Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.

Appuntamento con un tema di Lukha B. Kremo e un suo tema per martedì 22 aprile!
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CristianoSaccoccia
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Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.

Messaggio#1 » martedì 22 aprile 2025, 22:22

La stanza è fatta di legno nero, chiodi larghi come dita, corde tese lungo le pareti come ragnatele dimenticate. Un lume pende dal soffitto. L’aria è ferma. Il tempo ha smesso di essere il tempo.

La donna versa lacrime di salsedine dagli occhi di cielo.
Siede dritta, mani in grembo, labbra livide. Nessuno le ha detto perché è lì, eppure non fa domande. Ogni tanto guarda verso la porta chiusa, come se potesse sentire oltre. Come se sapesse.

I tre uomini che la osservano sembrano usciti da un’altra era. Uno ha un cappotto militare, rovinato dalla fuliggine. L’altro una camicia stracciata e tatuaggi con strani simboli di epoche mai viste prima, sembrano linguaggi antichissimi o di un futuro prossimo. Il terzo è scalzo, e ogni suo passo fa cigolare il legno come un rimprovero.

«Dove lo hai visto per l’ultima volta?» Voce annaffiata da liquori scadenti, ghigno da bucaniere.
La voce è bassa, scavata dal fumo.

Lei deglutisce, cerca di sistemare le parole dentro la bocca come se volesse riparare qualcosa che si è spezzato dentro di lei.
«Stava caricando la pistola... E poi una sciabola me lo ha portato via.»

«E tu sei qui con noi, viva.»

Lei annuisce.

«Erano delle bestie. Moschetti, arpioni, crani dipinti. Non sembravano veri.»
Abbassa la testa.
«Sembrate uguali a loro.»


Poi l’uomo scalzo si volta, apre la porta che si affaccia su una stanza identica, ma completamente sbagliata. Un lume spento, un tavolaccio crepato. Lui.


Un uomo stremato, vestito con un'uniforme lacera, una cicatrice che gli attraversa la mascella come un addio. Ha le mani lorde di sangue e consumate dalle maree. Le tiene chiuse, come se stessero stringendo un corpo che scivola via.

Anche lui piange.
Lo fanno in modo simile, ma non si sono mai visti.

«Com’era vestita?» chiede il cappotto.

Lui inspira piano.
«Gonna bianca. Una camicia… blu. Aveva un segno sulla spalla, una cicatrice. Era…»

Il tatuato si piega verso di lui.
«Era viva quando l’hai lasciata?»

«Era morta quando l’ho trovata.»
Un sussurro.
Poi: «Avete attaccato prima che potessimo evacuare. Non ho fatto in tempo.»

Nella stanza accanto, la donna sente una fitta nel petto. Qualcosa la scuote dentro.
Forse una vibrazione. Forse un pensiero.

L’uomo e la donna raccontano la stessa storia.
Stessi dettagli.
Stessa città.
Stesso giorno.
Ma in uno lei muore, e nell’altro muore lui.

L'uomo la guarda con occhi neri come scogli, lei sorride. Un'alba nasce tra le sue labbra. Si amano, ma non si sono mai conosciuti davvero. Si desiderano, nel lutto delle loro metà speculari. Vivono e muoiono in quell'universo di possibilità, variabili, mari infestati e universi sventrati.

Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.
«Tu sei morta nella mia vita.»
«Tu sei scomparso dal mio mondo.»

Eppure sono un errore. Entrambi dicono la verità e una menzogna.
Due colpi risuonano. La polvere da sparo che aleggia nell'aria.
La ciurma brinda. Possono tornare a casa.

La nave lascia il mondo delle possibilità e il mare dei rimpianti.



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antico
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Re: Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.

Messaggio#2 » martedì 22 aprile 2025, 22:28

Ciao Cristiano! Tutto ok con caratteri e tempo, buona KREMO EDITION!

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Emiliano Maramonte
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Re: Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.

Messaggio#3 » giovedì 24 aprile 2025, 19:13

Ciao Cristiano, felicissimo di ritrovarti anche in questa Edition!
Parto dagli elementi che mi hanno colpito e che mi sono piaciuti di più: innanzitutto lo stile, che è una vera bomba. Ormai è un tuo marchio di fabbrica. Sono rimasto per un minuto buono a rileggere "La voce è bassa, scavata dal fumo", perché ha un'efficacia micidiale, fa capire perfettamente il tipo di voce. Poi ho apprezzato l'idea di fondo, ossia il destino incrociato di due clandestini, sospeso in una sorta di oceano allegorico e simbolico, come anche la nave. Bella la realtà speculare dei due prigionieri, divisi solo da una porta, ma legati da un amore che attraversa il tempo e lo spazio. Un plauso anche a come, con pochissimi tratti, hai definito gli sgherri.
Mi è piaciuta di meno, invece, la focalizzazione della tua penna più sullo stile che sulla definizione dei contorni della trama. Ho riletto il racconto tre volte e ci sono ancora contorni sfumati e più domande che risposte. Per esempio, capisco che la vicenda è sospesa in un limbo "etereo" e allegorico, ma perché i due protagonisti sono legati, in qualche modo? Sarebbe stato un bel colpo di scena capire che esiste una sorta di legame antico, magari che ha attraversato i secoli, oppure che sono due reietti/clandestini dimensionali, e cose del genere, ma nel modo in cui ho interpretato la trama tutto è abbastanza fumoso.
Qualche annotazione più squisitamente tecnica.
1 - «Dove lo hai visto per l’ultima volta?» Voce annaffiata da liquori scadenti, ghigno da bucaniere.
La voce è bassa, scavata dal fumo.
Qui probabilmente hai pensato a modi diversi di definire la voce, poi non hai eliminato una delle due alternative.
2 - Sempre con riferimento alla citazione di cui al punto 1, chi è che parla? Non sono contrario ai dialogue tag e ai beat "muti" cioè privi di soggetto esplicito, però in questo caso, proprio non si capisce chi dei tre sgherri parla. E l'inconveniente (chiamiamolo così) si ripete spesso nel prosieguo della storia.
3 - Qualche metafora in meno renderebbe il testo più scorrevole e meno "pindarico".

Comunque, racconto molto interessante, un po' al di sotto dei tuoi standard. Tema centrato.

Buona Edition!
Emiliano

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Gennibo
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Re: Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.

Messaggio#4 » venerdì 25 aprile 2025, 23:46

Ciao Christian e piacere di essere qui a leggerti! Trovo molto interessante la tua storia. L'idea dei due innamorati che sono morti e vengono interrogati in posti diversi mi piace moltissimo. Però, come dice Emiliano, di cui concordo il commento, ci sono delle cose meravigilose, ma mancano informazioni che possano mostrarci la storia nella sua interezza.
Ad esempio, ho apprezzato molto l'inizio con l'ambientazione che parte alla grande, e però al: La donna versa lacrime di salsedine dagli occhi di cielo. Che, ci starebbe anche come descrizione, ma sono inciampata perché è troppo.
E oltre a non capire chi dice la prima battuta di dialogo, più giù c'è il cappotto che chiede ;)

Comunque, per me una buonissima prova, perché hai provato a volare alto, ma da sistemare.
Buona edition e alla prossima!

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Mauro Bennici
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Re: Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.

Messaggio#5 » sabato 26 aprile 2025, 19:51

Ciao Christian,

La prosa è come sempre meravigliosamente viva e variopinta. La trama non sono riuscito a seguirla appieno questa volta. Mi mancano dei pezzi, immagino.
Chi interroga l'uomo e la donna? Perché sono nelle due stanze? È una specie di limbo? Di accoglienza all'inferno? Da cosa sono legati?

Di sicuro è un ottimo incipit e leggerei ancora come va a finire ;)

Buona edition!

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giulio.palmieri
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Re: Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.

Messaggio#6 » lunedì 28 aprile 2025, 10:15

Ciao Cristiano,
allora il racconto come al solito ha una sua profondità ineccepibile, con un incipit che ti porta dritto nella narrazione e con uno stile evocativo. Alcuni passaggi sono molto veloci, ad es:

- Nella stanza accanto, la donna sente una fitta nel petto. Qualcosa la scuote dentro. Forse una vibrazione. Forse un pensiero.

e poi passi al narratore esterno:

L’uomo e la donna raccontano la stessa storia.
Stessi dettagli.
Stessa città.
Stesso giorno.
Ma in uno lei muore, e nell’altro muore lui.

Anche qui, attenzione alla separazione delle frasi, perché si percepisce uno stacco (quando in alcuni casi non c'è). Ad es.in alcuni dialoghi («E tu sei qui con noi, viva.», Lei annuisce.)
Il finale è un flash che chiude la narrazione, forse un po' troppo veloce. Lo stile regge tutto, però, ecco, credo sarebbe stato utile chiarire maggiormente il finale. Tema centrato. Spero di averti fornito qualche spunto utile. Buona edition.

Dash J. Benton
Messaggi: 187

Re: Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.

Messaggio#7 » lunedì 28 aprile 2025, 16:03

CristianoSaccoccia ha scritto:La stanza è fatta di legno nero, chiodi larghi come dita, corde tese lungo le pareti come ragnatele dimenticate. Un lume pende dal soffitto. L’aria è ferma. Il tempo ha smesso di essere il tempo.

La donna versa lacrime di salsedine dagli occhi di cielo.
Siede dritta, mani in grembo, labbra livide. Nessuno le ha detto perché è lì, eppure non fa domande. Ogni tanto guarda verso la porta chiusa, come se potesse sentire oltre. Come se sapesse.

I tre uomini che la osservano sembrano usciti da un’altra era. Uno ha un cappotto militare, rovinato dalla fuliggine. L’altro una camicia stracciata e tatuaggi con strani simboli di epoche mai viste prima, sembrano linguaggi antichissimi o di un futuro prossimo. Il terzo è scalzo, e ogni suo passo fa cigolare il legno come un rimprovero.

«Dove lo hai visto per l’ultima volta?» Voce annaffiata da liquori scadenti, ghigno da bucaniere.
La voce è bassa, scavata dal fumo.

Lei deglutisce, cerca di sistemare le parole dentro la bocca come se volesse riparare qualcosa che si è spezzato dentro di lei.
«Stava caricando la pistola... E poi una sciabola me lo ha portato via.»

«E tu sei qui con noi, viva.»

Lei annuisce.

«Erano delle bestie. Moschetti, arpioni, crani dipinti. Non sembravano veri.»
Abbassa la testa.
«Sembrate uguali a loro.»


Poi l’uomo scalzo si volta, apre la porta che si affaccia su una stanza identica, ma completamente sbagliata. Un lume spento, un tavolaccio crepato. Lui.


Un uomo stremato, vestito con un'uniforme lacera, una cicatrice che gli attraversa la mascella come un addio. Ha le mani lorde di sangue e consumate dalle maree. Le tiene chiuse, come se stessero stringendo un corpo che scivola via.

Anche lui piange.
Lo fanno in modo simile, ma non si sono mai visti.

«Com’era vestita?» chiede il cappotto.

Lui inspira piano.
«Gonna bianca. Una camicia… blu. Aveva un segno sulla spalla, una cicatrice. Era…»

Il tatuato si piega verso di lui.
«Era viva quando l’hai lasciata?»

«Era morta quando l’ho trovata.»
Un sussurro.
Poi: «Avete attaccato prima che potessimo evacuare. Non ho fatto in tempo.»

Nella stanza accanto, la donna sente una fitta nel petto. Qualcosa la scuote dentro.
Forse una vibrazione. Forse un pensiero.

L’uomo e la donna raccontano la stessa storia.
Stessi dettagli.
Stessa città.
Stesso giorno.
Ma in uno lei muore, e nell’altro muore lui.

L'uomo la guarda con occhi neri come scogli, lei sorride. Un'alba nasce tra le sue labbra. Si amano, ma non si sono mai conosciuti davvero. Si desiderano, nel lutto delle loro metà speculari. Vivono e muoiono in quell'universo di possibilità, variabili, mari infestati e universi sventrati.

Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.
«Tu sei morta nella mia vita.»
«Tu sei scomparso dal mio mondo.»

Eppure sono un errore. Entrambi dicono la verità e una menzogna.
Due colpi risuonano. La polvere da sparo che aleggia nell'aria.
La ciurma brinda. Possono tornare a casa.

La nave lascia il mondo delle possibilità e il mare dei rimpianti.


Ciao Cristiano,
Mi tocca ancora una volta commentare il tuo racconto e come sempre é un piacere.

Il tuo stile ormai inconfondibile si conferma ricco, originale ed ispirato in questo racconto. Se in altre occasioni ti avevo fatto notare dei problemi di coerenza interna, in questo caso stai raccontando un paradosso, e quindi la coerenza é volutamente assente. Nonostante questo (o per questo?) il racconto funziona ed emoziona abbastanza.

E ho assolutamente adorato la simmetria di questo scambio:

«Era viva quando l’hai lasciata?»
«Era morta quando l’ho trovata.»

Due passaggi per me migliorabili:

1.di epoche mai viste prima: per me queste parole non hanno senso alcuno. Nessuno vede le epoche, al limite epoche sconosciute.
2.Il finale: se ho ben capito, i pirati sparano ai due protagonisti e vanno via festeggiando. Perché? Cosa li spinge a farlo? Sono una specie di polizia temporale che deve correggere l’errore che ha creato il paradosso? Il racconto funziona in ogni caso ma il climax finale per me é mozzo perché non si arriva a capire cosa muove i pirati ad uccidete i protagonisti con cui ci avevi portato a empatizzate.

In generale, un’ottima prova.

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Taylor_Blackfyre
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Re: Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.

Messaggio#8 » mercoledì 30 aprile 2025, 0:48

Ciao Cristiano,
il tuo racconto è il più complesso tra quelli in gara, servono più letture per comprenderlo ma non è un problema visto che è scritto molto bene, con alcuni passaggi particolarmente riusciti. Probabilmente avresti potuto rendere il tutto più chiaro e diretto, ma si sarebbe persa l'atmosfera onirica. Sembra di leggere un sogno, cosa che non capita spesso. Complimenti per lo stile, poco da dire. Buona prosecuzione!

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BruceLagogrigio
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Re: Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.

Messaggio#9 » mercoledì 30 aprile 2025, 18:21

In terza persona (narratore esterno, focalizzazione alternata tra i personaggi). Tempo verbale: Presente. Ambientazione: Una strana stanza di legno nero, forse su una nave, tra realtà parallele o dimensioni alterate. Genere letterario: Psicologico/fantastico. Tema centrato.

Ciao Cristiano piacere di leggerti, che dire ho dovuto leggerlo più di una volta per rendermi conto della storia e della situazione, ma solo perché in prima lettura non ero stato abbastanza attento. L’idea più originale del gruppo sicuramente forse dell’intero contest. Confermi il periodo di forma eccezionale. Unico appunto: un po’ troppo criptico.

Alla prossima!
L'uomo prudente, con una frase elegante, si cava fuori da ogni garbuglio, e sa usar la lingua con la leggerezza di una piuma. Umberto Eco

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IL GLADIATORE
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Re: Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.

Messaggio#10 » martedì 6 maggio 2025, 19:34

Ciao Cristiano, il tuo stile, come ormai ci hai abituati, è una lama affilata che affonda nella carne del racconto fin dalla prima riga. Le immagini che evochi – le corde come ragnatele, la voce scavata dal fumo (stupendo!) – sono fulminee e potenti. L’atmosfera è quella di un sogno (o un incubo?) sospeso tra mondi e tempi diversi, e l’idea dei due destini speculari è davvero affascinante. Però ho avuto la sensazione che stavolta la potenza dello stile abbia un po’ messo in ombra la chiarezza narrativa. Avrei voluto capire di più: chi interroga? Perché? Cosa li lega? Non che tutto debba essere spiegato, ma qui il mistero rischia di diventare fumo. Detto questo, è una prova coraggiosa, davvero valida e con una voce che resta in testa. Il finale mi ha lasciato una bella stretta. Tema centrato, e racconto che si colloca in alto per una valutazione di un pollice appena sotto al quasi su.

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antico
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Re: Quella stanza è confine, crocevia, un universo tutto per loro.

Messaggio#11 » mercoledì 7 maggio 2025, 15:55

Cambio di consegne, Gladiatore ai box, mi occupo io di questo gruppo.
Racconto la cui lettura fila liscia ed elegante, forma ricercata, ma mai pesante, pieno rappresentante del tuo stile. Molto difficile da interpretare, forse i tre personaggi sono troppi e possono avere senso solo se rappresentanti di un simbolismo che, però, sconsiglio sempre di utilizzare in racconti così brevi. Per me siamo su un pollice tendente al positivo in modo solido e brillante, ma serve meno foschia per salire di valutazione.

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