Home › Arena › Chiarle Edition – 72ª Edizione – 7ª della 4ª Era › Janara
Questo argomento contiene 2 risposte, ha 3 partecipanti, ed è stato aggiornato da Alexandra Fischer 9 anni, 6 mesi fa.
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19 ottobre 2015 alle 21:43 #11902
Adele si alza molto presto la mattina. Si sciacqua il viso e si infila il grembiule. Per prima cosa fa bollire l’orzo per la colazione, taglia il pane secco in pezzi piccoli, per i bambini. Loro hanno sempre fame. Prepara anche il pranzo per tutti. Poi esce e dà da mangiare alle galline e agli altri animali. Controlla l’orto e poi giù verso i campi. Suo marito lì non può controllarla.
Adele e le altre si scambiano segreti. Sussurri fra il grano carezzato dal vento. Domande che in casa riceverebbero schiaffi, cinghiate e in chiesa qualcosa di peggio. Lì fra loro può chiedere cosa è la vita, cosa è la morte. Può chiedere di dio e della natura, degli antichi saperi. Può chiedere perché.
Adele la sera si concede a suo marito. Gennaro in breve è soddisfatto e si addormenta. Solo allora Adele va in cucina e prende l’unguento. Si spoglia nuda e lo spalma sulla pelle. Si avvolge nel mantello, chiude gli occhi e vola.
Scende le scale per la cantina, ma poi continua verso il basso. L’odore di terra le riempie le narici, facendola sentire bene. Supera il ruscello sotterraneo e arriva nella caverna. Lì c’è la Seconda Porta e poi la scogliera. Una delle altre le ha detto che si chiama così. Arriva la civetta e la invita a seguirla. Adele si fonde con lei e vola leggera, con ali piumate e silenziose, ai suoi occhi ogni cosa appare chiara. Adele ama la civetta, che le dona la Vista.
C’è un luogo segreto, il suo posto speciale, dove va a riposarsi di tanto in tanto. Una radura morbida di quadrifogli, dove l’acqua scorre verso le stelle e i pesci sanno volare. Ma quella notte è speciale, e prosegue oltre.
Ognissanti è il momento per incontrarsi sotto il Grande Noce. Le altre Janare sono già lì ad aspettarla, per ballare e festeggiare. Ci sono fauni, ondine, salamandre e bestiole alate. Folletti e i cari defunti. Adele non ne ha paura, sa che lì sono come lei, spiriti liberi. Saluta la madre e il figlio morto di febbre e prende posto. Si apre il cerchio di danze e le Janare invocano la grazia di Dana e Jano. Sente che la notte si riempie di bellezza e di piacere.
Una mano le prende la gola.
Adele apre gli occhi all’improvviso. Suo marito la tiene per il collo, urlando cose che non capisce. Il volo è stato interrotto a metà. Ogni cosa gira e la voce di Gennaro è troppo forte. C’è confusione, scompiglio, tante voci. La portano via. Crocifissi. Fuoco. Un dio sofferente la condanna a morte, perché ha osato volare. Fiamme alte nella notte bruciano le sua ali di civetta. Adele piange. Piange per loro, perché non sanno cosa sia la libertà.-
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Flavia Imperi.
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20 ottobre 2015 alle 19:41 #12012E’ la prima volta che partecipo ad un concorso letterario di questo tipo, spero di essere in grado di formulare un giudizio chiaro e che possa essere utile allo scopo del contest.
Il tuo racconto mi è piaciuto molto, mi piace lo stile, l’utilizzo del presente. Sembra quasi, leggendolo, di poter toccare il grembiule della protagonista, di sentire l’odore della cantina… davvero brava!
L’unica nota che mi ha convinto meno, dovuta immagino alla necessità di rispettare i canoni di lunghezza del testo, è la chiusura, che mi sembra un po’ frettolosa. Volentieri avrei voluto leggere cosa altro Adele stesse pensando/ provando/ vedendo/ricordando mentre bruciava… è un personaggio davvero attraente e che desta curiosità! Complimenti!20 ottobre 2015 alle 20:31 #12018JANARA di Flavia Imperi Mi piace Adele, personaggio libero (una strega, capace di trasformarsi in civetta per partecipare al raduno di Ognissanti, ma buona (non manca a nessuno dei doveri quotidiani di donna, dalla cura della casa e della campagna a quella del marito). Difatti, il raduno, pur in mezzo a creature fantastiche e inquietanti, è anche occasione di incontro per rivedere i cari perduti (penso al figlio morto di febbre di Adele) e il finale, con la mano omicida di Gennaro, è un pugno allo stomaco. Il male è decisamente altrove. Interessante la mitologia Dana-Jano e anche la trasformazione di Adele in civetta.
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