Sulle ali della notte, sotto i raggi della Luna


Home Arena Chiarle Edition – 72ª Edizione – 7ª della 4ª Era Sulle ali della notte, sotto i raggi della Luna

Questo argomento contiene 1 risposta, ha 2 partecipanti, ed è stato aggiornato da Flavia Imperi Flavia Imperi 9 anni, 6 mesi fa.

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  • #11921

    pierluigi parise
    Partecipante

    …ho sempre patito l’idea della notte, l’immagine del mondo intento a riposare, l’immagine di un mondo che non si può e né si deve disturbare… e tu sei lì, sveglio, immobile, a pensare….a pensare al passato, ricercando un senso negli affetti e negli amici ma non trovando alcuna risposta se non innanzi ai raggi della luna…
     
    …quella volta, di notte, avevo sentito di là mio padre delirare durante le cure, quando neppure la morfina riusciva ad offrirgli un po’ di conforto… il mio letto era gelido come del resto era il grande salone che da salotto avevano adibito a camera mia per lasciare all’infermiere un posto in cui poter riposare…e così, mentre tutto il mondo dormiva ed io sentivo con strazio quelle grida mute provenire da quella maledettissima camera, io mi rannicchiavo per risparmiare un po’ di calore, già, perché mi era rimasto solo il mio….. cosa fare? “cosa posso fare per lui?” mi ripetevo continuamente in quel piccolo gelido nido…. ed in quella impotenza pensavo che sarei morto insieme a lui…
     
    …di notte gli amanti si scambiano tenere frasi d’amore e quei sussurri si trasformano nella dolce brezza che accarezza delicatamente il fusto degli alberi… di notte i bambini si concedono ai sogni… e le madri ricamano per loro…le luci della collina vibrano come quelle d’un piccolo presepe…non passa che qualche macchina…e sembra un mondo al rallentatore…
     
    …eppure in quella casa c’era un uomo che soffriva e che aveva un figlio solo, un uomo che soffriva per se stesso e per l’orribile futuro che avrebbe regalato a quel bimbo che lo amava… ed io stavo in quel lettuccio a rinunciare agli anni spensierati della mia vita, a vedere perduta la mia infanzia imparando a temere della morte non la sentenza ma la solitudine che lascia a chi rimane……ho sempre patito l’idea della notte, l’immagine del mondo intento a riposare, l’immagine di un mondo che non si può e né si deve disturbare… e tu sei lì, sveglio, immobile, a pensare….a pensare….e sono passati più di venti anni…e vivo….e continuo a vivere….e questa voglia instancabile di vivere prende il sopravvento persino sulla morte, e la vita trionfa….perché -anche se non vuoi- è la vita che trionfa….e ti addormenti con le lacrime agli occhi e con il pensiero ti scopri capace di volare… e ancora ti sorprendi… capace di portare ancora quella croce… e ti scopri ancora vivo…e ti sorprendi di te stesso…. ed il pensiero vola e corre, sulle ali della notte… e non ti puoi fermare…perché qualcuno cui donare tutto questo tu sai che vive…ed è vero: è da cercare, è da trovare…. è da bramare….. ed è la vita che ritorna e tu sei la vita che ritorna, non dimenticarlo, non lasciarti andare…. perché è la vita che trionfa…..sulle ali della notte….ed il ricordo si fa forte….e non ti puoi fermare….sulle ali della notte…..e non ti puoi fermare…

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    • Questo argomento è stato modificato 9 anni, 6 mesi fa da  pierluigi parise.
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    #12050
    Flavia Imperi
    Flavia Imperi
    Partecipante

    Ciao Pierluigi, benvenuto!

    Hai sviluppato il tema del contest in un modo molto poetico e profondo, però la tua storia non è un vero e proprio racconto, piuttosto un insieme di considerazioni e riflessioni, inframezzare da un’immagine statica, seppure intensa. Tutto quello che esprimi in questi 2796 caratteri è perfetto per una storia, denota una grande sensibilità e la voglia di esprimersi, ma non arriva “fuori”, al lettore, a chi non ti conosce, perché non è veicolato da personaggi, eventi, simboli, dialoghi. E’ raccontato e non narrato, mentre un principio della buona narrativa è “show don’t tell”: mostra, non dire. Fammelo vivere tramite una storia, espedienti.

    Qualche accorgimento tecnico:
    – evita i puntini di sospensione come la peste. Non servono, se non per lasciare un enunciato a metà o in pochissime altre occasioni.
    – evita le D eufoniche. Vanno messe solo per separare due vocali uguali (per es. ed Elisa; ad Asti… )
    – attento agli spazi, sia dopo i puntini, sia per separare i trattini (es. -anche se non vuoi- andrebbe scritto – anche se non vuoi – )

    Sono sicura che qui a MC troverai pane per i tuoi denti! :)

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