Due parole con Maurizio Ferrero

Ciao Maurizio, eccoci finalmente arrivati all’edizione a te dedicata in quanto Campione dell’Ottava di Minuti Contati!
Ormai sei un veterano di Minuti Contati, ma come ti sei avvicinato all’Arena? Ci racconti i ricordi delle tue prime edizioni?

 
MAURIZIO FERRERO: Sono arrivato a Minuti Contati a Sesta Era già iniziata, dopo aver incontrato Francesco Nucera a Stranimondi, che mi ha parlato dell’Arena e mi ha invitato a partecipare.
Ho avuto la fortuna di entrare e trovarmi subito un pezzo grosso come guest, era infatti la Danilo Arona Edition. Incredibilmente arrivai in finale e mi classificai quarto, appena fuori dal podio. Fu un’esperienza talmente entusiasmante che decisi di continuare. Ricordo che all’epoca c’erano già un po’ di personaggi divenuti famosi nell’Arena: Wladimiro Borchi, Fabio Aloisio, Emiliano Maramonte e di sicuro altri che ora non ricordo…
Da allora ho partecipato assiduamente: fino alla fine dell’Ottava Era, non ho più saltato un’edizione regolare.
 
Come ti sembra sia cambiata la community in questi anni e quale pensi possa essere la sua evoluzione nel breve, medio e lungo termine?
 
MAURIZIO FERRERO: Rispetto al periodo del mio ingresso, la community è sicuramente cresciuta. Non solo in termini di persone partecipanti, ma anche come qualità dei testi proposti.
Se da un lato questa caratteristica è meravigliosa per chi vuole seriamente mettersi in gioco, temo che la “concorrenza agguerrita” possa scoraggiare chi entra nell’Arena per la prima volta e si trova a confrontarsi con dei pezzi da novanta. D’altro canto, gli scrittori devono prendersi delle batoste se vogliono formarsi.
Ciò potrebbe significare un rallentamento nell’ampliamento della community, ma credo che di scrittori seriamente motivati ce ne siano parecchi, là fuori. Bisogna solo trovarli e invitarli a partecipare. La prima regola di Minuti Contati dovrebbe essere PARLATE DI MINUTI CONTATI.
 
Durante l’Era da te vinta te la sei giocata fino all’ultimo con Luca Fagiolo e Wladimiro Borchi, l’allora Campione uscente. Vuoi condividere con noi alcune riflessioni su quell’annata?
 
MAURIZIO FERRERO: È stata una maratona lunga nove mesi. Fagiolo e Borchi sono stati due avversari agguerriti, che si sono messi in gioco fino all’ultima edizione, anche quando la partita era quasi chiusa e la matematica dava loro scarse possibilità. Ma è questo lo spirito di Minuti Contati. Non si partecipa per vincere, ma per migliorare le proprie capacità, per confrontarsi con altri scrittori e scrittrici mossi dalla stessa passione bruciante. Durante quell’era ho imparato molto e sono riuscito a mettere a frutto ciò che avevo appreso, e lo stesso si può dire degli altri.
Anche se lo scopo non è vincere però posso dire di aver avuto una piccola soddisfazione personale: durante l’Ottava Era non ho mancato una finale.
 
Ricordiamo che da quest’anno è stata inserita la nuova regola dei sette risultati utili su nove, cosa che permette di saltare qualche edizione. Pensi che possa essere utile per rendere più accessibile a tutti la ROAD TO THE CHAMPION?
 
MAURIZIO FERRERO: Ho idea che i veri effetti di questa modifica al regolamento si vedranno nelle ultime due edizioni dell’anno, quando dal proprio punteggio inizieranno a venire sottratte le edizioni con i risultati peggiori. La classifica subirà degli scossoni, e credo proprio che il campione di quest’anno si porterà a casa la corona per una manciata di punti soltanto.
Ci sarà sicuramente più gioco tra i contendenti e più persone vicine alla vittoria. Se l’obiettivo era far sentire a tutti più tensione, allora è centrato.
 
In quest’Era ti sei preso una vacanza (anche se hai comunque partecipato a un’edizione qualificandoti subito per la finale e ottenendo un piazzamento finale tra i sette, roba da Campione vero). Hai dato un’occhiata a come si sta evolvendo? Hai qualche nome da consigliare a chi vive di scommesse sui futuri campioni di MC?
 
MAURIZIO FERRERO: Ogni tanto lancio un’occhiata alla classifica, ma devo dire che proprio per la nuova regola del “7 su 9” mi risulta un po’ complicato fare delle previsioni. Andrea Lauro sta andando alla grande, ma fossi in lui tenterei di arrivare secondo, sarebbe una chiusura del cerchio perfetta!
Ottimi risultati anche da Mannucci, Scattina, Mantoani, Moretto, Cannoletta, Dolci… insomma, i punti di distacco non sono ancora così tanti da fare previsioni. Ma se dovessi scommettere una birra, la scommetterei su Lauro, Mannucci o Scattina, che al momento sono i primi tre classificati.
 
Mettiamo un attimo da parte Minuti Contati e parliamo di te: forniscici una chiave di lettura per il Maurizio Ferrero autore. Cosa possiamo leggere e in che ordine per approfondire la conoscenza del nostro Campione dell’Ottava Era e quali sono i tuoi progetti futuri?
 
MAURIZIO FERRERO: Credo che il Ferrero scrittore sia suddiviso in due personalità ben distinte: quello che ama scrivere storie goliardiche e sopra le righe e quello che gode nel prendere il lettore a calci in faccia. Molto spesso le due cose si mischiano. Se vi interessa più il primo aspetto, è di recente uscito il pulp-comic-fantasy Gemme e Boccali per Delos Digital. Se volete essere trattati male, ma sempre con il sorriso, è sempre disponibile il mio primo romanzo Ballata di Fango e Ossa, uscito nel 2019 per Moscabianca Edizioni.
Per quanto riguarda il futuro, al momento ho tra le mani Killyland, un romanzo splatterpunk-postapocalittico troppo estremo per essere pubblicato (ma ci riuscirò prima o poi). E ho di recente dato inizio a un nuovo progetto grimdark, ma per ora non voglio ancora parlarne.
 
Che cos’è la scrittura per te?
 
MAURIZIO FERRERO: Il modo più immediato per rendere vere le storie che sono solo nella mia testa. Per scrivere un messaggio, nasconderlo all’interno di una bottiglia e lanciarlo nel mare, sperando che qualcuno lo trovi e pensi cazzo. Una valvola di sfogo per esprimere lati della mia personalità che vengono soppressi dalla fredda società contemporanea.
 
La scrittura è attività solitaria, ma dal nostro privilegiato osservatorio sull’Arena di MC sembra che qualcosa stia cambiando. Quanto può essere importante, al giorno d’oggi, stabilire un insieme di contatti con altri autori?
 
MAURIZIO FERRERO: Se ti infili in una foresta di notte, hai più probabilità di sopravvivere se ti fai amici i lupi, e a loro volta i lupi sopravvivono solo in branco.
Stabilire una rete di conoscenze e amicizie nel folto sottobosco editoriale può fare davvero la differenza. Più persone legate dallo stesso obiettivo, passione o mestiere che sia, trovano naturale supportarsi a vicenda.
Non isolatevi, rischiate di morire.
 
Come vivi lo scambio con gli altri autori?
 
MAURIZIO FERRERO: In maniera molto positiva. I loro pareri, e soprattutto le critiche, hanno contribuito a formare lo scrittore che sono oggi. Posso dire che la mia formazione da autore è poca teoria e molta pratica, questo sopratutto grazie a MC e allo scambio con gli altri partecipanti. Certo, a volte sono contento che ci siano degli schermi di mezzo, perché ho bisogno di qualche minuto per assorbire le critiche e farle fruttare. E posso rispondere agli autori con calma e gentilezza.
 
E torniamo a focalizzarci sull’edizione di cui sarai guest star il 21 febbraio 2022. Che consigli puoi dare agli altri autori? Parlaci del METODO FERRERO che ti ha permesso di arrivare a indossare la corona MC.
 
MAURIZIO FERRERO: La mia serata tipica di MC funziona così: ore 21, leggo il tema, mi siedo sul divano con il mio taccuino degli appunti sottomano. Di solito la TV è accesa su un canale a caso. Spulcio un po’ lo smartphone, guardo i social, faccio altro. Intanto, nel subconscio, rifletto. Vado a guardare gli appunti del taccuino vecchi di mesi o anni, idee semplici che non ho mai sviluppato.
Molto spesso la prima idea che mi viene è quella buona. Mi faccio due appunti sul taccuino, cerco di ramificarli il più possibile. Quasi sempre creo una trama troppo lunga per i caratteri consentiti e sono costretto a tagliarne dei pezzi. Quando sento di aver raggiunto il quindi al racconto, attacco subito a scrivere al pc. I dettagli secondari, come i nomi dei personaggi e le battute di dialogo, li faccio uscire sul momento. Il titolo è l’ultima cosa.
Di solito questo processo dura dall’ora alle due ore e mezza. Penso mi sia capitato di sforare la mezzanotte solo una volta.
Non un grande metodo, vero? Penso che sia giusto che ognuno trovi quello con cui si sente più a suo agio. Magari a un grande autore vengono le idee migliori quando si mette a pelare le patate.
 
Hai qualche indizio da lasciare ai nostri lettori riguardo al tema da te scelto per la serata e quale sarà il tuo metro di valutazione?
 
MAURIZIO FERRERO: Sul tema non voglio sbilanciarmi, posso solo dire che è un elemento che inserisco molto spesso nei miei scritti.
Per quanto riguarda il metro di valutazione: la qualità dei racconti è cresciuta molto negli ultimi anni di MC, ormai i racconti che giungono in finale sono al massimo (o quasi) della perfezione tecnica. Per questo motivo, ciò che terrò più da conto sarà la storia che proporrete: voglio che mi lasci qualcosa, che mi dia una scarica, una sensazione, bella o brutta che sia. Voglio che ci sia qualcosa di voi, qualcosa che sentite veramente, mascherato e trasformato dalla natura del racconto. Lanciatemi il vostro messaggio, sono pronto ad accoglierlo.
 
Grazie per le tue risposte e andiamo a dare il via a questa grandissima MAURIZIO FERRERO EDITION!

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