Paure del presente (Antologia Digitale di Minuti Contati)
NB: nell’approcciarvi alla lettura di questi racconti tenete bene a mente che gli stessi sono stati scritti dai loro autori in un tempo molto limitato e con un limite di caratteri fissato a un massimo di tremila. In seguito, gli autori non hanno potuto, da regolamento, operare correzioni. Perdonerete quindi eventuali refusi mentre potrete apprezzare la straordinaria capacità di creare queste storie dal nulla e in condizioni molto variabili che possono andare dai genitori che scrivono mentre cantano le ninne nanne ai loro bambini ai pendolari che digitano dagli smartphone rientrando, la sera tardi, dal lavoro. Pura potenza, insomma.
Prefazione scritta da Emiliano Maramonte, vincitore dell’edizione.
In questa particolare Edition, gli autori che sono scesi nell’Arena si sono trovati ad affrontare un tema in apparenza abbordabile, ma assai insidioso, quale è stato quello proposto da Lorenzo Marone, e cioè “Paure del presente”, intese come fobie figlie dell’allarmismo dei nostri giorni. Dietro l’angolo, dunque, il rischio di cadere nell’ovvio o nel retorico… E invece il mosaico delle storie immaginate dai concorrenti si è presentato davvero variegato e intrigante.
Ci sono fobie che nascono nella quotidianità: in un gesto banale e comune come attraversare la strada il rapporto con il mondo esterno può risultare oltremodo problematico, persino traumatico (Paralisi di Alexandra Fischer). E nel ventaglio delle fobie delle umane vicende non può mancarne una che si tramuta in una vera e propria psicosi biblica dagli inattesi risvolti parodistici d’attualità, come ne Il cielo fuori dalla finestra di Wladimiro Borchi.
Il mosaico si arricchisce di paure più intime e personali – potremmo dire più profonde – e non per questo meno devastanti. Nel mio Teresa dice basta indago le peggiori fobie moderne frutto di uno tsunami di informazioni distorte, urlate da social e media impazziti; così come Agostino Langellotti che con La Cura eleva a sistema pericolosi complottismi capaci di condizionare una vita appesa a un filo.
Non sono mancate incursioni in un futuro distopico in cui la carne “letteralmente” italiana deve essere difesa dalle infezioni (Di pura razza italiana di Maurizio Ferrero) e nel fantasy più “intimo” di una colonia di anticorpi che deve fronteggiare gli assalti di agguerriti eserciti di virulenti batteri (Punti di vista di Isabella Valerio).
Il campionario delle moderne paure si chiude con un trittico di racconti che disegna un percorso oscuro attraverso un “black mirror” sui generis, evocato da Gabriele Dolzadelli (Reazioni), in cui ci vengono mostrate la croce e la delizia delle nostre esistenze ai tempi dei social network, per poi chiudere il cerchio con il ritorno di un apocalittico spauracchio del passato che sfocia in una scelta di vita insolitamente… domestica (Luca Nesler, Underground) e la secolare psicosi per il “pericolo giallo” pronto a riesplodere in tutta la sua virulenza nella banale normalità di un uomo deciso a sfidare le avversità con l’unica arma a sua disposizione: i luoghi comuni (Come fare? di Polly Russell).
Emiliano Maramonte