La discarica – di Maria Rosaria Del Ciello


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Questo argomento contiene 14 risposte, ha 10 partecipanti, ed è stato aggiornato da Maria Rosaria Del Ciello Maria Rosaria Del Ciello 9 anni, 7 mesi fa.

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  • #10789

    LA DISCARICA
    di M.R. Del Ciello

    — Fai la giravolta, falla un’altra volta! —le manine stringono le mie e la bimba gira in tondo facendomi ruotare su me stessa. Una, due, tre, tante volte, fino a che non perdo i sensi e mi piego prima sulle ginocchia, poi cado lunga per terra.
    — Alzati mamma! Facciamolo ancora… — incita la bambina, continuando a volteggiare nella sala.
    Poi, d’improvviso, si blocca. Il cigolìo di una chiave che gira nella serratura di casa e lei corre incontro al padre, gli getta le braccia al collo e comincia a sbaciucchiarselo.
    — La mia principessa ha fatto stancare anche oggi la mamma?
    La piccola Anna, di appena otto anni, lancia uno sguardo carico d’odio verso la mia sagoma distesa sul pavimento e sentenzia:
    — Stancare quella? È solo una stupida vecchia. Quand’è che la cambiamo?
    Da un po’ in casa non si parla d’altro: rottamare la mamma. In molti lo hanno fatto e assicurano di essersi trovati molto bene.
    Io comunque sono rassegnata al fatto che prima o poi accadrà, che mi daranno via in cambio di qualche mamma più efficiente e, in un certo modo, cerco di prepararmi al distacco.

     

    Alla fine ci sono riusciti.
    Mi hanno portato in quest’ospedale con la scusa di rimettermi in sesto. Hanno rinunciato alla “rottamazione” e preferito la “riparazione” che costa un po’ meno.
    Qualcosa però non deve essere andata per il verso giusto perché mi trovo ancora qui e invece sarei già dovuta essere a casa.
    Li sento parlottare, mio marito con quel tipo calvo e panciuto che non fa che asciugarsi il sudore sulla fronte.
    — Ci dispiace molto che l’intervento non sia riuscito. Possiamo comunque darle un esemplare nuovo e trattenere il suo. — dice l’uomo.
    — Ma quanto mi verrà? — sento chiedere mio marito.
    — Non molto, stia tranquillo. Le valuteremo bene il suo esemplare. Anche se malridotto ha organi funzionanti alla perfezione. Li abbiamo testati.
    — Ancora non mi capacito di quanto sia durata poco…— mio marito si volta verso il mio corpo immobile sul letto e leggo nei suoi occhi solo disprezzo.
    — Succede spesso, sa? — risponde l’altro, quasi a volerlo consolare. — Scommetto che veniva dall’altro Universo. Costano meno ma come vede…
    — Be’, in effetti… Però mi avevano garantito che fosse praticamente come quelle del nostro.
    Il venditore abbozza un sorrisetto. — Capisco, capisco. Se mi segue in ufficio possiamo concludere l’affare.

     

    Poteva andarmi peggio, ma di questo non sono ancora sicura.
    Mi hanno infilato qualcosa alla base del collo, ho sentito come una piccola puntura. Ora sono immobilizzata in questo letto, al servizio di quanti avranno bisogno di qualche organo da sostituire: un fegato, un rene, un pancreas. Così mi ha spiegato la vicina di letto, anche lei di un altro Universo come me.
    Poteva andarci peggio. Sempre la vicina ha parlato di una discarica, poco lontana da qui, dove vanno a finire quelle come noi che, ridotte peggio, non ce l’hanno fatta.

    #10991
    valter carignano
    valter carignano
    Partecipante

    ciao
    i bambini non hanno pietà, si dice a volte, e in effetti anche qui… questo racconto secondo me dice di più di quello che appare a prima vista, purtroppo potrebbe essere un’analisi della situazione della donna in una parte della società, anche la nostra. O anche dell’uomo moderno in generale, volendo, come efficiente macchina/consumatore che a un certo punto viene messo da parte.
    Forse pensavi a questo quando hai scritto, o forse è una sovrastruttura mia. Bel racconto in ogni caso.

    #11020
    Flavia Imperi
    Flavia Imperi
    Partecipante

    Questo racconto mi ha colpito. Dai toni amari, anche un po’ estremi sulla donna, il ruolo nella società, il rapporto con la vecchiaia, il concetto i produttività e il mito dell’eterna giovinezza. Insomma, ce ne sta di roba qui dentro! Terribile la facilità con cui bambina e padre si sbarazzano di lei. Scritto molto bene, e anche il tema è preso. Tanto, viene da un’altro universo, quindi non vale, no? Brividi.

    #11034

    Grazie, Valter e Flavia.
    Sì, c’è un po’ tutto quello che avete detto voi, in questo racconto.
    Un altro universo che, in qualche modo, è più vicino a noi di quanto possiamo immaginare. Perchè, in fondo, ognuno di noi è un universo particolare.
    :-)

    Ciao. A presto

    #11102
    Simone Cassia
    Simone Cassia
    Partecipante

    Ciao Maria Rosaria,
    il racconto è interessante, ma ci sono un po’ di cose che non mi convincono a pieno.
    Intanto mi rammarico che il tema non sia del tutto centrale nel racconto. È presente, quello si, però la mamma farlocca poteva benissimo essere stata prodotta in Cina o taroccata a Napoli (tanto per dire, non voglio screditare nessuno 😛 ). Diciamo che bisogna prenderlo un po’ per buono che venga da un altro universo.
    Gli spunti riflessivi sono ottimi e sia Valter che Flavia li hanno prontamente individuati.
    La narrazione in prima persona è snella e scorre bene anche se avrei apprezzato un po’ più di immedesimazione nei sentimenti della donna che pare un po’ troppo robotica. Niente di eccessivo o ridondante, giusto il minimo per stridere maggiormente con il disinteresse mostrato da padre e figlia.
    Una buona prova, nel complesso. Complimenti.

    #11177
    Linda De Santi
    Linda De Santi
    Partecipante

    Ciao Maria! Un racconto piacevole con uno stile scorrevole e una trama che invoglia la lettura.
    Mi sarebbe piaciuto che venisse approfondita di più la questione del luogo di provenienza della protagonista: magari poteva essere fatto un accenno al fatto che quest’altro universo è abitato solo da robot, cosa che avrebbe giustificato anche il tono un po’ robotico della narratrice.
    Mi è sembrato strano il suo “poteva andare peggio” finale, finire in una discarica mi sembra una sorte preferibile all’essere immobilizzate a letto in attesa che qualcuno venga a espiantare i tuoi organi…no? :)
    In ogni caso ritengo che sia un bel racconto, brava!

    #11187
    Eleonora Rossetti
    Eleonora Rossetti
    Partecipante

    Ciao Maria!

    Questo racconto mi ha messo i brividi, specie l’indifferenza e la facilità con cui padre e figlia si sbarazzano della protagonista.

    Quoto gli altri sullo spendere più parole sull’altro universo di provenienza, specie considerando che il tono narrante è così pacato da far intuire (ma non so se questo era l’intento iniziale) che la donna sia più un robot che un organismo vero, o quantomeno un misto tra le due cose. Citarlo soltanto non riesce a dargli lo spessore che merita, anche perché sembra parecchio intrigante. Un buon racconto in ogni caso! 😉

     

     

    #11203
    Ophelia
    Ophelia
    Partecipante

    Il tuo racconto è una perfetta metafora di una certa visione della donna nella società attuale: fino a che è giovane e bella ha un valore, nel momento in cui invecchia, si svaluta e la fine che la aspetta è la discarica quale simbolo ultimo del disfacimento.
    Interessante, ma anche io mi associo alla domanda di chi mi ha preceduto: da dove proviene questa disgraziata taroccata? E perché le donne vengono da un altro universo (tipo gli uomini da marte e le donne da venere)?

    #11218
    Zebratigrata
    Zebratigrata
    Partecipante

    Ciao Maria Rosaria,

    mi piace come è scritto il tuo racconto. Soprattutto la scena iniziale in cui prima il fatto che la narrazione dal punto di vista della donna continui anche dopo lo svenimento, e poi il commento della bambina mi hanno prima incuriosito poi spiazzato.

    Volendo trovare un modo per migliorarlo forse potresti rivedere l’ultimo paragrafo per parlarci di più della questione del ‘traffico di mamme’: lasci intendere che ci sono anche mamme del nostro universo che vengono rottamate… Sono robot o persone? Cosa c’è di diverso nell’altro universo? Com’è che la società è arrivata a questo punto?

    Un bel racconto, secondo me.

    #11326
    aleliu
    aleliu
    Partecipante

    Ciao Maria Rosaria,

    questo tuo racconto mi ha messo i brividi!
    Il tutto ha un tono profondamente disturbante. Soprattutto per il modo distaccato con cui la protagonista vede il suo destino, per quanto terribile sia “può sempre andare peggio”, e col peggio credo intenda solo la morte, quasi. Anche se… nonostante non dici niente del posto da cui arrivano queste “mamme” dai molti elementi su come sono questi esseri. Non si sa se organici o robotici, forse ibridi. Ma sono senzienti, quasi del tutto simili d’aspetto a quelle umane, ma a quanto pare, e per come riflette la protagonista, restano sempre completamente coscienti di quello che capita loro.

    Questa sì che è una cosa da brividi….

    Che la loro paura sia quella di essere abbandonate per sempre in una discarica dove restare lì a “morire” per un tempo infinito ma coscienti della loro agonia?

    Credo che questo tuo raccontare tra le righe sia eccezionale. Lascia aperti tantissimi spunti, principali e paralleli, come le tematiche moderne legate alla donna in generale.
    Davvero un bellissimo racconto :)

    #11395

    Ringrazio tutti dei commenti.
    Forse il tema dell’altro universo non è particolarmente evidente, potevo dargli più spazio e terrò conto di tutte le vostre osservazioni per migliorare il racconto.

    A presto

    :-)

    #11528
    Beppe Roncari
    Beppe Roncari
    Partecipante

    Ciao Maria!
    Il tuo lavoro mi è piaciuto e mi ha commosso. Appena l’ho letto l’ho inviato a mia sorella, mamma “da (non) rottamare” che sa bene quanto possa essere duro quel lavoro…
    Trovo solo poco chiara l’aderenza al tema, un po’ pretestuosa, via. Il modello di mamma meno costosa “dall’altro universo”. O almeno, spiegami/ci, perché nelle risposte ai commenti non hai dato ancora, mi pare, una tua interpretazione che spieghi la tua intenzione.
    Alla prossima, comunque brava!

    #11533

    Ciao Beppe.
    Son contenta di averti commosso. Era questo quello che volevo. Riuscire a far empatizzare il lettore con questa mamma che si sente inadeguata perchè molto spesso le madri così si sentono, anche se non lo danno a vedere.
    Non ho finora dato una mia interpretazione perchè non volevo condizionare la lettura: mi è capitato spesso di “spiegare” i miei scritti e questo non ha fatto del bene alla lettura. Credo che ogni lettore debba leggere in piena autonomia e dare l’interpretazione che più gli aggrada. A volte mi è capitato di far leggere mie cose e scoprire che chi le leggeva trovava spunti e riflessioni che io neanche avevo minimamente immaginato. Una cosa che mi piace molto.
    Detto ciò, son d’accordo con te. L’aderenza al tema c’è poco, e me lo confermano un po’ tutti i commenti. Ma è solo colpa mia, perchè ho voluto piegare un incipit che mi è balenato in mente a una possibile storia fantascientifica (?) in cui le mamme (considerate più strumenti che persone) vengono trattate come automobili che possono essere rottamate o riparate, a seconda dei bisogni (prioritari) della famiglia.
    Purtroppo la fantascienza non è proprio un ambito in cui mi muovo facilmente, ho voluto provare.
    Tutto qui.
    Sono comunque onoratissima del tuo commento. :-)
    Ancora grazie!

    #11534
    Beppe Roncari
    Beppe Roncari
    Partecipante

    Se ti piace il tema, mi pare che sia trattato in una recente serie tv svedese sui robot, “Real Humans”, credo abbiano fatto anche il remake americano.
    https://it.wikipedia.org/wiki/Real_Humans
    Ciao! 😉

    #11542

    Accidenti! Ho dato una letta veloce al tuo link… molto interessante.
    Lì però parlano di robot mentre io avevo in mente esseri viventi (le mamme) utilizzati come macchine.
    Comunque grazie per l’input, chissà se faranno mai la versione italiana.
    A presto!

    :-)

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