato per gli spigoli e la disarmonia strutturale.
Buona Edition, alla prossima!
Francesco
NON SI TORNA INDIETRO
Ciao Roberto,
ma sono tartarughe! Simpatica la declinazione del tema e la sorpresa nel finale, al netto di una storia lineare senza grosse pretese. Mi lascia con un sorriso un po' sbiadito: sarà che nelle storie, oltre all'aspetto ludico e compositivo, cerco sempre quella scintilla in più, che qui non ho trovato...
A livello tecnico, ho sentito la tua scrittura abbastanza legnosa, si sente la "fiction" soprattutto nei dialoghi, che ti consiglio di rivedere per renderli meno artefatti. Anche la prosa pura è un po' pesante, può sicuramente migliorare: un buon punto di partenza sono i numerosi avverbi in -mente, sfrondali pure senza sensi di colpa.
Buona Edition, alla prossima!
Francesco
Re: Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 25 aprile 2021, 23:39
da Stefano.Moretto
Sono stato un po' sorpreso nel leggere alcuni di questi racconti perché, a coppie, portano avanti il tema in modo molto simile. "Non si torna indietro" e "Il mondo è cattivo" li ho trovati molto simili tra loro perché si focalizzano sullo scavalcare un muro, mentre "Suoni" e "Nulla come prima" sono veramente molto simili nell'idea alla base, anche se nella realizzazione sono profondamente diversi. Questa, comunque, è una considerazione che non ha influenzato la stesura della classifica, era solo un'osservazione fine a se stessa.
Al primo posto ho messo un racconto che sa essere perfettamente immersivo anche facendo finta di essere altro.
Al secondo quello che ha saputo dare al tema una forma emotiva particolare che ho apprezzato, ma che a causa di alcuni problemi non ho potuto far salire di più (e mi dispiace parecchio, perché mi piaceva).
Al terzo un'interpretazione e una storia molto lineari, ma che hanno fatto il loro sporco lavoro.
Avrei voluto poter premiare di più alcune idee geniali che ho visto negli altri, ma per tutta la serie di motivi che ho elencato negli appositi commenti non sono riuscito.
1. Il racconto del racconto
2. Una scommessa
3. Non si torna indietro
4. Anomalie
5. Il mondo è cattivo
6. Opportunità
7. Suoni
8. Nulla come prima
Il mondo è cattivo
► Mostra testo
Ciao Wladimiro.
Te lo dico sinceramente, di solito i tuoi pezzi mi piacciono per il genere di angoscia che riescono a trasmettere, ma questa volta non mi è arrivato nulla, né in positivo né in negativo. La prima parte è lenta, una serie di descrizioni di cose passate e presenti che dovrebbero dare l'idea del worldbuilding e dello stato mentale della protagonista, ma un'ambientazione di questo tipo non si può presentare in questo modo così facilmente. Perché la bambina è lì? Come fa la "casa" a preparale i pasti, dove prende le materie prime? Perché la dottoressa è andata via? Leggendo viene da pensare che ci sia un motivo se vengono descritti i fiori, i frutti, i pasti; si prosegue fino alla fine pensando che ci sarà una qualche rivelazione che farà unire tutti i puntini e darà quell'effetto bomba che ti fa pensare "ora torna tutto!", invece nulla. Il mondo non esiste, i suoni arrivano da chissà dove, nessun mistero viene risolto. Mi ha lasciato l'amaro in bocca, una sensazione di incompiuto. Non riesco neanche a trovare un modo per consigliarti di aggiustarlo perché non sono riuscito a capire qual è il concept alla base del racconto; forse è un limite mio, ma proprio non ci sono arrivato. Mi dispiace doverti dare un commento così negativo a questo giro.
Anomalie
► Mostra testo
Ciao Debora.
Il tuo racconto mi ha un po' confuso, soprattutto perché nelle prime battute non è chiarissimo chi e dove sono i personaggi. Mi spiego meglio: quando crei un mondo fantastico è molto importante dare informazioni che aiutino a capire il contesto. Le informazioni che hai dato con il primo paragrafo invece sono abbastanza fuorvianti, a partire da:
tiene una mano sullo schienale della poltrona da gioco.
Quella precisazione, "da gioco", mi ha fatto pensare che fossero in una sala giochi, o comunque in una stanza adibita ai videogiochi a casa di uno di loro. Una sorta di luogo dove passare il tempo con qualche videogioco in realtà virtuale. Che magari era pure così nel racconto, ma dato che dopo si passa a un contesto completamente diverso in cui c'è una lotta per la sopravvivenza rimane molto fuorviante. Anche il fatto di non sapere a cosa si riferisce quel 158 su 160 non aiuta, potrebbe essere un punteggio di letteralmente qualsiasi cosa (es: asteroidi distrutti? Zombie uccisi? Anelli raccolti?).
Il fatto che poi il protagonista non sappia cosa sono le anomalie che dovrebbe combattere mi è risultato un po' assurdo: immagina se i soldati venissero mandati al fronte dicendogli che devono difendere la trincea contro delle "anomalie" e nessuno gli dicesse che sono altri esseri umani. La trama in sé mi ha ricordato "La quinta onda", però lì veniva spiegato ai protagonisti cosa stavano per affrontare.
Un punto che ho trovato un po' criptico da leggere è il seguente:
Alza le braccia.
Uno schiocco e il calore mi sboccia nella coscia.
Qui "alza le braccia" mi ha fatto pensare che le alzasse verso il cielo in un segno di resa, non che gli puntasse contro un'arma.
Parlando di cose che invece mi sono piaciute: lo stacco del punto di vista è gestito veramente bene, si sente che non è lo stesso personaggio e il passaggio avviene fluido. E, come sempre, il tuo modo di scrivere dà un particolare risalto all'interiorità dei personaggi, una cosa che apprezzo molto e non trovo facilmente in altri scrittori.
Opportunità
► Mostra testo
Ciao Alessandro, ci incrociamo di nuovo.
Io non credo di aver capito questo pezzo. È vero che l'essere criptico è un tuo punto forte, ma a questo giro lo sei stato più del solito. Probabilmente un po' troppo. Ho apprezzato veramente tantissimo l'interpretazione che hai dato al tema. Seriamente, non avrei mai pensato quel "oltre il muro" come "dentro al muro", per la precisione un quadro nascosto dentro al muro. Geniale. Però, appunto, è un'idea, non un racconto. Ciò che viene imbastito tutto attorno invece è un po' oscuro, non ho capito che tipo di comunicazione si stava instaurando tra le due donne o quali fossero i sottintesi che stavano nascendo. Arrivato alla fine mi son chiesto per qualche secondo perché la tipa prende e inizia a correre, per poi rispondermi che probabilmente c'era stato un qualche fine di corteggiamento nelle loro frasi.
Però non sono entrato nel personaggio. Penso che il problema più grosso è che quando scrivi ti fermi all'esterno dell'azione: descrivi le azioni e gli oggetti con una cerca cura e precisione, ma non c'è mai un accenno a ciò che avviene dentro ai personaggi. L'unico piccolo indizio arriva sul finale:
Aspettò alcuni secondi, sperando di rivederla comparire.
Questa è l'unica frase in cui c'è dell'introspezione psicologica, troppo poco troppo tardi.
L'impressione che ho avuto leggendo è che tu abbia avuto l'intuizione geniale del quadro nel muro, ma che non sia riuscito a gestirla bene come avrebbe meritato.
Il racconto del racconto
► Mostra testo
Ciao Filippo. Ti hanno già tirato contro ogni genere di meme che poteva venirmi in mente dato il tipo di brano che hai proposto, quindi cercherò di fare quello serio del gruppo.
Sarò onesto: ho letto anche le tue precedenti edizioni anche quando non dovevo valutarle e probabilmente questo è quello che mi è piaciuto di più. Prima di tutto perché hai mollato la tematica che riproponevi quasi a ogni edizione, e secondo e più importante perché hai dimostrato che anche un metaracconto di questo tipo può essere un racconto.
In realtà non dovrei neanche stare a commentare questa cosa, perché è a tutto gli effetti un racconto e non ha senso parlare del fatto che un racconto è effettivamente un racconto, però ho visto che in molti prima di me hanno espresso dei pareri che non condivido e voglio dire la mia perché sono un egocentrico.
Dal mio punto di vista questo non è neanche un metaracconto. È un flusso di coscienza normalissimo per un racconto in prima persona in cui il protagonista è lo scrittore, quindi al massimo si può parlare di racconto autobiografico. Il fatto che il racconto parli proprio di minuti contati è un problema? Sì e no. In realtà nel testo il nome lo accenni in un dialogo e nomini l'antico, ma con mezzo indizio in più sul fatto che si tratti di un contest di racconti avresti risolto anche il problema di farlo leggere a chi non conosce questo forum. Per il resto se non fosse minuti contati ma un qualsiasi concorso letterario ci sarebbe stato un problema da qualche parte? Per me no. La gestione delle informazioni è sempre la parte più difficile in questo contest, l'unica cosa che ti si può appuntare è questa.
Per il resto: il conflitto c'è? Sì. Il tema c'è? In modo buffo, ma sì. L'immersività c'è? Probabilmente più qui che in qualsiasi altro tuo racconto scritto finora. Intrattiene? sì.
Io non ci vedo problemi. A parte quelli sopracitati di gestione delle informazioni. Prova a cambiare l'ambientazione della gara da MC a un qualsiasi altro contest e vedi che in effetti è un po' oscuro per chi non ne sa niente. Però, come detto, questo è l'unico problema grosso che vedo.
Non ho ancora letto gli altri del tuo girone, però se non finirai nel mio podio non sarà perché non mi è piaciuto, ma perché semplicemente gli altri erano più belli (oh, purtroppo 'sta gara funziona così.)
Una scommessa
► Mostra testo
Ciao Giovanni.
Questo racconto è stato abbastanza fumoso fino all'ultimo paragrafo, dove chiudi il cerchio e recuperi in corner tutto quello che mancava. Tutti i paragrafi precedenti hanno dei problemi più o meno gravi e vale la pena analizzarli singolarmente.
La primissima riga del primo paragrafo non è molto efficace: non ho capito subito a cosa ti riferivi con la rete, inizialmenete pensavo che indossasse uno di quei cappelli con una retina davanti, tipo funerali. Solo dopo, quando hai reso chiaro che erano su un campo da pallavolo, ho iniziato a collegare i puntini. Per il resto questo primo paragrafo funziona molto bene e dà il contesto iniziale.
Il secondo paragrafo ha qualche problema in più:
Mimì puntò alla reception, salutò la signora Lucia e corse verso l’ascensore. Sfregò le mani sul petto, cercando di riscaldarle, spinse piano la porta della stanza ed entrò. «Ehi.»
Io qui a una prima lettura pensavo che stesse salutando qualcuno nell'ascensore. Anche dopo non ho capito perché le dice di stare zitta: non sono insieme alla squadra o ai genitori di una delle due, non capisco di cosa ha paura. Il principio di litigio forse avviene troppo velocemente, oppure è semplicemente il fatto che in quel momento non avevo abbastanza contesto per capire cosa stesse accadendo di preciso tra le due. Magari se nel primo paragrafo ci fosse stata più introspezione nei pensieri della protagonista, qualche pensiero che facesse capire i suoi sentimenti verso Lia, arrivato qui avrei avuto meno difficoltà a capire.
Il terzo paragrafo è quello più problematico: compare un nuovo personaggio che non viene presentato in modo sufficiente, non si capisce dove sono i due personaggi che parlano (per qualche motivo me li ero immaginati in aereo), non si capisce di cosa stanno parlando. L'unico motivo per cui non è cancellabile è perché senza si perde l'accenno alla partita contro l'America, ma avresti potuto dare l'informazione in modo più comprensibile.
Il quarto paragrafo è il migliore: chiude il cerchio, ti dà tutte le informazioni che ti mancavano (e che avresti voluto avere prima), ti dà persino una certa introspezione dei personaggi. Avrei voluto tutti i paragrafi come questo.
Nel complesso la storia è molto carina, probabilmente troppo elaborata per essere racchiusa in così pochi caratteri, l'avrei vista molto più adatta per una "Sfida a...", lì avrebbe potuto avere un grande risalto.
Nulla come prima
► Mostra testo
Ciao Antonio.
Purtroppo devo fare una constatazione: questo non è propriamente un racconto. Non c'è una storia che viene raccontata, non ci sono eventi che procedono a creare una struttura di qualche tipo, è tutto un unico, lungo pensiero da parte di un malato terminale che si palesa tale solo alla fine. Non ho capito neanche bene la parte relativa al virus e perché viene definito "figlio della malata scienza", o cosa intende dopo con "siamo morti e siamo paradossalmente rinati".
Mi dispiace, non mi è passato il messaggio che volevi trasmettere. Forse è un limite mio, ma non sono riuscito a vederlo.
Suoni
► Mostra testo
Ciao Salvatore.
Mi unisco ha chi pensa che la prima parte sia un po' lenta, il mio pensiero è che avresti potuto rendere l'idea della sua condizione con molti meno caratteri eppure con qualche dettaglio in più che attirasse l'attenzione. La cosa positiva è che la seconda parte invece fila abbastanza bene, anche se in alcuni punti diventa un po' un riassunto sbrigativo (es: l'arresto). Alla fine ti lascia un po' con un senso di insoddisfazione: è vero che la vicenda si è conclusa nel migliore dei modi, ma è anche vero che il protagonista non è il protagonista. A causa della sua condizione non può fare nulla, è vero, ma proprio per questo le sue azioni non sono determinanti e la donna si salva praticamente per un colpo di fortuna, anche se non capisco perché la polizia dovrebbe arrivare a sirene spianate se nessuno l'ha chiamata. Forse un vicino? Anche la considerazione sull'avere un cellulare l'ho trovata poco sensata: all'inizio dice di essere paralizzato dal collo in giù, non ha bisogno di giustificare il fatto di non avere un cellulare. Come potrebbe usarlo senza mani?
Penso che l'idea alla base del racconto possa essere molto interessante, ma che sia stato sviluppato in un modo non ottimale. Forse in un'altra forma, dando al protagonista una sfida che potesse risolvere con le sue forze forse si avrebbe avuto un maggior senso di appagamento finale (tiro un esempio irrealistico a caso: afferra qualcosa coi denti e lo lancia fuori dalla finestra, così facendo li spaventa e fuggono).
Non si torna indietro
► Mostra testo
Ciao Roberto.
In realtà ho visto che ti hanno già detto tutto quello che mi ero appuntato durante la lettura, quindi sono un po' in difficoltà. Faccio una confessione: mi sento molto stupido nel dirlo, ma arrivato alla fine non avevo capito che erano tartarughe. Non subito almeno. Ho dovuto rileggere il pezzo una seconda volta, perché non ero convinto di aver capito, poi i commenti mi hanno dato conferma che l'interpretazione era giusta. Probabilmente è colpa del fatto che l'ambientazione mi ha ricordato il telefilm Wayward Pines e mi sono focalizzato troppo sui "poteri forti" che vogliono intrappolare le persone. Magari con qualche indizio disseminato meglio (tipo, a caso, un accenno al fatto che i tipi che li tengono imprigionati sono dei giganti) mi sarebbe arrivato meglio. Sinceramente non credo che sarebbe stato meglio rivelare fin da subito l'identità dei protagonisti perché, a parte il twist finale, questo racconto soffre molto la mancanza di un conflitto centrale. È vero che il protagonista vuole scavalcare un muro, ma non c'è un vero perché dietro, vuole farlo perché sì, per senso di libertà. Se sappiamo subito che è una tartaruga e quindi ci poniamo in una condizione di conoscenza superiore rispetto alla sua, questo desiderio di scappare ci appare come una cosa futile, al massimo tenera. Invece pensandolo come un umano ci dà quel mistero che ci porta a chiederci perché li hanno rinchiusi lì dentro, cosa vogliono da loro, cosa c'è fuori, e il twist finale è la svolta che ci chiarisce ogni cosa in modo brillante. Se mi dici fin da subito che sono tartarughe lo stesso identico racconto mi sarebbe apparso un po' noioso e privo di un perché.
Re: Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 26 aprile 2021, 14:44
da antico
Avete ricevuto sei classifiche e sono tutte regolari, ve ne mancano ancora tre.
Re: Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 27 aprile 2021, 19:14
da Fagiolo17
Ecco la mia Classifica e i Commenti sparsi. Complimenti a tutti.
1. Anomalie, di Debora Dolci
2. Una scommessa, di Giovanni Attanasio
3. Opportunità, di Alessandro Canella
4. Il mondo è cattivo, di Wladimiro Borchi
5. Nulla come prima, di Antonio Pilato
6. Non si torna indietro, di Roberto Bartoletti
7. Suoni, di Salvatore Stefanelli
8. Il racconto del racconto, di Filippo Mammoli
Il mondo è cattivo, di Wladimiro Borchi
Ciao Wlad e piacere di leggerti.
Mi ero convinto che la nostra protagonista fosse dentro un quadro in una galleria d'arte e che arrivata sopra al muro non potesse vedere nulla perchè lei era appunto un quadro.
Poi ho riletto e ho detto, no dai. hai sbagliato di brutto.
E allora ho riletto una terza volta e non sono riuscito a raccapezzarmi. Questo credo sia l'unico difetto del racconto. Dopo svariate letture ancora non ho capito cos'è successo.
La parte in assoluto che preferisco è la faticosa salita. Descritta con i giusti dettagli e le giuste sensazioni.
Sicuramente un buon racconto.
In bocca al lupo per questa edizione.
Anomalie, di Debora Dolci
Ciao Debora e piacere di leggerti.
Tentare un racconto sci fi con così poco spazio e realizzarlo in un modo così limpido per me è davvero sinonimo di qualità.
Tutto quello che hai seminato salta fuori lungo il racconto. Il cambio di pdv anche se rischioso ti è venuto molto bene. Già solo da come parla e da come pensa è lampante che siamo passati nella testa di un altro personaggio e questo è un plus di grande spessore.
Mi sono ritrovato con tutti gli elementi di cui necessitavo per capire la vicenda. Ovvio che ora non conosco a menadito l'ambiente e il worldbuilding ma non ho neppure lacune che mi impediscano di capire la vicenda.
Tra l'altro, vado un filo contro corrente, mi è stato chiaro già alla prima lettura.
Probabilmente la mia passione per il fantastico mi aiuta a dimesticarmi con ambientazioni futuristiche, ma reputo questo racconto davvero un ottimo lavoro!
In bocca al lupo per l'edizione.
Opportunità, di Alessandro Canella
Ciao Alessandro e piacere di leggerti.
Come sempre non ho molti appunti da farti sullo stile di scrittura, chiaro e lineare, coi giusti dettagli e i giusti beat di dialogo.
Non ho mai avuto la sensazione di non sapere chi stesse parlando o di non capire il posizionamento nella scena.
La trama mi ha intrigato, soprattutto questo piacere e mettere in imbarazzo della Donna di Ghiaccio.
Avrei gradito qualche dettaglio in più del pensato della nostra protagonista, ma le sue scelte sono comunque ben esplicative della sua interiorità.
Mi piace il finale semi aperto, dove si disinteressa del lavoro per seguire il cuore... Un classicone, chiaro, ma che se ben narrato mi garba sempre.
In bocca al lupo per questa edizione.
Il racconto del racconto, di Filippo Mammoli
Ciao Filippo e piacere di leggerti.
Ecco al commento uno dei "talebani della scrittura creativa"! ;)
Ti pagherò il copyright del nome perché l'ho adottato in tutte le chat di gruppo dove parlo di scrittura.
Bando alle ciance.
I metaracconti, di base, non mi fanno impazzire, purtroppo. Senza badare allo show o al mica show.
Trovo che debbano avere una verve davvero incredibile per funzionare. Una simpatia esilarante o qualcosa di davvero inaspettato.
La prima parte l'ho trovata più fluida e più interessante, dalla metà, quando comincia con il seleziona tutto, il conteggio dei caratteri eccetera è diventato un po' noioso e mi ha dato l'idea dello scrivere per scrivere. Senza più né capo né coda.
Per me hai comunque fatto bene a sperimentare il racconto giocoso e divertente! Meglio tentare e partecipare piuttosto che darsi per vinti e non consegnare nulla!
In bocca al lupo per questa edizione.
Una scommessa, di Giovanni Attanasio
Ciao Giovanni e piacere di leggerti.
Come sai sono sempre molto diretto e se l'ultimo tuo racconto che avevo dovuto commentare non mi era piaciuto, questo invece mi ha convito molto di più.
Con la pallavolo sfondi una porta aperta, è uno dei miei sport preferiti e anche con la tematica che hai affrontato. Usi sempre il giusto tatto e i giusti modi.
Non mi fanno impazzire in racconti così brevi gli sbalzi temporali, ma quello è un mio gusto personale. Li hai comunque usati bene e con accortezza.
Insomma un racconto che ha incontrato i miei gusti! ;)
In bocca al lupo per questa edizione.
Nulla come prima, di Antonio Pilato
Ciao Antonio e piacere di leggerti.
Il tuo è uno stile molto ricercato e ritorto, barocco e ampolloso, metaforico, astratto e immaginifico.
La tua prosa è forte di una personalità spiccata che difficilmente può passare inosservata.
Il tuo racconto immagino piacerà tantissimo ad alcuni palati mentre ne lascerà insoddisfatti altri, ma fa parte della tua voce autoriale e ti consiglio di non cercare di cambiarla, finiresti per rovinarla o imbastardirla.
Un applauso per la tua unicità!
In bocca al lupo per questa edizione.
Suoni, di Salvatore Stefanelli
Ciao Salvatore e piacere di leggerti.
Per mio gusto personale, non sono un grande amante della scrittura lirica e più poetica, preferisco uno stile asciutto e diretto.
Il racconto è scritto in maniera matura, tratta una tematica interessante da un punto di vista limitato a poter solamente sentire quello che accade oltre al muro.
Hai gestito molto bene le suggestioni e la visione del mondo del nostro protagonista.
L'arrivo della polizia nel finale ha un po' il retrogusto di deus ex machina, ma non guasta troppo l'atmosfera e gli intenti del resto della narrazione.
In bocca al lupo per l'edizione.
Non si torna indietro, di Roberto Bartoletti
Ciao Roberto e piacere di leggerti.
Interessante l'idea di nascondere la vera identità dei protagonisti fino al disvelamento finale. Niente di fuori posto da quel punto di vista.
Alcuni passaggi non mi convincono al 100%, ad esempio questo:
"Era semplice attirarlo sull’argomento ogni volta, per poi gustare i virtuosismi della sua fantasia."
Quale sarebbe il virtuosismo della sua fantasia? Il fatto di aver visto oltre il muro?
Oppure questo:
"Questa era nuova. Per la prima volta ammetteva di aver visto personalmente cosa ci fosse all’esterno. Di solito si limitava a brontolare e inveire contro i gestori dell’area. Potevo non credergli, naturalmente. Forse erano semplici deliri, ma non seppi resistere."
Quando poco prima il pdv dice: "È sicuro? Nessuno tranne lei ha mai confermato di aver sbirciato oltre il muro."
Quindi è la prima volta che lo ammette o lo ha già detto altre volte? Perché dalla battuta di dialogo sembrerebbe ripeta spesso di aver visto oltre il muro.
Il racconto è comunque interessante anche se ha qualcosina da sistemare.
In bocca al lupo per l'edizione.
Re: Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 28 aprile 2021, 11:21
da Davide_Mannucci
Questa è la classifica più difficile da stilare di tutte le Edition alle quali ho partecipato. A parte i primi due, gli altri mi hanno messo in seria difficoltà. Ci sono almeno cinque racconti che meriterebbero il terzo posto ma una classifica va fatta e chiedo scusa in anticipo se deluderò qualcuno. Ottimi racconti tutti comunque.
1 - Il racconto del racconto di Filippo Mammoli
2 - Il mondo è cattivo di Wladimiro Borchi
3 - Nulla come prima - di Antonio Pilato
4 - Opportunità - di Alessandro Canella
5 - Anomalie - di Debora Dolci
6 - Una scommessa - di Giovanni Attanasio
7 - Suoni - di Salvatore Stefanelli
8 - Non si torna indietro di Roberto Bartoletti
1 - IL RACCONTO DEL RACCONTO
Caro Mammoli, lei mi spiattella così un meta racconto irriverente e lo fa pure senza avvertire. Non ho parole! E allora stai zitto, diranno subito i miei piccoli lettori...ah no scusa...Collodi non c’entra un cazzo... Dicevamo di lei Mammoli...si sieda, si sieda pure.
Innanzitutto talebano lo dice al parente che preferisce. Sì lo so sono delicatissimo ad essere generico ma col culo che ho becco un parente che non sta bene o che non c’è più e allora scelga lei caro Mammoli basta che abbia capito.
Caro Mammoli - che bello chiamarla così, mi par di giocare con tanti piccoli nanetti di Biancaneve - vabbé sto delirando ma lei col suo meta racconto mi ha acceso lo spiritello irriverente e ora faccio il bischero. Mi permetto il vernacolo perché intuisco che io e lei abbiamo gli stessi natali.
Dunque Mammoli....il suo racconto m’è garbato e anche dimorto!
Lo stile è ottimo, la forma solida e lo sviluppo equilibrato nel suo delirio. Hai (mi consenta il tu caro conterraneo) avuto coraggio. Non è facile gestire quello che poteva diventare un porto sicuro. Tu lo hai sviluppato in modo simpatico. poi hai aggiunto una cosa che a me conquista sempre: l’autoironia. Ho trovato il tuo racconto tutt’altro che triste, come purtroppo ho letto sopra. Mi hai divertito e probabilmente questo non è da attribuire alla tua bravura ma alla tristezza della mia condizione di uomo di mezza età che ha bisogno di divertirsi.
A parte tutto, bravo! Sei stato immersivo senza essere pesante...ebbene sì a volte l’eccessiva immersione rischia di diventare pericolosa (Maiorca e Pelizzari docent)..
Per me un bel racconto che si piazza nei piani alti sgomitante con un paio di atri bei lavori che ho già notato.
Bene Mammoli, può andare e si ricordi: talebano sarà quel parente che lei, dopo attenta cernita, sceglierà.
Ah e la porti un bacione a Firenze visto che motivi coniugali mi hanno fatto emigrare in provincia sulle colline tanto amate dal Sassaroli :)
A presto Filippo!!!
2 - IL MONDO È CATTIVO
Il mondo è cattivo caro Wlady perché non dà il riscontro che una penna abile come la tua meriterebbe. Sono felice di constatare, anche in questo racconto, la tua sempre più perfezionata duttilità. Stai dimostrando una crescita e una consapevolezza solide e consolidate. Bravo!
Il racconto scorre bene, anche se solo apparentemente, se paragonato al ritmo che dedichi ai tuoi racconti di solito, più lento. Ma anche in questo mostri capacità e sicurezza nello scegliere quando e per quale racconto adottare quello stile o quella tecnica.
Un’allegoria davvero bella, scritta bene e portata a termine in modo liscio. Il finale soddisfa totalmente le mie aspettative. Laura resta a cavallo tra il suo tutto e il nulla totale. Chapeau Avvocato!
A presto!!!
3 - NULLA COME PRIMA
Ciao Antonio, piacere di leggerti.
Beh, questa volta non dormo la notte... Ho riletto il tuo racconto una terza volta perché alla prima mi aveva turbato e alla seconda pure. Un turbamento che niente ha di negativo, si intende. Fatto sta che non so come cavolo fare una classifica. Chiederò all’Antico di poter fare almeno 3 ex aequo sul podio. Non mi è dispiaciuto per niente il tuo racconto, anzi. A differenza di chi lo ha definito un non racconto io ti dico che questo è molto racconto....eccome. Ho rivisto gli occhi di Stefano Borgonovo nel tuo finale, quegli occhi che cercavano invano di oltrepassare il muro e agognavano di raccontrci quella vita chiusa in un involucro ormai degenerato, spento. Al di là della classifica e del Contest (questo girone ha troppa qualità e i posti in alto sono pochi) hai scritto un racconto che merita di essere letto da tutti. quindi ti consiglio, nel mio piccolo, di passarlo in laboratorio, a prescindere dal risultato. Bravo. Il finale mi ha dato fastidio, ma un fastidio bello, positivo, esistenziale, vivo.
A presto!
4 - OPPORTUNITÀ
Ciao Alessandro, piacere di leggerti di nuovo!
Quell’accento mancato mi ha fatto venire un brivido lungo la schiena....cazzo stavi andando liscio liscio! Scherzi a parte, un buon lavoro. Mi è piaciuta l’atmosfera misteriosa che hai costruito con uno stile al solito impeccabile. La figura della donna è ben costruita e pure il finale con quel pizzico di mistero mi ha soddisfatto. Il bivio in cui hai magistralmente lasciato il lettore è geniale: la ragazza segue la donna o scappa? Tutto rimane nella penna e nella testa di Canella e noi possiamo solo giocare di fantasia che è quello che un lettore chiede.
Purtroppo sei capitato in un gruppo che , almeno per quanto riguarda 4/5 racconti, ha una qualità davvero alta. Ma tu fai parte di questa porzione e quindi ottimo lavoro!
A presto
5 - ANOMALIE
Ciao Debora, piacere di leggerti.
Non è stato facile per me entrare nel tuo racconto ma l’ho subito attribuito alla mia poca dimestichezza con il genere. Ho infatti messo da parte gusti e abitudini e me lo sono letto più volte. Che dire? Mi piace come scrivi e questo è un grande valore aggiunto che permette di apprezzare anche generi con cui si fa a cazzotti. La gestione dei pdv è esemplare. Non è il tuo racconto migliore ma te la sei cavata bene anche stavolta. Il tuo problema è l’aver scritto un racconto bello come La domanda e
, come accade a me dal pompiere in poi, le aspettative sono alte.
Però, nel complesso una prova più che buona.
6 - UNA SCOMMESSA
Ciao Giovanni, piacere di leggerti.
Peccato...peccato che il tuo racconto sia capitato in un gruppo così pieno di racconti veramente validi. Sei tra i 5 racconti che mi faranno perdere il sonno nello stilare la classifica. Davvero niente male sai? Me lo sono letto con calma e devo dire che mi ci sono calato molto bene. E poi quel Mimì (che non mi ha disturbato per nulla) mi ha catapultato negli anni dei cartoni animati e l’atmosfera mi ha aiutato ad apprezzarlo ancora di più. Come ti ho detto nelle Edition precedenti mi piace il tuo stile e la capacità di adattarlo ai racconti di volta in volta.
Sarà dura non mettere tutti sul podio e il tuo mi farà soffrire. Un buon lavoro!
A presto
7 - SUONI
Ciao Salvatore, piacere di leggerti.
Il racconto mi è piaciuto molto ma mi ha lasciato deluso dalla seconda parte in poi. La prima parte sarà lenta ma mi ha emozionato tantissimo e di questo ti ringrazio. Questo, come ho anticipato più volte negli altri commenti, è un gruppo pieno di racconti validi che mi porteranno a una classifica ingiusta, perché molti, troppi meritereste il terzo posto. Purtroppo una classifica va fatta ma questo non toglie che il tuo racconto sia, almeno per metà, uno dei migliori. La seconda parte, almeno per quanto mi riguarda, toglie poesia e atmosfera e fa perdere tanti punti alla storia. L’arrivo della polizia, l’arresto concitato. Tutto un po’ troppo di fretta e messo lì. Si sentono i caratteri che stanno per finire e il tempo che passa.
Però scrivi bene, cavolo se scrivi bene. Hai detto che hai scritto in poco tempo dopo un blocco. Ti capisco!
Mi permetto di suggerirti il laboratorio. Senza limiti di caratteri credo possa venire un raccontone. Sarebbe un peccato lasciare una cosa iniziata così bene, finire nell’oblio. Ripeto, con calma e magari con 10.000 caratteri, questo viene un racconto eccellente.
Dispiace ancora per la seconda parte che rovina la bellezza della prima ma devo comunque farti i complimenti!
A presto
8 - NON SI TORNA INDIETRO
Ciao Roberto, piacere di leggerti.
Mi vergogno a dire che sono rimasto perplesso e spiazzato quando ho letto la parola carapace. Cavolo ma sono tartarughe! Questa è la frase che mi è venuta. Ho riletto il raconto e tutto è stato più chiaro, a parte quei dialoghi troppo lunghi e cinematografici. Però credo che se tu avessi seminato qualche indizio in più la storia ne avrebbe giovato. Lo stile non è male e trovo che anche questo meriterebbe il laboratorio, con caratteri in più e un lavoro sui dialoghi. Un racconto penalizzato dai pochi caratteri ma un grosso potenziale.
A presto
Re: Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 28 aprile 2021, 17:36
da antico
Un solo giorno alla scadenza e dovete ancora ricevere solamente più una classifica.
Re: Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 28 aprile 2021, 21:39
da lucaspalletti
Ecco anche la mia classifica, con colpevole ritardo, ma non è stato semplice: molti brani erano veramente peculiari ed originali!
Difficile sicuramente metterli in ordine, specialmente dal podio in giù. Ho dovuto ricorrere al gusto personale in più di un'occasione. Spero che nessuno ci rimanga male per questo, fare da giudice è veramente un compito infame, ma questo è lo spirito di MC e va bene così :D
CLASSIFICA:1) "Non si torna indietro" di Roberto Bartoletti
2) "Anomalie" di Debora Dolci
3) "Opportunità" di Alessandro Canella
4) "Il mondo è cattivo" di Wladimiro Borchi
5) "Una scommessa" di Giovanni Attanasio
6) "Il racconto del racconto" di Filippo Mammoli
7) "Suoni" di Salvatore Stefanelli
8) "Nulla come prima" di Antonio Pilato
COMMENTI:- "Non si torna indietro" ► Mostra testo
Ciao Roberto,
piacere di leggerti per la prima volta!
Ho gradito parecchio il tuo racconto, che ben rientra nel tema dell'edizione.
Carino anche il twist finale. Vero, è qualcosa di già letto e come diceva qualcun altro il brano avrebbe funzionato bene anche senza, ma devo dire di averlo apprezzato. Sarà che le tartarughe sono animali simpatici, chissà :P
Scherzi a parte, ho trovato sia la prosa che i dialoghi ben realizzati, al netto di un paio di passaggi un pelo troppo lunghi, ma mai noiosi. Buona l'immersione e la soggettività del protagonista, con la sua voglia di libertà che cresce a poco a poco nel corso della narrazione, così come la caratterizzazione del vecchio Bob. Un pelo stereotipato, forse, ma in un formato così breve non posso fartene una colpa.
Dovessi trovare un difetto, ti direi di aver forse sentito la mancanza di una descrizione più dettagliata dell'ambiente in cui si svolge la vicenda, ma tutto sommato al PDV è tutto ovviamente familiare, quindi sarebbe stato oggettivamente complicato. E alla fine va bene così.
In conclusione, ho un giudizio più che positivo del racconto, complimenti!
Ti auguro un'ottima edition e spero di rileggerti presto,
Luca
-"Anomalie"► Mostra testo
Ciao Debora!
Stavolta è toccato a me leggerti ed è stato un piacere :)
Parto dicendo subito che il racconto mi è piaciuto, complici anche il genere sci-fi e l'ambientazione distopica, che hanno sempre un certo fascino su di me.
Molto interessante la vicenda, un pò "Ready Player One" un po' "Matrix", così come la scelta di affidare il PDV al "novellino" di turno. Questo ti ha consentito di descrivere al meglio la situazione senza cadere in infodump o "telecamere" esterne. Chiaro, alcuni dettagli rimangono un po' fumosi, come cosa siano la cupola o la breccia, così come "l'intelligenza" e perché gli uomini (cloni?) siano apparentemente ai suoi ordini. Ma non lo vedo come un difetto, specialmente in un formato narrativo così ristretto. Sarebbe potuta benissimo essere una scelta precisa anche con infiniti caratteri a disposizione, lasciando volutamente il lettore in debito d'informazioni. Oltretutto è chiaro che per il PDV tali informazioni siano scontate, quindi palesarle sarebbe risultato sicuramente invadente e poco funzionale alla scena, che si apre con una chiamata all'azione.
Al netto di tutto questo, la vicenda risulta comunque ben comprensibile e con un buon grado d'immersione, merito senza dubbio dello stile pulito e asciutto che applichi e della focalizzazione ben fatta.
L'unica appunto che mi sento di farti è su questo passaggio: "Mi volto. Il mio partner è oltre la svolta."
Quale svolta? e soprattutto, com'è possibile sia sparito praticamente nel nulla, non accorgendosi nemmeno dell'incontro di Bizon con "l'anomalia"? fino a pochi istanti prima stavano dialogando, non ho avuto l'impressione che sia passato abbastanza tempo da motivare un suo allontanamento così importante dagli eventi narrati successivamente. Ma è una piccolezza, prendila ovviamente come tale :)
Ciliegina sulla torta il cambio di PDV finale. Non solo ci fornisce più contesto, mostrandoci informazioni che non avremmo avuto attraverso il filtro di Bizon, ma funziona bene come chiusura, fornendo anche la doppia chiave di lettura tematica: il muro non è solo quello fisico (?) della cupola, ma anche, soprattutto, quello ideologico. Addirittura gli "uomini" della cupola vedono quelli all'esterno come anomalie, nonostante siano anch'essi esseri umani. Interessante, viene voglia di saperne di più!
In conclusione, il tuo è sicuramente un ottimo racconto che svolge bene il suo lavoro, catturando il lettore generando curiosità. Complimenti :)
Ti auguro un'ottima Oriana Ramunno Edition, a presto!
Luca
-"Opportunità"► Mostra testo
Ciao Alessandro,
piacere di leggerti per la prima volta!
Che dire... racconto piuttosto particolare il tuo. Il tema è senz'altro centrato appieno e l'atmosfera intrigante, ma ammetto di essere rimasto un po' smarrito, soprattutto all'inizio.
Ti segnalo questa frase, che mi ha creato qualche grattacapo: "La galleria era silenziosa, fatta eccezione per il pianoforte di Debussy che usciva dalle casse."
Non chiedermi perché, ma mi sono figurato fisicamente un pianoforte che sporgeva oltre le casse (dove pagare i biglietti) della galleria d'arte, piuttosto che la musica :'D
E dire che il "silenziosa" avrebbe dovuto farmi intuire che ci si riferiva alla sfera uditiva, eppure il mio stupido cervello ha collegato male i puntini. Chiaramente è colpa mia se ho frainteso, però una disposizione diversa degli elementi nella frase avrebbe potuto prevenirlo. Almeno nel caso di lettori tonti come me ^^
In seguito, grazie a un'ottima gestione dei dialoghi, la narrazione decolla e mi sono trovato immerso nella galleria d'arte e nello scambio di battute. Molto riuscita ed evocativa la scena della donna che "vede" oltre i mattoni. Bravo.
Funziona bene anche la tensione quasi sessuale che si instaura tra le due donne, fungendo da catalizzatore per l'intero racconto.
Carino il finale aperto, che lascia al lettore la libertà di decidere da sé come concludere la vicenda. Donandogli possibilità, alternative, opportunità.
In conclusione, ho apprezzato il tuo racconto, anche se forse avrebbe bisogno di una limatina qua e là per brillare davvero.
Ti auguro un'ottima Oriana Ramunno Edition, a presto!
Luca
-"Il mondo è cattivo"► Mostra testo
Ciao Wladimiro, piacere di leggerti!
Parto dicendo che il racconto è sicuramente aderente al tema e che mi è piaciuto, tanto per idea quanto per esecuzione. L'immersione è buona e lo stile pulito. Credo che in prima persona avrebbe potuto rendere ancor di più, lo dico da amante della terza, ma è un'opinione personalissima.
La prima parte è lenta, vero, ma questo non è necessariamente un male. Ci sono diverse semine che incuriosiscono parecchio e fanno venir voglia di proseguire la lettura per trovare le risposte. Ci si immedesima bene in Laura, nel suo senso di solitudine e smarrimento nella grande casa vuota e nella sua voglia di evasione, di scoperta.
Ho trovato, di contro, un filo ridondante la parte dei quadri. Ho apprezzato l'idea del mostrare dei dettagli così concreti e specifici, ma a mio avviso nominarne giusto un paio sarebbe stato sufficiente. Tutto quell'elenco di nomi di quadri e pittori mi ha un po' "tirato fuori" dalla vicenda. Siamo comunque nell'ambito della soggettività.
Molto riuscita la parte della scalata, con buon numero di dettagli multisensoriali e introspezione psicologica. L'arrampicata è sia fisica che mentale, Laura deve vincere la fatica, la paura, i divieti. Funziona tutto molto bene.
Mi ha convinto meno, invece, il finale. Buono il twist, ma avrei voluto vedere di più. Non sono riuscito a immaginarmelo questo schermo bianco, è un po' troppo vago. Mi ha lasciato - più che stupito - disorientato e insicuro su cosa figurarmi. Peccato, perché con un epilogo più convincente il brano sarebbe stato una bomba.
Nel complesso, ho comunque un'opinione più che positiva del racconto, e non vedo l'ora di leggere il prossimo!
Buona edition!
Luca
"Una scommessa"
► Mostra testo
Ciao Giovanni, bentrovato!
Mi trovo per la seconda volta di fila a commentare un tuo racconto. Avevo apprezzato molto quello della scorsa edizione e - almeno a livello stilistico - direi che anche questo si aggiudica facilmente un set. Ho veramente poco da registrare al riguardo, se non qualche incertezza sulla questione dei due padri che già ti hanno fatto notare. Roba di poco conto, direi. Per il resto la narrazione scorre fluida e senza intoppi, con una buona dose di dettagli che facilitano l'immedesimazione. A tal proposito, molto carina la trovata della fasciatura sul mignolino.
A livello di contenuto, purtroppo, devo dire che invece non sono stato troppo coinvolto dalla vicenda. Questo sicuramente è dovuto in larga parte al mio gusto personale. Non sono un grande fan, ahimè, dei racconti a tema sportivo, anche se, a onor del vero, la vicenda pallavolistica funge solo da sfondo nel tuo racconto. Anzi, il muro della rete è più che altro un'allegoria al vero muro, quello del pregiudizio e del bigottismo della società.
Pur riconoscendoti questo, non sono riuscito a infrangere la mia personalissima barriera per l'ambientazione sportiva e questo sicuramente ha contribuito a mettere una certa distanza tra me e la vicenda di Mimì.
Insomma, la mia è più una valutazione soggettiva che oggettiva. Spero non me ne vorrai, ma alla fine credo che in un contest come MC anche il gusto personale possa avere la sua rilevanza. Così come ho apprezzato il tuo racconto precedente, so che ne apprezzerò altri in futuro :)
Al netto di questo, comunque la tua è oggettivamente una buona prova, che semplicemente non ha saputo toccare le mie corde. Sarà per la prossima!
Ti auguro un'ottima edition
Luca
-"Il racconto del racconto"► Mostra testo
Ciao Filippo, piacere di leggerti per la prima volta!
E come prima volta ho beccato il tuo racconto più folle, per tua stessa dichiarazione. interessante!
Questo mi permette di poterlo valutare con tutta l'innocenza di un (quasi) debuttante di MC. E chi meglio di un debuttante potrebbe ritrovarsi in un racconto simile, con l'ansia di cavare qualcosa dal tema, di rispettare il limite di caratteri, di essere giudicato dagli altri?
Che dire... mi ci sono abbastanza rivisto!
Lo ammetto, sono rimasto un pelo spiazzato, sulle prime, dal trovarmi immerso in un meta-racconto. E' stato inaspettato, ma gradevole, proprio per l'immedesimazione che accennavo prima.
Ma non solo. Esiste meta-racconto e meta-racconto. Ed il tuo fa bene il suo lavoro, ci fa vivere parte della tua quotidianità e scorre via leggero ed ironico, tra frecciatine (mica tanto ine) e prese di coscienza. Inoltre ci voleva una certa dose di coraggio per presentarlo, il che è apprezzabile.
Per quanto riguarda lo stile, devo dire che l'immersio... no, scherzo. Non ci tengo a farmi esplodere in un atto di fede. Niente stile :)
In conclusione, stupidate a parte, ho apprezzato questa semi-follia. Davvero.
Come tale, però, mi sento di valutarla. O meglio, credo di dover dare merito a tutti gli altri del tuo gruppo per aver creato veri racconti. Anche se ritengo il tuo migliore di svariati di essi. Servirebbe una classifica a parte, ma non esiste, ahimè.
Non potrò quindi metterti (probabilmente) tra le prime tre posizioni della mia classifica finale, coerentemente con questo metro di giudizio, ma sappi che moralmente, per me, sei da quelle parti.
Un saluto, l'augurio di un'ottima edition e la speranza di leggere presto un tuo "vero" racconto.
A presto!
Luca
-"Suoni"► Mostra testo
Ciao Salvatore,
piacere di leggerti per la prima volta!
Affronti quest'edizione mettendo in scena il tema della disabilità, muro invalicabile per tante persone. Lo fai con una lunga sequenza introspettiva che ci cala bene nei panni del protagonista, nel suo mondo fatto di solitudine ed immobilità forzata, di speranze vane e di vita riflessa. Le mura della stanza precludono e nascondono un'infinità di sensazioni, eventi e possibilità, rievocando quasi la siepe di Leopardiana memoria. Sicuramente tutto ben costruito.
Lo stile ricercato e la prima persona al passato mi hanno lasciato un pelino esterno al protagonista, ma siamo nell'ambito dei gusti personali.
Dovendo trovare un difetto ti direi che il racconto è un pelino sbilanciato, ma te l'hanno già fatto notare. D'altronde arrivo per ultimo a commentare, quindi aggiungerò che sì, sicuramente la prima parte è molto più lenta e corposa della seconda, che si svolge forse in maniera troppo repentina, ma tutto sommato può starci: alla fine, è forse anche giusto prendersi più tempo e spazio, in un formato così breve, per focalizzarsi sull'interiorità del protagonista, che affronta comunque una condizione non comune e non certo semplice.
Valuto quindi positivamente il tuo racconto, e spero di rileggerti presto.
Buona Edition!
Luca
-"Nulla come prima" ► Mostra testo
Ciao Antonio!
Che dire... Sicuramente peculiare il tuo racconto.
Mi accodo a Luca Fagiolo nel dire che l'unicità e l'originalità del tuo testo è senz'altro apprezzabile.
Ammetto tuttavia di essere rimasto un pelo fuorviato inizialmente, vuoi per l'impostazione da flusso di coscienza (non capivo bene a chi si stesse rivolgendo, l'IO narrante) vuoi per lo stile ricercato e le costruzioni articolate. Insomma, ho dovuto faticare un po' per trovare l'aderenza al tema e il punto focale della narrazione.
Tutto acquista, però, più senso sul finale e rileggendo il testo una seconda volta vi ho trovato un filo conduttore e una sua coerenza interna. Così come l'aderenza al tema del contest.
Il principale difetto del brano quindi, a mio avviso, non è tanto l'impostazione o lo stile (che può piacere o meno, a seconda della soggettività del lettore), ma il fatto che molti aspetti rimangano un pochino troppo fumosi o criptici (specialmente quello riguardo l'architettura virtuale). Ecco, penso che con un po' più di "luce" su quei determinati passaggi il racconto avrebbe guadagnato chiarezza e spendibilità verso diverse tipologie di lettori.
Per me è quindi un NI, ma sono sicuro che sia più per miei limiti e gusti personali che per altro.
Ti auguro una buona edizione e spero di rileggerti presto!
Luca
Re: Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 29 aprile 2021, 19:51
da antico
Avete ricevuto tutte le classifiche, nei prossimi giorni vi arriveranno anche i miei commenti e classifica.
Re: Gruppo BERLINO: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 3 maggio 2021, 18:35
da antico
Ecco a voi i miei commenti e classifica per il vostro gruppo:
1) Anomalie, di Debora Dolci
Molto interessante questa tua deviazione nella fantascienza. Ho dovuto procedere a una seconda lettura, ma non tanto per comprendere per bene il tutto quanto per definirmi meglio alcune azioni perché la mia impressione è che il primo terzo del racconto sia quello più problematico. Quel "da gioco"è brutto e porta a pensare a qualcosa d'altro rispetto a quello che è: una sorta di esercitazione. Utilizzare la parola "gioco" mi fa pensare a Ender, ma spero tu abbia letto anche il libro, il film fa piuttosto pena. Un pelo confusionaria anche la prima parte dell'esplorazione, poi il tutti si dipana e quando entra in gioco il conflitto si risolve e chiarifica rendendo più facile la lettura. Deeto questo, in seconda battuta guadagna molti punti. Occhio anche a quando parli delle barriere energetiche, anche quel punto è un poco "trafficato". Ottimo il cambio di pdv, del resto il racconto nasce proprio per quel finale. Bene la declinazione del tema. Per me un pollice tendente verso l'alto in modo brillante e ti posiziono davanti al parivalutato racconto di Borchi, reo di un finale meno definito, a mio parere. Infine, sulla questione del muoversi su territori in cui ci troviamo meno a nostro agio: fai benissimo, palestre come MC servono anche a questo, ma aggiungo una variabile cui tenere conto ed è quella del sapersi rinnovare anche nei territori in cui ci muoviamo meglio. L'evoluzione nostra personale non ha mai una fine e gli stessi territori a noi conosciuti possono diventare meno interessanti se battuti con costanza pertanto è utile trovare il modo di rilanciarci anche all'interno di quei confini. Quello che intendo è che scrivere enne racconti come LA DOMANDA o come quello di Mannucci sui pompieri rischia di farne perdere la potenza e quindi dici bene nel chiedere che venga giudicato il racconto specifico e non l'autore, ma la sfida sta sia nel cercare di muoverci in altri generi che nel continuare a rilanciare in quelli in cui già ci muoviamo bene perché il semplice reiterare porta alla palude e a un lettore che nel cercare sensazioni come quelle che ha già trovato in altri tuoi scritti non può ritrovarle in nuovi testi simili per il semplice fatto che il sense of wonder è tale fino a quando è rivolto a cose che incontriamo per le prime volte. Il nostro compito, quindi, è quello di trovare sempre nuovi modi, anche nei generi in cui ci troviamo meglio, per nutrire sense of wonder dei nostri lettori che, ogni volta, diventeranno sempre più esigenti, senza che gli stessi si accorgano del perché. Insomma, avete toccato un argomento stra interessante ece ne sarebbe da discorrere per ore :)
2) Una scommessa, di Giovanni Attanasio
A livello di organizzazione interna e controllo del racconto sei tra i migliori che mi sia capitato di leggere in tutti questi anni di MC. In particolare, riesci a dare delle strutture articolate ai tuoi testi, pur nella brevità dello spazio, proprio grazie alla tua capacità di non dire mai una parola in più di quelle che debbano essere dette, sempre molto preciso e chirurgico. Questo racconto, nonostante la genesi travagliata che hai descritto, non fa differenza se non per un paio di leggerezze che ti sono scappate: 1) il nome della protagonista, ma già sai, 2) il fatto che una giocatrice professionista non sappia chi sono le avversarie che sta andando ad affrontare (cribbio, si studiano nei minimi dettagli prima di ogni match: mancina, preferenze di posizione, attitudine, debolezze). Ecco, soprattutto questo secondo punto mi ha fatto storcere parecchio il naso. Inoltre, pur ammettendone la presenza, non sono sicuro, se mi chiedessero il tema su cui è stato scritto il racconto, che OLTRE IL MURO sarebbe tra le mie opzioni, ma ripeto che il tema è presente. Concludendo, per me siamo su un pollice tendente verso l'alto in modo brillante e in classifica ti piazzi tra i parivalutati racconti di Dolci e Borchi.
3) Il mondo è cattivo, di Wladimiro Borchi
Un racconto con delle potenzialità notevoli che pecca, a mio parere, di un pelo di definizione in più da parte tua. Molto bella l'interpretazione che ne ha dato Battaglia, ma quella che mostri oltre il muro non è una tela, ma uno schermo. Molto profonda anche l'allegoria trovata da Mannucci, ma il racconto fa poco per giustificare tali visioni. Lo stesso personaggio della dottoressa Marelli rimane piuttosto sospeso, senza una collocazione forte. Ti dirò, per come lo avevi impostato ci avrei visto un finale molto più aperto con una troncata netta nel momento in cui rivolge lo sguardo verso il mondo esterno, senza neppure una parola a definirlo, punto. Il fatto che tu abbia voluto caratterizzarlo, anche se con poche valore, va invece a fare lavorare la mente alla ricerca di spiegazioni, tutte affascinanti come, del resto, è il racconto stesso, ma tutte poco motivate, a mio parere, dagli elementi che hai disseminato nel racconto. Del resto, il fatto che tu abbia dovuto scriverlo più in fretta del solito è anche evidente dalla presenza di alcuni residui di correzioni che hai apportato, di solito non nel lasci mezzo. Detto questo, il mio parere è positivo, da pollice tendente verso il positivo in modo brillante, ma per fare quello scalino in più ho bisogno di una costruzione più funzionale al finale che hai scelto.
4) Il racconto del racconto, di Filippo Mammoli
Come dice Viviana, diversi sono stati, nel corso della sua storia, i racconti meta incentrati proprio su Minuti Contati, ma lei è una delle partecipanti della prima ora e in undici anni ha avuto modo di incontrarne così come io, ancora più di lei, ho avuto modo di leggerli e commentarli tutti. Detto questo, sono dell'idea che non sia l'originalità dell'idea a fare la differenza, ma l'originalità con la quale l'idea viene raccontata: è una differenza sostanziale. Parto subito con il dirti che tra tutti i racconti meta, questo è nel trittico di quelli che mi sono piaciuti di più (ma non chiedermi di recuperarti gli altri, se riesco te li linko in privato, ma prima devo cercarli) l'organizzazione interna della scrittura e la pulizia con il quale viene esposto. Ci sono due macroproblemi: 1) allo stato attuale, può essere goduto solo da chi sa cos'è Minuti Contati, quindi non è un racconto da Vetrina in grado di essere apprezzato da tutti. Come dice Stefano, si dovrebbe cercare il modo di inserire quelle informazioni, ma non solo e quindi arriviamo al secondo punto 2) il riuscire a trasmettere qualcosa che va oltre il meta e, in questo caso specifico, la mia mente andrebbe subito al processo creativo (che affronti, ma rimanendo sempre troppo vicino e correlato alla realtà specifica di MC che il lettore fuori dal contesto non può conoscere) o a quant'altro possa venire in mente a te, l'autore. Cosa intendo? Il parlare al lettore dandogli qualcosa che gli possa arrivare e anche provare a scalfirlo (come quando si dice di un racconto che a termine lettura ti ha lasciato qualcosa oppure che passa subito e dopo poco lo si dimentica). Quello che voglio dire è che va benissimo il racconto meta, ma esposto in una forma che possa arrivare al lettore generico, quello fuori dal contesto di riferimento, quello credo sia anche l'obbiettivo di ogni racconto e questo lo scrivo anche per rispondere al bell'argomento che hai aperto in risposta a Spalletti. Arrivando al giudizio, qui direi che, in base al metro che cerco sempre di applicare, siamo dalle parti di un pollice tendente verso il positivo in modo non brillante. In classifica ti piazzo davanti al racconto di Canella, vicino alla tua valutazione, ma meno definito (l'essere definito è proprio uno dei punti di forza del tuo racconto).
5) Opportunità, di Alessandro Canella
Credo che il problema di questo racconto non sia nel finale aperto, ma nel focus interno perché non c'è il giusto disequilibrio tra l'opera e l'attrazione. Cerco di spiegarmi: si arriva alla fine pensando che stiano parlando ancora del quadro nascosto quando invece tutto il peso si è spostato su un'attrazione che, almeno a me, non è arrivata in tutta la sua centralità. Pertanto anche il finale risulta monco perché ancora non ho focalizzato la mia attenzione sull'aspetto principale. Si legge bene, è affascinante, ben scritto, ma rimane indefinito nella mente del lettore quanto ben chiaro in quella dell'autore che quindi prepara un finale che arriva al destinatario con tutto altro senso. Per me un pollice tendente verso il positivo, ma non in modo solido proprio per questo suo non riuscire a trovare il giusto equilibrio.
6) Non si torna indietro, di Roberto Bartoletti
Un racconto nel genere SENTINELLA di Frederick Brown. Il mio parere è un sì e no, nel senso che è vero che non prendi in giro il lettore nel preparare il finale, ma al contempo le umanizzi troppo quando invece avresti potuto giocare sulle caratteristiche delle tartarughe per seminare dei piccoli dettagli dissonanti che poi sarebbero deflagrati al momento della rivelazione. Il discorso è sempre lo stesso: le idee ormai sono state prese tutte (o quasi) e la differenza la fa l'esecuzione e in questo caso lo spartito poteva essere più ricco giocando di più proprio con l'idea che stavi mettendo in scena. Mai accontentarsi e sempre rilanciare. Detto questo, la lettura è piacevole e il racconto carino. Per me un pollice tendente verso il positivo in modo poco solido e in classifica ti piazzo dietro al parivalutato racconto di Canella per una maggiore pulizia del suo testo.
7) Suoni, di Salvatore Stefanelli
A mio avviso il racconto pecca in tutta la parte legata alla donna. Andiamo con ordine: molto buona la prima parte: delicata e ben narrata. Poi arrivi alle azioni e tutto perde un poco di equilibrio: poco rilevante che la donna sia stata già lì, eccessivo che proprio in quel momento arrivino due balordi per molestarla, totalmente improbabile che una volante intervenga subito dopo la sua minacca di chiamare la polizia e per di più lo faccia in un vicolo cieco, probabilmente buio. Tra l'altro, la questione "chiamo la polizia": è paralizzato dal collo in giù e il cellulare non può usarlo, peraltro è verosimile che abbia una sorta di telefono inglobato nella carrozzina. Ma tornando agli snodi narrativi: vedo più funzionale fare arrivare lì la ragazza, che magari sta già fuggendo a questi due malintenzionati. Per te sarebbe l'occasione per mostrare più dialogo tra lui e lei (lei si sta nascondendo, lui cerca di darle conforto con le sue parole) per poi arrivare alla scena drammatica con scioglimento meno "deus ex machine". Certo, con un'impostazione simile avresti potuto dedicare meno spazio alla prima parte, avresti dovuto riequilibrare il tutto. Detto questo, per me siamo su un pollice tendente verso il positivo anche se al pelo e in classifica ti piazzo davanti al parivalutato racconto di Pilato per una maggiore semplicità e chiarezza del tuo.
8) Nulla come prima, di Antonio Pilato
Urca, un racconto davvero difficile, forse più ancora dei tuoi soliti. La mia idea è che nella tua testa tutto abbia un senso e sia correlato con il resto, dodici/tredici anni fa anch'io davo priorità alla mia logica rispetto alla difficoltà di ciò che scrivevo. Con il tempo, sono cambiato, ma lungi da me l'affermare che anche tu dovresti "semplificare", ognuno segue la sua strada. Resta il fatto che il testo è difficile e complesso e che va riletto più volte e che, nonostante questo, qualcosa potrebbe non passare perché troppo vincolato alla logica dell'autore. Mi sono chiesto perché parlassi del virus quando poi si dimostra malato di SLA e la conclusione cui sono giunto è che tu volessi paragonare la situazione in cui ci ha vincolati il covid a quella di tanti malati di SLA, impossibilitati a muoversi, irregimentati nelle interazioni, nascosti dietro a "call" e "conference" e "meeting" virtuali. Magari sbaglio, ma ho cercato il nesso e questo è quello che ho trovato. Occhio che passa davvero tanto il tuo parere, la tua idea, e questo può prefigurarsi come scoglio per il messaggio. Quello che voleva dirti Partiti era che se fai arrivare il messaggio attraverso le azioni dei personaggi hai la possibilità di raggiungere più direttamente l'attenzione e il cuore del lettore e questo è un concetto che condivido. Tema ovviamente rispettato, per me siamo su un pollice tendente al positivo, ma un po' al pelo perché ho davvero tanti dubbi sulll'interpretazione che ho dato e credo che tu possa essere di gran lunga più efficace e funzionale.