Metamorfosi (Antologia Digitale)

NB: nell’approcciarvi alla lettura di questi racconti tenete bene a mente che gli stessi sono stati scritti dai loro autori in un tempo molto limitato e con un limite di caratteri fissato a un massimo di tremila. In seguito, gli autori non hanno potuto, da regolamento, operare correzioni. Perdonerete quindi eventuali refusi mentre potrete apprezzare la straordinaria capacità di creare queste storie dal nulla e in condizioni molto variabili che possono andare dai genitori che scrivono mentre cantano le ninne nanne ai pendolari che digitano dagli smartphone rientrando, la sera, dal lavoro. Pura potenza, insomma.

 
Quando sono stata invitata a fare da giudice a questa edizione di Minuti Contati ho accettato con piacere: come quando creiamo una delle antologie di Moscabianca, questa esperienza mi ha offerto la possibilità di osservare come la creatività di chi partecipa al progetto sia in grado di plasmare il tema scelto in tante forme diverse. La metamorfosi – il tema che ho selezionato per il contest – si presta già di per sé a varie interpretazioni: può essere fisica, interiore, apparente, definitiva o provvisoria, ma è comunque un pretesto per raccontare un cambiamento o l’apertura di un varco verso altri mondi.
Nonostante la varietà dei contributi, ho avuto il piacere di notare alcune tendenze comuni. La prima è stata quella di scegliere la lente del fantastico (nell’accezione più ampia possibile) per raccontare la trasformazione: dal weird alla speculative fiction, ogni storia muove almeno un passo oltre la soglia del reale.
Un altro aspetto che accomuna i racconti finalisti è la volontà di interrogarsi sul concetto di natura umana: cosa la rende diversa dalle altre forme di vita, se una differenza c’è davvero? Ecco quindi che la metamorfosi diventa uno strumento per guardare la nostra esistenza da un’altra prospettiva.
Non è quindi un caso se gli scenari fantascientifici di racconti come PM di Erika Adale e Il Giardino dei Risvegli di Giuliano Cannoletta rendano possibile un processo antispecista fondato sull’idea che quella umana non sia la forma migliore possibile in cui esistere. Con lo stesso spirito, in 01100010 01100101 01101100 01110101 01100111 01100001 di Stefano Galardini e Josef di David Galligani si riflette sul rapporto tra creatore e creatura, e così sul valore di ogni tipo di vita, naturale o artificiale che sia. Il pregiudizio è un altro dei temi affrontati in questi due racconti e che ritroviamo anche in Il coniglio di Federica M. Rigget, dove un predatore si offre in sacrificio alla propria preda. La natura si contrappone alla società e alle sue assurde regole, come dimostrano La principessa biscottata di Matteo Mantoani, trionfo esasperato e pervasivo del junk food, e La scorciatoia di Rick Faith, dove la creatività di uno scrittore deve fare i conti con i dettami del mercato.
Le penne in concorso hanno dimostrato di saper coniugare il tema della metamorfosi in modo feroce e tagliente, come avviene in Una goccia del tuo sangue di Emiliano Maramonte – dove il protagonista abbandona la propria umanità per opporsi alla brutalità della specie a cui appartiene –, ma anche attraverso atmosfere più malinconiche e fiabesche: lo vediamo in storie come Occhi di fuoco di Isabella Valerio, che utilizza il tema del lutto per raccontarci che la vita non finisce ma si trasforma, e Il drago Desiderio di Cinzia Fabretti, che è una dolce celebrazione della magia racchiusa nella fantasia infantile. C’è chi invece ha scelto di interpretare il tema del contest mescolando arte e perturbante: Il ritratto di Andrew Walker di Machael Dag Scattina è un retelling in chiave weird del romanzo di Oscar Wilde, mentre in Stendhal di polly Russell l’omonima sindrome sbaraglia i confini tra realtà e allucinazione.
Non mi resta che augurarvi buona lettura, sperando che la carica metamorfica di questa antologia contagi un po’ anche voi.
 
Silvia La Posta

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