Appuntamento alle 21.00 di lunedì 15 aprile con un tema di Polly Russell e 4 ore di tempo per scrivere un racconto con un max di 4000 caratteri spazi inclusi!
BENVENUTI ALLA POLLY RUSSELL EDITION, L'OTTAVA DELLA UNDICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 182° ALL TIME!
Questo è il gruppo VILLAINS della POLLY RUSSELL EDITION con POLLY RUSSELL come guest star.
Gli autori del gruppo VILLAINS dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo TESSAGLIA.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo ASAP.
Questo è un gruppo da SETTE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da POLLY RUSSELL. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.
Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK UNDICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via). Ho forzato per posizionare i racconti con malus in modo che finissero in gruppi diversi i primi quattro della mia griglia (composta secondo le regole sopra riportate) con il quinto in malus collocato conseguentemente.
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo VILLAINS:
UNO, di Elisa Belotti, ore 22.44, 3878 caratteri Ti amavo troppo, di Bruce Lagogrigio, ore 00.47, 3998 caratteri Bobby, di Corrado Gioannini, ore 00.38, 3975 caratteri Il topo, di Giovanni D’Addabbo, ore 00.55, 3738 caratteri Relazioni pericolose, di Laura Brunelli, ore 00.55, 3601 caratteri Messaggero, di Pietro D’Addabbo, ore 01.08, 3684 caratteri MALUS 3 PUNTI La Grande Creatura, di Lucia Zambrano, ore 01.01, 3974 caratteri MALUS 3 PUNTI
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 25 APRILE per commentare i racconti del gruppo TESSAGLIA Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 26 APRILE, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti. NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo TESSAGLIA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo: – 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri. – 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri. – ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me. Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo TESSAGLIA. Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.
IMPORTANTE: Come racconto bonus da commentare, ma non da classificare, chiedo a chi ne avesse voglia di passare nel Laboratorio per lasciare il proprio parere al seguente racconto di Erika Adale: Quello giusto (Erika ha scritto regolarmente, ma ha poi avuto problemi nel postare andando a finire oltre il tempo massimo. Mi sembra il minimo che, chi può, passi a lasciarle un contributo, io per primo)
Ciao Elisa, bentornata! La polizia morale è un concetto interessante che hai sfruttato un'altra volta, ma con accezione leggermente diversa. Penso che il racconto si svolga in un futuro distopico dove la bigottaggine ha preso il dominio, non lo vedo uno scenario così inverosimile. La creatura, se ben capisco, è una specie di unione mentale tra due amanti, un'unione che può essere mantenuta solo con la vicinanza fisica. Mi ricorda Universo Incostante di Vernon Vinge, dove c'era una specie di alieni-cani che formava branchi in questo modo. È una metafora interessante dell'amore, qualcosa che unisce non solo spiritualmente ma anche fisicamente. Insomma, niente da dire sull'idea di base (buona e originale) né sull'esecuzione. Se devo proprio fare il rompino, ci sono un paio di punti in cui è chiaro che la voce narrante sta dando dettagli al lettore, piuttosto che a se stesso: "nuovo due delle mie quattro braccia" per esempio, lui sa che ha quattro braccia, il dettaglio è superfluo.. noi non diciamo mai muovo una delle due mie braccia. Chiaro che si tratta di dettagli, per me ottimo lavoro, come sempre.
2) La grande creatura, di Lucia Zambrano
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Ciao Lucia! Benvenuta tra noi! Tra tutti i racconti di questo gruppo direi che il tuo ha una delle idee più originali, non si parla di amore in senso erotico ma nella forma di amicizia tra uomo e animale. La voce narrante del corvo (giusto?) è ben resa, mi sono divertito a trovare i riferimenti all'asfalto e al naso umano (che diventa un becco agli occhi del corvo) anche se qualcosa mi sfugge: cosa sono le colline triangolari? I sanpietrini? Insomma, livello di difficoltà molto alto, per questo racconto, non so se l'esperimento è riuscito al 100%, ma comunque una prova notevole che valuterò bene in classifica. Buona gara e spero di rileggerti ancora
3) Relazioni Pericolose, di Laura Brunelli
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Ciao Laura, piacere di rileggerti dopo un bel po' di tempo! Come punto di forza vedo l'ambientazione romana, con il passaggio del protagonista nella metropolitana fino ai giardini dove incontra la tipa. La trovo vivida e realistica, e mi è piaciuta. Occhio magari a non esagerare con le micro azioni e i micro passaggi, l'effetto telecronaca della scrittura immersiva è un pericolo sempre dietro l'angolo. Anche lato trama direi che ci siamo, un vampiro che ha una relazione con una donna mannara, mi ricorda Underworld. Ci sono un paio di particolari che non capisco, però: perché la tipa gode a farsi mordere? Perché il protagonista dice di essere morto due volte a causa della stessa donna? La prima volta cosa è successo? Come si è trasformato in vampiro? O sono due donne diverse? I mannari e i vampiri nell'ambientazione romana ci stanno bene, valuta per un'estensione ;)
4) Messaggero, di Pietro d'Addabbo
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Ciao Pietro, piacere di rileggerti. Una storia di rapporti famigliari, ma con i fauni (o sono satiri?). La conclusione a sorpresa arriva bene, magari avrei calcato la mano prima sulla mancanza della madre, su come ci soffrissero o cose di questo tipo, così da seminare ancora di più. Per il resto, a parte qualche perdonabile refuso, tutto bene, la lettura procede spedita e il tutto arriva senza difficoltà. PS: siete padre e figlio nello stesso girone :) la cosa mi metterebbe un po' d'ansia XD ma è anche una cosa bella che mi ha fatto sorridere
5)Bobby, di Corrado Gioannini
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Ciao Bruce, piacere di rileggerti. Dunque, storia dall'esecuzione abbastanza classica, col finale a sorpresa che avevo più o meno capito a metà racconto XD mi spiace, per questo motivo il tutto mi è arrivato depotenziato. Qualche volta sono tornato indietro a rileggere, soprattutto questa frase è troppo ambigua "l'ho lasciata aperta quando sono uscita dalle polpettine".. mi immaginavo proprio una donna che scaturisce da un mucchio di polpette come quelle donne che escono dalla torta XD magari trova un altro soprannome per le galline, questo non è immediato. Per il resto tutto bene, si legge volentieri e incuriosisce. Ripeto, finale che ho capito, e quindi non ho potuto godermi appieno il tutto.. Sorry
6)Ti amavo troppo, di Bruce Lago grigio
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Ciao Bruce, piacere di rileggerti. Dunque, storia dall'esecuzione abbastanza classica, col finale a sorpresa che avevo più o meno capito a metà racconto XD mi spiace, per questo motivo il tutto mi è arrivato depotenziato. Qualche volta sono tornato indietro a rileggere, soprattutto questa frase è troppo ambigua "l'ho lasciata aperta quando sono uscita dalle polpettine".. mi immaginavo proprio una donna che scaturisce da un mucchio di polpette come quelle donne che escono dalla torta XD magari trova un altro soprannome per le galline, questo non è immediato. Per il resto tutto bene, si legge volentieri e incuriosisce. Ripeto, finale che ho capito, e quindi non ho potuto godermi appieno il tutto.. Sorry
7) Il topo, di Giovanni D'Addabbo
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Ciao Giovanni. Allora, sinceramente la parte sul falco trasformato in topo mi stava piacendo, come anche la subdola offerta di merlino di risolvere il problema in modo egoistico oppure altruistico. Ma poi, ecco che tutto esce da quello che ci si aspetta e so incappa in questi robottini.. perché? Ci ho riflettuto un po', ma lo stacco è troppo grande, crei una storia interessante, divertente, e l'annulli alla fine in questo modo un po' surreale. Peccato, avrei preferito che avessi continuato secondo linea della prima metà, qui è come se ci fossero due racconti collegati, ed entrambi un po' incompleti. Stavolta, mi spiace, non mi hai convinto.
Ciao a tutti, anche in questa edizione la mia classifica non rispetta il valore degli scritti, per cui anche gli ultimi sono comunque validi racconti. Ci sono state idee belle e originali, altre già viste, su un tema apparentemente facile ma che rischiava di cadere nel banale molto facilmente (non che lo abbiate fatto in questo girone). Ho cercato di premiare i racconti più maturi e originali.
1 - Relazioni pericolose di Laura Brunelli 2 - Messaggero di Pietro D’Addabbo 3 - Uno di Elisa Belotti 4 - La grande creatura di Lucia Zambrano 5 - Il topo di Giovanni D’addabbo 6 - Bobby di Corrado Gioannini 7 - Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio
Uno di Elisa Belotti
Ciao Elisa, ho apprezzato il tuo racconto molto di più alla seconda lettura. Scritto bene, tema centrato anche se in modo un po’ laterale e legato al contesto che delinei in modo efficace con pochi tratti. Alla prima lettura sono stato un po’ confuso dai vari dettagli che dissemini, dove non si capisce bene di che tipo sia la creatura che racconta sé stessa. Devo dire di essere stato un po’ distratto dall’insistenza con cui hai indicato quattro occhi, quattro orecchie etc. Forse avresti potuto alleggerire un po’ questa parte per lasciarla meno definita. Bella l’idea di usare una prima persona per raccontare una coppia, che diventa “noi” nello straziante pensato in corsivo “Siamo noi. Neanche noi, siamo lui e lui.” In sintesi un racconto bello e emozionante che ha qualche margine di miglioramento nella chiarezza.
Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio
Ciao Bruce, il tuo racconto ha luci e ombre, ho faticato abbastanza a capirlo, dovendo leggerlo tre o quattro volte. Come rilevato da altri il nomignolo delle galline e a mio avviso anche l’incipit basato su di loro distraggono e mettono il lettore in confusione. Avresti potuto anche togliere il nome delle galline e del galletto per avere una narrazione più lineare nella parte iniziale. A un certo punto ho anche pensato che avessi alternato i punti di vista dei due personaggi, confondendomi ancora di più. Concordo poi con Matteo e altri che l’idea e il plot twist sono un po’ già visti. Come lati positivi trovo sicuramente l’aderenza al tema e la descrizione vivida delle scene.
Bobby di Corrado Gioannini
Ciao Corrado, anche il tuo racconto, come altri del girone, si perde un po’ nella narrazione ed è complesso da leggere. Concordo con gli altri che il colpo di scena si perde a metà racconto, inoltre ho qualche dubbio sul tema: la bestialità è relativa al marito violento o al fatto che alla fine diventa una specie di animale domestico? La telefonata con l’amica funziona se si capisce che l’effetto che volevi dare fosse la narrazione solo dal punto di vista della protagonista, ma finché non ho letto un commento su questo punto specifico non l’avevo capito. Nel complesso mi ha ricordato molto il finale di “Poor things” che ti consiglio di vedere se non l’hai già fatto: avresti un esempio perfetto di come l’idea dell’autodeterminazione della protagonista venga costruita lungo tutta la storia, per arrivare a quel punto.
Il topo di Giovanni D’addabbo
Ciao Giovanni, altro racconto tuo che ho apprezzato, dove ho ritrovato di nuovo questo senso di libertà e morale che metti spesso nei tuoi scritti: libertà perché in fin dei conti scrivi quello che vuoi, senza troppi vincoli, morale perché bene o male ogni tuo scritto vuole lasciare un messaggio. Bella la prima parte che forse avrei un po’ asciugato nel numero di personaggi per renderla più chiara. Molto bello il paragrafo che descrive il viaggio di Falc, un esempio di riassunto e sintesi che colpisce bene nel segno descrivendo in tre righe gli sforzi e le difficoltà incontrate nel viaggio. Sono d’accordo con Angelo e Matteo che forse la seconda parte è troppo scollegata e, per mantenere il limite dei caratteri, necessita di spiegazioni che fanno perdere un po’ l’effetto generale. Però ho apprezzato comunque il complesso. Bravo!
Relazioni pericolose di Laura Brunelli
Ciao Laura, buon racconto, tutto girato in un’unica lunga scena e quindi molto cinematografico. Come altri ho apprezzato l’ambientazione romana e contemporanea legata a una storia “classica” di vampiri e lupi mannari. Tema centratissimo, proprio come immaginavo se lo aspettasse Polly dopo aver letto la sua intervista. Anche io a volte “testo” personaggi e ambientazioni che ho in mente in altri contesti incluso su MC, quindi anche questo molto apprezzato: si capisce che ti muovi con esperienza in questi temi e la tua storia ne beneficia. Per me racconto da podio!
Messaggero di Pietro D’Addabbo
Ciao caro Pietro, fratello di GDR, è tanto che non ti commento, sono contento di farlo in un girone dove ci siete sia tu che Giovanni. E fra l’altro avete fatto entrambi un ottimo lavoro! ;-) Il tuo racconto mi è piaciuto davvero molto, scorre tutto estremamente naturale in questa trasposizione di un fatto normalissimo in una società fantastica di fauni. Ottimo come hai caratterizzato il contesto di fantasia con poche pennellate ben riuscite: dal mio punto di vista sei cresciuto davvero molto in questo senso rispetto ai tuoi primi lavori su MC. Un vero peccato per il finale che non ho ancora capito pienamente: forse sarebbe bastata qualche semina in più per renderlo chiaro. Tema super centrato in modo davvero originale. Bravo!
La grande creatura di Lucia Zambrano
Ciao Lucia e benvenuta! Racconto molto particolare che alla prima lettura mi ha lasciato molto confuso. Alle riletture successive invece piano piano i riferimenti diventano chiari e si apprezza di più. Complimenti soprattutto per l'immedesimazione nel punto di vista dell'uccello, per niente facile. Il tema mi sembra rispettato nell'affezione dell'animale: per fare tornare tutto, come suggerito da Angelo, credo anch'io che si tratti di un pappagallino. Sono molto curioso di leggere la tua spiegazione.
1. Messaggero di Pietro D'Addabbo 2. La Grande Creatura di Lucia Zambrano 3. Uno di Elisa Belotti 4. Relazioni pericolose di Laura Brunelli 5. Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio 6. Bobby, di Corrado Gioannini 7. Il topo di Giovanni D’Addabbo
il topo di Giovanni D’Addabbo
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Storia strana la tua che parte come una favola ispirata alla storia di Paolo e Francesca e con un salto metatestuale diventa una storia sulle IA che scrivono storie.Poteva anche andarmi bene. Molto simpatica l'idea che le diverse IA abbiano un'idea diversa di come debba andare a finire la storia, come se si trattasse di una redazione umana. Il problema della seconda parte secondo me è che non funziona a dovere perché piena di InfoDump. Per spiegare in uno spazio così compresso la situazione del futuro ricorri a spiegoni innaturali in cui il robot caporedattore è costretto a dire alle altre IA cose che sanno benissimo a beneficio del lettore.In caso di future revisioni perciò ti consiglio di lavorare bene su questa seconda parte evitando gli spiegoni e rendendola narrativamente più accattivante.
Bobby, di Corrado Gioannini
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Il punto debole del tuo racconto è che arrivato alla fine della seconda parte è già chiarissimo dove si andrà a parare. Questo fa calare la tensione e l'interesse per la lettura dell'ultimo pezzo.Le soluzioni potrebbero essere diverse: si potrebbe chiudere il racconto alla fine della seconda parte con una frase allusiva, invertire il finale e far scoprire che lei si era sottoposta all'esperimento e per questo era vittima di quell'uomo violento o magari cambiare il punto di vista di tutto il racconto e vederla dalla parte di lui, ecc. In ogni caso dovresti inventarti qualcosa per mantenere viva la curiosità del lettore fino alla fine
Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio
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Storia gradevole molto classica con lupi mannari e twist finale.Ho diversi dubbi però: mi sembra strano che una persona nel nostro mondo si convinca così facilmente di aver a che fare con una moglie che si trasforma in lupo mannaro solo perché lo dice Gigi e perché le galline sono state attaccate dalle volpi. Per renderlo credibile occorrerebbe un contesto in cui l'esistenza dei lupi mannari sia diffusa o magari un ambientazione in un passato in cui era più facile cedere alle credenze popolari. Poi non mi è chiaro come si sia salvata la moglie in passato dai suoi attacchi e perché abbia fatto sparire l'argenteria. Insomma la logica del tutto andrebbe un po' meglio costruita.PS anche io sono rimasto un attimo incerto sulle polpettine. Carina la citazione iniziale di Thriller che introduce il tema
Uno di Elisa Belotti
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Racconto particolare e ben riuscito, che però necessita di una rilettura per essere apprezzato appieno.Mi rimane il dubbio se sia una storia surreale o fantastico, in cui davvero i due uomini così "uniti" finiscono per condividere la mente oppure solo una metafora dell'amore che rende due persone una sola. In quest'ultimo caso la loro unione fisica, mentre vengono condotti davanti al giudice, sarebbe solo una provocazione, da una parte, e un modo di farsi reciprocamente coraggio, dall'altra. Qualche dettaglio in più che favorisse una delle due interpretazioni mi sarebbe piaciuto, ma è una questione di gusti e non oggettiva.
Relazioni pericolose, di Laura Brunelli
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Del tuo racconto mi sono piaciuti la vividezza della narrazione, grazie ai numerosi dettagli e l'ambientazione romana che rendono un po' diversa la storia sul vampiro, che altrimenti risulterebbe un tema abusato.Anche io ho avuto qualche problema con i nomi dei profumi, ma anche con il fedora (l'ho dovuto cercare su google, ma ignoranza mia). Per i profumi però non amo molto l'uso di nomi commerciali nei racconti/romanzi.Non mi è chiaro invece il finale: perché la lupa mannara ha dovuto aspettare che lui la mordesse per mangiarlo? Perché ha dovuto fidelizzarlo, impedendogli di bera sangue altrui? Perché sedurre un vampiro per poi mangiarlo invece di accontentarsi di mangiare persone normale? Probabilmente non hai avuto abbastanza spazio per esplicitare la logica degli avvenimenti, ma in questo modo il racconto risulta un po' monco.
Messaggero di Pietro D'Addabbo
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Racconto davvero piacevole e ben riuscito che senza grossi colpi di scena e senza cercare il colpo ad effetto ottiene il risultato di divertire prima per poi toccare, nel finale, una corda emotiva più profonda con una sorta di minimalismo fantastico.La scena familiare diventa originale grazie al fatto di essere trasportata in un mondo fantasy e l'effetto è notevole: in particolare mi ha fatto sorridere il passaggio il "li mangiamo domattina" riferito ai fiori e allo stesso tempo mi è piaciuta l'attenzione al mondo d'oggi del B.F.F.
La Grande Creatura di Lucia Zambrano
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Bella prova che però necessità di una rilettura per essere apprezzata (ma non è un grosso problema vista la brevità). Soprattutto alcune cose all'inizio (per esempio la roccia nera che si scioglie e imprigiona) mi avevano fatto pensare a uno scenario post-apocalittico. Mi rimane il dubbio se i riferimenti al caldo eccessivo abbiano a che fare col il riscaldamento globale. Altro dubbio: di che specie di uccello si tratti, visto che alla fine accetta di essere addomesticato e visto che l'uomo a sua volta accetta di portarlo con sé (e quindi mi verrebbe da escludere un piccione). Visto l'intelligenza che manifesta mi verrebbe da dire un pappagallino (sempre più frequente trovarli selvatici nelle nostre città) o un merlo. Mi sono avvicinato?
Grazie a tutti per le belle letture e a rileggerci
Come sempre fare la classifica non è mai facile. Mi dispiace sempre molto per chi finisce agli ultimi posti. Dalla quarta posizione in giù, più o meno, si equivalevano e quindi ci ho dovuto riflettere. Manca solo un’altra tappa, se non mi sbaglio, e anche se ci sono state persone che ho letto di più e altre di meno, so già che mi mancherete tantissimo.
1) La Grande Creatura, di Lucia Zambrano 2) Uno, di Elisa Belotti 3) Messaggero, di Pietro D'Addabbo 4) Relazioni pericolose, di Laura Brunelli 5) Bobby, di Corrado Gioannini 6) Ti amavo troppo, di Bruce Lagogrigio 7) Il topo, di Giovanni D'Addabbo
E qui sotto i commenti. (Ho aggiunto solo due piccole note per Corrado e Lucia.)
Uno di Elisa Belotti Ciao Elisa. Mi è piaciuto molto come hai scelto di sviluppare il tema, prendendo anche un argomento attuale. L'amore in questo caso è bestiale solo perché viene ritenuto tale, ma non lo è davvero. Il finale è molto di impatto, l'ho sentito proprio come un pugno allo stomaco. Tu sei sempre molto abile con le emozioni. L'unica nota che ho da farti è che avrei messo la parte dello sguardo occhi negli occhi e del mettersi le mani sulle orecchie prima. Ho adorato quel momento, è stato molto tenero vedere come si proteggevano a vicenda Paolo e Antonio. Ma metterlo prima, subito dopo che le guardie iniziano a insultare, avrebbe dato un effetto diverso. Questo perché quando parte la descrizione con "le mie quattro orecchie" e "quattro orecchie sono un vantaggio [...]" io ho iniziato a immaginare una specie di bestia pelosa mutante con quattro orecchie. E poi solo dopo, man mano che leggevo, ho capito che si trattava di due corpi uniti in un abbraccio. Questo mi ha destabilizzato un po' e, siccome come immagine è molto singolare, secondo me era qualcosa che andava descritto subito per farlo arrivare in modo immediato e ancora più efficace. Per il resto ti faccio in bocca al lupo per la gara e tanti complimenti!
Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio Ciao Bruce. Parto con le cose più brutte, poi con le belle. C’è una frase che suona proprio male, questa qui: "gli occhi ombrati di nero da due enormi occhiaie." Per le polpettine io l'avevo capito che era il soprannome delle galline, ma lui dovrebbe chiamarle da subito così, in modo tale da non creare confusione dopo. Tipo: "siete ancora tutte intere polpettine mie." La parte sull'argenteria delle posate l'ho trovata un po' una costrizione. Non l'avrei messa. Perché una persona dovrebbe notare che manca l'argenteria? E poi subito dopo appare anche una forchetta (anche se presumo non faccia parte del set sparito). Anche il fatto che arrivi subito alla deduzione che lei forse è una mannara è decisamente strano e dona al racconto un'aria fin troppo studiata, almeno secondo me. Io comunque pensavo che finisse tutto dritto e liscio con Ida che era davvero una mannara, per cui è stato un piccolo colpo di scena il finale. Questo ha funzionato, almeno per me. Avrei insistito di più sull’affetto del protagonista per le sue galline, magari facendolo partire alla ricerca di una caccia alla volpe, giusto per far titubare ancora di più il lettore: lui non vuole credere a Gigi. E avrei insistito anche con i pensieri di Gigi, rendendoli molto più “tarlo nell’orecchio” a cui cerca di resistere, in modo tale da aumentare il suo conflitto interiore. Anche il dettaglio del pastore tedesco morto in giardino è qualcosa che poi si perde, perché è messo lì così, senza altre spiegazioni. Quindi, in sintesi, avrei mantenuto l'idea ma cambiato di un po' la realizzazione. Lasciando però così il finale. In bocca al lupo per la gara!
Bobby di Corrado Gioannini Ciao Corrado. Se ti dico che ho preferito lo scorso racconto mi maledici? Questo fila molto più liscio, e decisamente molto meno confusionario perché succedono anche meno cose. E ha anche un'idea interessante, ma a tratti risulta fin troppo studiato. Quando lei parla con l'intervistatore ho già capito cosa sarebbe accaduto poi al marito. Anche se mi è piaciuta molto la sua meritata rivalsa. Il problema è appunto l’intervista che rivela troppo, e forse in quel punto era giusto sviare o dire che purtroppo non si poteva impiantare il dispositivo sull’uomo. Avrei alleggerito la parte centrale, in modo tale da avere più caratteri per il finale. O avrei tolto la prima telefonata con l'amica. Magari tramutandola solo in uno scambio di messaggi. Tipo lei che le augurava in bocca al lupo per domani, e la protagonista che pensava che almeno qualcuno se ne era ricordato. Questo perché il finale nelle azioni sembra quasi una sceneggiatura rispetto al resto del testo, e qualche carattere in più sarebbe stato utile, perché ne rimane purtroppo penalizzato. In bocca al lupo per la gara! Rileggendo poi, sapendo la tua intenzione di creare qualcosa di cinematografico, la stonatura che ho avvertito all'inizio è migliorata. Avrei voluto metterti in una posizione più alta, perché la rivalsa finale merita, ma mi sono piaciuti di più altri racconti.
Il topo di Giovanni D'Addabbo Ciao Giovanni. Mi ritrovo di nuovo a leggerti. Sai che "sciancato" non lo avevo mai sentito come termine e quindi ho imparato qualcosa di nuovo. Per cui grazie! Tornando al testo direi che è un po' un minestrone in senso di ritmo, alcune frasi sono troppo lunghe e articolate. Se vedi che inizi a mettere fin troppe virgole taglia la frase. Altre invece sono fin troppo spezzate e hanno poca correlazione con la frase precedente. Tipo questo pezzo qui lo avrei modificato così: Giangiotto bastonava anche lui. Bastonava tutti, persino i servi e le donzelle del castello. (Perché altrimenti, per come lo hai scritto tu, sembra che gli animali siano i servi del castello, o almeno io ho avuto questo pensiero alla prima lettura). Il finale crea confusione. Mi fa pensare che tu avessi tante idee e non sapessi quale scegliere, perché sembra sconnesso dalla prima parte, anche se spieghi che la storia del topo Falc è solo un racconto. Però ho veramente adorato il messaggio che volevi mandare sull'amore e su come sia stato rovinato dalle persone, da come tutto dovrebbe essere protetto e ci sia il bisogno di ripartire da zero. Secondo me potevi partire da questo concetto e concentrarti su un personaggio solo. O due o tre al massimo. Perché più cose metti e più è difficile starci dietro, dato che lo spazio è poco. In bocca al lupo per la gara!
Relazioni pericolose di Laura Brunelli Ciao Laura. È una piccolezza ma avrei aggiunto "l'aroma del" davanti a Poison. Perché per me non è stato immediato associarlo a un profumo. Forse leggo troppo fantasy, ma per un nano secondo, alla prima lettura credevo fosse il nome di un personaggio. Anche con Hunter mi è rimasto il micro dilemma se sia il nome di un personaggio o di un profumo. Non me ne intendo di profumi, purtroppo, al massimo solo di deodoranti ahah. Non mi è stato immediatissimo nemmeno capire che il punto di vista era maschile fino a circa metà racconto, quando appunto si dà dello stupido. Non so se questo sarà un problema che riscontrerò solo io, ma spero di sì. Ci sarebbe stato bene in alto il nome del punto di vista. La sua lei è rimasta abbastanza oscura. Nel senso che avrei voluto saperne di più. Su chi è, che potere ha, che creatura è davvero. Il pelo mi ha fatto pensare a un lupo mannaro. E lui invece dai comportamenti è decisamente un vampiro. E forse avrei asciugato un po' l'inizio quando lui va alla ricerca della sua preda, in tutti i passaggi di spostamento e dettagli vari, per avere più caratteri per esplorare meglio il rapporto che c'è tra questi due personaggi. Perché si sente che c'è qualcosa, ma arriva solo come "pizzico" finale. Nel complesso direi comunque che è un buon racconto, anche se mi ha lasciato con tante curiosità. In bocca al lupo per la gara!
Messaggero di Pietro D'Addabbo Ciao Pietro. Ho letto con piacere il tuo racconto. C'è qualche piccola ripetizione come quella del "liquore" e "carrello dei liquori". Ma a parte questo è molto carino. Mi ha divertito nel punto in cui hai deciso di associare lo slang giovanile alla figura dei fauni. E ho apprezzato davvero l'idea di inserire l'amore in senso genitoriale, con questo papà indeciso, un po' spaventato perché ha perso sua moglie, ma che vuole solo che sua figlia abbia il meglio della vita, e anche per questo motivo è un po’ geloso. Sul finale ti faccio l'appunto che avrei aggiunto un dettaglio in più sul fatto che Gladys e Filotto erano tornati dalla festa. Perché anche se lo hai staccato con lo spazio, sembra un po' come se succedesse subito dopo che sono usciti di casa. Per il resto direi che è un racconto che fa il suo effetto. In bocca al lupo per la gara!
La grande creatura di Lucia Zambrano Ciao Lucia. E benvenuta nell'arena! A parte qualche svista è un buon racconto. Man mano che si legge si capisce che la grande creatura è un umano e la storia è dal punto di vista di un uccello. Che le cose che vede sono gli alberi, le case, le strade, ecc. Anche se non ho ben chiaro quale uccello sia. Non so perché ma ho pensato come prima cosa alle galline. Però forse sono più delle anatre? Oche? Alcuni passaggi sono stati molto dolci, soprattutto verso il finale, quando lui salta sul braccio della persona che gli portava il cibo. Qui c’è un amore visto in senso di devozione. Ti faccio i miei complimenti perché penso che non deve essere semplice scrivere dal punto di vista di un animale (io non ci ho mai provato), e secondo me ci sei riuscita bene. Hai fatto un ottimo ingresso! In bocca al lupo per la gara! Stiamo tutti provando a indovinare chi è il protagonista ahah. Forse ritirerei la mia scommessa sull'anatra, perché effettivamente su una spalla non sono sicura se ci stia, però quando è volata sul suo braccio mi ha ricordato moltissimo mia nonna con la sua anatra e quindi mi sa che per me resterà tale. Però prima o poi facci sapere cos'è! In ogni caso per me il racconto funziona lo stesso.
Ciao a tutti e grazie di avermi accolto alla mia prima partecipazione a minuti contati. È stato un piacere leggervi, ed è dura stilare una classifica, essendo l'ultimo arrivato. I racconti affrontano i temi più disparati nei modi più vari e fantasiosi, quindi è difficile metterli in fila con criteri oggettivi.
1. Messaggero
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Ciao Pietro, piacere! Ottimo racconto, ho amato come lo hai riempito di dettagli quotidiani con naturalezza e ironia (l'uso delle corna per l'età e per dire che la moglie non c'è più è ottimo, i fiori li mangiamo domattina pure), portandomi in quel mondo dove la società dei fauni è una cosa normale coi suoi usi e costumi. Hai un ottimo uso del mostrato in tutte le situazioni e c'è una buona semina, che alla seconda lettura si gusta anche meglio e tutti i dettagli tornano, nonostante il poco spazio a disposizione. L'ansia del padre è palpabile. Complimenti!
2. Relazioni pericolose
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Ciao Laura, piacere! Il racconto mi è piaciuto molto, si percepisce una penna valida dietro di esso. Il formato scelto, una sorta di Piano sequenza, una singola scena, è perfetto per la brevità richiesta. Il focus interno è ottimo, come la coerenza, rileggendolo ho gustato molto meglio l'incipit, in cui si è subito immersi nei problemi quotidiani di un vampiro. L'uso di luoghi e nomi conosciuti aiuta quel senso di familiarità, come l'uso dei canoni di genere aiuta l'immedesimazione. Ottimo anche il finale, semplice, crudo e inevitabile, non si perde in troppe considerazioni e giri superflui. Ottimo mostrato, complimenti! La questione Fedora (notata subito, perché è uno dei marchi di un personaggio che uso :)) è interessante, perché il cappello è maschile, ma prende il nome da una donna. Ho letto nei commenti che hai usato un'ambientazione in cui hai già scritto. Adoro anche questa cosa. Buona edizione!
3. UNO
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Piacere Elisa.
Il tuo racconto si è dipanato lasciandomi col dubbio se la creatura doppia fosse una sorta di mostro sdoppiato, un essere siamese, una creatura allo specchio, per poi togliere i dubbi e svelare una realtà non meno triste, nella non accettazione, ma più tangibile e cruda. La polizia morale è un dettaglio molto interessante e, come detto sopra, non così poco plausibile. Il fatto che di questi tempi non sia più 'religione-dipendente', è anche più inquietante, comunque qui non è esplicitato. Come detto sopra, alcune soluzioni sono funzionali alla storia, ma credo ci stia, vista la struttura scelta. Il fatto che sul finale la punizione sembri proprio l'obbligo a essere 'normali', in tutte le possibili accezioni, è intrigante e una scelta molto azzeccata, secondo me. Buona edizione!
4. La grande creatura
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Ciao Lucia, piacere! Racconto originale, in più, adoro le storie con animali, sia da leggere che da scrivere. Io ho immaginato che fosse un piccione e devo ammettere che raramente ho immaginato di mettermi nei panni di uno di loro, e spesso li ho guardati infastidito, quindi esperimento interessante. Comunque la semina è buona, si capisce abbastanza presto chi e cosa sono gli elementi visti con gli occhi del volatile. Il fatto che il nostro volatile abbia un modo di ragionare e vedere così umano, però, mi ha abbastanza estraniato, così come il fatto che abbia questo tipo di affezione, che associo meno ad alcuni volatili, piuttosto che magari a un cane o persino un gatto. (calcolando sempre che è molto difficile rendere un animale con focus interno, a meno di usare qualche espediente narrativo). La chiusura è molto dolce e il messaggio pure. Alla prossima!
5. Ti amavo troppo
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Ciao Bruce, piacere!
Anche io sono caduto sulle polpettine, lo ammetto, e sono dovuto tornare indietro per capire, ma è una cosa minore e, sì, spesso i dettagli presi di peso dalla vita vera sembrano i più assurdi :) Per il resto, racconto carino, il plot twist è quasi necessario su 3-4000 battute, ma per me non è stato così palese, se non altro per il fatto che 'i peli di Ida stessero diventando troppo evidenti', dettaglio molto divertente col senno di poi XD E anche il fatto dell'argenteria contribuisce a sviare, quindi, secondo me, ci sta, poteva finire anche diversamente. Tema centrato in pieno!
6. Il topo
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Piacere Giovanni! Premetto di amare molto la metanarrativa. Concettualmente il racconto è molto interessante, in tre livelli a scatole cinesi, addirittura pensavo saltasse fuori che la prima parte era davvero un brainstorming con qualche IA, ma scartato, perché troppo confuso come spesso capita. Forse troppa roba per 4000 battute. La prima parte è molto carina e funziona, forse periodi troppo lunghi, che potevano essere messi giù in modo più fluido. La parte dei robot, penso per mancanza di spazio e tempo, si ritrova a tellare tutto in modo troppo innaturale, senza provare a mostrare. Bel potenziale, sicuramente da ampliare. Buona stagione!
7. Bobby
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Ciao Corrado, piacere!
Il racconto mi è piaciuto nei primi due terzi, dove si alternano una parte drammatica e una più scanzonata (il paragone tra cani e gatti è divertente nel contesto). Pure la telefonata funziona bene per me, molto da sceneggiatura, con una sola voce udibile. Poi, a 'secondo lei è possibile applicare la tecnologia agli umani', secondo me il colpo di scena diventa molto telefonato e si vede arrivare da lontano. Nella terza parte probabilmente sarebbe servito qualche ulteriore elemento a scompaginare le carte, per essere meno lineare, o una conclusione più surreale e inaspettata. Per il resto, tema centrato e interessante che la psicologia canina stia saltando fuori in molti racconti. :) Buona edizione!
1) Relazioni pericolose, di Laura Brunelli 2) Messaggero, di Pietro D'Addabbo 3) La Grande Creatura, di Lucia Zambrano 4) Ti amavo troppo, di Bruce Lagogrigio 5) UNO, di Elisa Belotti 6) Il topo, Giovanni D'Addabbo 7) Bobby, di Corrado Gioannini
Relazioni pericolose
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Oh, secondo esponente di racconti con mannari, non potrei essere più felice: ho un debole assoluto per i testi su di loro, di qualunque genere e in qualunque interpretazione. E qua in una parentesi molto classica del panorama Urban Fantasy un illecito incontro tra vampira e mannara, difficile chiedere di meglio. Sottolineo il "molto classica" perché lo è, eppure c'è un motivo se certi archetipi sono tali e io non posso che apprezzare questa perfetta realizzazione di un genere che riesce sempre a coinvolgermi in ogni sua forma. Il testo è poi di enorme qualità devo dire, e pure nella sua brevità riesce a scorrere perfettamente e a riempirsi di descrizioni fortemente evocative: ho distintamente avvertito tanto l'arsura quanto la vastità della folla e dei corpi che riempie una città come Roma e di cui mi arriva contemporaneamente la tentazione quanto un certo senso di soffocamento. Rapido quanto intenso l'incontro finale tra i due personaggi, riesce pienamente a trasmettere il fulcro centrale del tema. Insomma, ho solo che complimenti e congratulazioni, un'ottima prova e di sicuro una delle mie preferite di sempre.
Messaggero
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Questo è senza dubbio uno dei miei racconti preferiti: un testo piacevole, divertente, ben costruito, che prende l'elemento "weird" scegliendolo bene e lo inserisce nel contesto lasciando poi che il resto della storia si formi praticamente da sé. A dispetto del pochissimo spazio a disposizioni è incredibile quanto sia già possibile intravedere nel dettaglio la natura dei personaggi, quel che pensano, le loro vite e le loro personali prospettive sulle cose. Il gergo scelto è assolutamente ben costruito, il testo scorre fluido, non ci sono errori di forma particolari, davvero davvero ottimo. Unico appunto che mi sento di dover fare, perché mi ha effettivamente fatto storcere appena in un contesto altrimenti più che impeccabile, la conclusione strana. Che intendo per strana, il senso più corretto forse sarebbe quello di "improvvisa" perché in fondo è solo quello, la storia arriva alla sua legittima conclusione e si interrompe, ma sento fortemente una mancanza di Qualcosa, come se ci fossero dei pezzi precedenti o successivi che mancassero, al punto che inizialmente ho creduto mancasse proprio un Senso nella sua interruzione, ma a riguardarla in realtà temo solo che la lettera della madre (inserita con una certa enfasi e così dal nulla) dia l'errata sensazione di essere l'importante preludio di qualcosa, o il nocciolo di un qualche tema, quando invece è solo la conclusione lineare del pezzo scritto. Insomma, sistemerei solo meglio quell'ultimissimo punto, e per il resto il lavoro è impeccabile, complimenti.
La Grande Creatura
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Che carinissimo racconto, mi è davvero davvero piaciuto. La situazione si intuisce molto rapidamente, ma capirla non rovina l'aspettativa e anzi, è proprio l'inquadrarla facilmente subito (e senza che tu abbia dovuto esplicitarla) che permette di godersi al meglio il testo, ho letto già dalla seconda riga in poi con il sorriso. Ottime descrizioni, ottima sequenza, il testo fa il suo lavoro nello scorrere liscio e tu fai il tuo lavoro nel riorganizzare il mondo secondo la prospettiva da cui lo stiamo osservando. La situazione ha poi un'emotività fortissima e sei riuscita a trasmettere una marea di sensazioni incredibilmente forti nel pochissimo spazio a disposizione, tanto da parte del narratore (che per qualche motivo mi risuona come particolarmente adorabile) che nelle due persone che cercava. Giusto qualche svista davvero da poco nel testo, errori sicuramente di distrazione ma che si notano a malapena e che sottolineo solo per dovere, per il resto una prova eccellente e di cui non ho niente da dire se non complimenti.
Ti amavo troppo
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Qui mi ritrovo assolutamente colto sul vivo: ho un debole per i mannari, di qualunque genere e categoria, e quando ho visto dove stesse andando a parare il testo non ho potuto che esserne felice per principio. La rappresentazione è molto classica ma non per questo priva di fascino, e in certe cose non è tanto l'originalità nel rimaneggiare l'archetipo l'importante (a mio avviso) quanto il saperlo far brillare nei suoi punti di forza e nel giusto contesto. Detto questo, ho però qualche appunto sulla qualità del testo, non tanto dal punto di vista tecnico (nessun errore nella scrittura, nessun problema di stile, niente che salti all'occhio), quanto di un certo grado di confusione interna che ho percepito nel racconto: l'intenzione di sviare il lettore è chiara, ma anche alla luce della rivelazione finale ammetto di non avere troppo chiara la dinamica delle motivazioni e e dei pensieri dei due personaggi, con il protagonista che sospetta della moglie, moglie che a sua volta sembra ignorare l'intero concetto di mannarismo inizialmente, ma per motivi non chiari visto che è qualcosa che nel mondo esiste ed è riconosciuto... Non saprei, qualcosa nel testo andrebbe fatto scorrere meglio. Detto questo, il parere resta assolutamente positivo e soprattutto pienamente gradito a titolo personale.
UNO
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Un racconto particolare e che ho molto apprezzato, in particolare l'ambiguità della situazione e della sua interpretazione: mi spiego, la scena è visivamente chiara, ma la natura del narratore è (volutamente, immagino) abbastanza sfumata per cui sia impossibile giungere ad una conclusione univoca. E' effettivamente una "creatura", stiamo osservando una realtà nella quale l'unione sentimentale ha strabordato nel fisico, o semplicemente percepiamo la situazione dai pensieri e i sensi di qualcuno per il quale, arrivato a questo punto, continuare a pensare a un "io" diverso da un "noi" è impossibile, specie in un contesto dove quel Noi è tanto disprezzato e tanto odiato da cancellare qualunque altra cosa. Insomma, ottima prova che è interessante rileggere alla ricerca di quel dettaglio che possa chiarire questa ambiguità, ma forse è meglio non trovarlo, c'è troppo fascino in quello sfumato. Per il resto nulla da dire sul piano tecnico, testo scorrevole e ben scritto, linguaggio drammaticamente realistico e azzeccato. Ottimo lavoro.
Il topo
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Che racconto particolare, di certo tra i più originali che mi sono trovato a vedere, l'intreccio iniziale storico, letterario e magico mi aveva già piacevolmente sorpreso e ne ero rimasto piacevolmente coinvolto. A voler fare le pulci al povero topo, posso trovare un po' traballante qua e là la struttura del testo, a rendere appena più difficile seguire il filo, ma sono minuzie davvero da poco e che non inficiano sul coinvolgimento. Alla seconda parte la mia sorpresa poi aumenta ancora e di sicuro non me l'aspettavo in nessun modo. Tuttavia, per quanto ammirevole l'intrico ancora più elaborato di genere e l'imprevedibile plot twist, non sono sicuro che inserirlo sia stato la scelta migliore. Non tanto per una questione di gusto personale verso la narrazione, ma proprio a livello pratico: la prima struttura appare già centrata e coinvolgente, viene però interamente sacrificata alla seconda struttura, allo scopo di... ecco, non trovo questo scopo. Posso capire l'idea di "perdere" anche un'intreccio riuscito in favore di un ribaltamento, ma qui non riesco a vedere il vantaggio che questo ribaltamento porta, quale particolare concetto viene espresso in questo modo che non stesse già filtrando dalla prima parte. Detto questo un'ottima prova e continuo ad avere un'idea estremamente positiva della prima metà e solo tentennante della seconda, che più che rimuovere in blocco mi limiterei a riguardare e reinquadrare per valorizzare maggiormente i punti in più che può portare al testo, al di là della sua sola sorpresa.
Bobby
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Che racconto particolare, devo dire che mi è rimasto particolarmente impresso. Nel suo intrico tra reale, fantascientifico, drammatico ma anche di umorismo nero (forse non il termine più adatto per indicare cosa mi ha suggerito il finale, ma quello che si avvicina di più), il risultato da un certo senso di grottesco che devo dire non lascia indifferenti. Eppure devo ammettere che non mi convince pienamente, e forse il motivo riguarda il trovarlo in un certo senso quasi "didascalico" in quello che cerca di trasmettere: la relazione abusiva e violenta è da manuale, verso la quale le reazioni delle due parti sono altrettanto da manuale, segue poi l'introduzione della tecnologia al centro del plot twist che a sua volta si mostra senza il minimo dubbio su come andrà a venire utilizzata, per arrivare ad un finale che trovo manchi di qualunque partecipazione emotiva ma si limita a mostrare la prevedibile conclusione. Insomma, idea davvero intrigante e che risuona eccome, ma che se dovessi suggerirti come migliorare ti direi di ispessire gli strati della storia, in modo che i suoi elementi non sporgano in maniera così evidente come ossa in uno scheletro. Detto questo, una prova comunque tutt'altro che negativa e di cui è impossibile sminuirne l'impatto sul lettore.
1. Messaggero di Pietro D'Addabbo 2. Uno di Elisa Belotti 3. La Grande Creatura di Lucia Zambrano 4. Ti amavo troppo di Bruce Lagogrigio 5. Relazioni pericolose di Laura Brunelli 6. Bobby, di Corrado Gioannini 7. Il topo di Giovanni D’Addabbo
Uno: Ciao Elisa, piacere di rileggerti! Riesci sempre a trovare idee brillante e toccare temi sentimentali senza mai (per quel che ho letto io) scadere nel banale o nel dozzinale, ed è una cosa difficile da ritrovare e che ti invidio. Anche questa volta non sei stata da meno: racconto toccante, che tratta temi molto attuali in un'esasperazione distopica che idealmente non è troppo distante da quel che ci circonda già oggi, bravissima.
La cosa che personalmente avrei preferito in questo racconto sarebbe solo un po più di chiarezza sul fatto che sia una scena "reale" o puramente simbolica. Il solo fatto di chiedermelo mi distoglie un po' dall'esperienza di lettura ed è un po' un peccato. A livello stilistico poco da eccepire, giusto inizialmente hai inserito un pensato in corsivo rimarcando poi con "penso", ecco, quel penso è inutile, capiamo già che è un pensiero suo, puoi eliminarlo come puoi eliminare l'avverbio di tempo nella frase dopo, ma sono piccolezze.
Devo ancora leggere tutti gli altri del gruppo, ma salvo miracoli letterari sarai molto in alto nella mia classifica, bravissima. Come sempre.
A presto e in bocca al lupo per l'edition!
Ti amavo troppo: Ciao Bruce, piacere di rileggerti! A me il tuo racconto è piaciuto, le polpettine le ho capite subito e l'ho trovato un nomignolo simpatico, l'inversione finale con me ha funzionato e ho trovato una bellissima trovata quella dell'argentaria per sviare il lettore su chi fosse il mannaro. Quel che funziona di meno secondo me è qualche inciampo stilistico a livello di narrazione in cui il "qui e ora" della prima al presente sfugge un po' di mano e la rapidità con cui lui si convince che lei sia una mannara, ma per questa seconda critica capisco che in 4000 carattatteri sia davvero complicato generare quel conflitto interiore per arrivare alla stessa conclusione in modo più sofferto o incerto. Forse avresti dovuto iniziare il racconto proprio con qualche semina o indizio che i mannari esistano in modo da giustificare il fatto che il dubbio si insinui così facilmente in lui.
Nel complesso un bel racconto, molto apprezzato, come le altre volte che mi è capitato di leggerti. A rileggerti e in bocca al lupo per la gara!
Bobby: Ciao Corrado, piacere di leggerti. Racconto con potenziale secondo me, idea brillante ma che messa giù così arriva esattamente dove ci si aspetta senza sussulti purtroppo... dal momento in cui la intervistano si capisce cosa succederà nel momento in cui tornerà a casa. Hai optato per un narratore esterno, anche molto, in un racconto di questo tipo toglie molto all'emotività... la soluzione finale secondo me o la fai arrivare inaspettata, tipo che il marito irrompe durante la intervista e si comporta come un cane, oppure giustifichi il fatto che lei resti così passiva col fatto che lo ha sperimentato su se stessa e sarebbe anche una sorta di denuncia sociale ("se non ti ribelli e come se ti comportassi come una donna sotto l'effetto di questo dispositivo") così perde un po la potenza che potrebbe avere.
Bella idea ma migliorabile secondo me sia a livello di stile che di scelte di trama. A rileggerti presto, in bocca al lupo per l'edition!
Il topo: Ciao Giovanno, piacere di rileggerti! Mi avevi preso con la storia del topo/falco e poi mannaggia mi hai strappato via con le IA che inventano storie! Voglio sapere come va a finire! XD
Qualche piccolo inciampo, ma funzionava, poi però dopo lo stacco sono subentrate altre tematiche, intenti, personaggi... lì mi hai perso. In un racconto così breve un cambio del genere è tosto da supportare. Secondo me con questo racconto si capisce quanto sia importante progettare una storia: avessi deciso fin da subito che era un racconto nel racconto avresti seminato prima i movimenti innaturali del serpente o qualcosa che letto a posteriori potesse far esclamare al lettore "Ah ecco perchè!". Invece qui si vede come sei partito con un'idea e l'hai cambiata in corsa, e la cosa si sente in negativo. Sappi che ti riserverò del rancore se non mi dirai che fine fa il topo! XD
Scherzi a parte in bocca al lupo per l'edition e a rileggerti presto!
Relazioni perocolose: Ciao Laura, che bello leggerti su minuticontati! Mi aspettavo qualcosa del genere da te e mi hai dato un assaggio (è proprio il caso di dirlo) di quel che mi aspetterà quando leggerò il tuo dare romance! Devo confessarti che non sono un esperto del genere, quindi alcune cose che per altri possono essere date per scontate a me spiazzato un po', ma tutto fila liscio. Nella parte iniziale, per i miei gusti, qualche frase breve e microazione di troppo, ma sono appunto gusti, nulla che non vada in realtà. Bella l'ambientazione, sono tanti anni che non vado a Roma ma mi hai rievocato alcuni posti a cui ho ripensato con piacere. Il finale funziona, io forse avrei tentato di seminare con un po' più di forza il riferimento al primo amore che lo aveva ai tempi vampirizzato e riproporre le similitudini o le differenze al verificarsi di questa nuova morte. Nel complesso un racconto per quel che mi riguarda. A rileggerti presto e in bocca al lupo per l'edition!
Messaggero: Ciao Pietro, piacere di leggerti! Il tuo racconto scorre benissimo, proprio una bella scrittura. Ci si immedesima bene nella situazione del padre preoccupato per l'appuntamento della figlia e il gioco tra l'amore bestiale tra la figlia e il fidanzatino e il padre e la figlia funziona benissimo. L'unico peccato per me è che il finale mi è arrivato poco, forse serviva una semina in più non tanto sulla mancanza della madre, quanto sul fatto che per loro, o meglio per lui, pesasse molto questa assenza. Ci fosse stato passaggio tipo "oh cara, cosa faresti al mio posto? Se solo ci fossi tu a consigliarmi, eri molto più brava di me in queste cose" o qualcosa del genere. Il significato poi arriva, ma non in modo incisivo come avrebbe potuto fare, per il resto bello bello, complimenti! Gruppo tosto, per ora ho letto solo "roba buona". In bocca al lupo per l'edition e a rileggerti presto!
La grande creatura: Ciao Lucia, benvenuta su minuticontati! Racconto originale interessante e coraggioso per il tuo debutto qui! Storia ad alto coefficiente si difficoltà sia nella scrittura, immagino, che nella lettura, ma l'effetto che questa difficoltà è positivo per quel che mi riguarda: si capisce fin da subito che il protagonista è un uccello (un piccione credo?) Il resto ha un effetto rebus che ti spinge ad andare avanti per dare un senso ai dettagli che non arrivano subito chiari. Qualcosa rimane irrisolto, altri dettagli acquistano senso man mano che si capisce che la grande creatura è un umano (la montagna rettangolare è la panchina sulla quale l'umano e il bambino solo soliti sedersi?). C'è anche il conflitto interno sullo scegliere quale versione dell'amore seguire per il piccione, se per la picciona, o per l'umano che viene a lasciargli i semi e per il quale era preoccupato (dalle piume rosse immagino sia una donna con una sorta di pelliccia o roba del genere, ma se è una pelliccia dovrebbe essere inverno e gli albero spogli, boh, l'ho immaginata così). Tenera la chiusura. Semplice, diretta, sincera. Come potrebbe essere partorita dalla mente di un animale. In ogni caso bella prova, molto particolare. In bocca al lupo per la gara e a rileggerti presto!
Girone davvero buono! Le posizioni sono davvero accalcate ed è stato complesso decidere le posizioni: tutti racconti che mostrano il valore dei loro autori. Continuate così!
CLASSIFICA
1. La Grande Creatura 2. Messaggero 3. Ti amavo troppo 4. UNO 5. Relazioni pericolose 6. Bobby 7. Il topo
COMMENTI
UNO
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Ciao Elisa! Esperimento interessantissimo. All'inizio mi infastidiva il fatto che la creatura citi il numero delle sue parti come a dare per scontato che la cosa debba essere notata (come diceva Matteo, insomma), ma alla fine devo ammettere che c'è una svolta interessante nel come il raccotno viene percepito. Mi rimane il dubbio che questa metafora dell'amore sia coerente, ma diciamo che se parlassimo di una razza aliena speciale che vive l'amore in questo modo, la scena funzionerebbe alla grande e portrebbe, sì, diventare metafora fisica di come ci si può sentire "spiritualmente" in una bella relazione d'amore. Prova brillante, direi, a cui però assegno un pollice quasi su al pelo per qualche dubbio che mi rimane sul risultato finale.
Ti amavo troppo
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Ciao Bruce! Anche io ho avuto difficoltà con le prime polpettine. Poi il significato è stato chiaro, ma lì c'è un grosso inciampo. BENE! Così impariamo a gestirlo per le prossime volte. Il racconto mi ha divertito e l'ho apprezzato molto: contesto rurale in cui compare la licantropia e una buona inversione alla fine, un colpo di scena che porta con sé un significato che tocca il cuore: lui l'avrebbe abbandonata, lei, invece, l'amava troppo. Questa è la vera inversione che dà valore al pezzo, più che il colpo di scena. Ottima pensata! Anche la tecnica è efficace, ben calibrata. E direi che una possibilità per fregare i Minuticontatini con un colpo di scena potrebbe essere (ma parlo in teoria) quello di far credere in un colpo di scena e girarlo in modo inaspettato. Un po' qui con me l'hai ottenuto: io pensavo che alla fine lui scoprisse di averle fatto del male senza motivo, perché lei in realtà non era un lupo mannaro. Questo mi ha portato ben lontano dal tuo finale (spero di essermi capito). Tuttavia qualche debolezza che ti hanno segnalato c'è: per me l'argenteria con la forchetta e le prime polpettine. Quindi anche a sto giro ti pigli un pollice quasi su! Dai che il prossimo sarà su!
Bobby
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Ciao Corrado! L'idea del racconto è buona, ma la resa è un po' annacquata dalla struttura, come ti è già stato detto. Prima vediamo la violenza domestica, poi lo spiegotto scientifico che ci fa capire immediatamente come andrà a finire il racconto, poi il racconto finisce come ci aspettavamo. Pensa invece se avessi scombinato un po' questa sequenza... Io credo che il testo sarebbe molto migliorato. Hai usato un narratore esterno limitato, scelta bizzarra visto che non ti dà grandi vantaggi sul coinvolgimento, ma l'hai usato senz'altro a dovere, nulla da dire. Interessante a questo proposito anche la gestione della telefonata, anche se, in effetti, non essendoci abituati, qualcuno ha avuto iniziali difficoltà nell'interpretazione (ma non lo vedo un vero problema). Pollice tendente al positivo in modo convinto per questo tuo!
Il topo
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Ciao Giovanni! Anch'io penso che questo pezzo risenta un po' di due intenzioni differenti con la seconda, che nonostante abbia interessanti premesse, mi risulta troppo didascalica. Nella prima parte ho trovato un Giovanni nuovo, alle prese con cose diverse dalle quali mi avevi abituato e che ho trovato molto interessante con un narratore onniscente, sì, ma ben gestito. Buono! Hai avuto due buone idee, ma avrei preferito vederne sviluppata completamente una sola e l'altra per un prossimo contest (le buone idee non invecchiano mai). In ogni caso c'è davvero del buono! Ti assegno un pollice tendente al positivo in modo bello soddisfatto!
Relazioni pericolose
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Ciao Laura! Vedo che ti è già stato detto tutto quello che rilevo anch'io: buona scrittura di massima con una tendenza un pochino eccessiva alla paratassi in alcuni passaggi; racconto vivido e ben contestualizzato, buona resa in generale. Non sono stato molto doffisfatto dal finale: il protagonista assoggettato per qualche oscuro motivo alla sua donna va a trovarla, se la beve e lei se lo mangia. Solo fame? E allora perché non l'ha mangiato prima? Insomma, mi sembra un po' monco. Per il resto direi un racconto tendente al positivo in modo brillante!
Messaggero
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Ciao Pietro! L'amore bestiale di un padre bestia reso con tenerezza e una scrittura di qualità. Il tutto risulta vivido e sentito, anche sfruttando l'immagine cliché del "primo appuntamento della figlia". Ottima la resa. Anche qui però il finale mi è parso affrettato e poco dìimpatto rispetto a quanto mi sarei aspettato. Forse anche qui gioca il cliché del padre che si sente indadatto dopo la scomparsa della moglie? Non so, forse davvero bastava costruirlo in modo più emotivamente significativo e leggo che ti è mancato il tempo, peccato. Però se vuoi fare esercizio e "sistemarlo", lo rileggo volentieri per darti un parere. (Normalmente non abbiamo i limiti di MC per giudicarci come scrittori). So che suona un po' presuntuoso, ma te lo devo dire lo stesso: hai fatto tutti i progressi che ti auguravo tempo fa. Hai proprio trovato la quadra, complimenti! In ogni caso un racconto che merita un pollice quasi su, per me!
La Grande Creatura
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Ciao Lucia e benveuta! In qualità di Inquisitore sono chiamato a dare l'ultimo giudizio ai vostri brani, e così eccomi qui. Nel momento in cui ho capito che le montagne sono case, tutto è andato a posto. In effetti è divertente cercare di comprendere gli elementi del racconto intuendo come possa ragionare l'uccellino e direi che sei stata molto brava a mantenerci nella sua testa. L'unica cosa che cambierei è che la parola "grande" è ripetuta davvero troppo spesso. Il racconto è molto tenero e si empatizza con questo uccellino coraggioso (di quale specie poco importa - e perché dovrebbe chiederselo lui?). Situazione semplice resa interessante e speciale dal punto di vista e dalle sue personali motivazioni. Complimentoni! Un esordio da pollice in su! (Ed è un peccato che tu probabilmente non colga la rarità e la spettacolarità di questo evento!)