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Questo argomento contiene 5 risposte, ha 5 partecipanti, ed è stato aggiornato da Beppe Roncari 9 anni, 6 mesi fa.
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19 ottobre 2015 alle 21:39 #11901
COPRIFUOCO
di Beppe Roncari
Le tenebre sono appena calate. Non c’è un minuto da perdere.
Scosto la pesante tenda di velluto nero. Il cielo della città sembra morto, un pallido riflesso in terra di quello che era un tempo il firmamento, glorioso di luci. Mille lampioni che accecano. Ma in cielo ci sono altre luci al posto delle stelle. Luci mortali.
Da quando hanno istituito il Coprifuoco, quanti ne avranno fatti fuori di noi? Ci stanno prendendo uno dopo l’altro, e senza alcun onore…
Purtroppo, mi posso muovere solo di notte, e devo pur mangiare… Sono più di 88 ore che digiuno. Troppo. Devo essere forte, soprattutto se mi troverò a doverli affrontare.
Scendo a passi felpati sulle scale. So essere silenzioso come un’ombra quando voglio. Apro di uno spiffero il portone d’ingresso, stando ben attento a non fare il minimo rumore. Nessuno per strada. Ma questo non vuol dir niente. È dal cielo che viene la minaccia.
Mi calo il cappuccio della felpa sul capo e mi azzardo a uscire. Potrei passare per un drogato o un ubriaco, uno non informato o che se ne infischia del Coprifuoco… è la mia unica speranza.
Diavolo! È dura cercare da mangiare così… Le strade sono vuote, tutte le saracinesche abbassate, le finestre sbarrate. Eppure c’è fin troppa luce. Quando alzo gli occhi al cielo, questi lampioni maledetti mi accecano. Impossibile sperare di vederli arrivare… magari sono già sopra di me, mi spiano, guardano ogni mio movimento, in attesa di qualcosa che mi tradisca.
L’importante è non cedere alla tentazione. Non fare movimenti bruschi. Niente scatti. Niente che possa attirare la loro attenzione. E soprattutto mai, mai, mai cercare di fuggire.
Due riflessi a livello della mia spalla. Mi immobilizzo. Un gatto. Non posso credere alla mia fortuna. Non è scappato, è vicinissimo… Potrei allungare la mano e accarezzarlo… Ci devo provare… – Micio, micio, micio… – Mormoro sottovoce, muovendo contemporaneamente la mano lungo il fianco, per portarla all’altezza della spalla.
Gli occhi del gatto si accendono come due fanali: – Identificarsi!
Maledizione! Un nuovo modello!
Tengo la testa bassa, per coprire gli occhi col cappuccio.
– Identificarsi!
– Micio cattivo, spegni ’sta cazzo di luce!
Fingermi un ubriaco, sì, è l’unica speranza. Mi metto a ondeggiare un po’.
– Identificarsi! Prego rimuovere ostacoli all’identificazione e mostrare le retine. Identificarsi!
Scatto come una molla e gli sono con le zanne sul collo, glielo stacco di netto. Niente fluido vitale, solo sterili ingranaggi.
Sono fregato. Stanno arrivando. Li sento.
Mi trasformo e mi lancio in alto, sulle ali della notte, per un ultimo volo, salgo su, sempre più su… la città è solo un’eco per i miei ultrasuoni…
Quando so di essere al di fuori della cappa d’inquinamento, lascio cadere il mio travestimento e torno in forma umana.
E comincio a cadere anch’io, nel cielo, come una cometa.
Se devo morire, voglio farlo guardando le stelle.
Mi sono addosso in un attimo, coi loro paletti a pressione.
Maledetti droni.
Non si può più neanche volare in pace.20 ottobre 2015 alle 15:32 #12004E’ la mia prima critica in assoluto, quindi scusate se scriverò cose inopportune. Debbo dire che ho il vizio di leggere velocemente e questo racconto, per poterlo ‘capire’, l’ho dovuto rileggere 3 volte. Quindi ora posso esprimere dei giudizi:
positivi
l’originalità della trama (i droni antivampiri sono una bella trovata),
il linguaggio in prima persona,
la morte scelta ‘voglio farlo guardando le stelle’ che è uno sprazzo di poesia in un racconto quasi dell’orrore
la fedeltà al tema
negativi
la descrizione iniziale del cielo ‘sembra morto‘ e le successive ‘luci mortali‘ al posto delle stelle me lo fanno immaginare prima oscuro e poi punteggiato di luci creandomi un senso di disagio.
Nel complesso è un’ottima prova soprattutto per il ritmo descrittivo.
20 ottobre 2015 alle 17:32 #12009Ciao Carla, ben approdata a Minuti Contati e grazie dei commenti!
La descrizione del cielo, a mio parere, si capisce quando si evince che il punto di vista è quello di un vampiro. ;-=
Ciao!20 ottobre 2015 alle 21:43 #12024Ciao Beppe,
Del tuo racconto mi è piaciuta molto l’ambientazione, originale e piena di spunti interessanti. Il problema è che è un’ambientazione che avrebbe bisogno di molto più spazio. Anche se i punti principali sono chiari e la trama si segue senza particolari problemi (che ci fosse da aspettarsi una sorpresa sull’identità del protagonista si capiva abbastanza da subito), ho trovato il racconto troppo concentrato. Arrivata alla fine, la lettura non mi aveva lasciato niente, forse in parte perché ero troppo concentrata sul capire cosa stesse succedendo per empatizzare davvero con il protagonista. Insomma, un qualcosa che con uno sviluppo più ampio ha certamente delle potenzialità, ma che così com’è mi ha lasciata un po’ indifferente.21 ottobre 2015 alle 0:58 #12044Un vampiro calato in un’ambientazione fantascientifica: buona idea. Ho apprezzato il ritmo concitato con cui il protagonista si muove nella notte, che rende bene l’idea della sua angoscia. Ti faccio solo due appunti sullo stile: nella frase “Sono più di 88 ore che digiuno” avrei scritto per intero la cifra, “ottantotto”; nella frase “So essere silenzioso come un’ombra quando voglio” avrei inserito una virgola prima di “quando voglio”. Bravo, bel racconto!
21 ottobre 2015 alle 9:35 #12056Ciao Viviana, ciao Veronica, grazie dei commenti!
@Viviana
La storia è compressa perché siamo a Minuti Contati, ma anche tu dici che tutti gli elementi del background sono comunque presenti e la storia si segue. 😉
@Veronica
Ho scritto “88” in cifre non tanto per risparmiare caratteri (potevo permettermi “ottotantotto” e non sforare) ma per far concentrare su quel dettaglio… è innaturale, non è un multiplo di 24 (ore), come per gli umani, ma è dato da 16 (ore di giorno) + 8 (ore di notte) + 16 + 8 + 16 + 8 + 16 = 88, 4 giorni e 3 notti, il tempo dall’ultima volta che ha “mangiato”. 😉
Ciao! -
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