Intervista a Giovanni Lucchese
SPARTACO: Ciao Giovanni, grazie per aver accettato il nostro invito. Per noi è un piacere averti come Boss de La Sfida a…
Parlaci di te: chi è Giovanni Lucchese e perché scrive?
Giovanni Lucchese: Un uomo pieno di fantasia, con tante storie nella testa e molta voglia di raccontarvele. Scrivo per fare spazio, altrimenti il mio cervello rischia di esplodere.
SPARTACO: Per chi scrivi?
Giovanni Lucchese: Per chiunque sia interessato a leggermi. Più siamo meglio è.
SPARTACO: Saper scrivere è importante, ma forse lo è di più sapersi vendere. Hai dovuto modificare la tua “immagine pubblica” per poter vendere qualche copia in più?
Giovanni Lucchese: Questa è una domanda molto pericolosa. Credo che quando un autore pensi di dover “fare qualcosa” per vendere ci sia un vizio di fondo, qualcosa che non funziona. Bisogna essere onesti con sé stessi prima che con gli altri, ed esprimersi con naturalezza. Solo in questo modo si riesce ad attrarre il pubblico giusto, senza mentire a nessuno.
SPARTACO: Cosa saresti disposto a fare pur di diventare un autore affermato?
Giovanni Lucchese: Tutto quello che sto già facendo e null’altro.

SPARTACO: Poco più di un anno fa è uscito “Questo sangue non è mio”, il tuo romanzo d’esordio. Parlacene un po’.
Giovanni Lucchese: E’ la storia di Carlotta, una ragazza problematica, insicura, isolata e depressa, che convive con una voce interiore che la ossessiona fin dall’infanzia, e che la porterà a far crollare ogni sua certezza nel giorno in cui si svolge il romanzo, e ad affrontare i suoi demoni al buio per potersene finalmente liberare. E’ una storia di solitudine, nevrosi e violenza psicologica, tutte cose che chi vive in una grande città come Roma conosce molto bene.
SPARTACO: Quando pubblico la domanda che mi tormenta è: perché, in questo mondo saturo d’offerta, qualcuno dovrebbe leggere le mie opere. Spiega ai nostri utenti perché dovrebbero leggere Questo sangue non è mio…
Giovanni Lucchese: Ogni romanzo è unico, chi legge per abitudine non ne ha mai abbastanza di storie nuove. Ogni storia ha la sua voce, anche se è già stata raccontata molte altre volte.
SPARTACO: Carlotta si ritrova in fuga, inconsapevole di quello da cui scappa, guidata dalla voce interiore di un’altra sé. Esagero nel dire che se fossi stato americano probabilmente ora parleremmo di un nuovo Palahniuk?
Giovanni Lucchese: Per questa domanda ti meriti colazione, pranzo, aperitivo e cena pagati a vita. Chuck è uno dei miei scrittori preferiti di sempre, un vero maestro nel creare storie assurde e grottesche, e nel far sì che i lettori credano a tutto quello che dice. Ogni suo romanzo è un capolavoro di stile, plot e caratterizzazione dei personaggi. Lo venero, si è capito?
SPARTACO: Libri e musica, spesso, vanno a braccetto. Qual è la colonna sonora di “Questo sangue non mio”?
Giovanni Lucchese: Le canzoni di Tori Amos, tutte. Bjork, Kate Bush, Joni Mitchell. Donne forti e con una visione del mondo al femminile ma singolare allo stesso tempo. Visionarie, abili conoscitrici dell’universo e dei demoni che albergano in una mente diversa dal “normale”.
SPARTACO: Ti squilla il cellulare, è Sky. Questa volta non vogliono offrirti un abbonamento ma vogliono produrre una serie televisiva tratta dal tuo libro. Chi sono gli attori?
Giovanni Lucchese: Carlotta è Alba Rohrwacher, non si discute. La sua antagonista deve essere una donna bellissima con gli occhi di ghiaccio. Forse la Crescentini, ce la vedrei. Sua madre può essere Valeria Bruni Tedeschi, una delle mie attrici preferite. E’ un romanzo quasi tutto al femminile, per le parti maschili lascio fare al direttore del casting…
SPARTACO: Nel 2016 è uscito “Pop Toys”, la tua prima pubblicazione. Si tratta di una serie di racconti ambientati tra dei giocattoli vivi. Nonostante i soggetti non si tratta di certo di un libro per bambini. Come ti nata l’idea?
Giovanni Lucchese: Ho iniziato scrivendo un racconto in cui un Big Jim si trova a vivere una vita da Barbie. Una cosa tira l’altra, ed è nata la raccolta. Il tema è il disagio, il non sapersi riconoscere nel ruolo che la società, le regole e la cultura ci attribuiscono fin dalla nascita, e il desiderio di ribellione che nasce in alcuni di noi. Ne vado abbastanza fiero, Pop Toys è il mio bimbo primogenito
SPARTACO: Come sostengo da sempre, le raccolte di racconti sono come l’album di un musicista. In Pop Toys qual è il singolo di lancio?
Giovanni Lucchese: “A-Bratz-iva”, un rap infuocato cantato dalle acerrime nemiche di Barbie, paladine del femminismo ed eroine dell’emancipazione. Le Bratz, ovviamente.
SPARTACO: Pop Toys e Questo sangue non è mio. Entrambi ti rappresentano ancora?
Giovanni Lucchese: Certo! I libri sono come i figli, tutti piezz’e core. La vita va avanti, lo stile evolve e le idee cambiano, ma il passato ci rappresenta sempre.
SPARTACO: Parlaci dei tuoi progetti futuri…
Giovanni Lucchese: Sto iniziando a rivolgere il mio sguardo artistico verso di me. Invece di guardare fuori, sto imparando a scrutare dentro, e a prendere in seria considerazione l’idea dell’autobiografia. Come dice Rossana Campo “ogni vita è una storia avvincente, se si trovano le parole giuste per raccontarla”.
SPARTACO: Per essere un buono scrittore devi essere prima un ottimo lettore. Consigliaci cinque autori e cinque libri che tutti dovremmo leggere.
Giovanni Lucchese: It di Stephen King. Imprescindibile.
Beautiful Monsters di Chuck Pahlaniuk. Fidatevi dell’assurdo.
La Trilogia della Frontiera di McCarthy. Uno stile inarrivabile.
The Hate U Give di Angie Thomas. In un momento come questo può solo far bene.
Conosco l’amore meglio di voi di Andrea D’Agostino. Una storia senza pietà, com’è giusto che sia.
SPARTACO: Qual è il libro che avresti voluto scrivere?
Giovanni Lucchese: L’intera saga di “I love Shopping”

SPARTACO: A luglio sarai il Boss de “La Sfida a Questo sangue non è mio”. Che giudice sarai?
Giovanni Lucchese: Con me funziona l’ironia, in ogni occasione. Se sai prendermi da quel lato sarò tuo per sempre.
SPARTACO: Cosa non può mancare all’interno di una storia breve?
Giovanni Lucchese: L’ironia, appunto. E una buona dose di coraggio.
SPARTACO: Siamo arrivati alla fine di questa intervista. Grazie per il tempo che ci stai dedicando e per quello che dedicherai ai nostri autori.
Buona Sfida!