Due parole con Wladimiro Borchi
Ciao Wladimiro, eccoci finalmente arrivati all’edizione a te dedicata in quanto Campione della Settima Era di Minuti Contati. Ricordiamo che si doveva svolgere già lo scorso anno, ma che abbiamo deciso di rimandarla per permetterti di difendere ad armi pari il titolo. Da quest’anno abbiamo cambiato la distribuzione dei punteggi e questo ha fatto sì di poterti chiedere di fermarti, come partecipante, per un mese senza che questo possa incidere più di tanto sulla ROAD TO MC CHAMPION 2021/2022.
Ormai sei un veterano di Minuti Contati, come ti sembra sia cambiata la community in questi anni?
WLADIMIRO BORCHI: Veterano? Alla fine sono solo al terzo anno di partecipazione. Vero che ho una certa età, ma “narrativamente” sono ancora un pischello. Uno che ha imparato due o tre cosette grazie ai consigli e alle tirate di orecchie beccate proprio qui su MC. Dal mio ingresso mi sembra che la community sia cresciuta in numero di partecipanti e in qualità dei lavori postati e, soprattutto, dei commenti. Ci sono tanti autori che, nel frattempo, hanno studiato, affrontato corsi costosi e impegnativi. Altri che sono cresciuti grazie ai commenti degli altri o alle esperienze editoriali affrontate. Quando si entra in MC, soprattutto se si è degli sprovveduti come lo ero io all’inizio, si ricevono una serie di input fondamentali per potersi migliorare e questo, oggi, è ancor più vero perché moltissimi ormai hanno le competenza adeguate a comunicare qualcosa di estremamente formativo.
Ricordo quando leggevo per la prima volta (nei commenti di quei ragazzi più giovani di me che mi sono stati maestri) termini come “infodump”, “PDV”, “narratore onnisciente”, “eufoniche”, “beat”, “dialog tag” senza capirci niente. Oggi posso dire solo grazie a MC se sono riuscito a fare un piccolissimo passo avanti nel mondo della narrativa e a scrivere i miei nuovi romanzi e racconti con quel minimo di cognizione che serve a tirare dentro il lettore e a suscitare emozioni. Mi preme, a tal proposito, citare Luca Nesler, perché è davvero uno che sempre commenti dettagliati e competenti, perdendoci tempo e riposo. Cito lui, perché è davvero inarrestabile, ma ce ne sono tantissimi nel gruppo. È grazie a personaggi come questi che l’esperienza MC diventa davvero formativa, quasi come una costosissima scuola di scrittura.
Durante l’Era da te vinta te la sei giocata fino all’ultimo con svariati autori, ricordiamo quelli che si sono classificati a meno di venti punti da te: Andrea Partiti, Andrea Lauro, Maurizio Ferrero, Emiliano Maramonte, Viviana Tenga e Riccardo Rossi. Nella scorsa stagione, invece, hai incrociato le penne digitali soprattutto con Maurizio Ferrero (laureatosi poi campione) e Luca Fagiolo in quella che è sembrata una sfida più chiusa, tanto che hai chiuso terzo con venti punti di distacco da Ferrero, ma tenendo ben venti punti dietro di te il quarto classificato, Andrea Lauro. Come credi si evolverà questa nuova Era? Hai qualche nome da consigliare a chi vive di scommesse sui futuri campioni di MC?
WLADIMIRO BORCHI: La competenza degli autori di MC è aumentata di Era in Era, diventa sempre più difficile fare pronostici. Mi permetto di azzardare un Michael Dag Scattina, new entry davvero competente e agguerrita, assieme ai più noti (ma solo per anzianità nell’Arena) Andrea Lauro, Luca Nesler, Luca Fagiolo e Debora Dolci.
I tuoi propositi per quest’Era? Lo sai che se dovessi nuovamente qualificarti nei primi tre posti finali sarebbe un’assoluta prima volta per gli autori di MC? Al momento sei a quota due podi finali insieme a Ferrero, Partiti, Marra, Roncaccia e Bertino. Insomma, non voglio metterti pressione, ma potresti diventare il primo all time su MC in questa speciale classifica…
WLADIMIRO BORCHI: Certo mi piacerebbe essere un po’ astronave Enterprise, giungere là dove nessun uomo è mai giunto prima. Ma con le infornate di gente cazzuta che stiamo tirando dentro e con i vecchi sempre più formati e agguerriti, la vedo una possibilità molto remota. Certo proverò a giocarmele tutte e a divertirmi e se il mostriciattolo che abita nella mia testa mi suggerirà dei buoni racconti, chissà…
Mettiamo un attimo da parte Minuti Contati e parliamo di te: forniscici una chiave di lettura per il Wladimiro Borchi autore. Cosa possiamo leggere e in che ordine per approfondire la conoscenza del nostro Campione della Settima Era?
WLADIMIRO BORCHI: Come ho detto sopra, ho avuto la fortuna (o sfiga, chissà?) di pubblicare quando ancora non sapevo scrivere. Se dovessi indicare un paio di lavori degni di esser letti mi limiterei a Vivo nel buio, uscito ad Aprile 2021 con Bibliotheka edizioni e a Padre Roberto, cinquanta sfumature di cazzate. Entrambi sono scritti professionalmente e sono stati sottoposti a un editing accurato. Il resto della mia produzione è interessante, ma sono tutti romanzi che necessiterebbero di un grosso lavoro per meritare l’attenzione di un lettore di MC.
Che cos’è la scrittura per te?
WLADIMIRO BORCHI: Un’esigenza insopprimibile, uno sfogo, un passatempo appassionante, un’attività che necessita di studio e approfondimento e, da un po’ di tempo a questa parte, anche una sfida.
La scrittura è attività solitaria, ma dal nostro privilegiato osservatorio sull’Arena di MC sembra che qualcosa stia cambiando. Quanto può essere importante, al giorno d’oggi, stabilire un insieme di contatti con altri autori?
WLADIMIRO BORCHI: È fondamentale. Oggi c’è più gente che scrive di quella che legge. Sempre troppi, però, lo fanno senza la minima cognizione di quello che stanno facendo. Io ero uno di quelli e ho ancora tanto da imparare. Il confronto (vero, come quello che c’è su MC e non quello con la fidanzata o la zia che ti dicono che sei tanto talentuoso) serve a rendere l’ambiente meno tossico per tutti. Un consiglio sincero e competente a un aspirante autore gli può servire a capire quello che deve studiare per poter migliorare.
Come vivi lo scambio con gli altri autori?
WLADIMIRO BORCHI: Da dieci! Con gli autori che ho conosciuto su MC ci scambiamo pareri sui nostri lavori, ci facciamo le pulci ai rispettivi romanzi (Andrea Lauro ed Emiliano Maramonte sono dei draghi in materia), con altri ci organizziamo presentazioni a vicenda (penso a Francesco Nucera, Gianfranco Nerozzi e, a breve, anche con Giovanni Lucchese), ci chiediamo consigli.
E torniamo a focalizzarci sull’edizione di cui sarai guest star il 15 novembre 2021. Che consigli puoi dare agli altri autori? Parlaci del METODO BORCHI che ti ha permesso di arrivare a indossare la corona MC e di essere costantemente competitivo da tre Ere a questa parte.
WLADIMIRO BORCHI: Non ci sono regole auree. Purtroppo dipende tanto dall’idea che il tema ti suscita. Se hai fortuna, l’animaletto che vive nel tuo cervello ti suggerirà la migliore, altrimenti, ciccia, vincerai la prossima volta. L’importante è scrivere prestando attenzione a emozionare, mostrare e non raccontare, pulire lo stile da eccessi di aggettivazione, liberarsi dagli avverbi in -ente, usare i “beat” nei dialoghi al posto dei “tag” e tutte le altre belle cose che si imparano su MC.
Hai qualche indizio da lasciare ai nostri lettori riguardo al tema da te scelto per la serata?
WLADIMIRO BORCHI: Te lo dico in fiorentino stretto: “Da didihi a didiha!”
Ecco, così non capisce davvero nessuno!
Grazie per la tua disponibilità, Wladimiro!
WLADIMIRO BORCHI: Grazie a te, a tutto lo staff, ai ragazzi di MC, alla torta di mele e agli Stati Uniti d’America!