Appuntamento fissato per le 21.00 di lunedì 20 settembre 2021 con un tema di Francesca Bertuzzi! Gli autori che vorranno partecipare dovranno scrivere un racconto di max 3000 caratteri entro l'una.
BENVENUTI ALLA FRANCESCA BERTUZZI EDITION, LA PRIMA DELLA NONA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 157° ALL TIME!
Questo è il gruppo LA PAURA della FRANCESCA BERTUZZI EDITION con FRANCESCA BERTUZZI come guest star.
Gli autori del gruppo LA PAURA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo LA BELVA.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo IL CARNEFICE.
Questo è un gruppo da NOVE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da FRANCESCA BERTUZZI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre.
Essendo la prima edizione d'Era, per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK OTTAVA ERA (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Ho forzato solo in un paio di occasioni per non fare capitare due racconti con malus nello stesso gruppo.
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo LA PAURA:
òrediccu it oI, di Emiliano Maramonte, ore 00.07, 2992 caratteri Tutto per una scimmia, di Luca Nesler, ore 23.12, 2991 caratteri Ombre, di Massimo Tivoli, ore 00.01, 2937 caratteri Licenza poetica, di Stefano Moretto, ore 00.40, 2990 caratteri La scatola di Blippi, di Alessandro Canella, ore 00.50, 2991 caratteri Milady, di Isabella Valerio, ore 01.32, 2398 caratteri MALUS 4 PUNTI Brutti pensieri, di Laura Brunelli, ore 00.47, 2568 caratteri Il Grotto, di Antonio Pilato, ore 23.17, 2956 caratteri L’invasione, di Katjia Mirri, ore 22.16, 2969 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 30 SETTEMBRE per commentare i racconti del gruppo LA BELVA Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 1 OTTOBRE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti. NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo LA BELVA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo: – 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri. – 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri. – ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me. Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo LA BELVA. Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.
Eccomi qui per la classifica. Ammetto che in questa prova, stilare una classifica è stato abbastanza difficile, soprattutto perché il tema, da molti, è stato interpretato in modi simili. Questo per dire che, a parità di scioltezza del racconto, azione, immersione, emotività e tutto il resto, ho cercato di premiare chi ha dato una svolta al tema.
1. ÒREDICCU IT OI 2. TUTTO PER UNA SCIMMIA 3. LICENZA POETICA 4. IL GROTTO 5. BRUTTI PENSIERI 6. OMBRE 7. L'INVASIONE 8. LA SCATOLA DI BLIPPI 9. MILADY
1. ÒREDICCU IT OI Ciao Emiliano, piacere di rileggerti. Il tuo testo mi ha lasciata un po' stupefatta: è geniale e, allo stesso tempo, troppo contorto per essere afferrato al primo colpo. Il tema è stato elaborato in maniera da non farlo sembrare così ovvio: il crollo di una storia d'amore, il crollo della vita per come viene generalmente intesa. Il fatto di vedere gli avvenimenti al contrario non disturba affatto, anche se per qualcuno potrebbe sembrare più difficile di quanto non sia. Ciò che mi lascia più perplessa è che hai scelto un elemento fantastico difficile da gestire in così pochi caratteri e con l'impostazione della storia per come l'hai studiata. Si intuisce, nei primi due pezzi, che lei “senta” una qualche presenza, ma ce lo sbatti in faccia in un dialogo alla fine, come se non avessi trovato miglior modo di dircelo di un infodump in un dialogo. E in questo momento ci sveli che lei può sentire i fantasmi, ma non che questi effettivamente possano produrre effetti sul mondo reale, ma lui la uccide da fantasma. Sicuramente un pezzo che ti trasporta nella vicenda e che ti prende allo stomaco. Buona sfida
2. TUTTO PER UNA SCIMMIA Ciao Luca, piacere di leggerti. Ovviamente il tema è centrato: il crollo psicologico del povero Dan. La narrazione scorre abbastanza fluida, infatti in una prima lettura mi ero un po' persa su chi dicesse cosa (come ti è venuto in mente di dare al protagonista e alla sua ragazza due nomi così simili????), ma alla seconda lettura tutto mi è stato più chiaro. Ciò che manca, secondo me, è una maggiore immersione nel rapporto tra Dan e Dasy che ci faccia capire cosa passa questo uomo ogni giorno e magari un capo appena più sarcastico. In così pochi caratteri hai fatto molto, ma forse avrei tagliato la parte dell'ascensore per dare più spazio alle dinamiche interne del loro rapporto.
3. LICENZA POETICA Ciao Stefano, piacere di leggerti. L'idea del crollo evitato è molto carina, fuori dagli schemi e trattata in modo semplice, ma diretto. Troppo spesso si parla delle disgrazie e non di chi evita che si manifestino. Il mostrato è buono e la caratterizzazione emotiva ci trasmette le giuste sensazioni. Il primo appunto che ti faccio è sul momento in cui deve tagliare il filo: se i due artificieri non sono alla prima bomba (cosa che capiamo dalla frase “se mi dice di allontanarmi....”) mi sembra un po' improbabile che non capiscano dai primi istanti che la bomba è rudimentale e di un novellino. L'altra cosa legata a questa è che Marco gli dice di allontanarsi per paura di non farcela, ma poi in un minuto scarso taglia il filo giusto e sono tutti a posto. Legato a ciò c'è il fatto che, nonostante debbano ancora mettere in sicurezza l'esplosivo, si tolgano il casco come se avessero finito, ma così non è. Il finale mi piace, anche se speravo in una seconda bomba piazzata in un posto lì vicino, tipo la gelateria amata dal protagonista, ma forse non c'era lo spazio per creare questo finale. In generale un buon racconto.
4. IL GROTTO Ciao Antonio. Il tema del crollo psicologico del protagonista c'è tutto, magari un po' semplice come espressione del tema, ma ci sta. Il problema principale del racconto, però, sta nel fatto che questo Grotto, sia inteso come struttura sia come creatura, è importantissimo per il protagonista, ma ci viene solo accennato. Non capiamo cosa abbia provato il protagonista la prima volta, cosa lo abbia spinto a tornarci sempre più spesso, le emozioni che lo hanno attraversato quando ha visto la creatura. Ottimo il modo in cui hai, invece, introdotto il fatto che lui sia in un manicomio, senza dirlo esplicitamente. Con qualche dettaglio in più sul Grotto avresti spaccato.
5. BRUTTI PENSIERI Ciao Laura. Il tema è ovviamente centrato: un crollo psicotico a seguito di violenza. Il testo scorre in modo abbastanza fluido, tranne in alcuni punti, come all'inizio, dove non si capisce bene chi dice cosa. All'inizio pensavo che il dottore fosse una donna, ma è una sottigliezza di poco conto. La cosa che mi ha lasciata più perplessa è che la protagonista in alcuni momenti sembra molto molto adulta, in altri sembra una bambina e questo crea qualche difficoltà a entrare in completa empatia con lei. Anche la scena della violenza ci fa percepire poco di Marta: è la prima volta che succede o è già successo, chi è Roberto, cosa prova lei durante la violenza...sono tutte domande che non vengono sfiorate e il testo un po' ne risente. So che 3000 caratteri sono pochi, ma avrei preferito qualche emozione in più.
6.OMBRE Ciao Massimo, piacere di leggerti. Il tema c'è ovviamente, in un'accezione un po' banale, ma c'è. Rilevo due problemi principali: il primo è il tono assolutamente impersonale, da narratore esterno, quasi senza emozioni nonostante il pezzo abbia un grande impatto emotivo (soprattutto se qualcuno ha provato la sensazione di un terremoto). L'altro grande problema è che butti lì una notizia sconvolgente, cioè che Diego ha fatto qualcosa affinché il palazzo crollasse, ma come se lui non ne venisse toccato assolutamente. Non abbiamo un minimo di disperazione, ma anzi un urlo liberatorio, come se fosse felice di aver ucciso la sua famiglia e molte altre. Tuttavia anche se così fosse manca la parte emotiva di ciò che ha fatto. Avrei gestito meglio questi aspetti correlati.
7. L'INVASIONE Ciao Katjia, benvenuta. Apprezzo la tua idea del domino, avendone avuta io una simile con Dio e Gesù che giocano a jenga con la torre di Babele. Il tema c'è e, anche se compare solo all'ultimo, lo fai presagire dall'inizio. Il problema principale che riscontro nel tuo testo è la narrazione esterna che ci riassume tutto ciò che avviene, in un muro di testo, senza dialoghi o emozioni. Alla fine poi qualcuno parla, ma non siamo sicuri di chi sia: Dio? Alieni? La lista di edifici “persi” mi sembra una frecciatina gratuita e senza utilità, che non aggiunge niente al racconto. Peccato che tu non abbia utilizzato una forma più personale e interna perché il testo ne avrebbe giovato. Buona sfida.
8. LA SCATOLA DI BLIPPI Ciao Alessandro. Sicuramente il tuo racconto è simpatico e molto leggibile. Fa sorridere il finale con il capo che sparisce dentro a Blippi (che sarà mai poi, non lo sapremo mai). Un po' apatico il protagonista che dall'inizio alla fine non ha nessun cambiamento. La cosa principale, però, è: ma il tema dov'è? Ho provato a rileggere il testo molte volte, ma non riesco a capire il nesso. Sarà un errore mio, ma proprio non ce lo vedo. Peccato perché il racconto è fluido e con buoni dettagli.
9.MILADY Ciao Isabella. Il tuo racconto scorre abbastanza bene anche se la fine arriva troppo spedita. Dall'aeroporto a loro a letto non c'è neanche uno stacco, come se succedesse tutto nello stesso momento. Tuttavia la cosa che più mi ha lasciato perplessa è la mancanza del tema. Ci racconti cose che secondo me non servono e non ti focalizzi sull'aspetto più importante: quale sarebbe il crollo di cui ci vuoi parlare? L'idea di base poteva anche essere carina, ma la non aderenza al tema e alcuni problemucci non riescono a farmi apprezzare appieno il tuo racconto.
Ho trovato questi nove racconti – o meglio il loro raggruppamento – di classificazione alquanto difficile, sia per un tema di complessità di strutture narrative, sia per un paio abbondante di testi che secondo me non hanno centrato benissimo il tema. Questo è quanto, d'ogni modo: questo mese mi ha arricchito parecchio, sia quanto a commenti ricevuti, sia per i commenti ai racconti di questo gruppo.
1. Ombre 2. Òrediccu it 3. Brutti pensieri 4. Tutto per una scimmia 5.Licenza poetica 6. Il grotto 7. L’invasione 8. La scatola di Blippi 9. Milady
Ombre, di Massimo Tivoli
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Che dirti? Un racconto forse un po’ telefonato, quantomeno per il tema; ma declinato davvero, davvero bene. Da brividi, quasi. Ci sono l’affetto tra fratelli, la disperazione, l’angoscia, lo sfogo. Anche stilisticamente non mi sembra ci sia nulla da segnalare. (aggiunta a posteriori: il giudizio non cambia anche a seguito del chiarimento sugli eventi raccontati.)
èrediccu it, di Emilano Maramonte
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Una bella idea, un buon racconto che richiede però quantomeno una seconda lettura, forse anche una terza, e questo può essere un suo limite. Intrigante, comunque; e ben scritto: non mi pare ci siano buchi o cose che non tornano, una volta rimontato il tutto in ordine cronologico. Rimane il fatto che non è chiarissimo da capire, ancora prima di pensare di interpretarlo. Ho inoltre fatto un po’ fatica a capire chi è il soggetto di alcune frasi con i pronomi (per esempio in “La sua sanità mentale si sgretolò […]”: si capisce dal contesto, ma visto che la frase precedente si chiudeva con un’esclamazione di Damiano, la cosa confonde un po’.) Il tema mi pare centrato con il finale, che poi sarebbe il primo atto.
Brutti pensieri, di Laura Brunelli
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Racconto interessante, in cui nonostante i pochi caratteri riesci a delineare abbastanza bene la vicenda, nonostante qualche lungaggine di troppo nella prima parte (molte azioni del dottore, buone a livello estemporaneo ma in fondo non permettono di inquadrare meglio il personaggio, tant’è vero che il fatto che sia un dottore si capisce molto dopo. Qualche dialogo è un po’ confuso, nel senso che soprattutto all’inizio non è facile capire chi sta parlando: avrei cercato di non andare a capo quando parla sempre lo stesso personaggio, per esempio con il primo “Allora”. Il tema è centrato; ho inoltre apprezzato il momento di inserimento del flashback. Una prova più che discreta senza dubbio.
Tutto per una scimmia, di Luca Nesler
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Secondo racconto del gruppo che leggo e seconda struttura temporale atipica: curioso. Stavolta è un bell’anello con doppio flashback. Rendi abbastanza bene l’idea di crollo nervoso, condito con quel senso di sentirsi sempre dalla parte della ragione. Bello il particolare del caffè in cialde mentre si svolge la scena della colazione. Stilisticamente non mi piacciono quegli spazi tra una riga e l’altra, appesantiscono tantissimo la lettura. Inoltre, forse Sasha è un personaggio di troppo, alla fine il suo unico ruolo è quello di sgranare gli occhi – cosa comunque coreografica e che arricchisce il racconto. Detto questo, in alcuni punti ho fatto un po’ fatica a capire chi stesse parlando (molta meno quando inserisci elementi sensoriali, come per esempio quando Dasy arriccia le labbra. Nel complesso un racconto più che discreto.
Licenza poetica, di Stefano Moretto
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Racconto scorrevole, scritto bene, con buon risalto alle emozioni e alla paura, al netto di qualche imprecisione – o meglio di situazione dubbia, se non altro a livello procedurale (ignoro del tutto l’argomento, s’intende). Non sono convintissimo del fatto che il tema, aggirato, sia stato c’entrato: del resto che si tratti di una “licenza poetica” è chiaro fin dal titolo.
Il grotto, di Antonio Pilato
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Mi è difficile commentare questo racconto, che forse non mi ha colpito molto ma a livello oggettivo è sicuramente un buon racconto e che forse avrebbe reso di più se letto come concepito, con mille caratteri in più a disposizione. Il tema ovviamente è centrato e, in ogni caso, questo ti porterà avanti in classifica rispetto a chi a mio giudizio lo ha declinato meno bene. Faccio fatica a figurarmi la scena, a capire cosa è – cosa è stato – reale e cosa no; e, per inciso, ho qualche dubbio sulla concordanza dei verbi nel corso del racconto, a partire da quel “sentimmo” che mi suona stonato e soprattutto nel secondo paragrafo; ma magari sono io che faccio fatica come ho detto a ricostruire i vari elementi. Per il resto nulla da dire, scrivi bene, introduci gli elementi come il manicomio in maniera molto naturale, senza artifici; stilisticamente mi urta un po’ quell’”E” congiunzione a inizio frase. Al netto delle valutazioni soggettive, comunque, un racconto ben scritto.
L’invasione, di Katjia Mirri
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Racconto curioso caratterizzato da un autore narratore esterno che racconta la vicenda con un tono che – essendo anch’io spesso attirato da queste esposizioni ironiche e ricche di iperboli – ho apprezzato forse più del dovuto. Buona l’idea del domino, buona anche la scrittura concisa del finale: non mi turba non sapere chi parla; anzi: trovo che dia una marcia in più al racconto, che d’ogni modo non colpisce più di tanto proprio per la sua scelta di non approfondire e anzi ridursi a una descrizione di molte cose in poco spazio. Scelta che, ripeto, ho anche apprezzato ma che si porta con sé molti rischi. Non ho trovato centratissimo il titolo: è vero che tecnicamente il voler utilizzare la Terra come un tavolo da gioco questo è; però – posto che gli alieni sono la prima cosa a cui hanno pensato tutti quello che hanno letto il racconto – trovo che banalizzi un po’ la vicenda. Non trovo tuttavia centratissimo il tema. O meglio: il crollo c’è, ma non riesco ad associarlo a tessere del domino che pure cadono, non so. Per il resto, cerca di evitare i numeri scritti in cifre e – l’ho imparato sulla mia pelle – gli avverbi in -mente. Prima prova per me tutto sommato valida.
La scatola di Blippi, di Alessandro Canella
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Racconto divertente e ben scritto; mi piace come hai gestito il dialogo, che è abbastanza verosimile e animato (i fogli lanciati in aria, il “Mi prendi per il culo?”, i pugni battuti sulla scrivania). Ho trovato un po’ debole il finale, nel senso che Wade rimane un po’ troppo tranquillo per la situazione creatasi e alla fine si risolve un po’ in niente. Peccato veniale, comunque. Il problema è che non ci vedo il tema, limite mio forse, ragion per cui mi toccherà dare precedenza ad altri racconti magari meno buoni da un punto di vista formale (posto che qua dentro nessuno scrive male), ma a mio parere più centrati.
Milady, di Gennibo
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Racconto simpatico, quasi favolistico, che si legge con piacere. Gestisci bene i tempi della prima parte, mentre la seconda mi sembra un po’ frettolosa – non che ci fossero molte altre possibilità. Qualche frase mi lascia qualche dubbio a livello di costrutto, per esempio “Claudio esce dalle porte scorrevoli […]”: il viso che si illumina è seguito dalla descrizione del cappello che non so, mi sembra un po’ fuori luogo, in questo punto almeno. Ho trovato Sofia molto fredda, ma immagino che la sorpresa per la scimmia le abbia tolto parecchio entusiasmo. Il tasto dolente, per quanto mi riguarda, è l’assenza del tema, non lo percepisco neppure. Il finale è inatteso, perché la scimmia all’aeroporto sembri che urli perché impaurita, non perché gelosa; ma anche in presenza di una semina opportuna farei comunque fatica a trovarci un vero e proprio crollo della situazione, data la repentinità della scena.
CLASSIFICA 1)TUTTO PER UNA SCIMMIA - Luca Nesler 2)IL GROTTO - Antonio Pilato 3)òrediccu it oI - Emiliano Maramonte 4)BRUTTI PENSIERI - Laura Brunelli 5)LA SCATOLA DI BLIPPI - Alessandro Canella 6)OMBRE - Massimo Tivoli 7)LICENZA POETICA - Stefano Moretto 8)L'INVASIONE - Katjia Mirri 9)MILADY - Isabella Valerio
COMMENTI 1)TUTTO PER UNA SCIMMIA - Luca Nesler Alla prima lettura sono rimasta un po' confusa, pensavo avessi voluto mettere in scena un personaggio esageratamente sopra le righe che dà in escandescenze per un nonnulla... E invece poi ho capito, e devo dire che te la sei giocata molto bene. A una seconda lettura, quello che sembrava un comportamento assurdo è diventato una rappresentazione perfetta del crollo del protagonista, esasperato dalla fidanzata, con l'impressione che il mondo sia contro di lui. In poco spazio sei riuscito a dare un buon ritratto psicologico del protagonista; di contro, il personaggio di Dasy rimane un po' più sfocato (sembra quasi che lo faccia arrabbiare con freddezza, per il gusto di farlo), ma questo è l'unico appunto che mi sento di farti.
2)IL GROTTO - Antonio Pilato Racconto interessante ed evocativo, che però probabilmente aveva bisogno dei caratteri in più con cui l'avevi scritto inizialmente. Il tema c'è, il crollo mentale del protagonista è ben reso, anche attraverso l'intreccio di ricordi e scorci del presente in manicomio. Rimane un po' confuso l'inizio, si intuisce che lui sia andato una prima volta presso il Grotto insieme ad altre persone, ma questa parte rimane un po' troppo vaga. A parte questo, non trovo particolari appunti da farti. Bella e inquietante l'immagine della figura misteriosa associata all'anima del Grotto.
3)òrediccu it oI - Emiliano Maramonte Riassumendo: nella prima parte, ho pensato fosse la storia di un "banale" omicidio nella seconda, che la protagonista avesse ucciso il compagno durante una lite e che fosse ora in preda a deliri e allucinazioni nella terza, si dà a intendere che Valeria abbia davvero parlato con l'anima dell'altra ragazza, e che quindi la chiave di lettura giusta sia quella soprannaturale. I tre livelli sono gestiti bene, così come la linea temporale capovolta, ma forse c'è un po' troppa complessità per un racconto così breve. Inoltre, non ho ben capito la questione dell'anello nuziale, in che senso dovrebbe "far da esca" e perché nel finale scivola di mano a lui (o è un refuso e doveva essere "le scivolò di mano"?) Nel complesso è sicuramente una buona prova dal punto di vista tecnico, forse un po' troppo complesso per avere un impatto forte sul lettore.
4)BRUTTI PENSIERI - Laura Brunelli Credo che il punto debole di questo racconto sia l'inizio. Non si capisce bene chi dice cosa (anche se diventa più chiaro a una seconda rilettura), ci sono un po' di ripetizioni e l'azione è poco scorrevole. Questo è un peccato, perché il lettore parte con una cattiva impressione. Invece, andando avanti, le cose migliorano notevolmente. La scrittura diventa più scorrevole, i personaggi vengono delineati bene, il flashback a metà fa capire a pieno la situazione, il finale funziona. Nel complesso, hai reso bene la psiche disturbata della protagonista e il tema è rispettato.
5)LA SCATOLA DI BLIPPI - Alessandro Canella Racconto scorrevole, buoni i dialoghi. Non so se fosse voluto, ma nel finale ho percepito una sfumatura horror, quasi lovecraftiana ("I colori... e quelle forme...") nel momento in cui il capo viene risucchiato dalla scatola. Il fatto che però sia solo un momento, poi si torna ai toni leggeri di prima rende ancora più inquietante l'entità misteriosa che è Blippi. L'unico appunto grosso che ho da farti riguarda il tema. Ho letto la tua spiegazione nei commenti precedenti, ma se l'idea era quella secondo me serviva esplicitarla un po' meglio nel racconto.
6)OMBRE - Massimo Tivoli Depistaggio riuscito, ho iniziato a leggere convinta che il racconto si aprisse DOPO il terremoto, poi arriva la scossa e si capisce che le condizioni di Sara sono dovute ad altro. La seconda parte poteva forse essere gestita meglio. Rispetto alla prima, è molto più lenta. Capiamo subito che Diego ha ucciso la famiglia ("fino a qualche minuto prima era disperato, non sapeva come fare, come rimediare"), al che io mi aspettavo che nello spazio rimanente venisse dato almeno qualche accenno del perché. Invece, si potrebbe passare subito alla riga finale e il racconto non ne risentirebbe, anzi, forse sarebbe più di impatto.
7)LICENZA POETICA - Stefano Moretto Bella l'idea che hai seguito per declinare il tema, un non crollo che non fa notizia benché eroico. La parte finale è forse la più riuscita, carina anche la battuta sulla gelateria. Quello che invece non mi ha convinto del tutto e ciò che viene prima. Da un lato, non riesco a capire se il protagonista è relativamente nuovo del mestiere (sembra molto più agitato del collega) o ha una certa esperienza (come sembra in diversi punti). Dall'altro, da un racconto del genere mi aspettavo più tensione. Invece, nonostante le paure del protagonista, la bomba viene disinnescata senza particolari problemi, usando solo un minuto dei quattro disponibili.
8)L'INVASIONE - Katjia Mirri Idea interessante, belli i blocchi misteriosi che rievocano il monolite di Odissea nella Spazio e sono invece pezzi di un enorme domino celeste. Funziona abbastanza anche il contrasto tra la dimensione umana e quella sovra umana, che non si cura di chiese, centri commerciali, sottomarini ed esplosivi, anche se ho trovato alcune frasi un po' didascaliche (es: quella sui centri commerciali come luogo di pellegrinaggio). L'ultima frase è forse superflua. In fondo, se comincia a cadere un domino così esteso, è abbastanza chiaro quale sarà l'esito sul pianeta (e probabilmente non riguarda nemmeno solo l'umanità, ma tante altre forme di vita). Il narratore esterno è funzionale al tipo di racconto, ma ha il difetto di togliere intensità al racconto, e questo penalizza un po' in racconti così brevi.
9)MILADY - Isabella Valerio Mi trovo sostanzialmente d'accordo con i commenti che hai già ricevuto. Buono l'inizio, la scimmia appare subito come una figura parecchio inquietante, ma finale non all'altezza e aderenza al tema difficile da individuare. Per quanto riguarda il finale, credo che già uno stacco grafico tra le due parti avrebbe aiutato a smorzare la sensazione che succeda tutto troppo in fretta. Manca però anche un vero sviluppo del conflitto tra Sofia e la scimmia. Nell'incontro in aeroporto, i rapporti tra le due sembrano più di diffidenza reciproca, e il passaggio di Milady a una furia omicida risulta un po' troppo repentino.
1. Ombre 2. Tutto per una scimmia 3. òrediccu it ol 4. La scatola di Blippi 5. Licenza poetica 6. Milady 7. Brutti pensieri 8. Il Grotto 9. L’invasione
Commenti alle storie in ordine di lettura.
> Òrediccu it ol Ciao. Il titolo mi aveva già spoilerato l’intenzione “narrativa” del testo e lo stratagemma che avresti usato. È una nota positiva, poiché mi ha permesso di accogliere i fatti con la giusta luce. Del resto il titolo fa parte del racconto, non è una cosa che si mette tanto per il piacere di farlo. Avevo il timore che fosse una banale storia scritta al contrario, invece— ho percepito si trattasse di una presenza e non una persona reale già nell’incipit— il resto della narrazione e il finale hanno dato una svolta interessante. La forza del testo è sicuramente nel suo intreccio— nel contenuto mostrato al lettore. Lo stile è semplice e forse, almeno secondo il mio occhio, l’uso di certe figure retoriche che definiremmo poetiche tolgono un po’ di “lugubrità” al testo.
> Tutto per una scimmia Un’altro racconto che un po’ gioca col tempo, interessante. Mettiamo da parte il contenuto e pensiamo alla forma. Mi è piaciuto in questo caso lo stile asciutto, le indicazioni messe lì quasi come fossero annotazioni per uno script da cinema— in questo caso forse TV. Mi sono anche piaciuti quei frammenti di indiretto libero (direi pensieri calati nella narrazione, credo) piazzati al punto giusto e ben connessi alla voce narrante: danno quel tocco che ti fa capire effettivamente chi è che vive la situazione, di chi sono questi occhi. La storia, dal lato del contenuto, mi ha un po’ divertito, ma manca di mordente finale, di qualcosa che mi faccia davvero ridere— o altro— una volta conclusa.
> Ombre Leggendo solo L’Aquila non avevo subito afferrato a cosa il racconto si riferisse, ma poi è stato abbastanza chiaro. Stavo per dirti che il racconto non mi ha preso, ma poi mi è venuto un dubbio. “Ma cosa significano quelle due righe finali, messe lì a caso?”. Non sono a caso. Credevo che lei fosse già ferita per il terremoto, ma una lettura più attenta mi ha fatto capire (o almeno spero, sennò sto facendo una figura di merda), che lei è stata ferita dal fratello che poi ha preceduto a uccidere anche i genitori? È così? Deve esserlo; il terremoto è un’aringa rossa grossa quanto Godzilla. Sotto questa nuova luce la trama è molto brillante. Ma. Ma lo stile non mi convince del tutto. È un punto d’osservazione un po’ distante, freddino, ci sono pochi interventi che ci offrono visione sui pensieri di Sara. Forse il punto di vista di Diego soffre meno di questa freddezza, di questa distanza narrativa. Anzi, te la metto così: credo che sia il modo in cui le info sono presentate nel primo paragrafo a farmi storcere il naso. Un pov più personale mi sarebbe piaciuto di più— ma il racconto è davvero bello ugualmente. Mi fermo, altrimenti divento ripetitivo. Bella prova. E chiarisco che io non sono della scuola del “se lo devi leggere due volte allora è ciarpame”. Sono qui per giudicare e se serve lo posso leggere anche 70 volte.
> Licenza poetica La premessa della storia è interessante, il concept intendo. C’è qualcosa però nell’esecuzione che non mi ha preso, nemmeno sul finale. Penso sia perché non si ha mai una percezione di reale pericolo, che sia dovuto alle scelte stilistiche e/o a una mia personale visione della situazione. Per farti un po’ capire cosa intendo: immagina lo stesso concept, ma con un solo protagonista che opera sulla bomba e nel frattempo pensa alle due dolci figlie che ha lasciato a casa, magari una di loro fa anche il compleanno.
> La scatola di Blippi Carino! Avevo subodorato il twist, la semina di info è buona: si arriva a comprendere che nella scatola non c’è un comune animaletto (se devono essere onesto è un po’ da pazzi aspettarsi un animale normale a questo punto), e la sfrenata fantasia del protagonista mi pare, ma forse sbaglio, prende tutta l’ispirazione dal suo amico dimensionale che— di sicuro è un caso wink— è proprio come Blippi. I dialoghi non sono male, ma se devo essere davvero onesto li ho trovati davvero molto “classici per la situazione e la scena”, mi spiego? Forse c’è un filino di esposizione più di quanto dovrebbe essercene? Qualcosa non clicka. Poi, ma qui è pura speculazione: la frase finale è forse un tuo pensiero? Una visione della scrittura in cui un animaletto dimensionale (il lato oscuro della fantasia) assorbe i personaggi poco validi? Non so, mi è venuta in menta ‘sta cosa.
> Milady Il racconto è carino, ci sono tanti elementi che “segnalano” l’arrivo del finale che però, se devo essere sincero, manca dell’impatto necessario. C’è qualcosa che non mi permette di godermelo appieno, è tutto troppo immediato. Avevi ancora a disposizione 700 caratteri, in cui magari potevi far trapelare qualcosa in più, dei dettagli, davvero non so. Ecco, sai cos’è? Credo che la storia manchi di una sezione centrale che lasci un attimo di respiro che permetta al lettore di formulare delle ipotesi. Si inizia e si finisce, non c’è respiro. O così credo io. Avrei anche sfruttato di più la scimmietta con qualche elemento di mostrato all'aeroporto, magari la scimmietta che tira i capelli della ragazza quando si abbracciano, cose del genere.
> Brutti pensieri Per com’è presentata la prima parte del dialogo pensavo si trattasse di una coppia. La rivelazione che è uno psicologo scricchiola un po’, c’è qualcosa nel suo modo di porsi che non me lo fa inquadrare come psicologo. Fatico anche a immaginare la protagonista. Mamma e peluche possono far pensare al crollo psicologico, la regressione a una condizione felice e di sicurezza, ma devo per forza immaginare la ragazza/donna per avere una certa stazza. Del resto ha sollevato una sedia e l’ha usata come arma, una cosa che neanche io, uomo di 30 anni con corporatura nella media, sono sicuro di riuscire a fare. Ma questo in realtà è meno importante di quanto lo sia il flusso di informazioni e il vero scheletro della storia. È una reazione a un violenza subita, ok, però davvero mi manca l’aggancio per provare qualcosa, per immedesimarmi. Avrei ridotto un po’ il primo paragrafo e fornito le informazioni in modo più ordinato (ma non per forza in ordine cronologico) e avrei gestito diversamente il pacing della storia.
> Il Grotto Ah, non so. Qualcosa non va. Posso dire che uno dei problemi è la mancanza di conflitto, verso qualsiasi direzione. Se il conflitto c’è, è troppo velato. Ero curioso degli avvenimenti successivi, volevo vedere dove il tutto andasse a parare, ma il racconto scorre troppo su un piano “distante” e i punti di contatto con “me lettore” sono pochi. Ci sono dei passaggi molto belli a livello evocativo, lo stile ha un suo perché e su quel lato ci siamo. Resta il problema dell’assenza di problema, mi spiego?
> L’invasione Il colpetto di scena è divertente, ma non regge. Cancellata l’ultima battuta il testo potrebbe tranquillamente fare da incipit a qualcosa di più grosso, sia per la voce narrante e sia per il modo in cui vengono presentate le informazioni. Il problema secondario, ma è personale, è che i monoliti e le strutture aliene piazzate dove capita sono ormai davvero un classico. Magari, e dico magari, se quelle steli fossero state davvero tessere del domino, descritte in modo opportuno, il finale sarebbe arrivato più forte al lettore.
"Scrivo quello che voglio e come voglio. Fatevelo piacere."
Ciao a tutti, qui la mia classifica per l'edizione:
1- Licenza Poetica (Stefano Moretto) 2- La scatola di Blippi (Alessandro -JohnDoe- Canella) 3- Ombre (Massimo Tivoli) 4- òrediccu it oI (Emiliano Maramonte) 5- Tutto per una scimmia (Luca Nesler) 6- Il Grotto (Antonio Pilato) 7- Brutti Pensieri (Laura Brunelli) 8- Milady (Gennibo) 9- L'invasione (KatyBlacksmith)
Licenza Poetica
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Caro Stefano, è il tuo turno. Intanto applausi, perché tra tutti i racconti questo è quello che mi ha colpito di più per il contenuto. E non parlo della trama, perché in fondo non è nulla di rivoluzionario, ma nell'empatia che crei con il PDV e con il rapporto con il suo collega. Mi hai lasciato a bocca aperta per la padronanza della tecnica, dico davvero! :O
Ho solo due appunti da farti:
da ognuno dei quali parte un filo che vanno verso una scheda elettronica a cui è stato attaccato un orologio analogico.
Qui mi sa che c'è un'incoerenza tra singolare e plurale, avresti potuto scrivere "partono dei fili che vanno..."
saliva che mi raschia la gola.
Avrei detto "mi impasta", perché raschiare mi dà più l'idea di qualcosa che "gratta". Sei d'accordo?
è perché questa volta davvero non sa di portare a casa la pelle
Avrei scritto: "stavolta davvero non sa se porterà a casa la pelle".
E con te è tutto. Alla prossima! ;)
La scatola di Blippi
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Ciao Alessandro! Storia dalle tinte weird molto buona e con pochissime sbavature (che tra poco vedremo). Forse avrei preferito qualche espediente narrativo che ci aiutasse a capire di più cosa sia Blippi, perché l'assenza di informazione desincronizza il lettore (ignaro) con il PDV (consapevole). E anche perché il "vedo non vedo" lovecraftiano è un'arma a doppio taglio per gli scrittori.
Come appunti per future correzioni ho solo questi:
Due erano i punti a favore del ripostiglio che da anni faceva da ufficio provvisorio a Wade. Il primo, la posizione in fondo al corridoio tale da permettergli di tenere la scatola di Blippi a lato della tavoletta grafica senza nessuno a disturbarli. Il secondo, per certi versi appendice del primo, il silenzio, caratteristica sempre molto utile quando, come in quel momento, si stavano per ricevere visite.
È un periodo un po' lungo, che forse dovevi semplificare un po', oppure mettendo qualcosa a capo. In più cancellerei la parte che ti ho barrato.
E questo è davvero tutto, in bocca al lupo per la gara!
Ombre
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Ciao Massimo, lieto di rivederti! Il tuo è uno dei racconti che mi è piaciuto di più e sono contento di dire che per te ho soprattutto critiche stilistiche, che però sono anche facili da sistemare. Cominciamo:
Strisciare le toglie il fiato. Quando sfrega la pancia contro il pavimento, il dolore che irradia dalla ferita le raschia l’addome con artigli invisibili.
Il "quando" è eliminabile.
Un urlo le parte da dentro, spegnendosi in un fiotto cremisi che le imbratta la bocca e il mento: il sapore ferroso è rivoltante.
Invece del gerundio "spegnendosi" usa il presente.
Sara teme di non riuscire a raggiungere la camera di mamma e papà, dove poco prima si sono sollevate le urla. Grida interminabili.
In questa scena c'è solo lei, quindi non è necessario ripetere il nome per specificare il soggetto della frase. Più avanti commetti lo stesso errore:
Sara è immersa in un buio denso e, prima di venirne risucchiata per sempre, c’è un’altra cosa che si chiede. Dov’è Diego?
Fino agli schiocchi, colpi secchi che le hanno trasmesso scosse di freddo sui denti.
Non mi piace come suona questa frase, ti dovresti limitare a dire che i denti le battono per il freddo.
Sta quasi per raggiungere la porta della camera dei suoi, quando si accorge che il suo corpo ha preso a tremare.
Se ci dici che le tremano i denti allora anche tutto il suo corpo sta tremando, quindi mi sembra un po' strano che se ne accorge solo in un secondo momento.
Quando riprende a volare, si chiede se toccherà mai terra.
"Riprende a volare, la pioggia di detriti e vetri le squarcia la pelle sulle braccia, le gambe e la schiena" (in questo caso ti ho tolto il pensiero del personaggio, perché non avrebbe tempo di formularlo mentre cade e si ferisce)
prima di venirne risucchiata per sempre, c’è un’altra cosa che si chiede.
È finita. È tutto finito. E nessuno verrà mai a saperlo.
Ecco, questi due finali non li ho capiti, devo dirti la verità.
È tutto. Alla prossima edizione! ;)
òrediccu it oI
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Ciao Emiliano, l'idea del tuo racconto è interessante. Mi ha ricordato il romanzo dello scrittore Jeffery Deaver October List, in cui l'intreccio si svolgeva esattamente al contrario, cominciando dall'epilogo per concludersi con il prologo. Questo creava un intrigante mistero su cosa stesse succedendo e l'ho trovato pure nel tuo racconto.
Il vero problema, qui, è che hai inserito degli infodump che invece di schiarire le idee al lettore, gliele confondono. Ti faccio un esempio:
«Lo so già. Non sapevi come liberarti di lei e l’hai uccisa. La sua anima me l'ha raccontato.»
Personalmente, ho capito fin da subito le tue intenzioni e ne ero entusiasta, ma arrivato a questo dialogo mi sono bloccato e ho dovuto rifletterci un po'.
Un altro spezzone che ho trovato difficile da comprendere è questo (stavolta non c'entrano gli infodump):
«Dannazione» fece lui. «Adesso dovrò occuparmi anche di te.» La sua sanità mentale si sgretolò come un torre demolita dal terremoto. Gli si scagliò contro e Damiano la abbrancò, poi la spinse contro il tavolo della cucina e le strinse le mani al collo.
Dopo il dialogo, il flusso suggerisce che il soggetto delle azioni sia Damiano, ma in realtà siamo tornati a Valeria. Ho letto per due volte il paragrafo e per due volte sono stato tradito da quel dialogo. Forse sarebbe stato utile cominciare la frase con "La sanità mentale di Valeria si sgretolò..."
Ultimo problema, ma dobbiamo tornare all'inizio:
Sei stato furbo, pensò, mentre la lucidità si spegneva come una candela troppo corta. Ti sei nascosto nell’unico posto in cui non avrei mai cercato. Boccheggiò di terrore, affamata d’aria, e si abbandonò sul letto. Puoi sentirmi? Ti odierò per l’eternità, amore mio!
È fin troppo lucida considerato che sta morendo. In quelle situazioni si è colti dal panico ed è difficile, se non impossibile, formulare pensieri ragionati. A meno che non si stia elaborando un modo per scappare.
A parte questo, ottimo lavoro!
Tutto per una scimmia
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Luca, eccoci qua. Il tuo racconto, mi duole dirlo, ha qualche problema. Intanto non ho apprezzato la spaziatura, che però è un problema terziario e influisce molto poco sul mio giudizio, ma ci tenevo comunque a dirtelo perché anche l'occhio vuole la sua parte.
Parlando delle cose importanti: il tuo racconto poteva anche essere molto piacevole, e proporre una chiave di lettura particolare sul tema del "crollo", se solo avessi invertito l'ordine dei due macro-eventi. Se fossi partito dal litigio con Dasy avresti creato un climax incredibile a scapito, magari, del fattore sorpresa (che però non era indispensabile). Inoltre avresti creato abbastanza empatia per Dan, che invece all'inizio del racconto sembra solo un esaurito.
Il "Mi licenzio" sarebbe stato un finale perfetto e ti saresti risparmiato quel flusso di coscienza nell'ascensore che aveva solo lo scopo di collegarsi alla scena in ufficio.
Ti auguro comunque buona gara e rimango in attesa nel caso tu voglia rispondere ;)
Il Grotto
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Saluti Antonio (battuta brutta, lo so)
Testo onirico che ha una buona scorrevolezza, ma che sul piano narrativo fa emergere più domande che risposte. Gli ultimi due paragrafi, in particolare, sono la parte che ho trovato più criptica. Non sono nemmeno riuscito a cogliere il tema, al che mi domando: qual era il senso del racconto? Se ti va di darmi qualche spiegazione sarò lieto di ascoltare.
Buona gara!
Brutti Pensieri
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Ciao Laura. Nel tuo racconto c'è una discreta quantità di conflitto e abbastanza varietà per non annoiare. Il vero problema è che manca di chiarezza in diversi punti. Già nei primi dialoghi non ci dai un punto di riferimento per capire chi sono le persone che parlano (all'inizio non si capisce nemmeno se è una prima o terza persona), questo purtroppo si ripercuote sul resto della storia. A un certo punto sembra che sia regredita alla mentalità da bambina, una cosa messa un po' a caso, visto che non è chiaro il perché il suo trauma si manifesta in tale maniera. Avresti dovuto concentrare più dettagli sul finale per darci un quadro più completo della situazione e meno basato sui cliché.
Milady
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Ciao Isabella. L'espediente della scimmia assassina fa sempre il suo effetto, anche se ormai sta diventando un po' un cliché. Ho notato che manca un PDV a cui fare riferimento, e questo depotenzia l'effetto che il racconto potrebbe avere sul lettore. Anche i dialoghi e i flussi di pensiero li ho trovati un po' deboli, ma il vero problema arriva nella scena climatica, dove Milady aggredisce la protagonista. Ti confesso che all'inizio pensavo avesse ucciso anche Claudio, perché mi sembra impossibile che succeda tutto quel casino senza che questi se ne accorga, doveva come minimo dormire in un'altra stanza e avere il sonno pesante! Peccato, perché con qualche accorgimento avresti risolto il problema.
L'invasione
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Ciao Katjia.
Nella tua storia hai usato molto il "tell" dello show, don't tell, ma sei comunque riuscita a rendere chiaro quanto basta per farsi un'idea del contesto. Mi ricorda molto i film di fantascienza degli anni 50, ma personalmente avrei evitato quel finale: fa a pezzi il "sense of wonder" e il mistero intorno all'invasione, e si riduce a un colpo di scena fine a sé stesso, pure abbastanza scontato. Peccato.
Editor e consulente freelance per scrittori. Formazione in scrittura creativa e sceneggiatura presso agenziaduca.it di Marco Carrara.
Per la prima volta vorrei davvero poter creare un ex-equo, intanto perché i racconti mi sono piaciuti tutti per un motivo o per un altro, in particolare ce ne sono tre che per me hanno un livello identico e problemi in pratica uguali (aderenza al tema, difficoltà di comprensione alla prima lettura e genialità allo stesso tempo). Alla fine a parte lo stile e l'aderenza al tema, ho deciso di ascoltare il cuore di lettrice e di buttarmi su ciò che mi è piaciuto di più.
1.Licenza poetica, di Stefano Moretto 2.Tutto per una scimmia, di Luca Nesler 3.La scatola di Blippi, di Alessandro Canella 4.òrediccu it oI, di Emiliano Maramonte 5.Ombre, di Massimo Tivoli 6.Brutti pensieri, di Laura Brunelli 7.Milady, di Isabella Valerio 8.Il Grotto, di Antonio Pilato 9.Invasione, Mirri
Katjia Mirri, Invasione
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Ciao Katjia, benvenuta nell’arena. Tocchi alcuni temi dell’apocalittico, i parallelogrammi mi ricordano un po’ il monolite di 2001 Odissea nello spazio. La scelta stilistica: una voce esterna e impersonale, una voce che tutto sa e distaccata ci informa sugli avvenimenti e con un pizzico di senso di superiorità (lo percepisco da frasi come i luoghi di pellegrinaggio più diffusi sul pianeta.)
L'obiettivo mi sembra quello di creare un contrasto fra il distacco e l’enormità di ciò che ci si racconta. Il risultato è quello di un pezzo che non mi ha preso del tutto, capisco la scelta, ma ho subito la mancanza di personaggi,
Conclusione: il testo sembra più un grosso preambolo di quelli che preparano il campo a una vicenda e a personaggi che escono solo dopo che l’autore ci ha spiegato tutto, starebbe bene all'inizio di un romanzo stile Orson Scott Card. Scrittura corposa che fa uso di figure retoriche quali accumulazione e iperbole ironica, a gusto mio da alleggerire un poco per non renderle parte di uno schema artificioso. Curiosa di vedere in azione questa verve in un altro racconto perché per me la mancanza di personaggi è un ostacolo al godimento.
Buona edizione. Spero con la sincerità di esserti stata utile come lo sono stati con me da quando sono arrivata in questo prezioso forum!
Antonio, Pilato Il grotto
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Ciao Antonio e ben ritrovato, tema ok per il crollo mentale e si coglie solo nel finale. Il testo è molto ricco con una scrittura che non si preoccupa di facilitare il lettore. Di certo quando ti leggo, devo concentrarmi. Per esempio ci ho messo un po’ a collegare la figura dell’ultima parte con il corpo abnorme accennato all’inizio, perché ero presa dalla follia del pdv. Idea forte, strizzata in uno spazio tanto stretto. A causa dello spazio, o forse del taglio che hai dovuto fare, ho avuto qualche difficoltà a mettere in fila i fatti: ci sono tante azioni e tanti cambiamenti descritti anche con passaggi brevissimi.
Tornato a casa, mi gettai nel letto. → quando si è mosso? L’azione precedente riguarda il sentir parlare del Grotto non ci dice che ci è stato.
Il finale che mi è piaciuto sarebbe stato più efficace per me separato dal resto perché la parte prima è di nuovo molto discorsiva.
E’ → questa è una E con l’apostrofo
Conclusione: idea e finale sono la forza del racconto che non è di facile lettura per i molti fatti narrati anche con minuscole frasi. L’ho trovato sia confusionario che intrigante: Weird.
Buona edizione e alla prossima
Laura Brunelli, Brutti pensieri
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Ciao Laura piacere di incrociarti nell’arena, ho apprezzato il tuo racconto per la struttura che vede tre sequenze collegate, cercare di seminare indizi in racconti così brevi è molto complesso, quindi ottimo tentativo. Nella prima sequenza le informazioni trapelano in crescendo. L'ho trovata piacevole ma un poco artificiosa, resta secondo me la parte migliore insieme al finale.
Il tema c'è tramite il crollo psicologico reso dalla doppia personalità.
Qualche osservazione in più sperando di esserti utile. Si percepisce lo sforzo di rimanere pulita a livello tecnico: beat per le battute, niente verbi inutili di percezione o dialogo, un passaggio ulteriore potrebbe essere fare attenzione alla varietà. Appoggia il bicchiere e appoggia il mento sui pollici. Appoggia le mani sui braccioli e si alza. Si appoggia allo schienale della poltrona
Appoggia il bicchiere, sorride, pianta i gomiti ecc. sono tutte azioni che fotografano mossa per mossa il personaggio e allo stesso tempo però non ci dicono come sia, mi ha stonato, perché ho capito che volevi nasconderlo. Con qualche dato diverso sull’aspetto o i vestiti non avrei sentito tanto forte il tuo intento.
Conclusione: il colpo di scena con indizio nella frazione centrale (doppio omicidio con la sedia) è un buon espediente in un racconto così breve dove molti amano trovare la punta brillante. Stile attento, si capisce l’intenzione di mostrare le azioni, e questo lo apprezzo, anche se a volte l'attenzione alla tecnica fa perdere un po' di naturalezza. Sarò felice di leggerti ancora in futuro, Intanto buona edizione!
Isabella Valerio, Milady
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Ciao Isabella, ben trovata! Il tuo raccontino mi ha colpito perché ho una vera antipatia per le scimmie, anzi mi fanno un po’ paura per la loro vicinanza e insieme estraneità, aspetto che hai reso benissimo. L’accenno all’affinità tra uomo e scimmia considerato quello che accade alla fine mi sembra ben piazzato. Ho sentito salire l’inquietudine riga per riga da quando compare Milady. L'effetto si è perso nella sequenza finale, quando Sofia si sveglia e deve battersi con la scimmia. I periodi diventano poco fluidi e soprattutto non ho capito se alla fine lei muore o semplicemente si rassegna a dormire per terra. ùOrmai non reagisce più, rimane immobile, → mi fa pensare che lei sia viva, volendo potrebbe ancora reagire e muoversi. È giusto?
Più nel dettaglio: si sente soffocare, - impedisce a Sofia di respirare, → stesso concetto e ci sono due verbi sentire a poca distanza. Claudio esce dalle porte scorrevoli dell’uscita degli arrivi, → esce dall’uscita mi suona male gli studi di cui ti ho parlato, sulle affinità tra uomo e scimmia. → questo fa As you know Bob, senza “di cui ti ho parlato” mi piace di più perché l'informazione è importante ma così è dichiarato che è per il lettore come a sperare che le parole giuste le cadano dall’alto, → esci dalla focalizzazione. Se siamo con Sofia, non dovrebbe esserci un "come a sperare", ci dovrebbe essere sperare o non sperare. Insvegliabile → non ci sono parole che con sv- che abbiano il prefisso in quindi è un neologismo; non mi convince qui perché c'è troppa tensione.
Conclusioni: grande partenza, soluzione della trama in un finale molto concitato e non del tutto chiaro. Il tema del crollo lo trovo solo nella caduta dal letto che però è parecchio parecchio laterale. Ho finito la lettura con una buona sensazione comunque. Buona edizione, alla prossima!
Alessandro Canella, Blippi
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Ciao Alessandro, racconto originale e piacevole che parte con una prima sequenza un poco arzigogolata ma non fastidiosa, che mi fa capire subito che la focalizzazione non sarà né del tutto interna né esterna. Un rischio che ti prendi e al quale scampi con ottimo ritmo. Da fan dell’immersione l’ho letto con molto piacere, questo perché sono molto fan anche della scrittura fluida e delle scene ben costruite!
Unica nota che posso farti va in profondità nello stile e spero sia utile in situazioni più ampie dato che tra tempo e caratteri sappiamo che sono pochi per volta gli accorgimenti che si possono prendere. Il testo è una scena con molti dialoghi in cui da questo punto La porta si spalancò. beat e azioni sono strutturate secondo lo schema preponderante soggetto-predicato verbale-complemento oggetto, Mr. Grim sbatté un plico Il ragazzo allungò una mano Mr. Grim portò le mani Mr. Grim strappò i fogli ecc.
tutte le azioni sono intervallate alle battute e rendono vivida la scena, la lettura è scorrevole e attiva il film mentale, ma manca di un pizzico di contorno, avrei gradito qualche pensiero diretto o altri elementi che mi dessero spunti per capire di più Blippi. A proposito: io ho collegato Blippi al camaleonte dimensionale anche se potrebbero essere due creature diverse. Qualche pensiero diretto avrebbe anche rafforzato il tema, che ho colto leggendo le tue risposte a Stefano e Morena. Hai pensato a far intervenire Blippi nella mente di Wade? Domanda per curiosità.
Conclusione: Apprezzo le scelte divergenti, laterali e diverse da quella molto diretta che ho fatto io. trovo che il raccontino abbia uno stile molto buono, però devo confessare che mi sono trovata alla fine con: bellino tanto, però dov’è il tema? La creatura misteriosa che dispensa fantasia si meriterebbe un approfondimento!
Buon divertimento in questa edizione e alla prossima!
Licenza poetica, Stefano Moretto
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Ciao Stefano, mi fa piacere leggerti ancora anche perché questo racconto mi ha convinta! Abbiamo un crollo scampato per centrare il tema e poni l’accento su alcuni eroi silenziosi dei nostri tempi senza forzare epicità, ma mostrandone l’umanità. Il tuo stile pulito è adatto alla visualizzazione delle scene e a ogni cosa che leggo mi sembri migliorare. Tra l’altro dici spesso che vorresti scendere bene nell’intimità dei personaggi e mi pare che qui tu lo abbia fatto bene. Ho sorriso anche io alle battute finali.
La consegna a venti minuti dalla fine e i caratteri usati quasi del tutto mi raccontano di un po’ di fatica nell’affrontare il nuovo formato, ti capisco benissimo! Ci sono dei refusi e qualche errore ortografico che penso siano dovuti a questo però li segnalo in caso di revisione.
Dai Marco, → Marco è un vocativo, la virgola ci vuole anche prima di mai Se mi dice di allontanarmi è perché questa volta davvero non sa di portare a casa la pelle. / Se vuoi sono ancora in tempo a farla denotare. → manca la virgola dopo l’apodosi, il periodo ipotetico la vuole soprattutto se la frase è lunga! Dì → significa giorno. Invece l’imperativo è di’ da ognuno dei quali parte un filo che vanno verso → il soggetto è UN FILO quindi il verbo andare dovrebbe essere al singolare Circuiti → circuito
Conclusione: tema ben sviluppato e storia che ha una struttura equilibrata, coinvolgente e ben resa senza strafare. Bravo!
Buon divertimento e alla prossima!
Ombre Massimo Tivoli
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Ciao Massimo e piacere di leggerti. Hai scelto il terremoto come ho fatto io perciò ti ho letto con maggiore interesse. Penso che la scelta di inserire data e luogo sia vincente, io non l’ho fatto e non sono certa che sia stata una mossa ottimale. Hai sacrificato caratteri ma hai subito collocato la scena e dato un indizio ai lettori. Però mi hai anche fatto cadere in un primo tranello che ho superato con la seconda lettura.
Il mio gradimento del testo infatti ha avuto due fasi: una in cui la storia mi stava piacendo ma alla fine mi sono trovata perplessa perché ero molto concentrata sul terremoto, la seconda in cui emerge con chiarezza la strage familiare nascosta dall’evento cataclismatico. Ho ammirato il lavoro di stratificazione e sono passata a una terza lettura con intento analitico.
Queste sono le osservazioni alla terza lettura, nate quindi dopo aver apprezzato e compreso la trama e appurato che il tema è del tutto centrato.
il quando iniziale mi sembra poco funzionale, togliendolo l’effetto non cambia e si resta nel flusso dell’azione. Di solito questo vale per la maggior parte degli elementi temporali, ma so che può essere una questione di gusti. Sta quasi per raggiungere -> non mi convince per via della fumosità del quasi. O sta per o non sta per… il fraseologico stare per ha già in sé il concetto di azione che sta per avvenire ma non è ancora avvenuta
Ci sono alcune espressioni che fanno sfrigolare la focalizzazione: teme di, crede che, quando riprende a volare si chiede → li trovo un poco esterni e più freddi di parti come La pioggia di detriti e ferri e vetri le squarcia la pelle, sulle braccia, sulle gambe, sulla schiena. Un secondo schianto. L’aria è ovattata. La polvere le chiude la gola e il dolore è insopportabile. Che invece mi paiono potenti ed efficaci
Conclusione. Mi sono sforzata di analizzare a un triplo livello di profondità, resta un racconto interessante, ben scritto, in cui un evento della storia italiana ancora doloroso e attuale viene usato con intelligenza creando un effetto thriller gustoso. Ma non è un racconto immediato e chiede attenzione. Vero è che dovremmo sempre fare attenzione, per questo rileggo. Anche se i lettori fuori di qui non lo fanno, quindi spero che la mia esperienza in tre tempi ti aiuti a fare un bilancio.
Buon divertimento e alla prossima!
Luca Nesler, Tutto per una scimmia
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Ciao Luca, complimenti per la struttura del racconto. Riuscire a inserire un’anticipazione e ripartenza in un testo tanto breve è una bella prova. Il testo è molto piacevole e me lo sono goduto anche alla seconda lettura quando già sapevo notando i dettagli e i collegamenti. Usi uno stile asciutto, frasi molto brevi, tutto pulito ed equilibrato. Ho trovato poco funzionale il personaggio di Sasha che in tutta la storia sgrana gli occhi e basta. Senza di lei avresti avuto qualche carattere in più per caratterizzare Dasy, Forster e Dan anche perché con la terza persona, che hai gestito bene, far partire l’immedesimazione è più difficile. Ultimo pensiero che non ha a che fare con il giudizio: come mai l’interlinea colossale? Mi ha infastidito durante la lettura.
Conclusione: due scimmie nello stesso girone, le strane coincidenze di Minuti Contati. Racconto intelligente e gradevole senza sbavature. Il tema c’è nel crollo nervoso.
Emiliano Maramonte, òrediccu it oI
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Ciao Emiliano, piacere di leggerti. Parto con le questioni sciocche, 1. continuo a leggere il tuo titolo come se ci fosse scritto OL invece di OI… (però geniale il titolo al contrario per la storia al contrario, confesso che ci sono arrivata poi) 2. abbiamo scelto lo stesso nome per il personaggio maschile, vedi che succede a cercare nomi meno diffusi? :D
Le questioni serie ora, metto sulla bilancia da una parte un gioco di intreccio molto apprezzabile e dall'altra alcune osservazioni stilistiche.
Valeria è una specie di ghost whisperer con un marito violento, ma difendersi da lui diventa sia la sua salvezza che la sua condanna. Ottimo lavoro per quanto riguarda l’ideazione. Il testo ha una trama ricca che sta strettina nei 3000 caratteri e penso che avrebbe giovato di un formato più ampio.
Il tema La sua sanità mentale si sgretolò come un torre demolita dal terremoto. → credo che questa frase sia il riferimento al tema. Il crollo del contest starebbe nel crollo dell’amore e forse dello stesso Damiano che crolla a terra alla fine. Un poco debole rispetto alla forza della struttura, comunque c’è.
Per quanto riguarda la realizzazione: • dita crudeli → mi pare vago come aggettivo, la sta strangolando quindi le dita carine non sono. Si tratta di una concessione alla retorica, è questione di gusto perciò. • Nella prima scena tutto è costruito per mantenere la tensione e il segreto sulla rivelazione finale, cosa necessaria, ma mi ha fuorviata nella lettura: abbiamo dita crudeli e uno strangolamento che mi parlano nettamente di qualcosa di corporeo dal momento che non so ancora nulla dell’incorporeo. Questo alla fine mi ha stonato. • La sua sanità mentale si sgretolò come un torre demolita dal terremoto. → di chi si parla? L’ultimo ad agire o parlare è Damiano e quindi la frase dovrebbe essere riferita a lui, ma immagino si tratti di Valeria anche perché dopo c’è Gli si scagliò contro[i] • [i]il cuore gli pompava collera nelle vene. / L’anello nuziale gli sfuggì dal palmo della mano. → qui o c’è un doppio refuso o c’è un errore di concordanza del genere dei pronomi. In queste frasi GLI si riferisce a Valeria? Se sì, dovrebbe esserci il pronome LE. La presenza di GLI mi ha anche fatto venire un dubbio sulla mia comprensione della scena.
Conclusione: Tema afferrato lateralmente, come anche altri nel girone, una bella prova per quanto riguarda ideazione e intreccio e qualche errore che mi ha fatto storcere il naso.
1) Tutto per una scimmia, di Luca Nesler 2) Licenza poetica, di Stefano Moretto 3) Ombre, di Massimo Tivoli 4) òrediccu it oI, di Emiliano Maramonte 5) La scatola di Blippi, di Alessandro Canella 6) L’invasione, di Katjia Mirri 7) Il Grotto, di Antonio Pilato 8) Brutti pensieri, di Laura Brunelli 9) Milady, di Isabella Valerio
COMMENTI òrediccu it oI di Emiliano Maramonte
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Ciao Emiliano, racconto di una coppia particolare, di cui lei è una medium e lui un assassino. A una prima lettura ho avuto una certa difficoltà nel capirlo e nella prima parte i pensieri mi sono sembrati troppi per la situazione in cui lei si trovava. Guardando le date ed il titolo vi è la chiave su come leggere il testo (ammetto che inizialmente il titolo non avevo compreso fosse al contrario, la i maiuscola l'avevo scambiata per una elle, per cui non mi era chiaro... mea culpa), avrei preferito anche la data effettiva oltre che il giorno. Nella terza parte mi ha un po' stranito il discorso ma a una successiva rilettura tutto è andato al suo posto. Nonostonate il racconto sia stato impegnativo è stato comunque piacevole. Buon proseguimento e alla prossima.
Tutto per una scimmia di Luca Nesler
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Ciao Luca, anche a me quegli spazi tra una riga e l'altra non ispirano molto... (ma letto che arriva dal cellulare, per cui pazienza). Lo stile è asciutto e scorrevole, il brano però l'ho apprezzato meglio alla seconda lettura. Inizialmente non mi era chiaro il motivo dell'escandescenza del protagonista. I due nomi simili (Dan/Dasy) tendono a generare un minimo di confusione. Per quanto la storia sia semplice mi è piaciuta, mi sono immedesimato nel protagonista (no, non ho cravatte del genere...). Buon proseguimento e alla prossima.
Ombre di Massimo Tivoli
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Ciao Massimo, Inizialmente credevo che lei fosse stata assalita da qualcuno, poi il terremoto mi ha "distratto" quindi ho pensato che il tutto fosse derivato da più scosse. Leggendo la parte finale c'è però qualcosa che non quadra, qualcosa che ha fatto. Ammetto di aver dovuto leggere i commenti per capire effettivamente cosa non quadrasse. La storia mi sembra stretta per i 3000 caratteri, probabilmente per guadagnare caratteri potevi concentrarti di più su Diego (al posto della prima parte con Sara, o almeno una parte sbilanciandone la quantità di caratteri). Anche nel tuo caso (come in altri racconti di questa edizione) ho apprezzato il racconto con più riletture (non lo vedo come difetto ma gli dà una maggiore profondita). Leggere i commenti mi ha permesso di imparare cos'è l'aringa rossa che non conoscevo... Buon proseguimento e alla prossima.
Licenza poetica di Stefano Moretto
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Ciao Stefano, mi sono trovato immerso nella situazione angosciante dei due artificieri, dove al minimo errore poteva finire tutto. Nella prima parte mi ha un po' stranito il tentativo di mandare via il collega col fatto che dopo la bomba sembra essere fatta da un principiante per cui è un po' incongruente. Il finale me lo aspettavo differente, come nei film quando il detonatore riparte e salta tutto o comunque con qualche colpo di scena. Però effettivamente in questo caso non sarebbe stato un colpo di scena ma atteso. Effettivamente meglio il tuo finale. Buon proseguimento e alla prossima.
La scatola di Blippi di Alessandro Canella
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Ciao Alessandro, il finale è arrivato quasi inaspettatto, per quanto c'è il dubbio di chi o cosa sia Blippi (ma di sicuro non è un animaletto coccoloso...). Mi è sembrato mancare però qualcosa, forse perché il protagonista è poco presente. Leggendo un altro commento spieghi proprio che non è lui il vero protagonista ma Blippi. In tal caso essendo voluto ci sta (ma non ci son arrivato se non grazie ai commenti, sorry). Anche l'uso del tema l'ho colto solo dagli altri commenti, qualche riferimento ulteriore nel testo lo avrebbe reso più chiaro. Buon proseguimento e alla prossima.
Milady di Isabella Valerio
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Ciao Isabella, Inizialmente mi immaginavo Milady come una scimmia piccola, ma poi vedendo che spinge via Sofia sono tornato indietro per capire meglio se avevo frainteso le dimensioni e non mi è molto chiaro. Solo il finale arriva inatteso, non mi aspettavo che andasse così, l'aria smarrita della scimmia quando lasciano l'aeroporto mi ha tratto in inganno. Per il tema ho capito quale fosse solo leggendo i commenti, non avevo pensato a quel crollo. Una cosa che mi è suonata strana, le rotelle del trolley mi sono sembrate di troppo. Concordo con i commenti precedenti sul fatto che il finale arriva subito, probabilmente ciò è stato causato dall'arrivo tardivo dell'idea del racconto che non ti ha permesso di sfruttare tutti i caratteri a disposizone. Buon proseguimento e alla prossima.
Brutti pensieri di Laura Brunelli
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Ciao Laura, ho apprezzato il tuo racconto a una seconda rilettura, la parte iniziale ci ho messo un po' a contestualizzarla. Forse poteva essere utile anticipare la visualizzazione dello psicologo e accorciandola un po' dare un po' più di spazio alle altre parti. Mi ha un po' confuso l'età della protagonista, all'inizio sembra adulta mentre dopo una bambina, ma è giustificato dal crollo che ha avuto. La scena finale mi è sembrata troppo veloce e meccanica, ritagliando qualcosina dalla prima parte potevi renderla più personale. Buon proseguimento e alla prossima.
Il Grotto di Antonio Pilato
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Ciao Antonio, ho fatto fatica a immedesimarmi nel racconto, le vicende di cui parla il protagonista sembra narrarle quasi come fossero normali. Non mi dà l'impressione di un orrore tale da fargli perdere la ragione. Il tema è presente con il crollo del protagonista, ci sono tante idee che credo siano vittima del taglio dei caratteri per cui non hai potuto approfondirle e sarei curioso di leggerne la versione estesa. Buon proseguimento e alla prossima.
L’invasione di Katjia Mirri
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Ciao Katjia, Il punto di vista utilizzato nel racconto non mi ha permesso di apprezzarlo pienamente, per quanto è interessante e non avevo pensato al domino per cui la fine mi ha un po' spiazzato. La lista dei vari luoghi credo sia poco utile e poteva essere sostituita ampliando il resto, butto lì, magari alla fine mostrare una sorta di scacchiera aliena e gli effetti del cadere delle prime tessere ma che ricade però anche nel punto di vista scelto. Anche così comunque la fine non mi è dispiaciuta (per quanto potesse sembrare...). Anche io ho trovato il titolo non il migliore per il racconto, non mi dà l'impressione di un'invasione, ma più di un gioco (con conseguenze apocalittiche...). Mi ha ricordato un po' "Men in black" per la scena finale. Buon proseguimento e alla prossima.
Una premessa. Per me è la prima volta e mi sono limitato a descrivere per lo più le sensazioni che provocavano i racconti, qualche volta, e me ne scuso con i diretti interessati, proponendo finali alternativi. Ho volutamente evitato di leggere i commenti degli altri e non so quindi se il mio modo di commentare sia quella normalmente utilizzato. Alcuni racconti mi sono piaciuti di più, altri meno e decidere la graduatoria soprattutto per i primi quattro non è stato facile.
Innanzitutto la classifica 1. La scatola di Blippi 2. Tutto per una scimmia 3. Ombre 4. L’invasione 5. Licenza poetica 6. Brutti pensieri 7. Milady 8. Il grotto 9. òrediccu it oi
1. La scatola di Blippi Personaggi ben disegnati, ottimi dialoghi e bellissima descrizione dell’atmosfera (il ripostiglio, il silenzio e i passi di Wade, la scatola nascosta sotto il tavolo…). La trama è folle, ma in maniera lucidissima: non si sa cosa (o chi) ci sia nella scatola, non si sa bene ciò che accade e ognuno di noi può immaginare ciò che vuole. In sintesi, straordinario!
2. Tutto per una scimmia Flashback ben costruiti e ben concatenati con la scena finale. Dialoghi resi in maniera molto valida e con piccoli particolari descrittivi puntuali. Forse qualcuno di troppo - la tazza con l’unicorno, il muggito, il richiamo allo gne gne nell’ascensore -, ma nel complesso efficaci. Hai reso benissimo l’esasperazione del protagonista, in cui si intuisce tanto di non detto. Ma proprio per questo mi sarebbe piaciuto di più un finale cruento: ovvero che Dan con quella cravatta il capo lo strangolasse…
3. Ombre Davvero ben costruito, sull’evento della strage familiare si innesta il terremoto che cancella ogni traccia. L’idea avrebbe meritato ben più dei tremila caratteri concessi, ma la necessità di sintesi ti ha consentito comunque di creare un meccanismo narrativo compiuto: molto efficace anche l’immagine delle ombre e di Diego che si muove in mezzo a loro anche lui come un’ombra, ma con un peso, un’angoscia e una gioia liberatoria finale che sono solo sue.
4. L’invasione Bella l’idea della terra ridotta a plancia di un gioco planetario (ricorda un po’ la premessa di Guida galattica per autostoppisti). Il tono è vagamente ironico e la cosa funziona, anche se qualche volta è un po’ troppo spinta (…l’orrore… dell’assenza di loghi ad esempio). Anche il crescendo di ipotesi e di sconcerto al peggioramento della situazione sono resi con sensazioni che stanno a metà tra il drammatico e il divertito. Proprio per questo l’ultima frase: l’umanità si estinse stona un po’ con tutto il resto e forse è anche ridondante. Meglio chiudere sul Toccò la prima tessera del domino e lasciare ai lettori immaginare quello che succederà.
5. Licenza poetica Il rapporto tra i personaggi è ben costruito cosi come sono ben costruiti i dialoghi. Qualche imprecisione nelle descrizioni (… un filo… che vanno). Racconto molto bello costruito con i giusti equilibri, ma sinceramente non ho apprezzato il lieto fine: sarebbe stato molto più interessante un bel botto, magari quando i due protagonisti erano già rilassati. Sei riuscito a disegnare un’atmosfera di tensione in cui si percepisce però la forza tranquilla dei protagonisti che sanno bene ciò che fanno. Il botto e il crollo avrebbero creato un gran bel corto circuito.
6. Brutti pensieri Bella l’idea e ben costruito il dialogo anche se all’inizio ci sono alcuni punti non immediatamente chiari. Ho fatto fatica a capire quale fosse il punto di vista e chi stesse parlando. Sarebbe bastato forse qualche accorgimento grafico. Ad esempio andare a capo prima della riflessione sulle gambe del tavolino che è dentro la testa della protagonista e non del narratore. La parte centrale con il flash back sembra estranea rispetto a tutto il resto e, soprattutto, si ripete prima della chiusura. Sarebbe stato meglio che al «Ti ricordi di Roberto?» partissero immediatamente le sediate. Marta aveva già ricordato tutto.
7. Milady Storia interessante, ma si arriva troppo presto a un finale che io sento un po’ telefonato. Non c’è alcun avvenimento intermedio per costruire e definire meglio scene e personaggi. Qualche ripetizione che stona (… esce.. dall’uscita…). La scena finale con Claudio che nonostante tutto non si sveglia, mi sembra un po’ inverosimile… a meno che, ma magari potevi lasciarcelo immaginare con qualche particolare in più, Claudio non si sia voluto svegliare…
8. Il grotto Che dire… che sia il delirio mentale di un pazzo lo si capisce a metà racconto ma il cambio di prospettiva improvviso è ben costruito e segnato dal passaggio al presente (anche se poi c’è un ritorno al tempo passato nella descrizione della figura). Per il resto molto Lovecraft, luoghi tenebrosi dotati di un’anima propria e figure mostruose. Il tutto anche ben reso, solo che non mi spaventa (se quella era l’idea), mi sembra incompiuto.
9. òrediccu it oi La trama degli avvenimenti la si ricostruisce solo alla fine attraverso due flash back successivi. Mi sembra un po’ eccessivo soprattutto in un racconto di tremila caratteri. Valeria percepisce le voci o i pensieri di chi è morto, quelli di Damiano, della ragazza che Damiano ha ucciso, ma può percepire anche la solidità di un fantasma (e morirne)? Damiano è in qualche modo uno zombie? Probabilmente qualche carattere in più rispetto ai tremila avrebbe consentito di sciogliere alcuni nodi.
Che dire, un racconto che mi ha dato parecchio filo da torcere. In prima lettura mi era sembrato fiacco e banale, per quanto denso di elementi sensoriali. Poi ho letto in un tuo commento la chiave di lettura e tutto si è chiarito, quindi ecco il commento.
A livello di tema ci siamo in pieno, crollo strutturale e crollo mentale si intrecciano in una notte tremenda. Stilisticamente ci sono degli elementi un po' troppo "poetici" per i miei gusti, una prosa un po' barocca. Mi rendo conto che sia questione di gusti. Resta comunque tutto chiaro e leggibile quindi gusti a parte direi ok.
La trama è il vero cardine del racconto. Mi sento di applaudire l'idea perché è veramente interessante e ho una predilezione per chi osa invece di limitarsi a fare "un compitino". Rileggendo la storia con la chiave giusta tutto si capisce. Qui però comunque mi sento di criticare l'eccessiva cripticità: senza la tua spiegazione è quasi impossibile cogliere il senso della vicenda, se non forse per gli Aquilani (per dire, io sono abruzzese, geologo, e ti ho letto per fare un commento, e non avevo fatto minimamente caso all'importanza degli orari, figurarsi il lettore medio). Quindi il consiglio che mi sento di darti e di insistere sulla costruzione di questo tipo di storie, ma lasciando qualche indizio in più al lettore, pur senza spiattellare tutta la verità.
Rinnovo i miei complimenti, del gruppo è il racconto che più mi ha colpito, nonostante i difetti (sempre soggettivi, sia chiaro). A rileggerci!
Milady di Gennibo
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Ciao Isabella e ben ritrovata.
Come già altri, anche io ho trovato il tema un po' stiracchiato. Certo c'è un crollo dal letto (ma chi crolla dal letto?) e c'è il crollo di un rapporto. Però ecco, secondo me non basta, anche perché la relazione non è che crolli, cosa che sarebbe stata (e che mi aspettavo) se il marito lasciasse la protagonista pur di starsene con la scimmia.
Lo stile che hai usato mi è piaciuto molto, ma questo mi capita sempre leggendo ciò che scrivi. Ho avuto la sensazione che, salvo qualche inciampo, questo brano potesse essere stato strappato pari pari da un libro pubblicato. Non mi suonano bene un paio di frasi: - Claudio esce dalle porte scorrevoli dell’uscita degli arrivi - Sofia tentenna, guarda in alto, come a sperare che le parole giuste le cadano dall’alto
Ho avuto qualche problema a immaginare le dimensioni della scimmia, nel senso che inizialmente la immaginavo una scimmietta, tipo Abu di Aladdin. Però un animale di quella taglia non avrebbe la forza necessaria per strozzare qualcuno e quindi stiamo parlando di una scimmia più grande. Insomma, serviva qualche dettaglio all'inizio che chiarisse le dimensioni.
Bello il foreshadowing delle braccia di Milady attorno al collo di Claudio. Che dire, un bel racconto che scricchiola sul lato tematico, ma molto intrattenente. A rileggerci!
L'invasione di KatyBlacksmith
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Ciao Katjia, piacere di leggerti.
Tema Forse più che di crollo in questo racconto si parla di caduta. Alla fine potremmo anche interpretarlo come crollo dell'umanità quindi direi centrato ma senza brillare.
Stile e trama. Idea molto carina con un finale sorprendente. Secondo me il difetto è da trovare in una semina imperfetta. Infatti l'effetto sarebbe stato ben maggiore se avessi descritto con maggior dettaglio i blocchi, lasciando tutti gli elementi utili per capire cosa fossero... senza farlo capire. Invece il narratore "bara" un po', restando sul vago per farci la sorpresa finale. Questo è uno dei rischi del narratore onnisciente che per il resto del racconto non mi è dispiaciuto, specialmente nelle punte ironiche che mette qui e là. Anche sul finale ho qualcosina da ridire, nel senso che mi sta benissimo che non si capisca chi sia a parlare, ma avrei gradito di più se le battute fossero state introdotte con (esempio estemporaneo): Poi tutti gli uomini alla stessa ora sentirono una voce fanciullesca arrivare dalle profondità dei mari: «Mi piace il nuovo percorso! Vediamo che effetto fa.» ...
Il titolo è, per me, da rivedere assolutamente. Banalotto e "spoileroso".
Concludendo direi che è un racconto carino che soffre di alcuni difetti ma resta una buona prova. A rileggerci!
La scatola di Blippi
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Ehilà Alessandro, piacere di rileggerti e commentarti.
Per quanto riguarda il tema ammetto di aver fatto fatica a ravvisarlo nella storia. Ho letto qualche commento e la tua spiegazione, devo essere sincero, mi sembra davvero stiracchiata. Sullo stile e trama per il resto non ho nulla da dire, la storia si segue bene ed è surreale al punto giusto. Non so se fosse tua intenzione ma a me ha dato una sensazione fortissima di "Dylan Dog", quel mix di realtà cinica e dimensione fantastica e surreale. Unica pecca a livello di struttura è che avevo intuito la presenza del camaleonte nella scatola non appena viene presentato e quindi la sorpresa è stata minore, ma ripeto, non so se fosse stata tua intensione usarla come colpo di scena. Ciò detto un raccontino davvero godibile.
A rileggerci!
òreddicu it ol di Emiliano Maramonte
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Ciao Emiliano, ben ritrovato. Che dire, questo racconto mi ha messo a durissima prova per la sua complessità. Nel senso che mi aspettavo una struttura particolare o una scansione temporale anomala ma l'aggiunta degli elementi sovrannaturali mi ha completamente disorientato tanto che pur avendo sbirciato i commenti per capire la chiave di lettura ho fatto una certa fatica. Anche l'uso di giorni ed ore non aiuta, almeno in primissima battuta, perché il giovedì e soprattutto il lunedì potrebbero essere quelli dopo... ma anche quelli prima! Tematicamente ci siamo, la protagonista crolla nell'apprendere che il suo uomo ha ucciso una ragazza. Ci sono dei passaggi poco chiari tipo: «Dannazione» fece lui. «Adesso dovrò occuparmi anche di te.» La sua sanità mentale si sgretolò come un torre demolita dal terremoto.
in cui non è immediato capire di chi sia la sanità mentale che si sgretola.
Insomma una idea interessante ma forse davvero troppa roba per i 3k. Magari nei 4k e rotti ti saresti potuto muovere meglio. A rileggerci!
Brutti pensieri di Laura Brunelli
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Ciao Laura, eccomi a commentarti.
A livello di tema è ok, descrivi la storia di una persona che dopo il crollo fisico è ovviamente soggetta a quello nervoso. Come già altri ti hanno detto nella prima parte si fa fatica a seguire i dialoghi e direi che qui i tanto vituperati "disse" ti avrebbero risparmiato un bel po' di confusione, caratteri, e beat ripetitivi. Inoltre nell'economia della storia c'è un ovvio sbilanciamento, tutta "la ciccia" del racconto viene stritolata nella parte finale, con un grosso incipit pieno di roba poco utile e molto lento. Avrei dedicato alla prima parte giusto 3 righe, per far capire il contesto → taglio con flashback → ritorno al presente. La figura dello psicoterapeuta che mette le dita ad arco e poi prende a scrivere mi è parsa fin troppo macchiettistica e soprattutto è debole il momento della "rivelazione" perché non sorprende. È tutto ovvio, palese e chiaro e quindi io lettore non ho nessun momento di meraviglia o di sconvolgimento, non hai ribaltato le mie aspettative, le hai confermate in pieno. A livello di trama un'altra debolezza è quella di ipotizzare che una psicolabile assassina possa essere lasciata in tali condizioni di libertà da poter uccidere di nuovo. Insomma, secondo me c'è da lavorare soprattutto sulla struttura della storia, lo stile invece mi è sembrato abbastanza chiaro (fatta salva la già citata parte iniziale). Spero di esserti stato utile e ti auguro una buona gara. A rileggerci!
Tutto per una scimmia
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Ciao Luca, piacere di rileggerti.
Il tema c'è, il protagonista subisce un crollo nervoso. Sul versante stile direi che il grosso problema è stato seguire i dialoghi. Ho riletto 3 volte la storia e tutte e 3 le volte mi sono perso durante i dialoghi (e ti dirò che comincio seriamente a mettere in dubbio il dogma "beat don't tag"). L'interlinea è fastidioso ma non credo che sia poi quello il grosso guaio, nel senso che se anche avessimo una spaziatura normale avremmo comunque una struttura fatta di tantissime frasi brevi e un andare a capo frequentissimo che danno un po' questo ritmo singhiozzante al racconto.
A livello di trama la storia funziona però ammetto che il suo crollo non mi ha convinto. Probabilmente con 3k caratteri è quasi impossibile descrivere un crollo progressivo, specialmente se si scrive "qui e ora" e non si ricorre a inserti riassuntivi.
Alla prossima!
Licenza poetica
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Ciao Stefano e ben ritrovato.
Il tema è sicuramente presente tanto nel concreto (il pericolo di crollo) che nella storiella dell'albero, quindi ci siamo. Sulla scrittura ho qualche appunto. Il primo, veramente un dettaglio, è quello della portiera. Nel senso che quando ho letto la prima volta non capivo come si alzasse una portiera, poi ho capito che evidentemente era quella del portabagagli. Solo che non è così ovvio che aprano proprio quella e quindi lì la mia lettura ha inciampato. Il secondo appunto riguarda alcune dinamiche. Primo, la bomba. Le bombe con l'orologio che ticchetta sono realistiche ai giorni d'oggi? Mi sa tanto di elemento da film vecchiotto e non credo che nessuno oggi produca bombe di questo genere, con tanto di ticchettio. Altro elemento è la suit da artificiere. Ho visto qualche foto e sono degli scafandri incredibili. Mi è parso strano che il protagonista sia in grado di vedere il sudore e i sorrisi dell'altro artificiere. A livello di struttura ho avvertito la mancanza di conflitto. La pericolosità della bomba è attenuata da tutti gli appunti sul fatto che sia opera di un principiante. Sul finale avresti avuto l'occasione di mostrarci un Marco che davvero valuta l'idea di farla scoppiare, ma hai subito smorzato i toni. Ecco credo che sarebbe stato più interessante mostrarci un protagonista terrorizzato all'idea che Marco fosse impazzito e un Marco che quasi indugia all'idea di diventare un eroe pur morendo.
Un racconto carino, avrebbe avuto bisogno di un po' di mordente in più. A rileggerci!
Il grotto di Antonio Pilato
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Ciao Antonio, piacere di leggerti.
A livello di tema ci siamo, descrivi il crollo mentale di un uomo. Quello che mi convince poco sono stile e trama. La sensazione che ho avuto per tutto il tempo è stata quella di leggere un racconto di Lovecraft. E il guaio e che è uno stile che forse funziona bene solo quando lo fa il buon H.P. specialmente con poco tempo a disposizione. Inoltre vi sono molti elementi che non sono riuscito a interpretare come la figura umanoide e il significato del grotto stesso.
Mi spiace sempre quando un racconto non mi convince perché so bene com'è stare dall'altro lato, ma non avrebbe senso indorare la pillola. È stato comunque un piacere leggerti e spero di rifarlo al più presto. A rileggerci!
In narrativa non esistono regole, ma se le rispetti è meglio.
Non so, l'idea di spezzettare il racconto in due parti, alternandole in modo da avere una cronologia invertita che lasciasse in sospeso le ragioni del comportamento di Dan è interessante, ma penso che tu abbia pagato abbastanza la ristrettezza di caratteri. Di solito questo tipo di narrazione funziona quando si può creare un crescendo nella tensione o comunque un disvelamento lento e continuo della vicenda. In questo caso, semplicemente non c'era abbastanza spazio e, benché io abbia apprezzato il modo con cui con pochi caratteri hai tratteggiato un rapporto disfunzionale tra Dan e Daisy ancora non era sufficiente per far esplodere la premessa iniziale (o finale). Insomma, un racconto degno di maggior spazio.
Alla prossima 2) Brutti pensieri Ciao, Laura e piacere di leggerti. Allora, apprezzo il tentativo di creare una narrazione quanto più basata sul dialogo e sull'azione possibile, dato che questo favorisce quanto più possibile l'immersività del racconto, ma penso che tu sia andata un po' oltre, soprattutto nella prima parte. La mancanza di una qualsiasi indicazione su chi stia facendo o dicendo cosa rende il tutto incredibilmente confuso e obbliga a rileggere più volte prima di capirne il senso. La parte centrale è ben descritta e anche il finale rende bene, ma qualche informazione in più non avrebbe guastato. Per dire, da quello che possiamo intuire Roberto era un uomo adulto, mentre la protagonista dovrebbe essere una bambina molto piccola: messo così, risulta poco credibile che lei sia riuscita ad ucciderlo a sediate. Nel complesso, un lavoro che testimonia una padronanza avanzata dello stile immersivo, ma che necessita di maggiore approfondimento. Alla prossima
3)òrediccu it Ciao Emiliano e piacere di leggerti. Non so, ho come l'impressione che l'esserti concentrato nella "novità" del testo con una cronologia inversa ti abbia distratto dal lavoro sullo stile, che è nettamente al di sotto della tua produzione solita. C'è troppo tell, con descrizioni poco sensate (dita crudeli, tenebra assoluta, nulla infinito) mentre in alcuni punti il POW balla tra i personaggi. ANche i dialoghi sono abbastanza debolucci, con i personaggi che parlano in maniera troppo poco verosimile per poter essere presi sul serio. Nel compless, Emiliano, un esperimento interessante, ma nel complesso di fattura meno pregevole della tua media.
Alla prossima
4)La scatola di Blippi Ciao Alessandro e piacere di leggerti. Sono abbastanza combattuto su questo racconto. A livello stilistico è piacevole e non ho riscontrato grosse pecche. Stessa cosa dicasi per i dialoghi. Allo stesso tempo, però, non riesco davvero a trovare attinenza con il tema e la trama ha un'evoluzione... strana. Nel senso, il finale sembra frettoloso e poco curato, sia nella reazione del protagonista (assente) sia nel comportamento di Mr. Grim, che pronuncia parole di difficile interpretazione. Ho letto che qualcuno ha paragonato questa storia a uno dei racconti "dylaniati" di Dylan Dog, ma il problema è che la sensazione di surreale in quei fumetti viene costruita gradualmente e costantemente, nell'arco di decine di pagine. Provare a fare la stessa cosa in poche righe non può che ottenere un effetto solo parziale. Peccato.
Alla prossima!!
5) Ombre Ciao, Massimiliano e piacere di leggerti. Dunque, a livello di trama devo ribadire che quello che hanno detto gli altri: è ammirevole che tu abbia deciso di prendere coraggio per raccontare una storia meno comune e con una forma meno esplicita, ma resta il problema che, se qualcuno non conosce il fatto di cronaca di cui stai parlando, difficilmente riuscirà a comprendere quello che hai scritto. Per lo stile ammetto che un paio di frasi mi hanno lasciato interdetto, anche perché sembravano andare in direzione di un tell grossolano, che di solito non ti appartiene ("Un urlo le parte da dentro, spegnendosi in un fiotto cremisi che le imbratta la bocca e il mento: il sapore ferroso è rivoltante." ad esempio, è parecchio tell) . Nel complesso, il racconto non mi ha fatto impazzire. Alla prossima!
6)Licenza poetica CIao, Stefano e piacere di leggerti. Mi accodo a quanto detto dagli altrI. sul finale c'è veramente un calo di tensione eccessivo, che stronca qualsiasi possibilità per un finale interessante. Peggio ancora, il fatto che tu abbia scelto di concludere in questo modo priva il racconto di una vera narrazione. Non c0è un vero punto di svolta, un qualcosa di inaspettato o conflittuale che caratterizzi la trama. A dir la verità, non c'è davvero un vero e proprio crollo. Lo stile è buono e pulito, ma non basta a compensare per una trama che costruisce molto, ma non conclude nulla. Alla prossima
7)Milady Ciao Gennibo e piacere di leggerti. Mi spiace, ma trovo davvero poco da salvare in questo racconto. A livello di trama, sembra di leggere il riassunto di una storia più lunga o meglio, due estratti riassunti di due parti di questa storia prese all'inizio e alla fine. Quello che abbiamo è sufficiente per darci un'idea solo molto vaga di quello che è accaduto, al punto che, nel finale sei stata costretta ad affidarti a un pesantissimo infodump per spiegare al lettore le probabili motivazioni del comportamento di Milady. Dal punto di vista stilistico, il telling è costante e onnipresente e l'infodump finale non fa altro che contribuire ad ampliare l'irrealtà di tutta la narrazione. Peccato: questo è sicuramente un racconto al di sotto delle tue qualità.
Alla prossima!
8)L'invasione Ciao Katjia e piacere di leggerti. A livello di trama, il racconto risente tutto dello stile "riassuntivo" della vicenda, che sacrifica totalmente la narrazione in favore di una esposizione degli eventi. Qualcuno lo ha paragonato all'ironia di "Guida Galattica per autostoppisti": il paragone che a me è venuto in mente è con l'introduzione del libro, che serve a introdurre la vicenda, per poi lasciare il campo alla vera storia. Anche lo stacco netto con il finale, poco più di una frase tirata via, danneggia il racconto, poiiché arriva all'improvviso e con troppa poca spiegazione per poter davvero funzionare come plot twist. A livello stilistico, direi la scelta di favorire un approccio riassuntivo (con introspezioni del narratore dal gusto moraleggiante e umoristico) rende il tutto più simile a una favola che a un vero racconto.
Alla prossima!
9)Il Grotto Ciao Antonio e piacere di leggerti- Dunque, il racconto presenta parecchie problematiche sia dal punto di vista stilistico che di trama. A livello di trama, l'azione è confusa, al punto che si fatica a capire cosa stia effettivamente succedendo, né è facile intuire cosa sia effettivamente il Grotto e cosa abbia fatto impazzire il protagonista. A livello stilistico, la narrativa è pesante, troppo piena di aggettivi inutili e frasi costruite solo per aggiungere un suono gradevole. Il telling è devastante e proprio la ricerca di una costante sonorità rovina qualsiasi tentativo di immersione. Peccato. Alla prossima.
Ecco a voi i miei commenti e classifica per il vostro gruppo!
1) Tutto per una scimmia, di Luca Nesler Ho apprezzato tantissimo. Mi piace sempre quando si gioca con la struttura per cercare di ottenere risultati impossibili altrimenti e qui lo fai strabene. Lo sai che i racconti puramente umoristici incontrano raramente il mio pieno apprezzamento, ma qui sei andato oltre, un un altro livello dimostrando, tra l'altro, la tua ormai caratteristica verve e originalità. Stuependo anche come lo è tutto costruito sul tema. Pollice su senza se e senza ma. 2) orediccu it oI, di Emiliano Maramonte Davvero un ottimo impianto e ben gestito, qualche pizzico di sovrannaturale e il tutto mischiato ben bene, bravo. Ti anticipo il pollice: quasi su. Ti spiego il perché del "quasi": non per il refuso (invero, fastidioso, ma finisce lì), ma perché non mi è arrivata, neppure dopo spiegazione, la questione dell'anello (se lo usava come esca perché poi non ci "ha guardato dentro"?) e non ho capito come avrebbe potuto difendersi nel caso lo avesse trovato, quindi tutta quest'enfasi sul cercarlo per la casa. In ogni caso: complimenti. 3) Ombre, di Massimo Tivoli Bravo per avere osato così tanto con una struttura simile. Sono arrivato a ciò che è successo davvero, ma anch'io, in prima lettura, ho pensato a una seconda scossa. Credo ci sia qualcosa che dovrebbe essere migliorato nella prima parte, forse evochi Diego troppo tardi e forse ci sarebbe bisogno di qualcosa in più nella semina (soprattutto per non fare pensare a una seconda scossa). Pensanco alla seconda parte, credo che la malattia mentale di Diego dovrebbe già essere suggerita nella prima, come farlo senza rivelare troppo è il quesito. Ottima la declinazione del tema. Come valutazione starei su un pollice tendente verso il positivo in modo solido e anche brillante. 4) Licenza poetica, di Stefano Moretto Un racconto piacevole da leggere, ma che non graffia come altri di questo gruppo. Non c'è un vero problema perché mi sembra che tusia riuscito a renderlo per come volevi, compreso il finale con la tensione crollata diverse righe prima, ma il tutto risulta "leggero" in modo forse eccessivo. Ho un po' storto il naso anch'io di fronte alla bomba che fa tic-tac e mi è sembrato tutto, tutta l'operazione di disinnesco, un po' amatoriale e da film anni '80, quindi mi ha poco coinvolto, ma forse funziona così davvero, non ho sufficienti competenze per saperlo. Bene il tema, aleggiante durante tutto il testo. Direi il classico caso di pollice tendente al positivo in modo decisamente solido anche se non brillante. 5) Il Grotto di Antonio Pilato Un racconto affascinante che crea tante immagini in testa e che continua a turbare anche una volta terminata la lettura. Il protagonista mi sembra un po' il Renfield di Dracula di Bram Stoker (e il grotto è Dracula, ovviamente) e questo è un punto a favore. Dove però il racconto mi sembra mancare è proprio nel creare l'immagine del Grotto: ce ne parli all'inizio e poi basta e non mi è stato sufficiente per delinearmelo. Quindi, in buona sostanza, mi sembra esserci tutto l'intorno, ma mi manca il Grotto che, come un buco nero, sembra attrarre l'intero racconto verso se stesso. Tu dirai che questo può bastare, ma io penso che qualcosa in più potevi darci. Concludendo, per me un pollice tendente verso il positivo in modo solido e anche brillante che però piazzo dietro al pari valutato racconto di Moretto, più completo nelle sue diverse parti. 6) Brutti pensieri, di Laura Brunelli La problematica principale, qui, sta nella partenza perché, io lettore, ho faticato molto a delineare la situazione. Pronti, via, il dottore (che inizialmente pensavo fosse il compagno) fa una domanda e la protagonista pensa senza che tu vada a capo. Vai a capo e il dottore ripete la domanda, solo che l'andata a capo fa immaginare che ora a parlare sia lei, quindi confusione. Insomma, ti mangi parecchio spazio in una situazione un po' caotica che potevi archiviare in modo molto più diretto per immergere subito il lettore nel racconto vero e proprio. Tergiversi troppo, insomma, e questo poi lo paghi anche nel prosieguo quando ormai hai ripreso bene il comando del racconto e tutto diventa più chiaro, ma i caratteri scarseggiano e ti devi adattare. Il tema è ben presente. Concludendo, direi un pollice tendente al positivo non in modo solido, ma ti piazzo davanti ai parivalutati in quanto sei più dentro il tema e il tuo problema si verifica nella prima parte invece che in conclusione o durante. 7) La scatola di Blippi, di Alessandro Canella Bellissimo il personaggio di Blippi. Hai affermato che Wade è solo la mano e che la mente è Blippi e credo che proprio qui stia un problema piuttosto rilevante, ovvero che Blippi, alla fin fine, rimane sempre in secondo piano e anche quando entra in campo non sembra "mangiare" di sua volontà chi le aveva criticato l'opera perché è Mr Grim che la cerca e infila la mano dentro. Insomma, anche da fuori scena, sarebbe dovuta essere più addentro con un gioco maggiore sui suoi fischietti e intolleranze varie sulle critiche di Mr Grim e poi con un'azione più attiva nel vendicarsi. Probabilmente in questo modo avresti anche potuto lavorare meglio sul personaggio e, chissà, anche fare arrivare con più forza il tema che, invece, rimane davvero in terzo piano. Insomma, poteva essere gestito meglio il tutto, ma caspita: hai sempre idee geniali. Come valutazione direi un pollice tendente verso il positivo anche se non in modo solido, questa volta. 8) Milady, di Isabella Valerio Hai fatto benissimo a metterti in gioco anche con un racconto scritto in mezz'ora, cosa che si nota tutta, soprattutto per chi ti legge da tanto. Anch'io ho notato che avresti avuto 600 caratteri ancora a disposizione, ma il tempo era tiranno e, gioco forza, non hai potuto usarli. Certo, poi ti devi confrontare con altri che invece sono riusciti a usare tutte le risorse a disposizione e può essere dura. Ti rilevo anch'io che il tema, per come l'hai trattato, risulta anche troppo laterale, non fondante il racconto. Ed è indubbio che lo strappo netto sul finale è forse troppo netto. Ma, detto, questo, sei comunque riuscita a imbastire una storia efficace che fa venire anche qualche brividino (le scimmie assassine sono sempre una certezza). Come valutazione devo fermarmi su un pollice tendente verso il positivo anche se non brillante e posizionarti dietro al parivalutato racconto di Canella proprio per tutte le criticità rilevate. 9) L’invasione, di Katjia Mirri Sono un po' la memoria storica di Minuti Contati (ci mancherebbe, tra partecipazioni e gestioni non mi sono perso un'edizione) e posso assicurarti che, quando si entra nell'Arena, tra le prime prove in tanti (me compreso) hanno scelto la via del Dio che si diverte a giocare con la Terra (che qui potrebbe anche essere un alieno particolarmente potente, ma cambia poco) e non mi sembra che ne sia mai uscito un racconto memorabile. Questo preambolo anche per dirti che ci sta e che ci sono cascato anch'io, ma che questa struttura è tra le più abusate in assoluto. In più, qui decidi per una lunga narrazione senza mostrarci personaggi e quindi dialoghi e sembra davvero un preambolo a qualcosa di molto più grosso. Infine chiudi con il domino che ci evoca quanto detto più sopra. Come tema direi più che a posto, ma hai verve e penna che mi piacerebbe vedere impiegati in qualcos'altro e spero di rivederti presto nell'Arena. Concludendo, starei su un pollice tendente verso il positivo un po' al pelo perché, comunque, si legge bene.