Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche
Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche

BENVENUTI ALLA LUKHA B. KREMO EDITION, LA SETTIMA DELLA DODICESIMA ERA DI MINUTI CONTATI, LA 191° ALL TIME!
Questo è il gruppo PULPHAGUS della LUKHA B. KREMO EDITION EDITION con LUKHA B. KREMO come guest star.
Gli autori del gruppo PULPHAGUS dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo LEG HORN.
I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo BIO-KIN.
Questo è un gruppo da SETTE racconti e saranno i primi TRE ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da LUKHA B. KREMO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, e dai miei collaboratori verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approssimato per eccesso.
Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK DODICESIMA ERA, a seguire ho assegnato ai raggruppamenti coloro in possesso di punti RANK ALL TIME (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via), coloro che non hanno ottenuto punti nei due Rank sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).
E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo PULPHAGUS:
Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani, ore 23.51, 2993 caratteri
Orizzonte di vetro, di Debora Donadel, ore 00.21, 2980 caratteri
Come acqua, di Gaia Peruzzo, ore 23.34, 2971 caratteri
L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba, ore 23.42, 2998 caratteri
Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni, ore 23.40, 2660 caratteri
Il paradosso di Pago, di Julia, ore 00.03, 2988 caratteri
Ohi ohi, capitano, di Driu, ore 00.57, 2887 caratteri
Avrete tempo fino alle 23.59 di giovedì 1 MAGGIO per commentare i racconti del gruppo LEG HORN Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 28 MARZO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, io e i miei collaboratori posteremo la nostra e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i racconti del gruppo LEG HORN e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare gli altri racconti in gara e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: per quanto vi sarà possibile in base ai vostri impegni, date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.
Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.
Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo LEG HORN.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.
E infine: una volta postate e da me controllate, le classifiche non possono più essere modificate a meno di mia specifica richiesta in seguito a vostre dimenticanze. L'eventuale modifica non verrà contabilizzata nel conteggio finale e sarà passibile di malus pari a SETTE punti.
BUONA LUKHA B. KREMO EDITION A TUTTI!
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Re: Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche
Buon pomeriggio, ecco i miei commenti e relativa classifica:
Risvegliatore empatico di Matteo Mantoani. Tema centrato. Storia originale, con il pirata di anime Janko, brutto, sporco e cattivo al punto giusto, finché vede sveglio uno dei neonati al quale dovrebbe prelevare l’anima e prova qualcosa di simile alla commozione, sentimento che soffoca, scrivendo la funzione che il neonato ha di qui in poi: Risvegliatore empatico. Indicato per sociopatici refrattari: sblocca compassione latente. Prezzo su richiesta. Bello il rimando iniziale della pesatura delle anime della mitologia egizia.
Orizzonte di vetro di Debora Donadel. Tema centrato. Storia di SF con una descrizione credibile delle astronavi. L’equipaggio della Marigold è al femminile. Missione: salvare Bonnie, prigioniera della Ashok. La missione riesce, fra una pallottola di cristallo e una coltellata. Sono piratesse. I nemici fanno parte della Lega delle Sabbie di Vetro. Le piratesse, dopo la vendetta di Bonnie sul capitano, trovano i dati di un tesoro sotto forma di ologramma, in pratica tutto ciò che riguarda la Lega delle Sabbie di Vetro e possono partire per salvare altre prigioniere. Storia ben congegnata.
Come Acqua di Gaia Peruzzo. Tema centrato. Donmary è tollerata su una nave pirata perché ha portato una mappa che ha reso ricco il capitano. Dopo aver sopportato le prese in giro dell’equipaggio, si vendica. Su quell’isola c’era anche magia, che lei usa per distruggere la nave con una fiala. Bella la scena in cui dice al capitano che una delle teste che penzolavano dalla nave era quella del marito e anche la scena in cui lei gli sfila la fede nuziale del marito. Bella la preghiera di Donmary ad Aliseo, che apre e chiude il racconto.
L’ultimo ordine di Capitan Uncino di Jacopo Saba. Tema centrato. Storia di marinai all’inizio, quando Capitan Uncino si affida alla vedetta per la battaglia e vede che i colpi non vanno a segno. Si confida con Spugna, e alla fine da l’ordine decisivo, quello che affonderà almeno una delle due caravelle che proteggono la nave ammiraglia. Nel finale, la trama si ribalta. È una partita di battaglia navale in chat, dove l’avversario sconfitto fa appello al Fattore C, ma per il protagonista è forse l’ultimo ordine di Capitan Uncino. Molto ben resa l’atmosfera della nave.
Attenzione: di’ alla vedetta.
Cannonate d’amore di Matteo Calcagni. Tema centrato. Storia di marinai. Il capitano William è innamorato di Roger. C’è un galeone colpito malgrado l’ordine contrario di William. Crede che sia quello di Smith lo Struzzo e che sorpresa, guardando dal cannocchiale, è la moglie di William all’inseguimento del galeone. E si fa chiamare Mantide Scarlatta. Storia molto ben resa nelle atmosfere marinaresche e negli incerti del mestiere, vedi il capitano monco e Roger senza un occhio. Unico particolare che stona, la fotografia della moglie di William. Ci sarebbe stato meglio un disegno.
Il paradosso di Pago di Julia. Tema centrato. Storia di SF con due rettili in grado di duellare e parlare. Pago è innamorato di Svea, moglie del suo avversario più anziano. Ha viaggiato per vent’anni lungo i sistemi solari con la spilla come ricordo di lei e la milizia ha fatto la spia, permettendogli di catturare il rivale. Molto ben resa la scena del duello. Il vecchio perde e gli da una sfera, permettendogli di ritrovare Svea, anche lei in possesso della spilla. Finale lieto, malgrado la presenza di un rammollito. Una buona prova.
Ohi, ohi, capitano di Driu. Tema centrato. Storia marinara, con una nave comandata da una donna, il capitano Briga. Ben resi i personaggi, dal marinaio Spina all’ipocrita governatore Smith, che vorrebbe affidare un incarico al capitano, orfana di padre. Ma lei non ci sta. Piuttosto che accettare la ricompensa di Smith e assaltare un galeone con due navi di scorta, preferisce attaccare la nave di Smith. Nel complesso, una buona prova.
Attenzione:
Capo del Teschio
La mia classifica è molto sofferta, siete tutti ottimi autori:
Orizzonte di vetro di Debora Donadel 1
Risvegliatore empatico di Matteo Mantoani 2
Come Acqua di Gaia Peruzzo 3
Il paradosso di Pago di Julia 4
Ohi, ohi, capitano di Driu 5
Cannonate d’amore di Matteo Calcagni 6
L’ultimo ordine di Capitan Uncino di Jacopo Saba 7
Risvegliatore empatico di Matteo Mantoani. Tema centrato. Storia originale, con il pirata di anime Janko, brutto, sporco e cattivo al punto giusto, finché vede sveglio uno dei neonati al quale dovrebbe prelevare l’anima e prova qualcosa di simile alla commozione, sentimento che soffoca, scrivendo la funzione che il neonato ha di qui in poi: Risvegliatore empatico. Indicato per sociopatici refrattari: sblocca compassione latente. Prezzo su richiesta. Bello il rimando iniziale della pesatura delle anime della mitologia egizia.
Orizzonte di vetro di Debora Donadel. Tema centrato. Storia di SF con una descrizione credibile delle astronavi. L’equipaggio della Marigold è al femminile. Missione: salvare Bonnie, prigioniera della Ashok. La missione riesce, fra una pallottola di cristallo e una coltellata. Sono piratesse. I nemici fanno parte della Lega delle Sabbie di Vetro. Le piratesse, dopo la vendetta di Bonnie sul capitano, trovano i dati di un tesoro sotto forma di ologramma, in pratica tutto ciò che riguarda la Lega delle Sabbie di Vetro e possono partire per salvare altre prigioniere. Storia ben congegnata.
Come Acqua di Gaia Peruzzo. Tema centrato. Donmary è tollerata su una nave pirata perché ha portato una mappa che ha reso ricco il capitano. Dopo aver sopportato le prese in giro dell’equipaggio, si vendica. Su quell’isola c’era anche magia, che lei usa per distruggere la nave con una fiala. Bella la scena in cui dice al capitano che una delle teste che penzolavano dalla nave era quella del marito e anche la scena in cui lei gli sfila la fede nuziale del marito. Bella la preghiera di Donmary ad Aliseo, che apre e chiude il racconto.
L’ultimo ordine di Capitan Uncino di Jacopo Saba. Tema centrato. Storia di marinai all’inizio, quando Capitan Uncino si affida alla vedetta per la battaglia e vede che i colpi non vanno a segno. Si confida con Spugna, e alla fine da l’ordine decisivo, quello che affonderà almeno una delle due caravelle che proteggono la nave ammiraglia. Nel finale, la trama si ribalta. È una partita di battaglia navale in chat, dove l’avversario sconfitto fa appello al Fattore C, ma per il protagonista è forse l’ultimo ordine di Capitan Uncino. Molto ben resa l’atmosfera della nave.
Attenzione: di’ alla vedetta.
Cannonate d’amore di Matteo Calcagni. Tema centrato. Storia di marinai. Il capitano William è innamorato di Roger. C’è un galeone colpito malgrado l’ordine contrario di William. Crede che sia quello di Smith lo Struzzo e che sorpresa, guardando dal cannocchiale, è la moglie di William all’inseguimento del galeone. E si fa chiamare Mantide Scarlatta. Storia molto ben resa nelle atmosfere marinaresche e negli incerti del mestiere, vedi il capitano monco e Roger senza un occhio. Unico particolare che stona, la fotografia della moglie di William. Ci sarebbe stato meglio un disegno.
Il paradosso di Pago di Julia. Tema centrato. Storia di SF con due rettili in grado di duellare e parlare. Pago è innamorato di Svea, moglie del suo avversario più anziano. Ha viaggiato per vent’anni lungo i sistemi solari con la spilla come ricordo di lei e la milizia ha fatto la spia, permettendogli di catturare il rivale. Molto ben resa la scena del duello. Il vecchio perde e gli da una sfera, permettendogli di ritrovare Svea, anche lei in possesso della spilla. Finale lieto, malgrado la presenza di un rammollito. Una buona prova.
Ohi, ohi, capitano di Driu. Tema centrato. Storia marinara, con una nave comandata da una donna, il capitano Briga. Ben resi i personaggi, dal marinaio Spina all’ipocrita governatore Smith, che vorrebbe affidare un incarico al capitano, orfana di padre. Ma lei non ci sta. Piuttosto che accettare la ricompensa di Smith e assaltare un galeone con due navi di scorta, preferisce attaccare la nave di Smith. Nel complesso, una buona prova.
Attenzione:
Capo del Teschio
La mia classifica è molto sofferta, siete tutti ottimi autori:
Orizzonte di vetro di Debora Donadel 1
Risvegliatore empatico di Matteo Mantoani 2
Come Acqua di Gaia Peruzzo 3
Il paradosso di Pago di Julia 4
Ohi, ohi, capitano di Driu 5
Cannonate d’amore di Matteo Calcagni 6
L’ultimo ordine di Capitan Uncino di Jacopo Saba 7
- Andrea Furlan
- Messaggi: 548
Re: Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche
Ciao a tutti,
vorrei fare i complimenti in particolare ai 4 primi racconti della mia classifica che mi sono davvero piaciuti. Li ho trovati originali, cosa che con questo tema non era facilissima, e davvero efficaci. Ho riflettuto molto fra le prime due posizioni che a mio avviso si equivalgono, poi ho scelto di premiare Matteo per una maggiore maturità nel modo in cui è riuscito a strutturare il suo brano. Agli ultimi tre, vorrei lasciare un incitamento nonostante mi rendo conto che i commenti non siano lusinghieri: continuate a partecipare e i problemi si risolveranno da soli una volta che avrete preso più padronanza degli strumenti e della gestione dei limiti dei caratteri.
1 - Risvegliatore empatico di Matteo Mantoani
2 - Orizzonte di vetro di Debora Donadel
3 - Come acqua di Gaia Peruzzo
4 - L'ultimo ordine di Capitan Uncino di Jacopo Saba
5 - Cannonate d’amore di Matteo Calcagni
6 - Il paradosso di Pago di Julia Strife
7 - Ohi, ohi capitano! Di Driu
Risvegliatore empatico di Matteo Mantoani
Ciao Matteo,
torno a commentarti dopo moltissimo tempo, e lo faccio con grande piacere. Il racconto mi ha convinto: tema centrato in maniera alquanto minimale, dove ci racconti pochissimo di Janko e del suo contesto, ma quel poco fa intravedere molto di più lasciando all’immaginazione del lettore di fare il resto. La difficoltà di questo racconto è dare le informazioni essenziali per fare capire e tenere il lettore nella storia, cosa non facile visto che parli di concetti totalmente legati al mondo che ti sei immaginato. L’espediente della “voce fuori campo” non meglio identificata secondo me funziona molto bene, sta nel registro generale del racconto e spiega quello che deve spiegare, anche se so già che molti puristi del pdv parleranno di infodump. Secondo me sei riuscito a fare quello che avevi in mente e in pochi caratteri come quelli di questa edizione non era per niente scontato.
C’è poco altro da dire, non ho suggerimenti, per me racconto da podio e da finale.
Orizzonte di vetro di Debora Donadel
Ciao Debora,
ottima prova, tema centrato in pieno con un worldbuilding appena accennato ma che sembra molto interessante. Donne pirata che combattono una società di uomini oppressiva, ambientazione futuristica e forse post-apocalittica ambientata in un deserto ostile, dove bisogna firmare per leggere il prequel e i 5 volumi della saga che stai preparando? :-) Ti faccio i complimenti anche per i dialoghi precisi e netti, da cui risaltano le informazioni chiave in modo chiaro e avvincente. Unico neo, un po’ poco approfondimento dei personaggi, ma con così pochi caratteri non ci stava anche questo.
Racconto da finale!
Come acqua di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia,
buona prova anche per te, soprattutto per le semine della magia che Donmary scatena sulla nave dei suoi aguzzini che ritornano nel momento in cui si svela l’arcano con quel “Si scioglie tutto!” che lascia molto alla fantasia del lettore. Buona costruzione, struttura complessiva e ambientazione, tema ampiamente centrato. Ho avuto solo un dubbio sul confronto finale fra il capitano e la protagonista, dove mi sembra improbabile che lei riesca a riprendere il suo anello in modo così facile. Anche il nome “Aliseo” sembra un po’ fuorviante, ho pensato subito a un vento, cosa che mi ha portato un po’ fuori strada, mentre forse ti riferivi al nome del marito: in questo caso, avrei usato un nome più normale e riconoscibile.
Comunque ottimo risultato, brava! L’ho trovato molto più chiaro ed efficace di altre tue storie che ho letto in edizioni precedenti.
L'ultimo ordine di Capitan Uncino di Jacopo Saba
Ciao Jacopo,
mi sono goduto il tuo racconto, soprattutto per la prima persona incentrata su Capitan Uncino, cosa che nonostante tutta la letteratura che lo riguarda non mi sembra comune. Tema centrato dalla quintessenza piratesca, con valore aggiunto dato dal paragrafo finale che crea una piacevole commistione di generi diversi. Ho trovato solo un po’ stonata l’insistenza sulla vedetta che non sbaglia mai: anche se strumentale al finale, potevi forse trovare un espediente un po’ diverso per variare un po’.
In sintesi, mi è piaciuto e sono entrato nella storia in modo molto naturale, bravo!
Cannonate d’amore di Matteo Calcagni
Ciao Matteo,
il tuo racconto mi ha un po’ confuso: ci sono molti personaggi (o almeno i loro nomi) che fanno perdere il filo, cosa da evitare con racconti così brevi, l’attrazione fra William e Roger è molto chiara e ben esplicitata, ma rende il tutto poco chiaro. Non che non sia legittima, ma mi è mancata una spiegazione al fatto che in un contesto ad alto testosterone come una nave di pirati ci possa essere attrazione fra due di loro. Bella l’idea della nave capitanata dalla moglie infuriata, anche se altri elementi come lo scheletro dello struzzo aggiungono fattori non spiegati che fanno perdere l’attenzione. Avrei optato per un simbolo più riconoscibile che avrebbe dato una certezza in più.
Tema centrato e declinato in maniera originale.
In sintesi, una prova discreta ma migliorabile nella ricerca del messaggio che volevi mandare (di cui non sono molto sicuro) e delle parole per veicolarlo in modo più chiaro.
Il paradosso di Pago di Julia Strife
Ciao Julia,
racconto complicato da leggere e da giudicare. CI sono moltissimi elementi che non vengono spiegati a sufficienza, personaggi che sono coccodrilli spaziali in un’ambientazione che mi ha ricordato un po’ epopee fantasy/fantascientifiche come Capitan Harlock. Troppi elementi dicevo: il vecchio antagonista che lotta ferocemente, ma poi si lascia trafiggere, la spilla che appare all’inizio (ce l’ha lui) e alla fine (ce l’ha lei), una Scogliera appena nominata, gente che crea una folla nel momento in cui il protagonista sbarca. Troppo, decisamente troppo, tanto da mettere in dubbio anche l’aderenza al tema, perché oltre a elementi “classici” come spade e bende sugli occhi, non si capisce di che razza siano questi pirati.
In sintesi, qualche idea buona ma troppa confusione per un racconto così breve, mi spiace perché dal punto di vista dello stile l’ho letto con piacere.
Ohi, ohi capitano! Di Driu
Ciao Driu e benvenuto nell’Arena!
Il tuo racconto centra il tema in modo molto classico e si perde già dalle prime battute in una serie di personaggi poco identificati e azioni che aggiungono poco alla storia, come la ricerca della scala che mi sembra faccia solo da riempitivo: entrambe le cose sono da evitare in un racconto così breve. Ci sono diverse ripetizioni che avrei snellito anche per risparmiare caratteri (ad esempio “capitano” ripetuto moltissime volte) e il dubbio più grande sul genere di Briga, che chiami ripetutamente IL capitano ma che viene chiamato Lady Briga da uno dei personaggi. Ho perso molto tempo nel cercare di ricostruire se mi ero perso qualcosa e la magia della storia è svanita. Anche il titolo – leitmotiv della storia sembra un po’ casuale.
Si vede che hai una penna discreta, ma anche molta strada da compiere per essere più efficace. Il consiglio è di continuare a frequentare l’Arena: vedrai che migliorerai in breve tempo.
vorrei fare i complimenti in particolare ai 4 primi racconti della mia classifica che mi sono davvero piaciuti. Li ho trovati originali, cosa che con questo tema non era facilissima, e davvero efficaci. Ho riflettuto molto fra le prime due posizioni che a mio avviso si equivalgono, poi ho scelto di premiare Matteo per una maggiore maturità nel modo in cui è riuscito a strutturare il suo brano. Agli ultimi tre, vorrei lasciare un incitamento nonostante mi rendo conto che i commenti non siano lusinghieri: continuate a partecipare e i problemi si risolveranno da soli una volta che avrete preso più padronanza degli strumenti e della gestione dei limiti dei caratteri.
1 - Risvegliatore empatico di Matteo Mantoani
2 - Orizzonte di vetro di Debora Donadel
3 - Come acqua di Gaia Peruzzo
4 - L'ultimo ordine di Capitan Uncino di Jacopo Saba
5 - Cannonate d’amore di Matteo Calcagni
6 - Il paradosso di Pago di Julia Strife
7 - Ohi, ohi capitano! Di Driu
Risvegliatore empatico di Matteo Mantoani
Ciao Matteo,
torno a commentarti dopo moltissimo tempo, e lo faccio con grande piacere. Il racconto mi ha convinto: tema centrato in maniera alquanto minimale, dove ci racconti pochissimo di Janko e del suo contesto, ma quel poco fa intravedere molto di più lasciando all’immaginazione del lettore di fare il resto. La difficoltà di questo racconto è dare le informazioni essenziali per fare capire e tenere il lettore nella storia, cosa non facile visto che parli di concetti totalmente legati al mondo che ti sei immaginato. L’espediente della “voce fuori campo” non meglio identificata secondo me funziona molto bene, sta nel registro generale del racconto e spiega quello che deve spiegare, anche se so già che molti puristi del pdv parleranno di infodump. Secondo me sei riuscito a fare quello che avevi in mente e in pochi caratteri come quelli di questa edizione non era per niente scontato.
C’è poco altro da dire, non ho suggerimenti, per me racconto da podio e da finale.
Orizzonte di vetro di Debora Donadel
Ciao Debora,
ottima prova, tema centrato in pieno con un worldbuilding appena accennato ma che sembra molto interessante. Donne pirata che combattono una società di uomini oppressiva, ambientazione futuristica e forse post-apocalittica ambientata in un deserto ostile, dove bisogna firmare per leggere il prequel e i 5 volumi della saga che stai preparando? :-) Ti faccio i complimenti anche per i dialoghi precisi e netti, da cui risaltano le informazioni chiave in modo chiaro e avvincente. Unico neo, un po’ poco approfondimento dei personaggi, ma con così pochi caratteri non ci stava anche questo.
Racconto da finale!
Come acqua di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia,
buona prova anche per te, soprattutto per le semine della magia che Donmary scatena sulla nave dei suoi aguzzini che ritornano nel momento in cui si svela l’arcano con quel “Si scioglie tutto!” che lascia molto alla fantasia del lettore. Buona costruzione, struttura complessiva e ambientazione, tema ampiamente centrato. Ho avuto solo un dubbio sul confronto finale fra il capitano e la protagonista, dove mi sembra improbabile che lei riesca a riprendere il suo anello in modo così facile. Anche il nome “Aliseo” sembra un po’ fuorviante, ho pensato subito a un vento, cosa che mi ha portato un po’ fuori strada, mentre forse ti riferivi al nome del marito: in questo caso, avrei usato un nome più normale e riconoscibile.
Comunque ottimo risultato, brava! L’ho trovato molto più chiaro ed efficace di altre tue storie che ho letto in edizioni precedenti.
L'ultimo ordine di Capitan Uncino di Jacopo Saba
Ciao Jacopo,
mi sono goduto il tuo racconto, soprattutto per la prima persona incentrata su Capitan Uncino, cosa che nonostante tutta la letteratura che lo riguarda non mi sembra comune. Tema centrato dalla quintessenza piratesca, con valore aggiunto dato dal paragrafo finale che crea una piacevole commistione di generi diversi. Ho trovato solo un po’ stonata l’insistenza sulla vedetta che non sbaglia mai: anche se strumentale al finale, potevi forse trovare un espediente un po’ diverso per variare un po’.
In sintesi, mi è piaciuto e sono entrato nella storia in modo molto naturale, bravo!
Cannonate d’amore di Matteo Calcagni
Ciao Matteo,
il tuo racconto mi ha un po’ confuso: ci sono molti personaggi (o almeno i loro nomi) che fanno perdere il filo, cosa da evitare con racconti così brevi, l’attrazione fra William e Roger è molto chiara e ben esplicitata, ma rende il tutto poco chiaro. Non che non sia legittima, ma mi è mancata una spiegazione al fatto che in un contesto ad alto testosterone come una nave di pirati ci possa essere attrazione fra due di loro. Bella l’idea della nave capitanata dalla moglie infuriata, anche se altri elementi come lo scheletro dello struzzo aggiungono fattori non spiegati che fanno perdere l’attenzione. Avrei optato per un simbolo più riconoscibile che avrebbe dato una certezza in più.
Tema centrato e declinato in maniera originale.
In sintesi, una prova discreta ma migliorabile nella ricerca del messaggio che volevi mandare (di cui non sono molto sicuro) e delle parole per veicolarlo in modo più chiaro.
Il paradosso di Pago di Julia Strife
Ciao Julia,
racconto complicato da leggere e da giudicare. CI sono moltissimi elementi che non vengono spiegati a sufficienza, personaggi che sono coccodrilli spaziali in un’ambientazione che mi ha ricordato un po’ epopee fantasy/fantascientifiche come Capitan Harlock. Troppi elementi dicevo: il vecchio antagonista che lotta ferocemente, ma poi si lascia trafiggere, la spilla che appare all’inizio (ce l’ha lui) e alla fine (ce l’ha lei), una Scogliera appena nominata, gente che crea una folla nel momento in cui il protagonista sbarca. Troppo, decisamente troppo, tanto da mettere in dubbio anche l’aderenza al tema, perché oltre a elementi “classici” come spade e bende sugli occhi, non si capisce di che razza siano questi pirati.
In sintesi, qualche idea buona ma troppa confusione per un racconto così breve, mi spiace perché dal punto di vista dello stile l’ho letto con piacere.
Ohi, ohi capitano! Di Driu
Ciao Driu e benvenuto nell’Arena!
Il tuo racconto centra il tema in modo molto classico e si perde già dalle prime battute in una serie di personaggi poco identificati e azioni che aggiungono poco alla storia, come la ricerca della scala che mi sembra faccia solo da riempitivo: entrambe le cose sono da evitare in un racconto così breve. Ci sono diverse ripetizioni che avrei snellito anche per risparmiare caratteri (ad esempio “capitano” ripetuto moltissime volte) e il dubbio più grande sul genere di Briga, che chiami ripetutamente IL capitano ma che viene chiamato Lady Briga da uno dei personaggi. Ho perso molto tempo nel cercare di ricostruire se mi ero perso qualcosa e la magia della storia è svanita. Anche il titolo – leitmotiv della storia sembra un po’ casuale.
Si vede che hai una penna discreta, ma anche molta strada da compiere per essere più efficace. Il consiglio è di continuare a frequentare l’Arena: vedrai che migliorerai in breve tempo.
- giuseppe.gangemi
- Messaggi: 186
Re: Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche
Ciao a tutti,
anche in questa occasione ho letto dei bei racconti. Per mia curiosità mi sono già letto anche tutti gli altri presenti in questo contest a tema pirateria. Devo dire che abbiamo centrato tutti il tema e che i racconti sono tutti piacevoli da leggere.
Commenti
Ciao Matteo,
hai scritto un racconto davvero suggestivo e originale. “Risvegliatore Empatico” è un testo che mescola ironia, fantascienza e filosofia morale con un tocco cinico ma profondamente umano
Ci presenti un mondo in cui il valore morale di una persona è oggettivamente misurabile tramite un parametro scientifico, il Peso Di Spirito (PDS). Questa premessa è potente: elimina il libero arbitrio e condanna o assolve in base a un dato biologico (ricorda per certi aspetti il concetto calvinista di predestinazione). Il protagonista, Janko, è un “pirata d’anime” che traffica in neonati “puri” per trasferire il loro PDS ad adulti corrotti (ma quelli del pizzagate e di Qanon leggono i tuoi racconti, non li capiscono e fanno le loro teorie?). Finché un neonato si sveglia e lo guarda con compassione, un sentimento che lo spiazza e lo tocca. Invece di scartarlo, Janko lo reinventa come prodotto terapeutico: un “risvegliatore empatico”, capace di toccare il cuore anche di chi sembrava senza.
Punti positivi
Idea forte e originale: Il concetto di PDS è un colpo di genio. Fa pensare, colpisce subito l’immaginazione e apre mille spunti etici, sociali, esistenziali.
Stile vivace e tagliente: Hai uno stile incisivo, con frasi brevi ma cariche di significato, battute ciniche (“puri come una bugia ben detta”), immagini potenti (“occhi da latte versato”).
Ottima gestione del tono: Mischi bene il registro ironico e quello emotivo. Il cinismo iniziale si sgretola gradualmente fino alla chiusa malinconico-grottesca, senza mai diventare stucchevole.
Un protagonista riuscito: Janko è viscido, disgustoso, eppure credibile. In poche righe diventa vivo, con un suo arco narrativo seppur breve.
Efficace worldbuilding: In pochi tratti, costruisci un mondo riconoscibile e coerente. Si capisce subito dove siamo, cosa succede, quali sono le regole.
Punti migliorabili
Il concetto del PDS è straordinario, ma meriterebbe un filo in più di contesto: Un accenno in più al suo impatto sociale, a come ha cambiato il mondo (scuola? lavoro? legge?) renderebbe il tutto ancora più potente. Anche solo un inciso.
Conclusione
Hai scritto un racconto eccellente, con un’idea geniale e una realizzazione solida, equilibrata tra narrazione e riflessione. In poche battute riesci a costruire un mondo, mostrarne le storture, e aprire uno spiraglio di emozione autentica. È un testo che si ricorda e che lascia una traccia, anche dopo la lettura. Se c’è un limite, è solo quello di spazio: si sente che potresti approfondire molto di più. Ma all’interno dei 3000 caratteri, hai fatto centro.
Buon contest e alla prossima!
Ciao Debora,
hai scritto un racconto potente e visivo, dal ritmo serrato e dal cuore pulsante di rabbia, vendetta e sorellanza. “Orizzonte di vetro” è una storia che mescola fantascienza post-apocalittica, elementi cyber-pirateschi e una fortissima carica femminista e politica.
Siamo in un futuro devastato, fatto di deserti, città fortificate e meccaniche belliche ibride. Il gruppo protagonista naviga a bordo della Marigold, un mezzo da battaglia, in cerca di Bonny, compagna catturata dalla Lega delle Sabbie di Vetro, una fazione nemica oppressiva e brutale. Quando intercettano un mezzo sospetto, lo attaccano e scoprono che Bonny è prigioniera. Dopo un confronto violento, la liberano e la vendetta si consuma. L’ultima parte svela il colpo di scena: l’attacco ha fruttato anche informazioni strategiche cruciali, che ribaltano le sorti della guerra.
Punti positivi
Ambientazione evocativa e coerente
In poche righe crei un mondo credibile, ruvido, visivo. Il dettaglio delle “città fortificate” e dei “deserti di sale” dipinge bene un mondo estremo, e il nome “Orizzonte di vetro” è poetico e minaccioso al tempo stesso.
Dialoghi taglienti ed efficaci
I dialoghi sono secchi, brutali, funzionano alla perfezione per il tono del racconto. L’uso del parlato diretto, anche grezzo, rende tutto più vero e coinvolgente.
Protagoniste forti, unite da una causa
Anne, Aisha, Nadine e Bonny sono figure forti, determinate. Anche con poche battute, si percepisce il legame tra loro. La vendetta non è solo personale, ma parte di una battaglia collettiva.
Azione ben ritmata
Hai usato bene lo spazio disponibile per alternare azione, conflitto emotivo e climax narrativo. Il racconto ha un arco completo e una chiusa soddisfacente, anche nel limite dei caratteri.
Un finale denso di potenziale
L’ultima scena non solo chiude l’arco narrativo, ma apre a un mondo più grande, con uno sviluppo possibile in altri racconti. È un bel gancio per un ciclo più ampio.
Punti migliorabili
Alcuni dettagli meritano più chiarezza
Ad esempio, cosa sia esattamente la Lega delle Sabbie di Vetro si intuisce ma non è chiarito. Un inciso, anche solo di poche parole, aiuterebbe a contestualizzarla meglio.
Conclusione
Hai scritto un racconto intenso, visivo e perfettamente nel tono del genere. È un testo che, nonostante il limite di spazio, riesce a colpire, raccontare e affascinare. Il mix tra linguaggio diretto, costruzione del mondo e tematiche forti funziona davvero bene. Se volessi espandere questo universo narrativo, secondo me hai una miniera in mano: un mondo in rovina, un equipaggio di donne ribelli, una guerra che ha appena preso una piega diversa. Mi piacerebbe leggere un seguito.
Buon contest e alla prossima!
Ciao Gaia,
hai scritto un racconto suggestivo, poetico e pieno di tensione emotiva, che ha una fortissima coerenza tematica: donna sottovalutata che si prende la propria rivincita.
Donmary si finge muta a bordo della Saetta, una nave pirata guidata dal crudele capitano Varrik. Sopravvive per mesi in silenzio, trattata come un’ombra inutile, aspettando il momento giusto per vendicarsi. Suo marito è stato giustiziato da quell’equipaggio, la sua testa appesa come un trofeo. La sua arma? Una fiala magica rubata da un’isola leggendaria, capace di sciogliere la nave stessa (credo sia successo questo, non ne sono proprio certo). La trappola scatta nel momento esatto in cui rivela la sua voce e la sua identità. Lascia il capitano a morire con la ricchezza che lui stesso ha inseguito, trasformandola in una tomba d’oro e acqua. Come un’invocazione, Aliseo (vento mitico e protettore) diventa compagno silenzioso della sua fuga.
Punti di forza
Atmosfera perfettamente riuscita
C’è una poesia sottile nel tuo modo di raccontare. Le onde, il rollio, il vento, la voce che si unisce ai suoni del mare: tutto contribuisce a un’atmosfera sospesa, liquida, pericolosa. È una storia che profuma di mare e vendetta lenta.
Protagonista memorabile
Donmary è scritta bene. Hai costruito una figura di vendetta fredda che colpisce perché non ha bisogno di alzare la voce. La sua calma è la sua arma.
Uso della magia sottile ma efficace
Il racconto resta ancorato a un realismo ruvido, ma poi insinui l’elemento magico senza forzature, con la fiala e l’isola misteriosa. È una magia antica, mitica, che rispetta il tono cupo e marittimo della narrazione.
Chiusura perfetta
La ripetizione della preghiera al vento (“Aliseo proteggimi”) dà coerenza circolare al racconto. La vendetta si compie, ma il pericolo resta: l’elemento tragico e poetico si fonde in una chiusa che non ha bisogno di spiegazioni.
Tensione emotiva graduale
Il crescendo è ben dosato: parte lento, accenna, insinua, e poi esplode nelle ultime scene con un climax contenuto ma potente. Il tono basso aumenta la drammaticità.
Punti migliorabili
Un dettaglio in più sulla fiala
Il suo effetto è chiaro (scioglie la nave, almeno credo), ma un micro accenno in più alle sue origini o al rischio legato al suo uso avrebbe aggiunto spessore alla scelta di Donmary.
Il momento del confronto potrebbe essere ancora più tagliente
Quando lei rivela la verità al capitano, potresti spingere appena di più sul contrasto tra la sua compostezza e il panico di lui. Magari anche con un gesto fisico più marcato.
Aggiungere una pennellata sulla “Saetta” come personaggio
La nave è lo scenario, ma anche un simbolo. Qualche dettaglio evocativo in più la renderebbe quasi viva, un organismo in putrefazione o schiavitù da cui lei riesce a fuggire.
Conclusione
“Come acqua” è un racconto raffinato. Hai saputo usare il poco spazio per dare respiro a Una vendetta senza urla, ma piena di dignità e determinazione.
Buon contest e alla prossima!
Ciao Jacopo,
questo racconto è brillante, ironico e ben congegnato. Hai creato un mash-up tra narrativa epica piratesca e realtà contemporanea che funziona benissimo grazie al ritmo comico, al gioco meta-narrativo e a un colpo di scena delizioso.
La storia ci trascina subito nel pieno di una battaglia navale, con Capitan Uncino e Spugna alle prese con manovre confuse, ordini contraddittori e colpi di cannone che mancano sistematicamente il bersaglio. L’atmosfera è quella di un’avventura piratesca classica, tra onde, nebbia e urla disperate, ma il tono è comico e caricaturale, con personaggi che sembrano usciti da una parodia Disney un po’ ubriaca. Il twist finale ribalta tutto: stavamo assistendo a una partita di battaglia navale online, tra due utenti, uno dei quali giustifica la sua vittoria con un epico “ultimo ordine” piratesco.
Punti di forza
Colpo di scena perfetto
Il cambio di contesto è gestito benissimo. Fino all’ultima riga il lettore è immerso in un contesto da romanzo d’avventura. Poi arrivi al chat reveal e tutto si ribalta, suscitando un sorriso complice. È un twist comico ma credibile e ben preparato. Hai fatto bene ha introdurre il tema del bug, perchè “era solo una partita” avrebbe un pò deluso perchè avrebbe ricordato troppo i finali con “era solo un sogno”.
Voce narrativa coerente e divertente
La voce di Capitan Uncino è esagerata, teatrale, ma mantiene una coerenza tutta sua. Ogni battuta, ogni ordine, anche i sospetti sulla vedetta, costruiscono il personaggio con gusto farsesco.
Uso intelligente della struttura
Il passaggio dalla narrazione epica alla chat online e poi alla chiusura nel mondo reale è fluido e chiaro. Hai usato un'architettura a tre livelli (nave → chat → realtà) senza creare confusione, ma anzi, rafforzando il senso di divertimento.
Tono comico ben calibrato
Il racconto non scivola mai nel grottesco gratuito o nel demenziale. Il tuo umorismo è intelligente, e si percepisce una conoscenza dei cliché del genere piratesco e videoludico.
Un finale memorabile
L’ultima riga è perfetta: “Un bug, o l’ultimo ordine di Capitan Uncino.” È una conclusione arguta, coerente col tono e col personaggio. Chiude con leggerezza ma anche con una piccola riflessione sull'ego personale.
Punti migliorabili
Piccolo rischio di ridondanza nel corpo centrale
Le ripetute scene di ordini sbagliati e colpi mancati
Spugna è simpatico ma meritava più spazio
È un buon comprimario. Una battuta in più potrebbe dargli più spessore anche in poche righe.
Un accenno in più alla “vedetta” come parodia del sistema automatico del gioco
Visto che la vedetta rappresenta in realtà il giocatore stesso che sbaglia, un’allusione più marcata poteva rafforzare la connessione tra fantasia e realtà.
Conclusione
Hai scritto un racconto esilarante, intelligente e perfettamente costruito.
Buon contest e alla prossima!
Ciao Matteo,
hai scritto un racconto esilarante, spudorato e sorprendentemente romantico, con un tono piratesco che strizza l’occhio alla commedia sentimentale e alla farsa teatrale. Il tuo racconto esagera con stile, gioca con i cliché del genere e si diverte a infrangerli uno dopo l’altro.
Il protagonista, William, è un capitano pirata tormentato dalla figura della moglie (Mary), ormai ex, e ancor più da un’altra figura: Roger, membro della sua ciurma, oggetto evidente di una passione repressa. La tensione erotica tra i due è gestita con umorismo e autoironia. Quando l’equipaggio spara anzitempo su un galeone, William si infuria… finché scopre che il vascello è comandato proprio da Mary, ora pirata anche lei, con il nome di Mantide La Scarlatta, decisa a riacciuffarlo a suon di cannonate.
Roger, sensuale e beffardo, lo chiama “William” con troppa familiarità; William cerca di mantenere il comando ma è troppo distratto dalla barba, dalla benda sull’occhio, dalla sua irresistibile bellezza. Quando scopre il messaggio minaccioso/amoroso della moglie sulla vela nemica, l’ordine è chiaro: affondare l’amore passato per forse abbracciare quello presente.
Punti positivi
Umorismo spumeggiante e intelligente
Il racconto è un gioiellino comico. Non scade mai nel banale: i giochi di parole, i riferimenti pirateschi e le battute funzionano benissimo, e la comicità erotico-surreale tra William e Roger è irresistibile.
Personaggi vividi, teatrali, memorabili
William è tragicomico, pieno di contraddizioni. Roger è il pirata perfetto da infatuazione: sbruffone, bello, leggermente insolente. Anche Mary (pur presente solo come minaccia da lontano) è definita con poche, efficacissime pennellate.
Stile e ritmo perfetti per il tono
Il racconto corre veloce, con un linguaggio moderno che gioca con il linguaggio piratesco, senza mai forzare troppo. L’equilibrio tra comicità, tensione erotica e narrazione d’azione è centrato.
Finale esplosivo
La chiusa è perfetta: non solo chiude il cerchio (Mary che ritorna), ma rilancia la storia, lasciando intendere che le vere cannonate d’amore devono ancora cominciare. Il grido di battaglia finale è tanto ironico quanto epico.
Punti migliorabili
Potresti approfondire appena un filo la “storia con Mary”
Anche solo una riga in più (un ricordo, una delusione, una frase che la definisca meglio) potrebbe rendere ancora più efficace la rivelazione finale. In questo momento funziona, ma potrebbe avere un impatto emotivo ancora maggiore.
Conclusione
“Cannonate d’amore” è un racconto geniale. Hai preso la mitologia piratesca, l’epica delle passioni e i triangoli amorosi, e li hai trasformati in una commedia d’azione queer spassosa e liberatoria. Il racconto è intelligente, divertente, e soprattutto inatteso: riesce a sorprendere senza mai perdere leggerezza.
Buon contest e alla prossima!
Ciao Julia,
con questo commento ti dirò anche che generi bazzico (ovviamente non posso essere esaustivo e mi collegherò solo al tuo racconto per non intasare il forum con le mie fregnacce).
Non so se era una tua intenzione ma come si dice “mi hai sbloccato un ricordo”. Mi sono immaginato il tuo Pago come il Beast King Crocodyne (Dracon in italiano) di Dragon Quest: The Adventure of Dai (Akira Toriyama diede in suo contributo) in versione Space Opera e con l’aggiunta dello zampino di Leji Matsumoto (altro mio mito dell’infanzia).
Creare personaggi fondendo uomini e animali mi piace molto ( tu sei stata brava). Spazio da La Guerre delle Salamandre (1936) di Capek agli Zoan di One piece di Oda. Ti posso dire che su queste “fusioni e forme” ci scrivo molto. Ne ho uno proprio con degli uomini lucertola e uno con uomini elefanti. Di fatto mi sto ampliando su questo terreno.
Adesso ritorno sul tuo racconto.
Hai scritto un racconto avvincente, visivamente potente e strutturalmente ambizioso. Con “Il Paradosso di Pago”, porti la narrativa pirata in un contesto sci-fi alieno, dove il duello d’onore e il desiderio d’amore si scontrano con una riflessione sottile sul tempo, l’identità e il sacrificio. È uno dei racconti con più elementi fra i racconti del tuo gruppo. Ricorda però che più elementi aggiungi più rischi di non dominarli appieno specialmente in soli 3000 caratteri. Su questo però piace cadere anche a me.
Pago, protagonista rettiliano dalla coda affilata e l’animo tormentato, riceve una soffiata per trovare chi potrebbe condurlo da Svea, l’amore perduto. Nella cella scopre un prigioniero simile a lui, più vecchio, con la stessa benda, la stessa cicatrice: inizia uno scontro fisico (un mirror match alla Mortal kombat) e verbale carico di tensione. Il combattimento è brutale ma carico di significati sottesi. L’avversario sembra conoscerlo troppo bene (un pago più vecchio), anticipa ogni sua mossa. Dopo averlo ucciso, Pago riceve una sfera trasparente, che lo catapulta su un pianeta dove rivede Svea – viva, in pace, ma con un altro uomo (un altro Pago questa volta più giovane??).
La spilla che apre e chiude la storia è il simbolo della relazione tra Pago e Svea. Quando le cade, capiamo che qualcosa nel tempo si è spezzato definitivamente: forse il vecchio era lui stesso in un'altra linea temporale. Forse l’ha ucciso. Forse il paradosso è che, nel tentativo di salvarla, Pago ha condannato il proprio amore ad una eterna ricerca ciclica.
Punti positivi
Struttura narrativa potente e ben costruita
Il racconto si apre su un gesto intimo (la spilla) e si chiude sullo stesso oggetto, con un effetto circolare che amplifica la tragicità. La transizione dallo scontro fisico alla rivelazione fantascientifica è fluida e ben gestita.
Scrittura visiva ed efficace
Le descrizioni sono intense ma mai eccessive. I dettagli come la coda che comunica, il muso rettiliano, il neon sulla spada, danno vita a un universo sci-fi alieno senza bisogno di spiegoni. Il lettore entra subito in questo mondo.
Densità tematica sorprendente (questo potrebbe anche essere un punto negativo)
Hai infilato in poche righe: il tema dell’identità, il senso di colpa, il rimpianto, il libero arbitrio e il viaggio nel tempo – senza che il racconto perda il ritmo. Il "paradosso" è lasciato giustamente implicito, ma aleggia su tutta la storia.
Dialoghi credibili e incisivi
I botta e risposta tra Pago e il vecchio sono intensi, con battute brevi ma cariche di sottotesto. La frase “non le piaceresti così” è micidiale: colpisce più di una lama.
Un universo che si apre al lettore
Anche se racconti un episodio unico, si percepisce che il mondo intorno ha una storia e una geografia più ampia: la milizia, la Scogliera, i sistemi solari, la nave. Tutti elementi che suggeriscono un contesto vasto, lasciato volutamente fuori scena ma tangibile.
Punti migliorabili
Paradossalmente è proprio il paradosso la parte da migliorare e rendere più chiara.
La rivelazione temporale può essere un filo più chiara. Donnie Darko ai tempi lo capì meglio.
Svea è figura simbolica, ma quasi troppo sfocata
Sarebbe bello darle una piccola caratterizzazione in più, anche solo un dettaglio fisico o gestuale che la distingua come persona e non solo come “motore della trama”. Questo renderebbe il finale ancora più struggente.
Il finale ha un impatto visivo, ma potrebbe essere più emotivo.
E inoltre possibile che mi sia sfuggito altro e che non abbia capito alcune cose che invece tu volevi dire.
Conclusione
Hai scritto un racconto che unisce l’azione, l’emozione e la speculazione fantascientifica con eleganza. “Il Paradosso di Pago” ha il respiro di un racconto epico e l’intelligenza di una storia breve riuscita. Merita un ampliamento perchè nei 3000 caratteri soffre come Svea e Pago intrappolati nel paradosso.
Buon contest e alla prossima!
Ciao Driu,
“Ohi ohi, capitano” è un racconto scanzonato e dinamico, che mette in scena con intelligenza e ritmo un gioco di ruoli, doppiezze e orgoglio pirata. Hai saputo mescolare azione, umorismo, una vena teatrale e un pizzico di critica morale in un testo breve ma assolutamente godibile.
Il giovane Spina, mozzo a bordo della nave pirata Jolly Black, assiste all’arrivo del governatore Smith, giunto per proporre al capitano Briga (una lady pirata) un affare losco, sulla scia del padre defunto della donna. Briga però lo rifiuta con orgoglio, respingendo non solo l’accordo, ma anche il governatore stesso. Spina rimane spiazzato: pensa che i pirati debbano agire da pirati e Briga gli fa capire che agiranno proprio da pirati.Infatti, con un colpo di scena, rivela che non è l’affare in sé che disprezza, ma il modo in cui Smith l’ha proposta. E pianifica dunque prima l’assalto alla nave di Smith e poi a quella della proposta di Smith. Spina, illuminato dalla lezione, esplode in un rinnovato “ohi, ohi, capitano!”
Punti di forza
Un capitano memorabile
La figura di Briga è magnetica: carismatica, astuta, elegante, con una presenza scenica fortissima. Hai disegnato una protagonista femminile capace, ironica, e con un senso dell'onore tutto suo. In poche battute, buca la pagina.
Dialoghi vividi, teatrali, funzionali
Il tono è da commedia d’avventura, con battute secche e ben gestite. Il botta e risposta tra Briga e Smith è un piccolo duello verbale, con scambi arguti e un climax perfetto.
Un twist che raddoppia il divertimento
Quando Briga allontana Smith, sembra rifiutare del tutto la proposta. Ma nel finale, scopriamo che accetta la sfida, alle sue condizioni, non quelle del governatore. È una lezione di pirateria morale, e di narrazione ben calibrata.
Uso efficace dei comprimari
Spina funziona come punto di vista innocente e curioso. È il personaggio che permette al lettore di stupirsi, ridere, capire. Forca e Spada fanno da cornice goliardica, senza rubare spazio.
Chiusura brillante e coerente
Il ritorno dell’“ohi, ohi, capitano” è delizioso: un refrain che diventa espressione di fedeltà e crescita. Chiude con tono leggero ma soddisfacente.
Punti migliorabili
Piccole imprecisioni formali
Hai qualche refuso qua e là. Una veloce revisione editoriale darebbe al testo un’aria più curata.
La motivazione di Briga può essere un filo più esplicita
Anche se è chiaro che Briga vuole agire da pirata, non da corsara, potresti aggiungere una riga che rafforzi la sua distanza ideologica dal “mondo dei governatori” o dal padre. Aiuterebbe a legare ancora meglio il gesto al suo carattere.
Un tocco in più di tensione narrativa prima del colpo di scena
Quando Briga si gira e annuncia il piano, potrebbe esserci un attimo di silenzio o dubbio in più. Uno sguardo, una pausa, una risata trattenuta da Forca. Questo renderebbe il twist ancora più impattante.
Problemi logistici e strategici. Non capisco come un Governatore salga su una scialuppa da solo e senza scorta ( i pirati invece viaggiano in coppia). Inoltre tanto valeva prendere subito Smith in ostaggio quando era sulla nave pirata per evitare perdite di uomini e danni alla nave.
Conclusione
Hai scritto un racconto leggero ma affilato, con dialoghi teatrali e personaggi simpatici. “Ohi ohi, capitano”. Ma credo che andrebbe riscritto in alcuni punti tenendo a mente alcune questioni logistiche, giuridiche e strategiche. Anche perchè se Briga non rispetta la lettera di corsa ( fra l’altro non è ereditaria e Briga deve ottenerne una ex novo) e la fa decadere potrebbe essere Smith il primo ad attaccare se lo lasci andare via ( e comunque gli dovevi dare una scorta). A quel punto catturalo subito.
Classifica
1. Risvegliatore Empatico di Matteo Mantoani
2. Come acqua di Gaia Peruzzo
3. Orizzonte di vetro di Debora Donadel
4. Il paradosso di Pago di Julia
5. Cannonate d’amore di Matteo Calcagni
6. L’ultimo ordine di Capitan Uncino di Jacopo Saba
7. Ohi ohi, capitano di Driu
anche in questa occasione ho letto dei bei racconti. Per mia curiosità mi sono già letto anche tutti gli altri presenti in questo contest a tema pirateria. Devo dire che abbiamo centrato tutti il tema e che i racconti sono tutti piacevoli da leggere.
Commenti
Ciao Matteo,
hai scritto un racconto davvero suggestivo e originale. “Risvegliatore Empatico” è un testo che mescola ironia, fantascienza e filosofia morale con un tocco cinico ma profondamente umano
Ci presenti un mondo in cui il valore morale di una persona è oggettivamente misurabile tramite un parametro scientifico, il Peso Di Spirito (PDS). Questa premessa è potente: elimina il libero arbitrio e condanna o assolve in base a un dato biologico (ricorda per certi aspetti il concetto calvinista di predestinazione). Il protagonista, Janko, è un “pirata d’anime” che traffica in neonati “puri” per trasferire il loro PDS ad adulti corrotti (ma quelli del pizzagate e di Qanon leggono i tuoi racconti, non li capiscono e fanno le loro teorie?). Finché un neonato si sveglia e lo guarda con compassione, un sentimento che lo spiazza e lo tocca. Invece di scartarlo, Janko lo reinventa come prodotto terapeutico: un “risvegliatore empatico”, capace di toccare il cuore anche di chi sembrava senza.
Punti positivi
Idea forte e originale: Il concetto di PDS è un colpo di genio. Fa pensare, colpisce subito l’immaginazione e apre mille spunti etici, sociali, esistenziali.
Stile vivace e tagliente: Hai uno stile incisivo, con frasi brevi ma cariche di significato, battute ciniche (“puri come una bugia ben detta”), immagini potenti (“occhi da latte versato”).
Ottima gestione del tono: Mischi bene il registro ironico e quello emotivo. Il cinismo iniziale si sgretola gradualmente fino alla chiusa malinconico-grottesca, senza mai diventare stucchevole.
Un protagonista riuscito: Janko è viscido, disgustoso, eppure credibile. In poche righe diventa vivo, con un suo arco narrativo seppur breve.
Efficace worldbuilding: In pochi tratti, costruisci un mondo riconoscibile e coerente. Si capisce subito dove siamo, cosa succede, quali sono le regole.
Punti migliorabili
Il concetto del PDS è straordinario, ma meriterebbe un filo in più di contesto: Un accenno in più al suo impatto sociale, a come ha cambiato il mondo (scuola? lavoro? legge?) renderebbe il tutto ancora più potente. Anche solo un inciso.
Conclusione
Hai scritto un racconto eccellente, con un’idea geniale e una realizzazione solida, equilibrata tra narrazione e riflessione. In poche battute riesci a costruire un mondo, mostrarne le storture, e aprire uno spiraglio di emozione autentica. È un testo che si ricorda e che lascia una traccia, anche dopo la lettura. Se c’è un limite, è solo quello di spazio: si sente che potresti approfondire molto di più. Ma all’interno dei 3000 caratteri, hai fatto centro.
Buon contest e alla prossima!
Ciao Debora,
hai scritto un racconto potente e visivo, dal ritmo serrato e dal cuore pulsante di rabbia, vendetta e sorellanza. “Orizzonte di vetro” è una storia che mescola fantascienza post-apocalittica, elementi cyber-pirateschi e una fortissima carica femminista e politica.
Siamo in un futuro devastato, fatto di deserti, città fortificate e meccaniche belliche ibride. Il gruppo protagonista naviga a bordo della Marigold, un mezzo da battaglia, in cerca di Bonny, compagna catturata dalla Lega delle Sabbie di Vetro, una fazione nemica oppressiva e brutale. Quando intercettano un mezzo sospetto, lo attaccano e scoprono che Bonny è prigioniera. Dopo un confronto violento, la liberano e la vendetta si consuma. L’ultima parte svela il colpo di scena: l’attacco ha fruttato anche informazioni strategiche cruciali, che ribaltano le sorti della guerra.
Punti positivi
Ambientazione evocativa e coerente
In poche righe crei un mondo credibile, ruvido, visivo. Il dettaglio delle “città fortificate” e dei “deserti di sale” dipinge bene un mondo estremo, e il nome “Orizzonte di vetro” è poetico e minaccioso al tempo stesso.
Dialoghi taglienti ed efficaci
I dialoghi sono secchi, brutali, funzionano alla perfezione per il tono del racconto. L’uso del parlato diretto, anche grezzo, rende tutto più vero e coinvolgente.
Protagoniste forti, unite da una causa
Anne, Aisha, Nadine e Bonny sono figure forti, determinate. Anche con poche battute, si percepisce il legame tra loro. La vendetta non è solo personale, ma parte di una battaglia collettiva.
Azione ben ritmata
Hai usato bene lo spazio disponibile per alternare azione, conflitto emotivo e climax narrativo. Il racconto ha un arco completo e una chiusa soddisfacente, anche nel limite dei caratteri.
Un finale denso di potenziale
L’ultima scena non solo chiude l’arco narrativo, ma apre a un mondo più grande, con uno sviluppo possibile in altri racconti. È un bel gancio per un ciclo più ampio.
Punti migliorabili
Alcuni dettagli meritano più chiarezza
Ad esempio, cosa sia esattamente la Lega delle Sabbie di Vetro si intuisce ma non è chiarito. Un inciso, anche solo di poche parole, aiuterebbe a contestualizzarla meglio.
Conclusione
Hai scritto un racconto intenso, visivo e perfettamente nel tono del genere. È un testo che, nonostante il limite di spazio, riesce a colpire, raccontare e affascinare. Il mix tra linguaggio diretto, costruzione del mondo e tematiche forti funziona davvero bene. Se volessi espandere questo universo narrativo, secondo me hai una miniera in mano: un mondo in rovina, un equipaggio di donne ribelli, una guerra che ha appena preso una piega diversa. Mi piacerebbe leggere un seguito.
Buon contest e alla prossima!
Ciao Gaia,
hai scritto un racconto suggestivo, poetico e pieno di tensione emotiva, che ha una fortissima coerenza tematica: donna sottovalutata che si prende la propria rivincita.
Donmary si finge muta a bordo della Saetta, una nave pirata guidata dal crudele capitano Varrik. Sopravvive per mesi in silenzio, trattata come un’ombra inutile, aspettando il momento giusto per vendicarsi. Suo marito è stato giustiziato da quell’equipaggio, la sua testa appesa come un trofeo. La sua arma? Una fiala magica rubata da un’isola leggendaria, capace di sciogliere la nave stessa (credo sia successo questo, non ne sono proprio certo). La trappola scatta nel momento esatto in cui rivela la sua voce e la sua identità. Lascia il capitano a morire con la ricchezza che lui stesso ha inseguito, trasformandola in una tomba d’oro e acqua. Come un’invocazione, Aliseo (vento mitico e protettore) diventa compagno silenzioso della sua fuga.
Punti di forza
Atmosfera perfettamente riuscita
C’è una poesia sottile nel tuo modo di raccontare. Le onde, il rollio, il vento, la voce che si unisce ai suoni del mare: tutto contribuisce a un’atmosfera sospesa, liquida, pericolosa. È una storia che profuma di mare e vendetta lenta.
Protagonista memorabile
Donmary è scritta bene. Hai costruito una figura di vendetta fredda che colpisce perché non ha bisogno di alzare la voce. La sua calma è la sua arma.
Uso della magia sottile ma efficace
Il racconto resta ancorato a un realismo ruvido, ma poi insinui l’elemento magico senza forzature, con la fiala e l’isola misteriosa. È una magia antica, mitica, che rispetta il tono cupo e marittimo della narrazione.
Chiusura perfetta
La ripetizione della preghiera al vento (“Aliseo proteggimi”) dà coerenza circolare al racconto. La vendetta si compie, ma il pericolo resta: l’elemento tragico e poetico si fonde in una chiusa che non ha bisogno di spiegazioni.
Tensione emotiva graduale
Il crescendo è ben dosato: parte lento, accenna, insinua, e poi esplode nelle ultime scene con un climax contenuto ma potente. Il tono basso aumenta la drammaticità.
Punti migliorabili
Un dettaglio in più sulla fiala
Il suo effetto è chiaro (scioglie la nave, almeno credo), ma un micro accenno in più alle sue origini o al rischio legato al suo uso avrebbe aggiunto spessore alla scelta di Donmary.
Il momento del confronto potrebbe essere ancora più tagliente
Quando lei rivela la verità al capitano, potresti spingere appena di più sul contrasto tra la sua compostezza e il panico di lui. Magari anche con un gesto fisico più marcato.
Aggiungere una pennellata sulla “Saetta” come personaggio
La nave è lo scenario, ma anche un simbolo. Qualche dettaglio evocativo in più la renderebbe quasi viva, un organismo in putrefazione o schiavitù da cui lei riesce a fuggire.
Conclusione
“Come acqua” è un racconto raffinato. Hai saputo usare il poco spazio per dare respiro a Una vendetta senza urla, ma piena di dignità e determinazione.
Buon contest e alla prossima!
Ciao Jacopo,
questo racconto è brillante, ironico e ben congegnato. Hai creato un mash-up tra narrativa epica piratesca e realtà contemporanea che funziona benissimo grazie al ritmo comico, al gioco meta-narrativo e a un colpo di scena delizioso.
La storia ci trascina subito nel pieno di una battaglia navale, con Capitan Uncino e Spugna alle prese con manovre confuse, ordini contraddittori e colpi di cannone che mancano sistematicamente il bersaglio. L’atmosfera è quella di un’avventura piratesca classica, tra onde, nebbia e urla disperate, ma il tono è comico e caricaturale, con personaggi che sembrano usciti da una parodia Disney un po’ ubriaca. Il twist finale ribalta tutto: stavamo assistendo a una partita di battaglia navale online, tra due utenti, uno dei quali giustifica la sua vittoria con un epico “ultimo ordine” piratesco.
Punti di forza
Colpo di scena perfetto
Il cambio di contesto è gestito benissimo. Fino all’ultima riga il lettore è immerso in un contesto da romanzo d’avventura. Poi arrivi al chat reveal e tutto si ribalta, suscitando un sorriso complice. È un twist comico ma credibile e ben preparato. Hai fatto bene ha introdurre il tema del bug, perchè “era solo una partita” avrebbe un pò deluso perchè avrebbe ricordato troppo i finali con “era solo un sogno”.
Voce narrativa coerente e divertente
La voce di Capitan Uncino è esagerata, teatrale, ma mantiene una coerenza tutta sua. Ogni battuta, ogni ordine, anche i sospetti sulla vedetta, costruiscono il personaggio con gusto farsesco.
Uso intelligente della struttura
Il passaggio dalla narrazione epica alla chat online e poi alla chiusura nel mondo reale è fluido e chiaro. Hai usato un'architettura a tre livelli (nave → chat → realtà) senza creare confusione, ma anzi, rafforzando il senso di divertimento.
Tono comico ben calibrato
Il racconto non scivola mai nel grottesco gratuito o nel demenziale. Il tuo umorismo è intelligente, e si percepisce una conoscenza dei cliché del genere piratesco e videoludico.
Un finale memorabile
L’ultima riga è perfetta: “Un bug, o l’ultimo ordine di Capitan Uncino.” È una conclusione arguta, coerente col tono e col personaggio. Chiude con leggerezza ma anche con una piccola riflessione sull'ego personale.
Punti migliorabili
Piccolo rischio di ridondanza nel corpo centrale
Le ripetute scene di ordini sbagliati e colpi mancati
Spugna è simpatico ma meritava più spazio
È un buon comprimario. Una battuta in più potrebbe dargli più spessore anche in poche righe.
Un accenno in più alla “vedetta” come parodia del sistema automatico del gioco
Visto che la vedetta rappresenta in realtà il giocatore stesso che sbaglia, un’allusione più marcata poteva rafforzare la connessione tra fantasia e realtà.
Conclusione
Hai scritto un racconto esilarante, intelligente e perfettamente costruito.
Buon contest e alla prossima!
Ciao Matteo,
hai scritto un racconto esilarante, spudorato e sorprendentemente romantico, con un tono piratesco che strizza l’occhio alla commedia sentimentale e alla farsa teatrale. Il tuo racconto esagera con stile, gioca con i cliché del genere e si diverte a infrangerli uno dopo l’altro.
Il protagonista, William, è un capitano pirata tormentato dalla figura della moglie (Mary), ormai ex, e ancor più da un’altra figura: Roger, membro della sua ciurma, oggetto evidente di una passione repressa. La tensione erotica tra i due è gestita con umorismo e autoironia. Quando l’equipaggio spara anzitempo su un galeone, William si infuria… finché scopre che il vascello è comandato proprio da Mary, ora pirata anche lei, con il nome di Mantide La Scarlatta, decisa a riacciuffarlo a suon di cannonate.
Roger, sensuale e beffardo, lo chiama “William” con troppa familiarità; William cerca di mantenere il comando ma è troppo distratto dalla barba, dalla benda sull’occhio, dalla sua irresistibile bellezza. Quando scopre il messaggio minaccioso/amoroso della moglie sulla vela nemica, l’ordine è chiaro: affondare l’amore passato per forse abbracciare quello presente.
Punti positivi
Umorismo spumeggiante e intelligente
Il racconto è un gioiellino comico. Non scade mai nel banale: i giochi di parole, i riferimenti pirateschi e le battute funzionano benissimo, e la comicità erotico-surreale tra William e Roger è irresistibile.
Personaggi vividi, teatrali, memorabili
William è tragicomico, pieno di contraddizioni. Roger è il pirata perfetto da infatuazione: sbruffone, bello, leggermente insolente. Anche Mary (pur presente solo come minaccia da lontano) è definita con poche, efficacissime pennellate.
Stile e ritmo perfetti per il tono
Il racconto corre veloce, con un linguaggio moderno che gioca con il linguaggio piratesco, senza mai forzare troppo. L’equilibrio tra comicità, tensione erotica e narrazione d’azione è centrato.
Finale esplosivo
La chiusa è perfetta: non solo chiude il cerchio (Mary che ritorna), ma rilancia la storia, lasciando intendere che le vere cannonate d’amore devono ancora cominciare. Il grido di battaglia finale è tanto ironico quanto epico.
Punti migliorabili
Potresti approfondire appena un filo la “storia con Mary”
Anche solo una riga in più (un ricordo, una delusione, una frase che la definisca meglio) potrebbe rendere ancora più efficace la rivelazione finale. In questo momento funziona, ma potrebbe avere un impatto emotivo ancora maggiore.
Conclusione
“Cannonate d’amore” è un racconto geniale. Hai preso la mitologia piratesca, l’epica delle passioni e i triangoli amorosi, e li hai trasformati in una commedia d’azione queer spassosa e liberatoria. Il racconto è intelligente, divertente, e soprattutto inatteso: riesce a sorprendere senza mai perdere leggerezza.
Buon contest e alla prossima!
Ciao Julia,
con questo commento ti dirò anche che generi bazzico (ovviamente non posso essere esaustivo e mi collegherò solo al tuo racconto per non intasare il forum con le mie fregnacce).
Non so se era una tua intenzione ma come si dice “mi hai sbloccato un ricordo”. Mi sono immaginato il tuo Pago come il Beast King Crocodyne (Dracon in italiano) di Dragon Quest: The Adventure of Dai (Akira Toriyama diede in suo contributo) in versione Space Opera e con l’aggiunta dello zampino di Leji Matsumoto (altro mio mito dell’infanzia).
Creare personaggi fondendo uomini e animali mi piace molto ( tu sei stata brava). Spazio da La Guerre delle Salamandre (1936) di Capek agli Zoan di One piece di Oda. Ti posso dire che su queste “fusioni e forme” ci scrivo molto. Ne ho uno proprio con degli uomini lucertola e uno con uomini elefanti. Di fatto mi sto ampliando su questo terreno.
Adesso ritorno sul tuo racconto.
Hai scritto un racconto avvincente, visivamente potente e strutturalmente ambizioso. Con “Il Paradosso di Pago”, porti la narrativa pirata in un contesto sci-fi alieno, dove il duello d’onore e il desiderio d’amore si scontrano con una riflessione sottile sul tempo, l’identità e il sacrificio. È uno dei racconti con più elementi fra i racconti del tuo gruppo. Ricorda però che più elementi aggiungi più rischi di non dominarli appieno specialmente in soli 3000 caratteri. Su questo però piace cadere anche a me.
Pago, protagonista rettiliano dalla coda affilata e l’animo tormentato, riceve una soffiata per trovare chi potrebbe condurlo da Svea, l’amore perduto. Nella cella scopre un prigioniero simile a lui, più vecchio, con la stessa benda, la stessa cicatrice: inizia uno scontro fisico (un mirror match alla Mortal kombat) e verbale carico di tensione. Il combattimento è brutale ma carico di significati sottesi. L’avversario sembra conoscerlo troppo bene (un pago più vecchio), anticipa ogni sua mossa. Dopo averlo ucciso, Pago riceve una sfera trasparente, che lo catapulta su un pianeta dove rivede Svea – viva, in pace, ma con un altro uomo (un altro Pago questa volta più giovane??).
La spilla che apre e chiude la storia è il simbolo della relazione tra Pago e Svea. Quando le cade, capiamo che qualcosa nel tempo si è spezzato definitivamente: forse il vecchio era lui stesso in un'altra linea temporale. Forse l’ha ucciso. Forse il paradosso è che, nel tentativo di salvarla, Pago ha condannato il proprio amore ad una eterna ricerca ciclica.
Punti positivi
Struttura narrativa potente e ben costruita
Il racconto si apre su un gesto intimo (la spilla) e si chiude sullo stesso oggetto, con un effetto circolare che amplifica la tragicità. La transizione dallo scontro fisico alla rivelazione fantascientifica è fluida e ben gestita.
Scrittura visiva ed efficace
Le descrizioni sono intense ma mai eccessive. I dettagli come la coda che comunica, il muso rettiliano, il neon sulla spada, danno vita a un universo sci-fi alieno senza bisogno di spiegoni. Il lettore entra subito in questo mondo.
Densità tematica sorprendente (questo potrebbe anche essere un punto negativo)
Hai infilato in poche righe: il tema dell’identità, il senso di colpa, il rimpianto, il libero arbitrio e il viaggio nel tempo – senza che il racconto perda il ritmo. Il "paradosso" è lasciato giustamente implicito, ma aleggia su tutta la storia.
Dialoghi credibili e incisivi
I botta e risposta tra Pago e il vecchio sono intensi, con battute brevi ma cariche di sottotesto. La frase “non le piaceresti così” è micidiale: colpisce più di una lama.
Un universo che si apre al lettore
Anche se racconti un episodio unico, si percepisce che il mondo intorno ha una storia e una geografia più ampia: la milizia, la Scogliera, i sistemi solari, la nave. Tutti elementi che suggeriscono un contesto vasto, lasciato volutamente fuori scena ma tangibile.
Punti migliorabili
Paradossalmente è proprio il paradosso la parte da migliorare e rendere più chiara.
La rivelazione temporale può essere un filo più chiara. Donnie Darko ai tempi lo capì meglio.
Svea è figura simbolica, ma quasi troppo sfocata
Sarebbe bello darle una piccola caratterizzazione in più, anche solo un dettaglio fisico o gestuale che la distingua come persona e non solo come “motore della trama”. Questo renderebbe il finale ancora più struggente.
Il finale ha un impatto visivo, ma potrebbe essere più emotivo.
E inoltre possibile che mi sia sfuggito altro e che non abbia capito alcune cose che invece tu volevi dire.
Conclusione
Hai scritto un racconto che unisce l’azione, l’emozione e la speculazione fantascientifica con eleganza. “Il Paradosso di Pago” ha il respiro di un racconto epico e l’intelligenza di una storia breve riuscita. Merita un ampliamento perchè nei 3000 caratteri soffre come Svea e Pago intrappolati nel paradosso.
Buon contest e alla prossima!
Ciao Driu,
“Ohi ohi, capitano” è un racconto scanzonato e dinamico, che mette in scena con intelligenza e ritmo un gioco di ruoli, doppiezze e orgoglio pirata. Hai saputo mescolare azione, umorismo, una vena teatrale e un pizzico di critica morale in un testo breve ma assolutamente godibile.
Il giovane Spina, mozzo a bordo della nave pirata Jolly Black, assiste all’arrivo del governatore Smith, giunto per proporre al capitano Briga (una lady pirata) un affare losco, sulla scia del padre defunto della donna. Briga però lo rifiuta con orgoglio, respingendo non solo l’accordo, ma anche il governatore stesso. Spina rimane spiazzato: pensa che i pirati debbano agire da pirati e Briga gli fa capire che agiranno proprio da pirati.Infatti, con un colpo di scena, rivela che non è l’affare in sé che disprezza, ma il modo in cui Smith l’ha proposta. E pianifica dunque prima l’assalto alla nave di Smith e poi a quella della proposta di Smith. Spina, illuminato dalla lezione, esplode in un rinnovato “ohi, ohi, capitano!”
Punti di forza
Un capitano memorabile
La figura di Briga è magnetica: carismatica, astuta, elegante, con una presenza scenica fortissima. Hai disegnato una protagonista femminile capace, ironica, e con un senso dell'onore tutto suo. In poche battute, buca la pagina.
Dialoghi vividi, teatrali, funzionali
Il tono è da commedia d’avventura, con battute secche e ben gestite. Il botta e risposta tra Briga e Smith è un piccolo duello verbale, con scambi arguti e un climax perfetto.
Un twist che raddoppia il divertimento
Quando Briga allontana Smith, sembra rifiutare del tutto la proposta. Ma nel finale, scopriamo che accetta la sfida, alle sue condizioni, non quelle del governatore. È una lezione di pirateria morale, e di narrazione ben calibrata.
Uso efficace dei comprimari
Spina funziona come punto di vista innocente e curioso. È il personaggio che permette al lettore di stupirsi, ridere, capire. Forca e Spada fanno da cornice goliardica, senza rubare spazio.
Chiusura brillante e coerente
Il ritorno dell’“ohi, ohi, capitano” è delizioso: un refrain che diventa espressione di fedeltà e crescita. Chiude con tono leggero ma soddisfacente.
Punti migliorabili
Piccole imprecisioni formali
Hai qualche refuso qua e là. Una veloce revisione editoriale darebbe al testo un’aria più curata.
La motivazione di Briga può essere un filo più esplicita
Anche se è chiaro che Briga vuole agire da pirata, non da corsara, potresti aggiungere una riga che rafforzi la sua distanza ideologica dal “mondo dei governatori” o dal padre. Aiuterebbe a legare ancora meglio il gesto al suo carattere.
Un tocco in più di tensione narrativa prima del colpo di scena
Quando Briga si gira e annuncia il piano, potrebbe esserci un attimo di silenzio o dubbio in più. Uno sguardo, una pausa, una risata trattenuta da Forca. Questo renderebbe il twist ancora più impattante.
Problemi logistici e strategici. Non capisco come un Governatore salga su una scialuppa da solo e senza scorta ( i pirati invece viaggiano in coppia). Inoltre tanto valeva prendere subito Smith in ostaggio quando era sulla nave pirata per evitare perdite di uomini e danni alla nave.
Conclusione
Hai scritto un racconto leggero ma affilato, con dialoghi teatrali e personaggi simpatici. “Ohi ohi, capitano”. Ma credo che andrebbe riscritto in alcuni punti tenendo a mente alcune questioni logistiche, giuridiche e strategiche. Anche perchè se Briga non rispetta la lettera di corsa ( fra l’altro non è ereditaria e Briga deve ottenerne una ex novo) e la fa decadere potrebbe essere Smith il primo ad attaccare se lo lasci andare via ( e comunque gli dovevi dare una scorta). A quel punto catturalo subito.
Classifica
1. Risvegliatore Empatico di Matteo Mantoani
2. Come acqua di Gaia Peruzzo
3. Orizzonte di vetro di Debora Donadel
4. Il paradosso di Pago di Julia
5. Cannonate d’amore di Matteo Calcagni
6. L’ultimo ordine di Capitan Uncino di Jacopo Saba
7. Ohi ohi, capitano di Driu
Re: Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche
Oltre a quella de l'AUGURE,vi mancano ancora altre quattro classifiche.
- HandyManny_D
- Messaggi: 144
Re: Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche
Ciao.
Innanzitutto chiedo scusa se farò la classifica senza darvi tempo di replicare, purtroppo sono strettissima con i tempi, forse perché mi sono data molto tempo per leggere i racconti che, anche se avevano un limite di 3000 caratteri, in alcuni casi erano veramente articolari.
Colgo l'occasione per fare i complimenti a tutti, come al solito la qualità è indiscutibile.
La classifica è la seguente:
1. Orizzonte di vetro, di Debora Donadel
2.L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba
3.Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani
4. Come acqua, di Gaia Peruzzo
5.Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni
6.Il paradosso di Pago, di Julia
7. Ohi ohi, capitano, di Driu
Innanzitutto chiedo scusa se farò la classifica senza darvi tempo di replicare, purtroppo sono strettissima con i tempi, forse perché mi sono data molto tempo per leggere i racconti che, anche se avevano un limite di 3000 caratteri, in alcuni casi erano veramente articolari.
Colgo l'occasione per fare i complimenti a tutti, come al solito la qualità è indiscutibile.
La classifica è la seguente:
1. Orizzonte di vetro, di Debora Donadel
► Mostra testo
2.L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba
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3.Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani
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4. Come acqua, di Gaia Peruzzo
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5.Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni
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6.Il paradosso di Pago, di Julia
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7. Ohi ohi, capitano, di Driu
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- Manuel Marinari
- Messaggi: 348
Re: Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche
1. Orizzonte di vetro, di Debora Donadel
2. L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba
3. Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani
4. Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni
5. Come acqua, di Gaia Peruzzo
6. Il paradosso di Pago, di Julia
7. Ohi ohi, capitano, di Driu
1. Orizzonte di vetro, di Debora Donadel
Ciao Debora, bentrovata. Complimenti per il racconto. La tematica che hai scelto mi è piaciuta moltissimo: donne pirata dei deserti, bandiera viola al vento e tesori nascosti. Hai appena accennato a un mondo fantastico, senza entrare nei dettagli, ma che ti fa comunque entrare dentro la storia. Complimenti perché sei stata davvero brava. I dialoghi sono ottimi. Solo uno mi è sembrato un pò macchinoso: «Guardala bene, vecchio schifoso: sarà lei ad ammazzarti, ti porterai tutto il tuo odio all’inferno e il suo sguardo ti trafiggerà in eterno». Un pò cinematografico, recitato.
Continua su questa onda, i tuoi ultimi racconti che ho letto sono davvero ottimi.
Alla prossima
2. L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba
Ciao Jacopo, bentrovato.
Ti dico la verità, non me l'aspettavo proprio il finale della tua storia. Sei stato bravo a mettere in scena la battaglia navale, i momenti caotici della guerra e degli spari, le sensazioni. Anche i dialoghi, sono organizzati bene. Infatti, il finale striminzito ma che usa ottimamente un twist semplice ma efficace, funziona in un racconto così breve.
Complimenti per l'idea e la realizzazione.
Alla prossima
3. Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, bentrovato. Mi è piaciuta l'atmosfera cyberpunk (o almeno, così mi viene da definirla) e il pirata di anime. Molto interessante l'alternanza tra narrato e voce fuori campo. Ci sono delle parti della storia purtroppo meno chiare, per la solita questione dei caratteri limitati. Il racconto avrebbe avuto bisogno almeno dell'edition dei 4000, ti avrebbe aiutato a svelare di più il contesto, qual'è la tecnologia solo accennata che permette lo scambio di anime, del perché la società si è trasformata in questo modo e qualcosa in più sulla caratterizzazione del personaggio. Però capisco che se avevi già questa idea nel cassetto, l'occasione era davvero ghiotta.
Una storia scritta bene, come sempre.
Alla prossima.
4. Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni
Ciao Matteo, bentrovato. Una storia piratesca dalle tinte arcobaleno. Sarebbe stato figo trovare la bandiera lgbt al posto della Jolly Roger ahahah. IL tuo racconto è davvero divertente, strutturato in modo lineare. Come ti è già stato fatto notare, i diversi nomi dei personaggi mettono in difficoltà la comprensione, soprattutto all'inizio. Ti direi di snellire l'incipit di informazioni, in generale su testi di questa brevità. LA fotografia ti è scapata, ci sta di non pensarci troppo in poche ore a disposizione per la consegna. Per il resto, un buon racconto.
Alla prossima
5. Come acqua, di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia, bentrovata.
Il tuo stile, come sempre, cattura l'attenzione della mia lettura. Utilizzi belle parole e costruisci dei personaggi credibili e affascinanti. Allo stesso tempo, riscontro spesso degli aspetti confusi, nelle intenzioni. Probabilmente sarà a causa del poco tempo a disposizione, immagino. Ad esempio, non mi è chiaro perché Donmary avesse un liquido chiaro sulla manica. Per via della fiala? Ecco, se fosse così, potresti seminare in modo più semplice, utilizzando elementi meno ambigui.
Anche nel finale ho avuto un pò di difficoltà nella comprensione della scena. In generale, mi sento di suggerirti di provare a rendere più chiari gli aspetti della scena (proprio delle azioni che i personaggi compiono). La colluttazione non è molto credibile. Un pirata dalle mani grassocce che si fa bloccare il braccio mentre carica uno schiaffone e si fa torcere il braccio? Mmh, stona un pò. Magari, utilizza qualcosa, un oggetto che lei utilizza per tramortirlo, prima.
Questi sono esempi che ti ho citato per migliorare le scene di movimento, che pensandoci bene, avevo notato in altri tuoi racconti alcune dissonanze. Secondo me, potresti migliorare di molto i racconti che scrivi, che sono davvero molto belli, come sempre.
Alla prossima.
6. Il paradosso di Pago, di Julia
Ciao Julia,
avevo letto anche il tuo racconto della scorsa edition. Mi piace come scrivi. In questo però ho avuto qualche difficoltà, soprattutto nello scambio di battute tra i due sfidanti. I dialoghi sono inseriti in modo non proprio efficace. Ti suggerisco di sperimentare un pò di più sul pdv del protagonista e inserire qualche beat, soprattutto in racconti così brevi, quando le intenzioni del personaggio sono anche difficili da cogliere se non seminate in modo efficace.
Poi non ho capito una cosa: all'inizio gli si apre una porta, fa un segnale a un compagno di avventura che però poi sparisce nel nulla, giusto? Puoi direttamente non mettere in scena un personaggio che non ci sta a fare niente.
Poi un'altra cosa su cui ho avuto un dubbio è: gli sfidanti a duello, sono entrambi rettiloidi? O il vecchio è umano? Perchè a un certo punto dici "l'uomo".
Anche il finale mi è davvero poco chiaro.
Insomma, una buona scrittura con diverse pecche.
Alla prossima.
7. Ohi ohi, capitano, di Driu
Ciao Driu, benvenuto su Minuti Contati.
Ho faticato un pò a capire la dinamica del racconto. I personaggi sono citati all'inizio ma ho avuto difficoltà a vederli presenti in scena e a capire i loro interessi e in che modo si muovono nella storia. I personaggi non sono minimamente descritti, quindi per questo non sono riuscito a vederli. Perciò anche i dialoghi risultano un pò come teste parlanti che non puoi vedere.
In generale, sui racconti di pochi caratteri, meglio sacrificare qualche personaggio in scena e magari descriverli meglio, e togliere un pò di carne dal fuoco.
Alla prossima.
2. L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba
3. Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani
4. Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni
5. Come acqua, di Gaia Peruzzo
6. Il paradosso di Pago, di Julia
7. Ohi ohi, capitano, di Driu
1. Orizzonte di vetro, di Debora Donadel
Ciao Debora, bentrovata. Complimenti per il racconto. La tematica che hai scelto mi è piaciuta moltissimo: donne pirata dei deserti, bandiera viola al vento e tesori nascosti. Hai appena accennato a un mondo fantastico, senza entrare nei dettagli, ma che ti fa comunque entrare dentro la storia. Complimenti perché sei stata davvero brava. I dialoghi sono ottimi. Solo uno mi è sembrato un pò macchinoso: «Guardala bene, vecchio schifoso: sarà lei ad ammazzarti, ti porterai tutto il tuo odio all’inferno e il suo sguardo ti trafiggerà in eterno». Un pò cinematografico, recitato.
Continua su questa onda, i tuoi ultimi racconti che ho letto sono davvero ottimi.
Alla prossima
2. L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba
Ciao Jacopo, bentrovato.
Ti dico la verità, non me l'aspettavo proprio il finale della tua storia. Sei stato bravo a mettere in scena la battaglia navale, i momenti caotici della guerra e degli spari, le sensazioni. Anche i dialoghi, sono organizzati bene. Infatti, il finale striminzito ma che usa ottimamente un twist semplice ma efficace, funziona in un racconto così breve.
Complimenti per l'idea e la realizzazione.
Alla prossima
3. Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo, bentrovato. Mi è piaciuta l'atmosfera cyberpunk (o almeno, così mi viene da definirla) e il pirata di anime. Molto interessante l'alternanza tra narrato e voce fuori campo. Ci sono delle parti della storia purtroppo meno chiare, per la solita questione dei caratteri limitati. Il racconto avrebbe avuto bisogno almeno dell'edition dei 4000, ti avrebbe aiutato a svelare di più il contesto, qual'è la tecnologia solo accennata che permette lo scambio di anime, del perché la società si è trasformata in questo modo e qualcosa in più sulla caratterizzazione del personaggio. Però capisco che se avevi già questa idea nel cassetto, l'occasione era davvero ghiotta.
Una storia scritta bene, come sempre.
Alla prossima.
4. Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni
Ciao Matteo, bentrovato. Una storia piratesca dalle tinte arcobaleno. Sarebbe stato figo trovare la bandiera lgbt al posto della Jolly Roger ahahah. IL tuo racconto è davvero divertente, strutturato in modo lineare. Come ti è già stato fatto notare, i diversi nomi dei personaggi mettono in difficoltà la comprensione, soprattutto all'inizio. Ti direi di snellire l'incipit di informazioni, in generale su testi di questa brevità. LA fotografia ti è scapata, ci sta di non pensarci troppo in poche ore a disposizione per la consegna. Per il resto, un buon racconto.
Alla prossima
5. Come acqua, di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia, bentrovata.
Il tuo stile, come sempre, cattura l'attenzione della mia lettura. Utilizzi belle parole e costruisci dei personaggi credibili e affascinanti. Allo stesso tempo, riscontro spesso degli aspetti confusi, nelle intenzioni. Probabilmente sarà a causa del poco tempo a disposizione, immagino. Ad esempio, non mi è chiaro perché Donmary avesse un liquido chiaro sulla manica. Per via della fiala? Ecco, se fosse così, potresti seminare in modo più semplice, utilizzando elementi meno ambigui.
Anche nel finale ho avuto un pò di difficoltà nella comprensione della scena. In generale, mi sento di suggerirti di provare a rendere più chiari gli aspetti della scena (proprio delle azioni che i personaggi compiono). La colluttazione non è molto credibile. Un pirata dalle mani grassocce che si fa bloccare il braccio mentre carica uno schiaffone e si fa torcere il braccio? Mmh, stona un pò. Magari, utilizza qualcosa, un oggetto che lei utilizza per tramortirlo, prima.
Questi sono esempi che ti ho citato per migliorare le scene di movimento, che pensandoci bene, avevo notato in altri tuoi racconti alcune dissonanze. Secondo me, potresti migliorare di molto i racconti che scrivi, che sono davvero molto belli, come sempre.
Alla prossima.
6. Il paradosso di Pago, di Julia
Ciao Julia,
avevo letto anche il tuo racconto della scorsa edition. Mi piace come scrivi. In questo però ho avuto qualche difficoltà, soprattutto nello scambio di battute tra i due sfidanti. I dialoghi sono inseriti in modo non proprio efficace. Ti suggerisco di sperimentare un pò di più sul pdv del protagonista e inserire qualche beat, soprattutto in racconti così brevi, quando le intenzioni del personaggio sono anche difficili da cogliere se non seminate in modo efficace.
Poi non ho capito una cosa: all'inizio gli si apre una porta, fa un segnale a un compagno di avventura che però poi sparisce nel nulla, giusto? Puoi direttamente non mettere in scena un personaggio che non ci sta a fare niente.
Poi un'altra cosa su cui ho avuto un dubbio è: gli sfidanti a duello, sono entrambi rettiloidi? O il vecchio è umano? Perchè a un certo punto dici "l'uomo".
Anche il finale mi è davvero poco chiaro.
Insomma, una buona scrittura con diverse pecche.
Alla prossima.
7. Ohi ohi, capitano, di Driu
Ciao Driu, benvenuto su Minuti Contati.
Ho faticato un pò a capire la dinamica del racconto. I personaggi sono citati all'inizio ma ho avuto difficoltà a vederli presenti in scena e a capire i loro interessi e in che modo si muovono nella storia. I personaggi non sono minimamente descritti, quindi per questo non sono riuscito a vederli. Perciò anche i dialoghi risultano un pò come teste parlanti che non puoi vedere.
In generale, sui racconti di pochi caratteri, meglio sacrificare qualche personaggio in scena e magari descriverli meglio, e togliere un pò di carne dal fuoco.
Alla prossima.
Manuel Marinari
Re: Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche
Oltre a quella de l'AUGURE dovete ancora ricevere altre due classifiche.
- SarahSante
- Messaggi: 186
Re: Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche
Ecco la mia soffertissima classifica. Voglio fare i complimenti a tutti per i bei racconti in alcuni casi anche piuttosto originali rispetto al tema.
1 - Orizzonte di vetro, di Debora Donadel,
2 - Come acqua, di Gaia Peruzzo,
3 - Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani,
4 - L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba,
5 - Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni,
6 - Il paradosso di Pago
7 - Ohi ohi, capitano, di Driu
Orizzonte di vetro, di Debora Donadel
Ciao Debora,
bel racconto. Mi è piaciuta l’ambientazione che sei riuscita a dare con così pochi caratteri, l’idea delle piratesse e di questa Lega delle sabbie di vetro (bel nome) che ha qualche scopo che – immagino a causa della scarsità di caratteri – non viene chiarito. Sono anche d’accordo con chi, prima di me, ha lodato i dialoghi secchi ed efficaci tra i personaggi.
Ho fatto un po’ fatica a comprendere subito la seconda e la terza scena (e ho quindi riletto due o tre volte il racconto), ma immagino che la scarsità dei caratteri ti abbia costretto ai salti temporali tra una scena e l’altra saltando dei passaggi.
Mi hanno lasciato perplessa alcune cose che ti segnalo, ma che non toccano l’efficacia del racconto:
La frase che la piratessa rivolge al capitano della Ashok “Ci hai sottovalutato e condannato a morte il tuo equipaggio.” mi sembra poco congruente con il «Pensavo foste un mito» che aveva esclamato prima lui. Se le ritiene mito come fa a sottovalutarle? E in quale modo avrebbe condannato a morte il suo equipaggio se era la Marigold a cercare Bonny e non viceversa? E Bonny non è stata catturata in quanto piratessa? Mi è risultata poco chiara anche questa frase “Il bastardo non aveva idea del tesoro che trasportava il nostro nuovo piccolo mech…»
Complimenti, comunque. Racconto centrato, ben riuscito e che meriterebbe uno svolgimento più ampio.
Come acqua, di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia,
mi è piaciuto il racconto e in particolare la caratterizzazione di Donmary e la tensione emotiva che fai percepire e che cresce di intensità man mano. Ho trovato efficaci anche certe immagini che hai usato come “Affondarono nel legno come il morso di un mostro marino” o “Il legno le ondeggiava già sotto ai piedi come acqua”. Anche il liquido che scivola dalla manica di Donmary è una bella semina.
Ti segnalo dei passaggi che mi sono risultati poco chiari. “Stava sudando. Aveva paura, ma era quello che voleva”. Perché Donmary voleva avere paura? O forse quello che voleva era l’azione che stava compiendo?
E la mappa era in mano al timoniere o al capitano? Dalla frase “Il capitano Varrik era sul cassero con il timoniere. Reggeva ancora tra le dita grassocce la mappa che lei si era fatta trovare addosso.” Io ho inteso che la mappa l’avesse Varrik, ma in un’altra scena, lui la stropiccia in mano al timoniere.
“La magia su quell'isola non era una bugia.” Quando ho letto questa frase, ho riletto il testo precedente per vedere se mi ero persa passaggi o accenni a qualcosa di magico, che avrebbero preparato la svolta finale senza rovinare la sorpresa.
Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo,
mi è piaciuta molto l’apertura del racconto con il riferimento alla piuma e al più moderno (nel tuo mondo narrativo) pds, un’idea originale come l’infusione dai neonati in animazione sospesa come lieviti dell’anima. Mi è piaciuto anche il personaggio di Janko, abbastanza ben caratterizzato per il numero limitato di caratteri, e la voce fuori campo.
Dal mio punto di vista avresti potuto dettagliare un po’ meno quello che si muove in janko (gli fece male… la pena lo spezzò, lo trafisse sotto le costole…il cuore gli strinse) per guadagnare caratteri da spendere altrove. E ho trovato un po’ incongruenti, per come mi sono immaginata Janko, il pennarello che gli trema tra le dita (perché gli trema? Per l’emozione? Tentenna?) e la chiusa “si lasciò andare a un sorriso” che sembra connotarlo di nuovo nell’aspetto umano mentre l’idea di far evolvere il prodotto con una nuova etichetta ci starebbe di più con un ghigno di furbizia.
Bel racconto comunque!
L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba
Ciao Jacopo,
simpatica l’idea della battaglia che da reale si scopre essere online e interessante anche il passaggio dal picaresco alla chat fino al mondo reale con l'espediente del bug. Ho dovuto rileggere la prima parte del racconto per capire cosa stesse succedendo e cosa avesse portato all’affondamento del vascello perché non capivo l’interazione tra capitan Uncino, Spugna e la vedetta di cui si parla ma che non si vede mai. Il twist sul tipo di battaglia che si stava in realtà giocando mi ha poi chiarito il motivo dell'assenza nella scena della vedetta.
Molto simpatico e ben caratterizzato anche di Spugna.
Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni,
Ciao Matteo,
mi è piaciuto il racconto e l'idea del capitano cotto che invece di comportarsi da feroce pirata fa pensieri da adolescente innamorato su Roger. Efficace anche l’idea della moglie Mary che lo tormenta da una foto (che per l'epoca sarebbe stato magari un ritratto ma immagino che la foto sia sfuggita per il poco tempo a disposizione) e poi torna, da piratessa, torna per riprenderlo.
Sono d’accordo con chi ti ha detto che c’erano troppi nomi in un testo così breve; io l'ho riletto per
capire chi fosse chi e cosa facesse perché Timothy e Naso di bronzo all'inizio mi hanno confuso. Avrei messo anche qualche pensiero innamorato-lussurioso su Roger in meno perché dopo un po’ risultano per il mio gusto un po’ ridondanti.
Ciao Julia,
mi è piaciuta l’idea di questo mondo alternativo e la sfida tra i due coccodrilloidi per la ricerca della donna amata. Ho avuto qualche difficoltà a seguire il racconto sia come ambientazione (su che tipo di nave sono? Io ho immaginato una nave spaziale ma poi la nave arriva in vista di una scogliera) sia come andamento del racconto. Non ho compreso perché Pago, invece di torturarlo, decide di affrontare a duello il nemico che poi risulta vittorioso ma che ciononostante, e immotivatamente, si lascia uccidere dopo avergli detto “sei ancora troppo cieco, non le piaceresti” e poi gli lascia prendere una sfera lucida per trovare Svea alludendo al fatto che deve essere disposto a tutto. Il fatto che alla base del racconto ci sia un paradosso temporale l'ho letto nei tuoi commenti, dal testo non l'avevo capito. Secondo me con più caratteri e tempo puoi sistemare e rendere più comprensibile la storia che trovo molto interessante anche come tema.
Ohi ohi, capitano, di Driu
Ciao Driu,
concordo con chi prima di me ti ha detto che nel racconto ci sono troppi personaggi e questo crea confusione. Non è immediato nemmeno capire chi sia il portatore di punto di vista perché il nome di Spina arriva solo alla quinta riga.
Mi è piaciuto il capitano Briga anche se si scopre che è una donna dopo la metà del racconto. Avresti potuto giocarci di più e dare di lei altri particolari oltre agli occhi azzurri che riprendi due volte. Anche gli altri personaggi appaiono poco o per niente caratterizzati.
Simpatico il twist finale con Briga che rivendica la natura pirata e non corsara della Jolly Black e si prepara all’arrembaggio della Queen Victoria.
1 - Orizzonte di vetro, di Debora Donadel,
2 - Come acqua, di Gaia Peruzzo,
3 - Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani,
4 - L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba,
5 - Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni,
6 - Il paradosso di Pago
7 - Ohi ohi, capitano, di Driu
Orizzonte di vetro, di Debora Donadel
Ciao Debora,
bel racconto. Mi è piaciuta l’ambientazione che sei riuscita a dare con così pochi caratteri, l’idea delle piratesse e di questa Lega delle sabbie di vetro (bel nome) che ha qualche scopo che – immagino a causa della scarsità di caratteri – non viene chiarito. Sono anche d’accordo con chi, prima di me, ha lodato i dialoghi secchi ed efficaci tra i personaggi.
Ho fatto un po’ fatica a comprendere subito la seconda e la terza scena (e ho quindi riletto due o tre volte il racconto), ma immagino che la scarsità dei caratteri ti abbia costretto ai salti temporali tra una scena e l’altra saltando dei passaggi.
Mi hanno lasciato perplessa alcune cose che ti segnalo, ma che non toccano l’efficacia del racconto:
La frase che la piratessa rivolge al capitano della Ashok “Ci hai sottovalutato e condannato a morte il tuo equipaggio.” mi sembra poco congruente con il «Pensavo foste un mito» che aveva esclamato prima lui. Se le ritiene mito come fa a sottovalutarle? E in quale modo avrebbe condannato a morte il suo equipaggio se era la Marigold a cercare Bonny e non viceversa? E Bonny non è stata catturata in quanto piratessa? Mi è risultata poco chiara anche questa frase “Il bastardo non aveva idea del tesoro che trasportava il nostro nuovo piccolo mech…»
Complimenti, comunque. Racconto centrato, ben riuscito e che meriterebbe uno svolgimento più ampio.
Come acqua, di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia,
mi è piaciuto il racconto e in particolare la caratterizzazione di Donmary e la tensione emotiva che fai percepire e che cresce di intensità man mano. Ho trovato efficaci anche certe immagini che hai usato come “Affondarono nel legno come il morso di un mostro marino” o “Il legno le ondeggiava già sotto ai piedi come acqua”. Anche il liquido che scivola dalla manica di Donmary è una bella semina.
Ti segnalo dei passaggi che mi sono risultati poco chiari. “Stava sudando. Aveva paura, ma era quello che voleva”. Perché Donmary voleva avere paura? O forse quello che voleva era l’azione che stava compiendo?
E la mappa era in mano al timoniere o al capitano? Dalla frase “Il capitano Varrik era sul cassero con il timoniere. Reggeva ancora tra le dita grassocce la mappa che lei si era fatta trovare addosso.” Io ho inteso che la mappa l’avesse Varrik, ma in un’altra scena, lui la stropiccia in mano al timoniere.
“La magia su quell'isola non era una bugia.” Quando ho letto questa frase, ho riletto il testo precedente per vedere se mi ero persa passaggi o accenni a qualcosa di magico, che avrebbero preparato la svolta finale senza rovinare la sorpresa.
Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo,
mi è piaciuta molto l’apertura del racconto con il riferimento alla piuma e al più moderno (nel tuo mondo narrativo) pds, un’idea originale come l’infusione dai neonati in animazione sospesa come lieviti dell’anima. Mi è piaciuto anche il personaggio di Janko, abbastanza ben caratterizzato per il numero limitato di caratteri, e la voce fuori campo.
Dal mio punto di vista avresti potuto dettagliare un po’ meno quello che si muove in janko (gli fece male… la pena lo spezzò, lo trafisse sotto le costole…il cuore gli strinse) per guadagnare caratteri da spendere altrove. E ho trovato un po’ incongruenti, per come mi sono immaginata Janko, il pennarello che gli trema tra le dita (perché gli trema? Per l’emozione? Tentenna?) e la chiusa “si lasciò andare a un sorriso” che sembra connotarlo di nuovo nell’aspetto umano mentre l’idea di far evolvere il prodotto con una nuova etichetta ci starebbe di più con un ghigno di furbizia.
Bel racconto comunque!
L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba
Ciao Jacopo,
simpatica l’idea della battaglia che da reale si scopre essere online e interessante anche il passaggio dal picaresco alla chat fino al mondo reale con l'espediente del bug. Ho dovuto rileggere la prima parte del racconto per capire cosa stesse succedendo e cosa avesse portato all’affondamento del vascello perché non capivo l’interazione tra capitan Uncino, Spugna e la vedetta di cui si parla ma che non si vede mai. Il twist sul tipo di battaglia che si stava in realtà giocando mi ha poi chiarito il motivo dell'assenza nella scena della vedetta.
Molto simpatico e ben caratterizzato anche di Spugna.
Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni,
Ciao Matteo,
mi è piaciuto il racconto e l'idea del capitano cotto che invece di comportarsi da feroce pirata fa pensieri da adolescente innamorato su Roger. Efficace anche l’idea della moglie Mary che lo tormenta da una foto (che per l'epoca sarebbe stato magari un ritratto ma immagino che la foto sia sfuggita per il poco tempo a disposizione) e poi torna, da piratessa, torna per riprenderlo.
Sono d’accordo con chi ti ha detto che c’erano troppi nomi in un testo così breve; io l'ho riletto per
capire chi fosse chi e cosa facesse perché Timothy e Naso di bronzo all'inizio mi hanno confuso. Avrei messo anche qualche pensiero innamorato-lussurioso su Roger in meno perché dopo un po’ risultano per il mio gusto un po’ ridondanti.
Ciao Julia,
mi è piaciuta l’idea di questo mondo alternativo e la sfida tra i due coccodrilloidi per la ricerca della donna amata. Ho avuto qualche difficoltà a seguire il racconto sia come ambientazione (su che tipo di nave sono? Io ho immaginato una nave spaziale ma poi la nave arriva in vista di una scogliera) sia come andamento del racconto. Non ho compreso perché Pago, invece di torturarlo, decide di affrontare a duello il nemico che poi risulta vittorioso ma che ciononostante, e immotivatamente, si lascia uccidere dopo avergli detto “sei ancora troppo cieco, non le piaceresti” e poi gli lascia prendere una sfera lucida per trovare Svea alludendo al fatto che deve essere disposto a tutto. Il fatto che alla base del racconto ci sia un paradosso temporale l'ho letto nei tuoi commenti, dal testo non l'avevo capito. Secondo me con più caratteri e tempo puoi sistemare e rendere più comprensibile la storia che trovo molto interessante anche come tema.
Ohi ohi, capitano, di Driu
Ciao Driu,
concordo con chi prima di me ti ha detto che nel racconto ci sono troppi personaggi e questo crea confusione. Non è immediato nemmeno capire chi sia il portatore di punto di vista perché il nome di Spina arriva solo alla quinta riga.
Mi è piaciuto il capitano Briga anche se si scopre che è una donna dopo la metà del racconto. Avresti potuto giocarci di più e dare di lei altri particolari oltre agli occhi azzurri che riprendi due volte. Anche gli altri personaggi appaiono poco o per niente caratterizzati.
Simpatico il twist finale con Briga che rivendica la natura pirata e non corsara della Jolly Black e si prepara all’arrembaggio della Queen Victoria.
- CristianoSaccoccia
- Messaggi: 95
Re: Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche
Ciao manigoldi. Ecco la mia classifica:
1- Gaia Peruzzo con Come Acqua
Mi ha colpito l’atmosfera tesa e malinconica che attraversa il racconto. Donmary è un personaggio che si fa strada piano piano nel cuore del lettore, con la sua pazienza e il coraggio silenzioso. La scena della rivelazione e della vendetta è costruita con attenzione e riesce a dare una soddisfazione sottile senza esagerare. C’è una bella cura nel ritmo e nei dettagli, che rendono il finale ancora più efficace.
2- Jacopo Saba con L'ultimo ordine di Capitan Uncino
Mi ha divertito il modo in cui il racconto gioca con le aspettative, trasformando una classica battaglia navale in una scena epica e grottesca che poi si ribalta con ironia nel finale moderno. Il ritmo è scorrevole e i dialoghi funzionano bene, con Spugna e Uncino che sembrano usciti da un’avventura piratesca autentica. L’idea della chat finale aggiunge un tocco leggero e intelligente.
3- Matteo Calcagni con cannonate d'amore
Mi ha strappato più di un sorriso. Il racconto mescola con gusto avventura piratesca, umorismo e una vena sentimentale decisamente insolita per il genere. I dialoghi sono vivaci e il protagonista, combattuto tra desiderio e dovere, risulta sorprendentemente umano. L’idea della moglie-pirata che torna come antagonista dà un bel colpo di scena che chiude con energia e ironia la vicenda.
4- Debora Donadel con Orizzonte di vetro
Ciao Debora, pur amando i pirati e il mood pulp devo dire che il racconto non mi è entrato. Non so nemmeno dirti il perché, ho apprezzato i dialoghi e il worldbuilding ma alcune cose mi sembravano già viste e da altri racconti tu mi sei sembrata un'autrice molto più fantasiosa e capace. Quindi sono soddisfatto della lettura ma per mio gusto mancava una scintilla che mi facesse impazzire del tutto. Prova nella media, senza infamia e senza lode. Un abbraccio!
5 -Julia con Paradosso di Pago
Mi è piaciuta la miscela di fantascienza, duello classico e melodramma. La figura di Pago trasmette una determinazione ruvida ma comprensibile, mentre il combattimento non è solo fisico ma carico di significato emotivo. Il finale riesce a chiudere il cerchio con una certa malinconia e un senso di destino ineluttabile. C’è una buona cura nelle scene d’azione e nei dettagli visivi che rendono vivida la narrazione.
6-Driu con Ohi, Ohi capitano
Il racconto cattura bene lo spirito avventuroso della pirateria con un tocco di intrigo e tradimento. Briga è un capitano affascinante, capace di mantenere sangue freddo e autorità anche davanti ai falsi sorrisi del governatore. Il dialogo è vivace e rende con efficacia i rapporti di potere tra i personaggi. Ho apprezzato anche il momento finale, dove la rivelazione ribalta le aspettative e accende l’entusiasmo di Spina, e del lettore.
7- Matteo Mantoani con Risvegliatore empatico
Tematica abbastanza vista e rubacchiata da grandi altri narratori del genere, inoltre dire "pirata per antonomasia" è una caduta di stile molto importante, trovo l'espressione alquanto infantile e sempliciotta. Racconto fiacco che di racconto ha poco, zero uso di dialoghi e momenti empatici, si erge tutto sul concept e si vede la sua natura da compitino scolastico, che ormai deduco sia una costante personale dell'autore. Un vizietto, insomma. Preferisco leggere altro.
1- Gaia Peruzzo con Come Acqua
Mi ha colpito l’atmosfera tesa e malinconica che attraversa il racconto. Donmary è un personaggio che si fa strada piano piano nel cuore del lettore, con la sua pazienza e il coraggio silenzioso. La scena della rivelazione e della vendetta è costruita con attenzione e riesce a dare una soddisfazione sottile senza esagerare. C’è una bella cura nel ritmo e nei dettagli, che rendono il finale ancora più efficace.
2- Jacopo Saba con L'ultimo ordine di Capitan Uncino
Mi ha divertito il modo in cui il racconto gioca con le aspettative, trasformando una classica battaglia navale in una scena epica e grottesca che poi si ribalta con ironia nel finale moderno. Il ritmo è scorrevole e i dialoghi funzionano bene, con Spugna e Uncino che sembrano usciti da un’avventura piratesca autentica. L’idea della chat finale aggiunge un tocco leggero e intelligente.
3- Matteo Calcagni con cannonate d'amore
Mi ha strappato più di un sorriso. Il racconto mescola con gusto avventura piratesca, umorismo e una vena sentimentale decisamente insolita per il genere. I dialoghi sono vivaci e il protagonista, combattuto tra desiderio e dovere, risulta sorprendentemente umano. L’idea della moglie-pirata che torna come antagonista dà un bel colpo di scena che chiude con energia e ironia la vicenda.
4- Debora Donadel con Orizzonte di vetro
Ciao Debora, pur amando i pirati e il mood pulp devo dire che il racconto non mi è entrato. Non so nemmeno dirti il perché, ho apprezzato i dialoghi e il worldbuilding ma alcune cose mi sembravano già viste e da altri racconti tu mi sei sembrata un'autrice molto più fantasiosa e capace. Quindi sono soddisfatto della lettura ma per mio gusto mancava una scintilla che mi facesse impazzire del tutto. Prova nella media, senza infamia e senza lode. Un abbraccio!
5 -Julia con Paradosso di Pago
Mi è piaciuta la miscela di fantascienza, duello classico e melodramma. La figura di Pago trasmette una determinazione ruvida ma comprensibile, mentre il combattimento non è solo fisico ma carico di significato emotivo. Il finale riesce a chiudere il cerchio con una certa malinconia e un senso di destino ineluttabile. C’è una buona cura nelle scene d’azione e nei dettagli visivi che rendono vivida la narrazione.
6-Driu con Ohi, Ohi capitano
Il racconto cattura bene lo spirito avventuroso della pirateria con un tocco di intrigo e tradimento. Briga è un capitano affascinante, capace di mantenere sangue freddo e autorità anche davanti ai falsi sorrisi del governatore. Il dialogo è vivace e rende con efficacia i rapporti di potere tra i personaggi. Ho apprezzato anche il momento finale, dove la rivelazione ribalta le aspettative e accende l’entusiasmo di Spina, e del lettore.
7- Matteo Mantoani con Risvegliatore empatico
Tematica abbastanza vista e rubacchiata da grandi altri narratori del genere, inoltre dire "pirata per antonomasia" è una caduta di stile molto importante, trovo l'espressione alquanto infantile e sempliciotta. Racconto fiacco che di racconto ha poco, zero uso di dialoghi e momenti empatici, si erge tutto sul concept e si vede la sua natura da compitino scolastico, che ormai deduco sia una costante personale dell'autore. Un vizietto, insomma. Preferisco leggere altro.
Re: Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche
Dovete solo più ricevere la classifica de l'AUGURE.
Re: Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche
Eccomi qui con la classifica finale.
Dopo aver letto i racconti del girone mi sono ritrovato con quattro di voi a pari merito come valutazione (un pollice quasi su). Non ho trovato nessun racconto che spiccasse sugli altri a cui assegnare un pollice su pieno, perché a mio avviso avevano tutti qualcosina che era possibile sistemare.
Per cui, come avrete intuito, la posizione dei primi 4 racconti è stata estremamente difficili da decidere.
Vi faccio i miei complimenti.
1. Come acqua, di Gaia Peruzzo
2. Orizzonte di vetro, di Debora Donadel
3. Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani
4. L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba
5. Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni
6. Il paradosso di Pago, di Julia
7. Ohi ohi, capitano, di Driu
Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo e piacere di averti letto.
Rispetto al tema dato, il tuo è sicuramente il racconto meno strettamente legato al tema della pirateria. Lo dico in senso positivo, ti sei un po’ distaccato dalle navi pirata (marittime o spaziali) e ci hai dato qualcosa di alternativo.
Per me il racconto è molto carino e interessante, fin troppa esplicata la dinamica del PDS. Non voglio dire che sia un “fastidioso infodump”, ma nel momento in cui sei costretto a darmi una spiegazione così netta del setting per farmi capire il racconto, forse non è l’idea giusta per i 3.000 caratteri. Lo dico in riferimento ad esempio al racconto di Debora. Nonostante lei abbia introdotto un mondo che dà l’idea di essere molto vasto, lo ha fatto senza necessità di spiegare per filo e per segno i suoi dettagli.
Detto questo (che per me rimane l’unico difetto evidente del racconto) ho molto apprezzato l’idea alla base e Janko, il classico uomo senza scrupoli ma con il cuore abbastanza buono per non mandare a morire un infante, anche se non lo “salva” neppure.
Insomma un buon racconto.
Per me ci assestiamo su un pollice quasi su!
Orizzonte di vetro, di Debora Donadel
Ciao Debora e bentrovata.
Un racconto piratesco spiccatamente fantascientifico. Come setting probabilmente quello che ho preferito tra tutti. Unico punto a sfavore, dietro ci vedo un worldbuilding immenso che in soli 3.000 caratteri ho trovato stesse stretto.
Forse avrei evitato la suddivisione in tre scene, soprattutto l’ultima potevi collegarla subito dopo la morte del comandante della Ashok e far chiudere il racconto con Bonny che sviene.
In molti commentatori hanno visto una banda di piratesse contro il patriarcato e una società maschilista. Io non ci ho visto una spinta così netta verso il maschilista, purtroppo perché questa vena di maschilismo è talmente diffusa che in quel personaggio ho visto un classico uomo frustrato, ma non per forza facente parte di una dinastia patriarcale e maschilista. Sarei curioso di sapere se nella tua idea c’era questa suddivisione o se è stata percepita così senza che tu ci avessi spinto volontariamente.
Comunque tolte le mie curiosità, ritengo il tuo un racconto da pollice quasi su!
Come acqua, di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia, bentrovata.
Mi è piaciuto molto il tuo racconto, tema piratesco assolutamente azzeccato, con quel tocco fantasy che non guasta mai. La vendetta della tua protagonista, servita fredda come un cadavere per me funziona alla grande.
Occhio solo che in alcuni passaggi avresti potuto seminare con più chiarezza. Apprezzo sempre quando uno scrittore si fida dell’intelligenza del lettore e della sua capacità di interpretare, ma in così pochi caratteri si corre il rischio di non avere il tempo necessario per farlo. Il racconto si legge in 4 minuti e poi spesso non ci si prende il giusto tempo per ragionare su tutti i passaggi della narrazione.
Sarei quindi un pochino più esplicito magari, su certi passaggi.
Mi viene ad esempio in mente questa frase:
Un brivido le si appiccicò alla schiena. Stava sudando. Aveva paura, ma era quello che voleva. Scosse la testa.
Mi piace molto, ma “era quello che voleva” mi fa pensare che il sudare, espellere liquidi sia correlato alla magia. Non connetto subito che sia riferito alla paura.
Bastava anche solo un aveva paura, ma questo non l’avrebbe fermata…
Ma sono ovviamente piccolissimi dettagli che è facile vedere poi e durante la serata di scrittura sfuggono!
Comunque, il racconto per me è un pollice quasi su!
L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba
Ciao Jacopo e piacere di averti letto.
Un racconto scritto bene, incalzante che butta direttamente all’interno della battaglia navale, che hai gestito bene con il riferimento alla vedetta che sbaglia sempre il tiro.
Divertente come nel finale Capitan Uncino lasci perdere gli ordini di Uncino1999 e prenda in mano le redini del suo stesso destino.
Fine anche l’inserimento nel corpo del testo di questa frase: In quella direzione c’erano già due caravelle… davvero hanno nascosto lì il vascello ammiraglio?
Inizialmente non avevo capito il perché di questa frase, ma il finale me l’ha fatta doppiamente apprezzare.
E niente, il tuo è un racconto da pollice quasi su.
Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni
Ciao Matteo e bentrovato.
Il tuo è proprio un bel racconto, che esagera sul lato “passionale”, ma lo fa in maniera divertente. Credo che anche il nostro capitano in caso di cannoneggiamento tra navi avrebbe saputo tenere a freno gli ormoni, ma mi ha comunque divertito la narrazione sopra le righe.
Forse hai esagerato con i nomi in così poco spazio. Non voglio dire che siano troppi, ma li ho decisamente dimenticati un secondo dopo averli letti e sono dovuto tornare indietro perché volevo essere sicuro di aver inquadrato per bene quelli dei 3 soggetti principali.
Molto bello il ritorno della moglie piratessa e la decisione immediata di spararle addosso.
Un racconto da pollice in su tendente al positivo in modo brillante.
Il paradosso di Pago, di Julia
Ciao Julia, e bentrovata.
Mi è piaciuto il taglio spaziale che hai dato alla storia, con questi esseri rettiliformi e mi è piaciuto anche il loop temporale (se ho capito bene, il vecchio è Pago nel futuro? Gli dà un meccanismo per tornare indietro nel tempo, alla Scogliera e incontrare Svea?).
Hai avuto un sacco di buone idee, ma sei riuscita a metterne nero su bianco solo alcune. Ad esempio appunto il giochetto temporale. Non è affatto semplice da cogliere (e non sono neppure sicuro di averlo colto appieno io). Il taglio sul viso mi ha fatto pensare che Pago potesse essere il vecchio coccodrillo imprigionato. Però, appunto, non ne sono assolutamente certo.
Comunque per il coraggio e per la buona scrittura del testo direi che sei sul pollice tendente al positivo.
Continua così!
Ohi ohi, capitano, di Driu
Bentrovato Driu,
hai scritto un racconto di classico stampo piratesco che non esce troppo dagli schemi del genere. Ho trovato però una sovrabbondanza di personaggi abbastanza inutile ai fini della storia soprattutto considerato che nessuno di loro fa qualcosa che lo detoni nello specifico e lo renda concreto. L’inghippo della scala ti ruba caratteri importanti per giocare meglio sul vero fulcro della vicenda. Il colpo di scena con il capitano donna, non è un vero colpo di scena. Già dai Pirati dei Caraibi siamo stati abituati a capitani donna e questo voler nascondere il suo sesso non porta a nulla. Carino invece il twist del voler essere pirata e non corsaro. Avrei giocato di più su questo che era un po’ il fulcro del racconto. Magari con un battibecco più vivace, o gabbando da vero pirata lord Smith (magari cannoneggiandolo una volta tornato alla sua nave?)
Per me un pollice tendente al positivo.
Dopo aver letto i racconti del girone mi sono ritrovato con quattro di voi a pari merito come valutazione (un pollice quasi su). Non ho trovato nessun racconto che spiccasse sugli altri a cui assegnare un pollice su pieno, perché a mio avviso avevano tutti qualcosina che era possibile sistemare.
Per cui, come avrete intuito, la posizione dei primi 4 racconti è stata estremamente difficili da decidere.
Vi faccio i miei complimenti.
1. Come acqua, di Gaia Peruzzo
2. Orizzonte di vetro, di Debora Donadel
3. Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani
4. L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba
5. Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni
6. Il paradosso di Pago, di Julia
7. Ohi ohi, capitano, di Driu
Risvegliatore empatico, di Matteo Mantoani
Ciao Matteo e piacere di averti letto.
Rispetto al tema dato, il tuo è sicuramente il racconto meno strettamente legato al tema della pirateria. Lo dico in senso positivo, ti sei un po’ distaccato dalle navi pirata (marittime o spaziali) e ci hai dato qualcosa di alternativo.
Per me il racconto è molto carino e interessante, fin troppa esplicata la dinamica del PDS. Non voglio dire che sia un “fastidioso infodump”, ma nel momento in cui sei costretto a darmi una spiegazione così netta del setting per farmi capire il racconto, forse non è l’idea giusta per i 3.000 caratteri. Lo dico in riferimento ad esempio al racconto di Debora. Nonostante lei abbia introdotto un mondo che dà l’idea di essere molto vasto, lo ha fatto senza necessità di spiegare per filo e per segno i suoi dettagli.
Detto questo (che per me rimane l’unico difetto evidente del racconto) ho molto apprezzato l’idea alla base e Janko, il classico uomo senza scrupoli ma con il cuore abbastanza buono per non mandare a morire un infante, anche se non lo “salva” neppure.
Insomma un buon racconto.
Per me ci assestiamo su un pollice quasi su!
Orizzonte di vetro, di Debora Donadel
Ciao Debora e bentrovata.
Un racconto piratesco spiccatamente fantascientifico. Come setting probabilmente quello che ho preferito tra tutti. Unico punto a sfavore, dietro ci vedo un worldbuilding immenso che in soli 3.000 caratteri ho trovato stesse stretto.
Forse avrei evitato la suddivisione in tre scene, soprattutto l’ultima potevi collegarla subito dopo la morte del comandante della Ashok e far chiudere il racconto con Bonny che sviene.
In molti commentatori hanno visto una banda di piratesse contro il patriarcato e una società maschilista. Io non ci ho visto una spinta così netta verso il maschilista, purtroppo perché questa vena di maschilismo è talmente diffusa che in quel personaggio ho visto un classico uomo frustrato, ma non per forza facente parte di una dinastia patriarcale e maschilista. Sarei curioso di sapere se nella tua idea c’era questa suddivisione o se è stata percepita così senza che tu ci avessi spinto volontariamente.
Comunque tolte le mie curiosità, ritengo il tuo un racconto da pollice quasi su!
Come acqua, di Gaia Peruzzo
Ciao Gaia, bentrovata.
Mi è piaciuto molto il tuo racconto, tema piratesco assolutamente azzeccato, con quel tocco fantasy che non guasta mai. La vendetta della tua protagonista, servita fredda come un cadavere per me funziona alla grande.
Occhio solo che in alcuni passaggi avresti potuto seminare con più chiarezza. Apprezzo sempre quando uno scrittore si fida dell’intelligenza del lettore e della sua capacità di interpretare, ma in così pochi caratteri si corre il rischio di non avere il tempo necessario per farlo. Il racconto si legge in 4 minuti e poi spesso non ci si prende il giusto tempo per ragionare su tutti i passaggi della narrazione.
Sarei quindi un pochino più esplicito magari, su certi passaggi.
Mi viene ad esempio in mente questa frase:
Un brivido le si appiccicò alla schiena. Stava sudando. Aveva paura, ma era quello che voleva. Scosse la testa.
Mi piace molto, ma “era quello che voleva” mi fa pensare che il sudare, espellere liquidi sia correlato alla magia. Non connetto subito che sia riferito alla paura.
Bastava anche solo un aveva paura, ma questo non l’avrebbe fermata…
Ma sono ovviamente piccolissimi dettagli che è facile vedere poi e durante la serata di scrittura sfuggono!
Comunque, il racconto per me è un pollice quasi su!
L’ultimo ordine di Capitan Uncino, di Jacopo Saba
Ciao Jacopo e piacere di averti letto.
Un racconto scritto bene, incalzante che butta direttamente all’interno della battaglia navale, che hai gestito bene con il riferimento alla vedetta che sbaglia sempre il tiro.
Divertente come nel finale Capitan Uncino lasci perdere gli ordini di Uncino1999 e prenda in mano le redini del suo stesso destino.
Fine anche l’inserimento nel corpo del testo di questa frase: In quella direzione c’erano già due caravelle… davvero hanno nascosto lì il vascello ammiraglio?
Inizialmente non avevo capito il perché di questa frase, ma il finale me l’ha fatta doppiamente apprezzare.
E niente, il tuo è un racconto da pollice quasi su.
Cannonate d’amore, di Matteo Calcagni
Ciao Matteo e bentrovato.
Il tuo è proprio un bel racconto, che esagera sul lato “passionale”, ma lo fa in maniera divertente. Credo che anche il nostro capitano in caso di cannoneggiamento tra navi avrebbe saputo tenere a freno gli ormoni, ma mi ha comunque divertito la narrazione sopra le righe.
Forse hai esagerato con i nomi in così poco spazio. Non voglio dire che siano troppi, ma li ho decisamente dimenticati un secondo dopo averli letti e sono dovuto tornare indietro perché volevo essere sicuro di aver inquadrato per bene quelli dei 3 soggetti principali.
Molto bello il ritorno della moglie piratessa e la decisione immediata di spararle addosso.
Un racconto da pollice in su tendente al positivo in modo brillante.
Il paradosso di Pago, di Julia
Ciao Julia, e bentrovata.
Mi è piaciuto il taglio spaziale che hai dato alla storia, con questi esseri rettiliformi e mi è piaciuto anche il loop temporale (se ho capito bene, il vecchio è Pago nel futuro? Gli dà un meccanismo per tornare indietro nel tempo, alla Scogliera e incontrare Svea?).
Hai avuto un sacco di buone idee, ma sei riuscita a metterne nero su bianco solo alcune. Ad esempio appunto il giochetto temporale. Non è affatto semplice da cogliere (e non sono neppure sicuro di averlo colto appieno io). Il taglio sul viso mi ha fatto pensare che Pago potesse essere il vecchio coccodrillo imprigionato. Però, appunto, non ne sono assolutamente certo.
Comunque per il coraggio e per la buona scrittura del testo direi che sei sul pollice tendente al positivo.
Continua così!
Ohi ohi, capitano, di Driu
Bentrovato Driu,
hai scritto un racconto di classico stampo piratesco che non esce troppo dagli schemi del genere. Ho trovato però una sovrabbondanza di personaggi abbastanza inutile ai fini della storia soprattutto considerato che nessuno di loro fa qualcosa che lo detoni nello specifico e lo renda concreto. L’inghippo della scala ti ruba caratteri importanti per giocare meglio sul vero fulcro della vicenda. Il colpo di scena con il capitano donna, non è un vero colpo di scena. Già dai Pirati dei Caraibi siamo stati abituati a capitani donna e questo voler nascondere il suo sesso non porta a nulla. Carino invece il twist del voler essere pirata e non corsaro. Avrei giocato di più su questo che era un po’ il fulcro del racconto. Magari con un battibecco più vivace, o gabbando da vero pirata lord Smith (magari cannoneggiandolo una volta tornato alla sua nave?)
Per me un pollice tendente al positivo.
Solo i più saggi o i più stupidi degli uomini non cambiano mai.
Re: Gruppo PULPHAGUS: Lista racconti e classifiche
Orizzonte di vetro, di Debora Donadel
Ciao Debora e bentrovata.
Un racconto piratesco spiccatamente fantascientifico. Come setting probabilmente quello che ho preferito tra tutti. Unico punto a sfavore, dietro ci vedo un worldbuilding immenso che in soli 3.000 caratteri ho trovato stesse stretto.
Forse avrei evitato la suddivisione in tre scene, soprattutto l’ultima potevi collegarla subito dopo la morte del comandante della Ashok e far chiudere il racconto con Bonny che sviene.
In molti commentatori hanno visto una banda di piratesse contro il patriarcato e una società maschilista. Io non ci ho visto una spinta così netta verso il maschilista, purtroppo perché questa vena di maschilismo è talmente diffusa che in quel personaggio ho visto un classico uomo frustrato, ma non per forza facente parte di una dinastia patriarcale e maschilista. Sarei curioso di sapere se nella tua idea c’era questa suddivisione o se è stata percepita così senza che tu ci avessi spinto volontariamente.
Comunque tolte le mie curiosità, ritengo il tuo un racconto da pollice quasi su!
Ciao Augure, grazie mille per commento e classifica. Rispondo qui che sì, la mia idea era proprio quella di una banda di piratesse organizzate che cercano di sconfiggere la Lega delle Sabbie di Vetro che governa questo strano mondo post apocalittico sottomettendo tutte le donne. Eh, lo so, forse un po' troppo ambiziosa come idea per un racconto di 3000 battute!
Il tuo suggerimento di non dividere in tre scene mi ha fatto riflettere, in effetti forse avrebbe avuto più senso in un racconto più lungo, eppure il risultato finale non mi dispiace... A rileggerci presto!
Ciao Debora e bentrovata.
Un racconto piratesco spiccatamente fantascientifico. Come setting probabilmente quello che ho preferito tra tutti. Unico punto a sfavore, dietro ci vedo un worldbuilding immenso che in soli 3.000 caratteri ho trovato stesse stretto.
Forse avrei evitato la suddivisione in tre scene, soprattutto l’ultima potevi collegarla subito dopo la morte del comandante della Ashok e far chiudere il racconto con Bonny che sviene.
In molti commentatori hanno visto una banda di piratesse contro il patriarcato e una società maschilista. Io non ci ho visto una spinta così netta verso il maschilista, purtroppo perché questa vena di maschilismo è talmente diffusa che in quel personaggio ho visto un classico uomo frustrato, ma non per forza facente parte di una dinastia patriarcale e maschilista. Sarei curioso di sapere se nella tua idea c’era questa suddivisione o se è stata percepita così senza che tu ci avessi spinto volontariamente.
Comunque tolte le mie curiosità, ritengo il tuo un racconto da pollice quasi su!
Ciao Augure, grazie mille per commento e classifica. Rispondo qui che sì, la mia idea era proprio quella di una banda di piratesse organizzate che cercano di sconfiggere la Lega delle Sabbie di Vetro che governa questo strano mondo post apocalittico sottomettendo tutte le donne. Eh, lo so, forse un po' troppo ambiziosa come idea per un racconto di 3000 battute!
Il tuo suggerimento di non dividere in tre scene mi ha fatto riflettere, in effetti forse avrebbe avuto più senso in un racconto più lungo, eppure il risultato finale non mi dispiace... A rileggerci presto!
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