[M] La Porta


Questo argomento contiene 19 risposte, ha 13 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Francesca Nozzolillo 9 anni, 10 mesi fa.

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  • #7791

    Gabriele Macchiarella
    Partecipante

    C’è una luce che non si spegne mai. Una stanza chiusa a chiave da sempre, o almeno da quando ne ho memoria.
    C’è una luce che non si spegne mai. La vedo da sotto la porta. Di notte la scorgo, di giorno la immagino.
    C’è una luce che non si spegne mai. Mi incuriosisce, mi ossessiona e mi inquieta al tempo stesso…fin da quand’ero bambino, ora che sono uomo continua imperterrita.
    Ho provato ad aprire quella maledetta porta in tutti i modi ma non c’è mai stato verso.
    Mio nonno non ha mai risposto alle mie insistenti domande riguardo a cosa ci fosse in quella stanza…così come mio padre.
    Abito nel palazzo di famiglia in stile neoclassico. Conosco ogni singolo cantuccio come le mie tasche…tranne quella oscura stanza.
    Non ha finestre…unica mia certezza. A suo tempo le contai e le assegnai tutte alle relative stanze. Non ne è mai avanzata una.
    E’ il mistero stesso a rendere questa storia intrigante. Sono sicuro che una volta scoperto, qualsiasi esso sia, ne rimarrò deluso.
     
    Seduto al bar di un piccolo Hotel romagnolo, sento solo la voce di clienti che parlano in lingua tedesca. Non comprendo nulla di ciò che dicono fra loro, potrebbero anche parlare di me senza che io me ne accorga. Ordino una grappa, l’unico “amico” rimane sempre il barista. Estrae una stretta bottiglia scura dal frigo, penso che sia piuttosto insolito tenere al fresco questo tipo di liquore ma poco male vista la stagione. E’ giugno e qualcosa di (finto)fresco non può che essere di mio gradimento.
    “E’ barricata?”
    Fa un cenno affermativo col capo. Mentre la versa capisco che nonostante la professione, di grappe non ne sa proprio nulla. Il liquido che ne esce è trasparente quando anche il più cialtrone dei bevitori sa che i drink barricati sono tutti di un classico colore marroncino.
    Poco male, me la faccio comunque andar bene. Ho un leggero mal di denti da diversi giorni, in attesa dell’appuntamento dal dentista mi pettino lo stomaco con ogni tipo di bevanda alcolica pur di alleviare il dolore, ma forse è solo una scusa per continuare a bere.
    Faccio degli sciacqui alcolici come se stessi usando del colluttorio. Questa grappa è così forte da farmi anestetizzare completamente la bocca.
    Bevo, osservo ed ascolto.
    Mi sento straniero a casa mia…lo sono sempre stato, non è una novità.
    Fra quel vociare a me incomprensibile, arriva quella che i buddisti chiamano “satori”, l’illuminazione di tutta una vita.
    Pago lasciando il resto, sempre ammesso che ce ne sia…non ne sono poi così sicuro.
    E’ mezzanotte, prendo la mia auto, direzione Milano, si torna a casa.
    Ho sonno, tanto sonno, la strada dritta non mi aiuta certo a rimanere sveglio. Tiro giù il finestrino e tengo lo stereo ad alto volume. All’uscita di Linate la mia vista s’è completamente liquefatta dalla stanchezza.
    Sono a casa.
    Salgo di corsa le scale fino ad arrivare al primo piano (come sempre), davanti a me c’è lei (come sempre), la porta di tutti quei sogni che gli altri chiamano incubi.
    Non capisco, per la prima volta in vita mia non filtra nessun tipo di luce da sotto la porta, afferro la maniglia, sento scattare la serratura.
    La porta si apre, buio…di quel buio assoluto che solo i ciechi possono provare.
    Sento dei passi correr lungo le scale, la voce di mio padre mi intima di fermarmi all’istante.
    I mie piedi sembrano aver fatto le radici nel pavimento, tento d’alzare a fatica la gamba destra per compiere il primo passo per riuscire finalmente a varcare quella dannata porta.
    Ora è alle mie spalle, non dice nulla, sento solo il suo respiro.
    “Perché?” Gli domando.
    Non risponde.
    “Cosa significa?”
    “La luce è spenta perché solo ora tu sei pronto ad accenderla…la luce della verità intendo, ma prima di varcare la soglia c’è un rito da compiere.”
    Sono disorientato, la mia “illuminazione da bar” prevedeva tutt’altro.
    “Quindi anche il nonno…”
    “…e suo padre prima di lui…ma non siamo certo gli unici, ci sono altri confratelli membri dell’Ordine”
     
    Accetto tutto questo senza minimamente capire. Come ho sempre fatto…

    #8122
    Ophelia
    Ophelia
    Partecipante

    Ti prende molto, lasciandoti sospeso all’interno della narrazione in attesa del successivo evento. La scrittura è fluida e piacevole, magari una ricontrollatina alla punteggiatura ma lo stile è chiaro e pulito.
    Unico appunto (che non vuol essere in negativo): più che un testo autoconclusivo sembra l’incipit per un racconto più lungo.

    #8157
    Flavia Imperi
    Flavia Imperi
    Partecipante

    Ciao Gabriele, mi è piaciuto molto l’incipit, che regala un senso di mistero, creando curiosità, con uno stile particolare.  Il punto di vista è gestito bene e i tempi verbali giusti.

    La parte sul liquore non aggiunge a mio avviso nulla alla storia, non definisce il personaggio e l’ho trovata un po’ piatta.

    Quello che non mi è piaciuto di fondo è il contrasto stridente fra il tema dell’iniziazione, che evoca un vasto immaginario imperniato sulla gnosi, la conoscenza, la consapevolezza <span style=”line-height: 1.5;”> </span><span style=”line-height: 1.5;”>(è</span><span style=”line-height: 1.5;”> una tematica su cui ho letto molto) </span>e invece la “normalità” del personaggio, espressa anche nella frase finale: “accetto tutto senza minimamente capire, come ho sempre fatto.”

    Ho trovato poco credibile che dietro la porta di casa sua ci fosse qualcuno sempre ad aspettare, a meno che non sia un passaggio “onirico” ma non si capisce. A livello simbolico è interessante, ma a livello realistico, a meno che non lo motivi non ha molto senso.

    Attento ai puntini sospensivi, sono abusati!

    Tirando le somme un racconto piacevole, pieno di potenzialità, a mio avviso solo da aggiustare un po’.

    #8177
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    interessante e davvero originale! dai tratti cinematografici (la tensione per ciò che si cela dietro la porta ricorda i plot strutturali classici del buon thriller o horror che sia). Forse andava accorciata la parte tra una grappa barricata e l’altra nel bar romagnolo ma…si fa leggere comunque con gran piacere!

    #8178

    Gabriele Macchiarella
    Partecipante

    Buongiorno a tutti

    Vi ringrazio per i commenti…(a proposito dei puntini di sospensione, io ne uso ed abuso parecchio, me ne rendo conto. Forse è una pecca, forse fa parte del mio modo di scrivere, in qualunque caso chiedo venia).

    Flavia ho inteso la luce che filtra dalla porta, come la luce della conoscenza, una luce a cui il nuovo adepto non era ancora pronto, unicamente simbolica. Forse non ho ben reso l’idea.
    Ho deciso all’ultimo momento di partecipare, il tema di questo contest ha “stuzzicato” in me questa piccola storia che ho scritto di getto, credo di non avere impiegato più di mezz’ora per la stesura. Mi rimprovero un finale affrettato (e secondo me si nota). ne avrei voluto scriverne uno un po’ più elaborato ma non ne avevo il tempo ne la forza.

    L’episodio del bar mi è realmente accaduto quella sera, volevo raccontare un momento di vita comune del personaggio, per prendere un attimo di respiro dalla storia.

    E’ la prima volta che scrivo qui su minuti contati e pecco ancora molto di inesperienza, già solo per il fatto d’aver sforato così tanto con i caratteri andrei fustigato :)

    #8183
    Marco Fronzoni
    Marco Fronzoni
    Partecipante

    Ciao Gabriele, personalmente considero la narrazione in prima persona una via comoda, che però cela al suo interno non pochi trabocchetti, primo fra tutti il rischio di essere afflitta da una certa mancanza verosimiglianza sia delle considerazioni trascritte, ma soprattutto della rappresentazione del modo in cui esse scorrono nella mente. Il racconto ha un incipit che crea molta suspense relativamente all’oggetto del brano, che invoglia il lettore a immedesimarsi  con l’attrazione che esercita sul personaggio, ma poi l’erogazione di questa carica viene interrotta bruscamente, catapultando il protagonista in un albergo della Romagna, in una situazione del tutto avulsa dalla premessa e anche dalla soluzione finale. Disorienta. Ecco, il finale: forse non l’ho compreso bene, ma a me pare che denunci una certa mancanza di mordente rispetto alle aspettative create, soprattutto quelle dell’inizio del pezzo.

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 10 mesi fa da Marco Fronzoni Marco Fronzoni.
    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 10 mesi fa da Marco Fronzoni Marco Fronzoni.
    #8192

    Gabriele Macchiarella
    Partecipante

    Ciao Marco. Riguardo  al finale sono d’accordo con te. Francamente nemmeno io sono molto soddisfatto dell’epilogo del racconto.  Se fosse stato un libro, quella sera avrei spento il pc per lasciarlo decantare tutta la notte, ma il bello di “minuti contati” è proprio questo…non si può :)

    #8195
    Serena
    Serena
    Partecipante

    Ciao Gabriele! La curiosità è un amo al quale tutti abbocchiamo! All’inizio la tua storia riesce a gettarlo, e il lettore inizia a chiedersi cosa diavolo ci sia dietro quella dannata porta, poi però, la storia si spezza e il colpo secco si sente! Avrei continuato a macinare parole in quella casa, tra quegli angoli, infittendo il mistero, regalando indizi. Il finale è affrettato e appiccicato un po’ così… avrei voluto qualcosa di più oscuro e morboso. Comunque per essere alla prima prova te la sei cavata… minuti contati è spietato!!!

    A presto!

    #8211
    Ceranu
    Ceranu
    Keymaster

    Ciao Gabriele, che bello vederti da queste parti. Sono felice che tu abbia deciso di scendere nell’arena.
    Come ti hanno già detto il tuo è un ottimo esordio, bravo. Ma ci sono dei difetti. Alcune frasi sono troppo articolate e divagano, difetto letale per un racconto breve 😉
    Altra questione è quella del bicchiere di grappa. In un romanzo sarebbe sicuramente una parte gradevole (personalmente l’ho apprezzata) ma all’interno di 3000 battute forse sta stratta.
    Per il resto tutto bene fino alla fine che, francamente, penso di non aver capito: illuminami :)
    Ciao e alla prossima, che confido arriverà presto.

    #8231

    Rossella_Stocco
    Partecipante

    Ciao Gabriele, non vorrei essere l’ennesima persona che te lo dice, ma tutti dobbiamo lasciare un commento e ahimè dovrò ripetertelo. Ho trovato che l’inizio sia molto intrigante, ma il resto lascia a desiderare facendomi dire alla fine, cos’ho letto? La parte del bar onestamente mi è sembrata messa lì senza un senso. La tecnica non manca e sono sicura che è stato più, come nel mio caso, l’inesperienza della prima volta in questo contest che altro. Buona fortuna.

    #8259

    Alexia
    Partecipante

    Bell’attacco. Evocativo e poetico. Le ridondanze non stonano ma danno ritmo e musicalità.
    Ci sono poi alcune ripetizioni e lo stacco con il secondo paragrafo è troppo netto.
    Ho trovato refusi (d eufoniche, e maiuscole apostrofate, spaziature non sempre corrette con i segni di interpunzione)
    Fumosa la chiusa. Vedo non vedo, dico non dico.
    Secondo me andava bene come racconto più lungo… il limite delle battute non ti ha agevolato e ne è uscito un riassunto.

    #8290

    Gabriele Macchiarella
    Partecipante

    Ciao Ceranu. Inanzi tutto ti ringrazio per le belle parole spese :)

    La fine voleva essere una metafora, la luce come fonte di conoscenza che illumina il nuovo (potenziale adepto). Sicuramente una fine poco curata dettata dalla fretta di pubblicare il racconto.

    Mea culpa :)

    #8291

    Gabriele Macchiarella
    Partecipante

    Ciao Serena

    Non posso che essere pienamente d’accordo col tuo commento…

    #8292

    Gabriele Macchiarella
    Partecipante

    Ciao Leonardo

    Spesso chi legge i miei racconti mi dice questo: “Hai un tipo di scrittura molto cinematografica”, l’ho sempre preso come un complimento e penso che inconsciamente sia voluto :)

    A presto

    #8293

    Gabriele Macchiarella
    Partecipante

    Ciao Alexia

    Vedo che quella sorte di “cameo” nato con l’intenzione di dare un po’ di respiro al lettore non è stato molto apprezzato.
    Farò tesoro di ogni singolo commento così da “aggiustare il tiro” per il prossimo contest

    #8294

    Gabriele Macchiarella
    Partecipante

    Grazie Rossella

    Ho peccato sicuramente d’inesperienza :)
    Sperò di fare meglio col prossimo contest…

    #8504
    gloomy97
    gloomy97
    Partecipante

    Ciao Gabriele,
    ho trovato il tuo racconto abbastanza efficace, nonostante non abbia capito quale fosse questa illuminazione da bar che il protagonista ha avuto..
    All’inizio pensavo stessi scrivendo una poesia, ma poi quando è iniziato il racconto vero e proprio ho dovuto ricredermi, suscitando in me una sorta di suspance tipica dei film :)
    Secondo me se avessi avuto più battute avresti approfondito meglio la parte finale, dando spiegazioni più complete; ma purtroppo il contest è anche questo.
    Mi piacerebbe comunque leggerne un seguito..
    Buona fortuna
    Gaia

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 10 mesi fa da gloomy97 gloomy97.
    #8516
    L'Antico
    L’Antico
    Keymaster

    Benvenuto a Minuti Contati! Hai una grande capacità di dare una spina dorsale alle situazioni che descrivi ed è evidente nella lunga sequenza del bar, ma hai pagato lo scotto dell’esordio e sei andato lungo. Avresti evitato la penalità proprio accorciando la sequenza centrale, ma avresti perso gran parte del colore di cui l’hai ammantata. Inoltre, troppo facile ricorrere a un’illuminazione decontestualizzata, ho il sospetto che te ne sia servito proprio per velocizzare la risoluzione. Infine, il finale è poco incisivo, anche se non si può dire che non chiuda lasciando una sospensione non totalmente negativa nel lettore. Un pollice NI, t’invito nel laboratorio per lavorarci su (nel lab, tra l’altro, ci sono 5000 caratteri a disposizione e sono sicuro che saprai come usarli).

    #8544
    Tina Caramanico
    Tina Caramanico
    Partecipante

    Devo dire che, come il protagonista, anch’io non ho ben capito il finale: cos’è questa iniziazione? Che c’entra il nonno? E chi sono questi confratelli? Che ci fanno nella stanza sempre illuminata? Forse mi manca qualche film o qualche lettura di riferimento, ma le domande sono troppe. Comunque una certezza ce l’ho: non sono vampiri, perché quelli starebbero al buio… :-)

    #8662

    Francesca Nozzolillo
    Partecipante

    Ciao, benvenuto. E’ un racconto interessante, certi pezzi mi sono proprio piaciuti, tipo : ‘<span style=”color: #282828; font-family: ‘Open Sans’; font-size: 14.3000001907349px; line-height: 22.8799991607666px; background-color: #fbfbfb;”>E’ il mistero stesso a rendere questa storia intrigante. Sono sicuro che una volta scoperto, qualsiasi esso sia, ne rimarrò deluso.’, </span>

    Però alla fine anche io mi sento un po’ insoddisfatta, forse perchè ‘dall’illuminazione’ del personaggio (che non ho capito bene quale sia) alla fine, c’è molta poca chiarezza. Quando dici che si aspettava una cosa completamente diversa, mi chiedo cosa fosse, e quando dici che accetta tutto senza capire, neanche noi capiamo con lui. In conclusione, posso dire che mi è sembrato un racconto abbastanza efficace, ma con almeno un paio di cose un po’ buttate lì, che lo avrebbero reso più avvincente e chiaro.

    Alla prossima!

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