Home › Arena › Ossario › 69ª Edizione – 4ª della 4ª Era – Two Days Edition Starring Roberto Bommarito – › [P] Sintetico borghese – Aronica Serena
Questo argomento contiene 11 risposte, ha 10 partecipanti, ed è stato aggiornato da Beppe Roncari 9 anni, 9 mesi fa.
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22 luglio 2015 alle 23:18 #9065
Me ne sto con il naso all’insù, verso un cielo accigliato e rumoroso quando il clacson del pulmino della scuola strombazza facendomi sobbalzare. Recupero il mio zaino da terra e salgo. Le porte si chiudono alle mie spalle, sbuffando sui pistoni esausti. Una pallottola di carta mi sfiora la faccia, seguita da uno scroscio di risate. Provo a stamparmi in faccia un mezzo sorriso, poi cerco rapidamente un posto per sedermi. Tra le facce umide e accaldate, ne trovo una che sembra non prestarmi molta attenzione. E’ un ragazzino con una zazzera rossa simile a stoppa, ha la faccia spruzzata di lentiggini e un paio di occhiali fondi come culi di bicchieri. Mi siedo accanto a lui.
“Ciao!” il mio entusiasmo non deve essere molto contagioso.
Il ragazzino si sistema con l’indice gli occhiali, poi torna a fissare fuori dal finestrino.
Penso che questa nuova scuola farò fatica a farmela piacere.Il pulmino ci rigurgita davanti una struttura alta e squadrata. Tra schiamazzi e spintoni, raggiungo il portone. Il corridoio è lungo, troppo. Soprattutto per quelli che devono attraversarlo sotto lo sguardo di quelli più grandi. Vedo di nuovo il ragazzino occhialuto. Cammina a testa bassa, i libri stretti al petto. Nessuno lo tocca, ma le parole che gli lanciano addosso pesano più dei sassi.
“Da quale dei due culi sei uscito? “ gli ringhia contro un ragazzino grosso come un armadietto.
I tirapiedi del marmocchio ridono tenendosi le pance.
Io vorrei solo vomitare.La lezione di matematica sembra infinita. Quando finalmente la campanella suona, mi trascino al bagno per pisciare.
Appena davanti la porta dei bagni, qualcuno mi spintona per farsi largo. Mi ritrovo dentro, in un cerchio di ragazzini accaldati e esagitati. Nell’ultimo bagno il ragazzino armadietto sta ficcando nella tazza del cesso la testa di quello occhialuto.
“Ti piace quello che esce dal culo vero?” tutti sghignazzano.
“Siete una famiglia di froci marci!” e mentre lo dice, con l’altra mano inizia a tirargli giù i pantaloni.
In un attimo mi trovo a menare pugni e calci. In un attimo mi ritrovo con la testa nel cesso a mangiare merda mentre mi chiamano frocio.
Torno a casa in condizioni pietose e racconto ai miei tutto. L’indomani il preside ci vuole tutti nel suo ufficio. Bel modo del cazzo di cominciare.E’ tutta una manfrina. Il preside è uno di quelli con la faccia da prete, che di notte ama incappucciarsi per andare in giro a bastonare i negri e i froci. Finisce con lo sminuire l’accaduto.
Lo sguardo sconfitto dei genitori del ragazzino roscio mi infiamma il cuore.
Mi giro verso i miei con impeto.
“ Voi siete dei genitori sbagliati!” gli urlo in faccia.
Sgranano gli occhi e si fissano.
D’impeto mi allungo e strappo con foga la parrucca bionda dalla testa di mio padre.
Eccoli. Due uomini, davanti a loro figlio.
Li fisso mentre stringo la parrucca sintetica, poi il mio sorriso esplode.
“Ora, siete giusti!” e le lacrime di orgoglio che affiorano nei loro occhi, mi fanno sentire un figlio fortunato.24 luglio 2015 alle 0:13 #9175Ciao Serena
Vedo, con piacere, che questa volta sperimenti uno stile diverso e più immediato (non che ci sia nulla di male nel tuo stile solito, ma è bello quando gli autori si mettono alla prova su un terreno diverso).
Racconto semplice, attuale, efficace e intelligente. All’inizio sembra semplicemente l’ambientazione di un bambino in una nuova scuola, poi diventa una denuncia sociale e chiude con una sorpresa che fa pensare all’importanza di essere se stessi e sulla difficoltà di essere “pionieri”.A rileggerci (magari sugli scaffali di una libreria con l’aria condizionata)
24 luglio 2015 alle 0:46 #9178Ciao Angelo! Pur amando alla follia il mio old style grazie a Minuti Contati ho deciso di sperimentare una strada più essenziale e immediata. Sono davvero felicissima del tuo commento perché sei entrato appieno nel messaggio che desideravo dare. grazie per aver colto l’essenza della storia. Magari Angelo… soprattutto per l’aria condizionata!!!
24 luglio 2015 alle 16:45 #9195Mi piace molto il tuo stile, sei veramente brava. La prima parte è quella che ho apprezzato di più perché le descrizioni sono ottime, veramente molto buone. Testo in cui è facile identificarsi perché tutti abbiamo una scuola nel nostro passato 😀
Scherzi a parte, ho apprezzato anche il cambio di registro che si fa duro quando entrano in campo i bulli. Testo coerente che Angelo ha giustamente definito una “denuncia sociale” a cui mi associo. Finale a sorpresa che non toglie il pathos di un racconto ben costruito e ideato.
Gli appunti riguardano in partecolare le ripetizioni, alcune non le ho inserite ma ci sono miriadi di “ragazzini” nel testo. Se avessi avuto tempo avresti potuto limare tante imperfezioni. Il testo c’è. BravaIl corridoio è lungo, troppo. (qui ci starebbe bene il punto dopo “lungo”)
Soprattutto per quelli che devono attraversarlo sotto lo sguardo di quelli più grandi. (ripetizione di “quelli”)
ragazzini accaldati e esagitati. Nell’ultimo bagno il ragazzino (altra ripetizione “ragazzini/ragazzino)
In un attimo mi trovo a menare pugni e calci. In un attimo mi ritrovo con la testa (altra ripetizione “in un attimo”)
24 luglio 2015 alle 17:10 #9197Ciao Angela!!! Grazie mille per gli apprezzamenti! Questo racconto è molto distante dal mio solito registro e in tutta onestà nel postarlo mi sono fatta milioni di domande! Ma alla fine ho deciso di rischiare… non essendoci nomi propri ho ripiegato sul termine “ragazzino”… avrei dovuto limare qualche ripetizione ma era come avere una patata bollente tra le mani e alla fine l’ho lanciata!!! La prossima volta cercherò di fare più attenzione….!
26 luglio 2015 alle 19:07 #9315Ciao Serena,
Ottimo stile! Non so come tu scrivessi in precedenza, ma qui hai dato una vera prova di bravura.
Mi piace moltissimo il modo in cui mi inserisci nel racconto partendo dal “cielo accigliato e rumoroso”, che preannuncia il mood della tua narrazione. Fai un uso magistrale delle parole, e crei immagini belle e non banali come il pullman che rigurgita i ragazzini.
Tocchi un argomento che al momento scotta, e lo fai volutamente senza nessuna leggerezza, attraverso gli occhi di un bambino che assesta un vero e proprio pugno nello stomaco del lettore.
Gli unici appunti che mi sento di farti riguardano un uso un po’ eccessivo e non necessario dei verbi di pensiero e degli “io”, che con la narrazione in prima persona sono superflui. Poi c’è qualche ripetizione, ma poca roba.
Alla prossima!26 luglio 2015 alle 23:18 #9327Aggettivi che si fanno sentire, toccare. Mi piace molto come ti esprimi, dando un’anima anche alle cose materiali (un cielo accigliato e rumoroso, pistoni esausti, facce umide, ecc)
La prima parte è diametralmente opposta alla seconda. Da soffice diventa ruvida, graffiante. Le parole cambiano, la scena nel bagno è molto forte e realistica.
Peccato il limite delle battute, altrimenti avresti potuto dare più respiro alla scena in cui la sua rabbia esplode.27 luglio 2015 alle 18:06 #9376Ciao Serena,
Questo cambio di voce, linguaggio e ritmo da te proprio non me lo aspettavo! Sai una cosa? Ti riesce veramente bene! Con questo stile riesci a catalizzare l’attenzione del lettore sugli eventi che descrivi e non su come li descrivi (questa non è mia, l’ho rubata a Chandler). Margini di miglioramento ci sono (a mio avviso troppi “culi” e “froci” nonostante tu abbia a disposizione un ampia gamma di sinonimi altrettanto scurrili e a effetto). Anche sul finale ho qualche dubbio. Non mi è chiaro il perché il genitore indossi la parrucca. Per dissimulare la sua identità sessuale o per mostrarla? Cioè fa finta di essere una donna per non rivelare la sua vera identità o la sua identità è quella di travestito o trans? Dal senso generale del racconto propendo più per la prima ipotesi e, in questo caso, forse avresti dovuto inserire qualche informazione in più (la paura del coming out). Nel secondo caso sarebbe il figlio a rifiutare per primo l’identità sessuale del genitore e il racconto rischia di non funzionare. In ogni caso, per me una prova ottima.31 luglio 2015 alle 9:14 #9551Brava Serena, anche cambiando registro stilistico sei riuscita a ottenere un risultato notevole. Certo, c’è qualche ripetizione qua e là, ma tendo a non valutarle per il mio giudizio, sono cose che capitano quando il tempo stringe. Qui il mio unico appunto lo faccio su una tua precisa scelta strategica che non mi sento di condividere. Ho compreso che il ragazzo, circondato da tanta falsità, decide di combattere proprio dal disvelare i segreti della sua famiglia, ma il tutto mi è arrivato troppo slegato dal contesto. Credo che una maggiore semina precedente avrebbe giovato, che il contestualizzare da subito le tematiche, lavorarci fin dalle prime righe, sarebbe stato preferibile. Pertanto al momento il mio giudizio è sì positivo, ma con riserva: il classico pollice tendente all’alto. Ma al netto del mio giudizio direi che questo mese, mettendoti in gioco a partire dal tuo classico stile, hai dimostrato che nulla ti è precluso.
31 luglio 2015 alle 9:36 #9554– (GS) Sintetico borghese, di Serena Aronica, ore 23.18, 2971 caratteri
Il racconto è scrittomolto bene. Io adoro i raconti in prima persona. Quello che mi risulta poco chiaro è la scena del bagno. Secondo me il problema è questa battuta.
* “Siete una famiglia di froci marci!” e mentre lo dice, con l’altra mano inizia a tirargli giù i pantaloni. * Probabilmente dovrebbe essere tirarmi giù i pantaloni. Altrimenti sembra che si riferisca al ragazzino occhialuto. Altra cosa, trovo difficile che al primo giorno di scuola, visto che lui arriva con lo scuolabus, i compagni bulli sappiano che lui ha genitori gay. Per tutto il resto, ottima prova. Graffiante al punto giusto.31 luglio 2015 alle 19:06 #9585Sintetico borghese, di Serena Aronica
Ciao Serena. Il tuo racconto mi è piaciuto, davvero. Soprattutto la prima parte, la caratterizzazione del protagonista, la linea dei pensieri, la crudezza con la quale racconti l’infamia dei bulletti (e godo, perché sono stato un anti-bulletto. Vessavo regolarmente chi se la prendeva con gli altri in una sorta di giochetto perverso). Anche le figure che ritrai, il pulmino che vomita i ragazzi…insomma è tutto funzionale. Mi ha ricordato in qualche modo la scrittura di Palahniuk e Lansdale. Qualche appunto lo devo fare sulla fine: precipita troppo in fretta, e mi ha costretto alla rilettura due o tre volte, e questo non va bene, perché permetti al racconto di perdere forza. Attenta alle ripetizioni occulte: non sono evidenti ma ci sono.31 luglio 2015 alle 19:28 #9591Ciao Serena, ben ritrovata.
Nuovo stile e nuovi temi per te. Sui contenuti non ho niente da eccepire, ma la storia mi sembra un po’ eccessiva, montata al punto giusto per diventare una denuncia. Probabilmente sarebbero bastati tratti più tenui, le violenze invece mi sembrano da riformatorio più che da scuola.
Inoltre, se i nuovi compagni sapevano che aveva i genitori gay perché se la prendono con l’altro?
E perché la farsa della parrucca? Se i genitori avessero paura della propria identità mi pare strano che il figlio ne sia fiero… Fiero di che, se si nascondono?
Alla prossima! -
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