Voci dall’Arena (prima parte)
A cura di Giuliano Cannoletta
Durante l’Undicesima Era di Minuti Contati, sono tante le penne che hanno dato del filo da torcere a Luca Fagiolo prima che conquistasse il titolo di Campione.
Abbiamo pensato di presentarveli rivolgendo loro qualche domanda. Siamo certi che molti di loro si riveleranno protagonisti anche nell’Era che sta per iniziare.
Esplorando la parte alta del Rank dell’Undicesima Era, troviamo a 37 punti a pari merito Katjia Mirri e Andrea Furlan.
Katjia, quali sono gli aspetti del contest di Minuti Contati che reputi più interessanti e avvincenti?
KATJIA MIRRI: Perdonami se faccio la persona egoista: la cosa in assoluto più interessante del contest è quello che si impara. Il fatto di dover produrre una storia a comando, in sole quattro ore e con un tema a sorpresa è un allenamento duro ma importantissimo per gestire moltissimi aspetti dell’essere autrice. Si impara che si può fare, che “la favola che si può scrivere solo dietro ispirazione” è (appunto) una favola e che gestire le varie fasi di un racconto non è semplice ma si può imparare. Ed è oro.
Inoltre sono talmente tanti i suggerimenti, gli appunti e le osservazioni che si ricevono, che si migliora tantissimo. Io sono migliorata nello scrivere anche grazie a Minuti Contati. È una palestra ottima e quando posso la consiglio ai nuovi autori.
Anche solo tutte le diverse ambientazioni e gli svolgimenti dei temi sono una lettura interessantissima. Apre gli occhi su quel che si può fare di un semplice tema.
Senza contare che ho conosciuto bellissime penne
Minuti Contati si basa sullo scambio e sul commento reciproco. Come ti poni rispetto alle critiche? Hai mai avuto difficoltà nel riceverle (o nel farle)?
KATJIA MIRRI: Le critiche sono importantissime per crescere e provenendo dalle arti marziali (dove l’avversario è quello che ti illumina sui tuoi limiti, dunque è il tuo più fido compagno) il concetto per me è lampante. Ho imparato ad ascoltarle e a cercare di capire dove mi vogliono portare, anche se alcune non mi sono state immediatamente chiare. Ma anche in quel caso, quando vedo che chi le ha scritte sembra parlare di avvenimenti del tutto diversi da quelli che credevo di aver messo su “carta” vuol dire che io sono stata fraintendibile e poco chiara, e anche questo è un errore mio.
Riguardo al farle: a volte si tratta solo di passaggi scritti di corsa (c’è poco tempo, e comprensibile che qualcosa sfugga), altre volte il problema è più esteso, un paio di volte è emersa poca esperienza (da qualche parte bisogna pur cominciare, come tutti). In quel caso mi dispiace sempre e non sono sicura di riuscire a scriverlo con il giusto tatto.
Ma più spesso gli autori sono talmente bravi che non ho appunti da fare: riescono a gestire il percorso del lettore e l’emotività del racconto rendendolo molto ben fruibile.
Un tuo racconto in vetrina che consiglieresti a chi vuole leggerti.
KATJIA MIRRI: Questa è la domanda più difficile a cui rispondere. Sono tutti scritti in sole 4 ore e dal nulla, quindi sono migliorabili. Inoltre i motivi per i quali io mi affeziono a un racconto più che a un altro non sempre sono condivisi da chi legge.
Ma ok, mi lancio e vi lascio un piccolo horror: La disegnatrice.
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Andrea, raccontaci in breve la tua routine di scrittura su MC. Letto il tema, ti fermi alla prima idea o ne scarti parecchie? Scrivi di getto o prima ti fai una scaletta?
ANDREA FURLAN: La mia routine di un lunedì sera tipo inizia durante la cena con la mia famiglia: non riesco mai a iniziare alle 21 come da manuale, ma ho trasformato nel tempo questo ritardo in un’opportunità. Il rituale vuole che al Viaaaa! mi confronti con mia moglie e mio figlio quindicenne, gli leggo il tema e stimolo il brainstorming fra noi tre. 8 volte su 10 l’idea nasce, almeno parzialmente, da queste discussioni. Poi rielaboro, limo, perfeziono per conto mio, finché non ho un abbozzo semi strutturato, una sorta di scaletta grezza e ampia basata sulle scene che voglio sviluppare. Solo in quel momento comincio a scrivere davvero e a strutturare la storia. Una cosa che ho imparato nel tempo e che consiglio ai nuovi, o a chi non ha dimestichezza con un limite al numero di caratteri, è di verificare spesso la lunghezza per stare già nel limite alla prima stesura. Tagliare per rientrare nel numero porta via molto più tempo ed è rischioso, perché si perde facilmente il senso della storia o di perdere l’equilibrio fra le parti.
Ormai hai una certa esperienza nell’Arena. Vuoi fare qualche pronostico su chi, secondo te, può essere fra i favoriti nella Dodicesima Era?
ANDREA FURLAN: Dipende molto dai più esperti, se parteciperanno assiduamente o meno. I soliti noti come Maramonte, Fagiolo, Cannoletta, Mantoani, Scattina sono delle certezze e avranno come sempre il loro spazio. Ma molti altri come Elisa Belotti, Mario Mazzafoglie, Maurizio Chierchia e diverse nuove penne che sono uscite bene nelle ultime edizioni come Gaia Peruzzo e Lucia Zambrano possono prendere molto spazio. Sono curioso di vedere cosa succederà, e ovviamente spero di diventare io stesso più competitivo.
Un tuo racconto in vetrina che consiglieresti a chi vuole leggerti.
ANDREA FURLAN: Consiglierei Un albero all’anno, dell’edizione di gennaio 2024, arrivato primo nel girone e quinto nella classifica finale. Una storia fantasy che mi ha preso subito ed è stata apprezzata dai lettori.
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Poco sopra, Bruce Lagogrigio ha chiuso la scorsa Era a 38 punti.
Bruce, quando hai iniziato a scrivere e come sei arrivato nell’Arena di Minuti Contati?
BRUCE LAGOGRIGIO: La mia prima passione è stata la musica e la scrittura dei testi delle canzoni. Successivamente ho iniziato a scrivere narrativa in modo continuativo dal 2012, con la classica saga fantasy che tanti esordienti provano a fare.
Dal 2020 seguo diversi corsi online: principalmente di Livio Gambarini, il Duca di Baionette e Luca Nesler (a cui devo tanti preziosi consigli). Nei loro video spesso veniva citato Minuti Contati. L’anno scorso mi sono deciso a partecipare al blasonato concorso principalmente per testare la “scrittura immersiva” di cui tanto si parlava e per cercare di migliorare il mio stile a livello generale. Credo che ciò sia possibile solo mettendosi effettivamente alla prova davanti a un pubblico. MC mi ha fatto definitivamente innamorare del racconto breve.
Durante l’ultima Era hai conquistato diverse finali, ma ancora ti manca un podio. Sarà il tuo obiettivo per la Dodicesima Era?
BRUCE LAGOGRIGIO: Il mio obiettivo era quello di vincere almeno una semifinale, cosa che sono riuscito a fare proprio nell’ultima edizione. Per cui per la prossima era, raggiungere almeno un podio, sarebbe alquanto soddisfacente. Non sarà facile perché la qualità dei testi continua ad aumentare di edizione in edizione. Riuscire a terminare ancora fra i primi 10 a fine stagione sarebbe fantastico.
Un tuo racconto in vetrina che consiglieresti a chi vuole leggerti.
BRUCE LAGOGRIGIO: Per quelle in vetrina direi: Il Mecenate della All Stars Edition della 183° edizione, che mi ha fatto vincere per la prima volta una semifinale. Se mi posso permettere consiglierei anche un racconto che non ha avuto il successo sperato, ma a cui sono piuttosto legato: Diluvio Universale, che fa parte della Giuliano Cannoletta Edition.
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Maurizio Chierchia è arrivato a pari merito con Bruce, sempre 38 punti, ma con una differenza: durante l’Undicesima Era ha vinto la sua prima edizione.
Maurizio, com’è stato vincere l’Ignoranza Eroica Edition? Sei pronto a replicare?
MAURIZIO CHIERCHIA: Innanzitutto, parto dicendo che per me è stata una vittoria totalmente inaspettata. Scrivo da poco tempo e ho ancora molto da imparare, per cui sono stato colto di sorpresa. Sono indubbiamente felice e spero di rifarmi anche nella prossima Era. MC è la mia palestra ad abbonamento gratuito di cui non riesco a fare a meno. Sono pronto per la prossima Era e felicissimo della strada che sta prendendo il sito.
Come gestisci il limite di caratteri dei contest di Minuti Contati? Riesci a rientrare facilmente o sei costretto a qualche sforbiciata prima di pubblicare?
MAURIZIO CHIERCHIA: Ecco un bel tasto dolente… i caratteri!
Diciamo che sono la parte più difficile, per quanto mi riguarda. Il limite di tempo non mi infastidisce, ma riuscire a stare in così pochi caratteri e allo stesso tempo essere chiaro, preciso e interessante la trovo l’impresa più ardua. Ma anche la più avvincente.
Quindi sì, sforbicio parecchio prima di pubblicare. Solo pochissime volte mi è capitato di rientrare nel limite senza dover tagliare quasi nulla, ma sono rare. Però questo è il bello.
Un tuo racconto in vetrina che consiglieresti a chi vuole leggerti.
MAURIZIO CHIERCHIA: Nella vetrina ho pubblicato solo due racconti, e uno completamente diverso dall’altro. Mi piacciono entrambi, ma se devo consigliare quello che mi rappresenta di più come scrittore dico Ci penserà il gatto.
Nella parte due di VOCI DALL’ARENA intervisteremo Luca Moggia, Matteo Mantoani, Gaia Peruzzo, Emiliano Maramonte ed Elisa Belotti!