Home › Arena › Chiarle Edition – 72ª Edizione – 7ª della 4ª Era › Lorely
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19 ottobre 2015 alle 22:02 #11906
Elmer trovò un piccione sul balcone e se ne innamorò a prima vista. Non era grigio come gli altri, era bianco e aveva le zampette rosa. Quando lo mostrò al nonno ci rimase male perché quello uscì fuori come un matto e lo cacciò via. Così Elmer imparò che al nonno non piacevano i piccioni così come non gli piacevano le persone del palazzo, né i suoi amici.
Dopo la morte della mamma, il nonno era l’unico parente e anche se aveva un pessimo carattere, Elmer gli voleva bene e aveva imparato a convivere con le sue manie. Niente televisione né computer, però aveva il permesso di giocare a pallone, ma solo quando il nonno era via per fare la spesa.
Quando non andava a scuola, Elmer trascorreva il tempo a ritagliare le figure dei giornali e incollarle sull’album. Non aveva giocattoli a parte le biglie che teneva nascoste e il pallone. Tutto dava fastidio al nonno e gli provocava le crisi che lo facevano urlare con le vene del collo che si gonfiavano e gli occhi che parevano voler schizzare via dalle orbite. A parte questo, il nonno gli voleva bene; doveva volergli bene per forza perché Elmer era il suo unico parente.
Il piccione non aveva il permesso di avvicinarsi al balcone, almeno fino a che il nonno non andava a dormire. Elmer preparava un intruglio di mele e biscotti che al piccione piacevano tanto e lo metteva da parte fino a che tutte le luci della casa non si spegnevano. Allora, sgattaiolava sul balcone con il pigiama a righe di qualche taglia più grande e aspettava che il piccione venisse a trovarlo.
Quando il candido uccello atterrava sulla ringhiera, Elmer tendeva la mano con l’intruglio che aveva preparato per lui e cercava di fare amicizia. Il piccione però non si fidava e se lui si avvicinava troppo, si allontanava o volava via. Allora Elmer gli gettava i bocconcini e lo guardava mangiare ed era così felice di avere un amico che si sarebbe messo a danzare o a fare il matto, come il nonno.
Trascorse l’estate e arrivò l’autunno. A scuola le maestre avevano cominciato a chiedere del nonno. Volevano incontrarlo, parlargli, conoscerlo. Vennero persino delle assistenti sociali ma fu tutto vano: il vecchio non voleva vedere nessuno, meno che mai persone che “vogliono portarti via da me”.
Elmer sapeva che c’era qualcosa che non andava nel suo nonnino e che un giorno o l’altro le cose sarebbero cambiate e più il tempo passava, più certe manie andavano peggiorando, come ad esempio il fatto di parlare da solo o di grattarsi fino a che non usciva il sangue.
Per fortuna c’era Lorely il piccione bianco che gli faceva visita ogni notte e gli teneva compagnia fino all’alba. Con il tempo il bambino aveva guadagnato la sua fiducia e il piccione gli permetteva di avvicinarsi e di accarezzarlo.
Una notte arrivò la neve e il piccione volò via prima del solito. Il bambino tese la mano verso quel puntino bianco che si allontanava nel buio fino a diventare piccolo come un fiocco di neve.
Fu la notte in cui il nonno morì.
Il piccione non tornò più.21 ottobre 2015 alle 7:53 #12045Ciao Angela,
la tua storia suscita molta tenerezza, è delicata, e narrata con un ritmo che trovo perfetto per la trama. Scorre bene ed è narrata in modo chiaro, forse l’unica cosa che mi ha lasciata un po’ perplessa è la verosimiglianza della situazione (un bambino lasciato con un nonno mentalmente malato… possibile che nessuno se ne sia accorto?) e il finale aperto, poetico ma che lascia con dubbi fastidiosi (e ora che fine farà?).Qualche accorgimento:
gli provocava le crisi che lo facevano urlare con le vene del collo
Così sembra che urli tramite le vene del collo. Scriverei: “con tanto di vene al collo” oppure staccherei i due periodi in qualche altro modo.
doveva volergli bene per forza perché Elmer era il suo unico parente.
attenta all’infodump, che ci attende sempre dietro l’angolo.
Ho apprezzato parecchio l’immagine del bimbo nel pigiama più grande, molto realistica ed evoca quel leggero senso di trascuratezza che in altri punti è raccontato.
Il tema mi sembra abbastanza preso. Nel complesso una buona prova.
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Flavia Imperi.
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