L’inferno non ha mappe (Antologia Digitale)

NB: nell’approcciarvi alla lettura di questi racconti tenete bene a mente che gli stessi sono stati scritti dai loro autori in un tempo molto limitato e con un limite di caratteri fissato a un massimo di cinquemila. In seguito, gli autori non hanno potuto, da regolamento, operare correzioni. Perdonerete quindi eventuali refusi mentre potrete apprezzare la straordinaria capacità di creare queste storie dal nulla e in condizioni molto variabili che possono andare dai genitori che scrivono mentre cantano le ninne nanne ai pendolari che digitano dagli smartphone rientrando, la sera, dal lavoro. Pura potenza, insomma.

 
Apriamo quest’antologia digitale con le parole di Sensolini & Mazza: L’inferno può essere inteso in diversi modi ed esplorato da più di un’angolazione. Ognuno vive il proprio inferno. Quello che è certo, è che quando arriva nessuno è veramente preparato ad affrontarlo.
 
Ebbene sì, gli autori di Minuti Contati sono stati chiamati a esprimersi sul tema L’inferno non ha mappe e qui possiamo scoprire come i dodici finalisti usciti dagli infernali gironi di qualificazione hanno affrontato la prova. Si parte!
 
Maurizio Chierchia col suo racconto SOLO CARNE ci mostra un’immagine della tratta di esseri umani senza risparmiarci dettagli “infernali” mentre Orbita di Luca Fagiolo ci porte in nave fino alle porte degli inferi. In Destra o sinistra? di Gaia Peruzzo qualcuno proverà a scampare la morte che gli è stata predetta mentre Emiliano Maramonte in Come acqua che scorre tra le dita ci racconta di Michele e Ciro in cerca d’acqua in un inferno polveroso. Matteo Mantoani con Il labirinto di Mandelbrot scomoda matematica, frattali e cinema per inscenare il dolore di una fine e l’incubo di una follia. C’è anche spazio per personaggi appartenenti alla storia e allora ecco che Erika Adale con Houdini usa una seduta spiritica per rievocare il famoso prestigiatore, riuscirà a tornare? Gli autori di MC ci ricordano costantemente che la mappa per gli inferi può condurre non lontano da noi: Luca Moggia con Un altro giro e Simona Rampini con ROAD TO NOWHERE affrontano il tema dell’inferno in terra passando attraverso una siringa. Corrado Gioannini con Vicolo cieco ci mostra invece un’esistenza claustrofobica che non ha bisogno di morte per vedere l’inferno. Poi arriva Daniele Villa con Lo statale che ci offre una prospettiva ironica dell’Aldilà mentre Giuliano Cannoletta ci porta tra Le vie di Malaka per risolvere un problema passato con l’aiuto di una droga speciale (il tema delle droghe, come vedete, è stato ricorrente in associazione con il concetto di inferno). E infine abbiamo Lepridottera di Gerry Ponsacchi che, attraverso un esperimento linguistico feroce e spassoso, ci offre un racconto distopico e cattivo.
 
Vi lasciamo quindi a questi dodici racconti che scrutano nell’oscurità dell’animo umano per scorgerci la strada impossibile verso un luogo dove nessuno vorrebbe trovarsi. Buona lettura a tutti.
 
Luca Nesler

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