Come acqua
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Come acqua
Come acqua
di Gaia Peruzzo
Donmary soffiò un lieve richiamo.
Il suo fiato si unì al rollio delle onde sullo scafo della Saetta.
Aliseo proteggimi e portami via da qui.
Dondolò il braccio destro, come una bambina che gioca con il vento.
Uno degli uomini che l’aveva sbeffeggiata di più diede una manata sulla spalla di un compare. «Che stai facendo? Sbrigati, Muta!»
L’altro scoprì i denti neri in un ghigno. «Il capitano dovrebbe usarti per divertirsi.»
«Ma se non può nemmeno urlare!»
Donmary li ignorò. Un passo dopo l’altro percorse tutto il perimetro del ponte. Un liquido chiaro le gocciolava giù dalla manica.
«Al prossimo sbarco ti lasciamo giù! Fannullona!» Il capitano Varrik era sul cassero con il timoniere. Reggeva ancora tra le dita grassocce la mappa che lei si era fatta trovare addosso.
Salì i gradini e il legno scricchiolò sotto i suoi stivali consumati. Si prostrò in un inchino. Soltanto che lei non aveva un'ampia gonna di merletti, ma stracci unti.
Le labbra del capitano si contrassero in una smorfia. «Non ti dò da mangiare per camminare, vai a pulire la mia nave.»
Un brivido le si appiccicò alla schiena. Stava sudando. Aveva paura, ma era quello che voleva. Scosse la testa.
Il timoniere sbuffò. «Capitano, dovrebbe…»
Varrik gli stropicciò la mappa in mano. La raggiunse e l’afferrò per il polso sinistro. «Ora vieni con me.»
Donmary deglutì. Si lasciò condurre giù nella stiva, fino alla cabina del capitano.
«Dovrei gettarti in mare!» La lasciò e lei barcollò verso il tavolo cosparso di monete e pergamene. «Se solo non mi avessi portato una delle mappe che mi ha reso ricco.»
«Ricordate…» La voce le grattò la gola. Si era finta muta per tutti quei mesi. Aveva sopportato, per tutti quei mesi, di stare in mezzo a quegli uomini. Si era finta così innocua…
«Ora sai parlare?»
Donmary deglutì. Lo guardò negli occhi cerchiati dalle rughe scottate dal sole. «Una delle teste che avete fatto penzolare a prua della vostra nave… Era quella di mio marito.»
«Hai preso un colpo di calore?»
«No… La vendetta è qualcosa di freddo, somiglia a un cadavere. Non credi?»
Il capitano posò la mano sull’elsa della sciabola. «Che cosa…»
Le urla raggiunsero la stiva, percorsero la nave. Affondarono nel legno come il morso di un mostro marino.
«Si scioglie tutto!»
La paura confondeva le parole e i passi veloci sopra le loro teste.
Il capitano l’afferrò, le torse il braccio e la fiala le sfuggì dalla manica rotolando a terra. «Che cosa hai fatto!» La mollò come se si fosse punto.
«La magia su quell'isola non era una bugia. Ti ho reso l'uomo più ricco del mondo…» gli sorrise, «In fondo al mare.»
«Sei una sciocca.» Caricò uno schiaffo, ma Donmary gli agguantò la mano. La fede nuziale di suo marito non meritava di stare su quel dito. Tirò fino a sfilarla.
«Forse no.» Gli passò sotto al braccio e scappò oltre la porta della cabina.
La inseguì soltanto un tonfo. Il capitano doveva essere scivolato.
Il legno le ondeggiava già sotto ai piedi come acqua.
Aliseo proteggimi e portami via, a casa, sana e salva.
di Gaia Peruzzo
Donmary soffiò un lieve richiamo.
Il suo fiato si unì al rollio delle onde sullo scafo della Saetta.
Aliseo proteggimi e portami via da qui.
Dondolò il braccio destro, come una bambina che gioca con il vento.
Uno degli uomini che l’aveva sbeffeggiata di più diede una manata sulla spalla di un compare. «Che stai facendo? Sbrigati, Muta!»
L’altro scoprì i denti neri in un ghigno. «Il capitano dovrebbe usarti per divertirsi.»
«Ma se non può nemmeno urlare!»
Donmary li ignorò. Un passo dopo l’altro percorse tutto il perimetro del ponte. Un liquido chiaro le gocciolava giù dalla manica.
«Al prossimo sbarco ti lasciamo giù! Fannullona!» Il capitano Varrik era sul cassero con il timoniere. Reggeva ancora tra le dita grassocce la mappa che lei si era fatta trovare addosso.
Salì i gradini e il legno scricchiolò sotto i suoi stivali consumati. Si prostrò in un inchino. Soltanto che lei non aveva un'ampia gonna di merletti, ma stracci unti.
Le labbra del capitano si contrassero in una smorfia. «Non ti dò da mangiare per camminare, vai a pulire la mia nave.»
Un brivido le si appiccicò alla schiena. Stava sudando. Aveva paura, ma era quello che voleva. Scosse la testa.
Il timoniere sbuffò. «Capitano, dovrebbe…»
Varrik gli stropicciò la mappa in mano. La raggiunse e l’afferrò per il polso sinistro. «Ora vieni con me.»
Donmary deglutì. Si lasciò condurre giù nella stiva, fino alla cabina del capitano.
«Dovrei gettarti in mare!» La lasciò e lei barcollò verso il tavolo cosparso di monete e pergamene. «Se solo non mi avessi portato una delle mappe che mi ha reso ricco.»
«Ricordate…» La voce le grattò la gola. Si era finta muta per tutti quei mesi. Aveva sopportato, per tutti quei mesi, di stare in mezzo a quegli uomini. Si era finta così innocua…
«Ora sai parlare?»
Donmary deglutì. Lo guardò negli occhi cerchiati dalle rughe scottate dal sole. «Una delle teste che avete fatto penzolare a prua della vostra nave… Era quella di mio marito.»
«Hai preso un colpo di calore?»
«No… La vendetta è qualcosa di freddo, somiglia a un cadavere. Non credi?»
Il capitano posò la mano sull’elsa della sciabola. «Che cosa…»
Le urla raggiunsero la stiva, percorsero la nave. Affondarono nel legno come il morso di un mostro marino.
«Si scioglie tutto!»
La paura confondeva le parole e i passi veloci sopra le loro teste.
Il capitano l’afferrò, le torse il braccio e la fiala le sfuggì dalla manica rotolando a terra. «Che cosa hai fatto!» La mollò come se si fosse punto.
«La magia su quell'isola non era una bugia. Ti ho reso l'uomo più ricco del mondo…» gli sorrise, «In fondo al mare.»
«Sei una sciocca.» Caricò uno schiaffo, ma Donmary gli agguantò la mano. La fede nuziale di suo marito non meritava di stare su quel dito. Tirò fino a sfilarla.
«Forse no.» Gli passò sotto al braccio e scappò oltre la porta della cabina.
La inseguì soltanto un tonfo. Il capitano doveva essere scivolato.
Il legno le ondeggiava già sotto ai piedi come acqua.
Aliseo proteggimi e portami via, a casa, sana e salva.
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Re: Come acqua
Tema centrato. Donmary è tollerata su una nave pirata perché ha portato una mappa che ha reso ricco il capitano. Dopo aver sopportato le prese in giro dell’equipaggio, si vendica. Su quell’isola c’era anche magia, che lei usa per distruggere la nave con una fiala. Bella la scena in cui dice al capitano che una delle teste che penzolavano dalla nave era quella del marito e anche la scena in cui lei gli sfila la fede nuziale del marito. Bella la preghiera di Donmary ad Aliseo, che apre e chiude il racconto.
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Re: Come acqua
alexandra.fischer ha scritto:Tema centrato. Donmary è tollerata su una nave pirata perché ha portato una mappa che ha reso ricco il capitano. Dopo aver sopportato le prese in giro dell’equipaggio, si vendica. Su quell’isola c’era anche magia, che lei usa per distruggere la nave con una fiala. Bella la scena in cui dice al capitano che una delle teste che penzolavano dalla nave era quella del marito e anche la scena in cui lei gli sfila la fede nuziale del marito. Bella la preghiera di Donmary ad Aliseo, che apre e chiude il racconto.
Ciao Alexandra. Sono contenta che il mio racconto ti sia piaciuto e che sia risultato tutto comprensibile e collegabile tra i vari elementi che ho seminato. Grazie per il feedback!
E in bocca al lupo per il tuo racconto!
- Andrea Furlan
- Messaggi: 548
Re: Come acqua
Ciao Gaia,
buona prova anche per te, soprattutto per le semine della magia che Donmary scatena sulla nave dei suoi aguzzini che ritornano nel momento in cui si svela l’arcano con quel “Si scioglie tutto!” che lascia molto alla fantasia del lettore. Buona costruzione, struttura complessiva e ambientazione, tema ampiamente centrato. Ho avuto solo un dubbio sul confronto finale fra il capitano e la protagonista, dove mi sembra improbabile che lei riesca a riprendere il suo anello in modo così facile. Anche il nome “Aliseo” sembra un po’ fuorviante, ho pensato subito a un vento, cosa che mi ha portato un po’ fuori strada, mentre forse ti riferivi al nome del marito: in questo caso, avrei usato un nome più normale e riconoscibile.
Comunque ottimo risultato, brava! L’ho trovato molto più chiaro ed efficace di altre tue storie che ho letto in edizioni precedenti.
buona prova anche per te, soprattutto per le semine della magia che Donmary scatena sulla nave dei suoi aguzzini che ritornano nel momento in cui si svela l’arcano con quel “Si scioglie tutto!” che lascia molto alla fantasia del lettore. Buona costruzione, struttura complessiva e ambientazione, tema ampiamente centrato. Ho avuto solo un dubbio sul confronto finale fra il capitano e la protagonista, dove mi sembra improbabile che lei riesca a riprendere il suo anello in modo così facile. Anche il nome “Aliseo” sembra un po’ fuorviante, ho pensato subito a un vento, cosa che mi ha portato un po’ fuori strada, mentre forse ti riferivi al nome del marito: in questo caso, avrei usato un nome più normale e riconoscibile.
Comunque ottimo risultato, brava! L’ho trovato molto più chiaro ed efficace di altre tue storie che ho letto in edizioni precedenti.
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Re: Come acqua
Andrea Furlan ha scritto:Ciao Gaia,
buona prova anche per te, soprattutto per le semine della magia che Donmary scatena sulla nave dei suoi aguzzini che ritornano nel momento in cui si svela l’arcano con quel “Si scioglie tutto!” che lascia molto alla fantasia del lettore. Buona costruzione, struttura complessiva e ambientazione, tema ampiamente centrato. Ho avuto solo un dubbio sul confronto finale fra il capitano e la protagonista, dove mi sembra improbabile che lei riesca a riprendere il suo anello in modo così facile. Anche il nome “Aliseo” sembra un po’ fuorviante, ho pensato subito a un vento, cosa che mi ha portato un po’ fuori strada, mentre forse ti riferivi al nome del marito: in questo caso, avrei usato un nome più normale e riconoscibile.
Comunque ottimo risultato, brava! L’ho trovato molto più chiaro ed efficace di altre tue storie che ho letto in edizioni precedenti.
Ciao Andrea e grazie per il feedback attento! In realtà con Aliseo mi riferivo proprio al vento, non sta chiedendo aiuto al marito, ma al vento.
Per il tuo dubbio, invece, ho pensato che il capitano fosse restio a farle del male, e anche in un certo senso sorpreso dal fatto che parlasse e si ribellasse a lui. E questo magari poteva aiutarla nel confronto. In ogni caso, in un primo momento, non la vede come un pericolo ed è per questo motivo che, per esempio, non estrae la spada e non si mostra combattivo. Alla fine sfilare un anello è una cosa di un attimo, però ci sta anche il tuo pensiero. Era un gesto che comunque ho voluto mettere per rendere più forte il senso di vendetta.
In bocca al lupo per il tuo racconto e grazie ancora!
- giuseppe.gangemi
- Messaggi: 186
Re: Come acqua
Ciao Gaia,
hai scritto un racconto suggestivo, poetico e pieno di tensione emotiva, che ha una fortissima coerenza tematica: donna sottovalutata che si prende la propria rivincita.
Donmary si finge muta a bordo della Saetta, una nave pirata guidata dal crudele capitano Varrik. Sopravvive per mesi in silenzio, trattata come un’ombra inutile, aspettando il momento giusto per vendicarsi. Suo marito è stato giustiziato da quell’equipaggio, la sua testa appesa come un trofeo. La sua arma? Una fiala magica rubata da un’isola leggendaria, capace di sciogliere la nave stessa (credo sia successo questo, non ne sono proprio certo). La trappola scatta nel momento esatto in cui rivela la sua voce e la sua identità. Lascia il capitano a morire con la ricchezza che lui stesso ha inseguito, trasformandola in una tomba d’oro e acqua. Come un’invocazione, Aliseo (vento mitico e protettore) diventa compagno silenzioso della sua fuga.
Punti di forza
Atmosfera perfettamente riuscita
C’è una poesia sottile nel tuo modo di raccontare. Le onde, il rollio, il vento, la voce che si unisce ai suoni del mare: tutto contribuisce a un’atmosfera sospesa, liquida, pericolosa. È una storia che profuma di mare e vendetta lenta.
Protagonista memorabile
Donmary è scritta bene. Hai costruito una figura di vendetta fredda che colpisce perché non ha bisogno di alzare la voce. La sua calma è la sua arma.
Uso della magia sottile ma efficace
Il racconto resta ancorato a un realismo ruvido, ma poi insinui l’elemento magico senza forzature, con la fiala e l’isola misteriosa. È una magia antica, mitica, che rispetta il tono cupo e marittimo della narrazione.
Chiusura perfetta
La ripetizione della preghiera al vento (“Aliseo proteggimi”) dà coerenza circolare al racconto. La vendetta si compie, ma il pericolo resta: l’elemento tragico e poetico si fonde in una chiusa che non ha bisogno di spiegazioni.
Tensione emotiva graduale
Il crescendo è ben dosato: parte lento, accenna, insinua, e poi esplode nelle ultime scene con un climax contenuto ma potente. Il tono basso aumenta la drammaticità.
Punti migliorabili
Un dettaglio in più sulla fiala
Il suo effetto è chiaro (scioglie la nave, almeno credo), ma un micro accenno in più alle sue origini o al rischio legato al suo uso avrebbe aggiunto spessore alla scelta di Donmary.
Il momento del confronto potrebbe essere ancora più tagliente
Quando lei rivela la verità al capitano, potresti spingere appena di più sul contrasto tra la sua compostezza e il panico di lui. Magari anche con un gesto fisico più marcato.
Aggiungere una pennellata sulla “Saetta” come personaggio
La nave è lo scenario, ma anche un simbolo. Qualche dettaglio evocativo in più la renderebbe quasi viva, un organismo in putrefazione o schiavitù da cui lei riesce a fuggire.
Conclusione
“Come acqua” è un racconto raffinato. Hai saputo usare il poco spazio per dare respiro a Una vendetta senza urla, ma piena di dignità e determinazione.
Buon contest e alla prossima!
hai scritto un racconto suggestivo, poetico e pieno di tensione emotiva, che ha una fortissima coerenza tematica: donna sottovalutata che si prende la propria rivincita.
Donmary si finge muta a bordo della Saetta, una nave pirata guidata dal crudele capitano Varrik. Sopravvive per mesi in silenzio, trattata come un’ombra inutile, aspettando il momento giusto per vendicarsi. Suo marito è stato giustiziato da quell’equipaggio, la sua testa appesa come un trofeo. La sua arma? Una fiala magica rubata da un’isola leggendaria, capace di sciogliere la nave stessa (credo sia successo questo, non ne sono proprio certo). La trappola scatta nel momento esatto in cui rivela la sua voce e la sua identità. Lascia il capitano a morire con la ricchezza che lui stesso ha inseguito, trasformandola in una tomba d’oro e acqua. Come un’invocazione, Aliseo (vento mitico e protettore) diventa compagno silenzioso della sua fuga.
Punti di forza
Atmosfera perfettamente riuscita
C’è una poesia sottile nel tuo modo di raccontare. Le onde, il rollio, il vento, la voce che si unisce ai suoni del mare: tutto contribuisce a un’atmosfera sospesa, liquida, pericolosa. È una storia che profuma di mare e vendetta lenta.
Protagonista memorabile
Donmary è scritta bene. Hai costruito una figura di vendetta fredda che colpisce perché non ha bisogno di alzare la voce. La sua calma è la sua arma.
Uso della magia sottile ma efficace
Il racconto resta ancorato a un realismo ruvido, ma poi insinui l’elemento magico senza forzature, con la fiala e l’isola misteriosa. È una magia antica, mitica, che rispetta il tono cupo e marittimo della narrazione.
Chiusura perfetta
La ripetizione della preghiera al vento (“Aliseo proteggimi”) dà coerenza circolare al racconto. La vendetta si compie, ma il pericolo resta: l’elemento tragico e poetico si fonde in una chiusa che non ha bisogno di spiegazioni.
Tensione emotiva graduale
Il crescendo è ben dosato: parte lento, accenna, insinua, e poi esplode nelle ultime scene con un climax contenuto ma potente. Il tono basso aumenta la drammaticità.
Punti migliorabili
Un dettaglio in più sulla fiala
Il suo effetto è chiaro (scioglie la nave, almeno credo), ma un micro accenno in più alle sue origini o al rischio legato al suo uso avrebbe aggiunto spessore alla scelta di Donmary.
Il momento del confronto potrebbe essere ancora più tagliente
Quando lei rivela la verità al capitano, potresti spingere appena di più sul contrasto tra la sua compostezza e il panico di lui. Magari anche con un gesto fisico più marcato.
Aggiungere una pennellata sulla “Saetta” come personaggio
La nave è lo scenario, ma anche un simbolo. Qualche dettaglio evocativo in più la renderebbe quasi viva, un organismo in putrefazione o schiavitù da cui lei riesce a fuggire.
Conclusione
“Come acqua” è un racconto raffinato. Hai saputo usare il poco spazio per dare respiro a Una vendetta senza urla, ma piena di dignità e determinazione.
Buon contest e alla prossima!
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Re: Come acqua
giuseppe.gangemi ha scritto:Ciao Gaia,
hai scritto un racconto suggestivo, poetico e pieno di tensione emotiva, che ha una fortissima coerenza tematica: donna sottovalutata che si prende la propria rivincita.
Donmary si finge muta a bordo della Saetta, una nave pirata guidata dal crudele capitano Varrik. Sopravvive per mesi in silenzio, trattata come un’ombra inutile, aspettando il momento giusto per vendicarsi. Suo marito è stato giustiziato da quell’equipaggio, la sua testa appesa come un trofeo. La sua arma? Una fiala magica rubata da un’isola leggendaria, capace di sciogliere la nave stessa (credo sia successo questo, non ne sono proprio certo). La trappola scatta nel momento esatto in cui rivela la sua voce e la sua identità. Lascia il capitano a morire con la ricchezza che lui stesso ha inseguito, trasformandola in una tomba d’oro e acqua. Come un’invocazione, Aliseo (vento mitico e protettore) diventa compagno silenzioso della sua fuga.
Punti di forza
Atmosfera perfettamente riuscita
C’è una poesia sottile nel tuo modo di raccontare. Le onde, il rollio, il vento, la voce che si unisce ai suoni del mare: tutto contribuisce a un’atmosfera sospesa, liquida, pericolosa. È una storia che profuma di mare e vendetta lenta.
Protagonista memorabile
Donmary è scritta bene. Hai costruito una figura di vendetta fredda che colpisce perché non ha bisogno di alzare la voce. La sua calma è la sua arma.
Uso della magia sottile ma efficace
Il racconto resta ancorato a un realismo ruvido, ma poi insinui l’elemento magico senza forzature, con la fiala e l’isola misteriosa. È una magia antica, mitica, che rispetta il tono cupo e marittimo della narrazione.
Chiusura perfetta
La ripetizione della preghiera al vento (“Aliseo proteggimi”) dà coerenza circolare al racconto. La vendetta si compie, ma il pericolo resta: l’elemento tragico e poetico si fonde in una chiusa che non ha bisogno di spiegazioni.
Tensione emotiva graduale
Il crescendo è ben dosato: parte lento, accenna, insinua, e poi esplode nelle ultime scene con un climax contenuto ma potente. Il tono basso aumenta la drammaticità.
Punti migliorabili
Un dettaglio in più sulla fiala
Il suo effetto è chiaro (scioglie la nave, almeno credo), ma un micro accenno in più alle sue origini o al rischio legato al suo uso avrebbe aggiunto spessore alla scelta di Donmary.
Il momento del confronto potrebbe essere ancora più tagliente
Quando lei rivela la verità al capitano, potresti spingere appena di più sul contrasto tra la sua compostezza e il panico di lui. Magari anche con un gesto fisico più marcato.
Aggiungere una pennellata sulla “Saetta” come personaggio
La nave è lo scenario, ma anche un simbolo. Qualche dettaglio evocativo in più la renderebbe quasi viva, un organismo in putrefazione o schiavitù da cui lei riesce a fuggire.
Conclusione
“Come acqua” è un racconto raffinato. Hai saputo usare il poco spazio per dare respiro a Una vendetta senza urla, ma piena di dignità e determinazione.
Buon contest e alla prossima!
Ciao Giuseppe! Hai immaginato bene, con la magia è proprio la nave che si sta sciogliendo. Hai ragione che potevo impiegare qualche riga in più sull'elemento della fiala... Ma i caratteri remano sempre un po' contro, e non volevo inserire soltanto due personaggi cioè il capitano e la protagonista, per dare un senso di ciurma, quindi così su due piedi non saprei benissimo cosa tagliare per inserire dei dettagli in più su fiala e nave. Però sì, ti do pienamente ragione, perché avrebbe reso la storia ancora più completa.
La cosa più importante per me, a questo giro, è che i fili della trama si riescano a tirare, perché ultimamente in questo senso i miei racconti erano poco nitidi. Ma da quanto ho letto sei riuscito a capire tutto.
Grazie per le belle parole che hai speso sul mio testo e per l'analisi così profonda! Mi è molto utile!
In bocca al lupo per il tuo racconto!
- SarahSante
- Messaggi: 186
Re: Come acqua
Ciao Gaia,
mi è piaciuto il racconto e in particolare la caratterizzazione di Donmary e la tensione emotiva che fai percepire e che cresce di intensità man mano. Ho trovato efficaci anche certe immagini che hai usato come “Affondarono nel legno come il morso di un mostro marino” o “Il legno le ondeggiava già sotto ai piedi come acqua”. Anche il liquido che scivola dalla manica di Donmary è una bella semina.
Ti segnalo dei passaggi che mi sono risultati poco chiari. “Stava sudando. Aveva paura, ma era quello che voleva”. Perché Donmary voleva avere paura? O forse quello che voleva era l’azione che stava compiendo?
E la mappa era in mano al timoniere o al capitano? Dalla frase “Il capitano Varrik era sul cassero con il timoniere. Reggeva ancora tra le dita grassocce la mappa che lei si era fatta trovare addosso.” Io ho inteso che la mappa l’avesse Varrik, ma in un’altra scena, lui la stropiccia in mano al timoniere.
“La magia su quell'isola non era una bugia.” Quando ho letto questa frase, ho riletto il testo precedente per vedere se mi ero persa passaggi o accenni a qualcosa di magico, che avrebbero preparato la svolta finale senza rovinare la sorpresa.
mi è piaciuto il racconto e in particolare la caratterizzazione di Donmary e la tensione emotiva che fai percepire e che cresce di intensità man mano. Ho trovato efficaci anche certe immagini che hai usato come “Affondarono nel legno come il morso di un mostro marino” o “Il legno le ondeggiava già sotto ai piedi come acqua”. Anche il liquido che scivola dalla manica di Donmary è una bella semina.
Ti segnalo dei passaggi che mi sono risultati poco chiari. “Stava sudando. Aveva paura, ma era quello che voleva”. Perché Donmary voleva avere paura? O forse quello che voleva era l’azione che stava compiendo?
E la mappa era in mano al timoniere o al capitano? Dalla frase “Il capitano Varrik era sul cassero con il timoniere. Reggeva ancora tra le dita grassocce la mappa che lei si era fatta trovare addosso.” Io ho inteso che la mappa l’avesse Varrik, ma in un’altra scena, lui la stropiccia in mano al timoniere.
“La magia su quell'isola non era una bugia.” Quando ho letto questa frase, ho riletto il testo precedente per vedere se mi ero persa passaggi o accenni a qualcosa di magico, che avrebbero preparato la svolta finale senza rovinare la sorpresa.
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Re: Come acqua
SarahSante ha scritto:Ciao Gaia,
mi è piaciuto il racconto e in particolare la caratterizzazione di Donmary e la tensione emotiva che fai percepire e che cresce di intensità man mano. Ho trovato efficaci anche certe immagini che hai usato come “Affondarono nel legno come il morso di un mostro marino” o “Il legno le ondeggiava già sotto ai piedi come acqua”. Anche il liquido che scivola dalla manica di Donmary è una bella semina.
Ti segnalo dei passaggi che mi sono risultati poco chiari. “Stava sudando. Aveva paura, ma era quello che voleva”. Perché Donmary voleva avere paura? O forse quello che voleva era l’azione che stava compiendo?
E la mappa era in mano al timoniere o al capitano? Dalla frase “Il capitano Varrik era sul cassero con il timoniere. Reggeva ancora tra le dita grassocce la mappa che lei si era fatta trovare addosso.” Io ho inteso che la mappa l’avesse Varrik, ma in un’altra scena, lui la stropiccia in mano al timoniere.
“La magia su quell'isola non era una bugia.” Quando ho letto questa frase, ho riletto il testo precedente per vedere se mi ero persa passaggi o accenni a qualcosa di magico, che avrebbero preparato la svolta finale senza rovinare la sorpresa.
Ciao Sarah, grazie per gli appunti! Sono contenta che il racconto ti sia piaciuto.
Rispondo comunque ai tuoi dubbi.
"ma era quello che voleva" si riferisce alle azioni che Donmary sta compiendo. Perché vuole distruggere la nave, doveva essere una piccola semina per poi assemblare tutto nel finale.
Sì, la mappa l'ha in mano Varrik. Almeno per come ho immaginato anche io la scena. Ora come ora mi rendo conto che forse, al posto di stropicciare, avrei potuto usare scaraventare o qualche altra azione diversa. Però lunedì sera non ci ho pensato ahah.
E hai ragione avrei potuto scrivere qualcosa sul liquido quando le scende dalla manica. Un qualche aggettivo per facilitare il tutto, prima del finale.
Grazie per i consigli! Mi sono molto utili.
E in bocca al lupo per il tuo racconto!
- HandyManny_D
- Messaggi: 144
Re: Come acqua
Ciao Gaia,
è un piacere rileggerti!
La tua scrittura evocativa riesce sempre a conquistarmi. La storia è ben costruita, molto affascinante, con la vendetta di Donmary che si compie grazie a una magia recuperata sull’isola. Il racconto è buono, ma avrebbe bisogno di più spazio per respirare. Le atmosfere sono azzeccate, il tema centratissimo, ma c’è qualcosa che mi sfugge a ogni lettura. Avrei voluto leggere di più di questa storia, vivere ogni particolare come solo tu sai raccontare. Insomma, il quadro è molto bello e ben dipinto, ma la cornice non mi permette di vivere tutta la scena.
Nel complesso, hai fatto un lavoro eccellente.
Buona Kremo Edition.
Ci si legge in giro!
è un piacere rileggerti!
La tua scrittura evocativa riesce sempre a conquistarmi. La storia è ben costruita, molto affascinante, con la vendetta di Donmary che si compie grazie a una magia recuperata sull’isola. Il racconto è buono, ma avrebbe bisogno di più spazio per respirare. Le atmosfere sono azzeccate, il tema centratissimo, ma c’è qualcosa che mi sfugge a ogni lettura. Avrei voluto leggere di più di questa storia, vivere ogni particolare come solo tu sai raccontare. Insomma, il quadro è molto bello e ben dipinto, ma la cornice non mi permette di vivere tutta la scena.
Nel complesso, hai fatto un lavoro eccellente.
Buona Kremo Edition.
Ci si legge in giro!
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Re: Come acqua
HandyManny_D ha scritto:Ciao Gaia,
è un piacere rileggerti!
La tua scrittura evocativa riesce sempre a conquistarmi. La storia è ben costruita, molto affascinante, con la vendetta di Donmary che si compie grazie a una magia recuperata sull’isola. Il racconto è buono, ma avrebbe bisogno di più spazio per respirare. Le atmosfere sono azzeccate, il tema centratissimo, ma c’è qualcosa che mi sfugge a ogni lettura. Avrei voluto leggere di più di questa storia, vivere ogni particolare come solo tu sai raccontare. Insomma, il quadro è molto bello e ben dipinto, ma la cornice non mi permette di vivere tutta la scena.
Nel complesso, hai fatto un lavoro eccellente.
Buona Kremo Edition.
Ci si legge in giro!
Ciao Daniela, grazie per il riscontro. Mi dispiace che tu abbia avuto anche questa sensazione. Però riesco a comprenderla, perché una parte della storia è rimasta nel retroscena. Ho scelto di farlo anche perché volevo concentrarmi più sulla sfaccettatura della vendetta e sull'azione presente, meno sul contesto. Con più caratteri a disposizione sarebbe stata di sicuro più completa.
Grazie anche per i complimenti!
E in bocca al lupo per il tuo racconto!
- Manuel Marinari
- Messaggi: 348
Re: Come acqua
Ciao Gaia, bentrovata.
Il tuo stile, come sempre, cattura l'attenzione della mia lettura. Utilizzi belle parole e costruisci dei personaggi credibili e affascinanti. Allo stesso tempo, riscontro spesso degli aspetti confusi, nelle intenzioni. Probabilmente sarà a causa del poco tempo a disposizione, immagino. Ad esempio, non mi è chiaro perché Donmary avesse un liquido chiaro sulla manica. Per via della fiala? Ecco, se fosse così, potresti seminare in modo più semplice, utilizzando elementi meno ambigui.
Anche nel finale ho avuto un pò di difficoltà nella comprensione della scena. In generale, mi sento di suggerirti di provare a rendere più chiari gli aspetti della scena (proprio delle azioni che i personaggi compiono). La colluttazione non è molto credibile. Un pirata dalle mani grassocce che si fa bloccare il braccio mentre carica uno schiaffone e si fa torcere il braccio? Mmh, stona un pò. Magari, utilizza qualcosa, un oggetto che lei utilizza per tramortirlo, prima.
Questi sono esempi che ti ho citato per migliorare le scene di movimento, che pensandoci bene, avevo notato in altri tuoi racconti alcune dissonanze. Secondo me, potresti migliorare di molto i racconti che scrivi, che sono davvero molto belli, come sempre.
Alla prossima.
Il tuo stile, come sempre, cattura l'attenzione della mia lettura. Utilizzi belle parole e costruisci dei personaggi credibili e affascinanti. Allo stesso tempo, riscontro spesso degli aspetti confusi, nelle intenzioni. Probabilmente sarà a causa del poco tempo a disposizione, immagino. Ad esempio, non mi è chiaro perché Donmary avesse un liquido chiaro sulla manica. Per via della fiala? Ecco, se fosse così, potresti seminare in modo più semplice, utilizzando elementi meno ambigui.
Anche nel finale ho avuto un pò di difficoltà nella comprensione della scena. In generale, mi sento di suggerirti di provare a rendere più chiari gli aspetti della scena (proprio delle azioni che i personaggi compiono). La colluttazione non è molto credibile. Un pirata dalle mani grassocce che si fa bloccare il braccio mentre carica uno schiaffone e si fa torcere il braccio? Mmh, stona un pò. Magari, utilizza qualcosa, un oggetto che lei utilizza per tramortirlo, prima.
Questi sono esempi che ti ho citato per migliorare le scene di movimento, che pensandoci bene, avevo notato in altri tuoi racconti alcune dissonanze. Secondo me, potresti migliorare di molto i racconti che scrivi, che sono davvero molto belli, come sempre.
Alla prossima.
Manuel Marinari
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Re: Come acqua
Manuel Marinari ha scritto:Ciao Gaia, bentrovata.
Il tuo stile, come sempre, cattura l'attenzione della mia lettura. Utilizzi belle parole e costruisci dei personaggi credibili e affascinanti. Allo stesso tempo, riscontro spesso degli aspetti confusi, nelle intenzioni. Probabilmente sarà a causa del poco tempo a disposizione, immagino. Ad esempio, non mi è chiaro perché Donmary avesse un liquido chiaro sulla manica. Per via della fiala? Ecco, se fosse così, potresti seminare in modo più semplice, utilizzando elementi meno ambigui.
Anche nel finale ho avuto un pò di difficoltà nella comprensione della scena. In generale, mi sento di suggerirti di provare a rendere più chiari gli aspetti della scena (proprio delle azioni che i personaggi compiono). La colluttazione non è molto credibile. Un pirata dalle mani grassocce che si fa bloccare il braccio mentre carica uno schiaffone e si fa torcere il braccio? Mmh, stona un pò. Magari, utilizza qualcosa, un oggetto che lei utilizza per tramortirlo, prima.
Questi sono esempi che ti ho citato per migliorare le scene di movimento, che pensandoci bene, avevo notato in altri tuoi racconti alcune dissonanze. Secondo me, potresti migliorare di molto i racconti che scrivi, che sono davvero molto belli, come sempre.
Alla prossima.
Ciao Manuel. Grazie dei consigli, sono preziosi anche perché mi aiutano a capire come posso fare a migliorare. Capisco che la colluttazione finale sia complessa anche perché è una specie di cattura-e lascia andare, ed è molto veloce con tante brevi azioni che si susseguono. Però non è il capitano che si fa bloccare il braccio, ma è lui a bloccarlo alla protagonista, glielo torce e poi la lascia libera.
E poi è lei che gli afferra la mano. Ma comunque il capitano nella mia testa era destabilizzato dal fatto che lei sapesse parlare, e quindi boh lì per lì per me aveva senso.
L'ho scritta in agitazione l'ultima parte, e forse è anche per quello ahah (ma speravo che non si notasse così tanto), non voglio giustificarmi eh, però continuava a saltarmi la corrente e quindi anche la connessione internet e avevo paura di non riuscire a pubblicarlo sul forum (che poi abbiamo scoperto era perché delle formiche avevano deciso di esplorare il contatore in giardino).
Quindi ammetto comunque di non averci riflettuto molto, non come magari ho fatto altre volte. In ogni caso mi hai dato un grosso aiuto, perché sicuramente nelle prossime partecipazioni vedrò di farci più attenzione.
Per quanto riguarda invece la fiala, non l'ho specificata subito perché era nascosta nella manica, e pensavo appunto di usare i piccoli dettagli anche per stupire. Però non mi ha portato chissà quanto bene usare sto metodo, almeno nei racconti così corti. Quindi beh sì, forse non dovrei farlo più.
Grazie ancora e in bocca al lupo per il tuo racconto!
- CristianoSaccoccia
- Messaggi: 95
Re: Come acqua
Mi ha colpito l’atmosfera tesa e malinconica che attraversa il racconto. Donmary è un personaggio che si fa strada piano piano nel cuore del lettore, con la sua pazienza e il coraggio silenzioso. La scena della rivelazione e della vendetta è costruita con attenzione e riesce a dare una soddisfazione sottile senza esagerare. C’è una bella cura nel ritmo e nei dettagli, che rendono il finale ancora più efficace.
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- Messaggi: 423
Re: Come acqua
CristianoSaccoccia ha scritto:Mi ha colpito l’atmosfera tesa e malinconica che attraversa il racconto. Donmary è un personaggio che si fa strada piano piano nel cuore del lettore, con la sua pazienza e il coraggio silenzioso. La scena della rivelazione e della vendetta è costruita con attenzione e riesce a dare una soddisfazione sottile senza esagerare. C’è una bella cura nel ritmo e nei dettagli, che rendono il finale ancora più efficace.
Grazie, era su quello che cercavo di puntare dato il poco spazio, e sono contenta se si percepisce.
In bocca al lupo per il tuo racconto!
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