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Questo argomento contiene 16 risposte, ha 11 partecipanti, ed è stato aggiornato da Leonardo 9 anni, 10 mesi fa.
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16 giugno 2015 alle 0:46 #7809
La prima stella della notte
di
Francesco Nucera«Quella sembra una fenice» disse Angelo indicando il cielo. Si issò dalla Pong e guardò l’ospite di quella sera. Aveva la sclera arrossata e cercava di divincolarsi dalle corde che lo tenevano legato alla sedia.
«Mmhh.» rispose questo masticando il panno che aveva in bocca.
«Già, non puoi rispondere!» Sfilò i sandali e immerse i piedi nell’erba umida. «Tanto non dici mai cose intelligenti. Tu sai cos’è una fenice?»
«Mmhh!»
«Non scaldarti e goditi il tramonto.»
La luce arancione disegnava milioni di immagini nel cielo.
«È un peccato essere qui con te; se ci fosse stata la tua segretaria sarebbe stata tutt’altra cosa.» Angelo sorrise. «Ma lei non ha colpe. Almeno, ne ha meno di te» disse schioccando la lingua contro il palato.
«Mhh.»
«Non iniziamo! Una ragazza di ventinove anni, con un master, non deve leccare i piedi a uno come te per fare carriera. Non me la sento di colpevolizzarla.»
«Mhh, mhh!»
Angelo fissò lo sguardo sulla prima stella della notte; così unica eppure così simile alle altre. Nel giro di un’ora non l’avrebbe più distinta.
«Sai perché sei qui?»
«MMMHHH!» urlò l’ospite facendo sobbalzare la sedia.
In strada stava passando un uomo, che sollevò la mano e salutò.
«Quello è Guido. Viene a controllare come vi tratto. Odia i politici e dice che sono troppo buono.» Angelo fece spallucce. Si alzò e poggiò le mani sui braccioli della sedia, bloccandola. Era un uomo distinto, con un vestito marroncino e un papillon a righe. «Dovresti fare silenzio, la signora Anna va a letto presto e odia essere disturbata.» Ammiccò. «Sai perché sei qui?» chiese nuovamente con tono fermo.
«Mmhhh.»
«Lo immaginavo.» Mollò la presa e tornò a sedersi. «Anch’io ho fatto politica.» Nella sua voce c’era amarezza. «Poi ho avuto l’illuminazione: non erano le idee a essere sbagliate, ma i modi.» Fissò l’orizzonte. «Questo tu lo sai meglio di me, la politica è odio; contro un leader, contro una razza, contro un sistema. Odio che alimenta odio.»
«Mhh…»
«Lo so, io non sono da meno. Ma è qui che arriva l’idea; perché non provare a farvi ragionare?» Entusiasta, si alzò dalla Pong. «Sono un sognatore, ma so che in tutti c’è del buono. Così sono riuscito a strappargli una promessa. Se rispondi bene a una domanda potremo parlare.» Mostrò i denti in un ghigno stralunato.
«Sei pronto?» chiese.
L’altro annuì.
«Sai dirmi che differenza c’è tra me e un Jihadista?» chiese sfilando il bavaglio dalla bocca del suo ospite, che inspirò un paio di volte prima di rispondere.
«Tu sei Cristiano!»
Angelo abbassò lo sguardo sul crocefisso, che gli pendeva dal collo. Alzò gli occhi al cielo e scosse la testa.
«Ma…» provò a protestare l’ospite, mentre delle mani lo afferravano portandolo via.
Angelo non guardò, non gli piaceva la violenza.
Dei passi leggeri lo raggiunsero. «Chiedi pure» disse senza voltarsi.
«Qual è la risposta giusta?» Era la voce di un bambino.
L’uomo si voltò, diede un pizzicotto sulla guancia del figlio e sospirò.
«Mi piacerebbe saperlo.» Si sedette sulla Pong e tornò a fissare il cielo.17 giugno 2015 alle 8:49 #8055Scrittura matura, lineare. Bello il mostrato, dialoghi. Angelo caratterizzato molto bene. La scena si vede, si vive. Mi piace la freddezza con cui il protagonista agisce, dando anche un senso alle sue azioni e alle sue parole. L’unica cosa che non ho compreso è se è all’esterno o dentro un edificio… parli di un tizio che passa, di un bimbo, e della signora Anna che dorme… forse mi son persa io…
Alexia B
17 giugno 2015 alle 10:29 #8082Ciao Alexia, ho immaginato la scena nel giardino di una villetta. Purtroppo le 3000 battute hanno rosicchiato spazio all’ambientazione.
19 giugno 2015 alle 11:05 #8238Ciao Ceranu, ho trovato il tuo racconto non male, ma con alcune lacune. in alcuni momenti non riuscivo a comprendere dove fossero i protagonisti e cosa stessero facendo. Non si capisce neanche il perchè di tutto questo. Punizione per politici corrotti da parte di serial killer? Una visione futura della giustizia? Ad ogni modo lo stile è ottimo e a parte questi dubbi, come ho detto, l’ho trovato buono. Buona fortuna
19 giugno 2015 alle 13:53 #8264Ciao Rossella, grazie per il commento.
Alcune cose le ho omesse apposta, non volevo creare un ambientazione definita, e nemmeno un vero perché si facesse tutto quello. Perché il protagonista è ognuno di noi, pronto a rinnegare l’odio, ma anche a girarsi dall’altra parte quando qualcuno sfoga il proprio.
Mi rendo conto che un racconto simile avrebbe bisogno di una “comprensione del testo” ho disseminato altre immagini buone solo per me 😀19 giugno 2015 alle 16:54 #8286Ciao Ceranu! Noi ormai ci conosciamo bene! Che dire… la tua scrittura è sempre molto tagliente. Mi piace l’idea di una sorta di pulizia, anche se riesci a fondere bene il concetto di giusto e sbagliato. Tutto resta molto indefinito, proprio come i giudizi affrettati che spesso si danno, o il senso di indifferenza che sperimentiamo. Anche la domanda finale, alla quale non esiste risposta, da un vago senso di smarrimento. Forse a tratti diventi troppo criptico e resta in bocca il sapore di insoddisfazione per questa chiusura ma, la storia crea un forte senso di impotenza e questo credo sia un ottimo risultato.
A presto!
20 giugno 2015 alle 11:59 #8327fatico a trovare il tema rispettato in questo racconto. dov’è la luce? la stella che vede? in tal caso di sicuro non si può dire che sia una luce che non si spegne, quindi non penso vada bene. non mi sembra ci siano altre luci “metaforiche”, a meno che, boh, non siano sottintesi roghi o cose simili, ma anche in questo caso sono luci che si spengono. premesso questo, mi piace il senso “politico” del racconto, il messaggio che la politica è la manipolazione dell’odio, però mi sembra che nello sviluppo della storia il concetto sia annacquato dalle azioni stesse del protagonista. anche la domanda (e la risposta) mi sembrano anticlimatiche e poco significative. un buon nucleo che però andrebbe sviluppato meglio, che comunque dovrò penalizzare per la mancata aderenza al tema.
20 giugno 2015 alle 13:08 #8336Ciao Andrea, grazie per il commento.
Nessun problema, sapevo che non sarebbe piaciuto a tutti il racconto.
Una domanda: perché una stella non è una luce che non si spegne mai?
Per quanto riguarda il messaggio del racconto anche il comportamento del protagonista ne fa parte. Lui crede di essere diverso solo perché ha strappato una promessa, ma quando l’odio ricomincia lui si volta dall’altra parte.
Ciao e alla prossima20 giugno 2015 alle 15:35 #8338è vero che una stella è tecnicamente una luce sempre accesa (beh, oddio, non eternamente, ma comunque per un tempo abbastanza lungo), il fatto è che non è una luce sempre presente nella normale esperienza umana. in questo senso nemmeno il sole è sempre “acceso”! in ogni caso, la stella sarebbe potuta anche andare bene, se in qualche modo fosse stata inserita con questa interpretazione, ma mi sembra che nel tuo racconto sia poco più di un cameo, avrebbe potuto essere un elemento qualunque inserito in quella frase: una stella, un asino, una caffettiera… non ha nessuna influenza sullo svolgimento della storia, quindi non si può ritenere il “tema” del racconto.
20 giugno 2015 alle 16:31 #8339@Andrea
La stella rappresenta Angelo e la sua speranza che, nel giro di poco, si sarebbe mischiata a quella degli altri fino a diventare indistinguibile.
Mi rendo conto di aver esagerato 😀21 giugno 2015 alle 15:10 #8383Ciao
Allora, secondo me l’aderenza al tema c’è. Inizialmente avevo avuto difficoltà a individuarla, ma dopo le tue spiegazioni sono d’accordo che una stella come metafora di speranza perduta, che ‘nel giro di un ora non avrebbe più distinto’, funziona ed è azzeccata. Immagino Angelo come un uomo disilluso, che prende questo sentimento e lo converte in amarezza e una buona dose di crudeltà. Mi piace molto come personaggio, ma diverse parti del racconto sono troppo criptiche per essere comprese. Forse potevi inserire una righetta per spiegare dove siamo… A un certo punto l’uomo legato viene portato via, da chi? da Guido? dai un po’ troppe cose per scontato, e il lettore in certi punti non riesce proprio a seguirti. Però mi è piaciuto.
alla prossima!
22 giugno 2015 alle 16:10 #8450Ho faticato davvero tanto a capire se ci si trova in interni o esterni, a livello visivo ho visualizzato un interno, ma l’erba umida mi ha mandato in tilt. Molto moralista, troppo. Una soluzione a tutti i mali che passa attraverso una domanda un pelo banalotta, non mi è piaciuta. E un finale con il bimbo che fa domande e il padre che si abbandona all’infinito dell’incertezza… Aggiungici che si empatizza poco con i protagonisti… Inoltre il tema non mi sembra permei il racconto, se dovessi individuarlo senza saperlo a priori non l’avrei beccato… Insomma, leggere si fa leggere, il mestiere ce l’hai ed è innegabile, ma questa volta il pollice sta sul NI rivolto anche un poco verso il basso.
22 giugno 2015 alle 17:04 #8462Ciao Francesco
Devo dire che il racconto è molto scorrevole, piacevole nella lettura e ti fa immergere completamente in un certo clima di mezza estate (almeno questo è quello che ho provato fra una riga e l’altra). Inizialmente pensavo che tu fossi uscito un po’ fuori tema, ma leggendo le risposte che hai dato ad altri utenti mi sono un po’ ricreduto. Nel complesso ottimo lavoro!
22 giugno 2015 alle 17:43 #8477Ho trovato il brano piuttosto sbilanciato, con una parte introduttiva molto articolata, ma che stenta comunque a rivelare dettagli sufficienti per contestualizzare la vicenda. L’immagine circa la location, per esempio, resta parecchio evanescente e con essa quindi anche la portata del torturatore, che potrebbe essere un terrorista, un demone o un angelo vendicatore allo stesso modo. Quando si arriva a un’idea un po’ più dettagliata attraverso il monologo del personaggio, la trama precipita improvvisamente verso una conclusione che coinvolge altre ‘forze’, che però rimangono oscure per natura (Angelo alza gli occhi al cielo e ‘delle mani’ portano via il prigioniero… di chi sono quelle mani, visto che un momento prima sembravano esserci solo loro due?) e motivazioni. Il finale quindi lascia un enorme punto interrogativo: chi è Angelo e per conto di chi agisce?
22 giugno 2015 alle 18:17 #8480Ciao Gabriele, grazie per il commento. Effettivamente il racconto é ambientato il 16 giugno in presa diretta. 😉
@Marco
Qualcuno ha interpretato Angelo come Dio in crisi d’identità; per me può essere chiunque, non è attorno a chi sia che gira il racconto. L’unica cosa che conta, dal mio punto di vista, è il suo pensiero. Ma ci sta che in un racconto serva altro.
Per quanto riguarda gli altri tu puoi leggere solo quello che vede Angelo, che comunque accenna a loro anche prima. Chi siano mi interessa poco. Io, tu, l’antico, Gabriele, tutti noi; chiunque si faccia trascinare dall’idea comune. Probabilmente è anche il coraggio di un uomo che si nasconde dietro una domanda banale senza una risposta.
Resta il fatto che capisco si tratti di un racconto incompleto.
Grazie a tutti per i commenti.23 giugno 2015 alle 14:59 #8542Situazione molto classica: la vittima che per salvarsi deve risolvere un enigma, che qui è quasi un gioco di parole, uno scherzo amaro che costituisce il finale “a sorpresa” del racconto. Si legge bene, solo due appunti:
a) all’inizio sembra che ci sia un solo vendicatore, poi si capisce che si tratta di un’intera organizzazione, di cui però non si capiscono bene i contorni, a parte la volontà di redimere i politici;
b) prendertela proprio con la categoria più odiata del momento, i politici, sa un pochetto di scontato.26 giugno 2015 alle 10:48 #8711Ciao Francesco!! M’è piaciuto molto il finale, estatico e aperto a molteplici riflessioni. Sulla violenza in primis ma anche sul senso della vendetta, su cui si fondano le narrazioni di senso di molti gruppi terroristici. Anche l’idea del sequestro è interessante e la struttura narrativa ottima: pulita e scorrevole. Insomma il racconto è piacevole. Magari manca una descrizione contestuale che avrebbe chiarito meglio ed inserito in una location più precisa il racconto e i destini incrociati dei protagonisti. E dato un senso più definito al bambino di passaggio. Ho storto un po’ il naso nel connubio tra politico e sesso ( molto più frequente nel mondo imprenditoriale ) ma sopratutto, e sembra paradossale, sul titolo del racconto. Infatti la prima stella della notte non è una stella ma dovrebbe essere un pianeta: Venere. Una confusione che mi ha smontato un po’ all’inizio. Comunque sottigliezze rispetto ad un buon racconto, complimenti Francesco e buona fortuna!!!
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