Tredici domande a: Marina Usai, vincitrice della Sosio Edition.

SPARTACO: Ciao Marina, grazie per aver accettato il nostro invito a questa breve intervista, siamo curiosi di conoscere meglio i nostri utenti. Prima di tutto, parlaci un po’ di te: oltre alla scrittura, quali sono i tuoi interessi?
 
MARINA USAI: Ciao Spartaco, grazie a voi di Minuti Contati per questo spazio che mi dedicate. Dunque, nella vita faccio la terapista occupazionale. Lavoro nel campo della riabilitazione e nell’abbattimento delle barriere architettoniche. È un lavoro ancora poco conosciuto in Italia, ma spero che presto possa prendere campo come succede nel resto d’Europa. Al di fuori del lavoro mi piace molto viaggiare, cosa che vorrei poter fare più spesso e tutti quegli hobby manuali da vecchia signora, come l’uncinetto o la maglia.
 
SPARTACO: Cosa rappresenta per te la scrittura?
 
MARINA USAI: La scrittura è il momento in cui mi metto davanti allo specchio e faccio i conti con quello che sono e con quello che penso.
 
SPARTACO: Da quando hai iniziato a scrivere è cambiato il tuo rapporto con la letteratura?
 
MARINA USAI: In parte. Sono più attenta al lato tecnico con cui un racconto o un romanzo è scritto e alle parole utilizzate. Sono più attenta alle recensioni e alle case editrici.
 
SPARTACO: Per scrivere bene bisogna leggere tanto. Quali sono i tuoi autori preferiti?
 
MARINA USAI: È una domanda difficile. Per me è raro trovare un libro o un autore che non mi piaccia, il che non significa che leggo tutto con la solita partecipazione. Penso che ogni autore abbia qualcosa di diverso da cui si possa imparare, e non parlo solo di scrittura. La mia preferenza comunque va a Jack London e Ágota Kristóf.
 
SPARTACO: Ognuno affronta la scrittura in modo personale. C’è chi punta sulla tecnica, chi sulla fantasia e chi sulla passione. Qual è la dote che non deve mancare a chi scrive e qual è il tuo punto di forza?
 
MARINA USAI: Sono tutte e tre indispensabili. Puoi avere una grande passione e ottime idee ma se non impari a canalizzarle attraverso la tecnica rischi di perderti delle buone occasioni. Se invece punti troppo sulla tecnica rischi di fare un lavoro ineccepibile ma che non è in grado di trasmettere emozioni. Per quanto mi riguarda non saprei dirti cosa prevale di questi tre aspetti. Credo che il modo in cui guardo il mondo che mi circonda e l’attenzione con cui scelgo il punto di vista con cui raccontarlo possano essere il mio punto di forza.
 
SPARTACO: Anita dall’impermeabile giallo ha vinto la Sosio Edition. Cosa ti ha ispirata?
 
MARINA USAI: Me lo chiedo ancora adesso. Sicuramente il tema dell’edizione, “l’altro universo”. Ho passato almeno un’ora a fare su e giù per il salotto senza avere la minima idea di cosa scrivere. Poi mi son messa davanti al computer e mi sono lasciata andare; così è venuta fuori l’idea di Anita e dopo con un po’ di riscrittura l’ho perfezionata e sistemata.
 
SPARTACO: Ti aspettavi la vittoria, e cos’hai provato?
 
MARINA USAI: Non me l’aspettavo. Era la prima volta che partecipavo al contest. In più erano mesi che non scrivevo e per me il fatto di essere riuscita a ideare, elaborare e concludere il racconto nel giro di quattro ore era più che sufficiente. Sicuramente vincere l’edizione è stata una bella sensazione e mi ha incentivato a credere in quello che scrivo e a non abbandonare la scrittura, per quanto possa essere difficile trovare del tempo da dedicargli dopo una giornata di lavoro.
 
SPARTACO: Per Minuti Contati sei un caso più unico che raro. Hai all’attivo poche partecipazioni, ma hai già vinto un’edizione, mentre normalmente i nostri autori fanno parecchia gavetta. Qual è il tuo segreto?
 
MARINA USAI: Dalle mie parti si chiama “la fortuna del principiante”. A parte la battuta, quello che posso dire di questo racconto rispetto alla scrittura di altri, è di averlo affrontato con estrema tranquillità, senza pensarci troppo.
 
SPARTACO: Cos’aveva Anita dall’impermeabile giallo in più rispetto agli altri racconti che hai scritto?
 
MARINA USAI: Il racconto è molto semplice, sia come struttura che come linguaggio, e questa sua semplicità è stata il punto di forza.
 
SPARTACO: Partecipare a Minuti Contati non è facile. Il tempo e lo spazio sono pochi e c’è sempre da superare l’ostacolo del commento altrui. Cosa ti ha spinta a partecipare?
 
MARINA USAI: Come dicevo prima, dopo una giornata di lavoro, è difficile trovare le energie per metterti davanti al computer e scrivere. Minuti Contati ha il vantaggio di darti un appuntamento dove insieme ad altre persone, in quel preciso istante, stiamo facendo tutti la solita cosa. Si dice sempre che scrivere è un mestiere solitario, ma l’idea che siamo in tanti a fare il solito sforzo nel solito momento, alleggerisce la fatica, almeno per me.
Ero terrorizzata dal momento “commenti”, sia che si trattasse di riceverli che di produrli. Però è un ostacolo che chiunque abbia il desiderio di scrivere si troverà poi ad affrontare. I commenti sono la parte migliore del contest. Ti aiutano a ragionare su cosa ha funzionato e cosa no e a capire se quello che volevi dire è effettivamente arrivato. Se non è arrivato ad un’alta percentuale di lettori, allora l’errore non è altro che dello scrittore, e questa è una cosa che bisogna imparare ad accettare e correggere. Anche scrivere dei commenti strutturati sul lavoro di altri mi ha dato la possibilità di analizzare il motivo reale per cui un racconto mi è piaciuto o meno. Più ostico è fare la classifica. A volte è davvero difficile dare una scaletta a tutti i racconti del gruppo.
 
SPARTACO: Tu fai parte del gruppo di studenti Holden che scrive su Minuti Contati. Quel è il valore aggiunto, se lo vedi, che può dare all’autore il nostro contest?
 
MARINA USAI: Partecipare al contest per me è un modo per portare avanti un processo avviato nei due anni dentro la Holden. La cosa più importante per me è l’idea dell’impegno, ogni mese, di provare a scrivere un racconto con dei paletti importanti come il tema, la lunghezza e il tempo. Avere solo quattro ore di tempo per scrivere mi mette molta ansia, ma nello stesso tempo, mi rendo conto, mi aiuta a scartare il “bello” per andare al cuore di quello che ho da dire rispetto al tema proposto. Non ho scuse né tempo per raccontarmi qualcosa di diverso.
 
SPARTACO: Nonostante le poche apparizioni su Minuti Contati avrai un’idea chiara del contest. Dacci un consiglio per migliorare.
 
MARINA USAI: Il contest è ben strutturato, non saprei che suggerimenti darvi per migliorarlo. L’unica cosa che mi viene da pensare è che dato che il lunedì sera a volte è veramente difficile trovare le risorse per mettersi a scrivere, potreste organizzare una tantum qualcosa nel fine settimana.
 
SPARTACO: Marina Usai ha un progetto letterario già avviato?
 
MARINA USAI: Sì, è l’idea per un romanzo che mi porto dietro da diversi anni e al quale sono riuscita a dare una struttura durante l’ultimo anno alla scuola Holden. Si tratta di un romanzo di formazione ispirato ai fatti realmente accaduti all’Isola d’Elba tra l’8 settembre del ’43 e il 22 settembre dello stesso anno, giorno in cui venne affondato per errore l’Andrea Sgarallino, una nave che trasportava più di trecento persone che stavano tornando a casa, all’Elba. Il protagonista è Achille, un bambino di undici anni che ci racconta in presa diretta quello che accadde sull’isola in quei quindici giorni. Alla storia reale si intreccia una storia di fantasia (ma non troppo, metà delle cose che Achille dovrà affrontare sono ricordi di quando mio nonno era bambino sull’Isola) in cui Achille impara a rapportarsi con il mondo degli adulti e ad affrontare la fatica di crescere.
Portare avanti un progetto così complesso non è semplice, occorre molta ricerca e molto tempo. Cerco di affrontarlo un passo alla volta, come quando si scala una montagna, andando piano ma senza fermarmi mai.
 
SPARTACO: Siamo arrivati alla fine dell’intervista, è stato un piacere fare queste due chiacchiere. Grazie per la disponibilità e in bocca al lupo per il futuro.
 
MARINA USAI: Grazie a voi. Crepi il lupo!