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Questo argomento contiene 13 risposte, ha 4 partecipanti, ed è stato aggiornato da L’Antico 9 anni, 9 mesi fa.
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10 maggio 2015 alle 18:43 #6635
Versione riveduta e corretta seguendo molti dei suggerimenti ricevuti durante il contest.
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Albertino strappò la zampa posteriore del coniglietto robot, poi lo accese. Il robot non provò neppure a esibirsi in una delle tante evoluzioni per cui era programmato, emise un sibilo e si spense.
Forse pentito di quello che aveva fatto, forse indispettito per la reazione del giocattolo, Albertino scoppiò a piangere. Trascinando il robot per l’unico orecchio che gli era rimasto andò in salotto e l’infilò sotto il naso del padre.
– Non va pù – disse, tirando su col naso. [naso… naso, correggere]
– Oh, per la miseria! – Andrea raccolse il giocattolo dalle mani del figlio. – Anna, Alberto ha rotto di nuovo il coniglietto che gli abbiamo regalato.
Anna lasciò il libro che stava leggendo e corse ad asciugare le lacrime del figlio. – Su, su, non piangere. Vedrai che papà te l’aggiusta – disse. Guardò il marito. – Vero che papà l’aggiusta?
Andrea si rigirò il coniglietto fra le mani. – Guarda come l’ha ridotto. Mi sa che stavolta…
Albertino ricominciò a piangere. – Vojio conijio…
Anna lo mise a sedere sul tappeto e recuperò lo scatolone coi giocattoli.
– Non preferisci giocare col trenino?– disse porgendo il gioco al figlio.
– Vojo conijio… – singhiozzò Albertino. Strappò il trenino alla madre e lo buttò a terra.
– E questa? – disse Anna recuperando una macchinina. – Ti va di giocare con questa, eh?
– Vojo conijio! – urlò di nuovo il piccolo, facendo scivolare la macchinina dalla presa della madre con una manata.
Anna si sedette sul pavimento, gli occhi lucidi.
Andrea abbandonò il tentativo di riparare il coniglietto, le si avvicinò e le sfiorò una spalla.
– Forse ho una soluzione – disse. Prese la giacca e uscì.
Anna guardava il figlio intento a giocare con il nuovo coniglietto.
– E’ incredibile come si muove questo. Li fanno sempre più realistici – disse al marito. – Dev’essere costato un patrimonio.
Andrea cinse la moglie e la baciò sul collo. – Non ci crederai, ma è costato pochissimo.
– Dove l’hai preso?
– Dai Grandazzi, su in collina.
Anna si sciolse dall’abbraccio del marito e gli si parò di fronte. –Vuoi dire che è un coniglio vero?
Andrea le rispose con un sorriso.
– Ma ti rendi conto? Sai bene come tuo figlio tratta le cose. Quel povero animaletto…
Un urlo di Albertino la interruppe.
– Oddio! – disse Anna – Quel mostro ha morso il mio bambino, o l’ha graffiato…
Fece un passo in direzione del figlio, ma Andrea le poggiò una mano sul braccio e la trattenne.
Anna lo squadrò con fare interrogativo, poi guardò di nuovo il figlioletto in lacrime e il coniglio rintanato sotto un mobile.
Sorrise al marito e gli gettò le braccia al collo. – Lo sai? Quando vuoi sei un vero genio!10 maggio 2015 alle 18:50 #6636Fernando, benvenuto nel Laboratorio. Tre autori sono stati già ammessi, ma confido non ti faranno comunque mancare i loro consigli. Appena ti sentirai pronto, convocami. Buon lavoro!
12 maggio 2015 alle 22:06 #6669Ciao Ferdinando! Ottimo racconto, scorrevole e ben scritto. I personaggi sono ben caratterizzati nonostante il poco spazio a disposizione, ho provato una seria antipatia per l’odioso ragazzetto rompiscatole e rabbia nei confronti dei genitori che sembrano esserne completamente in balia.
Rispetto alla prima versione del tuo racconto mi sembra che il finale salti un passaggio: Anna passa dall’essere spaventata per la salute del figlio a dare del genio a suo marito che ha portato in casa il coniglietto. Forse un piccolo accenno alla domenica lo farei, o comunque inserirei un’ultima battuta che chiarifichi la rapidità con cui Anna cambia opinione.
Comunque anche così è un ottimo racconto. Complimenti!
13 maggio 2015 alle 9:24 #6682Grazie del commento, Linda.
In questa versione ho cercato di dare più spessore ai personaggi che, come mi avevano fatto notare durante il contest, si muovevano solo in funzione del finale a sorpresa. Finale che ho cassato completamente perché, a rileggerlo con calma, dava l’impressione di cercare più l’effetto sorpresa che altro. E poi, come mi hanno fatto notare durante il contest, difficilmente un animale rimane lì a farsi maltrattare senza reagire. In questo modo, invece, la reazione dell’animale ai maltrattamenti di Albertino diventa per i genitori uno strumento per reagire al loro stato di sottomissione al piccolo.
Grazie ancora.
Fernando (ehm… non Ferdinando, scusa la puntualizzazione)
13 maggio 2015 alle 13:51 #6694No, scusa tu Fernando, non volevo usare “fnappo” ma sono riuscita a sbagliare lo stesso!! ^^’ Scusa ancora.
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Questa risposta è stata modificata 9 anni, 11 mesi fa da
Linda De Santi.
13 maggio 2015 alle 21:07 #6701Nessun problema, Linda. Ci mancherebbe.
Fernando
13 maggio 2015 alle 22:23 #6703Ciao Fnappo,
sei riuscito a migliorare un racconto già stupendo di per sé. La trovata finale, nel caso di questa versione migliorata, è animalista. Difatti, stavolta vince il coniglio e di certo sarà un’esperienza educativa per il viziatissimo Albertino. Ottima resa del modo di parlare infantile, complimenti. C’è da scommettere che Andrea e Anna saranno meno condizionati dal figlio. Può diventare una fiaba moderna, bravissimo.14 maggio 2015 alle 8:02 #6710Ciao Alexandra,
grazie molte per il commento. Penso anch’io che questa versione, più meditata, si da preferire alla precedente.
Grazie ancora.
Fernando
14 maggio 2015 alle 8:19 #6712Mi pare sia giunto il momento: convoco l’Antico.
15 maggio 2015 alle 8:00 #6723Forse non ho seguito alla lettera il regolamento del laboratorio, dove la segnalazione è in maiuscolo. Riprovo:
CONVOCO L’ANTICO
16 maggio 2015 alle 0:54 #6746Confermo quanto detto nell’altro tuo tread: risponderò anche a questa convocazione al più tardi entro la giornata di lunedì.
18 maggio 2015 alle 15:44 #6768Letto. Ho apprezzato il nuovo finale, va a correggere la mia nota in corso di edizione. Aggiungerei ancora un veloce accenno del padre al fatto che farà attenzione a che il bimbo non faccia del male al coniglio, proprio due parole buttate quasi con noncuranza, ma che mi chiuderebbero il cerchio. Correggi anche quella ripetizione NASO… NASO… che ti ho sottolineato. Copia pure il racconto qui sotto se non riesci a entrare in MODIFICA, altrimenti correggilo direttamente sul primo post. Lavora solo su testo, non passare mai a VISUALE, e dai un occhio alla stringa che ho usato per farti la riga bianca. Fino a quando Minuti Contati rimarrà su wordpress è l’unica limitazione cui dobbiamo sottostare per poter gestire il forum direttamente dal sito e se gli autori piano piano imparano a come farle (le righe bianche) risolveremmo molte piccole problematiche 😉
Ovviamente considero il racconto AMMESSO (finiamo solo di sistemare questo paio di cosette).
Complimenti per l’ottimo lavoro.19 maggio 2015 alle 14:42 #6896Niente modifica, riposto il racconto per intero.
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Albertino strappò la zampa posteriore del coniglietto robot, poi lo accese. Il robot non provò neppure a esibirsi in una delle tante evoluzioni per cui era programmato, emise un sibilo e si spense.
Forse pentito di quello che aveva fatto, forse indispettito per la reazione del giocattolo, Albertino scoppiò a piangere. Trascinando il robot per l’unico orecchio che gli era rimasto andò in salotto e l’infilò sotto il naso del padre.
– Non va pù – disse, gli occhi gonfi di lacrime.
– Oh, per la miseria! – Andrea raccolse il giocattolo dalle mani del figlio. – Anna, Alberto ha rotto di nuovo il coniglietto che gli abbiamo regalato.
Anna lasciò il libro che stava leggendo e corse ad asciugare le lacrime del figlio. – Su, su, non piangere. Vedrai che papà te l’aggiusta – disse. Guardò il marito. – Vero che papà l’aggiusta?
Andrea si rigirò il coniglietto fra le mani. – Guarda come l’ha ridotto. Mi sa che stavolta…
Albertino ricominciò a piangere. – Vojio conijio…
Anna lo mise a sedere sul tappeto e recuperò lo scatolone coi giocattoli.
– Non preferisci giocare col trenino?– disse porgendo il gioco al figlio.
– Vojo conijio… – singhiozzò Albertino. Strappò il trenino alla madre e lo buttò a terra.
– E questa? – disse Anna recuperando una macchinina. – Ti va di giocare con questa, eh?
– Vojo conijio! – urlò di nuovo il piccolo, facendo scivolare la macchinina dalla presa della madre con una manata.
Anna si sedette sul pavimento, gli occhi lucidi.
Andrea abbandonò il tentativo di riparare il coniglietto, le si avvicinò e le sfiorò una spalla.
– Forse ho una soluzione – disse. Prese la giacca e uscì.
Anna guardava il figlio intento a giocare con il nuovo coniglietto.
– E’ incredibile come si muove questo. Li fanno sempre più realistici – disse al marito. – Dev’essere costato un patrimonio.
Andrea cinse la moglie e la baciò sul collo. – Non ci crederai, ma è costato pochissimo.
– Dove l’hai preso?
– Dai Grandazzi, su in collina.
Anna si sciolse dall’abbraccio del marito e gli si parò di fronte. –Vuoi dire che è un coniglio vero?
Andrea le rispose con un sorriso.
– Ma ti rendi conto? Sai bene come tuo figlio tratta le cose. Quel povero animaletto…
Un urlo di Albertino la interruppe.
– Oddio! – disse Anna – Quel mostro ha morso il mio bambino, o l’ha graffiato…
Fece un passo in direzione del figlio, ma Andrea le poggiò una mano sul braccio e la trattenne.
Anna lo squadrò con fare interrogativo, poi guardò di nuovo il figlioletto in lacrime e il coniglio rintanato sotto un mobile.
Sorrise al marito e gli gettò le braccia al collo. – Lo sai? Quando vuoi sei un vero genio!
Andrea strinse la moglie a sé. – E’ tutto merito del nostro piccolo amico – disse. – Cerchiamo di averne cura. Ne va della pace familiare.19 maggio 2015 alle 15:06 #6898Le modifiche mi sembrano adeguate, accetto il racconto e procedo a inviarti la liberatoria.
Complimenti, ottimo lavoro.
Chiudo il tread. -
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