[M] Push the button game!


Questo argomento contiene 9 risposte, ha 10 partecipanti, ed è stato aggiornato da  Jacqueline Nieder 10 anni fa.

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  • #5142
    Leonardo
    Leonardo
    Partecipante

    Mi ricordo che una volta abitavo nel pianeta Push, un gazebo infinito dove le forti radiazioni solari venivano filtrate da architetture metalliche fluorescenti. Era un posto lounge e un po’ vintage, nato per la smania di certi nostalgiconi dei tempi andati sul Pianeta Terra. Loro, i burocrati, gli amministratori, si facevano chiamare Yuppies: sorridevano sempre col loro bicchiere in mano e volevano che quel posto diventasse un pianeta da bere!
    Noi plebani sgobbavamo tutto il giorno in faccende quotidiane e nei nostri umili contratti a chiamata. E per ogni cosa da comprare e per ogni servizio da richiedere andavamo in sala giochi, ci facevano una partita e compravamo il servizio. Avevano inventato il modo per farti amare le tasse, gli acquisti e gli f24: farti pagare con l’adrenalina a mille nel sangue a colpi di arcade e joystick.
    Poi un giorno, tra una partita a Tetris e un’altra con quell’idraulico con salopette e baffetti, accadde l’irreparabile: un sabotaggio o un virus e i coin-up erano impazziti. Niente acquisti, nessuna transazione, neanche un tramezzino al bar. I cabinati non davano più segni di vita: solo un triste, interminale insert coin su sfondo nero. Inutile inserire gettoni!
    Era un attacco cibernetico!!!
    In breve fu il panico generale: non c’era più nulla da comprare (il denaro non esisteva, avevamo solo i gettoni!). Il governo dei portaborse illuminati lanciava messaggi di terrore a reti unificate, tra sgomento e crisi in vista, recessione, ecc… E puntava l’indice contro i signori della guerra: i produttori indipendenti delle home console, nerd sanguinari e solitari!
    Ma perché tutto ciò? Nato dalla primavera dello spritz, il partito dei portaborse illuminati (così si facevano chiamare, in segno di protesta contro i vecchi potentati finanziari) era un movimento arancione che in breve tempo aveva rivoluzionato il nostro modo di vivere. Con un’unica utopia: eliminare il denaro! E c’erano riusciti: al posto del contante, solo gettoni e totale tracciabilità delle transazioni!
    Quello che successe fu un botta e risposta tra governo e nerd della guerra, che avevano già annusato il profumo del ritorno alle vecchie e dimenticate imposte locali! La risposta dei portaborse fu un black-out totale: fu interrotta ovunque l’energia elettrica! E la controrisposta fu immediata: pannelli solari, pale eoliche, addirittura mulini a vento riconvertiti in alcune lande. L’autoproduzione di energia elettrica fece virare le sorti dello scontro a favore degli oscuri nerd delle consolle.
    E fu lì che agii di persona. A colpi di slogans ammiccanti scesi in campo e lanciai la grande proposta: un governo di maggioranza, tutti dentro e nessuno fuori. I portaborse fecero di me il portatore del nuovo, il rottamatore, la luce fuori dal tunnel. I nerd parlavano di me come l’uomo della riappacificazione.
    Vinsi le elezioni e scrisse su twitter: ecco #lavoltabuona , bentornati al caro e sempre nuovo #consociativismo. Fu un trionfo virtuale. Il resto, è storia attuale!

    Leonardo Marconi

    #5417

    Alexandra Fischer
    Partecipante

    Push the button game di Leonardo Marconi È una storia molto cyberpunk. Si sente l’influsso di Gibson, questo sì. La SF è fra noi (vedi le citazioni di Tetris e di Super Mario Bros), ma è anche una satira degli Anni ’80 (evidente nel riferimento agli Yuppies) e dell’epoca attuale (vedi i contratti a chiamata e il rottamatore). Attenzione a slogans, no, meglio slogan. Ha un ritmo scorrevole e il Guasto c’è (Game Over). Il titolo mi fa pensare ai Chemical Brothers e anche il nome del Pianeta. Lo trovo molto caustico.

    #5496
    Ozbo
    Ozbo
    Partecipante

    Push the button game! Di Leonardo
    Ciao Leonardo,
    ho apprezzato il tuo testo come un pezzo di satira o un soggetto da sviluppare più che come un racconto. A mio avviso spendi molto del poco spazio a disposizione per descrivere il mondo da te creato e poco per le vicende che sono rese da una voce poco coinvolgente (il protagonista che racconta quando abitava il pianeta push) e date al lettore in maniera sommaria.

    #5507

    Fernando Nappo
    Partecipante

    Ciao Leonardo,

    esprimo lo stesso parere già dato a un altro racconto: mi pare che nel tuo racconto ci sia materiale per qualcosa di ben più lungo, ma che il tutto sia stato condensato in tremila caratteri per rimanere nella lunghezza impopsta per il contest.
    Inoltre, per condensare tutte queste informazioni, il tuo racconto è molto ‘raccontato’ e come ha detto anche Ozbo questo rende la narrazione, sempre a mio avviso sia chiaro, un poco farraginosa.

    Fernando

    #5762
    L'Antico
    L’Antico
    Keymaster

    Leonardo, benvenuto nell’Arena di Minuti Contati. Qui si sputa sangue, si viene abbattuti e si rinasce, nerdamente parlando, più forti e con i capelli sayanicamente più biondicci (e non chiedermi che vuol dire perché il tasto nerd l’hai schiacciato tu).
     
    Racconti troppo e con discreta confusione. Ci sono errori sparsi che non aiutano la lettura che invece in questo caso avrebbe dovuto essere, per la mole di contenuto presente, assolutamente scorrevole. Usi troppi esclamativi, all’ennesimo m’è venuta voglia di scendere nell’Arena per raccoglierli uno a uno, legarli e dar loro fuoco. Fastidiosi e inutili. Manca la storia. Non credere, sono videogiocatore sfegatato e non mi sono perso riferimento alcuno (tra l’altro, #Alexandra, il fatto che ci siano videogiochi non implica che ci sia fantascienza), però qui non accade nulla o comunque poco e il protagonista prende l’iniziativa nel finale senza subire ostacoli: decide, fa. Devi contrastare di più. Racconto da pollice giù, a questo giro t’imbratti di polvere. Hai meno di un mese per rialzarti e riprovarci, ti aspetto.

    #5836
    Beppe Roncari
    Beppe Roncari
    Partecipante

    Ciao Leonardo, ben trovato.

    Il tuo racconto è una satira che mostra perfettamente come la fantascienza possa essere un pretesto per la critica sociale, come ne I viaggi di Gulliver, d’altro canto.

    Trovo però che il testo soffra come racconto, nel senso, è tutto “raccontato” e poco mostrato.

    Dal punto di vista stilistico, trovo che il numero di punti esclamativi sia davvero eccessivo.

    Il tweet #lavoltabuona, i riferimenti ai bitCoin e alle comunità locali a km0, al rottamatore etc. mi hanno fatto pensare che forse ti riferissi al presente presente. Ma il tuo Renzi sarebbe proprio un campione della parte opposta, più un Cinque Stelle che altro… insomma, la cosa mi ha piuttosto confuso, a meno che tu non volessi dire: “faccio di tutta l’erba un fascio e anche il mio protagonista alla fine è un antieroe”.

    Alla prossima!

    #5860

    Giulio Lepri
    Partecipante

    Ciao Leonardo,

    Racconto molto punzecchiatore e sarcastico. Mi ha divertito molto rileggere di SuperMario e tutti i miei amati videogiochi. Molto bella l’idea di usare i videogiochi come fondamento dell’economia futura del folle pianeta Push. Che poi forse tanto folle non è, visto quanto ci somiglia.

    C’è un’ottima idea di base nel tuo racconto che però ho avuto l’impressione tu non abbia esplorato a fondo. Dietro a tutte le frecciatine e alle battute da spinoza.it non sono riuscito a vedere molto di più. Il potenziale c’è ed anche molto grande, l’idea poi è tremendamente geniale e attuale, lavoraci su e ti può uscire un ottimo racconto di critica sociale (che poi è il tema per eccellenza della fantascienza).

    #5893
    Viviana Tenga
    Viviana Tenga
    Partecipante

    Ciao Leonardo,

    Nel complesso il racconto mi è piaciuto, ho trovato che tu sia riuscito a ironizzare sulla società di oggi in modo leggero e senza risultare banale. Il problema è che risulta molto compresso e impersonale, perché passi al lettore davvero tante informazioni rispetto allo spazio che hai. Secondo me, avresti dovuto puntare di più sulla caratterizzazione della voce narrante, che tra l’altro non è difficile immaginare come un personaggio un po’ sopra le righe, in modo che il racconto non sembrasse troppo un semplice resoconto di una serie di eventi.

    #6015

    devon
    Partecipante

    Riassumerei il tutto con un “cosa ho letto?” All’inizio ho pensato fosse la pagina di un diario, ma proseguendo la lettura ho avuto poche sensazioni, troppo fuori dal vissuto del protagonista. Alcune cose mi hanno fatto sorridere come SuperMario o i costanti riferimenti al mondo delle console, ma il resto è troppo racconto e poco storia. Alla prossima.

    #6104

    Jacqueline Nieder
    Partecipante

    Push the button game! [Leonardo]

    Ciao Leonardo,

    in questo racconto sento troppo la voce del narratore e poco l’azione. Credo sia importante che siano i gesti a parlare e a fare la storia, piuttosto che la voce diretta di chi scrive, a meno che esso non si cali all’interno del suo personaggio e veda e senta con i suoi occhi. Manca la storia, anche se la posizione satirica l’apprezzo.

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