Home › Arena › Laboratorio di Scrittura dell’Antico › Sessione di ottobre › #mille e non più mille – Campanaro
Questo argomento contiene 8 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da Luchiastro 9 anni, 6 mesi fa.
-
AutoreArticoli
-
10 ottobre 2015 alle 20:19 #11718
Posto qui il testo di CAMPANARO, scritto per #mille e non più mille.
Lo posto con i dovuti a capo, che su FB non posso aggiungere se non spezzettando il racconto in diversi post, con una postilla finale e una grossa incertezza riguardo al titolo, che forse va sostituito con uno che centri meglio il focus del racconto.
3… 2… 1… Distruggetelo! 😉CAMPANARO
Due bimbi giocano a campanaro in una piazzetta con due panchine. Una è vuota, sull’altra c’è una vecchietta occhialuta che legge un giornale e getta occhiate infastidite verso i bambini.
Arriva un’altra vecchietta con un sacchetto di molliche, si siede sull’altra panchina e comincia a gettare le molliche davanti a sè.
Accorrono diversi uccelli. I bimbi si fermano a guardarli, poi ricominciano a giocare.
“A- nghì- ngò…”
Le due vecchie si scambiano uno sguardo d’intesa; quella col sacchetto tira il mangime sempre più vicino ai bambini, gli uccelli diventano sempre di più.
“Scusi signora” dice il più grande “può tirare le molliche più in là?”
“Come ti permetti?” strepita la vecchia “Non dovreste essere a scuola a quest’ora? Via!”
I bambini scappano. L’altra posa gli occhiali sul giornale, già piegato sulla panchina. Si alza.
“Non ci provare Carmen, stavolta inizio io!” Dice la vecchia dei piccioni avvicinandosi al numero 1.
“Non è giusto, Peppa. Anche i bambini fanno la conta, ormai!”POSTILLA
Caro lettore, ti invito a leggere questo racconto senza nessun pregiudizio; se vedi la poesia di due vecchiette che giocano, o senti l’invidia che ti rode perché due splendide ottuagenarie riescono ancora a saltellare in una piazzetta mentre tu l’altro giorno ti sei stirato la schiena facendo un movimento storto davanti al computer, sei fuori strada. (Anche perché io queste vecchiette le conosco, e l’invidia la provo anche io, ma questa è un’altra storia). Quello a cui hai assistito è un atto di bullismo, un vero e proprio abuso di potere e autorità. Perché quei due bambini dovrebbero cedere il posto alle vecchiette? Perché le vecchiette non possono mettersi a giocare con loro, o fare la stessa cosa un po’ più in là? Sei mai stato nei panni di quei bambini? Vorresti che succedesse ai tuoi figli/fratelli/cugini? Io penso di no. Quindi, ribellati allo strapotere degli anziani, e prenditi la tua piazzetta! (O qualunque cosa ti venga negata da un ottuagenario per stupidi motivi di età).13 ottobre 2015 alle 10:08 #11787Testo davvero particolare. All’inizio non avevo capito bene per quale motivo i bambini fossero così arrendevoli e fuggissero davanti alle rimostranze della vecchia bisbetica, solo nella postilla tutto è chiaro. Hai dipinto un altro mondo in cui i ragazzini sono davvero ragazzini e hanno ancora paura e/o rispetto per gli adulti. Le due anziane sono tremende, ma non riesco a provare simpatia per loro che vogliono ancora giocare a campana
Qualche appunto da rivedere. La postilla invece è assolutamente perfetta. Brava Ambra.Accorrono diversi uccelli. I bimbi si fermano a guardarli, poi ricominciano a giocare.
Forse “riprendono” piuttosto che “ricominciano”
“Non ci provare Carmen, stavolta inizio io!” Dice la vecchia dei piccioni avvicinandosi al numero 1.
Non è chiarissimo a meno che tu non dica “la casella numero 1” oppure non introduca un dettaglio “il gessetto/sassolino in mano”.13 ottobre 2015 alle 10:09 #11789Non riesco a modificare il commento (mannaggia). Comunque la frase corretta è: “Non riesco a non provare simpatica per loro che vogliono ancora giocare a campana”.
13 ottobre 2015 alle 18:29 #11806Ciao Ambra Stancampiano,
Attenta a: avvicinandosi al n°1, io specificherei casella (o riquadro) e anche dove (sull’asfalto) altrimenti il lettore medio si perde. Pensa che dalle mie parti, Campanaro si chiama Gioco della Settimana (la cantilena è infatti: “Era lu-lu-lu-lunedì era ma-ma-ma- martedì… e via di seguito). Effervescenti, le vecchiette. Mi sono simpatiche. Carina anche la chiusura finale del racconto (anche se, a sentire l’ISTAT, saranno proprio i vecchietti a scacciare i bambini ) pro-giovani. Come titolo, non so, la butto lì: “Campanaro Senior”.
Brava.14 ottobre 2015 alle 19:20 #11826Nel mio paese era “paradiso”, il gioco, dal nome dell’ultima casella tonda. La canzoncina era quella che dice Alexandra.
Penso che non ci sia un modo di chiamarlo senza lasciare il dubbio a buona parte dei lettori, ma forse aggiungendo qualche accenno al disegno fatto col gesso, il sasso lanciato prima di inizare il percorso o qualcosa di altrettanto caratteristico, sono sicuro che si possa evocarne l’immagine.
Non penso che sia una buona idea usarlo come titolo, quello può fuorviare molto.
La postilla non capisco se sia seria o ironica, perché per quanto mi sforzi non riesco a vedere il bullismo nella scena. Scacciano i bambini, sì, dall’alto della loro età e autorità, ma il fine è talmente positivo e solare che annulla la loro cattiveria.
15 ottobre 2015 alle 10:51 #11863Ciao a tutti e grazie per i commenti, riscriverò (spero oggi stesso) il racconto con le dovute indicazioni sul gioco (tanto ormai i mille caratteri sono belli che andati).
@Andrea, la postilla è sicuramente ironica, ma C’è un fondo di verità: viviamo in una vera e propria gerontocrazia in cui l’età è un criterio che apre e chiude un sacco di porte, e non sono sicura che età ed autorità siano un buon criterio di selezione per tutte le cose. I bambini poi vengono letteralmente scacciati. Magari anche il bullo che picchia il ragazzino magrolino sull’autobus e gli ruba le scarpe di marca per regalarle al fratellino piccolo che non se le potrebbe permettere lo fa per un fine più alto, ma di fatto cosa sta facendo? (perdona il gioco di parole col verbo fare)
Lieta che le vecchiette vi siano simpatiche, sono cresciuta con una di loro ed effettivamente sotto la scorza burbera e dispettosa c’era una grande e bellissima persona che riusciva a non essere mai banale.
A breve il racconto migliorato
17 ottobre 2015 alle 23:53 #11874Ok, ecco la riscrittura.
Ho riflettuto su un titolo che potesse rispecchiare sia il gioco che il punto di vista da cui guardare la trama, ed ho pensato aGIOCHI DI POTERE
Una mattina di Primavera, l’aria è limpida e frizzante. Stanno tornando le rondini. Davanti ad una chiesetta piccina c’è una piazza di mattonelle grigie su cui Due bimbi hanno disegnato col gesso un percorso di caselle numerate. Nella piazzetta ci sono due panchine, l’una di fronte all’altra. Una è vuota, sull’altra c’è una vecchietta occhialuta che legge un giornale e getta occhiate infastidite verso i bambini. I bambini canticchiano una conta, poi la più piccola prende un sassolino e lo lancia; il sassolino arriva sulla casella numero 4, e la bambina lo segue saltellando su una gamba sola. Stanno giocando a campanaro. Arriva un’altra vecchietta con un sacchetto di molliche, si siede sulla panchina vuota e comincia a gettare le molliche davanti a sè.
Accorrono diversi uccellini. I bimbi si fermano a guardarli, poi riprendono a giocare.
“A- nghì- ngò…”
Le due vecchie si scambiano uno sguardo d’intesa; quella col sacchetto tira il mangime con più energia, quasi mirando allo schema disegnato sulla piazza; qualche mollichina arriva anche sui bambini, mentre gli uccellini raddoppiano e si fanno sempre più grossi.
“Scusi signora” dice il più grande “può tirare le molliche più in là?”
“Come ti permetti?” strepita la vecchia “Non dovreste essere a scuola a quest’ora? Via, oppure chiamo i tuoi genitori!”
I bambini scappano. L’altra vecchietta posa gli occhiali sul giornale, già piegato sulla panchina. Si alza. “Non ci provare Carmen, stavolta inizio io!” Dice la vecchia dei piccioni avvicinandosi alla casella numero 1.
“Non è giusto, Peppa. Anche i bambini fanno la conta, ormai!”POSTILLA
Caro lettore, ti invito a leggere questo racconto senza nessun pregiudizio; se vedi la poesia di due vecchiette che giocano, o senti l’invidia che ti rode perché due splendide ottuagenarie riescono ancora a saltellare in una piazzetta mentre tu l’altro giorno ti sei stirato la schiena facendo un movimento storto davanti al computer, sei fuori strada. (Anche perché io queste vecchiette le conosco, e l’invidia la provo anche io, ma questa è un’altra storia). Quello a cui hai assistito è un atto di bullismo, un vero e proprio abuso di potere e autorità. Perché quei due bambini dovrebbero cedere il posto alle vecchiette? Perché le vecchiette non possono mettersi a giocare con loro, o fare la stessa cosa un po’ più in là? Sei sicuro che l’età equivalga all’autorità, o alla competenza? No? Allora ribellati allo strapotere degli anziani, e prenditi la tua piazzetta!
17 ottobre 2015 alle 23:57 #11875A questo punto divento incerta sulla postilla, non so se sia ancora necessaria o se sarebbe meglio toglierla e lasciare uno spazio all’immaginazione del lettore… voi che ne dite?
P.S.
@Alexandra e @Andrea ricordate la filastrocca per intero? Me la potreste postare?18 ottobre 2015 alle 16:52 #11878Ciao Ambra,
“Giochi di potere” mi sembra un titolo azzeccato.
Forse avrei dato alla seconda vecchietta un segno di riconoscimento più evidente (la prima è occhialuta), a mo’ di stereotipo caratterizzante. Interessante questa frase: mentre gli uccellini raddoppiano e si fanno sempre più grossi. Io l’ho percepita come se volessi accennare a una situazione inquietante in caso di conflitto tra i bimbi e le vecchiette, ma non so se era anche una tua intenzione, virare verso l’horror.
La postilla io non la toglierei, perché altrimenti bisognerebbe incorporarla nel racconto sotto forma di tracce. Ti segnalo il “due” erroneamente scritto maiuscolo.
Comunque decisamente meglio della prima versione, che non ho fatto in tempo a commentare.
Chiedo la grazia.
-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 6 mesi fa da
Luchiastro.
-
Questa risposta è stata modificata 9 anni, 6 mesi fa da
-
AutoreArticoli
Devi aver eseguito l’accesso per poter rispondere a questa discussione.