Il treno delle cinque
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Il treno delle cinque
IL TRENO DELLE CINQUE
Di Alexandra Fischer
Si era appena assopita sul divano, scoraggiata dal mucchio di scatoloni che l’addetto agli sgomberi l’aveva aiutata a sistemare nelle stanze prima di andarsene.
Erano passati alcuni giorni dal suo trasferimento nella nuova città, ma quella partenza in piena sul furgone le sembrava appena avvenuta.
Quando il marito aveva cominciato a sentirsi male, aveva già preso l’alloggio arredandolo di nascosto dai figli di lui.
Aveva ancora negli occhi le loro espressioni ostili.
Enrico era sempre stato troppo ottimista al riguardo.
Leonardo e Martina non ti conoscono ancora bene. Dai loro il tempo di abituarsi a te e ti accetteranno. Certe persone gestiscono il dolore più difficilmente delle altre.
Lei aveva resistito, vivendo in una casa piena delle tracce dell’Altra.
Certo, c’era stata la cordialità di Luisa, ma lei non si era fidata a trasformarla in un’amicizia.
Prima, perché ferita dall’ostilità della famiglia d’origine per via di quel matrimonio a cinquant’anni, e poi perché aveva molto da nascondere.
Si era ricavata una stanza per sé piena degli oggetti della sua vita di prima, quando traduceva e non voleva che nessuno ci si intromettesse, specialmente quando in lei era maturata l’idea di andarsene.
I dizionari, i libri Penguin e Gallimard, e i vecchi numeri di Stern erano stati, abiti e scarpe a parte, tutto quello che si era portata via.
Il sonno la colse, pesante.
Il fischio che preannunciava l’arrivo del primo treno lo incrinò.
Un suono musicale lo spazzò via del tutto.
Si riscosse.
E dire che non ho neppure il telefono. Ma già, è il campanello.
Si alzò e andò ad aprire la porta, dopo aver dato un’occhiata all’orologio che teneva al polso.
Le cinque e un quarto. Mattiniero, il seccatore.
Guardò dallo spioncino e il cuore prese a batterle forte.
Guarda tu che cresta e quei lobi forati con l’orecchino. Per non parlare degli occhi truccati e della bombetta.
Certo, la giacca e i pantaloni erano di ottimo taglio e aveva uno zaino nuovo a stampe di pappagalli, ma chi era?
Evitò di aprire.
Lui suonò di nuovo.
Lei si ostinò a non rispondere.
Allora, il giovanotto disse: «Tanto so che è in casa. Ho visto la luce. Vengo da parte di Luisa Mazzocco.»
Mise la catenella e aprì uno spiraglio: «Cos’è?»
Lui tirò fuori un libro: «Lessico Famigliare di Natalia Ginzburg. Lo ha dimenticato nella sua stanza.»
Lei afferrò il volume con avidità: «Grazie, ma tu chi saresti?»
Il giovane ridacchiò: «Un compagno di corso di Martina. Certo, non può conoscermi. Luisa mi ha spiegato. Ma io sono felice di essere passato di qui prima di andare in facoltà. Ammiro da sempre le sue traduzioni, signora Ripamonti. Dovrebbe riprendere, sa?»
«Lo farò. Vorrei farti entrare per un caffè, ma …».
Lui diede un’occhiata al di sopra della spalla di lei: «Capisco, certo.»
La salutò e corse giù per la scala.
Alessia Ripamonti chiuse la porta con il libro stretto al petto, sentendosi meno stanca e felice della sorpresa.
Di Alexandra Fischer
Si era appena assopita sul divano, scoraggiata dal mucchio di scatoloni che l’addetto agli sgomberi l’aveva aiutata a sistemare nelle stanze prima di andarsene.
Erano passati alcuni giorni dal suo trasferimento nella nuova città, ma quella partenza in piena sul furgone le sembrava appena avvenuta.
Quando il marito aveva cominciato a sentirsi male, aveva già preso l’alloggio arredandolo di nascosto dai figli di lui.
Aveva ancora negli occhi le loro espressioni ostili.
Enrico era sempre stato troppo ottimista al riguardo.
Leonardo e Martina non ti conoscono ancora bene. Dai loro il tempo di abituarsi a te e ti accetteranno. Certe persone gestiscono il dolore più difficilmente delle altre.
Lei aveva resistito, vivendo in una casa piena delle tracce dell’Altra.
Certo, c’era stata la cordialità di Luisa, ma lei non si era fidata a trasformarla in un’amicizia.
Prima, perché ferita dall’ostilità della famiglia d’origine per via di quel matrimonio a cinquant’anni, e poi perché aveva molto da nascondere.
Si era ricavata una stanza per sé piena degli oggetti della sua vita di prima, quando traduceva e non voleva che nessuno ci si intromettesse, specialmente quando in lei era maturata l’idea di andarsene.
I dizionari, i libri Penguin e Gallimard, e i vecchi numeri di Stern erano stati, abiti e scarpe a parte, tutto quello che si era portata via.
Il sonno la colse, pesante.
Il fischio che preannunciava l’arrivo del primo treno lo incrinò.
Un suono musicale lo spazzò via del tutto.
Si riscosse.
E dire che non ho neppure il telefono. Ma già, è il campanello.
Si alzò e andò ad aprire la porta, dopo aver dato un’occhiata all’orologio che teneva al polso.
Le cinque e un quarto. Mattiniero, il seccatore.
Guardò dallo spioncino e il cuore prese a batterle forte.
Guarda tu che cresta e quei lobi forati con l’orecchino. Per non parlare degli occhi truccati e della bombetta.
Certo, la giacca e i pantaloni erano di ottimo taglio e aveva uno zaino nuovo a stampe di pappagalli, ma chi era?
Evitò di aprire.
Lui suonò di nuovo.
Lei si ostinò a non rispondere.
Allora, il giovanotto disse: «Tanto so che è in casa. Ho visto la luce. Vengo da parte di Luisa Mazzocco.»
Mise la catenella e aprì uno spiraglio: «Cos’è?»
Lui tirò fuori un libro: «Lessico Famigliare di Natalia Ginzburg. Lo ha dimenticato nella sua stanza.»
Lei afferrò il volume con avidità: «Grazie, ma tu chi saresti?»
Il giovane ridacchiò: «Un compagno di corso di Martina. Certo, non può conoscermi. Luisa mi ha spiegato. Ma io sono felice di essere passato di qui prima di andare in facoltà. Ammiro da sempre le sue traduzioni, signora Ripamonti. Dovrebbe riprendere, sa?»
«Lo farò. Vorrei farti entrare per un caffè, ma …».
Lui diede un’occhiata al di sopra della spalla di lei: «Capisco, certo.»
La salutò e corse giù per la scala.
Alessia Ripamonti chiuse la porta con il libro stretto al petto, sentendosi meno stanca e felice della sorpresa.
- Emiliano Maramonte
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Re: Il treno delle cinque
Ciao Alexandra, ben trovata!
Velocissima... prima a postare!!!
Ovviamente tutto okay col tempo e anche con i caratteri!
Divertiti in questa Special CIF Edition!
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Re: Il treno delle cinque
Ciao, Megagenius, grazie.
Ciao The Ocean Master, mi dispiace che non ti sia arrivata la seconda parte della storia. E anche il fraintendimento: non c'è un Giuseppe Ripamonti, ma un'Alessia Ripamonti. Per quel che riguarda il tema, avevo inserito come elemento il titolo [i]Lessico familiare[i] di Natalia Ginzburg come esempio di cultura italiana. Grazie per aver apprezzato il modo in cui l'ho scritta.
Ciao The Ocean Master, mi dispiace che non ti sia arrivata la seconda parte della storia. E anche il fraintendimento: non c'è un Giuseppe Ripamonti, ma un'Alessia Ripamonti. Per quel che riguarda il tema, avevo inserito come elemento il titolo [i]Lessico familiare[i] di Natalia Ginzburg come esempio di cultura italiana. Grazie per aver apprezzato il modo in cui l'ho scritta.
- Massimo Tivoli
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Re: Il treno delle cinque
Ciao Alexandra. Il tema con l’arrivo dello studente è rispettato senza ombra di dubbio. Anche la scelta del paletto, il romanzo autobiografico Lessico Familiare, è una scelta originale, un caso molto specifico di cultura italiana (vincitore del premio Strega) e forse non riconoscibile dai più, però ciò non toglie che i vincoli del gioco sono pienamente rispettati. Invece, il racconto mi convince di meno. L’ho trovato poco coinvolgente, poco emozionante, è scritto in modo molto didascalico, tutto scorre liscio ma se ne va altrettanto liscio senza lasciare emozioni nel lettore. La narrazione si percepisce piatta, inizia in un modo, prosegue uguale e termina nello stesso medesimo modo. Ci mostri un flash di vita quotidiana, in modo molto pacato e controllato, ma magari, considerata anche la condizione della protagonista, si poteva osare, tentando di inserire qualche scossone, qualcosa che avesse conferito più mordente al racconto o alla scrittura stessa.
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Re: Il treno delle cinque
Ciao Massimo, sono contenta che hai trovato rispettate specifiche e paletto. Mi dispiace che la storia ti sia parsa con poco mordente (poca azione e molto psicologica). Però è già qualcosa che ti sia apparsa lineare (quindi scorrevole). Se penso a certi altri miei racconti apparsiti caotici va un po' meglio. L'adrenalina? Gli scossoni? Magari quando ci rimetterò mano.
Re: Il treno delle cinque
Ciao Alex e, come sempre, piacere di leggerti.
Ora, sarò ignorante, ma ammetto di non sapere se c'è un personaggio culturale che si chiama "Alessia Ripamonti" o se è solo un personaggio di fantasia, quindi facciamo che do per rispettato e andiamo avanti.
Il problema principale di questo racconto è che siamo a un livello persino superiore al solito di fumosità: se sulla Tela riesci a mantenere un discreto equilibrio tra evocatività e descrittività (equilibrio che spesso sfocia in una eccesiva indeterminatezza, purtroppo) qui lasci sottintese troppe cose, al punto che si potrebbe persino pensare che questo sia un paragrafo estrapolato da un tuo lavoro più lungo. Davvero, l'impressione è questa ed è un peccato perché, preso singolarmente, è scritto davvero bene: insomma, se fosse davvero parte di un'opera più lunga, avrebbe tute le premesse per essere una storia molto ben fatta. COme racconto a sé stante, invece, non regge.
Alla prossima, Alex.
Ora, sarò ignorante, ma ammetto di non sapere se c'è un personaggio culturale che si chiama "Alessia Ripamonti" o se è solo un personaggio di fantasia, quindi facciamo che do per rispettato e andiamo avanti.
Il problema principale di questo racconto è che siamo a un livello persino superiore al solito di fumosità: se sulla Tela riesci a mantenere un discreto equilibrio tra evocatività e descrittività (equilibrio che spesso sfocia in una eccesiva indeterminatezza, purtroppo) qui lasci sottintese troppe cose, al punto che si potrebbe persino pensare che questo sia un paragrafo estrapolato da un tuo lavoro più lungo. Davvero, l'impressione è questa ed è un peccato perché, preso singolarmente, è scritto davvero bene: insomma, se fosse davvero parte di un'opera più lunga, avrebbe tute le premesse per essere una storia molto ben fatta. COme racconto a sé stante, invece, non regge.
Alla prossima, Alex.
- alberto.tivoli
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Re: Il treno delle cinque
Ciao Alexandra, di seguito il mio commento.
Racconto aderente al tema e al paletto (l’arrivo inaspettato del ragazzo che riconsegna la testimonianza letteraria della famiglia Levi).
In effetti anche a me è sembrato che il racconto costituisca uno spezzone di una storia più lunga, infatti è più interessante quello che appare sullo sfondo che l’azione in sé, vedi i rapporti con i famigliari del compagno della protagonista.
Alla prossima edizione.
Alberto Tivoli
Racconto aderente al tema e al paletto (l’arrivo inaspettato del ragazzo che riconsegna la testimonianza letteraria della famiglia Levi).
In effetti anche a me è sembrato che il racconto costituisca uno spezzone di una storia più lunga, infatti è più interessante quello che appare sullo sfondo che l’azione in sé, vedi i rapporti con i famigliari del compagno della protagonista.
Alla prossima edizione.
Alberto Tivoli
- Gabriele Dolzadelli
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Re: Il treno delle cinque
Ciao Alexandra.
Complimenti per lo stile, di sicuro ottimo. Hai un'intensità emotiva notevole.
Dal punto di vista della trama, però, devo dire di aver fatto molta fatica. Non ho percepito tensione narrativa e non ho ben compreso dove volessi andare a parare. Ho riletto diverse volte, cercando di dare una spiegazione o capire cosa svelasse ciò che le porta il ragazzo ma non c'è stato nulla che mi venisse mostrato. Servirebbe un po' di pepe in più.
Il riferimento alla cultura italiana sarebbe il dizionario?
Complimenti per lo stile, di sicuro ottimo. Hai un'intensità emotiva notevole.
Dal punto di vista della trama, però, devo dire di aver fatto molta fatica. Non ho percepito tensione narrativa e non ho ben compreso dove volessi andare a parare. Ho riletto diverse volte, cercando di dare una spiegazione o capire cosa svelasse ciò che le porta il ragazzo ma non c'è stato nulla che mi venisse mostrato. Servirebbe un po' di pepe in più.
Il riferimento alla cultura italiana sarebbe il dizionario?
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Re: Il treno delle cinque
Ciao Pretorian, il personaggio di Alessia Ripamonti è di fantasia. Mi dispiace che la storia ti appaia fumosa e appartenente a un lavoro più lungo. L'ho scritta invece sul momento, cercando di caratterizzare il personaggio più che potevo (perché è sola, chi è).
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Re: Il treno delle cinque
Ciao Alberto, grazie per avermi fatto capire l'errore di fondo: troppi riferimenti al passato di lei. E questo a scapito dell'azione presente (era lì che avrei dovuto mettere il famoso: mostra non dire).
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- Messaggi: 2914
Re: Il treno delle cinque
Ciao Gabriele, no, il riferimento alla cultura italiana è "Lessico familiare" della Ginzburg, il libro che il ragazzo porta ad Alessia.
Mi dispiace che la storia ti sia apparsa confusa.
Mi dispiace che la storia ti sia apparsa confusa.
Re: Il treno delle cinque
Ciao Alexandra,
ho letto il tuo racconto con piacere. Mi ha lasciato un senso di malinconia con un sorriso finale e la sensazione di non aver capito davvero cosa stesse succedendo.
L'ho riletto, e la maggior parte delle cose sono andate a posto, anche se non ho capito chi sia Luisa (forse l'Altra?), quali siano le troppe cose da nascondere della protagonista. Così risulta anche difficile, per me, capire come da Luisa si sia passati a Martina e al visitatore inaspettato.
Al di là di queste cose, mi sembra un eccellente racconto!
A presto rileggerti.
ho letto il tuo racconto con piacere. Mi ha lasciato un senso di malinconia con un sorriso finale e la sensazione di non aver capito davvero cosa stesse succedendo.
L'ho riletto, e la maggior parte delle cose sono andate a posto, anche se non ho capito chi sia Luisa (forse l'Altra?), quali siano le troppe cose da nascondere della protagonista. Così risulta anche difficile, per me, capire come da Luisa si sia passati a Martina e al visitatore inaspettato.
Al di là di queste cose, mi sembra un eccellente racconto!
A presto rileggerti.
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Re: Il treno delle cinque
Ciao Sirimedho, mi dispiace che ti siano sfuggiti i legami fra i personaggi (qui la colpa è mia). L'Altra (la prima moglie di Enrico) non è Luisa (sorella del marito di Alessia). A Martina si arriva perché è la nipote di Luisa, la quale ha tenuto d'occhio Alessia (la seconda moglie di Enrico, poi divenuta la sua vedova), scoprendo le sue cose da nascondere (si è presa un alloggio in un'altra città da quando hanno diagnosticato un male incurabile al marito e lei ha deciso di scappare: per l'ostilità dei figli di lui) ma, oltre a lasciarla fare, le fa avere il libro dimenticato nell'ultima parte del trasloco (effettuato di notte) tramite un compagno di corso universitario di Martina.
Re: Il treno delle cinque
Ciao Alexandra,
Mi mancava solo chi fosse Luisa, il resto era tutto chiaro.
Non che fosse così essenziale sapere chi fosse precisamente, era già definita come una persona che aveva offerto l'amicizia alla protagonista, ma se fosse stata l'Altra (improbabile, vista la sottintesa rivalità) il senso sarebbe stato diverso.
Mi mancava solo chi fosse Luisa, il resto era tutto chiaro.
Non che fosse così essenziale sapere chi fosse precisamente, era già definita come una persona che aveva offerto l'amicizia alla protagonista, ma se fosse stata l'Altra (improbabile, vista la sottintesa rivalità) il senso sarebbe stato diverso.
- Eugene Fitzherbert
- Messaggi: 486
Re: Il treno delle cinque
Ciao, Alexandra,
e ben trovata ancora su Minuti Contati!
Il tuo racconto scorre liscio come sempre, e dimostra come padroneggi la scrittura, anche in un tempo così limitato come quello di Minuti Contati. Il giudizio tecnico è decisamente positivo!
Quel che mi ha lasciato perplesso è l'esiguità della vicenda, soprattutto perché sembra sospesa tra un inizio e una fine che non vediamo mai. L'importanza dello studente, delle traduzioni, del libro stesso, non viene mai veramente mostrata e ancor di più il livello di conflitto che ha spinto la protagonista ad andare a vivere da sola è appena accennato con poche parole che rendono la vicenda ancora più lattiginosa. Bada, non sto dicendo che non si capisce, anzi, è tutto molto chiaro, solo che non si vede bene uno scopo, un'azione, un motore che spinga tutta la vicenda verso una qualsiasi fine.
Mi aggiungo al coro di chi considera questo un pezzo di qualcosa di più lungo, perché dopo l'ultima frase, si sente bene scalpitare la tua protagonista che ha ancora qualcosa da dire. Perché allora non continuarlo?
e ben trovata ancora su Minuti Contati!
Il tuo racconto scorre liscio come sempre, e dimostra come padroneggi la scrittura, anche in un tempo così limitato come quello di Minuti Contati. Il giudizio tecnico è decisamente positivo!
Quel che mi ha lasciato perplesso è l'esiguità della vicenda, soprattutto perché sembra sospesa tra un inizio e una fine che non vediamo mai. L'importanza dello studente, delle traduzioni, del libro stesso, non viene mai veramente mostrata e ancor di più il livello di conflitto che ha spinto la protagonista ad andare a vivere da sola è appena accennato con poche parole che rendono la vicenda ancora più lattiginosa. Bada, non sto dicendo che non si capisce, anzi, è tutto molto chiaro, solo che non si vede bene uno scopo, un'azione, un motore che spinga tutta la vicenda verso una qualsiasi fine.
Mi aggiungo al coro di chi considera questo un pezzo di qualcosa di più lungo, perché dopo l'ultima frase, si sente bene scalpitare la tua protagonista che ha ancora qualcosa da dire. Perché allora non continuarlo?
Re: Il treno delle cinque
Scusa Alexandra, non ho capito diverse cose in questa storia, ad esempio: ma il tipo…è morto o sta in ospedale? Chi ha preso l’alloggio? Il marito o la protagonista, o insieme?
Chi è Luisa? La suocera o la ex moglie? (alla cognata non avevo proprio pensato)
La protagonista nasconde dei segreti, ma poi la cosa non viene sviluppata.
Però, nonostante tutto, mi è piaciuto il messaggio, il Lessico Famigliare, un modo per dire alla protagonista che è accettata in famiglia, sia per il libro, sia perché, sebbene sia una cosa sua, lo manda Luisa.
Io l’ho interpretata come l’abbattimento della protagonista, triste per la perdita del compagno, dopo poco che si sono messi insieme e sposati. Con Lei che non ha fatto in tempo a venire accettata dalla famiglia e poi arriva inaspettato un messaggio incoraggiante.
Chi è Luisa? La suocera o la ex moglie? (alla cognata non avevo proprio pensato)
La protagonista nasconde dei segreti, ma poi la cosa non viene sviluppata.
Però, nonostante tutto, mi è piaciuto il messaggio, il Lessico Famigliare, un modo per dire alla protagonista che è accettata in famiglia, sia per il libro, sia perché, sebbene sia una cosa sua, lo manda Luisa.
Io l’ho interpretata come l’abbattimento della protagonista, triste per la perdita del compagno, dopo poco che si sono messi insieme e sposati. Con Lei che non ha fatto in tempo a venire accettata dalla famiglia e poi arriva inaspettato un messaggio incoraggiante.
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Re: Il treno delle cinque
Ciao Sirimedho, grazie dell'interessamento. Sono contenta che la storia, per il resto, ti sia sembrata chiara.
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Re: Il treno delle cinque
Ciao Eugene, questi sono i guai del "Mostra, non dire". Il motivo di fondo c'è, ma io, purtroppo, non ho messo gli elementi per renderlo comprensibile ai più (scusa). Te lo spiego: Alessia, dopo la morte del marito, scappa dalla casa, perché i figli di lui la rifiutano e la presenza della prima moglie defunta (l'Altra) è invadente. L'unica che le è amica è Luisa, ma a lei non basta. Ha cominciato a pianificare la fuga a partire dalla malattia del marito e poi è scappata. Luisa sa, ma ne capisce le ragioni e la lascia andare, dandole il libro(smarrito nella fretta) come ultima gentilezza, usando come tramite il compagno di corso della "figliastra" Martina.
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Re: Il treno delle cinque
Ciao Gennibo, eccoti le spiegazioni: il marito è morto. Per lui erano le seconde nozze.
L'alloggio se lo è scelto e arredato lei di nascosto dai familiari (troppo legati alla memoria dell'Altra, la prima moglie defunta) per accettarla. Però per lei c'è stato l'affetto della cognata Luisa (ci hai preso) che le fa pervenire il libro per esprimerglielo lasciandola libera, sì, ma anche facendole sentire meno la solitudine.
L'alloggio se lo è scelto e arredato lei di nascosto dai familiari (troppo legati alla memoria dell'Altra, la prima moglie defunta) per accettarla. Però per lei c'è stato l'affetto della cognata Luisa (ci hai preso) che le fa pervenire il libro per esprimerglielo lasciandola libera, sì, ma anche facendole sentire meno la solitudine.
Re: Il treno delle cinque
Lo stile è quello che mi piace di più, più intimo e personale evochi bene la tristezza e solitudine della protagonista...e come ha detto qualcun'altro sopra lascia in effetti uns enso di malinconia.
In questo senso funziona meglio quando resti sull'intimità che quando vai sull'aulico ("Il sonno la colse...Il fischio..lo incrinò. Un suono musicale lo spazzò"...tutto un po' troppo mi sembra)
Proprio per questo secondo me la storia va bene, non credo che qualsiasi racconto abbia bisogno della sorpresa, dell'azione o dell'inganno al lettore.
Come hanno detto sopra, però, in effetti sembra più un pezzo ritagliato di una storia più lunga e di questo un po' soffre. Potevi forse dare una determinazione maggiore alla scena.
Inoltre, se è una traduttrice potevi farle consegnare un libro tradotto da lei e insirire in altro modo il paletto no? Così è un po' straniante...
In questo senso funziona meglio quando resti sull'intimità che quando vai sull'aulico ("Il sonno la colse...Il fischio..lo incrinò. Un suono musicale lo spazzò"...tutto un po' troppo mi sembra)
Proprio per questo secondo me la storia va bene, non credo che qualsiasi racconto abbia bisogno della sorpresa, dell'azione o dell'inganno al lettore.
Come hanno detto sopra, però, in effetti sembra più un pezzo ritagliato di una storia più lunga e di questo un po' soffre. Potevi forse dare una determinazione maggiore alla scena.
Inoltre, se è una traduttrice potevi farle consegnare un libro tradotto da lei e insirire in altro modo il paletto no? Così è un po' straniante...
Re: Il treno delle cinque
Tema e paletto piesi in pieno direi, più inaspettato di un tizio strano che alle 5 del mattino ti consegna un pezzo di storia italiana c'è solo la pizza di mezzanotte. ^__^
Mi piace molto la malinconia del racconto, diffusa e sempre presente tipica di una scelta che diviene poi un rimpianto.
Come nota negativa potrei dire che il racconto è troppo lineare, come capita spesso a me, è come se non accadesse nulla, ci sono delle belle, bellissime fotografie ma manca un poco il senso della storia. Proverei a rivederlo dandogli un obiettivo finale... e magari molte più parole per rendere al meglio la malinconia della situazione.
Mi piace molto la malinconia del racconto, diffusa e sempre presente tipica di una scelta che diviene poi un rimpianto.
Come nota negativa potrei dire che il racconto è troppo lineare, come capita spesso a me, è come se non accadesse nulla, ci sono delle belle, bellissime fotografie ma manca un poco il senso della storia. Proverei a rivederlo dandogli un obiettivo finale... e magari molte più parole per rendere al meglio la malinconia della situazione.
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Re: Il treno delle cinque
Ciao Rionero, scusa se il racconto ti sembra un pezzo di una storia più lunga (non lo è, davvero!) e mi dispiace che soffra per quello. Grazie di averci trovato del buono. Ecco, il fatto di non aver messo un libro tradotto da lei, ma quello della Ginzburg è voluto per spiazzare un po' il lettore (altro che orgoglio professionale… è scappata da una famiglia dopo aver ridotto di molto ambizioni. E rieccola da sola… quindi, meglio ripartire da una famiglia immaginaria, quella della Ginzburg, e riprendere se stessa. Poi, torneranno le traduzioni. Il mio messaggio è stato un po' quello).
Ciao Lordmax, sei molto gentile. Grazie, farò tesoro del tuo consiglio di arricchire il racconto di parole per rendere il senso di malinconia e sì, dare un obbiettivo alla protagonista.
Ciao Lordmax, sei molto gentile. Grazie, farò tesoro del tuo consiglio di arricchire il racconto di parole per rendere il senso di malinconia e sì, dare un obbiettivo alla protagonista.
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