Home › Arena › Ossario › 68ª EDIZIONE – Baraldi Edition – 3ª della 4ª Era › [M] l'Amore brucia
Questo argomento contiene 26 risposte, ha 13 partecipanti, ed è stato aggiornato da Leonardo 9 anni, 10 mesi fa.
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16 giugno 2015 alle 0:57 #7831
Sono circondato. Sento ancora addosso il suo odore, nonostante il fugace incontro. Nonostante il sudore, la paura e le gambe che mi tremano. Orde di donne s’avvicinano e i loro ghigni si fanno sempre più distinti. «Arrenditi e accetta il tuo destino!» mi urlano. Non ho scampo. Creta, culla della civiltà matrilineare, pacifica e orgoglio della civiltà mediterranea, è tutt’altro. Il mio amore lontano. Me l’hanno portata via per ottusa gelosia e sete di vendetta. Sotto il sole cocente, tra cumuli di pietra e sterpaglia, vedo un ascia alzarsi sopra di me. Il sole s’oscura. Sento cedere la gambe. Sto per morire. Non vedo più nulla, m’abbandono al mio destino. Mentre cado sento un sussulto: mi sveglio di soprassalto!
Nella mia tenda, di nuovo nel deserto. È l’alba. E il mio amore lontano. Sono solo un ragazzo e mio padre è un Imohar, un nobile Tuareg. Siamo fieri uomini blu figli del vento. Lui apre delicatamente la mia tenda senza parlare e mi osserva: ha il velo blu che copre quasi completamente la sua folta barba nera. Gli occhi scuri e lo sguardo profondo osservano il mio giaciglio, sfatto e abbandonato ai sogni tormentati della notte. Sa del mio amore e dei miei dolori. L’intera carovana è in viaggio con me per trovarla. Mio padre ha abbandonato i suoi affari per dedicarsi a me e alla mia felicità. Esco fuori. Afrukh, il fabbro, m’infila al collo una grande collana. Un grande ciondolo, un talismano. Al centro un grande sole d’argento pitturato di blu. Intorno, rami di di bronzo, fiere e serpenti. Ma questo è il suo talismano! È il talismano di lei. Allora sanno dov’è, penso: la tengono nascosta! Mio padre s’avvicina benevolo ma io lo scanso: «Mi avete tradito, avete nascosto il mio amore con l’inganno e mi avete condannato alla ricerca senza fine!!» Il sole è già alto, la tende nere e gialle intorno a me cominciano ad offuscarsi, fino a scomparire. Svengo.
Mi sveglio. Finalmente nella mia camera. I miei coinquilini sono già usciti. Ho fatto le ore piccole com’è abitudine ormai da tempo. Da quando lei non c’è più. Mentre salgo in cucina penso alla nostra ultima chiacchierata, al caffè preso insieme al distributore dell’università. Poi lei è scomparsa. Nessuno sembra sapere nulla. Sembra non avesse amici. In cucina le luci sono accese. Le tapparelle chiuse. Urto qualcuno. Si scusa. Un odore familiare, i capelli lunghi e fluenti, il profumo di vaniglia e quel sottile filo di voce. E’ lei, nell’angolo tra la lavastoviglie e il frigorifero.E’ girata di spalle. Non riesco a parlare per l’emozione. Lei sembra sentirsi in colpa. «Giulia, sei tornata! Dove sei stata? Sono mesi che ti cerco».
«Spegni la luce, sto piangendo e non voglio che te mi veda!». Mi catapulto verso l’interruttore ma la luce non si spegne. Provo in maniera compulsiva, ma non succede nulla. Sono di nuovo in un sogno, nell’ennesimo sogno in cui la sto cercando. Apro la finestra e mi lancio nel vuoto. Volo. L’Amore brucia e non si spegne mai.16 giugno 2015 alle 1:12 #7843Leonardo Marconi
17 giugno 2015 alle 9:12 #8062In effetti leggendo mi sembrava mancasse qualcosa e quindi ho recuperato i dialoghi dal testo sotto. Sono rimasta perplessa quando da Creta sei passato ai Tuareg, invece quando ho compreso che si trattava di sogni o vite parallele, sono entrata nel tuo racconto e mi è piaciuta molto l’idea. Ben scritto (da editor forse cambierei un paio di frasi per dare più enfasi) e belle chiusa!
Alexia B
17 giugno 2015 alle 9:42 #8071grazie Alexia! Spero pongano rimedio…tutto quello che era tra <<…>> è scomparso nella formattazione di wordpress. L’importante è sapere che la lettura sia stata piacevole, ciao…
17 giugno 2015 alle 16:59 #8116Ho riportato il racconto al suo stato originario, Leonardo perfavore controlla che sia tutto a posto e che non manchi altro. Mi scuso con tutti per l’inconveniente, ma sono qui proprio per risolvere questo tipo di problematiche. Nonappena Leonardo confermerà che non manca più nulla potete ricominciare la lettura e il commento del suo lavoro.
17 giugno 2015 alle 18:46 #8124Racconto abile per i commenti. Procedete pure e buon lavoro.
19 giugno 2015 alle 8:30 #8219Ciao Leonardo, piacere di conoscerti.
Già al primo passaggio si intuiva dove andassi a parare, e la cosa ci sta. La scrittura è fluida, io snellirei la parte in cui hai messo tre “grande” di seguito, ma la trovo poco efficace. Il problema è che descrivi i sentimenti, ma non li fai vivere. In questa ricerca manca la disperazione del protagonista che attraversa la storia per ritrovare la sua lei.
A differenza di Alexia, io non ho apprezzato molto il finale, il salto nel vuoto è un epilogo scontato che non rende giustizia ai sui sforzi e arriva troppo in fretta. Capisco che 3000 caratteri sono pochi, ma piuttosto avrei tagliato qualche battuta nel deserto per dare più spazio al finale.
Resta una buona lettura.
Ciao e alla prossima19 giugno 2015 alle 9:29 #8224ciao Ceranu! farò tesoro delle tue critiche! la fretta altroché non essere consigliera porta spesso a ripetizioni non volute…e ahimè è capitato! per quanto riguarda la manchevolezza di cui parli sul piano del vissuto del protagonista: non potevo far altrimenti vista la dimensione onirica del racconto in cui ho preferito dar peso a situazioni sospese e drammaticamente claustrofobiche a cui il soggetto preferisce abbandonarsi e volar via. Claustrofobia ripetuta nella struttura del racconto a sogno continuo in cui nn sembra esservi via di fuga(non ci sara mai una situazione reale e vera) ma solo lampi ed epifanie di luce, speranze tradite e sempre ravvivate. Quella luce che non si spegne mai…
19 giugno 2015 alle 11:26 #8240Ciao Leonardo, nel tuo racconto rendi bene l’idea dei salti onirici in cui c’è la ricerca estenuante di una lei. L’argomento sentimentale di per sè non mi appassiona, quindi non sono riuscita ad immedesimarmi nel personaggio e a vivere questa suo dramma claustrofobico come lo hai definito tu. Ad ogni modo lo stile c’è e la lettura è veloce e leggera. Forse avrei diminuito le spiegazioni relativa ai tuareg, perde un pò di mordente. Buona fortuna.
19 giugno 2015 alle 15:32 #8281grazie Rossella, buona fortuna anche a te )))
19 giugno 2015 alle 16:44 #8285Ciao Leonardo! A me il tuo racconto invece è molto piaciuto. Questa ossessiva ricerca, attraverso il tempo, attraverso sogni e incubi, mi ha lasciato addosso un senso di disagio e solitudine. Forse come dice Ceranu, la fine è un po’ troppo ovvia, eppure mi viene da pensare: E se fosse un nuovo precipitare in un ennesimo incubo? Mi piacciono le storie a matrioska… dove nulla è mai quello che sembra e la realtà si sfalda ad ogni angolo. Solo una cosa però… questo genere di storie devono necessariamente avere una matrice d’origine, che sia tangibile. Un puntodi ancoraggio al quale lentamente risalire… potrebbe essere una buona storia da sviluppare!
A presto!
19 giugno 2015 alle 17:09 #8289grazie davvero Serena! il finale è interpretabile e lascia spazio all immaginazione. Il volo potrebbe effettivamente essere un nuovo sogno e non necessariamente una fine drammatica. Anzi, potrebbe creare le condizioni per un “sogno lucido” dai tratti ancora più surreali. La capacità di volare in sogno segnala infatti una grossa consapevolezza e forza interiore che con il dovuto allenamento si manifestano nel sonno. A presto Serena!!!
19 giugno 2015 alle 20:20 #8299Ciao Leonardo!
Interessante il succedersi di vite, il protagonista che rincorre la sua lei nelle ere, o nei sogni (c’è poi davvero differenza?), sfidando la morte e il tempo. La storia mi ha presa con il suo crescendo, fino a un finale che, se da un lato mi è piaciuto perché inatteso, dall’altra mi ha lasciata un po’ insoddisfatta sinceramente: tanta energia, tanta foga, e poi niente, è ancora lì a girare in un vortice infinito. Da un lato è stato frustrante, secondo me poteva portare a lieto fine di quelli potenti, senza togliere nulla alla luce fiammante del suo amore, centro del racconto.
Un appunto tecnico: nella prima parte hai messo una spiegazione della prima ambientazione: “Creta, culla della civiltà…” che fa un po’ uscire dalla storia. Nella seconda è molto più inserita nella storia: “siamo fieri uomini blu…” Così come<span style=”line-height: 1.5;”> </span><span style=”line-height: 1.5;”>nell’ultima parte</span><span style=”line-height: 1.5;”> </span><span style=”line-height: 1.5;”>non è servito dire: “Italia, età odierna, etc”, perché si deduce da poche pennellate di parole, così potevi secondo me rendere anche il primo paragrafo. dato che hai anche talento nel farlo.</span>
Tirando le somme il tuo racconto mi è piaciuto parecchio!
20 giugno 2015 alle 12:15 #8331racconto interessante. è un rischio quando si imposta una storia in una sequenza di sogni, c’è sempre il “ah ma era tutto finto” dietro l’angolo pronto a rovinare tutto. in questo caso invece mi pare che tu l’abbia gestito bene, perché non c’è particolare mistero dietro la natura onirica delle sequene narrate. c’è forse un po’ di infodump in eccesso, quando racconti chi/cosa è nelle varie iterazioni del sogno, nomi e ruoli di cui si potrebbe fare a meno (e che in un sogno non sono mai tanto definiti), comunque è un problema marginale. mi è piaciuto il tema tutto sommato semplice ma delineato efficacemente. avre preferito un’ulteriore iterazione in un contesto storico diverso per ribadire la sua ricerca (reale/onirica), magari accorgiando la parte dei tuareg. scrittura efficace, finale brusco ma ben calibrato.
20 giugno 2015 alle 18:07 #8346grazie Flavia, grazie Andrea!!! Purtroppo il pezzo sul deserto inizialmente era lungo come gli altri. Poi ho cominciato a limare tutto e quando stava per scadere il tempo…l’unico pezzo su cui non ho avuto modo di rimettere le mani è stato proprio quel sogno lì, argh!!! Buona fortuna!
22 giugno 2015 alle 14:51 #8435Poco da dire, ho trovato il racconto, al netto di qualche refuso o ripetizione, molto buono. Tendo sempre a privilegiare, nella valutazione, quanto lo scritto riesca a realizzare di quelli che erano gli intenti dell’autore e qui mi sembra che tutto sia filato liscio. L’interpretazione del tema è buona e lo stesso permea il racconto fin nelle sue fondamenta. La struttura a sogni è ben realizzata e lo stesso finale va letto come interno al sogno: non si butta letteralmente, semmai è la sua razionalità e capacità di controllo che comincia a cedere o forse a ribellarsi. Quindi finale aperto, quel salto può essere l’inizio della fine o di un nuovo inizio. Pollice SU per me.
22 giugno 2015 alle 18:03 #8478Ciao Leonardo
Innanzitutto ti faccio i miei più sentiti complimenti per l’originale ambientazione. Una storia d’amore Tuareg è una mossa ardita che a mio avviso sarà ben ricompensata.
I nomi citati sono reali o pura invenzione? Mi piacerebbe se dietro a questo racconto ci sia una ricerca, una passione più profonda verso questo argomento o sia stata un’illuminazione del momento
Ecco questo è quello che ho pensato fino a metà racconto, poi arriva la seconda parte e il mio entusiasmo lievemente si smorza. Diventa tutto un po’ macchinoso appesantendo la bella partenza.
Si intervallano un paio di sogni fino ad arrivarr ad un suicidio (a mio avviso) senza senso perché privo di descrizione di un ipoteticomamalessere psicofisico dovuto a quella scomparsa, quindi poco credibile. Forse un finale un po’ affrettato. Peccato
22 giugno 2015 alle 20:46 #8491Grazie ad Antico e a Gabriele!! L’interesse nello specifico è legato al fascino che ho sempre provato per i sistemi sociali “diversi”: nel racconto appunto il sistema minoico matriarcale e quello nomade Tuareg molto restio all’arabizzazione e soprattutto all’islamizzazione.
Ps. Non è un suicidio: siamo nei sogni, non può accadere perché non è contemplata una fine
A presto!!
23 giugno 2015 alle 14:56 #8540La trovata “era tutto un sogno” è talmente abusata da essere di per sé un punto a sfavore di qualsiasi storia. In questo caso però si tratta di “un sogno dentro un sogno dentro un sogno”, e questo continuo sfumare di una realtà (onirica) in un’altra è gradevole e rende il racconto delicato, con un suo sapore. La cosa che non mi è piaciuta è il suicidio finale, che mi è parso un po’ eccessivo, un modo di chiudere in fretta. Forse l’avrei lasciato a sognare.
23 giugno 2015 alle 19:32 #8562Grazie Tina!! Non e’un suicidio ma un volo, tipico in certa letteratura dei sogni lucidi e consapevoli. Volare sopra la città, volare lontano… ecco forse cosa vorrebbe il protagonista…
23 giugno 2015 alle 20:01 #8563Oddio non l’avevo mica capito… Ma mi sa che in questa edizione di MC non ho capito parecchie cose 😀
24 giugno 2015 alle 12:47 #8611non preoccuparti, grazie lo stesso Tina!
25 giugno 2015 alle 16:56 #8671Ciao Leonardo. L’idea mi piace tantissimo: il tema della reincarnazione è molto affascinante, e in questo caso l’hai resa anche molto bene. <span style=”line-height: 1.5;”> </span><span style=”line-height: 1.5;”>Io l’ho interpretato così: t</span><span style=”line-height: 1.5;”>re contesti, tre piccoli racconti, uniti tra loro dal sonno e dalla morte del protagonista, che ha come scopo eterno quello di trovare la propria amata. Alla fine ci riesce? Forse no, ma non smetterà di cercare. Stile scorrevole, belle descrizioni, ma la luce come tema mi sembra un po’ assente. Alla fine c’è l’accenno alla lampadina che non si accende, ma è un po’ buttato lì. Comunque bravo! </span>
25 giugno 2015 alle 17:06 #8675Ciao Francesca! Sono felice che la lettura sia stata piacevole!! La luce che non si spegne non è solo la lampadina nella casa ma…l’amore, che brucia e non si spegne mai… buona fortuna e grazie ancora!
25 giugno 2015 alle 17:43 #8682Al di là degli aspetti tecnici, il brano non mi ha coinvolto. Stilisticamente ho apprezzato il primo paragrafo, dove le percezioni del protagonista, le immagini che lo investono e le sensazioni che prova rappresentano il personaggio stesso e facilitano quindi l’immedesimazione del lettore con la situazione. Il secondo paragrafo invece mi pare per buona parte un racconto di ‘situazioni’, una descrizione necessaria a contestualizzare la nuova ambientazione onirica, mentre il terzo, da cui mi attendevo se non proprio una soluzione, almeno una rappresentazione condivisibile di ciò che per il protagonista vale la pena inseguire attraverso incubi e sogni, in realtà offre solo una sbirciata su uno spaccato anche piuttosto triste e problematico. Insomma, nel complesso ho vagato e questo va bene, ma ho patito oltremodo l’apparente – e voluta? – assenza di una meta concreta del racconto.
26 giugno 2015 alle 22:27 #8764Buonasera Leonardo. Ah l’amour! Eterna luce che fa illumina l’animo umano, senza tempo, senza fine, senza spegnersi mai. Dannazione ed estasi dell’essere umano.
Ho trovato il tuo racconto delizioso. La scelta dei salti onirici mi è piaciuta parecchio come linea di narrazione perché ti ha permesso di dare un senso di eterno alla ricerca della donna amata. L’unico limite che trovo al tuo racconto è che, in alcuni punti, non sei riuscito a trasmettere appieno le sensazioni che il protagonista sta vivendo, la disperazione per la sua affannosa infruttuosa della sua fantomatica lei.27 giugno 2015 alle 9:51 #8778grazie a Marco e Ophelia! Come al solito, parole preziose da prendere in considerazioni per lavori futuri!!! Buona fortuna!!
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