Home › Arena › Ossario › 67ª EDIZIONE – Di Giulio Edition – 2ª della 4ª Era › [I] Il mio nome è legione – di David Galligani
Questo argomento contiene 13 risposte, ha 12 partecipanti, ed è stato aggiornato da L’Antico 9 anni, 11 mesi fa.
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19 maggio 2015 alle 0:51 #6820
La ragazza fece fuoco e si nascose dietro l’angolo del tunnel.
Sette sparó con il lanciagranate: il proiettile colpí la parete opposta, rimbalzò e sparì alla vista.
Poi esplose.
Brandelli di carne sanguinolenti volarono da tutte le parti.
«Cazzo Sette, hai fatto fuori quella puttana senza nemmeno farla soffrire» disse Cinque «Era stata lei a ammazzarmi l’ultima volta.»
«Vorrà dire che ti lascerò il prossimo che ti farà secco se proprio ci tieni» lo sfottè Cinque.
«Smettetela con le cazzate» ordinò Uno «Ci siamo quasi.»
I soldati continuarono lentamente il cammino attraverso le gallerie sotterranee delle fognature di Vecchia Città, procedendo in mezzo a liquame nerastro e a un’oscurità totale, guidati dai visori infrarossi.
Ognuno aveva una telecamera che trasmetteva audio e video al Quartier Generale, dove l’Amministratrice, il Primo Generale e un gruppo di tecnici erano intenti a osservare la scena.
«Durante lo scontro non c’è stato nessun innalzamento dei valori cardiaci né del tasso di adrenalina» commento l’Amministratrice.
«Oramai la morte è parte della loro quotidianità signora Amministratrice» rispose il Generale «Il dolore può essere fastidioso, ma tempo nemmeno una ventina di minuti che la loro mente è caricata in un nuovo corpo potenziato, con tutti i ricordi dell’ultimo periodo.»
«E il dolore aumenta il loro l’odio contro gli avversari» concluse l’Amministratrice tornando con lo sguardo al monitor di Uno, il capitano.
Ne ascoltava il respiro, ne poteva contare i battiti cardiaci, quasi ne poteva indovinare i pensieri.
Lei invece era emozionata ed eccitata: si arricciava i capelli con le mani sudate e il cuore le palpitava in gola.
Ventisette volte i suoi uomini erano morti, portando con loro le vite di migliaia di Anonimi, e ventisette volte erano tornati. Forse oggi era il giorno decisivo: il giorno della vittoria, della fine di tutte le ridicole proteste e degli attacchi all’Unico Stato.
Questa volta non avevano quasi incontrato resistenza, l’ora era vicina, se lo sentiva.
Il plotone entrò in un grande ambiente circolare che all’improvviso cominciò a vomitare Anonimi da tutte le parti.
I soldati aprirono il fuoco contro gli avversari armati solo di mazze e bastoni.
Vide teste esplodere, uomini che si accasciavano con le gambe spappolate, altri che urlavano tentando di reggere le proprie interiora.
Morivano a decine, a centinaia.
Ma non si arrestavano.
Dopo una mezz’ora le acque erano rosso scuro. Dei suoi ne rimanevano in piedi solo sei, gli altri erano caduti a bastonate.
In realtà poteva vederne ancora i valori cardiaci sui monitor, erano solo incoscienti quindi. Comunque, poco importava, la vittoria era rimandata solo di poche ore.
Cinque adesso.
Quattro.
Nove sparò una raffica al petto di un Anonimo che però ebbe la forza di colpirlo con una mazza alla testa mandando la telecamera in frantumi.
Tre. Due.
Decine di mani afferrarono,disarmarono e inchiodarono Uno.
Poi, un uomo esile e incerto su delle stampelle si fece avanti.
«Oramai hai perso, ometto» lo derise Uno.
L’uomo sorrise ed estrasse un jack neurale.
«Il mio nome è legione» disse, poi tutto si oscurò.
«Preparate un altro plotone» ordinò l’Amministratrice ai tecnici.
«Lo stiamo facendo Signora ma…»
«Ma cosa?»
«Ma sembra che qualcun’altro abbia preso controllo dei loro corpi. Qui si è scatenato l’inferno!»19 maggio 2015 alle 22:27 #6938Ciao, David.
Il tema è rispettato: c’è una battaglia nella quale si combatte, c’è qualcosa per combattere e qualcuno contro cui.
A me è piaciuta l’idea di fondo, ben sviscerata nel secondo paragrafo, che merita sicuramente di essere approfondita. Cosa che la ristrettezza dei caratteri non ti ha permesso di fare: infatti il finale è affrettato, troppo veloce e poco chiaro; privo, infine, del pathos che merita.
Per quanto riguarda la scrittura: bene. La lettura scorre veloce e ai dialoghi serrati, che movimentano l’intero racconto, si alternano descrizioni essenziali che fanno il loro dovere.20 maggio 2015 alle 23:59 #7002Ciao David,
io credo di non aver capito bene il nucleo della storia, quindi tematicamente non mi sbilancio. Lo stile comunque è buono, si vede che sai maneggiare bene le scene d’azione. Alla fine del racconto tuttavia ho provato un senso di immobilità perché la storia non ha suscitato nessuna particolare emozione. Quindi buona prova, anche se un po’ freddina. Alla prossima!21 maggio 2015 alle 22:14 #7029Ciao, David
Un racconto interessante che è penalizzato dalla brevità, su un soggetto che richiederebbe molto più tempo per essere sviscerato. Il numero limitato di caratteri non ti ha permesso di esplicitare informazioni importanti per la comprensione della storia: chi sono gli anonimi e perché è in corso questa strana guerra? Perché a coordinarla c’è un’amministratrice, invece di un generale? E, soprattutto, il finale rimane oscuro. Chi ha preso il controllo dei corpi? Che sta succedendo? A questo si aggiunge una gestione del punto di vista che salta fra troppi personaggi, per cui non ci si riesce ad appassionare alle vicende del protagonista che rimane “anonimo” anche lui. Nonostante questo vedo grandi potenzialità nel racconto e dovresti lavorarci, senza l’ansia dell’orario che scorre e del limite dei caratteri.
A rileggerci
Angelo22 maggio 2015 alle 19:27 #7074IL MIO NOME E’ LEGIONE di David Galligani Trovo la tua storia molto interessante: il lettore rimane incuriosito da questa Amministratrice e questo Generale che hanno organizzato una mini guerra fra ventisette soldati che si uccidono e vengono resuscitati subito dopo. Le immagini dei combattimenti sono molto ben rese e anche l’atmosfera fantascientifica. La trovata finale dell’ometto con il jack neurale e le stampelle incuriosisce. Perché il suo nome è Legione? Il Combattimento parte tutto da lui oppure la sua comparsa è un sovvertimento dell’ordine precedente? Forse sì, a leggere la frase finale del racconto. Solo che qualche spiegazione in più non avrebbe guastato.
Attento a: C…o Sette; manca una virgola: C….o, Sette.
Ormai la morte è parte della loro quotidianità Signora Amministratrice. Direi: Ormai la morte è parte della loro quotidianità, Signora Amministratrice.24 maggio 2015 alle 19:49 #7136Ciao David, ho trovato il tuo racconto godibile e ben scritto, i dialoghi e i ritmi serrati invogliano la lettura e tengono incollati fino alla fine.
Solo due cose non mi hanno convinto: i passaggi da un punto di vista all’altro (nella prima parte siamo in battaglia con i combattenti, in quella centrale la prospettiva è quella dell’Amministratrice e nell’ultima c’è un narratore onniscente), che confondono un po’ le idee, e il finale, che non chiarisce completamente ciò che sta accadendo. Si tratta comunque, a mio avviso, di “difetti” assolutamente superabili con pochi interventi sul racconto.
Mi piace il fatto che a condurre la guerra ci sia una donna: chiunque, messo nella condizione adatta, può diventare carnefice.
A presto!
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Questa risposta è stata modificata 9 anni, 11 mesi fa da
Linda De Santi.
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24 maggio 2015 alle 23:49 #7145Ciao David, che bello vederti su Minuti Contati
La prosa è scorrevole e mai banale. Rispetto ad Angelo, ho apprezzato anche i cambi di punti di vista, perché per ogni personaggio su cui posi l’obbiettivo modifichi anche la narrazione. Quindi non ci sono problemi di interpretazione. Invece ci sono problemi di trama, molti punti rimangono oscuri. Non so se sia un problema di spazio, ma non credo. Piuttosto penso che ti sia affezionato troppo ad alcuni personaggi e che non li abbia voluti tagliare.
Peccato, perché l’inizio è decisamente interessante. Mi piace molto la prima scena e anche l’intenzione del racconto.
Ciao e spero di rivederti ancora da queste parti.25 maggio 2015 alle 11:44 #7158Ciao David! Arrivata alla fine della storia ho avuto bisogno di un momento per riordinare le idee. Questo però è dovuto al fatto che la tua storia è condensata in pochissimo spazio, ed io ho dovuto scendere a fondo, infilarmi tra le trame del tuo racconto. Ho avuto la sensazione di assistere ad una strana battaglia tra bene e male. Legione… è un riferimento al maligno e a tutte le schiere di demoni? Mi piace pensare di si! Anche se il bene ricicla anime da ficcare nei corpi rianimati dei propri combattenti! Credo che la tua storia abbia un potenziale molto grande e interessante… perciò anche se un po’ frettolosa, la tua storia mi ha colpita parecchio! Bravo!
A presto!
27 maggio 2015 alle 4:45 #7269Ciao David.
Il tuo racconto ha un’impronta molto action che mi è piaciuta da subito, la scelta di denominare ogni combattente con un semplice numero rende molto più immediata la suddivisione dei ruoli e l’idea di chiamare gli innumerevoli nemici semplicemente Anonimi rende immediata anche l’identificazione delle forze avversarie nella trama.
A modo mio, più che un riferimento al biblico Legione, demone che era uno e tanti, ci ho visto un’allegoria della cultura tipica delle imageboard, alla denominazione degli Anonymous che si dichiarano Legione (We are legion), alla nemica Amministratrice che, con l’aiuto della sua cerchia di moderatori/guardie personali cercano di porre un argine all’invasione.
Purtroppo però trovo che la scelta di utilizzare diversi narratori tenda a disorientare il nemico, mentre il finale manca un po’ di pathos e shock, sarebbe bastato che il tecnico rispondesse con la voce di Anonimo, negli ultimi scambi, per dimostrare che i nemici si erano impossessati di tutta la rete neurale e creare così una situazione di panico e terrore molto più tangibile (naturalmente è solo un esempio, ci sono infinite vie possibili per raggiungere lo scopo).Spero di rileggerti, a presto.
28 maggio 2015 alle 17:13 #7322Ciao David,
il tema è centrato.
Bella l’ambientazione, fluido il ritmo. Come fatto notare c’è uno stacco a metà racconto che induce a rileggere per capire meglio, ma in un racconto breve ci può stare.
Ho trovato fantastica la frase: “…Il mio nome è legione» disse, poi tutto si oscurò…”. Forse io l’avrei chiuso qui.
Anche il fatto di non capire tutto e alcuni “spaesamenti” non mi ha dato fastidio, anzi ha aumentato la suspense.
Secondo me se ti ci metti potrebbe venirne fuori un interessante racconto lungo. Pensaci!
28 maggio 2015 alle 19:30 #7337Ciao David,
ammetto che alla prima lettura non avevo ben chiara la storia che volevi raccontare. Ho dovuto leggere una seconda volta. Non ho trovato pesanti le due letture. La tua scrittura scorre veloce. Il problema è che, forse per il poco tempo e le poche battute, non hai resto chiaro il motivo di questa guerra. Tutto appare avvolto in una nube. Ciò che dà potenza al racconto sono i dialoghi ben costruiti, l’azione che non perde un colpo e la battuta vincente “Il mio nome è legione” (non del tutto originale, ma comunque ricca di pathos).
Sono sicura che, se tu avessi avuto il tempo necessario, ci avresti regalato una storia ben costruita e chiara in ogni suo punto. Ti consiglio, come altri prima di me, di non buttare questo soggetto, ma di conservarlo per un ipotetico futuro romanzo.
E’ stato davvero un piacere leggerti. Spero di incontrarti anche in futuro nelle sfide di Minuti contati
a presto
30 maggio 2015 alle 11:32 #7444Ciao David,
rispondo qui sotto al commento sul mio racconto Karki,
grazie innanzitutto per aver letto e trovato il tempo di commentare!
Dici che nella prima parte ci sono molti errori nella struttura delle frasi, nella punteggiatura e anche nei tempi verbali. Ho riletto la storia e non mi pare d’aver individuato errori, potresti per favore farmi qualche esempio?30 maggio 2015 alle 22:05 #7452Sì certo, volentieri. Domani ti scrivo con calma nel tuo thread.
1 giugno 2015 alle 18:34 #7500Il racconto va via bene, nel senso che la lettura, superato lo spaesamento iniziale dei numeri, ingrana nel solco di una sci-fi distopica attuale (siamo dalle parti di Hunger Games e Divergent). Il problema è il finale, non si capisce cosa succede, o meglio… Forse si capisce: il capo degli anonimi attacca UNO a un qualcosa che gli permette di prendere il controllo di tutti gli altri combattenti… Ma davvero è così facile? Davvero vuoi risolvere così in fretta? Leggendo mi è venuto in mente che una cosa carina sarebbe stata non terminare i combattenti, non permettere che i loro controllori riacquisissero le loro personalità e ricordi per impiantarle in nuovi… In effetti, cosa sarebbe successo se gli anonimi si fossero limitati a farli tutti prigionieri? Probabilmente un momento d’impasse presso la centrale che avrebbe reso possibile un contrattacco. Ma sono solo parole, quello che c’è è che il racconto ha bisogno di uno sviluppo maggiore del finale teso a rendere verosimile qualunque opzione tu intenta scegliere perché allo stato attuale è davvero troppo frettoloso. Un pollice ni che, anche in questo caso, è tendente al su. Ti aspetto nel laboratorio 😉
Ps: non si capisce bene neppure il perché della frase “Il mio nome è legione”. -
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