Prima linea (di Maurizio Bertino)


Home Arena Ossario 65ª EDIZIONE – Demo Edition Prima linea (di Maurizio Bertino)

Questo argomento contiene 9 risposte, ha 7 partecipanti, ed è stato aggiornato da Ceranu Ceranu 10 anni, 1 mese fa.

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  • #3848
    Peter7413
    Peter7413
    Keymaster

    – Bentrovati gentili telespettatori, inizia la diretta di un evento storico! Vi parlo da Corno, paesino dell’Alto Canavese, Piemonte! Io sono Beppe e insieme ai colleghi Maurizio e Francesco sto per farvi la telecronaca, in esclusiva mondiale, di un efferato evento terroristico! Siamo stati contattati dal Fronte di Liberazione dello Stato Libero di Liberia e abbiamo accettato la proposta di seguirli in quest’avventura, del resto non l’avessimo fatto avrebbero ammazzato noi e le nostre famiglie prima di contattare una nuova troupe. Questo, unito alla promessa di una diretta mondiale in caso di nostro coinvolgimento, ci ha convinti della bontà dell’offerta. Ma sentiamo già i primi colpi di kalashnikov provenire dal centro del paese. Francesco?

    – Sì, eccomi! Come vedete una prima squadra della morte sta giustiziando in mezzo alla strada un’intera famiglia! Invitiamo i più giovani a distogliere lo sguardo, ma per dovere di cronaca non possiamo evitare di mostrarvi le immagini. Zac! Una testa via. Zac! Un’altra testa via! Zic! Saltata anche quella del bambino. Povero bambino.

    – Si grazie Francesco. Maurizio, tu sei aggregato alla seconda squadra della morte, cosa sta accadendo?

    – Stiamo entrando proprio in questo momento in un caseggiato, le immagini non sono chiare e mi dispiace, del resto è notte e non possiamo sempre chiedere ai terroristi di mettersi sotto un lampione, qui siamo in action e l’action prevede l’impossibilità delle condizioni ottimali, ci si deve aggiustare.

    – Bene, allora raccontaci, descrivici cosa sta accadendo, Maurizio!

    – Sì, certo, ecco, stiamo entrando in una stanza da letto, siamo stati silenziosi, la coppia non s’è accorta di nulla e inizia lo scempio a colpi di machete! Due uomini da un lato e due dall’altro e giù e giù e giù, sangue ovunque, mi viene da vomitare, ma sono un professionista e continuo il mio lavoro, semmai prima di uscire chiederò ai terroristi se possiamo farci un caffè, ho notato una macchinetta in cucina.

    – Sì, certo, ok. Intanto qui dalla mia postazione sopraelevata sulla strada, che è anche l’unico accesso al paese, sento delle sirene. Qualcuno dei paesani sarà riuscito ad avvertire le forze dell’ordine. Ecco, vedete le luci in avvicinamento? Notate come la strada sembra sgombra, libera al passaggio? Tre. Due. Uno. Ecco i terroristi che fanno fuoco dai lati della strada! Un gioco da ragazzi, un’organizzazione semplice, ma efficace. Le due auto delle forze dell’ordine stanno prendendo fuoco dopo essere andate a sbattere contro i muri di quel bar laggiù, vedete? Ora notate come i terroristi stanno approntando un blocco stradale per affrontare il secondo assalto che di sicuro non tarderà ad arrivare? L’obbiettivo è di resistere il più a lungo possibile intanto che in paese le squadriglie della morte seminano il terrore!

    – Beppe, sono Francesco! Prendo la linea perché qui è in corso un vero e proprio combattimento all’arma bianca! Un gruppo di paesani, i più ancora in pigiama, è riuscito a organizzarsi e ad assaltare a colpi di coltelli da cucina e forconi la squadriglia della morte che sto seguendo! Si è generato uno scontro pazzesco!

    – Sì, ok, bene Francesco, facci sapere. Ora dobbiamo dare la linea al Messaggio del Maestro condito da alcuni inserti pubblicitari grazie ai quali i terroristi sono riusciti a finanziare l’operazione!

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    – Riprendiamo la linea da Corno per la diretta in mondovisione di uno degli assalti terroristici più spettacolari dall’epoca delle due torri! Prima dell’interruzione pubblicitaria Francesco stava raccontandoci di uno scontro fra paesani e terroristi. Francesco? Francesco, mi senti? Niente, spero almeno sia sopravvissuto il suo cameraman e che sia riuscito a riprendere gli attimi in cui s’è consumato il destino del mio caro amico e collega. Secondo di raccoglimento. Ma ecco che già sentiamo il rumore di un elicottero in avvicinamento! Sta passando sopra di noi adesso! Dev’essere pieno di soldati, tentano di bypassare il blocco stradale! Maurizio, se non sbaglio è la tua squadriglia che ha in dotazione il bazooka anti elicottero, vero?

    – Sì, esatto Beppe! Siamo saliti su un tetto, illumino con una pila l’addetto al bazooka che sta prendendo la mira in modo che lo possiate vedere, lo vedete? Ed ecco laggiù l’elicottero, lo vedete? Sembra tutto pronto! Ha fatto fuoco! Colpito! L’elicottero sta roteando su se stesso! Che spettacolo! State vedendo? State vedendo?

     – Sì, grazie Maurizio, bel colpo e che spettacolo! E siamo solo all’inizio, gentili telespettatori, solo all’inizio! Secondo la scaletta datami dall’organizzatore dell’attentato, la distruzione dell’elicottero dovrebbe garantire un’ora di tempo in più ai guerriglieri per continuare la loro opera in centro. Nel frattempo la battaglia si farà rovente qui, all’ingresso del paese, non appena arriverà la seconda ondata delle forze dell’ordine. Questo e altro subito dopo il secondo Messaggio del Maestro e un paio di inserti pubblicitari. Rimanete con noi!

     

    • Questo argomento è stato modificato 10 anni, 2 mesi fa da Peter7413 Peter7413.
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    #4069
    Beppe Roncari
    Beppe Roncari
    Partecipante

    Ciao Maurizio, ben ritrovato anche online! :)
     
    Agghiacciante il tuo:

    Secondo la scaletta datami dall’organizzatore dell’attentato

    La tua storia mi ricorda molto Robocop (l’originale, ovviamente) e Il ritorno del Cavaliere Oscuro di Miller (il fumetto, non il film). Mutatis mutandis, ovviamente.
    L’enfasi è data al Quarto Potere, tutto è spettacolo. L’idea è chiara, quello che mi manca è il sentimento, qualche personaggio specifico con cui identificarmi… (se escludo il “Beppe” alla telecronaca).
    L’impressione è che si tratti dell’introduzione di un’opera più vasta, e non di un racconto autoconcluso.
    Alla prossima!
    PS Distrazione (in tutti gli altri casi scrivi correttamente): qui manca la virgola e l’accento sul “sì”:

    – Si grazie Francesco.

    • Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da Beppe Roncari Beppe Roncari.
    • Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da The Beps The Beps.
    #4204
    Angelo Frascella
    Angelo Frascella
    Partecipante

    Ciao Maurizio

    I media e l’uso distorto che fanno del loro potere è uno dei temi preferiti e qui, come in altre occasioni, lo tratti con registro satirico. Il racconto mi è piaciuto, ma ha un difetto intrinseco: la scelta di stile e approccio crea un distacco nel lettore che è cosciente di stare leggendo un satira e gode solo intellettualmente senza riuscire a empatizzare con i personaggi del racconto. Insomma, in sé la prova e positiva e ben riuscita, ma è l’approccio scelto di “racconto poco racconto” che me lo fa apprezzare solo per metà.

    Buona scrittura
    Angelo

    #4211
    Peter7413
    Peter7413
    Keymaster

    Ringrazio entrambi per il commento e rispetto i punti di vista, ma mi permetto di sottolineare che non c’è molta logica nel giudicare, per fare il primo esempio che mi viene in mente, un “Balle spaziali” alla stregua di un “Guerre stellari”… O nel mettere a confronto un “Ace Ventura” e un “Balla coi lupi”… Insomma, se questo specifico racconto è caricaturale o satirico è difficile empatizzare con i protagonisti, non era senz’altro quella l’intenzione. Non avete fatto cenno all’attinenza al tema, alla costruzione della trama, al divertimento o meno che vi ha trasmesso la lettura… Credo che un giudizio, soprattutto di un racconto breve e non solo, vada sempre contestualizzato e non basato su un modello assoluto di racconto ideale che è utopia e anche un errore pensare che esista 😉

    #4219
    Angelo Frascella
    Angelo Frascella
    Partecipante

    Ciao Maurizio.

    Espando il mio giudizio, per spiegarmi meglio.
    Quando si scrive una storia parodistica-caricaturale, è facile allontanare il lettore dalla storia, ma ci sono dei modi per evitarlo. Se, la parodia richiede al lettore di allontanarsi dal racconto per divertirsi è compito dello scrittore riavvicinarlo dandogli dei personaggi con dei lati umani e una storia a cui appassionarsi.
    Per esempio, prendi Shrek: c’è un complesso gioco di rimandi e citazioni che solleticano la mente dello spettatore. Eppure, allo stesso tempo, guardando il film ti appassioni alla storia, ti emozioni e parteggi per i personaggi. L’altro giorno mi è capitato di rivedere la parte di Shrek 2, in cui Shrek col biscottone gigante attacca il castello, mentre Azzurro cerca di baciare Fiona. La gestione del ritmo e della scena riesce nello stesso tempo a farti divertire con la parodia, ma, allo stesso tempo, vuoi vedere come va a finire.
    Ti parlo di un film, ma la stessa cosa dovrebbe succedere dal punto di vista letterario.
    Nel tuo racconto, invece, l’aspetto parodistico è prevalente e personaggi e trama sono finalizzati unicamente a sostenere quello. Durante la lettura non mi interessa per davvero cosa succede ai personaggi ma mi diverto solo per il gioco.
    Se vuoi, siamo più vicini ad alcuni esempi di parodia nei programmi televisivi (per esempio. Crozza che imita Razzi), che a quello che mi aspetto da un racconto, con più livelli di lettura, di intensità emotiva. Così, mi sono divertito, ma quello che ti dicevo rimane un limite intrinseco (e dico intrinseco, perché per andare in una direzione diversa bisognerebbe cambiarlo di molto) del racconto che hai proposto.

    #4223
    Peter7413
    Peter7413
    Keymaster

    Angelo, ecco, questo è un commento che mi piace molto di più e che mi fornisce spunti di riflessione per non ripetere gli stessi errori. Ora scrivo dal cell e non riesco a dilungarmi di più, ma grazie! :)

    #4253
    Ozbo
    Ozbo
    Partecipante

    Ciao Maurizio,
    ho trovato il tuo racconto tristemente divertente. La telecronaca si legge piacevolmente ed è impossibile pensare che i personaggi e i fatti siano totalmente casuali visti i nomi. Il tema è preso in pieno, nel senso che ci vedo in pieno il “j’accuse” di De Andrè. Mi ha fatto sbellicare la scelta della location. Io ci avrei aggiunto un comunicato “Siamo a Nord di Roma” per fare il verso all’ISIS. La scena migliore è quella della stanza da letto. Concordo con Beppe sul fatto che non sembra un racconto autoconcluso, ma l’inizio di qualcosa di più ampio, nonostante la chiusura sia stilisticamente elegante.
    Forse una competizione grottesca tra i telecronisti con un qualche esito paradossale non avrebbe dato spazio alla sensazione che si debba rimanere davanti agli schermi come recita il finale.

    #4326
    Luca Pagnini
    Luca Pagnini
    Partecipante

    Ciao Maurizio!

    L’idea mi è piaciuta, non completamente la realizzazione. Data per assodata la parodia verso i due mondi presi di mira, e sempre più in contatto tra loro (tv e isis), non mi torna il contesto: se questo non è il primo massacro del genere, non mi sembra credibile che si realizzi così facilmente (la gente si barrica già in casa per molto meno, basta un furto, immagina se ci fosse stato un qualunque precedente sul territorio nazionale); se, invece, è il primo del genere, allora non mi torna la reazione quasi immediata delle forze dell’ordine (se davvero succedesse un fatto così, di punto in bianco, scommetto che i morti verrebbero ritrovati il giorno dopo dal lattaio di turno). Ti scrivo questo, non per demolire la trama che qui è solo una trovata, ma perché, secondo me, sei rimasto un po’ in mezzo al guado: da una parte hai opportunamente esagerato le caratteristiche e le reazioni dei tre operatori (“semmai prima di uscire chiederò ai terroristi se possiamo farci un caffè”), dall’altro hai creato un evento (il massacro) calato in un contesto di normalità incerta che toglie forza al racconto. Faccio un paio di esempi: lì la gente dorme tutta, eppure c’è la diretta mondiale, com’è possibile? Se i buoni arrivano così in forze dopo poco tempo (e quindi sembrano abituati), come fanno a cadere nelle imboscate in quel modo sciocco? Tutto questo per dire che ogni cosa è plausibile ma va motivata, anche nella parodia, dove esagerare e uscire dagli schemi è nell’essenza stessa del genere, ma c’è comunque bisogno di un sottobosco credibile, altrimenti il tutto rischia di sembrare solo una barzelletta. Siccome questo racconto non lo è (una barzelletta), con un paio di aggiustamenti può diventare ottimo. Il tema è stato colpito in pieno.

    • Questa risposta è stata modificata 10 anni, 1 mese fa da Luca Pagnini Luca Pagnini.
    #4330

    Giulio Marchese
    Partecipante

    Ciao Maurizio,

    il tuo racconto mi ha emozionato, facendomi anche ridere. Secondo me non è un errore il fatto che non ci si immedesimi con i personaggi perché questi non sono altro che macchiette, e per fare quello che fanno non hanno chiaramente sentimenti . Questo racconto mi ha fatto pensare e francamente mentre lo leggevo mi sentivo allo stesso tempo divertito e triste, triste perché la parodia in questo caso non eguaglia la realtà che è ancora peggiore. Penso hai giornalisti disposti a tutto per lo scoop o che esagerano la realtà (creandosi lo scoop) penso ai terroristi dell’isis che fanno propaganda mediatica in maniera peggiore che in questo racconto. Questo racconto  mi ha colpito perché, malgrado sia una parodia, è molto più realistico di quel che sembra e anche se non mi sono affezionato ai personaggi mi ha comunque emozionato per la sua forza intrinseca.  Poi considerato il limite di tempo e di caratteri è davvero una bella prova! Complimenti!

    #4351
    Ceranu
    Ceranu
    Keymaster

    Ciao Maurizio,
    Il racconto mi è piaciuto. Trascini il lettore all’interno di questa cronaca briosa e paradossale. Nonostante l’argomento impegnativo il racconto è divertente, un buon modo per esorcizzare lo spauracchio che terrebbe realmente milioni di persone attaccate al televisore. Però la storia è tronca, parte durante una cronaca e non sappiamo dove vada a finire. Hai creato tre voci che si intrecciano, senza però riuscire a caratterizzarle. Probabilmente Avresti potuto rinunciare a una di esse e chiudere la storia.
    Ciao

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