Pagina 1 di 1
Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 18 maggio 2021, 2:05
da antico
BENVENUTI ALLA ALL STARS EDITION EDITION, LA NONA E ULTIMA DELL'OTTAVA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 153° ALL TIME!Questo è il gruppo SCENEGGIATURA della ALL STARS EDITION con SARA BILOTTI, SCILLA BONFIGLIOLI, ANDREA VISCUSI, MASSIMILIANO ENRICO, SARA SIMONI e ORIANA RAMUNNO come guest stars. Gli autori del gruppo SCENEGGIATURA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo MASCHERINA.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo CLIMA. Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati dalle GUEST STARS. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo all'occorrenza per eccesso. Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti
RANK D'ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso del
RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nel corso dell'Era in corso e che non hanno acquisito punti nel RANK ALL TIME sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Importante accorgimento: in quest'Era il gruppo con il Leader della classifica non potrà mai essere quello con più racconti, motivo per cui quando ci sarà un numero diverso di racconti per gruppo, come in questa edizione, gli ultimi racconti verranno assegnati saltandolo.
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo SCENEGGIATURA:Tasse, di Luca Fagiolo, ore 01.00, 4165 caratteri
Il valore di Tanja, di Matteo Mantoani, ore 23.51, 4236 caratteri
Soltanto le stelle potranno giudicarci, di Alessandro Canella, ore 00.58, 4233 caratteri
Ivan Karenin, di Stefano Floccari, ore 00.54, 4236 caratteri
Infinite melodie, di Andrea Partiti, ore 23.49, 3462 caratteri
La lista, di Andrea Furlan, ore 00.16, 4227 caratteri
Fratelli, di Viviana Tenga, ore 00.00, 4220 caratteri
La rana bollita, di Alessandro Catanzaro, ore 00.30, 4237 caratteri
Come sono arrivato su Kepler-438b, di Carlo Peroni, ore 00.59
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 27 MAGGIO per commentare i racconti del gruppo MASCHERINA Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 28 MAGGIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo MASCHERINA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora:
date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro. Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo. Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la
classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo MASCHERINA.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti. BUONA ALL STARS EDITION EDITION A TUTTI!
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 20 maggio 2021, 21:10
da GiulianoCannoletta
Ciao! Ecco la mia classifica e relativi commenti. Per la prima posizione non ho avuto alcun dubbio. Anche sulla seconda ero abbastanza convinto. Per tutte le altre ho dovuto al solito soppesare al milligrammo pregi e difetti che avevo riscontrato, perché tutti i racconti mi avevano comunque lasciato qualcosa.
1) Tasse, di Luca Fagiolo
2) Infinite melodie, di Andrea Partiti
3) Fratelli, di Viviana Tenga
4) Il valore di Tanja, di Matteo Mantoani
5) Ivan Karenin, di Stefano Floccari
6) Soltanto le stelle potranno giudicarci, di Alessandro Canella
7) Come sono arrivato su Kepler-438b, di Carlo Peroni
8) La lista, Andrea Furlan
9) La rana bollita, di Alessandro Catanzaro
Tasse, di Luca Fagiolo
Ciao Luca, piacere di averti letto.
C'è poco da fare, mi piacciono sempre un sacco i tuoi racconti. Con poche pennellati ci proietti nel set, fornendoci i dettagli per vedere questa casa degradata. I pensieri del protagonista non sono mai ingombranti, ma sempre ben collocati, utili a caratterizzarlo. Il tema mi pare centrato, l'adattamento dei due scagnozzi alla nuova situazione. Il finale ben costruito nel corso della narrazione.
Bravo davvero, a rileggerci presto.
Giuliano
Il valore di Tanja, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, piacere di averti letto.
Il tuo è un racconto che mi ha lasciato sensazioni contrastanti. L'aderenza al tema c'è e lo stile è molto buono, come tuo solito. Mi ha convinto meno la caratterizzazione del nostro protagonista. Da un rigido uomo d'affari (più o meno leciti) russo in una situazione del genere mi sarei aspettato una reazione un po' meno composta ed equilibrata. Anche la frase nel finale “Adesso torni a casa e ti disintossichi”, pronunciata da uno che con la tossicodipendenza delle figlia ha già avuto a che fare, suona davvero troppo sbrigativa e semplicistica.
Questi a mio parere i punti deboli di quella che resta comunque una buona prova.
A rileggerci presto!
Giuliano
Soltanto le stelle potranno giudicarci, di Alessandro Canella
Ciao Alessandro, piacere di averti letto.
Un racconto davvero complicato. L'ho riletto più volte, ma ho avuto bisogno di leggere anche le tue risposte ai commenti per comprenderlo meglio. Credo che il problema più grosso sia stato il dover comprimere troppe informazioni in un testo troppo breve. Anche l'evoluzione (in questo caso direi millenaria) dei personaggi, che poi è un po' il fulcro del racconto, ne risulta sacrificata. Ed è un peccato perché lo stile è veramente eccellente e ti tiene incollato al testo. Per capirsi, la mia impressione, giunto alla fine, è stata quella di aver letto qualcosa di davvero notevole me di non essere riuscito a comprenderlo, e quindi a godermelo, fino in fondo.
Tema direi assolutamente centrato.
A rileggerci presto!
Giuliano
Ivan Karenin, di Stefano Floccari
Ciao Stefano, piacere di averti letto.
Un bel racconto ma che non mi ha preso fino in fondo. Forse hai messo in scena troppi personaggi per un testo così breve. I dialoghi occupano una parte corposa nell'economia del testo e intervallati dai pensieri del protagonista a volte a mio avviso sono un po' faticosi da seguire.
Il finale non mi ha convinto molto, troviamo soltanto la riconciliazione tra il protagonista e l'attrice. Mi pare che manchi un guizzo, qualcosa che sparpagli un po' le carte in tavola.
Mi è piaciuta molto la tua declinazione del tema, un nuovo adattamento di un grande classico.
Complimenti, a rileggerci presto.
Giuliano
Infinite melodie, di Andrea Partiti
Ciao Andrea, piacere di averti letto.
Un racconto interessante il tuo. Senza dubbio atipico. Ci trascini in questa situazione angosciosa, in una lunga prigionia senza spiegazione e apparentemente senza una logica, in cui l'adattamento sta nel disperato tentativo del protagonista di ideare sempre nuove melodie. Rimangono numerosi buchi e interrogativi, ma non li definirei mancanze perché mi pare che il tuo intento non fosse quello di costruire una narrazione completa e coerente, quanto più di trasportarci nella disperazione del protagonista per questa insensata e grottesca tortura a cui è sottoposto. Da questo punto di vista considero l'esperimento riuscito.
Complimenti, a rileggerci presto.
Giuliano
La lista, di Andrea Furlan
Ciao Andrea, piacere di averti letto.
Mi è piaciuta molto la struttura che hai dato al tuo testo. Una lista di quattro passaggi da fare per fuggire da una dinamica di violenza, ripercorsi in diretta nel racconto della protagonista. Ci sono tuttavia dei passaggi che non mi sono risultati del tutto chiari.
All'inizio la protagonista dice che deve farlo per “Nicola, l'amore della mia vita.” Questo passaggio serve per descriverci una personalità confusa, ancora innamorata del suo aguzzino? Perché non mi è risultato chiarissimo.
Nell'ultimo paragrafo, poi, hai creato una scena con troppi aspetti che mi sono sembrati inverosimili.
La protagonista intende scappare abbandonando lì la figlia? Nicola scende dall'ambulanza, torna a casa, scopre della fuga e la raggiunge in stazione, tutto questo dopo un avvelenamento. Come fa Eleonora a vedere tutto questo? Stava pedinando l'ambulanza? E allora perché aspetta così tanto ad avvertire Simona? E anche l'ultima scena in cui cerca di ucciderla in mezzo a una stazione piena, senza che nessuno muova un dito fino all'arrivo della polfer mi è parsa un po' esagerata.
Insomma, mi pare che tu abbia avuto un'ottima idea ma che i tempi e la tensione di mc non ti abbiano permesso di svilupparla al meglio. Credo che sistemando alcuni passaggi ne uscirebbe davvero un buon testo.
A rileggerci presto.
Giuliano
Fratelli, di Viviana Tenga
Ciao Viviana, piacere di averti letto.
È un bel racconto, ma a mio avviso ha un difetto principale. La storia che ci proponi ha bisogno di un background corposo, due principi vengono separati da giovani e nascosti per sfuggire ai congiurati che hanno ucciso il re loro padre. Hai scelto di raccontarci questo antefatto nelle righe iniziali, ma mi è parso un po' artificioso, una specie di “riassunto delle puntate precedenti”, per intenderci. Forse avrei gradito di più se quelle informazioni fossero state proposte in altro modo, da qualche scambio di battute o diluite nei pensieri di uno dei personaggi.
Per il resto mi pare una buona storia, la declinazione del tema c'è tutta, nella capacità del buon Ottavio di adattarsi alla situazione di povertà senza perdere la sua attitudine agli intrighi.
Brava, a rileggerci presto!
Giuliano
La rana bollita, di Alessandro Catanzaro
Ciao Alessandro, piacere di averti letto.
Mi è piaciuta molto la tua interpretazione del tema. L'adattamento, in questo caso, non è una risorsa ma un pericolo. Adattarsi vuol dire abituarsi a una situazione spiacevole, come la rana che si abitua all'acqua calda fino a morire bollita. Sei stato fra i pochi, tra i racconti che ho letto, a dargli un'accezione del genere.
Tuttavia ci sono un po' di cose che non mi hanno convinto nel tuo racconto. La rana bollita è un rischio che la bambina si ripete in continuazione, un po' come un mantra, ma di fatto risponde a tutte le domande delle SS. La sua decisione di “non adattarsi” non mi pare sia declinata nei suoi comportamenti tranne che nel tentativo di fuga nel finale.
Un altro aspetto che non mi ha convinto al cento per cento riguarda lo stile che mi pare troppo distaccato e raccontato, nonostante sia tutto dal punto di vista della bambina.
La storia è comunque molto cupa e toccante, sia per la tematica che hai scelto, sia per le scene che hai narrato.
Complimenti, a rileggerci presto.
Giuliano
Come sono arrivato su Kepler-438b, di Carlo Peroni
Ciao Carlo, piacere di averti letto.
Un bello spaccato di fantascienza in cui un prigioniero, approfittando di un catastrofico incidente, si ricostruisce un'identità come capo della sicurezza. Il testo è ben scritto e si legge con piacere e il tema mi pare centrato. Sei stato abile a dipingere il contesto nella prima scena, la devastazione successiva all'esplosione. Quello che mi è mancato è un po' più di introspezione del personaggio, qualcosa che mi spinga a solidarizzare con lui, tanto più necessaria visto che è l'unico “attore” in scena, a parte un drone con cui scambia due battute. Mi pare che tu ti sia concentrato eccessivamente (rispetto a un testo così breve) sullo spiegarci i dettagli dell'ambientazione, aspetti tecnici, fino anche alla composizione dell'atmosfera del pianeta che sceglie come meta, senza concentrarti sul protagonista che rimane un po' bidimensionale.
È comunque a mio avviso un racconto più che buono.
A rileggerci presto!
Giuliano
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: sabato 22 maggio 2021, 13:12
da Gennibo
1) Infinite melodie di Andrea Partiti
2) Tasse di Luca Fagiolo
3) Il valore di Tanja di Matteo Mantoani
4) Soltanto le stelle potranno giudicarci di Alessandro Canella
5) La rana bollita di Alessandro Catanzaro
6) Fratelli di Viviana Tenga
7) Ivan Karenin di Stefano Floccari
8) La lista di Andrea Furlan
9) Come sono arrivato su Kepler-438b di Carlo Peroni
Tasse
Ciao Luca, il racconto mi è piaciuto molto, hai gestito bene i personaggi e la scena, c'è poi questo tono di minaccia sottintesa, e il bambino che sbuca dalla porta al posto di Cesar è una nota che rende la scena più intrigante (povero bimbo, cosa gli succederà?).
Bello il particolare del disegno e originale la "moneta" di scambio, i 600 ml.
Dai le informazioni un po' alla volta, ma sono abilmente dosate e non è una cosa facile da fare, carina anche la nota finale che spiega tutta la situazione.
Che altro dire? Molto bravo.
Il valore di Tanja
Ciao Matteo, il racconto mi è piaciuto, e anche lo stile, anche se ci sono dei punti migliorabili. All'inizio, quando il protagonista dice: faccio sedere gli italiani al tavolo, ho pensato che a parlare fosse un cameriere o qualcosa del genere, e non mi è stato subito chiaro che tutti e quattro si fossero seduti allo stesso tavolo.
Dici che l'accento fa schifo, ma parlano bene, caratterizzerei di più i dialoghi degli italiani. Penso sarebbe più efficace un Oddio, Tania! (così ci si focalizza bene sulla ragione per cui esclama stupito) A parte questi dettagli mi è piaciuta la caratterizzazione dei personaggi, e della posta in palio.
L'incontro padre e figlia ha dei punti molto belli, con lui che scende al livello di lei.
La frase finale non l'ho capita subito, a una prima lettura temevo che lui chiedesse scusa perché preferiva a lei un uno con dieci zeri e per questo chiedeva perdono alla figlia, ma poi rileggendo ho scartato questa possibilità.
Comunque, per me una buona prova.
Soltanto le stelle potranno giudicarci
Ciao Alessandro, il titolo del tuo racconto mi è piaciuto moltissimo, buona la tua scrittura e lo stile mi piace, anche l'idea per me è buona, peccato che manchi una chiara ed efficace gestione delle informazioni, questo rende il racconto ermetico. Ho visto che comunque c'è uno sforzo per migliorare. Parti da un inizio che ci porta in un mondo fantascientifico e provi a gestire al meglio il dosaggio degli elementi che piano piano vengono svelati, anche se non in maniera esaustiva, peccato.
Un punto a tuo favore è il finale, dove, oltre al concetto di risparmio energetico, questo concetto di riduzione viene applicato anche alle parole.
Ivan Karenin
Ciao Stefano, bello il tuo racconto, soprattutto l'idea di mettere in scena la rivisitazione di un grande classico usando delle figure originali e inaspettate, e bella anche la gestione del pensiero che caratterizza un personaggio sopra le righe. In certi punti però mi sono un po' persa, l'ultima parte mi è sembrata un po' stonata, con il personaggio che si scusa, si giustifica e sembra pentito davvero, ma poi finisce con la battuta forte che vuole affermare e confermare che i loro ruoli sono improntati su dinamiche diverse.
Direi, buona l'ambientazione e l'idea, ma la realizzazione soffre un po' di focalizzazione su dove vuole andare a parare.
Comunque una prova interessante.
Infinite melodie
Ciao Andrea e piacere di rileggerti, il tuo è un racconto diverso da quelli che ho letto finora, lo apprezzo particolarmente per l'originalità, per come gestisci la tua idea senza stare a giustificare quello che accade. Ho cercato di dare un senso al tutto pensandola come una sorta di magia. Invece di fare crollare la mia sospensione d'incredulità ho concluso che questa entità, che governa il tutto, premia o punisce a seconda del suo piacere piuttosto che per una regola particolare.
Per me una prova molto buona
La lista
Ciao Andrea, il tuo racconto mi ha colpito, forse per il tema che è emozionalmente forte, mi è piaciuta anche la scrittura, ci sono tante azioni, c'è movimento, peccato che ci siano delle cose che mi perplimono e riguardano la credibilità della storia. Anche io mi sono chiesta come sia possibile che lei chiami ancora amore qualcuno che sta per avvelenare, e che abbandona la figlia da sola.
Direi un buon tentativo, ma con margine di miglioramento.
Fratelli
Ciao Viviana e piacere di averti letto, la storia funziona e il tema è centrato. Anche io all'inizio ho trovato una partenza un po' troppo raccontata, che poteva essere spiegata dal dialogo tra i due fratelli o dal pensiero di uno dei due, più si va avanti e più mi è sembrato che il racconto migliorasse. Mi sarebbe piaciuto che fosse più chiaro all'inizio che loro erano i figli del regnante, e che avrebbero potuto riappropriarsi del regno. Anche l'incontro, penso sarebbe stato più efficace se all'inizio si fosse capito che il fratello avvelenatore era stato quello andato incontro all'altro, in una sorta di premeditazione dei fatti seguenti.
Comunque un buon racconto.
La rana bollita
Ciao Alessandro e benvenuto nell'arena, ho letto il tuo racconto sperando che la ragazzina riuscisse a trovare una via di fuga, anche se piano piano le speranze si affievolivano. Mi è piaciuta la storia, forse poteva essere migliorata con una prima persona, e anche se il tema non è originalissimo acchiappa ed emoziona sempre il lettore. Con la storia delle rane lo hai reso più interessante anche se non ho capito cosa intende la bambina quando pensa di non volersi adattare e dà quella risposta sul padre alle SS, forse per dire che lui che al momento non c'è vuole far credere che potrebbe arrivare da un momento all'altro e salvarle?
Secondo me un buon racconto che con poche sistemazioni può migliorare molto.
Come sono arrivato su Kepler-438b
Ciao Carlo e benvenuto nell’arena, il tuo racconto mi ha portato in un mondo fantascientifico che mi affascina. Una prova che però in alcuni punti mi ha confuso, penso possa essere migliorata e resa più comprensibile in diversi punti, tipo:
dopo la prima frase: il fischio dell’esplosione… metti un concetto che non è proprio ottimale, tutta incentrata sull’orecchio del protagonista (un corpo che se capisco bene poi cambierà). C’è un’esplosione (ok), il risultato potresti farlo notare attraverso la sordità del protagonista con qualcosa che sappiamo fa rumore, che lui vede ma che non sente.
E poi puoi passare subito alle lamiere accartocciate.
Avrei preferito che la capsula fosse almeno un po’ danneggiata, così da giustificare il rumore che gli danneggia l’udito, ma sufficiente a salvarlo.
Toglierei: A cosa è dovuta tutta questa devastazione? Potresti saltare la domanda che pare un po’ retorica e risponderti subito con un: un detrito imprevisto (“imprevisto” già significa che non è una cosa che ci si sarebbe aspettati) ci deve avere colpito (metti l’azione così noi la vediamo) quando siamo usciti (o entrati) dalle pieghe dello spazio tempo. (oppure: li avevo avvisati, ma non mi hanno ascoltato (empatizziamo con il protagonista/Cassandra. La stella XYZ è esplosa (la vediamo che esplode) prima che la nostra nave uscisse dalla sua orbita, deficienti.(anche in questo modo abbiamo un informazione che ci fa visualizzare la scena e alla fine il pensiero del tipo ci fa empatizzare con lui)
Poi le cose si fanno più complesse, in diversi punti ho faticato a seguire la scena, ma l’idea mi piace e spero che tu ci metta mano per migliorarla.
Spero di rileggerti presto.
Isabella
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 24 maggio 2021, 14:31
da antico
Avete ricevuto due classifiche e sono tutte regolari, ne dovete ricevere altre sette.
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: lunedì 24 maggio 2021, 22:04
da Debora D
Una delle classifiche più difficili che mi è capitato di stilare.
1.Tasse, di Luca Fagiolo
2.Il valore di Tanja, di Matteo Mantoani
3.Ivan Karenin, di Stefano Floccari
4.Infinite melodie, di Andrea Partiti
5.Soltanto le stelle potranno giudicarci, di Alessandro Canella
6.La lista, di Andrea Furlan
7.Come sono arrivato su Kepler-438b, di Carlo Peroni
8.La rana bollita, di Alessandro Catanzaro
9.Fratelli, di Viviana Tenga
Tasse, Luca Fagiolo
► Mostra testo
Ciao Luca, sono contenta di essere io a leggere e commentare questa volta.
Il tuo racconto mi è piaciuto e mi ha convinto. La tua forza sta nelle ambientazioni rudi che crei e nel modo in cui sai renderle realistiche; quando leggo i tuoi racconti, il film mentale parte e fila con pochissime sbavature.
Mi sono piaciuti molto alcuni dettagli: il bambino che spunta oltre la catenella della porta, immagine vivida ed efficace, e poi il pensiero diretto che annuncia la piccola crisi di coscienza dell’esattore.
Scuoto la testa, mio figlio disegna le stesse cose.
L’idea è sfiziosa, mi ha incuriosito e ho letto con la voglia di capire. La siringa mi ha fatto pensare alla droga, quindi depistaggio riuscito.
Anche il finale funziona, mi ha fatto fare un mezzo ghigno, però è coerente e si allaccia al tema in modo sottile, ma non forzato.
Volendo mantenere lo stile puntiglioso dei miei commenti, ti segnalo qualche sfumatura.
Sono le tasse di due mesi, il tizio è rimasto parecchio indietro coi pagamenti. → questo pensiero / spiegazione è ben congegnato, ma, visto che è collegato alla risposta di Damian, mi sembra arrivi troppo tardi. Damian è l'ultimo ad agire e il brusco pensiero diretto del pdv stona un po’, si potrebbe ovviare alla cosa con un movimento del pdv o una mezza riga descrittiva. “Mi gratto la barba. Sono le tasse...” per fare un esempio brutto.
quando riconosce lo stemma del drago in bella mostra sulle nostre giacche. → questa è un po’ a posteriori. Essendo una conclusione del pdv, poteva essere sostituito con un pensiero diretto. “Ha riconosciuto lo stemma del drago sulle nostre giacche.” L’espressione in bella mostra mi sembra formulare e poco utile.
«Era ironico.» Damian muove un passo e Cezar finisce col culo sulla poltrona. Deve smetterla di fare lo spaccone con i contribuenti. Siamo esattori, cazzo, non dei poco di buono. → Metterei il beat di movimento di Damian prima della battuta anche se comunque il nome arriva subito e si capisce chi parla. Il punto che non mi convince è il pensiero diretto del personaggio pdv che arriva subito dopo l'azione. Andare a capo per aiutare la comprensione? Non è un errore, è un interrogativo mio sull’efficacia.
«Per stavolta chiudo un occhio, ma smettila con gli strozzini o saremo costretti a far pagare a tuo figlio le tasse.»
«Damian, andiamo.»
Sbuca dalla cucina. «Hai già finito?» → qui c’è l’unico inconveniente vero del racconto, due battute del pdv senza beat o altro a separarle. Mi hanno confuso per un attimo.
Conclusione: grande ritmo, si legge tutto d’un fiato. Tema colto in modo molto sottile, declinazione che mi è piaciuta. Simpatico il colpo di scena che lo rende un raccontino gustoso. Ottima immersione e ottima prova!
Alla prossima e buona edizione!
Come sono arrivato su Kepler… Carlo Peroni
► Mostra testo
Benvenuto nell’Arena, Carlo, e piacere di leggerti.
Mi piace la fantascienza e ho letto il tuo racconto con attenzione.
C’è stata un’esplosione, l’unico sopravvissuto è un prigioniero e il suo adattamento sta nell’acquisire l’identità del capo della sicurezza per confondersi nella colonia del pianeta che dà il titolo al racconto. Per raggiungere il suo obiettivo il protagonista strappa un chip da un braccio. Questo è quello che ho capito.
Ho riletto alcuni passaggi anche tre volte per chiarirmi un po’ le idee prima di commentare.
Mi restano due perplessità.
— Aziona bypass delle procedure via protocollo di emergenza, — alcune luci colorate rimbalzano per un istante sul volto della macchina. — Guardati attorno, cazzo! → sta chiedendo alla macchina di non chiedere conferma e di verificare i danni?
In questo nuovo mondo, l’origine della mia identità come Naagesh Xenon Delta, comandante capo della sicurezza, è un insignificante dettaglio. → questo l’ho capito con certezza alla terza lettura. Alcuni lettori esperti potrebbero capirlo subito, ma come è capitato a me potrebbe accadere ad altri di essere confusi.
Mi sembra che in questo racconto ci siano due stili che cercano ognuno di prevalere.
Da una parte uno stile prezioso con echi dei classici (ineludibile prigione, un'eco sghemba) e dall'altro uno stile che punta a essere immersivo. Lo dico perché hai scelto una prima persona al presente e in alcuni passaggi riesci a raggiungere una focalizzazione profonda.
Dato che io preferisco il secondo perché lo trovo più efficace nel generare empatia, favorire l'immaginazione e rendere scorrevole il testo, ti scrivo di seguito alcuni momenti in cui questi tre obiettivi sono stati ostacolati nella mia lettura.
I passaggi sensoriali e forti, l’ambientazione cruda, il caos riesci a renderli, ma in alcuni punti il tutto è soffocato da espressioni meno efficaci.
Da quello che posso vedere, il danno dell’esplosione è ingente. → questa frase non avrebbe problemi se avessimo un narratore onnisciente, però qui siamo in una prima persona al presente, che dovrebbe mantenerci nel qui e ora. Con chi sta parlando? Con il lettore?
Ci sono lamiere accartocciate ovunque. → questo invece è un dato sensibile, cioè qualcosa che posso immaginare e che mi aiuta a visualizzare il caos nella mia mente.
Ho notato molti avverbi in -mente che potevi evitare (tra l’altro sono un gran risparmio di caratteri).
Se il tuo obiettivo è una focalizzazione profonda (o filtro profondo o immersione), meglio un dettaglio vivido e preciso che un avverbio in -mente vago. Sono tutti necessari? miracolosamente, bruscamente, probabilmente...
Di tutti scelgo due casi:
ancora parzialmente intatto. →qui c’è incongruenza, il significato stesso di intatto contraddice l’avverbio, o è intatto o non lo è. Intendi dire che il cadavere deve avere alcune parti del corpo integre, credo.
Usi finalmente tre volte nel testo e a poca distanza.
Finalmente raggiungo il sondino, che strappo senza fatica dalla carne.
Il dolore è lancinante. Piango, urlo. Scavo nella mie stesse membra e il sangue mi cola a fiotti per il braccio. Finalmente raggiungo il sondino.
Quando finalmente mi sveglio dall’altra parte del cosmo,
Cosa vuoi dire attraverso l’uso di finalmente? È spossato, sta svenendo per il dolore, grida di frustrazione? L’hai espresso bene con i verbi Piango, urlo, scavo che sono realistici. Senza finalmente ci sarebbe lo spazio per un altro dettaglio concreto.
Conclusione: il racconto ha un contenuto accattivante, ma non l’ho trovato sempre scorrevole a causa di alcuni rallentamenti dati dallo stile. Sono curiosa di leggere altro dalla tua tastiera, perché mi sono piaciuti alcuni dettagli che hai scelto. Il tema c’è ed è declinato in modo coerente. La fantascienza si sposava benissimo con il tema.
Buona edizione e spero di esserti stata utile, non farti remore ad avere la stessa puntigliosità con me se ti capiterà di leggermi: ho imparato moltissimo su Minuti Contati in questo modo.
Il valore di Tanja, Matteo Mantoani
► Mostra testo
Ciao Matteo, piacere di leggerti.
Il tuo racconto ha due spunti interessanti per me: gli occhi di un russo (?) che giudica un duo di italiani con tanto di stereotipi e il tema colto attraverso l’idea della dipendenza di Tanja.
Lo stile è buono e si vede la crescita della tua esperienza, ti muovi più sicuro.
Alcune cosine che ho notato riguardo alla scelta dello stile e della persona narrativa (prima persona con filtro profondo):
L’uso di tre stampelle temporali che potevi evitare:
poi si volta. Il suo culo ondeggia mentre si allontana. / Il suo mento si trascina sulla mia spalla, mentre annuisce.
Nella mente del lettore le scene si succedono comunque in sequenza, quindi il poi serve poco ma non lo trovo gravissimo; quello che mi piace meno è il mentre, il lettore deve comunque tornare indietro per ricostruire la contemporaneità che non è naturale.
Usi un sistema di ripetizione del pensiero diretto per creare un crescendo utile alla storia.
Dieci zeri, l’affare vale dieci zeri. Dieci zeri, se abboccano siamo ricchi. Lo so: un uno, seguito da dieci zeri. Sono abbastanza, dieci zeri? Li vali dieci miliardi, Tanjushka?
Sono cinque ripetizioni e le ho trovate eccessive, a mio gusto avrei eliminato una di quelle centrali riferite agli italiani perché arrivano davvero a pochissima distanza.
Il primo Benetti, → anticipare il cognome dei due fratelli all’inizio, poi aggiungere un pensiero sulla nazionalità
Dal punto di vista del contenuto la storia è forte però avendo scelto un filtro profondo c’è una cosa che non mi torna e non mi sembra del tutto coerente: la costruzione del colpo di scena a partire da
Il suo viso… Oddio! fino a Perdonami, Tanjushka.
Lui vede la ragazza che è sua figlia, ci dice il nome, ma nessuno dei suoi pensieri diretti ci dice nulla del suo legame con lei. Non mi torna, mi sembra un inganno, un nascondere volutamente la lettore, mettendo in ombra una parte dei suoi pensieri.
La figlia è fuggita di casa e lui la ritrova o sapeva già che lavorava in quel club? Nel primo caso è possibile che non abbia alcun tipo di pensiero al riguardo? Nemmeno sul non volere che quello la tocchi? Agisce però non ha motivazioni, le tiene nascoste. E questo mi ha portato fuori dalla storia e ha compromesso un po’ l’empatia.
Conclusione: buona idea e bella la declinazione del tema che scava nella realtà più dolorosa. Padroneggi la prima persona con sempre maggiore abilità, però come lettrice non sono riuscita a godere del tutto la lettura a causa di quello che ho percepito come un inganno voluto.
Come fare a creare suspense e colpo di scena senza ingannare? Difficilissimo. Hai alzato l’asticella e quindi hai fatto bene al di là del risultato su di me. Giusto provare
Buona edizione e buona scrittura!
La rana bollita, Alessandro Catanzaro
► Mostra testo
Ciao Alessandro, benvenuto nell'Arena e piacere di leggerti.
Anche tu hai scelto un’ambientazione storica per declinare il tema. Una bambina protagonista che vive un'esperienza terribile fino al tragico epilogo è un'idea potente che secondo me avrebbe giovato di alcuni espedienti come una focalizzazione più profonda. Mi spiego.
Sara è la protagonista, seguiamo i fatti che le accadono, perciò il punto di vista sugli eventi è il suo. L’intento è farci empatizzare con una situazione terribile attraverso lo sguardo della bambina, ma nella realizzazione il punto di vista che hai scelto non è sempre quello a filtrare la realtà, spesso spunta la voce dell’autore e il narratore finisce per essere onnisciente. Il narratore onnisciente è meno efficace nel creare empatia e nel produrre nella mente di chi legge un film mentale che lo tenga ancorato alla storia (oltre che essere un po’ vecchio e meno amato al giorno d’oggi, anche se si tratta di gusto per molti).
Nel testo trovo quindi che intento e realizzazione siano in contrasto.
La persona narrativa che hai scelto, terza persona, a me piace ma riserva un bel po’ di tranelli proprio perché basta poco per confondere il lettore.
Mi spiego elencandoti i punti in cui vedo questa incongruenza, cioè gli elementi che hanno interrotto il mio film perché non rispettosi del punto di vista scelto. Se ti pare che io non mi sia spiegata, chiedi pure delucidazioni.
La scelta dei tempi verbali della prima sequenza. Ci racconti al trapassato prossimo cose che sono avvenute prima dei fatti presenti, cioè prima del qui e ora della storia. Era andata a letto con Lina, la sua bambola di pezza. La mamma, le aveva raccontato...
Inoltre non c’è separazione fra i fatti che sono avvenuti prima del qui e ora e ciò che accade in scena.
Lei curiosa si era alzata e l’aveva seguita. Sara li vide entrare nel loro piccolo appartamento.
Trapassato prossimo e passato remoto uno dietro l’altro sono un errore perché ci fai saltare nel tempo della narrazione indietro e avanti e ci porti di nuovo nel passato qui Il Giovane alto e freddo, nella sua grigia divisa, le aveva puntato gli occhi addosso.
Al di là delle regole della sintassi, perché esistono sempre le licenze poetiche, la cosa provoca una stonatura, come uno scricchiolio nella mia mente che legge.
Elementi che sono la voce dell’autore e non il filtro del personaggio:
con Lina, la sua bambola di pezza. → ci spieghi che Lina è la bambola. Lei lo sa di sicuro quindi questa è un’informazione dell’autore.
parlò con il suo Giovane superiore → Sara riconosce i gradi delle SS? È abbastanza grande da capire che il tedesco comanda? Può darsi, ma non lo so perché non riesco a determinare la sua età.
ma l’altra SS, la Seconda, la prese per un braccio → questo significa che lei riconosce le SS? O è il narratore che lo spiega?
Il pianto del fratello → il fratello è Mario? Se sì, lo pensa come fratello invece che come Mario.
Il Giovane le ripetè spazientito quelle che dovevano essere domande, → quali domande? Non le sentiamo ma lei intuisce che sono domande. E come fa? (refuso in ripeté che vuole l'accento acuto)
Infine nella parte centrale non ho ben capito la reazione della bambina e il legame con il tema.
«E tuo papà dove è?»
Sara non se lo fece ripetere. Non si sarebbe adattata. Non si sarebbe mai fatta bollire.
In che modo lei non si adatta rispondendo però alle SS? Non mostra paura, non ammutolisce?
Alla fine scappa e pensa ancora alla rana, deduco che il collegamento stia nel non voler rimanere con il gruppo del vagone.
Ci sono alcuni refusi dovuti alla corsa, ma capisco la difficoltà della della gara che è quella che viviamo tutti.
Un’ultima cosa da insegnante di italiano (una piccola battaglia contro i mulini a vento)
ad una → questo uso della D eufonica è un ipercorrettismo molto diffuso ma non è corretto, se sei curioso dai uno sguardo a romanzi pubblicati recentemente e misura la percentuale di uso. Secondo le regole dell’ortografia la D eufonica è richiesta solo di fronte a vocale identica. Quindi a una e ad arrotolare
CONCLUSIONE: l’idea di adattamento negativo è molto originale anche se riconosco che non mi è arrivata subito, mi è servito un aiutino dagli altri lettori. Ci sono degli accorgimenti stilistici su cui potresti riflettere, se il tuo intento era quello di creare empatia con la bambina. Se volevi invece usare l’onnisciente perché sei consapevole delle opzioni e dell’effetto dell’una e dell’altra cosa, lascia stare tutto quello che ho detto e usa il mio commento solo per statistica, che effetto fa l’onnisciente su alcuni lettori del 2021?
Divertiti in questa edizione, spero di esserti stata utile e se vorrai ancora partecipare l'anno prossimo, sii sincero con me come lo sono stata io con te. Da quando solo nell’arena ho imparato tantissimo.
Soltanto le stelle potranno giudicarci, Alessandro Canella
► Mostra testo
Ciao Alessandro, piacere di leggerti.
Commentare il tuo racconto non è semplice, l’ho trovato ben scritto ma con alcuni aspetti criptici che non ho inteso del tutto anche con più letture. Sono riuscita a comprendere a sufficienza la situazione, fino alla sequenza finale nella quale invece mi sfugge qualcosa.
Dunque questo è quello che ho capito: due cyborg dovrebbero traghettare un’Arca di esseri umani dormienti e, invece, per far procedere ancora la nave spaziale nel cosmo ne abbandonano un gruppo alla volta. Sulla natura dei due tornerò nelle conclusioni perché è il punto che mi ha lasciato un senso di mancanza.
Il tema sta nella condizione dei due che dovevano essere custodi e ora puntano alla sola sopravvivenza, ma falliscono in qualche modo perché di loro alla fine restano solo registrazioni.
La sequenza finale riesce a essere allo stesso tempo bella per la scrittura e la scelta delle frasi e incomprensibile per me.
“Noi siamo la Cupola!” → molto d’effetto, però il mio cervello di lettrice ha cominciato a dare allarmi "cosa? chi? perché? che succede?". Forse ci vuole un'esperienza nel genere maggiore della mia.
Dal punto di vista stilistico ho solo due appunti da farti:
Il primo riguarda questa parte:
Con la coda dell’occhio scorgo il primo dei cento moduli di stasi criogenica staccarsi dall’Arca. Nel vederlo allontanarsi, mi chiedo cosa mi faccia sentire peggio: l’aver guadagnato altri mille anni al prezzo di otto miliardi di vite o la consapevolezza di poterne ottenere ancora molti altri.
Il modo in cui è costruita ha messo in pausa il mio film mentale per farmi ascoltare la voce dell'autore. Mi spiego: abbiamo tre verbi di percezione e un mi chiedo, una costruzione sintattica elegante, ma a posteriori.
Passiamo Scorgo perché ti serve per dire che lo vede solo con un angolino della sua visuale, ma il resto non aggiunge elementi utili. Se lui si chiede qualcosa nel vedere e se noi siamo nel suo pdv, come siamo stati finora, dovrebbe farsi la domanda e basta. Dovremmo avere riflessioni e sensazioni, invece in questa frase ce lo racconta. Una disarmonia vera e propria in un testo tanto pulito!
La cupola è esattamente come la ricordavamo. → a cosa serve esattamente?
Conclusione: scrittura che riesce a essere per la maggior parte del tempo sia immersiva che visionaria, con una caduta che ho segnalato. Il tema è colto anche se non mi ha soddisfatto appieno perché mi piacciono le vie di mezzo (non lo voglio scodellato ma nemmeno troppo critpico). Il racconto è elegante, ma non è scattata del tutto l’empatia. E qui torno sui personaggi come promesso. Alla fine ho capito che non avevo provato empatia con i personaggi e il motivo immagino sia dovuto al non capire bene forma e natura del punto di vista. che cos'è? come è fatto? Mi sono piaciuti molto i dettagli sugli scricchiolii metallici, invece il dettaglio del petto un tempo caldo a spalancato un altro abisso di domande.
L’incertezza mi ha lasciato un po’ di distacco.
Buon divertimento in questa edizione e alla prossima!
Fratelli, viviana Tenga
► Mostra testo
Ciao Viviana, piacere di leggerti
Il tema dell’adattamento è ben declinato e la storia che ci racconti è interessante, mi piace che all’inizio i due fratelli si abbraccino per finire con un fratricidio. Quello che si è meglio adattato uccide il maggiore.
Però per farci entrare nella storia sei costretta a un riassunto della trama che fa molto “nelle puntate precedenti” e non aiuta l’immersione del lettore. Di fatto in scena abbiamo un incontro e un lungo dialogo che si conclude con l’avvelenamento.
Il dialogo pare diviso in tre tempi, spezzati da due momenti in cui mandi "avanti veloce" con il telecomando dell’autore. Le voci scompaiono e arriva il riassunto.
Passarono l’ora seguente a raccontarsi come avevano vissuto in quegli anni e a ricordare momenti della loro infanzia.
Ottavio lasciò cadere l’argomento. Finirono di mangiare parlando del più e del meno.
Il dialogo fa da padrone fino all'ultimo quando avviene il colpo di scena, per il resto ci sono pochi elementi per immaginare la situazione, sembra un copione teatrale con poche didascalie. Scene ambientante nelle taverne sono molto famose (pensiamo alla saga dell'Assassino del re in cui la taverna è la cornice del racconto principale) quindi riesco a figurarmi lo spazio a modo mio, però mi mancano i movimenti e le caratterizzazioni dei due personaggi.
Esempio:
“Cosa ti porta qui?”
“Ho grandi notizie” rispose Lucio. “Per te e per noi.”
Indossava abiti semplici, ma il suo portamento era troppo rigido, da damerino di corte.
“Non vedo l’ora di saperle. Ti fermi qui, vero? Almeno stasera e domani?”
Prima di Cosa ti porta qui c’è la sequenza in cui il narratore racconta i fatti precedenti, non ci sono azioni che diano il diritto di parola a qualcuno, perciò leggendo il dialogo bisogna ricostruire a posteriore dato che a rispondere è Lucio. Con un gesto o movimento di Ottavio a introdurre la battuta la cosa sarebbe stata più fluida. Infine da qui in poi ci sono sei battute di dialogo senza movimenti, pensieri o altro.
Conclusione: il tema c’è, la storia è molto ampia in uno spazio molto piccolo e si risolve in un lungo dialogo non sempre scorrevole. L'elemento che mi è piaciuto di più è il contrasto tra situazione iniziale e conclusione. La struttura c'è, il conflitto pure.
Ivan Karenin, Floccari
► Mostra testo
Mi piace questa tua virata verso la scrittura immersiva e noto un passo avanti nello stile per quanto riguarda questa tipologia.
Apprezzo la declinazione del tema con l’adattamento teatrale, l’avevo pensata anche io ma non trovavo la via, perciò chapeau.
Il tuo personaggio protagonista è interessante nel suo preoccuparsi della discriminazione verso se stesso finendo per operarne un’altra (sessismo verso la “biondina”).
Però è antipatico e si lamenta troppo. Per creare l’empatia sarebbe meglio mostrare il personaggio al suo meglio e poi farlo comportare malissimo. Il suo fraseggio interiore è aggressivo, una costante rabbia e acredine verso gli altri. Un pizzico di bene, avrebbe avvicinato di più. Invece che avere un personaggio mediamente giusto, abbiamo uno che si comporta da stronzo (anche se ha i suoi motivi) perciò la sequenza finale non basta per avvicinarlo.
STILE
Data la Prima persona immersiva vado a segnalare i momenti in cui secondo me ci sono interferenze sia all’immersione che alla fluidità. Si vede dalla schematicità battuta – pensiero – azione e ripetizione che fai lo sforzo di rimanere dentro, ancora è un flusso che manca di armonia.
Esempio:
«Sei nuova, vero?» Mettiamo subito le cose in chiaro, stronzetta. «Come ti chiami?»
«Io? Ehm… Anna. È un piacere poter lavorare con lei.» Tutto tuo.
«Dammi del tu, su.» Non ci provare nemmeno. «Anna, eh? Ma pensa!» Mi guarda incuriosita.
Alcuni aspetti fumosi o vaghi:
lo scrocchio delle ginocchia a sottolineare la goffaggine del gesto. → siamo esterni, per capire che lo scrocchio sottolinea prima lo devi ascoltare e poi devi formulare il pensiero.
Fabio non perde occasione per mostrare la sua bravura nell’improvvisazione. → che significa? Cosa sta facendo? Ha parlato dell’acustica e noi sappiamo che i ragazzi erano tutti seduti.
sembra ridere di gusto alla sua battuta. → ride di gusto a quella che sembra una battuta oppure sembra che rida ma non è sicuro che rida?
Scruto gli sguardi dei presenti, ho fame delle loro reazioni. _ verbi di percezione, ci portano fuori. Ho fame delle loro reazioni basta perché noi siamo nel suo punto di vista quindi è ovvio che sia lui a guardare e scrutare. Per dare l’idea che stia scrutando si possono aggiungere dettagli visivi. Ho fame delle loro reazioni: Tizio si morde il labbro, Caio distoglie lo sguardo.
«A Kitty piace il cazzo, non temere!» Il tram è a poche decine di metri. «E sai cosa? La mia storia è fantastica.» → Mi aspettavo che la buttasse sotto il tram. Se questa era la tua intenzione, ci voleva una riga in più, se no lo era… che c’entra il tram? Perché il personaggio è concentrato su di esso?
Chiedi pure se mi sono spiegata male.
Conclusione: vedo una ricerca stilistica da parte tua che mi intriga parecchio, curiosa di leggere cosa tirerai fuori dal cappello la prossima volta… anzi la prossima era.
Il pregio maggiore è l’idea dell’adattamento teatrale, la stratificazione del personaggio anche è buona ma per me contrasta con una costruzione non ottimale dell’empatia. Una buona prova.
Andrea Furlan, La lista
► Mostra testo
Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Il tuo racconto ha molto da mettere su entrambi i piatti della bilancia. Mi è piaciuto l’incipit, una sorta di introduzione all’espediente della lista con una prima frase che mi ha colpita; mi è piaciuta la divisione in sequenze con i titoletti che però di contro lo rendono frammentario e non del tutto nitido.
Ma dal punto di vista del contenuto mi sono chiesta chi fosse Nicola: pensavo fosse il figlio piccolo all’inizio poi ho capito che era il violento. Non mi stupisce perché molte donne restano imprigionate in amori malati, il punto è la costruzione delle informazioni nell’incipit. Lo introduci come amore e mi servirebbe subito qualcosa per contraddire il fatto, ma nella scena della banca il nome proprio Nicola non c'è, è identificato solo come lui e pure all’inizio di quella del telefono.
Seconda cosa: ma Silvia? Lei molla la figlia che lui molesta pure? La cosa non aiuta a farmi stare dalla parte del personaggio.
Stile
Ho trovato un po’ di ricorsività in alcuni schemi sintattici.
Favorisci la costruzione fraseologica cercare di + infinito (4) e la congiunzione mentre (7) a volte insieme (3). Sì, lo so, è una grossa pignoleria però mi è saltata all’occhio e mi ha tolto un po’ il gusto della storia e dell’emozione per quello che stava accadendo.
Sudo freddo mentre tiro fuori i soldi.
Mentre cerco di leggere il contratto, inserisce i soldi nella macchina conta banconote.
cerco di non zoppicare mentre entro nel grande magazzino.
Cerco di mantenere la calma, mentre nelle orecchie ho ancora la sirena dell’ambulanza che ha portato via Nicola.
Scappo, cerco di guadagnare tempo
mentre io faccio finta di guardare le lavatrici.
Mentre torno a casa lo accendo
Chiudo la comunicazione mentre sale in piedi su una panchina.
Mentre → poco utile perché in realtà il lettore o deve sospendere la scena nella sua testa per finire di costruirla oppure deve ricostruire dopo, le azioni le vede una dietro l'altra e sono sempre in sequenza. Non è che la temporale sia da odiare e togliere sempre, ma per me andrebbe centellina: quando è veramente necessaria nei casi sopra citati? Altrimenti risalta più come copertina di Linus dello scrittore che come elemento utile nel testo.
Cercare di è vago. Per esempio in che modo cerca di mantenere la calma: stringe le labbra, respira?
Trovare il tema mi richiede un po’ di ragionamento: lei si è adattata finora alla vita con un uomo violento, ma ora non lo fa più? In questo caso l’adattamento esisterebbe al di fuori della narrazione che ci presenti nella quale non c’è più adattamento ma il contrario. Centrato ma per un pelo.
Conclusione: mi pare il racconto che acchiappa il tema più al volo, ci sono degli elementi stuzzicanti nella struttura, migliore frase di incipit. Un racconto che ho letto con facilità e mi è risultato gradevole e che mostra ragionamento, costruzione e voglia di sperimentare con qualche farraginosità.
rispetto all'eccesso di informazioni che ti segnalavo la volta scorsa hai gestito molto meglio lo spazio e questo mi è piaciuto di più.
Buon divertimento in questa All Stars Edition!
Andrea Partiti, Infinite Melodie
► Mostra testo
Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Hai scritto un racconto difficile da giudicare e da godere per quanto mi riguarda. Non brutto, anzi. Mi ha lasciato una certa dose di emozione e questo è ciò che vogliamo tutti da quello che scriviamo, ma mi ha lasciato anche un po' di insoddisfazione alla fine. Mi spiego più dettagliatamente.
Contenuto: mi sembra ci sia una sorta di paragone fra una cavia da laboratorio e l’umano intrappolato: se il protagonista suona, ottiene una ricompensa, come un animaletto che deve premere i bottoni giusti. C’è angoscia e c’è claustrofobia. Il meccanismo di azione e ricompensa è intrigante, il tema è centrato poiché per sopravvivere deve adattarsi a una situazione da incubo che mi fa pensare a una prigione della mente.
Il protagonista però non ci dice nulla di sé, non abbiamo nessuna caratteristica per renderlo tridimensionale, questo me lo ha reso un po' lontano. Un fatto abbastanza normale in un racconto di questo genere.
Il punto in cui per me ha smesso di funzionare è stato il finale. Per gusto mio non amo le frasi troppo didascaliche che fanno la morale alla storia:
Non sa che noi umani abbiamo una forza speciale, la caparbietà di non arrenderci, di non accettare la sconfitta.
O forse è proprio questa capacità di adattamento che vuole capire, spingere al limite.
Penso che mi avrebbe soddisfatto lo stesso anche senza la parola adattamento messa nella spiegazione. In pratica la fine va a spiegarmi cose che mi interessavano meno. La mia curiosità era più indirizzata a questi elementi: perché le cose compaiono, come è finito lì, c’è uno spiraglio di salvezza?
Mi sono ritrovata a non seguire più la coerenza dei pensieri del protagonista
Sei mesi sono un’eternità, quando si è bloccati di fronte a un pianoforte. → Come fa a sapere che i mesi sono passati? Come fa prima a capire che passa un mese? Rinchiuso, in uno stato di alienazione mi aspetterei un qualche sistema e dettagli al riguardo.
Mi sento osservato. La mano che si è presa cura di me aspetta che ceda, che la mia creatività si esaurisca, che la musica finisca.
Ma non vincerà su di me. → deduzione che però non ho dati per credere. Come fa a sapere che la mano aspetta che lui ceda? Mi è scappato qualche indizio? Per ora sembra da quello che sappiamo noi che la mano voglia musica e la voglia diversificata.
Poso le dita sulla tastiera e inizio a suonare.
Finché respiro, le variazioni respireranno con me.
Bella la chiusa.
Il testo è raccontato, è una voce che ci racconta qualcosa, però non mi dispiace perché fino alla sequenza finale il tutto è scorrevole e l’idea rende valido anche uno stile che non è il mio prediletto. Ci sono anche belle immagini e tocchi intensi.
Conclusione: ottima idea, a pensarci mi vengono vari paralleli e significati. Il racconto si perde sul finale e mi dà una sensazione di mancanza: è come aver ascoltato una storia angosciante senza però essere troppo vicina al protagonista.
Lavoro interessante comunque.
Buona All Stars Edition e alla prossima Era, spero!
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: martedì 25 maggio 2021, 22:58
da FilippoR
Una classifica per me molto difficile.
1) Tasse, di Luca Fagiolo
2) Il valore di Tanja, di Matteo Mantoani
3) Soltanto le stelle potranno giudicarci, di Alessandro Canella
4) Infinite melodie, di Andrea Partiti
5) Come sono arrivato su Kepler-438b, di Carlo Peroni
6) Ivan Karenin, di Stefano Floccari
7) La lista, di Andrea Furlan
8) La rana bollita, di Alessandro Catanzaro
9) Fratelli, di Viviana Tenga
Tasse di Luca Fagiolo
► Mostra testo
Ciao Luca e piacere di leggerti,
un racconto che ha preso una piega che non mi aspettavo per quanto anticipata dal simbolo del drago (che però avevo pensato in semplice chiave fantasy e non come il simbolo di Dracula, o meglio, Dragwyla) e il pagamento delle tasse è molto coerente con l'ambientazione accennata (in questo caso non vedo negativo che sia solo accennata, vi fa da sfondo in modo credibile).
Un racconto che mi è piaciuto particolarmente (sia per il genere che per la scrittura).
Alla prossima.
Il valore di Tanja di Matteo Mantoani
► Mostra testo
Ciao Matteo e piacere di leggerti,
il tuo racconto mi ha sorpreso (positivamente), credevo che la storia fosse incentrata sul losco affare che avevano e invece la parte finale mi ha sorpreso, inaspettata per me. Credevo che Tanja significasse qualcosa per lui ma mai che fosse la figlia.
Durante la lettura mi ha stranito un po' quel "dieci miliardi". Questo perché non avevo realizzato subito che fosse un businessman losco, ma questo lo vedo come un mio problema, non del testo.
La lettura mi è stata scorrevole tranne che per il Benetti uno e due (ma che ho letto nei commenti che hai corretto in seconda stesura) e per quel dieci miliardi che ho compreso solo dopo.
Mi sono giustificato il fatto che non pensasse a lei come figlia inizialmente come una sorta di protezione (anche nei suoi stesi pensieri) per evitare quanto più possibile di fare qualcosa che potessi tradirli.
Alla prossima.
Soltanto le stelle potranno giudicarci di Alessandro Canella
► Mostra testo
Ciao Alessandro e piacere di leggerti,
un racconto complesso ma scritto bene.
Inizialmente mi ero figurato qualche disastro per cui era stata necessaria l'arca ma che c'era poi stato un qualche malfunzionamento bloccando i superstiti dal cercare una nuova casa, poi il finale dove l'arca si muoveva mi ha sorpreso, rileggendolo ho capito che il disastro era qualcosa di ben più grande di quello che avevo immaginato e non ci fosse più nessun posto dove andare e la parte finale si riferiva a un nuovo big bang.
Mi ero perso anche il discorso dei corpi robotici per quanto un indizio vi fosse qua "Non credo tuttavia che lo stesso possa dire lei di noi."
Mi è piaciuto la conclusione con i pensieri del computer di bordo.
Bel racconto penalizzato dal limite dei caratteri per mostrare meglio il tutto / renderlo più chiaro.
Alla prossima.
Ivan Karenin di Stefano Floccari
► Mostra testo
Ciao Stefano e piacere di leggerti,
un bel racconto in cui mi sono immaginato sul set di uno spettacolo teatrale e il protagonista me lo sono immaginato come René Ferretti, probabilmente per il linguaggio utilizzato.
Purtroppo però il continuo scambio di battute e pensieri mi ha reso un po' più difficoltosa la lettura.
Il finale mi è sembrato più debole del resto del racconto, troppo "tranquillo" rispetto alla prima parte più movimentata, peccato, è come se mancasse qualcosa per quanto accennato con l'ultimo dialogo.
Alla prossima.
Infinite melodie di Andrea Partiti
► Mostra testo
Ciao Andrea e piacere di leggerti,
un racconto particolare il tuo, ci troviamo imprigionati da qualche parte e la nostra unica possibilità è in qualche modo allietare chi (o cosa) ci ha imprigionato suonando.
L'atmosfera è ben costruita e mi sono trovato coinvolto da quanto raccontato dal personaggio.
Rimangono molto punti oscuri su cui vorrei sapere di più in una versione con un maggior numero di caratteri, ad esempio dove si trova effettivamente il protagonista e chi sono questi carcerieri? Ma che non pregiudicano la lettura.
Alla prossima.
La lista di Andrea Furlan
► Mostra testo
Ciao Andrea e piacere di leggerti,
il tuo racconto tratta di una tematica molto forte, non mi ha convinto come è stato descritta la parte finale che ritengo il pezzo più debole del racconto, questo per l'intervento di Eleonora che non mi è sembrato molto chiaro/realistico, dettagli che poi hai chiarito nel tuo commento per quanto continua a non convincermi il fatto che ha lasciato la figlia a casa mentre lei scappava, anche la figlia era vittima degli abusi del padre, non credo che con la fuga della madre la situazione sarebbe migliorata per la figlia.
Alla prossima.
Fratelli di Viviana Tenga
► Mostra testo
Ciao Viviana e piacere di leggerti,
nel tuo racconto avrei preferito quale dettaglio in più sull'ambientazione per capire se è storica (ed eventualmente quando a grandi linee) o magari anche fantasy (per quanto non vi siano elementi in tal senso), probabilmente sei stata particolarmente vincolata dal numero di caratteri limite (per cui hai dovuto anche raccontare un po' all'inizio).
Il finale mi è stato inaspettato, avrei preferito qualche indizio in più durante il racconto ma comunque mi è piaciuto.
Il punto più debole l'ho trovato nei dialoghi un po' troppo lunghi per me, li avrei preferiti di più se fossero stati frammentati con in mezzo qualche azione / gesto dei protagonisti.
Comunque il tuo racconto nel complesso non mi è dispiaciuto.
Alla prossima.
La rana bollita di Alessandro Catanzaro
► Mostra testo
Ciao Alessandro e piacere di leggerti,
nel tuo racconto ci sono state svariate cose che mi hanno reso meno fluida la lettura, quando metti troppe frasi senza andare a capo (soprattutto nella parte iniziale e verso la fine, ma in misura minore anche in altri punti), i vari refusi (dati dal taglio di caratteri e dalla velocità credo) ma anche lo stile non mi ha convinto completamente perché troppo raccontato.
Sicuramente ti ha anche penalizzato il dover tagliare a causa del conteggio errato dello strumento che hai utilizzato per cui il senso di alcune cose si è perso, ma che hai giustificato negli altri commenti.
La storia comunque mi è piaciuta nonostante i difetti che ti ho riportarto qua sopra.
Alla prossima.
Come sono arrivato su Kepler-438b di Carlo Peroni
► Mostra testo
Ciao Carlo e piacere di leggerti,
racconto interessante e di cui vorrei leggere di più (mi piace il genere).
Anche io ho dovuto rileggere più volte alcune frasi per capirle meglio, tra tutte la scena del bypass della macchina non mi è stata immediatamente chiarissima.
Mi ha stranito un po' il finale, mentre nella prima parte mi sono abbastanza immedesimato nell'ambientazione e nel personaggio nella parte finale invece il raccontato mi ha portato un po' fuori dall'immedesimazione.
Alla prossima.
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 26 maggio 2021, 11:32
da antico
Dovete ancora ricevere cinque classifiche.
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 26 maggio 2021, 17:18
da Antonio Pilato
Ecco la mia classifica con i relativi commenti:
____________________________________________________________
Il valore di Tanja, di Matteo Mantoani
Tasse, di Luca Fagiolo
Soltanto le stelle potranno giudicarci, di Alessandro Canella
La rana bollita, di Alessandro Catanzaro
Come sono arrivato su Kepler-438b, di Carlo Peroni
Ivan Karenin, di Stefano Floccari
La lista, di Andrea Furlan
Fratelli, di Viviana Tenga
Infinite melodie, di Andrea Partiti
_____________________________________________________________
Ciao Matteo... un autentico capolavoro!
Nonostante, nella prima parte il genere non rientra fra i miei preferiti, l'andamento della trama che viene scandito con sempre più rapidità e tensione, mi ha condotto in una spirale di delirio, ebbrezza e risate, che mi hanno coinvolto molto, in maniera ilare nell'umore e scorrevole nella lettura.
Il botto però lo fa la seconda parte, dove la rivelazione sconvolgente, devastante e inappropriata mi ha fatto scomparire ogni sorriso: non immaginavo minimamente che le cose stessero così e il finale, amaro come molte cose nella vita, è stato un bel Bingo!
Ciao Luca, una bella allegoria della vita, che dire...
Ho rivisto molto del film "In time", dove la valuta non è la moneta o il sangue, come in questo racconto, bensì il tempo (il ché risulta ancora più inquietante, anche perché fa quasi il paio con la nostra realtà).
Un racconto bello, intrigante e anche satirico; ho riscontrato qualche difficoltà nel comprendere totalmente la seconda parte, ma non tanto nel concetto quanto nella semplice scrittura.
Nel complesso, un buon lavoro... grande!
Ciao Alessandro, ho letto questo racconto con un occhio puntato ovviamente alla fantascienza, ma ho provato sensazioni contrastanti: da un lato, un uso appropriato della grammatica e dei dialoghi che rende la lettura piacevole e scorrevole, dall'altro una vicenda che non è ben chiara, forse per un limite mio, forse perché non è ben esplicata. Nello specifico, non ho capito come i due protagonisti sacrifichino gli altri... tramite esplosioni planetarie o con metodologie non nominate?
Il finale segue, parallelamente, pregi e difetta elencati sopra.
Ciao Alessandro, devo dire che speravo di capitare come lettore e commentatore di un racconto dal titolo "La rana bollita".
E' un racconto che mi è piaciuto molto, severamente toccante, e ho trovato molta attinenza con il tema.
Peccato per alcuni refusi, a volte sgrammaticati, perché con un semplice editing di 10 minuti avresti potuto anche toccare la vetta della mia classifica.
Comunque sia, sei stato molto bravo, mi sei piaciuto.
Ciao Carlo, il tuo scritto segue una bella narrazione che sicuramente non possiede alcunché di rilevante nel finale, ma caratterizza in maniera pertinente tutta la vicenda.
Il tema risulta centrato e devo dire che ho letto con piacere questa storia; simpatico anche il richiamo astronomico (ho giocato una campagna di gioco di ruolo durata quasi due anni sul tema di Sagittarius A*).
Probabilmente, mi aspettavo qualcosina di più dal finale, fin troppo piatto e prevedibile, ma questa è una valutazione prettamente soggettiva.
Ciao Stefano, il racconto era iniziato anche bene... per poi condurre il lettore a un finale, forse per me, un po' troppo scontato.
Una belle caratterizzazione dei personaggi, senza dubbio, che però con tutte quelle parole, quei punti, quelle virgolette, rende la lettura un po' faticosa, ma comunque "proseguibile". Il problema è che la storia sembra il pezzo di un racconto più grande (e forse interessante), ma è incompiuta così... o quantomeno è una sequenza dell'ipotetico macro-racconto che da sola non rende affatto.
Mi aspettavo qualcosa di più perché l'incipit di partenza non è neanche male! Peccato per il resto, mannaggia...
Ciao Andrea, ho letto di meglio, ho letto di peggio nel tuo girone "dantesco".
Scherzi a parte, mi è sembrato scritto meglio nella prima parte, piuttosto che nella seconda dove tutta la trama va a perdersi un po' troppo.
L'attinenza al tema non mi è del tutto chiara, probabilmente non mi è arrivato qualcosa, e il tema della violenza pecca nell'originalità, ma è sicuramente un buon lavoro... migliorabile, ma pur sempre un buon lavoro.
Ps: Attenzione al refuso dei tre "..." che vanno staccati se subito dopo compare una parola!
Ciao Viviana, ho letto il tuo racconto e devo ammettere che non son riuscito a cogliere alcun elemento di originalità. Mi spiego: già dalle prime righe avevo fiutato il tradimento "coniugale" tra i due fratelli, s'intuisce che il ritrovo abbia uno scopo ben più evidente di una fraterna rimpatriata. Morale: speravo che non andasse a finire come i soliti tradimenti alla "Game of Thrones".
Comunque sia, la storia è scritta abbastanza bene, a parte in certi punti che mi sembra un po' prolissa.
Una parziale aderenza al tema l'ho infine notata.
Ciao Andrea, un punto a favore di questo racconto è sicuramente l'atmosfera che suscita la prima parte della storia nel lettore. Tuttavia, credo che sia ben lontano da quelle atmosfere di onirica allegoria che sono sicuro tu abbia tentato di trasmettere (non si può infatti parlare di "realtà" in questo caso perché di reale non c'è praticamente nulla).
Il rispetto del tema secondo me è un po' carente e, sebbene ci sia una "trasformazione" in atto, tale metamorfosi surreale sembra condurre a un noumeno che non ha senso.
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 26 maggio 2021, 19:07
da Ci_Effe
Ecco la mia classifica. Premetto che i primi tre sono racconti davvero ben fatti, ho voluto premiare quello che - a mio personalissimo parere - ha mostrato una scrittura più complessa (l'alternanza e l'uso convincente del dialogo) e una riflessione più approfondita. Complimenti a tutti.
1. Ivan Karenin, Stefano Floccari
2. Tasse, Luca Fagiolo
3. Il valore di Tanja, MatteoMantoani
4. Soltanto le stelle potranno giudicarci, Alessandro Canella
5. Infinite melodie, Andrea Partiti
6. Come sono arrivato su Kepler-438 b, Carlo Peroni
7. La lista, Andre Furlan
8. Fratelli, Viviana Tenga
9. La rana bollita, Alessandro Catanzaro
Ivan Karenin, Stefano Floccari
Ciao Stefano, mi piace molto come hai scelto di declinare il tema. Il racconto è assolutamente interessante, sia per la caratterizzazione del protagonista (a tratti un po’ personaggio da sitcom, ma assolutamente credibile), sia per come hai saputo gestire i dialoghi: ognuno ha una sua voce (un po’ stereotipata, ma qui ci metto anche il limite di battute) ed è assolutamente riconoscibile. Questo rende il testo scorrevole e vivo (l’unico punto in cui rischi la confusione credo sia alla battuta “Vedi, ho pensato che il modo migliore […]” perché non è segnalato chiaramente che riprende a parlare il protagonista).
“nostro signore dei fori imperiali”, non so se è realmente un modo di dire, mi ha fatto ridere un sacco.
In un breve spazio riesci a dare lo spunto per una riflessione interessante: siamo di fronte a una discriminazione, eppure il protagonista stesso è il primo a usare categorie e pregiudizi offensivi verso il resto della società (almeno questo è ciò che ne ho ricavato io, che comprerei volentieri il biglietto per lo spettacolo. Se poi la tua era solo ironia allora ho preso un bel granchio). Mi sarebbe interessato vedere qualcuno che mettesse alla prova anche il personaggio del regista criticando in modo sensato la sua visione, anziché la solita biondina scema, ma avresti ovviamente sforato il limite di battute (e con questo sarò tacciata anch’io di politically correct rompiballe femminista)
Tasse, Luca Fagiolo
Ciao Luca. Il tuo racconto è davvero ben scritto e ben costruito, complimenti. In particolare l’ambientazione è descritta bene, con pochi particolari riesci a renderla credibile e immersiva. Lo sviluppo della storia è completo e lascia anche una sorta di messaggio, quindi il lavoro è completo. Ti lascio giusto due note, molto personali a dire il vero. L’espressione “Sotto a una poltrona sfondata una siringa sgocciola sangue” suona un po’ strana a rileggerlo dopo aver scoperto che la moneta in questo nuovo mondo è proprio il sangue. Capisco che il padre sia un disperato, ma proprio per questo non lascerebbe mai dei “soldi” sprecati. Dà una nota di colore e funziona per coinvolgere il lettore, forse è solo eccessivo il verbo perché dà l’impressione che il sangue nella siringa non sia solo un flebile rimasuglio. Nel finale il nome è fin troppo palese, fa un effetto quasi comico, e, contraddicimi pure, ma non credo sia quello che volevi: i tuoi lettori, probabilmente, con un semplice “il Conte” avrebbero capito comunque.
Il valore di Tanja, MatteoMantoani
Ciao Matteo!
Il racconto ha ottima costruzione e ritmo, fila bene e riesce a tenere l’attenzione alta fino alla fine. È assolutamente ben scritto, quindi il mio giudizio è positivo. Molto divertente il rimpallo fra i pensieri del protagonista, i bicchieri di vodka e Benedetti "Uno" e "Due". Quello che mi è piaciuto meno è che tutti i personaggi a parte il protagonista sono piatti, e se per gli italiani funziona perché devono solo rappresentare lo stereotipo dei malavitosi pieni di sé, per Tanja, che dà anche il titolo al racconto, la cosa mi lascia un po’ stranita. Di lei non sappiamo niente, non ha uno sviluppo costruito (prima continua spavalda la sua danza di fronte al padre, poi si rintana come una bambina nella sua giacca, senza un chiaro momento di cambiamento). In più siamo portati a pensare che sia una tossicodipendente, perciò non sappiamo se la sua sia una reazione nervosa oppure una sincera conversione, che in caso è davvero molto accelerata. Insomma, Tanja è solo un pretesto per la storia del personaggio principale, e questo toglie un po’ di profondità al racconto secondo me.
Il tema dell’adattamento è assolutamente presente
Soltanto le stelle potranno giudicarci, Alessandro Canella
Ciao Alessandro.
Il tuo racconto è ben scritto e dimostra una buona proprietà di linguaggio. La struttura è molto razionalizzata, cosa che fa venire voglia di andare avanti (perché dosi bene le informazioni nelle tre sequenze) ma toglie un po’ di fluidità. Ho trovato un po’ confusa la scena centrale in cui i due personaggi litigano, semplicemente perché sembrano entrambi abbastanza distaccati e statici (scrolla la testa, mi viene da ridere, scuote la spalla) e senza un vero climax arrivano a spingersi e gridare: non ho chiaro se doveva sembrare una versione de-umanizzata di comportamenti umani.
Nella seconda sequenza il cambiamento nei protagonisti, che sono sempre meno umani a livello fisico, poteva forse essere trasposto in parte anche a livello mentale, questo avrebbe reso meno forte lo stacco con la terza sequenza.
Il finale con il cambio di sintassi è molto d’effetto, in generale forse il tema dei corpi in criogenesi (credo) da sacrificare, così come lo propone il protagonista - un po’ come facesse un sermone - diventa ripetitivo, mentre arriva meglio attraverso il dialogo.
Il tema è assolutamente rispettato.
Come sono arrivato su Kepler-438 b, Carlo Peroni
Ciao Carlo.
Il tema del racconto è centrato e ben approfondito. Inizio col dirti che sia l’incipit che l’arrivo sul pianeta li ho trovati ben fatti: i particolari realistici danno credibilità al nuovo pianeta (almeno per me che non sono certo un astrofisico), mentre all’inizio riesci a farci entrare nell’ambientazione dosando le informazioni in modo che siano naturali nel pensiero del protagonista e non uno “spiegone”. Il racconto si inserisce in un filone ben preciso, e questo non è assolutamente un male, solo che a volte ho avuto l’impressione che tu ti sia affidato molto a un panorama visivo/letterario ben collaudato più che cercare di creare qualcosa di tuo (il cip sotto pelle, l’estrazione “a mani nude”, sono scene dal sapore molto filmico). Ti scrivo due piccoli particolari su cui ho avuto dei dubbi, ma premetto che sono particolari, non grandi problemi. Ho trovato strano che il drone medico parlante rispondesse alla richiesta di un prigioniero: non ha un sistema di identificazione, o un database? Chiunque può comandarlo solo perché sono in una situazione di eccezionalità? Anche un ammutinamento o una rivolta dei prigionieri sarebbero situazioni eccezionali, e il drone sarebbe comandato da chiunque? Poteva essere interessante una piccola spiegazione del suo funzionamento. La seconda cosa è solo una piccola ripetizione, quando scrivi: Con un morso gli strappo la carne del polso. Con le dita … senza fatica dalla carne.
Credo comunque che funzioni come racconto di genere (e non lo dico per sminuire ovviamente, ma nel senso che è molto credibile nel suo genere)
Infinite melodie, Andrea Partiti
Ciao Andrea. Il punto di forza del tuo racconto è sicuramente l’atmosfera che crei. La descrizione, che da una parte è estremamente vaga e dall’altra fornisce dettagli stranianti, rema però contro l’immedesimazione durante la lettura. Ci sono punti in cui hai inserito particolari che forse non sono necessari e che hanno l’effetto di far sorgere più domande di quante ne chiariscano (un esempio stupido è come facciano a pulirlo e a cambiarlo senza che lui se ne accorga o veda qualcuno, allo stesso modo mi sono chiesta come sia legato e come lo leghino di nuovo dopo l’intervallo di semi-libertà). Credo che il concetto più interessante sia quello che esprimi sul finale (questi aguzzini non conoscono la resilienza degli umani – quindi lui sospetta che non siano umani? - o è proprio questa che vogliono testare e quindi il lui, suo malgrado, sta facendo proprio il loro gioco?). Purtroppo (per limite di battute) rimane inesplorato.
Il tema è assolutamente rispettato.
La lista, Andrea Furlan
Ciao Andrea, il tuo racconto secondo me parte benissimo, ma si perde da metà in poi. L’idea dietro la struttura del racconto è molto interessante e serve davvero bene a creare e mantenere la tensione fino all’ultimo. Riesci anche a evocare il senso di paura costante in cui vive questa donna, che però mi sembra sia rimasta schiacciata da questi due elementi. Da una parte non c’è un grande approfondimento della psicologia del personaggio e delle violenze (la scena di padre e figlia davanti alla televisione, ad esempio, è agghiacciante, nel senso che è resa molto bene e colpisce il lettore, ma rimane sterile perché non porta a nessuna reazione); dall’altra il piano, inizialmente davvero credibile, diventa un po’ hollywoodiano da metà racconto e lascia qualche perplessità. A parte le questioni che sono già state sollevate, mi sono chiesta: l’assistente sociale era al corrente dell’avvelenamento? Nessuno ha fermato un uomo in pigiama col vomito addosso quando è sceso dall’ambulanza o è salito in stazione? Dove è Silvia in tutta la terza parte?
Il fulcro mi è sembrato più un non volersi più adattare a determinate condizioni di vita, ma anche questo è un lato dell’adattamento ovviamente.
Fratelli, Viviana Tenga
Ciao Viviana. Il tuo racconto funziona a livello di narrazione, ma penso che per renderlo meglio avrebbe bisogno di un più ampio respiro. L’ambientazione infatti non è specificata (all’inizio ho pensato fossimo nell’antica Roma per via dei nomi dei fratelli, ma poi si vede che hai in mente uno scenario diverso) e non potendola descrivere togli molto colore al racconto. I personaggi sono credibili, i dialoghi a volte sono poco naturali. Il colpo di scena finale, con la rivelazione di Ottavio, è davvero repentino, sarebbe stato bello seminare indizi (cosa che in parte hai fatto dicendoci che Ottavio era bravo con gli intrighi di corte, ma l’informazione si perde un po’ per quanto si insiste su come adesso sia un bravo e umile contadino). Il discorso finale mi è sembrato un po’ in stile “cattivo da film” (o anche da tragedia romana in effetti), unito al fatto che Ottavio lo pronuncia stando fermo seduto al tavolo, sembra innaturale in un racconto.
Il tema è ben sviluppato.
La rana bollita, Alessandro Catanzaro
Ciao Quarantine! Credo che purtroppo la punteggiatura e i refusi abbiano danneggiato un po’ il tuo racconto, perché a volte interrompevano l’immedesimazione. Gli aspetti positivi sono sicuramente l’idea di come rendere il tema (l’adattamento al negativo) e la resa delle SS attraverso gli occhi della bambina (su tutte l’idea di rendere alcune caratteristiche il loro nome proprio). A volte però non ho avuto chiare le reazioni della protagonista (quando entrano in casa e il fratellino piange lei è solo curiosa, parlando con le SS sembra quasi spavalda), che spesso sono spiegate quando avresti potuto farcele capire descrivendo i suoi gesti, o le espressioni, o le reazioni. Penso che il racconto migliorerebbe molto con una revisione e una focalizzazione più centrata.
Piccolissimo appunto solo personale: a una prima lettura avevo pensato che lei confondesse la realtà dell’arrivo delle SS con il sogno delle ranocchie parlanti (quindi che le vedesse un po’ come delle grandi rane cattive, cosa che ci stava tantissimo con l’immaginazione di una bambina). Non è un errore tuo visto che specifichi che lei si sveglia, è la mia mente che si era convinta, non so perché, che il bussare alla porta fosse anche quello all’interno del sogno :)
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: mercoledì 26 maggio 2021, 19:37
da wladimiro.borchi
Tasse
Ciao Luca,
appena letto. Scorre che è un piacere, lo stile è impeccabile e l'idea di fondo è strepitosa.
E adesso...
Che altro dire per arrivare ai dannati trecento caratteri per non farsi squalificare?
Boh!? Ecco, magari dico così: "non ho ancora letto gli altri, ma sicuramente questo è un buonissimo racconto che, se non verrò sorpreso altrimenti, meriterà il podio".
A rileggerci presto.
W
Il valore di Tania
Un buon racconto, che non arriva a essere ottimo per qualche sbavatura qua e là.
All'inizio c'è una fastidiosa ripetizione del termine "italiani".
Il twist è molto carino ma alcune delle frasi del protagonista, come ti hanno già fatto notare, sono poco aderenti al carattere che gli hai dato.
La ripetizione ossessiva dei dieci zeri alla lunga stanca. All'inizio fa un bell'effetto ma ne avrei messe un paio di meno.
Per il resto nulla da eccepire né sul piano del contenuto che su quello dello stile.
A rileggerci presto
W
Soltanto le stelle potranno giudicarci
Ciao Alessandro,
ho letto il tuo racconto con estremo piacere, perché lo stile è, come sempre, ottimo e la tua scrittura intrigante.
Anche io, a onor del vero, ha avuto la necessità della tua spiegazione per capire fino in fondo quello che stava accadendo.
Ancora una volta, forse, sei stato troppo criptico o hai avuto un eccesso di fiducia nelle capacità di discernimento del lettore medio.
Io devo imparare a impormi di scrivere racconti che si riassumono in una frase, per non trovarmi in debito di caratteri ed essere quindi costretto a passaggi all'apparenza arbitrari, tu a scegliere idee che siano un po' meno difficili da rendere.
Sono le fottute 4000 battute che ci fregano!
A rileggerti presto
W
Ivan Karenin
Carinissima la declinazione del tema.
L'adattamento è quello pensato dal nostro regista per la sua opera teatrale.
Lo stile mi è sembrato impeccabile e l'idea della riunione prima di dare inizio alle prove, forse, era l'unico modo per far passare il concetto. Il problema che, in questo modo, sei stato costretto a far passare tutti i concetti nei dialoghi, rendendo l'intera prima parte del racconto un lungo "infodump" forse un po' stancante.
Il protagonista l'ho trovato un po' troppo sopra le righe ma, avendo frequentato il mondo del teatro per anni, posso sottoscrivere il fatto che ne esistano anche di molto più "sopra", per cui non mi ha affatto guastato la lettura.
Una prova più che discreta, in ogni caso.
W
Infinite melodie
Sampellegrino è un'aranciata esagerata, ogni bevuta è una fortissima risata ah ah, con le bo-bollicine, la festa è assicurata, Sampellegrino è un aranciata esagerata...
Ecco, non ho potuto fare a meno di canticchiarmela nella testa per tutta la durata del racconto.
L'ho trovato una bellissima allegoria della società capitalistica che soddisfa i tuoi bisogni in proporzione a quanto sei in grado di produrre.
E, cazzo, com'è dura restare attaccati alla produzione ("musicale" nella tua allegoria) per poter avere di che vivere dignitosamente, anche solo per meritare di avere il culo pulito.
Mi sono ritrovato legato al mio pianoforte a strappare brandelli di libertà e risorse per me e la mia famiglia e ho avuto un bel singulto di ribellione.
Per me una buonissima prova.
W
La lista
Una prova discreta dal punto di vista stilistico, al netto delle ripetizioni che ti hanno fatto già notare.
Un po' di stordimento sulla trama.
"Nicola"(?), la protagonista lo definisce l'amore della sua vita, al punto che penso al figlio o a un amante che l'aspetta altrove. Poi scopro che Nicola è il marito manesco che molesta sessualmente la figlia.
Lei lo avvelena e scappa, mollando la figlia lì.
Alla stazione lui arriva e la pesta, si sente la voce della Polfer in lontananza, ma non si capisce se la poveretta sta morendo o no, e se quindi, come nelle migliori tradizioni, la polizia non arrivi in tempo.
Un racconto che, alla fine, mi lascia troppi dubbi.
A rileggerci presto
W
Fratelli
Ho trovato un piccolo refuso all'inizio che ti segnalo "che era stato(a) amica di loro madre".
Detto questo, l'idea è buona ma gestita male.
È tutto un po' troppo raccontato e quello che ci viene mostrato non è sufficiente per far appassionare fino in fondo alla storia.
I dialoghi sono un po' ridondanti nel volerci far capire che uno dei due è snob e l'altro è tanto un bravo ragazzo. Il twist finale sorprende, ma non ci fa empatizzare fino in fondo perché il fratello snob ci è stato sulle palle per tutta la lettura.
Una prova discreta nel complesso, ma migliorabile.
A rileggerci presto
W
La rana bollita
Ciao Alessandro,
al netto delle questioni eminente tecniche che ti hanno già evidenziato gli esimi colleghi che mi hanno preceduto, una buonissima idea e una discreta realizzazione.
Sarà davvero difficile mettere il tuo racconto in classifica, perché l'istinto di dargli un posto di riguardo ci sarebbe, ma al contempo vorrei premiare chi ha utilizzato uno stile più professionale.
Ci ragione e vedrai alla fine.
A rileggerci presto
W
Come sono arrivato su Kepler-438 b
Ciao, anche il tuo racconto di fantascienza mi è piaciuto molto.
L'ho trovato molto lineare e pulito, con una trama intrigante e diverse idee molto carine.
Non ho nulla da eccepire, salvo, forse, le poche linee finali in cui ti senti in dovere di spiegare la questione DNA che potrà mettere in futuro in crisi il nostro protagonista.
Forse poteva essere meno raccontata e resa più "thriller" inserendo una scena con il protagonista che sceso dalla nave scopre di doversi sottoporre a una scansione del patrimonio genetico per poter accedere al pianeta.
Ma son quisquiglie, il lavoro è molto buono.
A rileggerci presto.
W
Il racconto di Andrea ha parlato di me (in senso lato) e mi ci sono rivisto, per cui vince per motivi assolutamente personali. Al mio secondo posto "Fagiolo" per l'idea originale e stilisticamente impeccabile.
Gli altri tutti belli e gli avrei voluti mettere, chi per un motivo, chi per un altro, tutti terzi a parimerito.
Non si può per cui... Ecco quello che viene fuori, ma la differenza tra gli uni e gli altri è davvero in decimali.
LA CLASSIFICA
1 - Infinite melodie
2 - Tasse
3 - La rana bollita
4 - Soltanto le stelle potranno giudicarci
5 - Come sono arrivato su Kepler-438 b
6 - Ivan Karenin
7 - Il valore di Tania
8 - Fratelli
9 - La lista
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 27 maggio 2021, 20:11
da antico
Dovete ancora ricevere due classifiche.
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 27 maggio 2021, 22:18
da Giulio_Marchese
Commenti e classifica, sul filo del rasoio!
1)Soltanto le stelle potranno giudicarci, di Alessandro Canella
► Mostra testo
Il tuo racconto mi ha molto colpito. Forse tra tutti è il racconto meglio confenzionato rispetto al numero di caratteri, se non ricordo male il formato ti aveva dato problemi in passato quindi già ti toccano i complimenti per aver preso le misure alla grande. L'idea è molto bella ed il tema è centrato ma non per questo il racconto è perfetto. Tra la prima e la seconda sequenza ho avuto un attimo di smarrimento, ho pensato fossero androidi fin dall'inizio e la cosa non mi era nemmeno dispiaciuta. Continuando a leggere ovviamente ho capito, però forse l'informazione che sono via via diventati macchine arriva troppo tardi e disorienta. Un altra informazione che non mi è arrivata in tempo è il sesso dei due. I nomi non aiutano tanto quindi nel primo paragrafo li ho duvuti ri immaginare un paio di volte. Niente di grave comunque, quindi semplicemente complimenti!
2)Infinite melodie, di Andrea Partiti
► Mostra testo
Il tuo racconto è estraniante. Ci troviamo immersi in una follia sadica che a tratti appare soprannaturale, impossibile. Praticamente ci racconti un incubo, non c'è contesto e l'intera situazione è alienante. Il tema è presente nella scoperta di un nesso causale tra il benessere è il suonare il piano. La creatività del protagonista, alla fine, rimane l'unica cosa che può tenerlo in vita. Per me è un bel horror e non so cos'altro aggiungere, incarna perfettamente lo spirito del genere e il tentativo di trovare una logica nell'assurdità della situazione mi sembra plausibile. Complimenti!
3)Tasse, di Luca Fagiolo
► Mostra testo
Il tuo racconto mi è molto piaciuto, mi ha ricordato un episodio di love, death and robot visto di recente ma, senza spoiler, al contrario di quello mi è sembrato più autoconclusivo e quindi più convincente. Lo stile è buono e l'interpretazione del tema originale. L'unica cosa che non mi è piaciuta tanto è la battuta finale, serve a dare maggior contesto ma avrei preferito fosse lasciato più sul metaforico ("con le tasse ci dissanguano") il finale sembra, appunto, una battuta e mi stona un po'. Bella prova, complimenti!
4)Il valore di Tanja, di Matteo Mantoani
► Mostra testo
Il tuo racconto mi è piaciuto abbastanza. Il punto di forza è lo stile, il ritmo è buono è si lascia leggere con piacere. Il punto debole invece, secondo me, sta nella costruzione. Cerco di spiegarmi: fai una lunga semina, il numero di zeri è un elemento ricorrente così come l'affare, il problema sta nel raccolto che, per me, è stato poco soddisfacente. Hai pompato così tanto su questo misterioso affare che non vedevo l'ora di scoprire di cosa si trattasse e poi, di botto, il racconto prende tutt'altra direzione e si scopre che volevi raccontarci tutt'altro. Non fraintendermi è molto realistico, potrebbe benissimo accadere nella vita vera, ma la narrativa al contrario della vita vuole una maggior coerenza per cui se generi un senso di mistero a un certo punto devi svelarlo, anche an passant prima di andare dove avevi deciso. A parte questo è una buona prova, e l'incontro padre figlia è molto ben gestito, complimenti!
5)La lista, di Andrea Furlan
► Mostra testo
Del tuo racconto ho apprezzato lo stile e in particolare la scelta di presentare i diversi paragrafi come punti di una lista, stilisticamente la trovo un'idea originale e funzionale per raccontare momenti diversi nel tempo in un formato così breve, bravo!
Per quanto riguarda la trama, però, sono d'accordo con quanto già detto dagli altri commentatori, aggiungo solo che sembra che Eleonora partecipi al piano per uccidere (?) o quanto meno far del male a Nicola. Ma contattare le autorità no? Non penso che un centro antiviolenza offra un servizio di assistenza in omicidi XD scherzi a parte non ho ben capito il ruolo di Eleonora se non per l'ultima chiamata. Se fosse stata un'amica d'infanzia, al di là del eventuale concorso in omicidio, sarebbe stato più coerente.
6)Fratelli, di Viviana Tenga
► Mostra testo
Il racconto inizia con un periodo in raccontato per dare contesto, poco male visto il limite di caratteri. La scena, secondo me, è resa bene l'unico problema sono le numerose informazioni che arrivano a un lettore che ha poco tempo per elaborarle, sicuramente il racconto avrebbe beneficiato di qualche migliaio di caratteri in più. Il twist finale mi è sembrato un po' telefonato, il fratello minore non sembra mai essere felice della vita bucolica si è, appunto, adattato alla situazione e si capisce subito che abbia in mente qualcosa. Però l'impatto dei twist dipende molto dalle passate esperienze di lettura quindi è un parametro prettamente soggettivo. In sintesi buona prova costretta in un formato, forse, troppo breve.
7)Come sono arrivato su Kepler-438b, di Carlo Peroni
► Mostra testo
Del tuo racconto ho molto apprezzato l'idea, un po' meno l'esecuzione. Questo naufrago intergalattico che sfugge alla prigionia grazie all'incidente e deve adattarsi all'ambiente circostante è affascinante ma detto questo il resto mi sembra un po' buttato lì. Già l'incipit mi scoraggia dalla lettura dopodiché quello che accade non riesce a prendermi fino in fondo. Anche il finale lo trovo un po' buttato lì, premessa per una storia più lunga che però non mi dà la soddisfazione di aver appena terminato la lettura di questa. Probabilmente come personaggio secondario in un romanzo il tuo protagonista avrebbe molto da dire. Ecco, l'idea che mi sono fatto è più quella di una background story che di un racconto fatto e finito.
8)Ivan Karenin, di Stefano Floccari
► Mostra testo
Del tuo racconto ho apprezzato l'idea, che penso sia anche il principale punto di forza. Purtroppo però ho faticato a seguire i dialoghi e anche ad immaginare per bene la scena. In primis non mi è chiaro quanti siano i personaggi on scene: sono solo quelli che parlano e di cui menzioni i nomi o ce ne sono altri? Perché alcune frasi lasciano pensare ci siano più persone ma non sapendo quante e visto che alcuni sono praticamente dei cartonati non capisco benissimo cosa immaginare. L'altra cosa che mi ha reso un po' ostica la lettura sono i pensieri tra le battute di dialogo, in certi casi non capivo chi stesse parlando. Però a una seconda lettura il racconto è già più godibile, andrebbe limato un po' secondo me!
9)La rana bollita, di Alessandro Catanzaro
► Mostra testo
Il tuo racconto purtroppo mi è apparso un po' ostico da leggere, anche la metafora della rana bollita non mi è sembrata molto calzante e non ho trovato particolarmente originale la declinazione del tema, malgrado sia chiara. Punti molto sul contesto storico che, essendo in sé tragico, rende la vicenda del singolo tragica a sua volta. Il fatto è che non ha toccato le mie corde, sarà che ho letto di tale contesto in tutte le salse e quindi non ho trovato molto originale la storia che ci proponi. Alcuni passaggi ostici o poco chiari ti sono stati sottolineati da altri commentatori, quindi mi limito all'impressione generale che mi ha dato.
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: giovedì 27 maggio 2021, 22:38
da antico
Manca ancora una classifica.
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: venerdì 28 maggio 2021, 13:30
da antico
Avete ricevuto tutte le classifiche tranne quella di MACMAC (che verrà squalificata).
Re: Gruppo SCENEGGIATURA: Lista racconti e classifiche
Inviato: domenica 30 maggio 2021, 15:38
da antico
Ecco a voi la mia classifica per il vostro gruppo.
1) Infinite melodie, di Andrea Partiti
Credo che Wladimiro abbia dato l'interpretazione corretta del racconto, mi trova in totale accordo. Sì, l'unica "nota stonata" è proprio quella sottolineata da Debora sul come lui abbia potuto tenere il conto dei giorni, a ben pensarci è un'informazione che potevi gestire diversamente. Per il resto non ho appunti da farti perché il racconto mi sembra perfetto per quello che voleva essere e riesci a tenere sempre tutto ben sotto controllo. Per me un pollice su e ti piazzi davanti anche al racconto di Fagiolo il cui finale, a mio avviso, poteva essere ancora più funzionale.
2) Tasse, di Luca Fagiolo
Si legge bene, i personaggi sono tutti ben pennellati, la situazione è intrigante, il finale molto buono, il tema presente. Pollice su per me. Ma visto che sono un rompibip aggiungo che, mio parere, il finale poteva essere gestito diversamente perché ormai gli indizi c'erano tutti e chiudere con il Conte a mo' di sorpresa era quasi accessorio. Cosa intendo? Che ho sentito come una mancanza di qualche elemento in più di contesto e che poteva essere dato anche solo da una diversa linea di dialogo con il debitore, in quel modo equilibrando diversamente le informazioni finali, ma giungendo comunque allo stesso punto, ma con maggiore appagamento per il lettore. In ogni caso: gran bel racconto.
3) Come sono arrivato su Kepler 438-b, di Carlo Peroni
Ho un solo appunto e consiste nella scarsa attenzione che hai posto sul background del protagonista. Per il resto funziona tutto bene tranne il finale che assume un ritmo più veloce rispetto a quello che avevi tenuto fino a quel punto. Nota di merito: quando lo hai fatto lacerare le proprie carni mi sono girato dall'altra parte, quindi ottima resa. Tema ben declinato. Per me qui siamo su un pollice tendente al positivo in modo brillante, ottimo esordio nell'Arena.
4) Il valore di Tanja, di Matteo Mantoani
Come Isabella ho avuto difficoltà a visualizzare la partenza del racconto perché anch'io sono stato portato a credere che fosse un cameriere, il pdv. Una volta risolto quel punto, la lettura è partita e lo svolgersi dei fatti è risultato ben orchestrato anche se, personalmente, ho sempre trovato orribile apostrofare del personaggi con 1 e 2, come fai qui con i Benetti. Molto arguta la segnalazione di Debora sul narratore inaffidabile, in effetti sei incorso in quel problema, ma ci voleva occhio per accorgersene e a me è sfuggito. Il tema è ben declinato anche se ho trovato forzato che s'incontrassero con Tanja proprio quella sera. Problematico anche il suo rinunciare all'affare per la figlia dopo che per una vita intera lei è risultata sbandata e drogata (del resto neppure sapeva di trovarla lì), forse troppo repentina questa svolta. Concludendo, il racconto gira bene anche se con qualche forzatura qua e là che sei stato bravo a nascondere in modo che riducessero l'impatto sulla lettura. Direi un pollice tendente verso l'alto in modo solido, ma non brillante.
5) La rana bollita, di Alessandro Catanzaro
Un buon esordio nell'Arena, anche tenuto conto del fatto che in una prima stesura non hai rispettato i caratteri e hai poi dovuto sfrondare parecchio. Qualche problema quando introduci la metafora della rana perché non è subito chiara l'applicazione alla situazione (poi lo diventa), ma, soprattutto, come una bimba così piccola l'abbia potuta comprendere e applicare. Non ho ben capito perché metti la G maiuscola in giovane, mi è sembrato accessorio e poco funzionale. Occhi che ti perdi completamente la madre e anche il fratello, nella parte finale spariscono e non interagiscono più con Sara. Molto buono il finale. Ottima la declinazione del tema. Concludendo, ci sono parecchie problematiche dovute al taglio che hai dovuto fare, ma il racconto riesce a tenere la barra dritta e arrivare alla fine in modo funzionale, per me siamo dalle parti di un pollice tendente verso il positivo anche se non in modo brillante e ti piazzo dietro al parivalutato racconto di Mantoani (molto più ordinato) e davanti a quello di Canella (troppo ermetico in questa lunghezza).
6) Soltanto le stelle potranno guidarci, di Alessandro Canella
Come Giuliano, anch'io sono arrivato a fine lettura avendo la sensazione di essere di fronte a un'idea fantastica, ma senza riuscire ad afferrarla, cosa che ho fatto dopo avere letto la tua spiegazione. Cosa non funziona nel racconto: credo soprattutto gli sbalzi temporali, non li ho percepiti. La problematica temporale ha poi influenzato tutto il resto perché a quel punto non sono riuscito ad arrivare al fatto che i custodi stessero modificando via via i loro stessi corpi e la mia idea iniziale è che fossero sempre stati androidi. Quindi no, la resa non funziona, non in 4000 caratteri, ma l'idea è totale, siamo dalle parti del capolavoro e ti invito ed esorto a darle il giusto respiro e a continuare a lavorarci. Come valutazione per il contest starei su un banalissimo pollice tendente al positivo anche se non in modo brillante che non ne evidenzia assolutamente i grandissimi pregi e mi spiace davvero tanto.
7) Fratelli, di Viviana Tenga
Rilevo una problematica nella semina in quanto l'informazione su Ottavio (il suo macchiavellismo) arriva troppo tardi e a cose già fatte e questo non aiuta a creare la tensione con una prima, lunga, parte in cui accade poco e il botta e risposta tra i fratelli è poco contrastato, a tratti sembra forzato oltre misura. Detto questo alla fine il racconto raggiunge il suo scopo e il tema e ben declinato. Come migliorarlo? Aumentando assolutamente il contrasto tra i due protagonisti non solo attraverso il "damerinaggio" di Lucio, ma proprio attraverso il loro scambio di battute perché è lì e non nel mostrarci uno dei due che schifa la sedia o il cibo che puoi fare crescere la tensione narrativa. Concludendo, per me siamo dalle parti di un pollice tendente al positivo in modo solido, ma non brillante e ti piazzo dietro ai parivalutati racconti di Mantoani e Canella per questa prima parte un po' (perdonami) pigra nella gestione dei dialoghi.
8) Ivan Karenin, di Stefano Floccari
Ho faticato a costruirmi un'idea del racconto: stiamo parlando di teatro amatoriale o professionale? Il regista sembra volersi imporre e nessuno osa contrastarlo, quindi parrebbe professionale, poi però si scusa perché il lavoro va male, quindi siamo dalle parte dell'amatoriale. Inoltre, tutta la storia dell'adattamento mi è arrivata come una sua reazione al primo approccio con Anna, quasi fosse un'improvvisazione per cercare di ferirla in qualche modo. Il finale, poi, oscilla tra il conciliatorio e, di nuovo, la necessità di imporsi e ferire. Sia chiaro che l'ho letto con piacere, ma senza mai riuscire a carpirne in pieno il senso. Per me, questa volta, un pollice tendente verso il positivo in modo solido, ma non brillante che finisce dietro ai parivalutati racconti di Mantoani e Canella proprio per questa sua incertezza (o almeno così è arrivata a me) su cosa essere.
9) La lista, di Andrea Furlan
Devo farti gli stessi appunti mossi dalla maggioranza: il fatto che dica che ama il marito, il fatto che voglia scappare lasciando la figlia, il fatto che questo marito raggiunga indisturbato e in quelle condizioni la stazione, il fatto che nessuno lo fermi dal picchiare la moglie. Detto questo, vorrei puntare il faro sui primi due elementi perché non è obbligatorio che una moglie e madre non si comporti in quel modo, ma a quel punto deve esserne tratteggiato il carattere di conseguenza e questo non viene fuori dal racconto in quanto hai prestato attenzione più ai vari step del suo piano che a mostrarci una donna ferita e malata (mentalmente). Gli altri due punti, invece, attengono a una questione logistica che fatico ad accettare possa andare proprio in quel modo (compresa Eleonora che l'avverte così tardi e che non mi sembra operare come dovrebbe fare un assistente sociale). Insomma, forse in problema maggiore è proprio che ti sei concentrato troppo sulla struttura del racconto e che in questo modo la protagonista ne sia rimasta un po' fuori, ben chiara nella tua testa nelle sue motivazioni e poco sulla carta. Concludendo, direi un pollice tendente verso il positivo, ma al pelo.