Home › Arena › Chiarle Edition – 72ª Edizione – 7ª della 4ª Era › Night_ Enrico Nottoli
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20 ottobre 2015 alle 0:37 #11956
Night
Stavo guidando. Era notte e pioveva cenere. Le altre macchine non facevano che spararmi i loro abbaglianti in faccia. Avevo la nausea. Quel kebab non ce la faceva ad andarmi giù. E poi erano tre anni e sei mesi, sì, tre anni e sei mesi che stavo con lei. Ma due sere prima aveva deciso di mollarmi. Troppo apatico, diceva. Diceva che non riuscivo a motivarla. La facevo sentire banale.
Se c’è un regalo al mondo che un uomo possa fare a una donna è farla sentire importante. Non servono trenta centimetri. Basta farle emozionare.
Ma si vede che io non ci ero riuscito.
Per questo venne da me e mi fece:
“Basta.”
“Basta cosa?” Dissi.
“Basta stare con te.” Disse.
Io avrei voluto dare spiegazioni ma non me lo permise. Volevo chiederle scusa o gridarle: “Puttana!” dalla finestra mentre la vedevo andar via. Nulla.
E così eccomi lì, quarantotto ore dopo, a guidare verso “Le ali della notte” il night appena fuori città.
Arrivai e parcheggiai. Scesi sporcandomi subito di fango il risvolto dei jeans.
Imprecai. Entrai.
Presi una birra al banco. Dieci euro, Cristo santo. Mi misi a sedere su una delle poltroncine sotto al palco. Sopra c’era una bella donna, qualche segno dell’età che le dava carisma. Occhi tristi, abbastanza da farti sentire debole.
Continuai a guardare e buttare giù qualche sorso. Ma non riuscivo ancora a credere che io fossi lì e lei da qualche parte.
“Sei solo?”
Girai gli occhi. Era una ragazzina di vent’anni. Bionda con la carnagione chiara.
“Così sembra.”
“E che ci fai da solo?”
Tornai a guardare lo show.
“Cerco amore, come te.”
Fece una risata. Non so perché.
“Vieni con me allora.”
Mi prese per mano e mi portò in una stanzetta privata, e con privata intendo che c’era una tendina rossa a dividere noi dalla sala. Comunque mi fece sedere su una poltroncina in pelle e si chiuse le tende dietro. Ok, pensavo, basta stare concentrato sul culo. Oh sì, guarda là amico, mi dicevo, non puoi fartelo scappare!
La ragazza si venne a sedere su di me, le gambe larghe sui miei fianchi e le nostre bocche pericolosamente vicine.
“Allora, ti vuoi divertire?”
“Mi voglio divertire, baby!”
Baby non si poteva sentire.
“Fanno cento.”
“No problem, piccola!”
Sfilai il portafogli dalla tasca posteriore dei pantaloni e presi due pezzi da cinquanta. Lei me li tolse di mano e le infilò in una pochette che aveva con sé.
“Lasciami fare.” Disse scivolando verso il basso.
Strano a volte. Avevo una biondina mozzafiato impegnata a darsi da fare con me e io che mi logoravo ancora per quella stronza della mia ex. Sono sicuro che fosse perché non mi aveva dato modo di mandarla a quel paese.
Ancora insabbiato nei miei pensieri, vidi la ragazza risalire su, fissarmi e dire una frase che mi lacerò:
“Il tuo compagno non se la passa bene.”
Guardai giù. Infilai i pantaloni, la salutai e tornai alla macchina. Avevo fatto cilecca, incredibile.
Era questo l’amore?
Presi il cellulare e chiamai la sola donna che volevo.
“Pronto?”
“Aurora?”
“Sì.”
“Puttana!”
Riagganciai e me ne tornai dalla biondina.Enrico Nottoli
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