Intervista a Matteo Strukul
SPARTACO: Diamo un caloroso benvenuto a Matteo Strukul, Guest Star di dicembre di Minuti Contati; grazie per aver accettato il nostro invito, siamo contenti di averti fra noi.
Scrittore, sceneggiatore di fumetti, fondatore e direttore artistico del sito http://sugarpulp.it/ e ricercatore in Diritto. Chi è Matteo Strukul?
STRUKUL: Amo il rock e l’hockey su ghiaccio. Sono un viaggiatore. Dopo il dottorato in Diritto Europeo ho pubblicato cinque romanzi in corso di traduzione in 20 Paesi nel mondo. Vivo fra Padova, Berlino e la Transilvania. Amo l’inverno.
SPARTACO: Da pochissimo è uscito per Multiplayer Edizioni I Cavalieri del Nord, romanzo storico dalle inclinazioni fantasy. La prima cosa che salta all’occhio leggendo il libro è la scelta dell’ordine cavalleresco scelto. Perché scrivere un romanzo sui Cavalieri Teutonici piuttosto che sui più famosi Templari?
STRUKUL: Appunto. Perché l’ennesimo romanzo sui Templari? Che noia! Io sono un romanziere che ama le sfide e che vuole provare a narrare storie originali o perlomeno insolite. I Cavalieri Teutonici sono poco raccontati dalla letteratura, anche se poi un grande autore come Henryk Sienkiewicz ha dedicato loro uno strepitoso romanzo storico. La loro iconografia è davvero potente: le croci nere, le gualdrappe candide dei cavalli, gli elmi pentolari, la neve, gli spadoni, le celate strette, le terre gelate, i lupi e i corvi delle lande sperdute dell’Europa Nord Orientale. Tutto suggeriva quanto straordinari e magnifici fossero come potenziali protagonisti di una saga. E poi mi piace essere identificato come l’autore che ha ambientato una saga nella Transilvania Medievale con i Cavalieri Teutonici: riflette molto le mie ossessioni. Adoro quelle atmosfere e quei territori e credo che per qualche mese all’anno, d’ora in poi, andrò a vivere in Transilvania: è una terra magica.
SPARTACO: Hai ambientato I Cavalieri del Nord nella Transilvania del XIII secolo. Cosa ti ha portato a scegliere la Transilvania, dove tutti noi siamo più abituati a immaginare vampiri che popolazioni affascinanti come i Cumani?
STRUKUL: La Storia. I Cavalieri Teutonici costruirono in Transilvania sette città, non a caso i Sassoni – i contadini germanici – chiamano tuttora quella regione con il nome di Siebenbürgen che significa appunto sette città. In quegli anni Andrea II, re d’Ungheria aveva permesso all’Ordine di sviluppare una rete commerciale all’interno della regione. Quando però i possedimenti dei Teutoni si fecero troppo estesi i Boiardi Ungheresi si ribellarono. Fu così che cacciarono i cavalieri crociati, alleandosi con i Cumani, il popolo barbaro e nomade il cui nome significa “Coloro che hanno gli occhi azzurri”. Quindi, per la verità, i Teutoni arrivano in Transilvania ben prima dei Vampiri. Anzi, i Cumani quando non trovavano nulla da mangiare incidevano la vena del proprio cavallo e ne bevevano il sangue, quindi…
SPARTACO: Il XIII secolo è stato uno dei periodi cupi della storia europea fatto di guerre di religione, fanatismo e superstizione. Cosa ti ha affascinato così tanto da portarti ad ambientarci un libro?
STRUKUL: Proprio quello che hai detto: si tratta di un secolo cupo, intriso di misticismo e superstizione, e l’ambientazione scelta – la regione della Transilvania – non faceva che amplificare questo senso di mistero e gotico tormento. Perciò un’atmosfera come questa che poteva beneficiare, narrativamente parlando, dei simboli e delle regole ferree dell’Ordine dei Cavalieri Teutonici, era irresistibile per un romanziere come me, ineluttabilmente affascinato dall’inquietudine romantica del lato oscuro.
SPARTACO: Wolf, Kaspar, Kira, Kam e La Madre dei Morti. Descrivi questi tre personaggi con un solo aggettivo.
STRUKUL: Wolf è coraggioso. Kaspar è saggio. Kira è affascinante. Kam è inquietante. La Madre dei Morti è spietata.
SPARTACO: Tutti i personaggi citati hanno personalità forti e ben delineate; quanto c’è di te in ognuno di loro, in chi ti rivedi?
STRUKUL: Credo in nessuno di loro. Come romanziere il mio tentativo è quello di costruire – o ricostruire – un mondo. Non mi piacciono gli autori che mettono se stessi nei personaggi. Se proprio devo citare due elementi autobiografici, gli unici due per la verità, dico i capelli lunghi di Wolf e la Transilvania che è all’origine del mio cognome ungherese.
SPARTACO: Scrivere un romanzo è difficile, scriverlo con un’ambientazione storica è proibitivo. Quanto studio c’è dietro quest’opera?
STRUKUL: Un’ossessione lunga dieci anni almeno. Tanto era profonda la mia “frequentazione” di quel mondo.
SPARTACO: I Cavalieri del Nord rappresentano il presente (anche se io attendo il seguito), ma quali sono i progetti futuri di Matteo Strukul?
STRUKUL: Be’ ho molti progetti in cantiere. Diciamo che fra i tanti c’è sicuramente una commedia nera, quindi un altro romanzo storico e poi sto lavorando a un western per il cinema insieme al mio caro amico, romanziere e sceneggiatore, Francesco Ferracin.
SPARTACO: Leggere è fondamentale per arrivare a scrivere bene. Chi sono gli autori da cui hai imparato di più e quali quelli che vorresti emulare!
STRUKUL: Emulare nessuno. Ho tanti autori dai quali ho imparato e che rileggo compulsivamente perché semplicemente mi regalano gioia infinita. Cito in ordine sparso: Omero, Sebastiano Vassalli, Umberto Eco, Robert Louis Stevenson, Lev Tolstoj, Alexandre Dumas, Jules Verne, Tim Willocks, Joe Abercrombie, Joe R. Lansdale, Victor Gischler, Robert E. Howard, Andrzej Sapkowski, John Connolly, Nicolai Lilin, Massimo Carlotto, Licia Troisi, Suzanne Collins, Charlie Huston, Allan Guthrie, Alan D. Altieri, James O’Barr, Jason Aaron, Brian Wood, Garth Ennis, Ian Hearn, Théophile Gautier, William Shakespeare, Henrik Ibsen, Herman Mellville, Caleb Carr… mi fermo qui ma potrei continuare per due giorni.
SPARTACO: Consigliaci tre libri, possibilmente italiani, che dobbiamo leggere assolutamente.
STRUKUL: La Chimera di Sebastiano Vassalli. Il nome della rosa di Umberto Eco. Arrivederci amore ciao di Massimo Carlotto.
SPARTACO: Veniamo a noi. Il 21 dicembre un numero imprecisato di autori si sfiderà su un tema che tu deciderai. I nostri autori avranno quattro ore per scrivere un racconto di tremila battute. Cosa ti aspetti di leggere?
STRUKUL: Azione. Avventura. Amore e Tormento. Passione. Magia. Suggestioni e Sfumature. Tempesta e Assalto. Grande Letteratura.
SPARTACO: Dopo questa prima fase, ognuno di loro dovrà leggere, commentare e classificare gli altri racconti, e qui arriva la parte più complicata del contest. Molti soffrono nel commentare le opere altrui, sottovalutando l’importanza di questa fase. Che rapporto hai con le critiche?
Ce n’è una che ti è rimasta impressa?
STRUKUL: Le critiche motivate sono importanti. Non bisogna nemmeno divenirne schiavi però, poiché il giudizio è sempre soggettivo. Confesso che la critica letteraria è sempre stata molto generosa con me, nel senso che i miei libri hanno sempre avuto ottime recensioni. Non ricordo una critica in particolare.
SPARTACO: Hai un consiglio particolare per i nostri autori?
STRUKUL: Abbiate il coraggio di credere nei vostri sogni. Non fatevi spaventare dalla coerenza, quello che conta è motivare le scelte dei vostri personaggi e tenere una coerenza interna nel mondo narrativo che avete creato. Siate umili e consapevoli che la strada per potersi definire scrittori o romanzieri è lunga. Scrivere è arte e mestiere. Ci vogliono talento, studio e rigore assoluti.
SPARTACO: Eccoci alla fine di questa breve intervista; spero che quest’esperienza possa piacerti e che aiuti i nostri utenti a conoscere meglio un ottimo autore come te. Grazie per il tempo che ci hai dedicato e buona fortuna per i tuoi progetti attuali e futuri.
STRUKUL: Grazie a voi!