La soglia di vetro


Questo argomento contiene 10 risposte, ha 10 partecipanti, ed è stato aggiornato da Beppe Roncari Beppe Roncari 9 anni, 7 mesi fa.

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  • #10777
    Simone Cassia
    Simone Cassia
    Partecipante

    “La prima volta che ci arrivai fu per caso, da un locale in centro, alla fine di una brutta giornata. Quelle giornate da film in cui il protagonista perde fidanzata e lavoro nel giro di due ore. Ebbene, mi sa che non succede solo nei film.
    Senza accorgermene, avevo varcato le soglie del tempo e dello spazio ed ero finito in un altro universo.
    È un posto meraviglioso, questo universo. Il tuo cuore batte più forte e un calore pulsa nelle vene e pervadere ogni fibra del tuo corpo. Senti, anzi sai, di poter fare tutto ciò che vuoi. Un mondo di luci e suoni che si fondono in un un’unica sensazione sinestesica che ti avvolge.
    Il giorno dopo mi sono risvegliato nel mio letto. Curioso. Non so nemmeno come o quando c’ero ritornato. Ero vestito ancora come la sera prima, questo era certo, ma il resto era un buco nero nella mia mente. Alla fine del viaggio dev’esserci una specie di jet lag. Sono stato male tutto il giorno. Non sono bastate doccia e caffè per riprendermi. Sono stato uno zombie con la nausea per buona parte della giornata ma, a sera, la voglia di ritornare in quel mondo era più forte che mai.
    Anche se il week end era finito, sono tornato in quel locale, se c’ero riuscito una volta a varcare quella soglia, perché non sarei dovuto riuscirci ancora? Ho fatto più o meno le stesse cose. Ho scambiato due chiacchiere con delle ragazze e ho preso qualcosa da bere. Certo, le condizioni dell’esperimento erano molto diverse, c’era molta meno confusione al bar e la mia giornata era stata molto diversa; per fortuna direi. Alla fine, però, sono riuscito a ripetere l’esperienza del giorno prima.
    Ombre e rumori si sono accavallati intorno a me per un tempo che si estendeva al di là della mia percezione. Credo che quella volta il viaggio sia stato più lungo della sera prima. Al mio risveglio ero sempre a casa mia, ma nel divano dell’ingresso questa volta. Quel giorno però sono stato meglio. Il mio corpo stava evidentemente abituandosi al viaggio.
    Nei mesi successivi ho viaggiato sempre più spesso. la soglia è una specie di specchio, un vetro ondulato che ritorna un’immagine distorta. Quando ti spingi oltre per raggiungerla, d’un tratto, ti ritrovi dall’altra parte, ed è una sensazione sempre più rassicurante.
    Ho viaggiato tanto tra questo universo e l’altro, sempre più spesso. Sono un esperto ormai, ho imparato a trovare i varchi che si nascondono nel nostro mondo, anche al di fuori di quel bar del centro, anche a casa mia.
    Sono arrivato al punto di passare più tempo di là che di qua. Persino la mia ex è arrivata a preoccuparsi per me. È per lei che sono qui, dice che non può vedermi in questo stato.”

    “E ha ragione! Da come parli lo fai sembrare quasi bello…”

    “Non lo interrompere, per favore.”

    “Nessun problema, credo di aver finito…”

    “Prima di sederti, però, dovresti presentarti, per favore.”

    “Ah, già! Sono Marco e non bevo da una settimana…”

    #10992
    valter carignano
    valter carignano
    Partecipante

    Ciao
    Finale davvero azzeccato, che riesce perfettamente nella sua funzione al tempo stesso di sorpresa e spiegazione degli elementi proposti. In effetti, verso la metà del racconto si potrebbe intuire dove si andrà a parare, ma la narrazione scorre bene e non ci si sofferma a pensare più di tanto. Per me, giudizio positivo.
    Unico appunto: qualche forma opinabile, qualche ripetizione, qualche refuso… ma in tremila caratteri e poche ore cosa voglio? Il Signore degli Anelli? :-)
    Complimenti.

    #11021
    Flavia Imperi
    Flavia Imperi
    Partecipante

    Geniale. L’altro universo come “fuga” dalla realtà, che si rivela poi alla fine essere una dipendenza. Finale a sorpresa ben riuscito, racconto ben calibrato, e tema centrato. Ottimo lavoro!
    Si, qualche refuso qui e lì. Di tanto in tanto ci sono frasi superflue, che non aggiungono valore alla narrazione, come “ebbene, mi sa che”. Senza, con uno stile leggermente più asciutto, sarebbe più d’impatto.
    Complimenti anche per il titolo, azzeccatissimo, che trae perfettamente in inganno, giocando con l’immaginario fantastico. Bravo!

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da Flavia Imperi Flavia Imperi.
    #11157
    Zebratigrata
    Zebratigrata
    Partecipante

    Ciao Simone,

    mi è piaciuta molto la tua interpretazione del tema. Il protagonista si rifugia nell’alcol, un universo in cui le cose evidentemente gli vanno meglio… Carino il parallelo che fai con gli universi di stampo fantascientifico, parlando di portali e cose del genere: il lettore si ingegna per capire come funzionano questi portali fino a comprendere che si sta parlando di un argomento molto più ‘terreno’ del previsto.

    Le uniche note che posso fare riguardano il finale, e il modo in cui hai scelto di parlarci ‘dell’altro universo’. Il finale vuole essere a sorpresa, ma non lo è davvero perché ormai abbiamo capito che il protagonista è alcolizzato. Quindi seocndo me non dovrebbe puntare sull’effetto sorpresa. Il modo in cui ci parla dell’altro universo invece all’inizio ci impedisce di riconoscerlo subito, perché ce ne parla dal suo punto di vista ovviamente: questo mi piace. PErò forse hai esagerato con suoni luci e quant’altro… insomma sembra che questo tizio si andato un po’ più in là dell’alcol 😀 Quindi riporterei la descrizione a un livello più ‘terreno’.

    Comunuqe complimenti.

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da Zebratigrata Zebratigrata.
    #11190
    Eleonora Rossetti
    Eleonora Rossetti
    Partecipante

    Ciao Simone!

    In una parola: LOL! Ma in senso buono, perché quando sono arrivata al finale mi hai spiazzato. Mi ero immaginata chissà che, dal rapimento alieno allo svirgolare tra dimensioni parallele (mi sono venuti in mente mille episodi, da Narnia al Talismano di King) e poi alla fine capisco che tutto questo è in realtà l’effetto dell’alcol sul protagonista che lo catapulta in un mondo con sensazioni ben diverse, pilotate dalla sbronza. Non è una sorpresa che delude, tutt’altro 😉 perché mi hai “imbrogliato” sapientemente, disseminando indizi nel modo giusto (la doccia, il caffé, l’assuefazione) che sono andati a posto a fine lettura. Bravo 😀

     

    #11201
    Ophelia
    Ophelia
    Partecipante

    Ottimo. Ottimo. Ottimo.
    Narrazione con uno stile ridondante che io adoro – quegli stili perfettini e asciutti mi lasciano insoddisfatta…- anche se devo dire che avevo intuito il tema dopo aver letto del protagonista che si risveglia sul divano, sfatto e disfatto dalla precedente notte brava.
    Il titolo è molto ben azzeccato, mi ha fatto venire in mente il film “casa di vetro” (glass house. in english..gioco di parole perché mi pare che la famiglia si chiamasse glass di cognome…se non l’hai visto te lo consiglio) in cui tra dentro e fuori (sia nella casa che nella testa dei protagonisti) niente è come sembra. Lo stesso nel tuo racconto.

    #11261

    Ciao Simone.
    Racconto splendido. All’inizio, confesso, sono andata un po’ fuori strada. Ho pensato: ecco: la solita storia di un varco misterioso, una sorta di portale, che ci conduce in un altro universo.
    Invece, verso la fine, ecco delinearsi la verità. L’universo parallelo è quello immaginario di un alcolista: bellissima interpretazione del tema assegnato.
    Scritto molto bene. Bravissimo. Complimenti.
    :-)

    #11294
    Simone Cassia
    Simone Cassia
    Partecipante

    Voglio ringraziare tutti per i commenti. :)

    @zebratigrata: si, forse sono un po’ troppo oltre nella descrizione de “l’altro universo”. Ho esagerato il tutto perché il meccanismo non fosse manifesto già al primo paragrafo 😛 Vedi anche la storia del Jet lag; il protagonista poteva dire di essersi preso una sbronza e finiva lì.
    Ho preferito tenere alta la finzione narrativa così che il finale risultasse una sorpresa o una conferma a seconda di quanto il lettore si è lasciato trascinare dalle mie descrizioni.

    @Flavia e Valter: Si, credo di poter snellire qua e là e correggere i refusi :)

    #11319
    aleliu
    aleliu
    Partecipante

    Ciao Simone!
    Finalmente riesco a commentare il tuo racconto 😀
    L’ho trovato assolutamente originale e intrigante, anche se un po’ ridondante in alcuni punti, all’inizio. Sicuramente per via dei refusi e di alcuni concetti ripetuti.
    Sul finale, che si intuiva già nella seconda metà, l’unica cosa che posso dirti che mi ha deluso un po’ è la chiusura. La frase finale è poco a effetto, secondo me. Ci sono rimasta male perché mi aspettavo un “Ciao, sono Marco, e sono un alcolista”, con la crudezza quasi apatica di chi, fino al momento prima, ha raccontato di un mondo fantastico in cui andava da ubriaco xD

    Nel complesso comunque ho trovato il racconto originale, intrigante e davvero ben strutturato!

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da aleliu aleliu.
    #11411
    Linda De Santi
    Linda De Santi
    Partecipante

    Ciao Simone! Stranamente, a differenza di altri, ho capito da subito che “l’altro universo” era una qualche forma di trip mentale. All’inizio ho pensato che il narratore si facesse di droga, ma poi il finale chiarisce che si tratta di alcool (ammazza, ma che alcool beve il protagonista? :) ). La frase iniziale sul varcare le soglie del tempo e dello spazio e finire in un altro universo sembra messa lì un po’ a forza, secondo me si potrebbe tranquillamente omettere.
    Di sicuro hai avuto un’idea originale per sviluppare il tema, inoltre lo stile è buono e la lettura è piacevole.

    #11519
    Beppe Roncari
    Beppe Roncari
    Partecipante

    Ciao Simone!
    Molto bello il capovolgimento finale. Spesso ho sentito sostenere che universi fantastici come quello de Il Mago di Oz o di Alice nel Paese delle Meraviglie celassero metafore di percezioni alterate dall’alcool o dalle droghe… Beh, tu fai proprio l’opposto! È la realtà dell’ubriacatura che fa sembrare il mondo un universo fantastico.
    Buona prova.

    • Questa risposta è stata modificata 9 anni, 7 mesi fa da Beppe Roncari Beppe Roncari.
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