Chiacchierando con Valery Esperian

La 117° edizione di Minuti Contati vede come Guest Valery Esperian, un collettivo di autori italiani, la cui prima uscita è il Romanzo dei Faraoni, serie in cinque volumi edita da Fanucci i cui primi due (Cheope e Akhenaton) sono già disponibili in libreria e i successivi tre (Tutankhamon, Ramses e Cleopatra) usciranno rispettivamente a metà luglio, metà settembre e metà novembre.
 
Ma come si intervista un collettivo? Visto che a noi di Minuti Contati piacciono le sfide, l’intervista è avvenuta in diretta su Facebook. L’Antico è stato piacevolmente coadiuvato da Emiliano Maramonte ed Eleonora Rossetti. Del collettivo erano presenti Antonio Tenisci, Elisa Bertini, Vincenzo Vizzini, Fabio Ancarani e il nostro Angelo Frascella. Assenti giustificati Daniele Pisani, Francesco Citro e Miller Gorini.
Affinché l’intervista non si perda nelle nebbie del social, la riportiamo in questa sede.

 
Antico: Benvenuti e grazie per avere accettato di fare da giurati in questa edizione speciale di Minuti Contati, prima tappa del Circuito Estivo de LO SCRITTORE DELL’ESTATE 2018 e Quarta Tappa della Sesta Era del contest più veloce del web!
 
Antonio: Ciao a tutti. Ben trovati e grazie.
Vincenzo: Salve a tutti e al nostro ospite.
Angelo: Ciao, Maurizio. È un piacere per me essere qui, per la prima volta 😀 😀
Elisa: Ciao a tutti!
Luigi: Ciao bella, ciao brutti.
Fabio: Ciao a tutti!
 
Antico: Questa sarà un’intervista totalmente atipica, probabilmente anarchica, molto Royal Rumble, ma a noi di Minuti Contati piace provare nuove strade 🙂 Parto con la prima domanda e vi lascerò qualche minuto per formulare le varie risposte: collettivo VALERY ESPERIAN… Spiegatemi in cosa consiste, com’è nato il progetto e come vi ci siete trovati impegnati.
 
Vincenzo: Il progetto è nato grazie alla lungimiranza di Franco Forte che ha sempre creduto e investito negli autori italiani. Personalmente mi ci sono trovato perché conosco Franco da molto tempo, ma non per questo sono stato agevolato, anzi la sfida che abbiamo ricevuto tutti quanti è stata molto dura.
Elisa: Il nostro Collettivo nasce dopo un’esperienza formativa con il coordinatore del gruppo, Franco Forte, che ha raccolto una serie di autori da lui giudicati in grado di rispondere a un’esigenza molto moderna della narrativa: realizzare progetti di valore sviluppati su più romanzi in tempi brevi, per dare la possibilità agli editori di acquistare serie complete in modo da determinarne fin da subito la qualità e l’appetibilità per il pubblico.
 
Antico: Nel frattempo invito anche i minuticontatini a interagire, nel caso vogliano chiedere precisazioni. Direi un progetto assolutamente innovativo o in passato sono stati fatti tentativi simili? A me non risulta e plaudo all’idea. Come mai la scelta dell’Antico Egitto? Avevate un tot di ambientazioni e avete votato o siete andati a colpo sicuro?
 
Angelo: Di collettivo ce n’è sicuramente uno importate e storico in Italia, quello dei Wu Ming. Però ha un’origine completamente diversa: un gruppo di amici, della stessa città, appassionati di scrittura. Per quello che mi risulta, dunque, l’idea di Franco è sicuramente innovativa.
 
Emiliano: Buonasera a tutti e ben trovati! Una domanda per chiunque voglia rispondere: cosa vuol dire “essere un collettivo”? Come funziona?
Antico: Bravo Emiliano, questa me l’ero tenuta per dopo, ma hai preso in pieno il concetto di royal rumble 🙂 Condivido la domanda e alzo anch’io la mano per farvela.
 
Luigi: I progetti iniziali li abbiamo scelti in una full immersion in albergo nei tre giorni di Pasqua 2017, dove non abbiamo messo il naso fuori per tutto il tempo, ascoltando le idee di Franco e proponendo le nostre.
Angelo: Un applauso alle nostre famiglie che hanno accettato di passare quella Pasqua così “diversa”, chi senza il proprio partner e chi ad aspettare nella hall o girando per una Cesenatico deserta 😀
Luigi: Quanto è vero…
Vincenzo: Possiamo rispondere a entrambe le domande: in realtà abbiamo diversi progetti in cantiere, poi il lavoro del collettivo è proprio quello di collaborare per fare di una buona idea un progetto vincente.
Antonio: Caro Emiliano. Ognuno di noi può proporre un progetto su cui lavorare e lo mette al vaglio di tutto il collettivo. Se il progetto può avere un futuro e si decide di svilupparlo, inizia a diventare realtà lavorandoci insieme.
Angelo: E l’idea è che il progetto venga maltrattato dagli altri il più possibile, in modo che solo i migliori passino la selezione.
Fabio: Funziona come un comitato editoriale, si portano idee di progetti davanti al collettivo, e si decide quali possono essere appetibili e interessanti, poi si costituisce il gruppo che lavora a quel progetto.
Elisa: Ciao Emiliano! Fabio ti ha già illustrato benissimo cosa significa essere un collettivo, io aggiungo cosa vuol dire lavorare come un Collettivo: significa imparare a condividere le proprie esperienze con gli altri, ma anche aiutarsi nelle difficoltà, per quanto non si può negare che i problemi ci siano, visto che comunque ogni autore del Collettivo ha le sue prerogative, e tende a imporre il proprio stile. Ma la presenza del coordinatore e gli stimoli continui che arrivano da un dialogo costante tra gli elementi del Collettivo, servono ad appianare i contrasti e a dare a tutti la possibilità di crescere e sostenersi a vicenda, per affrontare sempre nuove sfide. Io e Antonio, per esempio, che nel progetto dei Faraoni abbiamo scritto insieme “Akhenaton l’eretico” abbiamo fatto proprio questo: abbiamo imparato a condividere, a livellare lo stile, a “unire le menti” per creare un prodotto finale che avesse il respiro di entrambi ma che vivesse allo stesso tempo come una creatura unitaria e “compatta”
 
Emiliano: Un’altra domanda: come mai l’antico Egitto? Grazie per le risposte precedenti!
Antico: Alzo di nuovo la mano per associarmi alla domanda! 😀

 
Fabio: L’idea di una serie di romanzi sull’antico Egitto è apparsa subito affascinante per tutti ma soprattutto per i potenziali lettori.
Vincenzo: Visto che un progetto non può fermarsi a un singolo romanzo, occorre trovare delle idee che possano avere un ampio respiro. Questo rende il lavoro di scrematura delle idee più duro e più attento alle esigenze e ai gusti dei lettori.
Angelo: L’Egitto poi ha un fascino straordinario, dovuto a quelle piramidi che resistono dopo quasi 5000 anni dalla loro costruzione, ma soprattutto all’idea che una civiltà così complessa e longeva sia nata e si sia sviluppata in un tempo così lontano da noi.
 
Antico: E come vi siete “divisi” tra i vari “rami” del progetto? Come avete formato le coppie? In base a quali parametri?
 
Antonio: Ho conosciuto Elisa grazie allo speciale Mondadori sul femminicidio che ci ha visto coinvolti. Mi è subito piaciuto il suo stile e la persona. In Akhenaton I personaggi principali erano il faraone e la sua Nefertiti. Scrivere di lei con il pdv di una scrittrice brava come Elisa mi ha subito fatto pensare a una possibile collaborazione e così è stato.
Elisa: Quoto il mio socio: ci siamo conosciuti lavorando allo speciale del Giallo Mondadori “Amori Malati: tre storie di femminicidio” uscito lo scorso dicembre e ho pensato le stesse cose.
Angelo: Io, devo dire la verità, ho scelto il personaggio (Cleopatra) e quindi mi sono trovato a lavorare quasi per caso con Massimo, che, pure, aveva espresso una preferenza per la Regina dei Re. Ci siamo trovati subito molto bene: riusciamo a confrontarci con grande tranquillità (spesso con lunghe telefonate notturne che finiscono quando si scarica il terminale del cordless :D)
 
Eleonora: Posso una domanda? Quali sono i parametri di suddivisione sui vari progetti? (argh l’Antico mi ha bruciato sul tempo XD)
 
Elisa: Ciao Eleonora! Per quanto riguarda il progetto dei Faraoni, per esempio, ogni coppia ha espresso una preferenza per questo o quel faraone e, con diplomazia, ce li siamo “spartiti” cercando di tener conto delle preferenze di ognuno.
Fabio: Se il progetto è ritenuto interessante e approvato dal collettivo, chi vuole aderisce come autore, con il vincolo che non si possono seguire, come autori, troppi progetti nello stesso tempo. Questo per tenere la qualità alta e rispondere in tempi brevi alle esigenze editoriali. Viceversa si può aderire come lettori, revisori, editor al progetto.
 
Emiliano: Domanda a me molto cara per il tema: potreste occuparvi in futuro anche di fantascienza o horror?
 
Vincenzo: Certo che sì.
Luigi: Certamente, e contiamo di dare alla luce viaggi nel tempo, nello spazio e nell’incubo.
 
Antico: Mantenendo sempre il nome di VALERY ESPERIAN?
 
Luigi: Non è detto, potrebbe essere lo stesso o un altro.
Angelo: La fantascienza è molto cara anche a me. Certo, ci vorrà il progetto giusto, visto quanto il mercato italiano si sia dimostrato restio, nel passato, agli scrittori italiani di FS. Anche per questo, spero davvero che il romanzo in uscita di Dario Tonani sia un enorme successo: c’è bisogno che un fuoriclasse come lui dimostri che la fantascienza in libreria può essere vincente.
 
Emiliano: Angelo, bisogna “educare” i lettori alla fruizione di autori nostrani. E Franco sta operando proprio in questo senso, con qualcosa che assomiglia molto a una lotta contro i mulini a vento… ma i risultati cominciano a vedersi…
 
Vincenzo: Ho conosciuto Franco ben quattordici anni fa proprio a un corso di scrittura ed è da allora che si scontra con il mondo per dare supporto e incoraggiare gli autori nostrani, ma con una parola d’ordine: qualità.
 
Antico: Da quello che sto leggendo dalle vostre risposte, sto (e penso stiamo) cominciando ad avere un’idea più TRIDIMENSIONALE di Valery Esperian e quello che percepisco è un potenziale davvero importante. Mi parlate un po’ più specificatamente della figura di Franco Forte all’interno del collettivo? Più moderatore o condottiero?
 
Luigi: Moderatore e capitano, direi, pronto ad accogliere idee e critiche.
Angelo: Io lo vedo come un allenatore (tra l’altro lo proporrei per la nazionale): striglia, quando è necessario, ma sa anche dare la carica; immagina schemi, ma poi pretende che ognuno li applichi al meglio e ci metta del suo; non ti regala niente: devi sudarti tutto, ma poi ti sa gratificare; e ci tiene tanto al gioco di squadra.
Vincenzo: Il suo carattere lo porta a essere inevitabilmente condottiero, ma in questo caso il progetto lo vede come moderatore. Ma è stato il propulsore che ha dato inizio a una grande iniziativa.
Elisa: Come hanno già detto i miei colleghi “collettivi”, Franco è sia moderatore che condottiero a seconda dell’occasione: entrambe le sfaccettature ci servono!
 
Antico: Franco Forte che, tra l’altro, è stato nostra guest proprio un anno fa in quella che è stata una delle più belle edizioni di Minuti Contati e non posso che parlarne bene, mi ha colpito per la sua disponibilità e apertura ai nuovi autori (tanto che ha poi pubblicato tutti e dodici i finalisti su WMI).
Ma spostiamo il focus sull’edizione che vi vedrà collettivamente come guest… Premettendo che non dovete rivelarlo (neppure a me perché questo mese intendo partecipare): avete già identificato un tema su cui far scrivere gli autori e le autrici che vorranno partecipare?

 
Angelo: Ne abbiamo uno che per il momento sembra quello giusto. Se vuoi, te lo scriviamo con i geroglifici 😀
Vincenzo: Mettetevi accanto una buona scorta d’acqua, perché sarà dura nel deserto.
 
Antico: Ricordo a tutti che Angelo Frascella, in quanto facente parte anche del team di MC, in questa edizione avrà il doppio ruolo di guest e di moderatore: sarà lui a dare il via e sarà lui a fare le classifiche dell’Antico.
 
Angelo: Lo nego! Io non ci sarò! Ci sarà il Dottore! 😀
 
Antico: Domanda che faccio sempre a tutte le guest: qualche consiglio a chi scriverà? Quattro ore di tempo per un numero limitato di caratteri (mai superiore ai 5000) e un tema da rispettare… Insomma, che consigli date per uscirne indenni e con una bella storia?
 
Vincenzo: Leggere i romanzi con attenzione. Non fermatevi solo alla superficie, ma approfondite gli ambienti e i personaggi. Cercate materiale, anche se capisco che non c’è molto tempo, ma se vi preparate, bene prima troverete tantissimi spunti in Cheope e Akhenaton. (Nota dell’Antico: Vincenzo pensava che i racconti dovessero avere tutti ambientazione consona ai romanzi, ma in realtà, come sempre a MC, i racconti avranno solo i vincoli del tempo, del tema e dei caratteri)
Luigi: Nelle poche occasioni in cui mi sono cimentato, ho trovato difficoltà per questioni ambientali, ogni due per tre qualcuno in famiglia che ti distrae… consiglio di mettere scusa di fare tardi al lavoro e cercarsi un riparo!
Angelo: Chi mi conosce in MC, sa già che ho i miei pallini per i racconti brevi (vero Raffaele Marra? :D): niente divagazioni inutili, ma andate dritti al punto, il finale a sorpresa funziona solo se non è fine a se stesso; una storia è una storia, non un concetto, un’immagine o un esercizio di stile. In ogni caso, col mio ruolo da garante, cercherò di valutare nel modo più tecnico e distaccato possibile.
Raffaele Marra: Confermo quanto detto da Angelo. La struttura portante di una storia, il percorso che va da un inizio a una fine, è l’elemento fondamentale. Tutto il resto, l’atmosfera, la sorpresa, lo stile, sono altrettanto importanti ma solo se ben governati e sostenuti da una struttura portante adeguata.
Elisa: Come ha detto Vincenzo, leggere i romanzi vi darà una buona base di spunti e conoscenze: lavorare in un tempo limitato sarà più facile se conoscete il terreno in cui muovervi. (Nota dell’Antico: anche Elisa pensava che i racconti dovessero rispettare il contesto, ma poi è stato tutto chiarito)
Fabio: Bisogna scrivere un incipit veloce, subito con un bel ritmo, poi alzare la tensione in un crescendo che porta al finale che si deve risolvere, cioè non lasciarlo aperto.
Antonio: Vi ho perso.
Vincenzo: Distratto da un miraggio?
Antonio: No mancanza di campo 😀
 
Antico: Quindi mi pare di capire che l’ambientazione sarà importante, ma su Minuti Contati il genere non è mai obbligatorio (tranne che in particolari Special) e un tema può essere virato con molta fantasia, pertanto come vi porrete di fronte a racconti “decontestualizzati”, ma perfettamente in tema? 🙂
 
Vincenzo: Come hai appena detto tu, la cosa importante è che siano perfettamente in tema. Le “regole” di Minuti Contati sono quelle e a quelle ci atterremo.
Fabio: Come ha detto Vincenzo, seguiremo le regole di Minuti Contati.
 
Antico: Tic toc, il tempo scorre e l’ora sta per terminare, anche se questo non vuol dire che i vari spunti trattati non possano continuare a essere terreno di confronto nelle ore a seguire e magari nei prossimi giorni in quella che è una bella linea di comunicazione tra voi, guest, e gli autori e le autrici che si presteranno alla grande serata di scrittura di lunedì. Ma prima di salutarvi, volevo affrontare un altro degli aspetti fondanti dell’esperienza che risponde al nome di Minuti Contati: il confronto. Perché su MC si scrive e quello è importante perché porta alla creazione, ma poi ci si confronta apertamente e lo sappiamo che “ogni racconto è bello a mammautore suo”. Il vostro rapporto con le critiche?
 
Vincenzo: Una cosa che raccomando sempre durante i corsi di scrittura è: siate onesti e spietati con il testo che state valutando, soprattutto se l’avete scritto voi. Se non sei disposto ad ascoltare le critiche con apertura, con la volontà di capire cosa l’altro ti vuole dire, allora non crescerai mai. Mettersi in discussione è fondamentale per migliorare la propria qualità di scrittura. Inutile dire che stiamo parlando di persone che non criticano per distruggerti, ma per aiutarti. La fiducia è fondamentale e non posso riceverla se non sono pronto a darla a mia volta.
Antico: Bellissima risposta, la condivido in toto.
Fabio: Personalmente le critiche sono fondamentali per far crescere una storia da un punto di vista narrativo o della scrittura in sé, soprattutto se la persona dall’altra parte lo fa per migliorarti. Perché se riesce a smontarti la storia, allora è necessario rafforzarla, se trova problemi nel testo, allora è necessario rivederlo. In tutti i casi, la storia e il romanzo ne usciranno migliorati, e anche tu come scrittore.
Angelo: Essendomi fatto le ossa in contest on-line come Minuti Contati, ho imparato a contare fino a dieci prima di rispondere a una critica, ma soprattutto ad analizzarla con attenzione. In alcuni casi si possono notare i sintomi di una lettura distratta, ma il più delle volte, quando è ben motivata, c’è tanto da imparare. In ogni caso, anche se c’è chi dice che una critica negativa vale molto più di una positiva, secondo me sono entrambe necessarie: le prime fanno crescere e migliorare e mantengono sotto controllo l’ego (che, spesso, negli scrittori, si nutre di parole e rischia d’ingrassare), ma quello positive ti motivano ad andare avanti.
Luigi: Le critiche sono sempre utili ma difficili da accettare e anche da esternare, ci si trova sempre su un filo nell’esprimere un giudizio, specie se non conosci il destinatario abbastanza bene, ma lo hai “vicino” virtualmente.
Elisa: Eh, le critiche! grazie a quelle (e al modo di “incassarle”) sono cresciuta tantissimo: le critiche, quelle costruttive ovvio, sono pane per chi scrive, aiutano a vedere oltre i paraocchi scribacchini propri dell’autore e a rendersi conto – e quindi a migliorarsi e a superarsi – di cosa non va nel proprio lavoro. Ciò non toglie che ogni volta un piantino e due urli interiori te li fai.
Diego Di Dio: Brava Elisa 🙂
Elisa: Grazie, Diego 🙂
 
Emiliano: Davvero ultimissima domanda, e perdonatemi se magari mi è sfuggita la risposta: da dove viene il nome del collettivo?
 
Vincenzo: Si tratta di un poco noto faraone di cui nessuno ha mai sentito parlare e di cui non sono state trovate tracce in nessuna piramide finora scoperta. Ma ha un certo fascino…
Angelo: È il nome di mio zio che ci teneva tanto a diventare famoso 🙂
Luigi: In realtà è il nome di battaglia di una nota fornicatrice maltese di origine napoletana…
Angelo: Avete provato ad anagrammarlo? 🙂
Emiliano: Vabbè ho capito: un po’ di mistero non guasta. Mica dobbiamo sapere proprio tutto! 😀
Antonio: Un giorno lo sveleremo.
 
Eleonora: Quanto peso date a ciò che compone la storia? L’idea, l’ambientazione, lo stile di scrittura, l’intreccio, i colpi di scena… C’è qualcosa che vi colpisce più delle altre?
 
Elisa: Provo a risponderti in maniera compiuta: l’idea è la scintilla, il cuore che fa partire tutto il resto, e può essere una piccola fiammella che nasce pian piano e lentamente cresce così come una fiammata improvvisa e violenta, dipende dai casi ed è imprevedibile il più delle volte. Per il resto, stile, intreccio (e quindi colpi di scena) hanno eguale importanza, almeno per me: un buono stile senza intreccio si affloscia senza struttura, viceversa un buon intreccio senza stile è un po’ penalizzato.
Antonio: Senza dimenticare che l’impalcatura crolla miseramente se non è supportata da personaggi forti e curati.
Angelo: C’è da dire, Eleonora, che nello storico si aggiunge un elemento: devi spremere le fonti e nutrire i tuoi personaggi e la tua trama di quel succo, senza affogarli; cioè devi curare l’ambientazione senza scrivere un saggio. E poi devi fare attenzione alle piccole trappole che si nascondono nel dover immaginare le scene in un mondo lontano, in cui tutto ciò a cui sei abituato oggi non esisteva. Per esempio, ti verrebbe spontaneo far usare il voi a uno schiavo che si rivolga al suo sovrano. Invece il voi è nato molto tempo dopo (in epoca tardo imperiale… e non parliamo del lei).
Luigi: L’idea è importante, ma non deve essere necessariamente tendente all’originale, semmai sono il modo, lo stile in cui si racconta che possono essere originali. Il colpo di scena dipende dal genere di storia, quel che conta è spesso il punto di vista, magari diverso, con cui si racconta la storia. Ma anche, per esempio, un personaggio più che una storia fa la differenza, poiché la storia è il personaggio stesso in certi casi. Lo stile comunque, secondo me, è fondamentale se messo al servizio della storia e deve cambiare in funzione di essa, e deve essere credibile ogni modo diverso di raccontare la stessa storia. Ma l’idea iniziale, la scena, l’immagine (che può anche essere, spesso, la fine della storia) è importante… E deve convincere me per primo. Questo in generale. Se poi lavori a un prodotto lungimirante come questo storico devi mettere tutto al servizio del libro, tutto quello che hai, tempo e sonno compresi.
 
Antico: Bene, direi che l’esperimento di un’intervista collettiva può dirsi riuscito. Magari non avremo affrontato mille argomenti, ma ho apprezzato quest’idea di tridimensionalità che mi ha trasmesso la lettura di risposte multiple e simultanee. Direi che chiudo qui con le domande e che invito tutti, volendo, a proseguire con più tranquillità nel caso si vogliano approfondire determinati aspetti. Vi ringrazio a nome di tutta la comunità di MC per la vostra disponibilità e non vedo l’ora di scoprire il tema che ci aspetta lunedì 18 dalle 21 in avanti. Buona serata e grazie ancora!
 
Luigi: Grazie a voi e buon proseguimento di serata.
Vincenzo: Ciao Antico e grazie dell’ospitalità. Se qualcuno vuole lasciarci delle domande, saremo felici di rispondere anche in differita. Ciao a tutti.
Elisa: Grazie a voi 😀

Lascia un commento